VIII SEDUTA
Mercoledì 16 aprile 2014
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 13.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 3 aprile 2014 (5), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia e Michele Cossa hanno chiesto congedo per la seduta del 16 aprile 2014.
Poiché non vi sono opposizioni i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che in data 16 aprile 2014 è pervenuta copia della decisione della Corte costituzionale numero 87 del 7 aprile 2014 nella quale si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge regionale 21 febbraio 2013, numero 4 (Modifiche all'articolo 1 della legge regionale numero 1 del 2013, all'articolo 2 della legge regionale numero 14 del 2012 e disposizioni concernenti i cantieri comunali) nel testo sia originario, sia come sostituito dall'articolo 1 della legge regionale 23 aprile 2013, numero 9 (Interventi urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale); si dichiara, in via consequenziale, l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge regionale 2 agosto 2013 numero 21 (Sostegno alla povertà e interventi vari).
Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 17, 22, 31 gennaio 2014; 5, 11, 14, 20, 27 febbraio 2014 e 5 marzo 2014.
Annunzio di presentazione di disegno di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
"Norme urgenti in materia di opere pubbliche, dighe di competenza regionale e disposizioni varie". (11)
(Pervenuto l'11 aprile 2014 e assegnato alla quarta Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Tocco - Pittalis - Locci - Cherchi Oscar - Peru - Tunis - Zedda Alessandra - Cappellacci - Fasolino - Tedde:
"Ricostituzione del centro regionale antimalarico e antinsetti ed assunzione dei relativi compiti da parte dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente". (10)
(Pervenuta il 9 aprile 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti:
"Soppressione dell'Agenzia governativa regionale Sardegna promozione". (12)
(Pervenuta il 15 aprile 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge nazionale:
Cossa - Dedoni - Crisponi:
"Procedura di adozione del nuovo Statuto speciale per la Sardegna mediante istituzione dell'Assemblea costituente sarda.". (3)
(Pervenuta il 9 aprile 2014 e assegnata alla prima Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione Arbau, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di revoca delle nomine dei direttori generali delle ASL ai sensi dell'articolo 3, commi 1 e 2 della legge regionale n. 6 del 2012". (6)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulle condizioni di lavoro dei dipendenti Abbanoa e delle ditte dell'indotto e sulle richieste di adeguamento dei contatori". (7)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interpellanza Arbau - Azara - Ledda - Perra sulla necessità di avviare un reale ed indifferibile processo di riordino di enti, agenzie, società partecipate e controllate dalla Regione". (1)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Mozione Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti - Oppi sulla vertenza dei giornalisti e tecnici dell'emittente Sardegna 1 e sulla situazione dei lavoratori dell'informazione". (9)
"Mozione Cappellacci - Pittalis - Tunis - Cherchi - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Zedda - Tatti - Oppi sull'avviso pubblico per l'individuazione del Direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene, sanità e assistenza sociale". (10)
"Mozione Fasolino - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tunis - Tocco - Zedda Alessandra - Truzzu - Orrù - Solinas Christian - Carta - Oppi - Rubiu - Tatti - Crisponi - Cossa - Dedoni sulla grave crisi che attraversa il settore del sughero in Sardegna e sul rilancio del settore stesso, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (11)
"Mozione Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti sulla situazione economica delle aziende produttrici del settore ovi-caprino e agricolo site nell'agro di Portoscuso". (12)
"Mozione Lotto - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio - Tendas sulle conseguenze degli interventi previsti dalla spending review, che hanno provocato l'ipotesi della chiusura della compagnia dei carabinieri di Ozieri e del posto di polizia ferroviaria di Chilivani dopo che il 20 giugno 2012 è già stata soppressa la stazione dell'Arma dei carabinieri di Chilivani, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (13)
"Mozione Moriconi - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio - Tendas sulla stazione dei carabinieri di Pula, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (14)
"Mozione Piscedda - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Solinas Antonio - Tendas, sulle conseguenze degli interventi previsti dalla spending review, che stanno comportando la mancata apertura di un presidio stabile dei carabinieri nel comune di Elmas, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (15)
PRESIDENTE. Al fine di valutare l'organizzazione dei lavori, sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 19, viene ripresa alle ore 17 e 03.)
PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di procedere all'esame congiunto, trattandosi dello stesso argomento, delle mozioni numero 3, 13, 14, 15 e 5. A seguire si procederà all'esame della mozione numero 6, mentre la mozione numero 4 sarà discussa domani mattina. Stasera al termine della discussione e della votazione sulle mozioni sarà inoltre completato l'Ufficio di Presidenza con l'elezione del Segretario del Gruppo Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, per raccomandare alla signoria vostra, intanto, di dare il tempo ai consiglieri regionali di entrare in possesso dei documenti, di potersi documentare e non fare in modo che in quest'Aula, come sempre è avvenuto, uno alzi la mano semplicemente per riflesso condizionato. Io vedo mozioni presentate ieri, mai mi sarei aspettato che a distanza di ventiquattrore si discutessero queste mozioni. Peraltro sono mozioni che riguardano, pur con tutto il rispetto per il Vicepresidente, il Presidente della Regione e noi riteniamo che su argomenti così importanti ci debba essere la presenza del Presidente della Regione.
Sulla Conferenza dei Presidenti di Gruppo io ne riconosco la funzione ma non riconosco il fatto che assuma decisioni durante i lavori del Consiglio perché questo l'abbiamo sempre criticato. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo si tiene prima, una volta che i Capigruppo hanno stabilito che cosa devono fare lo comunicano all'Aula, ma noi non dobbiamo rimanere un'ora in Aula ad aspettare che la Conferenza decida quello che vuole decidere.
PRESIDENTE. In merito alla presenza del Presidente della Giunta ovviamente è delegato un Assessore; per quanto riguarda la discussione delle mozioni è stato applicato il disposto dell'articolo 115, comma 2 del Regolamento che prevede che in caso di mozioni che trattano lo stesso argomento il Presidente possa disporre che formino oggetto di una discussione unica.
In questo caso si tratta di mozioni presentate con procedura d'urgenza quindi da iscrivere all'ordine del giorno entro dieci giorni. Credo che sia opportuno anche nell'organizzazione dei lavori consiliari che queste siano unificate nei tempi che ci siamo dati e che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo poi ha confermato.
Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). Presidente, nel momento stesso in cui si modifica l'ordine del giorno, per poterlo modificare e discutere di una mozione prima e di altre dopo ci vuole una disponibilità del Consiglio. Per quanto mi riguarda domani mattina ho una visita medica alle 11 alla quale non intendo assolutamente mancare.
Specifico che intendo parlare sulla mozione relativa ai danni provocati dall'alluvione, e non posso accettare che i Capigruppo possano stabilire un ordine del giorno che è prerogativa del Consiglio regionale, come lo è anche un'eventuale modifica che può creare difficoltà. Valutate voi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno è competenza della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, come lei ben sa. Tra l'altro la convocazione del Consiglio era prevista per la giornata odierna ed eventualmente per domani quindi non c'è stata nessuna modifica nell'organizzazione dei lavori. Oggi si discutono le mozioni inerenti lo stesso argomento, mentre la mozione sulla quota delle accise spettante alla Regione si è deciso di spostarla a domani per consentire un dibattito più ampio. Questa è stata la decisione condivisa da tutti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 3, 13, 14, 15 e 5.
(Si riporta di seguito il testo delle mozioni:
Mozione Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Fenu - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Fasolino - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Randazzo - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra sulla chiusura dei presidi della Polizia di Stato in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSOche il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno ha emanato una circolare con la quale si prospetta l'ipotesi di razionalizzazione dei presidi della Polizia di Stato sull'intero territorio nazionale, sulla base di una "conclamata carenza di organico in cui versano le Forze di Polizia e l'attuale congiuntura economica";
CONSIDERATO che:
- sul territorio della Regione viene ipotizzata la chiusura di 20 sedi, tra cui i distaccamenti di polizia stradale di Fonni, Ottana, Siniscola e Tempio; i posti di polizia ferroviaria nei Comuni di Macomer, Chilivani e Golfo Aranci; le sedi delle squadre nautiche nei Comuni di Cagliari, Olbia, Oristano, Palau e Porto Torres oltre alla sezione della Polizia postale di Nuoro;
- altresì anche la "Scuola aperta per i servizi di polizia a cavallo delle Forze di Polizia a ordinamento civile", sita in località Foresta Burgos, nell'omonimo Comune di Burgos (SS), non sarebbe risparmiata dall'opera di supposta razionalizzazione di cui sopra;
CONSTATATO che la chiusura della suddetta scuola e delle sedi suddette si pone in antitesi rispetto alle finalità di cui all'accordo di programma quadro "Sicurezza per lo sviluppo della Regione Sardegna - Emanuela Loi", sottoscritto in data 4 aprile 2003 dal Ministero dell'interno, dal Ministero dell'economia e delle finanze e dalla Regione autonoma della Sardegna;
VALUTATO che lo stesso APQ impegna il Ministero dell'interno e la Regione a realizzare interventi volti a potenziare e integrare il servizio offerto dalle Forze di Polizia nazionali e locali;
RITENUTO che negli ultimi anni le politiche regionali di sicurezza, all'interno della più ampia politica di sviluppo regionale, sono state contraddistinte da un forte orientamento alla creazione di un contesto più favorevole alla crescita economica ed alla diffusione della legalità e della giustizia;
VALUTATO che finanche il programma "Sicurezza per lo Sviluppo", nell'ambito dei programmi operativi nazionali 2007-2013, persegue l'obiettivo di "diffondere migliori condizioni di sicurezza, giustizia e legalità per i cittadini e le imprese, contribuendo alla riqualificazione dei contesti caratterizzati da maggiore pervasività e rilevanza dei fenomeni criminali e all'incremento della fiducia da parte della cittadinanza e degli operatori economici";
RITENUTO che la indiscriminata chiusura dei presidi di pubblica sicurezza si pone in contrasto con l'esigenza di garantire lo sviluppo sociale ed economico dell'intero territorio regionale, attraverso la diffusione "di migliori condizioni di sicurezza, giustizia e legalità per i cittadini e le imprese",
impegna il Presidente della Regione
1) a intervenire presso il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell'interno per il rispetto degli obblighi assunti con la Regione e ad intraprendere ogni utile iniziativa volta a scongiurare la chiusura di qualsiasi presidio di pubblica sicurezza nel territorio sardo;
2) a disporre, d'intesa con il Ministero dell'interno una ricognizione delle singole criticità, anche di natura logistica, dei presidi in parola e presenti sull'intero territorio regionale, al fine di potenziare i servizi di pubblica sicurezza. (3)
