CLXII SEDUTA
(POMERIDIANA)
Martedì 27 luglio 2021
Presidenza del Presidente Michele PAIS
La seduta è aperta alle ore 16 e 18.
CERA EMANUELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 3 giugno 2021 (153), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Cocciu, Michele Cossa, Carla Cuccu, Roberto Deriu, Michele Ennas e Aldo Salaris hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 27 luglio 2021.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Continuazione della discussione sulle dichiarazioni della Giunta regionale ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento in merito ai recentissimi incendi che hanno colpito la Sardegna.
PRESIDENTE. Proseguiamo con l'ordine del giorno inerenti le dichiarazioni della Giunta sui terribili episodi dei roghi del Montiferru.
L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione sulle dichiarazioni della Giunta regionale ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento in merito ai recentissimi incendi che hanno colpito la Sardegna.
È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Talanas. Ne ha facoltà.
TALANAS GIUSEPPE (FI). Grazie Presidente, ringrazio l'assessore Lampis e tutti gli onorevoli Consiglieri, questa seduta odierna del Consiglio regionale fatta, per così dire in maniera straordinaria, ritengo che sia un atto dovuto per i danni che si sono verificati nell'incendio nel territorio dell'oristanese dei giorni scorsi. Ecco, Presidente, io però vorrei capire in questa seduta del Consiglio quali sono state le criticità e cosa effettivamente non ha funzionato, ma non certo per fare critica, perché veramente bisogna dare atto a tutti gli operatori alla forestale, agli operai di Forestas, Vigili del Fuoco, Barracelli gli stessi allevatori che si sono attivati giorno e notte per domare le fiamme, però di fatto se ancora nel 2021 siamo davanti a queste catastrofi, che puntualmente durante l'estate succedono, qualcosa che non funziona c'è. E potremo iniziare a vedere quelle che sono le normative regionali, nazionali e comunitarie e anche regi decreti che pongono dei limiti nei territori. Limiti per quanto riguarda la pulizia dei boschi, limiti per quanto riguarda la valorizzazione del territorio. Come ha detto prima nella seduta di stamattina l'assessore Lampis purtroppo chi era presente si rendeva conto che nelle vallate all'interno dei boschi era impossibile intervenire sia per l'elevato calore che veniva generato dall'incendio sia perché in certi posti manca la viabilità e comunque la vegetazione ha preso il sopravvento. Ecco che l'opera dell'uomo non riesce a vincere quella che è la forza della natura. Questo però a mio modesto parere avviene perché queste zone sono completamente abbandonate e mentre 30, 40, 50 anni fa gli allevatori della zona, gli agricoltori coltivavano ogni veramente metro quadro di territorio anche attraverso l'allevamento di quei tipi di animali che ben si adattano, oggi si sta andando via via ad abbandonarli, e questo secondo il mio modesto parere è uno dei primi problemi. E da che cosa è dovuto? È dovuto anche da una normativa comunitaria che queste tipi di zone vengono classificate degli incolti improduttivi, non vengono calcolate a premio per gli allevatori e quindi si ha un disinteresse da parte dei medesimi allevatori e da parte delle aziende agricole a rimanere lì col proprio bestiame. E questa è un'altra ulteriore causa, ci si aggiunge che molte volte e questo lo dico perché mi risulta in prima persona, che non sempre ci viene concesso, in determinate zone boscate, zone dove esiste macchia mediterranea, sughereta e quant'altro, di intervenire neanche a volte per fare delle strisce parafuoco, perché da un lato, e io sono d'accordo per carità, si cerca di tutelare quel tipo di vegetazione, di valorizzarla, dall'altro però abbiamo la piaga dell'incendio che quando ci arriva non riusciamo a fermarlo perché purtroppo se non si interviene dall'alto mediante Canadair ed elicotteri le operazioni a terra sono molto, molto svantaggiate dalla tipologia del terreno. Quindi io dico questo, noi ogni anno