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Sardegna Pride 2017: l’intervento del Presidente Ganau

Sassari, 8 luglio 2017

Buonasera a tutte e a tutti, buona sera a tutti voi che avete sfilato per le vie della nostra città dando forza, sostegno ed energie a questa manifestazione itinerante nata nel 2013, oggi per la prima volta ospitata a Sassari. Consentitemi in apertura di ringraziarvi e di ringraziare tutte le associazioni  del coordinamento sardo LGBTQ che hanno promosso il Sardegna Pride 2017; il MOS che quest’anno compie venticinque anni di attività al quale rivolgo un augurio particolare come ex sindaco di Sassari in nome delle battaglie che abbiamo condiviso, spesso anche scontrandoci, come quella dall’alto valore simbolico legata all’istituzione del Registro delle Unioni civili; l’ARC, Famiglie Arcobaleno, CGIL Nuovi Diritti, Sardegna Queer, Unica LGBT, Agedo e Gaynet e di ringraziare tutti i volontari e le volontarie che hanno aderito all’appello lanciato dagli organizzatori, mettendo a disposizione il proprio tempo e contribuendo così alla buona riuscita di questa manifestazione.

Anche quest’anno come Presidenza del Consiglio regionale della Sardegna ho patrocinato e scelto di sostenere il Sardegna Pride perché credo sia doveroso che un’istituzione come quella che rappresento stia dalla parte dei diritti civili, dalla parte del rispetto e della libertà di tutte e tutti.

“Partire da quello che siamo e dalla presa di coscienza di quello che siamo, sfuggendo a classificazioni, norme e modelli imposti”,  è questo il senso del Sardegna Pride, di una manifestazione di gioia, colorata, aperta, inclusiva che fa dell’orgoglio e della dignità di essere i suoi tratti caratterizzanti; non una semplice sfilata per esibire ed esibirsi come in molti, sbagliando, tendono a classificarla.

La giornata di oggi è il frutto di un lungo  percorso di riflessione ed elaborazione, come hanno ben chiarito gli organizzatori che raccoglie le istanze e le rivendicazioni di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer che hanno il diritto non solo di poter esprimere se stessi ma di veder garantiti i propri diritti civili, sociali ed economici.

È passato poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge sulle unioni civili, una legge importante per il nostro Paese che ha dato uguaglianza e dignità sociale a chi prima non l’aveva. Una legge che forse avrebbe potuto garantire un riconoscimento più ampio ai cittadini lgbt, ma che oggi sono comunque finalmente presenti nell’ordinamento giuridico, non sono più dei cittadini invisibili e inesistenti per lo Stato italiano, e questa è indubbiamente una conquista, una tappa fondamentale di un lungo percorso che deve proseguire per superare le tante barriere e resistenze ancora presenti, in particolare quelle culturali, che limitano e condizionano fortemente la nostra società, intralciando di fatto scelte legislative più coraggiose verso il doveroso riconoscimento di una piena cittadinanza per tutti.

È vero, le norme sulla stepchild adoption sono state stralciate dalla proposta di legge, proprio perché i pregiudizi rimangono, soprattutto quelli legati alla genitorialità. Oggi però chi decide di sposarsi civilmente sa di poter contare finalmente su garanzie e sicurezze che prima non aveva anche se l’obiettivo rimane quello di un matrimonio egualitario.

Il cammino è ancora lungo e purtroppo sappiamo bene che l’omofobia, la paura irrazionale, l’odio, l’intolleranza e il disagio nei confronti di uomini e donne omosessuali, continuano ad essere ben radicati nella nostra società. Spetta a tutti noi, istituzioni per prime, lavorare per costruire coscienze collettive inclusive e rispettose degli altri.

Anche per questo trovo lodevole il lavoro che le associazioni del Sardegna Pride hanno svolto in queste settimane, in particolare la scelta di coinvolgere gli studenti delle scuole medie e superiori insieme ai commercianti del centro storico di Sassari nell’allestimento della mostra “Diritti Amore Rispetto”. L’iniziativa, inserita in un più ampio calendario di eventi che hanno caratterizzato quest’edizione del Sardegna Pride coinvolgendo le comunità non solo di Sassari ma anche di Santa Teresa e Alghero, è riuscita ancora una volta a dimostrare che la società civile è molto più avanti in tema di diritti di parità e libertà. L’arte espressa dagli studenti delle scuole di Sassari e della provincia ha lanciato un messaggio chiaro ed inequivocabile di eguaglianza e rispetto che gli esercenti hanno raccolto, allestendo le vetrine dei negozi con gli elaborati dei ragazzi, contribuendo in questo modo insieme ai propri clienti, visitatori e semplici passanti, a tracciare quel percorso per abbattere il muro dell’indifferenza, della chiusura e dell’ emarginazione.

 “Il mondo non è fatto solo di diversi colori, ma di un numero infinito di sorprendenti sfumature”, scrive giustamente Vladimir Luxuria. Basterebbe solo la consapevolezza riguardo a quanta vita questa frase racchiuda, per capire quanto poco aderenti alla realtà siano le critiche che troppo spesso fanno capolino ogni qualvolta il movimento identifica uno spazio pubblico in cui far uscire forte la propria voce. Noi siamo quello che ci sentiamo; nel nostro intimo come nel nostro privato, insieme in una piazza anonima, come insieme di fronte ad una chiesa. Qualunque voce inviti a nascondersi, a rinnegare se stessi, a farsi da parte, che sia urlata o scritta, verrà inesorabilmente zittita dalla  passione e dal lavoro che milioni di persone impiegano nel quotidiano per rendere le proprie e altrui vite degne e dignitose nel proprio pieno riconoscimento; grazie per il vostro impegno costante.

Gianfranco Ganau

Presidente Consiglio regionale della Sardegna

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