MozioneLotto - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio - Tendas sulle conseguenze degli interventi previsti dalla spending review, che hanno provocato l'ipotesi della chiusura della compagnia dei carabinieri di Ozieri e del posto di polizia ferroviaria di Chilivani dopo che il 20 giugno 2012 è già stata soppressa la stazione dell'Arma dei carabinieri di Chilivani, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la presenza dello Stato nei territori delle zone interne della Sardegna rappresenta uno dei principali argini al grave fenomeno dello spopolamento che caratterizza le comunità di quei luoghi;
- sul territorio della Regione, specie nelle zone interne, va avanti un generale impoverimento dei servizi fondamentali quali l'istruzione, la sanità e i trasporti;
- è di pochi giorni la notizia che, nell'ambito della spending review, è stata ipotizzata la chiusura della compagnia dei carabinieri di Ozieri e del posto di polizia ferroviaria di Chilivani;
- il 20 giugno 2012 è già stata soppressa la stazione dell'Arma dei carabinieri di Chilivani;
- la scelta ipotizzata ha destato forte preoccupazione tra le popolazioni del Logudoro ed in particolare nell'Amministrazione comunale di Ozieri;
CONSIDERATO che l'Amministrazione comunale di Ozieri, con delibera di Giunta del 9 aprile 2014, n. 42, ha reagito con fermezza e responsabilità, premettendo e ribadendo:
- come sia indispensabile concorrere con un proprio contributo ad attuare politiche di risanamento finanziario, senza arroccarsi su posizioni localistiche;
- come la sicurezza debba rimanere cardine imprescindibile dello sviluppo sociale, senza per questo rinunciare ai processi di razionalizzazione delle spese al fine di ottenere consistenti risparmi purché vengano garantiti servizi efficienti ai cittadini;
- che, anche in considerazione del contesto di crisi economica ed occupazionale, la soppressione della compagnia dei carabinieri potrebbe aprire la strada ad un aumento degli episodi di criminalità;
- che Ozieri è il principale centro di riferimento del territorio interno della Provincia di Sassari e svolge un ruolo di capofila rispetto a importanti servizi statali e regionali; è sede di numerosi enti ed uffici tra cui: l'Unione dei comuni, l'ospedale e il Distretto sanitario, il Consorzio di bonifica del nord Sardegna, il Consorzio industriale, il Dipartimento per il cavallo, l'Ufficio del giudice di pace, l'Agenzia delle entrate, l'Inps, gli uffici delle tre agenzie regionali che operano in agricoltura Laore, Agris e Argea, la Stazione forestale; è sede inoltre di una delle otto diocesi della Regione, nonché della più importante struttura ippica della Sardegna in termini di presenze e manifestazioni di livello anche internazionale quale è l'ippodromo di Chilivani-Ozieri; sono presenti in città scuole pubbliche e private: asili nido, scuole primarie e secondarie; numerose banche e istituti di credito; Ozieri è la culla della cultura e della letteratura sarda;
- che anche la compagnia dei carabinieri, in questo contesto, è stata un insostituibile presidio della sicurezza pubblica e privata ed è divenuta un consolidato patrimonio della città di Ozieri e del territorio circostante;
RITENUTO che la stessa amministrazione, al fine di favorire il mantenimento della compagnia ad Ozieri, intende mettere a disposizione la struttura di sua proprietà, già utilizzata fino a quindici anni fa, come caserma dei carabinieri, ed ha formulato quindi una specifica proposta, peraltro già inoltrata per le vie brevi al Comando della Legione carabinieri Sardegna, che prevede che:
- il Comune di Ozieri realizzi con proprie risorse (attraverso la contrazione di un mutuo) l'adeguamento e la ristrutturazione della vecchia caserma e la messa a disposizione dell'Arma entro il 2015;
- il Ministero paghi un canone annuo che verrà quantificato con successivi atti;
- dopo 20 anni (durata del mutuo) l'immobile verrà ceduto gratuitamente al Demanio statale;
PRESO ATTO che la suddetta proposta è stata già inoltrata al Generale di Brigata Antonio Bacile, comandante della Legione dei carabinieri Sardegna e che gli uffici del Comune hanno provveduto ad inoltrare alla Regione ed al Provveditorato delle opere pubbliche a Cagliari richiesta di finanziamento, anche parziale, dell'opera,
impegna il Presidente della Regione
1) ad intervenire con puntualità sulle tematiche inerenti la piaga dello spopolamento delle zone interne della Sardegna favorendo e rafforzando in ogni modo la presenza dei servizi dello Stato;
2) a intervenire presso il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell'interno perché venga trovata una soluzione affinché il ridimensionamento in programma venga rivisto;
3) ad adottare ogni misura per venire incontro ai propositi dell'Amministrazione di Ozieri anche con eventuali contributi finanziari per rendere più agevole il conseguimento dell'obiettivo. (13)
Mozione Moriconi - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio - Tendas sulla stazione dei carabinieri di Pula, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- in una logica di vicinanza e attenzione ai bisogni dei cittadini, nonché nella considerazione che la sicurezza degli stessi è una necessità primaria, l'Amministrazione comunale di Pula, centro industriale e turistico di rilevante importanza del cagliaritano, ha impegnato ingenti risorse per la costruzione della nuova caserma dei carabinieri in quanto lo stabile finora usato dall'Arma era totalmente inidoneo, poco accogliente, logisticamente poco raggiungibile dall'utenza, inadeguato per ospitare un organico che aumenta soprattutto nel periodo estivo;
- oltre a tali considerazioni, che giustificano l'impegno dell'Amministrazione comunale, è da mettere in evidenza l'importanza svolta nel territorio dalla caserma dei carabinieri di Pula dal momento che il Comune di Villa San Pietro è privo di stazione dell'Arma e che, nell'ambito di un'organizzazione della stessa Arma, sono state soppresse alcune stazioni come quella di Santa Margherita, centri turistici rilevanti che nel periodo estivo subiscono un aumento abnorme della popolazione con tutte le conseguenze, anche di ordine pubblico, che ne derivano;
- tra le pubbliche amministrazioni interessate alla costruzione della nuova caserma sono state attivate sempre procedure condivise dalle quali dovevano derivare reciproci impegni, che per quanto concerne l'Amministrazione comunale di Pula si sono tradotti nella messa in disponibilità di un'area pregiata del valore di 394.250 euro, di una accensione di un mutuo presso la Cassa depositi e prestiti di 1.100.000 euro, di un impegno ulteriore a carico totale del bilancio comunale di 189.000 euro per modifiche dirette a migliorare la logistica e gli alloggi;
CONSIDERATO che:
- con nota prot. n. 2593/ASGAC del 19 settembre 2005, la Prefettura di Cagliari ha trasmesso lo schema di comodato gratuito per un periodo di cinque anni, approvato dalla Giunta comunale di Pula nel novembre del 2005;
- con circolare del Ministero dell'interno n. 600/C/CC SEGR 234 del 18 novembre 2005 sono state impartite nuove disposizioni in ordine alla durata del comodato per sei anni ed all'impegno finanziario sulla futura locazione degli stabili da adibire a sedi per la Polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri;
- con nota prot. n. 89228/ASGAC dell'11 dicembre 2008 la Prefettura di Cagliari ha trasmesso lo schema di contratto di comodato gratuito per un periodo di sei anni a decorrere dalla data di occupazione dei locali;
- l'atto di comodato prevedeva l'impegno alla sottoscrizione, alla scadenza del sessennio di comodato gratuito, di un contratto di locazione in base al canone annuo di euro 97.000 reso congruo dall'Agenzia del demanio di Cagliari con nota n. 10877/08 del 21 luglio 2008;
- con delibera della Giunta comunale n. 7 del 22 gennaio 2009 veniva approvato e venivano accettate le clausole e lo schema del contratto di comodato gratuito dello stabile da adibire a nuova sede della stazione dei carabinieri di Pula;
- fiduciosi degli impegni presi e in attesa di stipulare la convenzione di comodato d'uso, con delibera della Giunta municipale n. 45 del 18 aprile 2011 integrata con delibera n. 50 del 3 maggio 2011, l'Amministrazione comunale autorizzava la consegna anticipata dell'immobile;
- con nota della Prefettura prot. n. 60269 del 27 settembre 2011 vengono avanzate proposte inaccettabili dall'Amministrazione comunale di Pula, in quanto prevedono unicamente la sottoscrizione di un comodato gratuito senza alcuna previsione di una successiva stipula di un contratto di locazione passiva; tale nota disattende le aspettative del Comune di Pula dal momento che lo stabile è stato già occupato dall'Arma nelle more del perfezionamento del contratto di comodato;
- in data 7 ottobre 2011 l'Amministrazione comunale di Pula ha ribadito la sua totale insoddisfazione evidenziando un trattamento sperequativo unico a livello nazionale;
CONSIDERATOinoltre, che l'Amministrazione comunale, a seguito della totale indisponibilità del Ministero dell'interno ad assumere un impegno formale per la stipula di un contratto di locazione, pervenuta con nota del Prefetto di Cagliari in data 6 febbraio 2012, esprime la sua forte contrarietà e giudica l'atteggiamento unilaterale del Ministero un fatto che vanifica anni di corrette collaborazioni interistituzionali e di conseguenza incide in maniera negativa sul rapporto cittadini-istituzioni;
RITENUTOche, di fronte a tale decisione, il Comune di Pula si trova in grandissima impasse per una serie di motivazioni che vanno dal fatto che è difficilmente spiegabile la ragione per la quale debba essere a carico dell'Amministrazione di Pula anche la sicurezza dei cittadini di Villa San Pietro, alla impossibilità, giunti a questo punto, di mantenere basso il profilo giuridico-amministrativo e mediatico finora tenuto perché vi era la ferma convinzione che un conflitto interistituzionale si dovesse evitare soprattutto in un momento di grande difficoltà per i cittadini di Pula e per i settori produttivi della loro comunità già fortemente gravati da una crisi economica e dal peso di tributi aggiuntivi;
PRESO ATTOche il Comune di Pula, attento alle necessità e alle esigenze della popolazione, si è fatto carico di un importante sacrificio economico che comunque sarebbe rientrato con il canone di affitto e che la determinazione indicata dall'ultima nota della Prefettura mette in seria difficoltà il Comune di Pula, soprattutto in questo momento particolarmente difficile per le amministrazioni locali;
RIBADITOche, nel caso specifico, l'onere deve essere completamente a carico dello Stato,
impegna il Presidente Regione
a intervenire presso il Governo nazionale affinché la questione sia ricondotta al rispetto dei patti iniziali da parte del Ministero dell'interno e siano scongiurate le procedure nelle sedi appropriate per una tutela degli interessi dei cittadini e per il ristoro delle ingenti risorse investite per la costruzione dello stabile. (14)
MozionePiscedda - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Solinas Antonio - Tendas, sulle conseguenze degli interventi previsti dalla Spending Review, che stanno comportando la mancata apertura di un presidio stabile dei Carabinieri nel Comune di Elmas, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la presenza dello Stato nei territori della Sardegna rappresenta uno dei principali argini al fenomeno della microcriminalità;
- il Comune di Elmas, negli anni, ha visto crescere gli episodi di microcriminalità nel proprio territorio;
- il Comune di Elmas conta oltre 9.500 abitanti, ospita al suo interno l'aeroporto più importante della Sardegna, ha un'area industriale con oltre 300 imprese produttive ed ospita l'unico Centro di prima accoglienza (CPA) della Sardegna;
CONSIDERATO che l'Amministrazione comunale di Elmas, negli anni:
- ha ripetutamente perorato la causa dell'apertura di un presidio stabile dei carabinieri nel proprio territorio;