in questa esperienza all'interno del Consiglio regionale, mi ritrovo, questa è già la seconda o la terza volta, a discutere di uno stato emergenziale per gli incendi ma ogni volta non è che possiamo arrivare al mese di agosto perché succede una catastrofe a dire cosa non funziona, cosa dobbiamo potenziare, cosa dobbiamo fare, è ora che ci vediamo anche d'inverno, lo sappiamo che gli incendi di governo non ci sono, però dobbiamo fare prevenzione, dobbiamo fare delle azioni mirate, dobbiamo fare delle proposte di legge che vadano ad incidere positivamente in un'opera di prevenzione, coinvolgere quelli che sono gli imprenditori locali, tutti quei soggetti che praticano le cosiddette pratiche agricole e locali, quali prime sentinelle di questi territori, che poi questi territori alla fine ciclicamente coinvolge tutta la Sardegna. Io mi ricordo che un incendio forse di queste proporzioni nella mia zona si è avuto nel 2007 dove anche la mia azienda agricola era andata completamente distrutta, un fuoco che era partito dal territorio di Oniferi che aveva percorso parte di Nuoro, Benetutti, Orune e quant'altro. E anche lì avendo partecipato nel lontano 2007 in prima persona a spegnere le fiamme, le difficoltà maggiori si avevano dove non vi erano strade di accesso, dove non vi era appunto accessibilità ai luoghi.
Altro discorso a volte noi consiglieri regionali abbiamo delle segnalazioni da parte di associazioni, da parte di Barracelli, di squadre locali della Protezione civile che chiedono dei mezzi per poter attivarsi appunto nella stagione estiva. Ecco penso che non sia un problema di finanza e penso che non siano un problema di soldi, cerchiamo veramente di potenziare anche queste squadre, per così dire, di volontariato in modo che anche queste possano essere, che sono lì sul posto, possano intervenire immediatamente. Mi dispiace sono vicino appunto a tutti gli abitanti dei territori colpiti dagli incendi e agli imprenditori che sono rimasti privi delle loro aziende.
PRESIDENTE. Solo per precisare, lo so che è una formula di stile, quello di oggi è una seduta, non un atto dovuto, ma un atto voluto dall'intero Consiglio regionale.
È iscritto a parlare il consigliere Fausto Piga. Ne ha facoltà.
PIGA FAUSTO (FdI). Grazie Presidente, ma io inizio con una riflessione sulla macchina dell'antincendio e dell'emergenza e parto da un dato significativo. Sino a 72 ore fa in Sardegna il bilancio provvisorio della campagna antincendio 20 -21 registrava una diminuzione delle superfici bruciate, un andamento che ispirava fiducia e soddisfazione, numeri non isolati anche perché era un trend registrato negli ultimi due anni, quindi un andamento che testimoniava quindi che la prevenzione e la capacità di intervento della macchina antincendio stava funzionando. Poi siamo arrivati a sabato e domenica e due anni di statistiche positive sono andate letteralmente in fumo, ma non per questo dobbiamo far finta che questi numeri sono esistiti e credo che facciano parte di una valutazione complessiva. Credo comunque con onestà che dobbiamo dire che sabato e domenica non è stato un tipico incendio; userò una parola forte, ma credo che rendo l'idea: è stato uno tsunami di fuoco. Un qualcosa che di fatto negli ultimi cento anni è stato un evento unico, non sono bastati i mezzi gli uomini e le donne della macchina antincendio regionale, non sono bastati gli aiuti degli apparati nazionali, sono arrivati in Sardegna anche i Canadair da Paesi europei, e questo credo che sia una dimostrazione del fatto che non si trattasse di un normale incendio. Condizioni meteo esclusive, posti difficilmente accessibili da terra e la notte che non ha reso sicuramente facile l'operazione di spegnimento. Tutti abbiamo visto le scene di distruzione in televisione e l'obiettivo primario era salvare le vite umane e le vite umane si sono salvate. Poi è vero rimane la delusione, la rabbia, la preoccupazione per quanto il fuoco ha distrutto, ma al di là di tutto è doveroso un ringraziamento per il lavoro svolto ai sindaci, alla protezione civile, al corpo forestale, all'Agenzia