I medici, gli infermieri e gli operatori sanitari dei pronto soccorso sono sfiniti: da un anno e mezzo lavorano senza sosta per curare e salvare il maggior numero di pazienti colpiti dal Covid e affetti da altre patologie. I medici non sono sufficienti per lavorare in continua emergenza, mancano gli infermieri e gli oss. E’ quanto è emerso nel corso della seduta della commissione Salute, presieduta dal vice presidente Daniele Cocco, che ha sentito ieri in audizione i direttori dei pronto soccorso di Cagliari e Sassari, il commissario straordinario Arnas, Paolo Cannas, la commissaria dell’Aou di Cagliari, Agnese Foddis, il commissario straordinario dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano. Nel corso della seduta è emerso, anche, che entro ottobre, a conclusione del concorso per gli infermieri, sarà disponibile una graduatoria di circa 1400 idonei da cui attingere. Per gli operatori socio sanitari, invece, il consigliere regionale dell’Udc Cambiamo, Giorgio Oppi, ha proposto di fare selezioni per ogni Asl, così da velocizzare le assunzioni. Proposta che ha trovato l’appoggio della consigliera del M5S, Desiré Manca, che ha sottolineato come una soluzione di questo tipo troverà sicuramente il favore di tutta la minoranza.
Per il pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari è intervenuta la direttrice Rosanna Laconi: “La situazione è molto difficile anche perché siamo sotto pressione da molto tempo. Abbiamo avuto un mese di agosto molto duro, perché i numeri sono saliti enormemente e la capacità e la possibilità di ricoverare questi pazienti nelle strutture covid era veramente molto scarsa”. La direttrice del pronto soccorso ha evidenziato che nel reparto ci sono pazienti covid in attesa di ricovero e che ad agosto c’è stata una degenza media di 3,5 giorni. “Stiamo rincorrendo il virus – ha detto – non riusciamo a garantire una risposta efficace ai pazienti che arrivano al pronto soccorso. E’ chiaro che questa situazione sta compromettendo l’assistenza per tutti gli altri pazienti, perché noi e il Brotzu siamo gli unici due pronto soccorso nell’area metropolitana”. Per Laconi la situazione è difficile anche perché il personale è stanco e troppo sotto pressione. Per la dottoressa non c’è una grave carenza di personale medico, ma ci sono grossi problemi per la mancanza di oss, che sono fondamentali nell’assistenza. Per la commissaria straordinaria dell’Aou di Cagliari, Foddis: “La situazione del personale è delicata, in quanto è sufficiente che qualcuno si assenti per qualunque motivo per mandare in crisi la struttura”. Dal punto di vista logistico non ci sono problemi, ha detto, “ma i numeri sono talmente alti che ci sono comunque i pazienti che attendono anche sette ore in ambulanza”. Il pronto soccorso dell’Aou ad agosto ha visitato 3.400 persone e “106 pazienti Covid, di questi ultimi il 62% è rimasto ricoverati in Obi per una media di 3,5 giorni, gli altri sono stati dimessi o sono andati all’ospedale Covid”. Rosanna Laconi ha sottolineato la criticità dell’accettazione Covid al Binaghi, che andrebbe rivista, perché può accettare un paziente solo se c’è un posto letto disponibile e, se non c’è deve rimane in pronto soccorso. Una richiesta di maggiore filtro da parte dell’Usca è arrivata anche dal direttore del pronto soccorso del Brotzu, Fabrizio Polo, che ha condiviso quanto detto dalla collega Laconi, e ha evidenziato che anche al Brotzu ci sono 4 pazienti Covid con una degenza media intorno alle 48 ore. Questa situazione ha comportato che quello che era un reparto di appoggio del Pronto soccorso con 12 posti letto, sia stato trasformato in una semi intensiva Covid con pazienti, prevalentemente, in ventilazione assistita. Da qui, spiega Polo, la mancanza di uno spazio che consentiva di tenere in pronto soccorso i pazienti fino alla dimissione, mentre adesso è necessario mandarli in reparto. Polo ha sottolineato anche che, essendo il Brotzu un hub per moltissime patologie iperspecialistiche, come la neurochirurgia, la cardiochirurgia, il trauma cranico, arrivano