- ha individuato un terreno di proprietà comunale su cui realizzare una caserma dei carabinieri che ha ricevuto il benestare da un'apposita commissione nazionale dell'Arma dei carabinieri;
- ha realizzato un progetto di caserma approvato dai vertici dell'Arma dei carabinieri;
- ha individuato nel project financing lo strumento finanziario con cui costruire l'opera;
- ha concordato con la Prefettura di Cagliari e l'Arma dei carabinieri le condizioni di locazione dello stabile una volta realizzato;
CONSIDERATO, altresì, che:
- la Prefettura di Cagliari ha comunicato all'Amministrazione comunale di Elmas che il Ministero ha dichiarato di non poter garantire gli oneri di locazioni dello stabile alle condizioni prestabilite e di non potersi accollare gli oneri della sua conduzione;
- tale fatto ha destato forte preoccupazione tra la popolazione di Elmas ed in particolare nell'Amministrazione comunale di Elmas;
RIBADITO che:
- la sicurezza deve rimanere cardine imprescindibile dello sviluppo sociale, senza per questo rinunciare ai processi di razionalizzazione delle spese al fine di ottenere consistenti risparmi purché vengano garantiti servizi efficienti ai cittadini;
- anche in considerazione del contesto di crisi economica ed occupazionale, la mancata istituzione di un presidio stabile dei carabinieri sta di fatto agevolando la strada ad un aumento degli episodi di criminalità;
- il Comune di Elmas è un importante centro di riferimento del territorio della Provincia di Cagliari e svolge un ruolo strategico per la presenza di importanti servizi statali e regionali quali l'Aeroporto Mario Mameli ed il CPA;
- ad Elmas sono presenti scuole pubbliche e private: asili nido, scuole primarie e secondarie; l'Istituto agrario di valenza provinciale; il Provveditorato scolastico provinciale; banche e istituti di credito e ufficio postale;
- la compagnia dei carabinieri, in questo contesto, costituirebbe un insostituibile presidio della sicurezza pubblica e privata e diventerebbe un patrimonio non solo di Elmas, ma di tutto il territorio circostante;
APPURATO che:
- la stessa Amministrazione comunale di Elmas, al fine di favorire l'apertura di una caserma dei carabinieri, intenderebbe realizzare la caserma senza oneri finanziari per l'Arma dei carabinieri;
- l'apertura di una caserma ad Elmas è fortemente auspicata dalla stessa Arma dei carabinieri e dalla Prefettura di Cagliari;
- l'Amministrazione comunale di Elmas ha formulato una specifica proposta alla Prefettura ed al Comando della legione carabinieri Sardegna, che prevedeva:
a) il Comune di Elmas realizza con proprie risorse la caserma e la mette a disposizione dell'Arma secondo gli standard progettuali dettati dall'Arma dei carabinieri;
b) il Ministero, dopo i primi sei anni a canone zero, paga un canone annuo di locazione congruito dall'Agenzia del territorio e decurtato del 10 per cento;
c) il Ministero si accolla gli oneri della conduzione dello stabile secondo le disposizioni di legge;
PRESO ATTO, tuttavia, che la suddetta proposta è tuttora in fase di stallo in quanto la Prefettura ha dichiarato formalmente l'impossibilità del Ministero di accollarsi gli oneri della locazione e della conduzione dello stabile,
impegna il Presidente della Regione
1) ad intervenire con puntualità sulle tematiche inerenti la piaga della microcriminalità del territorio di Elmas e dell'area vasta di Cagliari, rafforzando in ogni modo la presenza dei servizi dello Stato;
2) ad intervenire presso il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell'interno affinché venga rivista la dichiarata mancata disponibilità finanziaria;
3) ad adottare ogni misura per venire incontro ai propositi dell'Amministrazione comunale di Elmas anche con eventuali contributi finanziari per rendere più agevole il conseguimento dell'obiettivo. (15)
Mozione Fasolino - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tunis - Tocco - Zedda Alessandra - Truzzu - Crisponi - Orrù - Rubiu - Pinna Giuseppino - Oppi - Tatti - Fenu sulla chiusura dei distaccamenti e i tagli del personale di sedi e nuclei specialistici dei Vigili del fuoco, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che, alla luce della spending review, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha inviato al sindacato una bozza che prevede tagli su personale e presidi;
CONSIDERATO che:
- la bozza prevede la decurtazione di 6 unità nel distaccamento terrestre di Olbia, portandole da 36 a 30 e l'eliminazione dal dispositivo di importanti mezzi di soccorso quali l'autoscala e la gru; l'eliminazione di unità dal distaccamento portuale di Porto Torres portandolo da 36 a 24 unità sottraendo inoltre l'unità navale M02, unica nave antincendio predisposta all'avvicinamento a navi con incendi a bordo; la riduzione del SMZT da 24 a 14 unità; la chiusura del distaccamento di Bono, non operativo solo per mancanza di personale;
- la bozza prevede la non apertura del distaccamento portuale - servizio antincendio di Olbia - primo porto dell'Isola per traffico passeggeri e terminal navi da crociera e contiguo ai porti di Golfo Aranci e della Costa Smeralda, opera già in avanzato stato di realizzazione ed in cui sono state investite risorse pubbliche;
CONSTATATO che:
- i tagli si pongono in antitesi alle piante organiche del 2008 e alla logica di salvaguardia del territorio e dei cittadini;
- la Sardegna è una regione particolarmente esposta agli incendi;
- l'insularità della Sardegna fa sì che in caso di emergenze, ulteriori risorse umane non possono raggiungere l'Isola prima di 24-36 ore;
VALUTATO che:
- la tendenza per tale salvaguardia, anche in seguito ai tragici eventi accaduti durante il ciclone Cleopatra del novembre 2013, è quella di realizzare interventi volti a potenziare la sicurezza dei cittadini;
- la riorganizzazione ministeriale prevede che il personale di soccorso sia in grado di raggiungere il luogo interessato entro massimo 20 minuti per intervenire in tempo utile e salvare vite umane;
RITENUTOche l'indiscriminata chiusura delle unità si pone in contrasto con l'esigenza di garantire lo sviluppo sociale ed economico dell'intero territorio regionale attraverso il rispetto delle regole e delle tempistiche necessarie agli interventi,
impegna il Presidente della Regione
1) a intervenire presso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco per il rispetto degli obiettivi assunti con la Regione ed intraprendere ogni utile iniziativa volta a scongiurare la chiusura di qualsiasi unità di pubblica sicurezza nel territorio sardo;
2) a disporre, d'intesa con il Ministero dell'interno, una ricognizione delle singole criticità, anche di natura logistica, delle unità in parola e presenti sull'intero territorio regionale, al fine di potenziare i servizi di pubblica sicurezza. (5).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione numero 3 ha facoltà di illustrarla.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, spero non venga inaugurata una prassi dell'assenza del Presidente della Regione in occasione della discussione di mozioni di questa rilevanza. L'assenza del Presidente della Regione era il tema che più appassionava l'opposizione di ieri; noi non vogliamo inseguire su questa strada, però gli argomenti all'ordine del giorno sono talmente importanti da richiedere, senza voler sminuire il ruolo pur autorevole degli Assessori presenti, nell'ottica della sintesi rappresentata dal Presidente della Giunta per il futuro, la presenza del Presidente della Regione in Aula. Altrimenti possiamo anche diversificare le occasioni, per quanto ci riguarda, di dibattere mozioni, come quella all'ordine giorno, anche se richieste con urgenza.
Detto questo, il contenuto della mozione mi pare sia chiaro nell'evidenziare quell'azione di demolizione di quel poco che ancora rimane dei presidi dello Stato in Sardegna. Abbiamo assistito in questi ultimi tempi (cito in ordine di tempo) allo strale che si è abbattuto sul sistema giudiziario isolano, con la chiusura delle sedi distaccate dei tribunali e degli uffici dei giudici di pace, tutti presidi di sicurezza e legalità. A questi si aggiunge la chiusura di venti sedi di polizia, tra cui i distaccamenti di polizia stradale di Fonni, Ottana, Siniscola e Tempio; i posti di polizia ferroviaria nei Comuni di Macomer, Chilivani e Golfo Aranci; le sedi delle squadre nautiche dei Comuni di Cagliari, Olbia, Oristano, Palau e Porto Torres, oltre alla sezione della polizia postale della sede di Nuoro.
Non sarebbe risparmiata da questa sorta di razionalizzazione, ipocrita dal nostro punto di vista, che vorrebbe farci recepire il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno, neanche la scuola per i servizi di polizia a cavallo delle Forze di Polizia a ordinamento civile, sita in località Foresta Burgos. Nelle mozioni presentate anche dai colleghi della maggioranza, e dall'onorevole Fasolino, viene posto in evidenza all'attenzione dell'Aula il problema connesso alla riduzione, ancora più drastica, delle stazioni dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco.
Si tratta di presidi importantissimi per le attività di contrasto alla criminalità che vengono svolte sistematicamente su vaste zone, e soprattutto con funzioni di prevenzione e di controllo. E' sufficiente scorrere la cronaca giudiziaria di questi ultimi giorni, ma soprattutto leggere con attenzione anche gli stessi dati forniti annualmente del Viminale sulla sicurezza, per rendersi conto che si tratta di una decisione che non possiamo che definire, senza altre aggettivazioni, scellerata.
Una decisione che va contro il buonsenso e che a nostro avviso favorisce solo la criminalità a discapito della sicurezza dei cittadini. Cancellare completamente alcuni reparti e presidi di polizia da certi territori vuol dire sostanzialmente consegnare il territorio nelle mani della criminalità. È un atteggiamento molto pericoloso. Siamo d'accordo quindi con alcune forze anche del sindacato di Polizia, io in particolare segnalo anche per l'ottimo lavoro svolto in queste settimane la Uil polizia e i loro rappresentanti, che hanno portato all'attenzione delle forze politiche sarde, delle organizzazioni sociali, culturali ed economiche, il problema.
A loro innanzitutto va la nostra solidarietà e vicinanza perché noi non possiamo essere d'accordo con chi, a Roma per esempio, ritiene che la politica della sicurezza possa passare attraverso la chiusura degli uffici di polizia, razionalizzando risorse che determinano inevitabilmente il taglio della operatività e della presenza delle forze dell'ordine sul territorio. E' chiaro che in questo modo, come dicevo, si compromettono le attività di prevenzione, si compromette la sicurezza complessiva, si compromette l'efficienza e, in prospettiva, problemi non secondari, il ricambio degli stessi organici e quindi l'occupazione.
Tutto questo paradossalmente avviene, come hanno più volte denunciato le stesse organizzazioni rappresentative dei Corpi di Polizia, in una situazione in cui la Polizia deve fare i conti con ristrettezze strutturali delle risorse, che poi si traducono in problemi logistici e organizzativi quotidiani. Una decisione preoccupante perché si scontra con il dilagare dei fenomeni di criminalità; una criminalità che sempre di più si radica nel territorio, sempre di più si espande, sempre di più si specializza, che crea alleanze e collaborazioni in ambito malavitoso, come ci hanno ricordato qualche giorno fa alcuni autorevoli magistrati, lo stesso Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, e che investe in strumenti e mezzi sempre più sofisticati e moderni.
Riteniamo che la logica dei tagli sia assolutamente inopportuna, soprattutto quando i tagli sono generalizzati e indiscriminati, non consapevoli dell'importanza che il lavoro quotidiano degli operatori ricopre nell'attività di contrasto a tutte le forme di criminalità presenti in ogni ambito del tessuto urbano. Con la scusa, perché di scusa a mio avviso si tratta, di razionalizzare le spese, perché si prevede di risparmiare 600 milioni nel triennio, si taglia sempre dove non occorre e dove soprattutto non è utile in questo caso per la sicurezza dei cittadini.