Forestas, Barracelli, Vigili del Fuoco tutti i volontari, a tutti gli uomini e donne che hanno fatto turni massacranti ancora in questo momento sono lì che stanno lavorando. L'abbiamo ripetuto molte volte in questi giorni, abbiamo di fronte una catastrofe ambientale sociale ed economica dai danni incalcolabili. Ci sono famiglie che vivevano con olive e bestiame e ora non hanno più niente, ci sono aziende distrutte, ci sono comunità duramente ferite nell'identità e nella vocazione produttiva. C'è poco da girarci intorno, servono soldi e servono subito. In queste ore sono state numerose le manifestazioni di solidarietà che sono giunte sia a livello europeo che a livello nazionale, ora però è chiaro che servono risposte concrete e dobbiamo dirci che la Sardegna non può essere lasciata sola, che la Sardegna non potrà risolvere tutti questi problemi subito e soprattutto da sola. La Sardegna però è chiamata a fare il suo dovere, l'ha incominciato a fare dichiarando immediatamente lo stato di emergenza, ci sono valutazioni in corso per capire se con risorse proprie di bilancio si possono fare i primi interventi. Mi trovo completamente d'accordo con la linea che il governatore Solinas nelle ultime ore ha provato a tracciare, quindi chiedendo comunque al Governo e Europa dei finanziamenti immediati sia per i ristori che per opere strutturali, ma anche per poteri speciali per superare le lungaggini burocratiche, perché sarebbe davvero un peccato che gli sforzi comunque della politica che vuole mettere subito in campo delle iniziative immediate possono essere resi vani diciamo dalla solita burocrazia che tutti conosciamo. Bene l'idea di un piano straordinario di rimboschimento, sia per ricostruire il paesaggio che per mitigare i rischi di dissesto geologico, bene l'idea anche di un piano straordinario per l'agricoltura per ricostruire le filiere produttive di quei territori che dovranno essere ancora eccellenza di olio, vino e allevamento. Prima di chiudere, Presidente, io avrei una richiesta per quanto riguarda tutte queste iniziative di solidarietà che ci sono in campo, lo dico anche da Sindaco sicuramente altri colleghi Sindaci hanno ricevuto dai propri cittadini richieste di come poter essere utili per portare materialmente qualcosa in queste zone, sarebbe opportuno magari che come Protezione Civile, come Sindaci del territorio, magari anche come ANCI, ci siano delle regie coordinate in modo tale che così si riesca a indirizzare nel miglior modo possibile quello che può servire anche in tempi brevi, grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.
SAIU PIERLUIGI (LEGA). È un dibattito difficile quello che sta affrontando oggi il Consiglio regionale per tante ragioni, la prima, la più evidente è che negli occhi di tutti le immagini del disastro che le fiamme hanno portato nel Montiferru e negli altri Comuni attraversati dall'incendio. È ancora viva in ciascuno di noi la rabbia per quello che la forza delle fiamme sono state capaci di fare, la paura per un evento così tragico e anche la solidarietà nei confronti delle persone e delle comunità che sono state colpite più di tutti. E allora di fronte a questa tragedia il Consiglio regionale secondo me deve trovare al proprio interno la maturità, la forza di un dibattito che sia propositivo e concreto e in molti degli interventi che ho ascoltato, e che mi hanno preceduto, questo aspetto è emerso. Però proprio perché è ancora viva la forza di quelle immagini, perché è ancora vivo il dolore che le fiamme hanno inflitto alla nostra terra, noi abbiamo il dovere di un dibattito che sia serio, di un dibattito che sia capace di indicare una via, di indicare una strada da percorrere rispetto a questa emergenza. Ciascuno di noi ha intanto il dovere morale di ringraziare le persone impegnate sul campo nell'affrontare l'incendio, nell'affrontare le fiamme, a loro deve andare il ringraziamento unanime di quest'Aula, che rappresenta tutto il popolo sardo. E ovviamente anche il riconoscimento della grande solidarietà che i sardi hanno saputo dimostrare subito, ne parlava