Cagliari 9 luglio 2024 – Le difficoltà dei centri di riabilitazione per i disturbi dello spettro autistico e delle strutture di Neuropsichiatria infantile sono state al centro della seduta mattutina della Commissione “Sanità”. Il parlamentino presieduto da Carla Fundoni (Pd) ha affrontato anche il tema delle possibili nuove funzioni da assegnare alle farmacie per far crescere la sanità di prossimità.
Centri riabilitativi autismo
Sulle problematiche dei centri riabilitativi dei disturbi dello spettro autistico, la Commissione ha sentito in audizione Pier Sandro Scano e Abramo Garau, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Centro Servizi persone di Villamar, Franco Meloni presidente della Fondazione A 18 onlus, Salvatore Piras, direttore generale dell’Opera Gesù Nazareno di Sassari e Antonio Mele, medico responsabile del Centro SB di Sassari.
Tutti hanno sollecitato un cambio di rotta nella programmazione degli interventi da parte dell’assessorato alla Sanità che metta i centri riabilitativi nelle condizioni di poter garantire servizi migliori ai cittadini. «Occorre ripartire dai bisogni – ha detto Pier Sandro Scano – il primo indicatore da tenere in considerazione è quello delle liste d’attesa. Tutti i 4 centri di riabilitazione hanno liste d’attesa abbastanza lunghe. Di questo occorre tener conto a partire dalla definizione del nuovo piano triennale degli acquisti delle prestazioni attualmente in fase di elaborazione». Per abbattere le liste d’attesa servirebbe un piccolo incremento della dotazione finanziaria: «Per tutta la macro area della salute mentale la Regione stanzia 16 milioni di euro per tre anni. Basterebbe il 30% in più. Con due o tre milioni aggiuntivi si metterebbero i centri di riabilitazione nelle condizioni di operare con un minimo di programmazione. Questo si può fare in sede di variazione di bilancio». L’altro tasto dolente riguarda invece accreditamenti e contrattualizzazioni. Tutti i centri svolgono un’attività nettamente al di sotto delle loro potenzialità. Le contrattualizzazioni rispetto agli accreditamenti sono intorno al 55%. «Ciò che però incide di più è la tempistica dei contratti. Non si possono firmare le convenzioni a fine anno. Non si può sempre lavorare con le proroghe, così si rischia di mandare tutto per aria».
Per Salvatore Piras ciò che bisogna chiarire è che i centri di riabilitazione non sono fornitori ma partner del sistema sanitario regionale «Se dovessimo sparire – ha detto Piras – ci sarebbe un vuoto assistenziale». Dopo aver ricordato l’importanza dell’assistenza per i pazienti autistici e per le loro famiglie, il direttore dell’Opera Gesù Nazareno ha sottolineato l’aumento dei costi per la gestione delle strutture causato dall’inflazione: «Le vecchie tariffe non coprono più i costi dei servizi – ha detto Piras – è necessario rivederle se si vuole garantire la sostenibilità economica dei centri».
Delle difficoltà finanziarie ha parlato anche Antonio Mele del Centro S.B. di Sassari: «Eppure ci sono liste d’attesa lunghissime nel territorio. Non capiamo perché non si riesca a riempire il nostro centro – ha detto Mele – perdiamo circa 10mila euro al mese. Senza un cambio di rotta dal 1 ottobre saremo costretti a chiudere».
Secondo Franco Meloni (presidente Fondazione A 18) per risolvere la situazione dei centri va prima di tutto aggiornata la programmazione: «In Sardegna ci sono intere zone scoperte come il Sulcis, l’Ogliastra e la Gallura – ha detto Meloni – bisogna aggiornare i piani, questo lo può fare il Consiglio. Sulle risorse e sulla rivisitazione delle tariffe il compito spetta invece alla Giunta».