Il ministro Alfano non ci convince quando afferma che il capitolo della revisione della spesa riguardante il Viminale comporterà una semplice razionalizzazione che non significherà mai tagli indiscriminati e abbassamento del livello di sicurezza delle nostre città. Ma il ministro Alfano non ci convince perché tali misure intanto non producono a nostro avviso alcun vero risparmio, in quanto oltre a creare una serie di disagi spostano semplicemente i carichi di lavoro su altri operatori di uffici peraltro già in sofferenza, con il risultato di distogliere altre risorse umane da ben più importanti compiti operativi.
Io penso che il Presidente della Regione, che è anche un bravo economista, o chi lo rappresenta in questo momento, debba semmai indirizzare al Ministro la richiesta e l'invito a tagliare forse qualche direzione generale del Ministero, iniziare a tagliare semplicemente quella spesa assolutamente inutile e improduttiva, come ha iniziato a fare la Sardegna nella scorsa legislatura, dove ricordiamo sono state ridotte indennità, consulenze, auto blu, altre spese, anticipando un percorso che a livello nazionale solo ora tenta di muovere i primi passi. Siamo d'accordo che bisogna razionalizzare la spesa ma opponiamo un netto no alla compressione dei diritti.
La revisione della spesa pubblica deve partire appunto dalle voci non utili, superflue, non da provvedimenti che danno la sensazione di uno Stato che abdica ai propri compiti, si ritira dal territorio, lascia soli gli amministratori locali e le comunità che rappresentano. Io penso che il riordino vada ripensato, che si possano fare anche dei tagli ma non a discapito della sicurezza, non contro i cittadini e contro i territori. Anche la chiusura dei presidi di Polizia postale che ci invidiano in tutti i paesi europei per la lotta contro la pedofilia, lo stalking, i crimini via Internet, mi sembra davvero paradossale e anacronistico nel momento in cui c'è un aumento di questa tipologia criminale.
Lo stesso discorso vale anche per la chiusura dei posti POLFER (Polizia Ferroviaria), perché invece di potenziare gli uffici di polizia che vigilano sui crocevia ferroviari si decide di chiuderli lasciando agli utenti, ai lavoratori e ai cittadini il problema della sicurezza e del rispetto della legalità. Tra l'altro in quasi tutti i casi le sedi sono fornite gratuitamente dalle Ferrovie dello Stato o dalle Poste italiane che usufruiscono dei servizi in convenzione, quindi non si capisce quali possano essere i benefici in termini economici.
Questa razionalizzazione allo studio del Governo deve essere respinta al mittente perché rappresenta per noi una scelta inaccettabile, d'altra parte la nostra Regione offre allo Stato centrale anche dei servizi, forse più di quanto riceve, e non possiamo permettere di essere penalizzati da tagli indiscriminati. In questa sede invito i rappresentanti della Giunta, lei assessore Paci, a riconsiderare anche il ruolo e la funzione del nostro Corpo forestale che è messo al servizio delle procure, che è messo cioè al servizio di una serie di strutture statali e che mai nessun Governo, di destra o di sinistra, si è mai sognato di ridimensionare rispetto al contributo, che mi pare giusto si possa dare in un settore delicato, che il nostro Corpo forestale svolge in modo intelligente e con grande professionalità.
Ecco perché vi sono anche altre questioni, legate ad accordi di programma quadro che abbiamo richiamato nella mozione, che rappresentano non un semplice optional per il Governo nazionale ma un vero e proprio obbligo e una fonte di obblighi per lo Stato da rispettare; e su questo mi auguro che si possa trovare ampia sintesi in Consiglio regionale e in quest'Assemblea con un ordine del giorno, possibilmente unitario, per ribadire il senso di una azione che non può assolutamente essere sottaciuta, passare in silenzio, da parte di questo Governo.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 5 ha facoltà di illustrarla.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Onorevoli colleghi, desidero prima di tutto premettere che quando si parla di revisione della spesa la Sardegna si presenta con le carte in regola. Come diceva l'onorevole Pittalis, che mi ha preceduto, soprattutto per quanto riguarda la classe politica, la nostra Regione e questo Consiglio hanno ridotto il numero dei consiglieri, tagliato le consulenze, le indennità, i fondi ai Gruppi e le missioni. La premessa è d'obbligo perché a volte le posizioni vengono travisate e sembra che da una parte ci siano le Regioni sprecone e dall'altra lo Stato parsimonioso quando invece è vero l'esatto contrario.
La revisione della spesa, colleghi, deve incidere sul sovrappiù della politica e non sui servizi, è nostro dovere contrastare le logiche meramente ragionieristiche che incidono negativamente sulla sicurezza dei nostri cittadini. La linea assunta dallo Stato centrale rispetto ai suoi territori è particolarmente odiosa e vile: il Governo ha impugnato le enormi forbici e procede con una furia e con un impeto da giustiziere. Sono consapevole della necessità di razionalizzare la spesa, ma un conto è razionalizzare e ottimizzare le risorse, altro discorso è procedere con la scure e ragionare in soli termini ragionieristici a discapito della sicurezza del territorio e dei nostri cittadini.
Dopo gli spaventosi incendi dell'estate scorsa, dopo la tragica alluvione di novembre, ci saremmo aspettati un'inversione di rotta da parte di uno Stato centrale per così dire un po' distratto. Noi che battiamo il territorio tutti i giorni, cari colleghi, sappiamo bene che cosa significhi dover fronteggiare la giusta e comprensibile rabbia dei cittadini che, mentre le fiamme minacciano i nostri paesi, non si spiegano perché si spenda tanto per comprare gli aerei americani e non si facciano sforzi altrettanto considerevoli quando si parla di Canadair.
Come sindaco di Golfo Aranci l'estate scorsa ho visto una delle parti più belle del paese, che ho l'onore di amministrare, inghiottita dalle fiamme. L'incendio di Capo Figari ha distrutto in poche ore 350 ettari di terreno di area SIC e ZPS; sappiamo che la Sardegna è una Regione particolarmente esposta agli incendi, ma ciò che è realmente grave è che i soccorsi arrivano spesso troppo tardi o comunque non abbastanza tempestivamente per arginare i danni. Quanti ettari di terreno si sarebbero potuti salvare se i Canadair fossero arrivati in tempo? Abbiamo dovuto aspettare ore mentre osservavamo, per lo più impotenti, il meraviglioso promontorio che veniva distrutto attimo dopo attimo.
Che dire poi dell'alluvione del 18 novembre scorso? Abbiamo vissuto la perdita di 17 vittime umane e danni incalcolabili al territorio. I primi rinforzi sono arrivati dall'Italia dopo moltissime ore. Dobbiamo ricordare noi al Governo che la Sardegna è un'isola? I rinforzi, in caso di emergenza, impiegano più tempo a raggiungere tutte le altre regioni? La riorganizzazione ministeriale prevede che il personale di soccorso sia in grado di raggiungere il luogo interessato entro un massimo di 20 minuti per intervenire in tempo utile a salvare vite umane. Allo stato attuale con le risorse disponibili questo spesso non è possibile, che cosa succederà se saranno applicati ulteriori tagli? Dopo i tragici eventi dell'ultimo anno ci saremmo aspettati un ripensamento di queste logiche perverse e, invece, si persevera nella stessa direzione.
La bozza per la spending review, che prevede una riduzione della presenza dei vigili del fuoco, rappresenta un vero e proprio colpo mortale ai nostri territori proprio perché non solo non viene aumentato il presidio del territorio ma si preparano nuove riduzioni. A Olbia è prevista una decurtazione di sei unità, passando dalle già insufficienti 36 a 30,jmn del distaccamento terrestre, togliendo dal dispositivo soccorso anche le autoscale e la gru; la chiusura definitiva del distaccamento portuale di Olbia, prima porto dell'Isola per traffico passeggeri e terminal navi da crociera, contigua a un altro porto importante come quello di Golfo Aranci; l'eliminazione delle unità di distaccamento aeroportuale dal porto di Porto Torres portandole da 36 a 24 unità, sottraendo inoltre l'unità navale M02, unica nave antincendio predisposta all'avvicinamento a navi con incendi a bordo; la riduzione dei sommozzatori da 24 a 14 unità; la chiusura del distaccamento di Ilbono non operativo solo per la mancanza di personale.
È questo il volto di uno Stato pavido che viene meno ai propri doveri principali. Uno Stato, cari colleghi, che non garantisce neppure i diritti più elementari alle nostre comunità. Ecco perché con questa mozione proponiamo un moto di sdegno, di ribellione a una logica anti umana, frutto di meccaniche quanto ciniche scelte burocratiche. La revisione della spesa si può e si deve fare, ma non deve incidere sul quotidiano dei cittadini e addirittura sulla sicurezza delle persone. Non si può contrabbandare come risparmio la rinuncia alle funzioni principali da parte di uno Stato che si rispetti.
Signor Vicepresidente, onorevoli colleghi, quest'Aula è stata capace di assumere decisioni importanti e ha praticato un risparmio della spesa pubblica su se stessa, non sulla pelle dei cittadini o su altri livelli politici. Chiediamo insieme, con questa mozione al Governo nazionale, di avere lo stesso coraggio dei rappresentanti del popolo sardo. Le chiediamo, signor Vicepresidente, di assumere tutte le iniziative opportune per scongiurare questo ennesimo sopruso contro il popolo sardo; chiediamo di intervenire presso il Governo centrale non con il cappello in mano, ma con il coltello tra i denti. L'estate è alle porte, le chiediamo di chiedere subito un incontro con il Ministro competente per una ricognizione delle criticità e per valutare tutte le iniziative per potenziare i nostri presidi nei nostri territori. Il supremo valore della vita e quello della sicurezza non sono negoziabili.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 13 ha facoltà di illustrarla.
LOTTO LUIGI (PD). Presidente, nell'illustrare questa breve mozione, il cui contenuto si incardina nell'argomento illustrato dal collega Pittalis, voglio mettere in evidenza come, per questo caso specifico, il problema interessi una delle tante situazioni che viviamo nelle zone interne dell'isola, e come la tendenza dello Stato, diciamo così, "a smobilitare" sul fronte della sicurezza si assommi alla stessa tendenza su altri fronti: la scuola, i trasporti, la sanità.
Un anno fa, quasi due, abbiamo subito la chiusura della stazione dei carabinieri a Chilivani, dopo due anni viene avanzata l'ipotesi di sopprimere la compagnia di Ozieri. La motivazione di questa scelta, che ricadrebbe anch'essa come tante altre di cui parlavano i colleghi nell'ambito della spending review, sarebbe il costo troppo alto dell'affitto dei locali.
In proposito direi che la prima operazione utile da parte dello Stato sarebbe quella di operare delle vere e proprie azioni di recupero e di utilizzo di tutto il proprio patrimonio dismettendo nel tempo (programmando in maniera razionale tale operazione), tutti quegli edifici in affitto che effettivamente costituiscono dei costi eccessivi; in alcuni casi dei costi davvero ingiustificati.
L'Amministrazione di Ozieri, quando è venuta a conoscenza di questo programma ha reagito, in maniera anche molto responsabile, condividendo (come la condividono molti di noi) la necessità di un'opera di risparmio e di taglio degli sprechi, di razionalizzazione della spesa; senza disconoscere questo obiettivo, che va comunque perseguito, ha anche auspicato di fare in modo che questi risparmi ci siano tagliando i costi che possono essere dichiarati inutili o eccessivi, sostituendoli con dei costi invece sostenibili ma salvaguardando il servizio.