poco fa anche l'onorevole Piga, sono state tantissime le iniziative spontanee e di supporto, di sostegno di aiuto che da ogni angolo della Sardegna si sono espresse a favore delle comunità più colpite. Adesso però tocca a quest'Aula riuscire a trovare delle soluzioni, riuscire a formulare delle proposte serie e concrete, affinché l'impegno, la fatica degli uomini impegnati, delle donne impegnate a spegnere il fuoco e il sentimento di solidarietà del popolo sardo non rimangano isolati. Dobbiamo innanzitutto pensare a chi ha perso tutto, questo è il primo dovere a cui dobbiamo assolvere in Consiglio regionale, a cui deve assolvere la Giunta. Serve, ed è indispensabile, capire nel più breve tempo possibile, e non sarà facile farlo subito, questo è evidente, sarà necessario però quantificare nel più breve tempo possibile i danni che l'incendio ha prodotto affinché da questa stima sia possibile capire quante risorse può mettere in campo la Regione e quante invece dovrà essere in grado di mettere il Governo centrale. Perché per dare l'aiuto che serve alle persone e alle comunità che sono state colpite dall'incendio serve capire intanto quanto può mettere la Regione Sardegna nel proprio bilancio ma quanto parimenti deve essere in grado di fornire in termini di aiuto economico anche il Governo centrale. E allora a proposito di proposte io vorrei farne due a quest'Aula, sapendo che la priorità è aiutare intanto le aziende che hanno perso tutto e quindi visto che è un tema che presto ci vedrà impegnati formulare l'invito a una riflessione sulla rimodulazione delle PSR che preveda risorse in questa direzione, allo stanziamento di denari, così come è stato fatto in passato, per voucher cioè aiuti immediati alle aziende, una sorta di primo soccorso che però dobbiamo essere in grado, che però la macchina regionale, la burocrazia regionale deve essere in grado davvero di fornire immediatamente. E credo, lo dico con estrema sincerità, care colleghe e cari colleghi, che di tutto ci sia bisogno tranne che di nuovi vincoli, che di tutto ci sia bisogno tranne che di inasprire le limitazioni e appunto, come dicevo, i vincoli. Piuttosto - Presidente, chiedo la possibilità di poter completare il ragionamento che sarà molto breve - c'è la necessità di invertire la prospettiva, e cioè non di allontanare l'uomo dall'ambiente, ma di introdurre meccanismi che consentano invece all'uomo di riappropriarsi di quell'ambiente che, purtroppo in via di abbandono, spesso quando lasciato solo deve affrontare tragedie come quella che abbiamo ancora negli occhi. Se è vero certamente che non dobbiamo assolutamente incentivare forme di speculazione connesse agli incendi, è altrettanto vero che non possiamo far pagare alle vittime degli incendi, alle vittime del fuoco l'intero prezzo, l'intero costo di questi eventi. Non sono, ripeto, le vittime che devono pagare, non devono essere le aziende a pagarlo, non devono essere le comunità, alle quali noi dobbiamo invece avere la capacità di stare vicino. Anche la variazione di bilancio potrà essere l'occasione per introdurre proposte e norme attraverso risorse economiche adeguate per dare risposte immediate a quella che è oggi l'esigenza primaria, cioè aiutare le aziende, aiutare le comunità senza rinunciare però, e lo dico qui in conclusione del mio intervento, al dovere fondamentale che ha l'intera classe dirigente della Regione Sardegna, parlo di quella politica, ma anche di quella che sta negli uffici, che ha responsabilità burocratiche, di dare esecuzione a ogni attività di prevenzione che serva appunto a impedire che episodi devastanti come l'incendio che ha riguardato le zone della Sardegna nei giorni scorsi vadano a ripetersi. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie Presidente. In sedute come questa, nonostante abbia sentito diversi interventi interessanti, si rischia di scadere nella retorica e io cerco di non farlo perché credo che non serva a nessuno, soprattutto non serve a quelle comunità che sono state colpite da questi eventi. Io credo che sedute come questa servano per cercare di fare in modo anzitutto di capire come possano essere offerti ristori immediati, aiuti, sostegni veri e come la politica regionale possa intervenire in merito immediatamente, e allo stesso tempo creare un'occasione di riflessione seppure tardiva affinché questi eventi non si ripetano più. Queste parole probabilmente si ripetono da decenni in quest'aula, i funzionari, quelli che da tanti anni assistono i consiglieri in quest'Aula probabilmente ne avranno sentito parecchie di queste considerazioni, ma io credo che sia giunto il momento di intervenire davvero una volta per tutte non per sradicare completamente nell'immediato, perché mi rendo conto che è molto difficile, un problema così complesso quale quello degli incendi boschivi in Sardegna, che per molti versi viene considerato anche un problema di carattere culturale, io credo che serva quantomeno per cercare di fare in modo che le risorse che stanziamo sia in termini di risorse umane che risorse economiche possano servire a migliorare le condizioni e a evitare certi eventi. Vede, assessore Lampis, io ho avuto modo in questi due anni e mezzo di avere dei contatti con lei frequenti, purtroppo per entrambi spesso e volentieri per occasioni come queste e nell'immediatezza e al momento degli incendi, e le riconosco un grande impegno, lei è sempre stato, debbo dirlo pubblicamente, ma credo che sia abbastanza noto a tutti, sempre puntuale nel rispondere, nel dare riscontro a quelle che sono poi le comunicazioni e le informazioni che già aveva, ma che in alcuni casi i consiglieri si occupano di dare. Debbo dire che sono rimasto, differentemente probabilmente da altri colleghi, deluso dalle sue parole nel momento in cui lei dice: "C'è la forza della natura che sovrasta quella dell'uomo", come se si considerasse ineluttabile quello che è accaduto nei giorni scorsi in Sardegna. Io sono preoccupato che un Assessore regionale dell'ambiente dica questo, ma non perché ritengo che occorra individuare per forza dei responsabili in merito per punire chissà chi o per intervenire in chissà quale modo, perché ritengo, per fare mie le parole del collega Talanas, Presidente della Commissione ambiente, che evidentemente è sotto gli occhi di tutti che qualcosa non è andato nel verso giusto, e questo serve non a mettere qualcuno sul banco degli imputati, serve per fare in modo che certi errori, che probabilmente provengono mica da questi ultimi due anni e mezzo, probabilmente sono errori che ereditiamo da diversi lustri, non possano essere ricommessi. Allora io credo che noi ci dobbiamo fermare e davvero, anziché scambiarci semplicemente degli attestati di stima e di solidarietà che non devono mancare, che assolutamente sono scontati direi e devono essere in primis nelle nostre menti, ma anche nella nostra azione verso le popolazioni interessate, io credo che noi invece dobbiamo agire per cercare di capire cosa non ha funzionato. Vede, consigliere Piga, lei parla di bilanci, ma i bilanci non si fanno sugli incendi a giugno o ai primi di luglio, i bilanci si fanno a ottobre sugli incendi, io ho timore non solo per quello che è stato, ma per quello che sarà ancora perché la stagione non è mica terminata, la stagione va avanti con Forestas e il Corpo forestale che sono le due entità che dal punto di vista amministrativo gestiscono in prima linea la Protezione civile in Sardegna rispetto agli incendi, che sono di fatto senza una guida effettiva, sono retti da bravissimi facenti funzioni, ma io credo che sia un errore invece non prevedere delle guide effettive anche rispetto a queste figure. Io credo, Assessore, che oggi qua non siamo seduti per individuare dei bravi o dei meno bravi rispetto a ciò che è accaduto nei giorni scorsi, siamo seduti per cercare di porre rimedio a ciò rispetto al quale oggi si occorre porre rimedio nell'immediatezza sia sui ristori sia sul fronte della stagione incendi che continua, altrimenti è molto preoccupante sentire le parole dell'Assessore dell'ambiente che dice che dobbiamo affidarci in buona sostanza al destino quando succedono eventi di