tanti codici rossi, circa 6 al giorno, contro una media nazionale tra i 2,7 e i 2,9. “L’impegno assistenziale per questa tipologia di pazienti è enorme – ha continuato – Sono fiero di tutto il personale che ho, ma faccio presente che anche l’esercito migliore del mondo dopo un anno e mezzo di assedio crolla. Non saremo in grado di reggere un ottobre e novembre come quello del 2020”. Polo ha ricordato il grande lavoro fatto da tutto il personale, ma ha parlato di “un massacro psicologico che dura da 18 mesi” per scegliere chi intubare, per valutare chi mettere in ventilazione assistita, ma anche il lavoro svolto con l’ansia che in una delle tante ambulanze in fila ci sia un paziente che rischia la vita se non trattato in tempo. Insomma per Polo la situazione non è più sostenibile, anche se ha rilevato che nelle ultime 24 ore “i numeri sono più accettabili, intorno ai 113 accessi” anche se è ancora presto per dire che ci siano miglioramenti costanti. Per quanto riguarda il personale Polo ha affermato che i medici sono in numero giusto, ma che basta un imprevisto per andare in affanno, anche perché tutti sono molto stanchi e questo aumenta il rischio di sbagliare con il paziente o di sbagliare e inquinare l’ospedale. Polo ha parlato di grave carenza di infermieri e di oss, sottolineando anche che 4 infermieri ad agosto si sono dimessi per stanchezza. Situazione più tranquilla all’Aou di Sassari. Il direttore del pronto soccorso, Mario Oppes, ha parlato di un numero di accessi complessivi pari a quelli degli anni precedenti al Covid, per la prima volta dall’inizio della pandemia, pari a circa 4200 accessi nel mese di agosto. “Rispetto al sud Sardegna questa quarta ondata – ha detto – ci ha visto meno colpiti, nonostante abbiamo ricoverato 82 pazienti Covid e altrettanti li abbiamo dimessi a domicilio”. Il grosso problema per Oppes è che non è diminuito il numero degli accessi complessivi, mentre le precauzioni da adottare e i percorsi da seguire hanno notevolmente aumentato la permanenza e allungamento dei tempi del pronto soccorso. Per quanto riguarda il personale medico ha affermato di avere il numero giusto per una situazione di normalità, ma non sufficienti in un periodo come questo. “Tutto il personale non ce la fa più a reggere, sono molto preoccupato”. Oppes ha anche affermato che sono venute a mancare “quelle figure aggiuntive che erano state date nel periodo covid, come specializzandi e co.co.co.”, oltre alla criticità legata agli infermieri (8 provenienti dalle agenzie interinali sono già andati via e altri 5 potrebbero lasciare il reparto a breve). La carenza i personale è stata sottolineata anche dal commissario straordinario dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano, e ha annunciato che si sta procedendo a una riorganizzazione, dal punto di vista logistico, del pronto soccorso.
Sulla carenza di medici è intervenuto il consigliere Oppi che ha parlato di una “sanità malata” e che per la sostituire il personale medico in questi anni non è stato fatto niente. Oppi ha però ricordato: “Noi abbiamo fatto una legge che, grazie a un investimento di 30 milioni, consentirà di avere 7-800 medici nei prossimi 3 anni, per i quali abbiamo chiesto 5 anni di residenza in Sardegna e 3 di residenza in Sardegna post specializzazione”. Sul grave problema della carenza di organico è intervenuto anche il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus. Secondo Gianfranco Ganau (capogruppo Pd) è evidente che il personale medico, infermieristico e oss è inadeguato per la situazione di emergenza legata alla pandemia. L’esponente della minoranza ha sottolineato di capire l’enorme lavoro che sta facendo tutto il personale dei pronto soccorso. Il vice presidente Daniele Cocco ha poi concluso: “E’ vero che siete gli eroi, come spesso venite definiti, perché sopportare una situazione del genere costa tantissimo in termini fisici e in termini psicologici. Il compito della commissione sarà di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per migliorare la situazione”. (eln)