La sensazione che si ha è che in maniera molto brutale le alte sfere dell'Arma e dei Ministeri competenti individuino dei punti da colpire senza verificare nello specifico delle realtà su cui si va a operare, senza un'analisi puntuale di ciò che succede dopo che queste operazioni vengono fatte.
Ritengo pertanto che noi dobbiamo appoggiare l'iniziativa dell'Amministrazione comunale di Ozieri che ricorda come la caserma dei carabinieri fosse ubicata in un locale di proprietà del Comune fino a quindici anni fa, data a partire dalla quale fu utilizzato un altro locale preso in affitto che in tutto questo periodo è stato fonte di grandissime spese.
L'Amministrazione comunale propone di stanziare una cifra sostenibile per rimetterlo a posto e cederlo in affitto allo Stato per reincamerare giusto le spese sostenute e, una volta ripagate le spese, per esempio dopo vent'anni, lo Stato può tenerlo a titolo gratuito.
Questo significa porre il problema in termini corretti, chiedere allo Stato che lavori seriamente al controllo della spesa, alla eliminazione degli sprechi, ma lo faccia senza bendarsi gli occhi e senza utilizzare la scure per tagliare non solo ciò che è inutile, ma anche ciò che invece non solo è utile ma è addirittura indispensabile. Ed è un dato di fatto da cui non ci possiamo discostare che le forze di sicurezza in tutta l'isola (su questo sono d'accordo con il ragionamento del collega Pittalis), ma in particolare nelle zone interne, debbano essere non dimezzate ma rafforzate.
La nostra regione ha un territorio vastissimo e una bassissima densità di popolazione, un territorio ricco di caratteristiche, un vero e proprio patrimonio che può diventare, anche dal punto di vista economico, una grandissima risorsa, ma che diventa un grandissimo problema se non si riesce a creare le condizioni per salvaguardarlo; e lo si salvaguarda soltanto se si creano le condizioni di sicurezza perché la gente possa viverci. La presenza delle forze dell'ordine e la lotta allo spopolamento di quei luoghi è un binomio inscindibile e va tenuto costantemente presente.
Io credo che tra le sollecitazioni che rivolgeremo allo Stato per una rivisitazione dei programmi relativi a questo argomento, si possa inserire anche il venire incontro al responsabile proposito dell'Amministrazione comunale di Ozieri di farsi carico, in parte delle proprie spese, e la Regione a mio parere, così come nella mozione viene detto, può anche contribuire se non al totale dell'importo almeno a una parte affinché si creino le condizioni perché quella scelta sbagliata dall'Amministrazione centrale non vada avanti.
Eliminiamo ogni alibi, e creiamo le condizioni affinché non ci sia nessuna scusa e i servizi di sicurezza, come tutti gli altri servizi dello Stato nelle zone interne della Sardegna, vengano, non solo garantiti, ma se possibile ampliati: Perché è l'unico modo per evitare l'altro problema cui accennavo. Ecco perché credo che sia utile inserire, nel ragionamento complessivo che vogliamo fare, anche questo tema legato alla dismissione della compagnia dei carabinieri di Ozieri e Chilivani.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 14 ha facoltà di illustrarla.
MORICONI CESARE (PD). Presidente, per illustrare questa mozione mi ricollego alle riflessioni dei colleghi che mi hanno preceduto, in modo particolare approfitto delle ultime considerazioni del collega Lotto per dire che condivido l'idea che il problema del presidio del territorio da parte dell'autorità di pubblica sicurezza in Sardegna chiaramente ha bisogno di essere valutato sulla base di parametri quali la densità demografica, le caratteristiche geografiche, le caratteristiche infrastrutturali che impongono di valutare attentamente le ricadute sul territorio. E' lo stesso discorso che si fa sul ridimensionamento scolastico nell'isola per il quale non ci si può avvalere degli stessi parametri utilizzati per una grande area metropolitana, un'altra Regione, o una grande provincia.
Condivido pertanto le preoccupazioni espresse da chi mi ha preceduto per quanto riguarda il fatto che è in corso, soprattutto in quest'ultimo periodo, ma occorre anche aggiungere che il problema non nasce da oggi, una vera e propria demolizione dei presìdi dello Stato sul nostro territorio regionale; demolizione che, per quanto riguarda i presìdi della sicurezza e dell'ordine pubblico, si traduce inevitabilmente in problemi di fruibilità, di vivibilità, di sicurezza, di sviluppo e quindi con conseguenze negative quali lo spopolamento delle zone interne, l'impoverimento, il dilagare della criminalità anche organizzata, come ci è stato ricordato anche a seguito di una importante iniziativa in questi ultimi giorni.
La vicenda che voglio rappresentare con questa mozione, attiene sempre al prezzo che la Sardegna sta pagando a seguito della revisione della spesa pubblica. Il problema non nasce oggi ma nasce molti anni fa, però oggi sta raggiungendo delle forme particolarmente preoccupanti per quanto attiene anche gli atti ufficiali di diffida che le amministrazioni locali della Sardegna stanno intraprendendo nei confronti del Governo in modo particolare del Ministero dell'Interno.
Io mi sto riferendo al caso di Pula, ma immagino che situazioni di questo tipo possano essercene anche altre; ricordo infatti che qualche anno fa ci fu un problema simile che riguardava la caserma di Orgosolo poi risolto attraverso un'iniziativa della precedente Giunta regionale. Ma il caso di Pula è veramente paradossale. Nel 2005, d'intesa con la Prefettura e con il Ministero dell'Interno, si decise di avviare la realizzazione di un nuovo edificio da adibire a sedi per la Polizia di Stato e l'Arma dei Carabinieri.
L'amministrazione comunale di Pula, sulla base di procedure formali, si è fatta carico di impegni, di oneri che hanno consentito la realizzazione dell'edificio e il trasferimento nello stesso della stazione dei carabinieri. Tra il 2005 e il 2008, la Prefettura prima e il Ministero dell'Interno dopo hanno formalmente riconosciuto gli oneri di cui si sarebbero dovuti e voluti evidentemente far carico per quanto riguarda la loro partecipazione finanziaria. A edificio completato, il risultato è stato che la Prefettura con un comunicato avvisava l'Amministrazione comunale di Pula di non avere alcuna intenzione di partecipare agli oneri finanziari come da precedenti accordi, ma chiedeva la stipula di un contratto di comodato totalmente gratuito dello stesso edificio.
L'amministrazione comunale di Pula si ritrova a carico pertanto un mutuo da 1 milione e 800 mila euro più 400 mila euro per la disponibilità di un'area di pregio messa a disposizione per la realizzazione dello stesso edificio, più altre spese effettuate per il miglioramento degli stessi uffici; il tutto realizzato d'intesa sia con la Prefettura che con il Ministero dell'Interno. Oggi si ritrova a doversi far carico di tutte le spese e a rinunciare alla possibilità di realizzare altri servizi alla cittadinanza, poiché non riceverà più una risorsa così importante.
Allora, perché è stata presentata questa mozione? Perché, accodandosi all'iniziativa dei colleghi che mi hanno preceduto, attraverso le loro mozioni si impegni la Giunta regionale, il Presidente della Regione affinchè rappresentino al Presidente del Consiglio dei Ministri i problemi che la demolizione dei presìdi dello Stato produce in Sardegna e, in più, vengano richiamati il Governo e il Presidente del Consiglio dei Ministri a far fronte agli oneri e gli impegni che precedentemente sono stati assunti.
Sottolineo il fatto che siamo sempre pronti a scrivere i telegrammi di solidarietà e di incoraggiamento ai sindaci e agli amministratori comunali e di condanna degli atti criminosi, scommettendo su una prospettiva di un futuro migliore; di conseguenza non mi sembra il caso che gli stessi siano lasciati soli ad accollarsi la responsabilità di scelte adatte a far fronte a dei problemi così delicati.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 15 ha facoltà di illustrarla.
PISCEDDA VALTER (PD). Presidente, poche parole per illustrare questa mozione che, sostanzialmente, si muove nel solco delle altre illustrate precedentemente. Il tema di fondo è sempre lo stesso: la sicurezza dei nostri territori è minata da una sempre maggiore assenza dello Stato centrale e, di conseguenza, le amministrazioni comunali sono costrette a fare azioni di supplenza, spesso con pochi uomini e mezzi sempre più limitati; peraltro gli uomini e i mezzi che sono a disposizione delle municipalità non sono assolutamente idonei a svolgere quel tipico lavoro che è invece in capo alle forze dell'ordine.
In particolare, saltando a piè pari tutte le considerazioni espresse dai colleghi, perché le condivido, vorrei rappresentare che spesso si verificano delle situazioni paradossali, come quella (è l'argomento della mozione che ho presentato) relativa all'istituzione di un presidio stabile delle forze dell'ordine nel comune di cui sono sindaco, ovvero Elmas.
Elmas è un paese di 9500 abitanti sul cui territorio insistono un'area industriale costituita da circa 300 aziende produttive, a l'aeroporto più importante della Sardegna, l'unico centro di prima accoglienza presente in Sardegna. Elmas, pur presentando tutte queste criticità non ha una stazione dei carabinieri o della polizia che dir si voglia. E' chiaro che questa situazione non può reggere perché i nostri uomini, che non sono nemmeno armati, non possono neanche sognare di supplire alla non presenza dei carabinieri o della polizia.
Potremmo far finta che Elmas sia un piccolo comune, ma di fatto non lo è, potremmo far finta che Elmas sia un paese tranquillo, se vogliamo lo è ma lo è sempre meno. Quindi i fenomeni di microcriminalità sono sempre più presenti ed è impensabile che noi si riesca da soli a farvi fronte. Tutte le azioni in capo all'Amministrazione sono state espletate e, quindi, anche tutti i percorsi educativi possibili e immaginabili; è necessaria però un'azione di prevenzione e di repressione che può essere solo in capo alle forze dell'ordine.
Vi risparmio un lungo resoconto che circoscrivo a questa sintesi: noi abbiamo concordato, come amministrazione comunale, con l'Arma dei carabinieri la necessità di avere una caserma a Elmas. Per la sua posizione baricentrica, per la presenza dell'aeroporto, sarebbe un'apertura auspicata dalla stessa Arma dei carabinieri. L'amministrazione comunale, allora, ha individuato il terreno pubblico su cui far sorgere la caserma, ha stilato un progetto che è stato approvato dall'Arma dei carabinieri, ha ricevuto la visita di un'apposita commissione ministeriale che ha dato l'ok sia all'ubicazione che al progetto. A seguito di questa procedura è stata inoltrata la pratica al Ministero.
Il Ministero ha risposto chiedendo che lo stabile, una volta realizzato, venisse locato alle condizioni stabilite dell'Agenzia del demanio con una decurtazione del canone del 10 per cento, consegnato chiavi in mano e nel rispetto ovviamente delle norme di legge. L'amministrazione comunale ha accettato queste condizioni ma, per fortuna, forte dell'esperienza del Comune di Pula, non ha fatto partire la pratica fino a che non ha avuto la lettera di conferma da parte del Ministero.