questo tipo, che ricordo non sono eventi unici, non è vero che questo è stato l'evento più grave, ci sono stati altri eventi gravi, per esempio nel 1983, e a causa di quell'evento è stata istituita per legge di questo Consiglio regionale la Giornata della Memoria, domani ricorre per il suo trentottesimo anno. Io credo che sedute come queste debbano servire appunto ad una riflessione e azioni concrete, se necessario anche per legge, rispetto a rimedi che assolutamente la politica nel brevissimo periodo e poi nel medio-lungo periodo deve apportare, altrimenti io credo che non servono a nulla e purtroppo da qui a poco tempo rischieremmo di trovarci qua a ripeterci sempre le stesse parole con la Sardegna che continua ad avere gli stessi problemi. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente. Intanto mi associo ovviamente alla vicinanza alle popolazioni colpite. Nel corso della giornata di ieri ci siamo recati col collega Agus nelle zone colpite e abbiamo avuto modo di parlare ed interloquire con sindaci, personale dell'Ente foreste e del Corpo forestale, vigili del fuoco, polizia, protezione civile. La prima cosa da fare è verificare che cosa stride nella macchina organizzativa perché tutti segnalano che troppe persone controllano cose diverse senza collegamento tra loro. Una prova della catena di comando va fatta per correggere ciò che va male, l'altro aspetto è che cosa è accaduto, perché altrimenti si ragiona per ipotesi astratte mentre starei ai fatti. Mi riferisco in particolar modo ai luoghi che abbiamo visitato e alla questione legata al Montiferru. Parrebbe che l'incendio, al netto di informazioni riservate o meno, e l'Assessore quando potrà dirà, sia partito da un'auto che ha preso fuoco e il proprietario dell'auto ha accostato in assenza di piazzola con cemento o asfalto in un luogo dove c'erano sterpaglie, dall'auto ha preso fuoco la vegetazione e successivamente, ma ormai in ritardo, l'auto è stata collocata al centro della carreggiata. Se è così e non si scoprirà per quanto riguarda gli episodi del Montiferru il collegamento con atti di piromani, noi cosa dobbiamo fare, dobbiamo avere paura di tutte le auto datate che prendono fuoco? Perché il problema è diverso, se parlate col Sindaco di Santu Lussurgiu vi dirà che da un lato l'atteggiamento psicologico è "non ci sono criminali che hanno messo fuoco", che solleva da convivere, vivere in comunità dove c'è il tuo vicino che ha devastato 20.000 ettari, dall'altro lato però c'è una preoccupazione maggiore, cioè se la sottovalutazione degli aspetti di precauzione minima portano un automobilista col fuoco nel cofano a parcheggiare sulle sterpaglie, e da lì si è sviluppato alle sterpaglie e a un albero vicino, quello che ci dobbiamo chiedere è se siamo nelle condizioni di domare un fuoco circoscritto ad un'auto. Questo racconto è del maresciallo dei carabinieri di Santu Lussurgiu che è stato uno dei primi a recarsi sul posto. Se è così noi abbiamo un problema maggiore, noi abbiamo un problema molto più serio, perché un fronte di fuoco per chi conosce quelle vicende appiccato su chilometri e chilometri col vento forte è oggettivamente difficilmente governabile da chiunque se non con mezzi aerei. Se non siamo stati in grado di mettere in sicurezza un focolaio puntuale individuato con una segnalazione immediata fatta dal proprietario del veicolo con personale che è andato lì, noi abbiamo un problema molto più serio, perché da quel focolaio si è sviluppato un incendio che ha colpito 20 ettari nel corso della prima giornata di incendi, ci si è convinti di aver fatto bonifica e aver domato l'incendio, il giorno dopo da 20 sono diventati 20.000. Se è l'azione di piromani è un altro aspetto, se le informazioni, ho chiesto anche poc'anzi al Sindaco e non ha informazioni diverse, se è così, c'è un problema di informazione con 40 gradi e più e con quel vento di non parcheggiare delle auto che stanno prendendo fuoco sulla sterpaglia. Cioè serve un'educazione civica, così come si mette la bandiera rossa e nessuno può fare il bagno o è pericoloso fare il