Sesta commissione: audizione dell’assessore della Sanità, Armando Bartolazzi

Cagliari 28 maggio 2024. L’audizione dell’assessore della Sanità, Armando Bartolazzi, ha aperto i lavori della prima riunione della Legislatura, della Sesta commissione, presieduta da Carla Fundoni (Pd). Al centro dell’incontro la relazione sulla prima presa di contatto con il sistema sanitario sardo, che l’assessore, in apertura del suo intervento, non ha esitato a definire “ad un livello disastroso”.

Sul piano prettamente politico, l’oncologo patologo romano, chiamato dalla presidente della Regione, ha cambiare il verso alla sanità nell’Isola, ha rivolto l’invito (accolto con favore sia dai gruppi della maggioranza che della minoranza consiliare) a tutti i componenti la commissione e ai consiglieri dell’opposizione “in particolare” perché sia “raccolta la sfida alla collaborazione e al confronto, per ricercare le più efficaci soluzioni finalizzate a garantire ai sardi livelli accettabili nelle prestazioni e nei servizi del sistema sanitario”.

Nel raccontare il suo primo mese alla guida dell’assessorato, tra i più delicati e strategici dei dodici della Giunta, il dottor Bartolazzi non ha mancato di evidenziare le criticità note del sistema («ho toccato con mano, ad esempio ad Oristano, una vera e propria disorganizzazione»), senza tralasciare “l’urgenza di cambiamenti strutturali” insieme con la possibilità “di interventi che valorizzino importanti potenzialità, al momento inespresse”.

«Una generale assenza di comunicazione tra ospedali e territorio», a giudizio dell’assessore è la lacuna grave da correggere con immediatezza, mentre la carenza dei medici («oltre alle ragioni note c’è anche una percentuale altissima di medici che hanno limitazioni al lavoro e non possono essere inseriti nei turni») rappresenta “la criticità da risolvere in ogni caso”.

Non è mancato il riferimento alle polemiche innescate dall’ipotesi di consentire ai medici di medicina generale che scegliessero di venire in Sardegna dal Continente, di frequentare la specializzazione “fuori borsa”. «È una proposta – ha spiegato l’assessore  – che dovrò sottoporre al confronto con le Università e il fatto che le norme al momento non lo consentano, non significa, come già in passato è accaduto, che si trovi una soluzione dinanzi alla emergenza rappresentata dalla carenza dei medici nell’Isola».

L’ulteriore sottolineatura ha riguardato il caso dei bilanci delle aziende sanitarie («non ho dormito quando dal Mef mi hanno comunicato che non sono stati presentati quelli del 2022 e a luglio scade la presentazione di quelli del 2023») e la mobilità sanitaria: «È vergognoso che i sardi debbano andare a Milano per curare il cancro ai polmoni e al colon che sono tra le fattispecie più frequenti in Italia».

L’apertura della minoranza al confronto è stata esplicitata da Stefano Tunis (Sardegna al Centro – Venti20) che però ha ricordato come “il compito di chi governa sia quello della proposta per la soluzione dei problemi” e ribadita da Forza Italia con Ivan Piras («l’assessore ha dimostrato caratteristiche più virtuose rispetto alla prima impressione che ci eravamo fatti»). Hanno salutato con favore la relazione del responsabile della Sanità, i consiglieri della maggioranza, Giuseppe Frau (Uniti per Alessandra Todde) che ha definito “drammatico” il momento attraversato dal sistema sanitario “ a causa anche della mancanza di continuità dovuto all’alternanza dei governi negli ultimi trent’anni” e Diego Loi (Avs): «Servono interventi di sistema e un rapido riscontro per migliorare subito le prestazioni offerte ai cittadini». Il consigliere di Alleanza Sardegna, Franco Mula ha rimarcato le “difficili condizioni in cui versa la sanità nuorese anche rispetto a ciò che accade a Cagliari e Sassari”, ed ha ricordato le liste di attesa anche per il riconoscimento delle invalidità.  Corrado Meloni (FdI) si è detto fiducioso “nel confronto che però deve entrare nel merito dei problemi specifici” mentre Giuseppino Canu (SF) ha parlato di “sistema devastato da 15 e 20 anni di lassismo” con particolare riferimento alla condizione dei medici di medicina generale, auspicando un intervento normativo che impedisca l’uscita dal pubblico prima del compimento dell’età massima per il pensionamento. Umberto Ticca (Riformatori) è ritornato sulla questione delle specializzazioni per chi sceglie la Sardegna per la medicina generale («serve considerare le distanze e i tempi di trasferimento dei medici perché l’emergenza è soprattutto nei piccoli centri mentre le specializzazioni si fanno nelle città») e Alice Aroni (Misto) ha portato ad esempio “quanto accade nel resto d’Italia, rispetto alla Sardegna, con i corsisti, a cui è richiesto un tirocinio per il 60% delle ore”. Più articolato l’intervento di Francesco Agus (Progressisti) che ha invitato l’assessore Bartolazzi “ad intervenire subito laddove è possibile intervenire”. «Le percentuali  di attesa nelle attività di screening – ha incalzato l’esponente della maggioranza – sono quasi doppie rispetto al resto del Paese e serve individuare un metodo per ridurre le liste d’attesa, allo stesso modo di come è necessario capire quali siano gli intendimenti per i cosiddetti medici in affitto, per le cui attività sarebbe auspicabile predisporre un puntuale report». Il riferimento alla contrastata vicenda delle cure pediatriche («a Cagliari sono in bilico tra due aziende») ha stimolato l’intervento di chiusura del consigliere Lorenzo Cozzolino (Orizzonte Comune): «La pediatria è oggi ripartita in tre ospedali, ne serve uno o serve creare un polo ma soprattutto basterebbero 600mila euro per trasformare la medicina d’urgenza in pronto soccorso pediatrico al Brotzu».

La presidente della commissione ha posto l’accento sul tema della sanità penitenziaria («non ci sono medici e attraverso un’indagine conoscitiva si potrebbe aprire la strada ad un modello sardo») e nella breve replica conclusiva, l’assessore Bartolazzi, ha affermato con ottimismo e convinzione: «Si può lavorare bene e in collaborazione».

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