Lettera che, ahimè, quando è arrivata, diceva che il Ministero, rimangiandosi tutto quello che aveva detto precedentemente, non era disponibile ad accollarsi gli oneri di locazione e di conduzione dello stabile. Quindi, il concetto era: siamo disposti a mandarvi i carabinieri se vi fate la caserma e ve la pagate. Va bene supplire le assenze dello Stato, ma non esageriamo Peraltro, con un dubbio di legittimità sul fatto che un'amministrazione comunale possa decidere, dal punto di vista finanziario, su questioni che sono prettamente statali. Il tema quindi potrebbe essere anche questo: è legittimo, soprattutto di fronte alla Corte dei Conti, che un ente locale si accolli oneri che non sono tipicamente suoi?
Capite pertanto che lasciare un'amministrazione comunale, un sindaco, di fronte a queste problematiche, potrebbe comportare il rischio di esporre l'amministrazione stessa e il capo di quella amministrazione anche a dover rendere conto, un domani, in sedi ben più importanti di quelle politiche. Quindi, l'impegno che si chiede al Presidente della Regione è di fare quel mestiere che oggi ai sindaci è sempre più inibito, ovvero di mediatore con lo Stato. Siamo al paradosso, perché un sindaco nel suo territorio rappresenta lo Stato, ma, quando lo Stato risponde, così come a noi ha risposto il Ministero, serve un'azione di supplenza che noi chiediamo sia esercitata dal Presidente della Regione, consapevoli che i concetti di sicurezza che qui sono stati esposti da tutti i colleghi, siano essi della maggioranza che dell'opposizione, sono un patrimonio comune di quest'isola e soprattutto di questa Assise.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, signor Vicepresidente, colleghi, dopo quella sciagurata riforma del Governo Monti, che ha tagliato importanti sezioni staccate dei tribunali e anche qualche Procura della Repubblica, non in Sardegna, ora è arrivato il momento del taglio dei presidi di legalità e sicurezza. In Sardegna, soltanto per quanto attiene alla polizia di Stato, si parla della chiusura di venti sedi: una razionalizzazione che però è priva di razionalità. Non si tagliano rami secchi, sono tagli lineari, sono veri e propri colpi d'accetta, non è una tosatura, così come dice il presidente Renzi, qui si tratta di tagli fatti a colpi di trinciapollo, e purtroppo in Parlamento c'è quasi un silenzio generale su questi tagli, una distrazione complessiva che preoccupano non poco.
La Sardegna è sicuramente sotto lo schiaffo del Governo Renzi. E' stata avviata, di fatto e di diritto, un'opera di desertificazione istituzionale. C'è un accentramento, o un tentativo di accentramento di funzioni e di competenze, innanzitutto con la proposta di riforma del Titolo V, della quale abbiamo discusso diffusamente nella scorsa seduta, con la quale si cerca di sottrarre competenze e quote di sovranità alla nostra Regione, e poi con questa razionalizzazione di cui oggi stiamo parlando. Lo Stato di fatto fugge dalla Sardegna, signor Presidente e signor Vicepresidente, ma la cosa più triste è che fugge dalla Sardegna, arretra, però rubacchiando qua e là quote di sovranità, e questo è molto grave, è inaccettabile.
Presidente, signor Vicepresidente anzi, in nome e per conto del Presidente della Giunta, io credo che non sia sufficiente, in questi casi, far sentire forte la voce della Sardegna, non sia sufficiente protestare anche con veemenza, io credo che sia indispensabile aiutare lo Stato. Se è vero come è vero che questa spending review viene fatta con tagli lineari, senza razionalizzare, senza tagliare i rami secchi, senza eliminare i doppioni, è altrettanto vero che il Presidente credo debba aiutare il Governo a razionalizzare, cioè a fare ciò che non ha fatto fino a oggi lo Stato, e quindi facendo opera di supplenza, rammentando al Governo che tagliare dei presidi di legalità e sicurezza a Viterbo o a Latina non è la medesima cosa che tagliare quegli stessi presidi a Ottana o a Siniscola. Quando vengono tagliati a Viterbo o a Latina qualsiasi necessità può essere immediatamente affrontata con presidi vicini, delle province vicine, anche di qualche Regione vicina. In Sardegna, purtroppo, per la nostra condizione di insularità questi interventi non sono così facili.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Intervengo su un grido che si sta levando da questo Consiglio relativamente a dei presidi di legalità, dei presidi che fanno parte di una società civile e che ne puntellano la coesione sociale. Io vengo da una zona che annovera purtroppo dei record per quanto riguarda gli attentati agli amministratori. Ultimamente si stanno verificando casi di incendi di mezzi e aziende, atti delinquenziali che quotidianamente, quasi, riempiono le cronache dei giornali. Una zona, quindi, dove amministrare è difficile, fare impresa è altrettanto difficile, e dove la sicurezza è un elemento fondamentale che sta venendo a mancare.
La sicurezza sta venendo a mancare perché, nel momento in cui lo Stato toglie presidi fondamentali che devono garantirla, sostanzialmente si alimenta e aumenta la lontananza, che sentiamo, dello Stato dai nostri bisogni. Una lontananza che poi si affievolisce quando si inizia la processione di circostanza, dopo gli eventi alluvionali, dopo gli attentati agli amministratori, quando arriva il Ministro dell'Interno e va a visitare il Sindaco di Ottana. Purtroppo, tutto questo non basta, perché in effetti le risorse che lo Stato sta distraendo in nome dei risparmi, credo vadano a scapito della nostra sicurezza e del nostro sviluppo.
Le risorse messe in campo per la demolizione delle case abusive, che certamente non meritano un plauso, sono delle risorse importanti che stanno venendo a mancare per altri presidi. Quindi lo Stato nel suo agire nel nostro territorio ha una priorità che non corrisponde alle nostre aspettative, alle nostre esigenze. Quindi, bene ha fatto il Consiglio, nella Conferenza dei Capigruppo, a unificare anche la discussione di queste mozioni, che trasversalmente espongono dei problemi che riguardano veramente tutti.
Auspico pertanto che questo Consiglio possa far sentire la sua voce attraverso un ordine del giorno unitario che impegni veramente il nostro Presidente a rappresentare una volta di più queste esigenze affinchè trovino risposte.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Prima di tutto voglio dire che mancano le firme dei consiglieri del centrosinistra, non del P.D, dalle mozioni presentate, solo per una contingenza di tipo temporale, ma credo che tutti i colleghi condividano quello che è stato ben rappresentato nelle mozioni presentate. Qualche giorno fa, quando si parlava della riforma del Titolo V della Costituzione, quasi tutti i consiglieri regionali che si sono iscritti a parlare hanno espresso delle forti perplessità sull'opera e sull'attivismo, io lo chiamo così, del governo Renzi.
L'attuale Presidente del Consiglio forse non ha ancora capito che quello che da altre parti, nel suo mondo, è congiunturale, da noi è strutturale, l'abbiamo detto con forza; non ha ancora capito che quello che da altre parti è straordinario, da noi è ordinario. Quindi, tutti gli indicatori che rappresentano, in maniera devastante, la situazione della società sarda, credo debbano far riflettere molto, e in questa fase in cui si parla di spending review, di razionalizzazione dei costi, dell'eliminazione degli sprechi inutili, quello che si vuole perpetrare ai danni della Sardegna noi non possiamo permetterlo e non possiamo permetterlo a chi questi atti vuole perpetrare.
Parlavamo prima di legalità e di sicurezza. Io voglio ricordare la battaglia che è stata fatta in quest'Aula per quasi cinque anni riguardo alla scuola interforze di polizia a cavallo di foresta Burgos; una scuola che è stata istituita con decreto ministeriale e che, di fatto, non è mai decollata… Se l'argomento non interessa posso anche sospendere l'intervento in questo momento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Desini. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signori Assessori, intervengo su queste mozioni presentate dai colleghi, sia di maggioranza che di minoranza, sulle quali ci accomuna la stessa preoccupazione per quanto sta accadendo nella nostra Regione. Come diceva il collega Cocco, chi è a capo del Governo centrale forse non ha la contezza dei problemi o, perlomeno, fa dei ragionamenti prettamente numerici, e non si rende conto che con questi tagli, così indiscriminati, si mettono veramente in pericolo intere comunità.
Come hanno detto alcuni colleghi sindaci che mi hanno preceduto, mio malgrado posso portare a testimonianza il fatto che il mio comune, il Comune di Sennori, purtroppo è stato interessato da questo tipo di problema perché c'è stata una proposta di accorpamento presso altre stazioni dei carabinieri; e l'altro giorno ho ricevuto il comandante della stazione dei carabinieri di Sennori e il tenente della capitaneria di Porto Torres i quali, con molta semplicità, con molta chiarezza mi hanno detto che se volevo continuare ad avere il presidio e la caserma dei carabinieri, dovevo dargli l'attuale struttura che ospita la caserma a titolo gratuito. Stiamo parlando di un canone di locazione di 27 mila e 800 euro che, per le modeste ed esigue casse del comune di Sennori, è una cifra veramente importante.
Ciò che voglio denunciare, e quindi condivido pienamente le mozioni che sono state proposte, è che paradossalmente si sta verificando, sempre di più, una sperequazione a livello territoriale e, soprattutto, a livello istituzionale, per cui gli enti locali non sono messi nelle condizioni di poter espletare nel miglior modo possibile le proprie funzioni; e soprattutto i comuni, che sono l'istituzione più vicina ai cittadini, loro malgrado si devono far carico di problemi che non sono di loro competenza, cioè lo Stato demanda agli enti locali e non viceversa.
Io per questo motivo condivido pienamente le mozioni presentate che, come abbiamo detto in Conferenza dei Capigruppo, vengono accorpate perché hanno tutte un comune denominatore. Per dimostrare e manifestare la condivisione su queste mozioni e, soprattutto, per esprimere il voto favorevole, io dico (l'abbiamo detto anche nella seduta precedente discutendo della riforma del Titolo V), che dobbiamo assolutamente fare quadrato, soprattutto avere un'unica voce perché, altrimenti, mi dispiace dirlo, lo Stato ci travolgerà e non rimarranno altro che le macerie, così come succede dopo una catastrofe di carattere naturale, e questa è una catastrofe di carattere istituzionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pier Mario Manca. Ne ha facoltà.
MANCA PIER MARIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, colleghi, vorrei partire dalla dotta e anche esaustiva relazione dell'onorevole Pittalis dalla quale si evince come certe decisioni abbiano delle ricadute su tutto il territorio, e colpiscano le popolazioni, pur interessando in particolare singoli comuni come Pula, Elmas e altri. Ma quello che vorrei mettere in evidenza, cari colleghi, è anche il tipo di impostazione che vogliamo dare a queste problematiche.
E' evidente che lo Stato in questo caso non sta arretrando, lo Stato è assente, lo Stato, di fatto, permettetemi questo termine, ha un atteggiamento quasi delinquenziale nei confronti della Sardegna. Perché dico questo? Ma, signori, quasi ci vergogniamo di dire, all'interno di quest'Aula, quasi sia avulsa dalle situazioni esterne, che la criminalità è altissima. Se ricordo bene, solamente nel nuorese ci sono stati dall'inizio dell'anno cinque omicidi, un numero che essendo riferito a una popolazione abbastanza modesta è considerevole. Benissimo, e lo Stato come risponde a un aumento di criminalità? Demolendo le poche strutture esistenti; il paradosso è questo!
