Cagliari 26 settembre 2024 – Novantamila ricoveri all’anno in Italia per ictus ischemico, circa duemila in Sardegna a cui si aggiungono altri quattrocento pazienti con ictus emorragico. Numeri importanti che impongono una risposta adeguata da parte del sistema sanitario. A questa esigenza guarda la proposta di legge presentata dal Gruppo dei Riformatori Sardi in Consiglio regionale per l’istituzione di un “codice ictus”, una procedura che permetta, una volta accertato il caso in pronto soccorso, di indirizzare subito i pazienti in strutture attrezzate per il primo trattamento della malattia (Stroke Unit): «In attesa di una riforma organica della sanità mettiamo a disposizione della maggioranza una proposta puntuale e di buon senso – ha detto il capogruppo dei Riformatori Umberto Ticca – si tratta di provvedimento a costo zero per le casse regionali. Un intervento che permetterebbe di contrastare al meglio la malattia che figura tra le prime cause di morte in Italia e la prima in assoluto di invalidità». La proposta, frutto di una consultazione con neurologi e operatori sanitari, prevede che i pazienti colpiti da ictus vengano subito trasportati negli ospedali dotati di stroke unit per la somministrazione del trattamento trombolitico e la trombectomia meccanica: «Le prima quattro ore sono decisive – ha affermato Aldo Salaris – intervenire subito permette di limitare i danni. Il paziente colpito da ictus va gestito in modo meticoloso, per questo serve definire un protocollo sanitario come avviene in tante altre regioni italiane». In Sardegna, attualmente, sono presenti quattro stroke unit: all’ospedale Brotzu di Cagliari, al SS. Annunziata di Sassari, al San Francesco di Nuoro e al Mater di Olbia, le ultime due con grossi problemi di organico: «Le strutture sono insufficienti – ha rimarcato Giuseppe Fasolino – i casi in Sardegna sono in aumento. Secondo un recente studio, il numero dei pazienti colpiti da ictus raddoppierà nei prossimi anni. Occorre per questo attrezzarsi per rispondere al nuovo scenario».
Dal Gruppo dei Riformatori, infine, un appello alla maggioranza: «La proposta è aperta, può essere emendata o integrata – hanno detto i consigliere regionali – l’importante è che sia discussa in tempi rapidi».