Nel corso del dibattito, i consiglieri Antonello Peru (Sardegna al Centro 20Venti e Francesco Agus (Progressisti) hanno evidenziato la difficoltà di procedere a un eventuale aumento delle risorse finanziarie. Il primo ha indicato nella Conferenza Stato-Regioni lo strumento per procedere a un revisione del budget da destinare alla sanità. Agus ha invece ricordato l’impugnazione da parte del Governo della legge 9 del 2023 con la quale vennero aumentate le risorse rispetto a quelle del 2011. «La Corte Costituzionale ha detto che i tetti di spesa non possono essere sforati – ha detto Agus – l’unica possibilità di intervento è una diversa ripartizione delle risorse». Per Pier Sandro Scano una soluzione può essere invece trovata: «Ho fatto l’assessore alla Programmazione in passato e so che all’interno del bilancio regionale ci sono sempre degli spazi di manovra».
Neuropsichiatria infantile
A illustrare le problematiche del settore sono stati i delegati regionali della società scientifica di Neuropsichiatria Infantile Stefano Sotgiu (responsabile dell’Aou di Sassari) e Silvia Paba ( Dirigente della Asl di Cagliari). La Commissione ha acquisito una documentazione dettagliata con un elenco delle criticità da affrontare. Prime fra tutte la necessità di potenziare le equipe ospedaliere e le strutture residenziali per i post acuti: «Negli ospedali ci sono i medici ma mancano psicologi ed educatori –ha detto Sotgiu – dopo la pandemia c’è stato un aumento esponenziale delle attività che richiede un nuovo approccio da parte del servizio pubblico». Sulla insufficienza numerica e logistica delle strutture di assistenza, Silvia Paba ha evidenziato soprattutto la mancanza di quelle ad alta intensità post-ricovero che allungano la durata delle degenze ospedaliere e costringono le famiglie a rivolgersi a strutture d’eccellenza fuori dal territorio regionale. «Bisogna evitare di sradicare i pazienti dal territorio». Sotgiu e Paba hanno poi suggerito l’istituzione di un tavolo permanente per coordinare gli interventi per tutte le patologie (autismo, disturbi alimentari etc.) e rendere omogeneo in tutto il territorio regionale l’accesso ai servizi. Da rivedere inoltre le linee di indirizzo del 2006 ormai obsolete.
Altro tema affrontato è stato quello delle certificazioni per l’adozione di piani didattici personalizzati nelle scuole. Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Orizzonte Comune) ha ricordato che in Sardegna esiste una legge regionale mai applicata: «Prevede la creazione di centri privati per il rilascio delle certificazioni – ha detto Cozzolino – qui si può prendere l’impegno di renderla operativa».
Farmacie e sanità di prossimità
Pier Luigi Annis (presidente di Federfarma) e Renato Usai (responsabile delle farmacie rurali) hanno illustrato alla Commissione i nuovi compiti assegnati alle farmacie per il potenziamento della sanità di prossimità. «E’ dal 2009 che si è sviluppato il concetto di farmacia di servizio – ha detto Annis – da allora non siamo solo dispensatori di farmaci ma forniamo una gamma di servizi ai cittadini (fascicolo sanitario, telemedicina, test diagnostici, prenotazione di esami etc). Vista la conformazione territoriale della Sardegna e la carenza di medici, le farmacie possono fornire un grande aiuto e diventare il terminale del servizio sanitario regionale».
In Sardegna operano 618 farmacie, 451 sono rurali (con sede in paesi con meno di 5.000 abitanti): «Il nostro obiettivo è dare risposte ai cittadini con l’istituzione di un sistema di farmacie di servizi – ha detto Renato Usai – vogliamo metterci alla pari con i nostri colleghi di altre regioni. Con la telemedicina si possono salvare molte vite. Eseguire un elettrocardiogramma o garantire un holter pressorio o cardiaco senza far spostare i pazienti è un ottima attività di prevenzione. Noi siamo pronti ad affrontare la sfida».
Al termine delle audizioni, la presidente Carla Fundoni ha assicurato l’impegno della Commissione, in accordo con la Giunta regionale, per sveltire i percorsi e dare risposte ai pazienti e agli operatori sanitari: «Abbiamo affrontato problematiche e preso coscienza di alcune situazioni sulle quali c’è l’attenzione da parte di tutti – ha detto Fundoni – vogliamo rispondere ai bisogni e porre rimedio alle cose che non vanno».