Ma, signori, non possiamo solamente interpretare questo fenomeno che è un fenomeno generalizzato nel quale ritroviamo una serie di elementi concatenati. La scuola; aumenta la dispersione, diminuisce il numero dei laureati, il numero delle persone che vanno a scuola, lo Stato come risponde? Sempre allo stesso modo! Cerchiamo di creare il deserto, eliminiamo le scuole, oppure facciamo una razionalizzazione che non va bene per questo territorio, per la nostra Isola.
Potrei continuare parlando degli incendi; come giustamente ha messo in evidenza un altro sindaco gli incendi aumentano e lo Stato invece di potenziare i mezzi (come se non fossimo suoi figli), crea il deserto, elimina le poche strutture rimaste. Ma se continuiamo così, signori, questa specialità che ci contraddistingue, questa specialità che abbiamo difeso la settimana scorsa non esisterà più, stiamo arrivando veramente a costruire una Sardegna "ciambella"; non esisterà più il problema delle zone interne, esisterà il deserto, avremo solamente in questo caso le zone esterne, le zone costiere; ma questa non è la Sardegna. Signori, se ci vogliamo salvare, ci salviamo tutti assieme, zone interne e zone costiere.
Vi chiedo, quindi, non solo di dare un assenso unanime su queste mozioni ma di essere più incisivi, perché quello che si sta delineando non è un arretramento dello Stato, è un'assenza totale dello Stato che non vuole riconoscere le peculiarità di quest'Isola; diamo quindi anche un'interpretazione più ampia al contenuto di queste mozioni e parliamo di assenza dello Stato.
Noi, cari colleghi, non ci possiamo sostituire allo Stato, lo Stato ha dei doveri. Nessun comune si deve sognare di sostituirsi allo Stato; lo Stato deve portare avanti le sue politiche e noi le nostre verso le nostre popolazioni a loro tutela.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Intervengo su delega del Presidente della Regione che oggi, dovendo partecipare a una audizione alla Camera non ha potuto presenziare a questa importante discussione. L'audizione era fissata da un mese, e alle ore 17 ha incontrato anche il sottosegretario Delrio per discutere una serie di temi, alcuni dei quali sono stati evocati in questa sede oggi.
Il filo rosso che lega le mozioni in discussione, che la Giunta condivide negli intenti e nei contenuti, cioè, l'arretramento dello Stato, di tutte le forze di sicurezza presenti nel territorio della Sardegna, è stato largamente denunciato, non solamente in questo consesso ma anche in altri, da parte di tutti i comuni, ed è riecheggiato anche in questi giorni.
Proprio ieri e avantieri si è tenuto un convegno del sindacato di polizia più importante e rappresentativo, che ha fornito dei dati che preoccupano parecchio. In soli quattro anni, per riferirci solo alla Polizia di Stato, c'è stata una riduzione in pianta organica di ben 9 mila unità, si è passati da 103 mila a 95 mila e 500. L'arretramento dei presidi di polizia, sia della Polizia di Stato, dei Carabinieri, ma anche di altre forze di polizia (Guardia di Finanza, Polizia penitenziaria) in Sardegna sta lì a testimoniare come vi sia una pericolosa deriva, un pericoloso arretramento da parte del Governo.
Il Governo considera infatti la sicurezza, che è un diritto fondamentale dei cittadini al pari della sanità e altri, come un elemento sottoponibile puramente e semplicemente a tagli lineari. La Giunta ritiene inopportuna la logica dei tagli che è stata attuata. Al ministro Alfano verrà indirizzata sicuramente una proposta mirante a prestare particolare attenzione ai tagli che sono stati presentati, che non devono andare a discapito della sicurezza.
Riteniamo particolarmente importante, inoltre, l'attuazione di un'azione sinergica attraverso l'eliminazione dei doppioni. A questo proposito annuncio anche in Consiglio che la Giunta ha sollecitato le prefetture, e il prefetto di Cagliari in modo particolare, alla sottoscrizione di un accordo largamente maturo sull'intensificazione dei presidi di sicurezza nei territori della Sardegna, con particolare riferimento al tema, evocato stamane anche in questa sede, del contrasto ai fenomeni di intimidazione nei confronti degli amministratori locali.
Un tema, questo, particolarmente significativo che è stato oggetto, anche nel recente passato, di una discussione pubblica sollecitata dai sindaci sardi e che ha portato l'8 gennaio a convocare una riunione, a Cagliari, della Conferenza regionale delle autorità provinciali di pubblica sicurezza presieduta dal Ministro dell'Interno che prese allora un impegno che intendiamo ribadire per dare attuazione al DPCM del 19 settembre 2000. Un DPCM che prevede una forma di collaborazione attiva, permanente, nell'ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, volta al perseguimento delle condizioni ottimali di sicurezza nelle città e nei territori urbani ed extraurbani della Sardegna a tutela della sicurezza dei cittadini.
Questo intendiamo chiedere al Governo, ma intendiamo anche attivarci come Giunta per l'attuazione dell'articolo 7 della legge numero 9 del 2007 che prevede l'adozione di programmi specifici di intervento per la creazione di un sistema integrato per la sicurezza e la tutela sociale nei territori, mediante la promozione di accordi con il Governo nazionale che solleciteremo nei prossimi giorni, anche alla luce dei contenuti dell'ordine del giorno unitario, che auspicabilmente verrà presentato, del quale ci impegniamo con forza a realizzare i contenuti.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Solo trenta secondi per prendere atto degli impegni che assume la Giunta regionale; impegni sui quali noi, Assessore, vigileremo, come è ovvio. Auspichiamo pertanto che in tempi rapidi ci possa essere una comunicazione della Giunta e del Presidente sull'esito delle interlocuzioni con il Governo nazionale e in concreto su quali iniziative si intendono porre in essere per contrastare questo scellerato programma del Governo. Quindi noi vigileremo da questo punto di vista all'esito anche, ma penso che lo preannuncerà il collega Cocco, di quella sintesi che è auspicabile il Consiglio regionale possa nell'interezza fare sul tema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, anche in virtù delle ultime considerazioni svolte dall'onorevole Pittalis, e degli interventi della Giunta e dei colleghi che mi hanno preceduto, credo che sia opportuno predisporre un documento che tutto il Consiglio regionale possa votare facendo sintesi delle mozioni presentate e degli interventi sentiti questa sera. Per tale ragione chiedo al Presidente una breve sospensione per predisporre un ordine del giorno da sottoporre all'attenzione del Consiglio.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 17, viene ripresa alle ore 18 e 52.)
PRESIDENTE. È pervenuto un ordine del giorno a firma di tutti i Capigruppo.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine Del Giorno Cocco Pietro - Pittalis - Dedoni - Anedda - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Desini - Fenu - Rubiu - Solinas Christian - Usula sulle conseguenze degli interventi previsti dalla spending review che saranno causa di chiusura dei presìdi della Polizia di Stato in Sardegna, dei distaccamenti e dei tagli del personale e dei nuclei specialistici dei Vigili del fuoco, e della chiusura o del mancato avvio delle caserme dei carabinieri in vari comuni della Sardegna.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione delle mozioni:
- n. 3 sulla ipotizzata chiusura di 20 sedi, tra cui i distaccamenti di polizia stradale di Fonni, Ottana, Siniscola, Tempio, i posti di polizia ferroviaria nei Comuni di Macomer, Chilivani e Golfo Aranci, le sedi della squadra nautica nei Comuni di Cagliari, Olbia, Oristano, Palau e Porto Torres e anche la scuola aperta per i servizi di polizia a cavallo sita in località Foresta Burgos;
- n. 5 sulla chiusura dei distaccamenti ed i tagli del personale presso le sedi dei nuclei specialistici dei Vigili del fuoco nel distaccamento terrestre di Olbia, l'eliminazione di unità dal distaccamento portuale di Porto Torres, la chiusura del distaccamento di Bono, e la non apertura del distaccamento portuale-servizio antincendio di Olbia;
- n. 13 sulla chiusura della compagnia dei carabinieri di Ozieri e del posto di polizia ferroviaria di Chilivani ancorché l'amministrazione di Ozieri intenda mettere a disposizione la struttura di sua proprietà e risorse proprie per la le realizzazione;
- n. 14 sul mancato rispetto degli accordi tra il Ministero dell'interno e il Comune di Pula per la realizzazione de stazione dei carabinieri che per l'Amministrazione comunale si sono tradotti nella messa in disponibilità di un'area pregiata e nell'accensione di un mutuo presso la Cassa depositi e prestiti per modifiche dirette a migliorare logistica e gli alloggi;
- n. 15 sulla impossibilità a realizzare la caserma dei carabinieri nel Comune di Elmas in quanto la Prefettura ha dichiarato l'impossibilità del Ministero di accollarsi gli oneri della locazione e della conduzione dello stabile nonostante l'Amministrazione comunale sia disposta a realizzare la stessa con proprie risorse per poi destinare l'immobile a disposizione dell'Arma per i propri servizi,
impegna il Presidente della Regione
1) ad intervenire presso il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell'interno per il rispetto degli obblighi assunti con la Regione e ad intraprendere ogni utile iniziativa volta a scongiurare la chiusura e il ridimensionamento di qualsiasi presidio di pubblica sicurezza nel territorio sardo;
2) a disporre d'intesa con il Ministero dell'interno una ricognizione delle singole criticità anche di natura logistica, dei presidi in parola, e presenti sull'intero territorio regionale, al fine di mantenere e rafforzare la presenza dei servizi dello Stato;
3) ad intervenire presso il ministero dell'interno per assicurare il rispetto degli obblighi assunti nell'ambito dell'Accordo di programma quadro (APQ) sottoscritto il 4 aprile 2003 dal Ministero dell'interno, dal Ministero dell'economia e delle finanze e dalla Regione autonoma della Sardegna;
4) a sollecitare la sottoscrizione del protocollo di intesa tra le prefetture della Sardegna, la Regione e l'ANCI Sardegna sul tema del rafforzamento dei presìdi di sicurezza nonché di contrasto ai fenomeni di intimidazione perpetrati ai danni degli amministratori locali. (1)
PRESIDENTE. Essendo stato presentato un ordine del giorno unitario le mozioni si intendono ritirate. Dichiaro chiusa la discussione.
(E' approvato)
Colleghi, comunico che su richiesta unanime dei Presidenti di Gruppo la discussione delle altre mozioni iscritte all'ordine del giorno è spostata a mercoledì 23 aprile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Io non ho difficoltà ad aderire alle proposte degli altri Presidenti di Gruppo. Esiste però un problema relativo ai tempi. Io voglio ricordare solennemente alla Giunta in questa sede che, trascorsi i venti giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'ordinanza della Corte costituzionale sull'avvenuta impugnativa da parte del Governo di una legge della Regione autonoma della Sardegna, non abbiamo più tempi perché la Giunta possa deliberare di opporsi a questo atto. Voglio sottolineare che c'è un momento del dire e un momento del fare.
Io ho rivolto, insieme ai colleghi dei Riformatori, un'interrogazione urgente al Presidente e all'Assessore del bilancio su quale iniziativa intendano prendere sulla partita dell'impugnativa delle accise. Delle accise possiamo parlarne anche in un altro momento, ma vorrei ricordare l'impellenza che la questione delle accise riveste per il popolo sardo: una questione su cui questo Parlamento dei sardi si era espresso all'unanimità.
