Data: 20/02/2012 – Consiglio regionale: Aula consiliare
La Presidente del Consiglio Regionale Claudia Lombardo ha aperto la seduta solenne ringraziando il Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano per aver accolto l’invito espressamente rivolto dall’Assemblea Regionale al fine di rappresentargli la gravità della “questione sarda” in tutta la sua complessità, sottolineando come: “ in tutta la Sardegna si levano alte le voci di un profondo malumore che scuote impetuosamente le fondamenta dell’Isola e agita la coscienza collettiva”. La Presidente del Consiglio ha quindi proseguito descrivendo, dati alla mano, la dimensione del disastro economico caratterizzato da un fortissimo decremento degli occupati; la preoccupante impennata del ricorso alla cassa integrazione; la disoccupazione reale sopra il 22 per cento; il fenomeno della crescita esponenziale delle povertà che riguarda 350 mila sardi su una popolazione di appena 1 milione e 650 mila abitanti.
La Presidente Claudia Lombardo si è quindi soffermata sulla vertenza entrate, illustrando il contenuto della Mozione n.139 del 2 agosto 2010 e del successivo ordine del giorno adottato il 14 febbraio, sempre sulla stessa materia. In particolare la Presidente ha affermato che con la vertenza entrate si è verificata una rottura che rappresenta una intollerabile lesione di un diritto fondamentale del Popolo sardo. Il riconoscimento di questo diritto, così come la rivisitazione dei limiti imposti dal patto di stabilità, che in Sardegna sono una camicia di forza che stritola le politiche di rilancio economico, rappresentano una condizione pregiudiziale per la prosecuzione della vertenza Sardegna su un piano di equità e correttezza. La legittima soddisfazione di questo diritto del popolo sardo è condizione assolutamente imprescindibile, e sino a quando questo vulnus non verrà sanato l’Isola vivrà una inaccettabile condizione di marginalità e sperequazione rispetto agli altri territori della Repubblica. La Presidente, infatti, ha affermato che : “Date le premesse, la piena soddisfazione di questo diritto, e la conseguente rivisitazione dei parametri fissati dal “Patto di Stabilità per la Sardegna”, al fine di adeguarli all’aumentata capacità di spesa della Regione, si pongono come condizione imprescindibile e pregiudiziale alla partecipazione a qualsiasi tavolo di confronto si voglia e possa aprire col governo centrale sulla Questione Sarda” La Presidente Lombardo ha quindi evidenziato la fase di declino economico legato alla crisi dirompente del settore industriale, arrivando a definire con una espressione forte ed efficace “una vera e propria vergogna nazionale la chiusura delle Industrie sarde”. La Presidente del Consiglio Regionale ha, inoltre, ricordato la sofferenza delle cosiddette “partite iva” a causa dell’asfissiante politica di recupero dei crediti adottata da Equitalia in Sardegna, senza tenere conto dello stato di profonda crisi. Un appunto particolare la Presidente lo ha riservato alla questione della vendita della Tirrenia per evidenziare che: “L’assenza di una effettiva continuità territoriale, comporta un ulteriore intollerabile ritardo nello sviluppo che costringe i sardi ad un isolamento, non più solo geografico, ma anche politico ed economico”
La situazione di dramma emergenziale richiede l’utilizzo di strumenti eccezionali, col riconoscimento dello stato di crisi e l’adozione di particolari misure di fiscalità, così come richiesto dall’Assemblea regionale che, come ha ricordato la Presidente, con la Mozione: “ha inteso rappresentare i sensi del più profondo malcontento mai registrato in precedenza”. La Presidente Lombardo ha infine rivolto un pressante appello al Capo dello Stato affinché, in qualità di supremo garante della Costituzione e dell’unità politica, giuridica ed economica della Repubblica, voglia frapporre qualsiasi fattivo intervento per il positivo riconoscimento dei diritti imprescrittibili del popolo sardo.
La Presidente, sempre rivolta al Capo dello Stato, ha quindi aggiunto che: “Chiediamo semplicemente quello che ci è dovuto” Il saluto della presidente del Consiglio Regionale si è concluso con un affettuoso “fortza paris” per il bene comune, rivolto al Presidente della Repubblica. La Presidente a conclusione della seduta solenne ha fatto omaggio al Capo dello Stato di una pregevole edizione del Codice Dilpomatico di Villa di Chiesa, opera del marchese Baudi di Vesme, e la lampada del minatore che ha consegnato a nome dei minatori della Carbosulcis, storico emblema della crisi industriale della Sardegna.