Se noi accettiamo passivamente quello che deriva da una presa di posizione del Governo centrale, per me possiamo anche smettere di discutere, ma ricordiamoci che stiamo parlando di interessi effettivi della Regione autonoma della Sardegna, e che il presidente Pigliaru in prima persona, e spero ci sia quando ne riparleremo…
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, chiedo scusa, dica qual è la sua osservazione sull'ordine dei lavori, perché altrimenti apriamo il dibattito sulla mozione.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io sto ponendo un problema che chi rappresenta il Presidente all'interno della Giunta può sciogliere alzandosi in piedi e confermando una opposizione all'intervento governativo contro le accise. Possiamo spostare questa azione anche di una settimana ma ci deve essere; se c'è io non ho problemi, sento di aver assolto alla rappresentanza degli interessi del popolo sardo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per segnalare un fatto a opera della Giunta che non esito a definire gravissimo. Ci può essere il beneficio del noviziato, però ci è stato consegnato nel corso dei lavori dell'odierna seduta pomeridiana il testo di una deliberazione, esattamente la numero 12/5 del 4 aprile, su proposta dell'Assessore della pubblica istruzione, della quale (io mi rivolgo a lei, signor Presidente del Consiglio, perché con le dovute forme possa intervenire sul Presidente della Regione), vorrei invitare i colleghi a leggere quanto è in essa contenuto a pagina 3, punto B.
Tra le iniziative che assume la Giunta regionale è anche indicata quella di convocare il Consiglio regionale, e cosa ancora più grave, lesiva anche delle prerogative di questa opposizione, in seduta straordinaria (mi riferisco alle cerimonie celebrative da tenere in questo periodo) con la partecipazione del Presidente del Consiglio, del Presidente della Regione, dell'Assessore della pubblica istruzione, dei beni culturali, informazione, spettacolo e sport e del Presidente della competente Commissione consiliare. Se la maggioranza, se la Giunta regionale intendono stabilire con il Consiglio regionale questo genere e di rapporti troveranno una opposizione che qui non è neanche citata per errore. È una questione veramente di tale gravità, Presidente, sulla quale vorrei veramente che lei si pronunciasse. Queste cose non devono assolutamente succedere in avvio di legislatura.
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, in merito ho già riferito nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo di aver provveduto a elevare formale protesta nei confronti della Giunta sulla delibera e sulla forma della delibera. E' evidente che la convocazione del Consiglio non è competenza della Giunta ma spetta al Consiglio e al Presidente del Consiglio.
Rispetto a questo atto ho ricevuto formali scuse sia da parte del Presidente della Regione che da parte dell'Assessore che ha presentato quella delibera; si è trattato evidentemente di una svista perchè sull'ordine dei lavori del Consiglio non c'è alcun vincolo.
In Conferenza dei Presidenti di Gruppo, dopo aver preso atto delle scuse, abbiamo provveduto in piena autonomia a definire le iniziative per il 28, anche quelle che saranno svolte in Aula, ovviamente pienamente rispettosi della maggioranza e delle minoranze presenti. Ripeto, subito dopo aver formalizzato la protesta, ho ricevuto scuse formali di cui ho dato comunicazione nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo svoltasi qualche ora fa. Possiamo pertanto prendere atto di un riconoscimento dell'errore commesso e quindi procedere in piena autonomia a definire le celebrazioni per "Sa die de sa Sardinia" come il Consiglio ha sempre fatto.
Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio.
PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ribadisco quello che ha detto il Presidente, cioè le scuse per una disattenzione formale nel modo in cui è stata scritta la delibera. Come tutti sapete la delibera aveva lo scopo di mettere a disposizione, con urgenza, le somme per celebrare "Sa die de sa Sardinia".
Onorevole Pittalis, ci scusiamo per questa disattenzione dovuta esattamente a quello che lei ha detto, cioè a una inesperienza, ovviamente nostra, e a una disattenzione degli Uffici perché, come tutti sapete, le delibere non le scrive l'Assessore, le scrivono gli Uffici. Non c'era nessuna volontà da parte del Presidente e della Giunta di operare uno sgarbo nei confronti del Consiglio, ci mancherebbe altro, anzi, abbiamo deliberato con urgenza, eravamo già in ritardo, proprio per mettere a disposizione queste risorse.
Dite voi se ritenete più opportuno annullare quella delibera e farne un'altra, oppure prendere atto delle scuse e non interrompere il procedimento della delibera in modo tale da mettere a disposizione le risorse, per evitare, nel caso di ritiro e ripresentazione, un ritardo dello stanziamento.
Spero che da un punto di vista sostanziale, che è ciò che ci interessa, si sia compreso che è stato un errore e niente di più e che c'è il pieno rispetto nei confronti dell'istituzione consiliare, soprattutto nel momento della celebrazione della festa dell'autonomia della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Intervengo perché entrambi i colleghi di minoranza hanno fatto degli interventi veri e propri. Per quanto riguarda l'intervento dell'onorevole Pittalis mi pare che la questione fosse stata già chiarita nella riunione dei Capigruppo nel corso della quale il Presidente del Consiglio ha comunicato che la Giunta aveva presentato le sue scuse…
(Interruzione del consigliere Pittalis)
COCCO PIETRO (PD). Mi scusi, onorevole Pittalis, dopo se vuole può replicare. Bisogna essere onesti e leali perchè le questioni sono altre e bisogna chiarirle fino in fondo. La Giunta, pur essendosi insediata di recente, è intervenuta rapidamente per rendere disponibili le risorse a favore di "Sa die de sa Sardinia"; poi anche la seconda Commissione appena insediatasi stamattina con il suo Presidente ha provveduto a convocare per domani l'Assessore competente per sentirla e dare il proprio parere. La questione è questa, il tema sarà affrontato domani mattina. Al momento l'assessore Paci ha raccontato la sua versione.
Sull'altro punto, sulla richiesta comunicata dal Presidente del Consiglio sulla opportunità di rinviare il Consiglio alla prossima settimana con i punti all'ordine del giorno la questione è molto semplice. O siamo tutti d'accordo che i punti all'ordine del giorno vengano rinviati, e noi siamo d'accordo, o se devono essere rinviati per finta, e il Presidente dei Riformatori si alza a fare il comizio sulle accise, non va bene. Noi siamo disponibili a discutere sulla questione delle accise e adesso, non si va alla prossima settimana sotto condizione che la Giunta intervenga. Non funziona così!
In quest'Aula ci sono le prerogative del Consiglio, di tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione, per cui se vogliamo discutere la mozione la prossima settimana bene, se la vogliamo discutere ora va bene lo stesso!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). C'è un gioco, no? E c'è il gioco anche del bluff! Allora per essere chiari, è illegittima la convocazione della Commissione, perché il Presidente ha forse convocato l'Ufficio di Presidenza per stabilire che la Commissione venisse convocata?
(Interruzione)
No, aspetta un attimo, non fare lo spiritoso, che hai fatto quello e più di quello! Io faccio la domanda, se voi non conoscete le cose è peggio. L'Ufficio di Presidenza va convocato per stabilire l'ordine del giorno.
(Interruzione)
Si può parlare? O deve parlare Solinas? Allora stiamo dicendo che esiste una prassi, esiste una regola, che dice che chi fa la programmazione dei lavori è l'Ufficio di Presidenza della Commissione. E' stata convocata? La mia domanda è questa. No! Hai parlato con gli altri. Se sapevamo fino a poco fa che domani c'era il Consiglio, ci vuole una deroga?
COCCO PIETRO (PD). Risponderà il Presidente della Commissione.
OPPI GIORGIO (UDC). Ma la risposta la conosco: non c'è! Cerchiamo di fare le persone serie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca. Ne ha facoltà.
MANCA GAVINO (Centro Democratico). Presidente, colleghi, onorevole Oppi, lei conosce benissimo, sapendo che non ci sono le autorizzazioni che lei ha chiesto, perché abbiamo richiesto questa eccezione ai colleghi. Io condivido le osservazioni che sono state fatte; la Giunta si è scusata e ha evidenziato i limiti di questa delibera. La Commissione domani deve dare un parere rispetto a una delibera che è soltanto adottata. Nel parere evidenzieremo le nostre preoccupazioni e chiederemo chiaramente di cambiare la delibera, così come ha chiesto l'onorevole Pittalis, che successivamente dovrà essere approvata definitivamente dalla Giunta regionale.
Il problema è che Sa die de sa Sardinia è tra pochi giorni, ci sono tempi strettissimi, il programma tendenzialmente viene ripreso da quello della Giunta precedente, sostanzialmente senza nessun tipo di modifica. Sulle procedure, onorevole Oppi, concordiamo; abbiamo chiesto questa sorta di deroga informale, abbiamo detto che la Commissione nel suo parere scriverà che la delibera deve essere modificata, e questo competerà alla Giunta quando approverà la delibera nella corretta formulazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Con toni molto sommessi ricordo agli amici dell'opposizione che gli interventi sono stati strumentali, perché come ha ben detto il Presidente del Consiglio su quella delibera avevamo già chiarito e credo che avessimo preso atto di quello che era successo. Sapevamo che comunque il 28 avremmo dovuto convocare il Consiglio, e tutti insieme infatti abbiamo deciso che cosa fare.
Sull'altro aspetto io propongo, arrivati a questo punto, visto e considerato che c'era un Consiglio convocato con un ordine del giorno, che si dia seguito a quell'ordine del giorno. Perché credo che se noi abbiamo deciso di cambiarlo quell'ordine del giorno, lo abbiamo deciso tutti insieme perché c'è stata una richiesta della minoranza perché c'era da eleggere un segretario, che non mi risulta sia della maggioranza. Quindi arrivati a questo punto, perché noi delle accise vorremmo parlare, se ne dobbiamo parlare siamo disposti a stare qui, ad andare a oltranza, a parlarne e decidere anche stasera.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 14, viene ripresa alle ore 19 e 17.)
PRESIDENTE. Comunico che procederemo con l'elezione del Segretario del Consiglio, mentre l'esame degli altri due punti all'ordine del giorno è rimandato alla giornata di mercoledì 23 aprile.
Elezione di un Segretario del Consiglio ai sensi del comma 2 dell'articolo 4 del Regolamento
PRESIDENTE. Il Gruppo Sardegna, non rappresentato nell'Ufficio di Presidenza, ha chiesto, ai sensi del secondo comma dell'articolo 4 del Regolamento interno, che si proceda all'elezione di un Segretario.
L'Ufficio di Presidenza, secondo il dettato del terzo comma dell'articolo 4, ha deliberato, in data odierna, di accogliere tale richiesta in quanto legittima e regolarmente espressa. Il Consiglio può pertanto procedere alla relativa votazione.
Verrà consegnata una scheda nella quale ciascun consigliere potrà scrivere un solo nominativo. Risulterà eletto il consigliere che, essendo iscritto al Gruppo Sardegna, ottiene il maggior numero di voti. A parità di voti verrà eletto il più anziano di età.
Votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione di un Segretario
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione di un Segretario. Invito i Segretari a procedere all'appello.
(Seguono la votazione e lo spoglio delle schede)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 55
votanti 54
astenuti 1
schede bianche 21
schede nulle 4
Hanno ottenuto voti: Edoardo Tocco, 29.
Viene proclamato eletto Segretario del Consiglio: Edoardo Tocco.
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Fenu - Forma - Ganau - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto: il Presidente Ganau.)
Il Consiglio è riconvocato alle ore 10 e 30 di mercoledì 23 aprile.
La seduta è tolta alle ore 19 e 31.