bagno, così come si usano le catene a bordo nel caso di neve, noi dobbiamo forse iniziare per evitare anche episodi singoli, che per�� possono diventare drammatici, questioni di questo tipo. L'altro aspetto, mi soffermo sul fatto che probabilmente sarebbe necessario un Piano paesaggistico delle zone interne con sviluppo legato all'agro, non condivido assolutamente l'idea, a maggior ragione se si dovesse trattare di un episodio legato a un autoveicolo in fiamme, che noi su 20.000 ettari di territorio del Montiferru non consentiamo più per i prossimi cinquanta anni di far niente. Cioè, oltre alla condanna della cenere, li condanniamo alla desertificazione economica, interi territori distanti decine di chilometri dal primo luogo dove è stato appiccato l'incendio, sempre che sia stato appiccato un incendio. L'altro aspetto, lo segnalo, bisogna anche rispondere a quello che ha scritto nel suo blog un ex Assessore, Paolo Manichedda, che segnala alcune questioni legate ai ritardi quest'anno nelle comunicazioni, l'organizzazione della prevenzione incendi, le comunicazioni sull'organizzazione dei distretti, e una serie di altri episodi, che se fossero vere anche che per metà, e non ho ragione di credere che abbia scritto cose non vere, destano ulteriori preoccupazioni. Sicuramente, Assessore, l'assenza dei vertici nel Corpo forestale non ha aiutato, e mi limito a questa considerazione, non ha aiutato.
Termino, Presidente, ovviamente d'accordissimo sulle questioni delle bonifiche oggi e interventi successivi, ma vi ricordo che, anche nell'evacuare la popolazione, la popolazione è stata spostata da un luogo a un altro e successivamente è arrivato anche il fuoco. Quindi nel governare anche questi sistemi di protezione civile, prevenzione e aiuto alle popolazioni in quei casi, non possono essere lasciati da soli i sindaci. Il Sindaco di Sennariolo è andato a casa per casa ad avvisare la popolazione, ha cento abitanti, ma non può essere lasciato solo manco lui. Serve una organizzazione intanto di prevenzione e poi di gestione dell'emergenza perché probabilmente ancora qualcosa di meglio si può fare al netto delle vicende legate al fatto che tutte le persone che abbiamo incontrato avevano l'età dei nostri genitori. Quindi una campagna di assunzione di personale giovane, visto che tutti coloro che abbiamo incontrato ci hanno detto questo come essere uno dei problemi, probabilmente invece che sprecare risorse nell'aumentare le poltrone se vi sono delle priorità le priorità non devono essere sollevate per quanto riguarda la tutela dell'ambiente nel momento in cui scoppia un incendio, ma bisogna lavorarci con anni d'anticipo perché sappiamo bene che, anche affrontando oggi la questione delle assunzioni di personale, non verrà risolta tra qualche mese. Quindi su tutti questi aspetti vi chiediamo di intervenire tenendo conto che come Gruppo siamo intervenuti come opposizione sugli aspetti anche del piano nazionale di ripresa inserendo tematiche di questo tipo, e ve l'abbiamo chiesto più e più volte, l'onorevole Moriconi, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, i progressisti, LEU, ve lo stiamo chiedendo da giugno e solo l'altro giorno il Presidente ha detto che chiederà al Governo le risorse del piano nazionale di ripresa per quanto riguarda gli interventi. Non ho gradito neanche un'altra battuta del Presidente, che pare la colpa della situazione dei territori sia dovuta agli ecologisti, mi sembra inopportuno, totalmente inopportuno, mi pare invece che si debba ragionare insieme sulla soluzione dei problemi e affrontare le cose senza additare responsabili, se gli ecologisti sono responsabili anche degli incendi mi pare che sia veramente una follia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Satta. Ne ha facoltà.
SATTA GIANFRANCO (Progressisti). Grazie Presidente. In apertura di intervento innanzitutto voglio esprimere la massima solidarietà e vicinanza alle comunità colpite, ai sindaci coinvolti, a partire dal collega Diego Loi di Santu Lussurgiu. In questi ultimi giorni, dai terribili incendi che hanno devastato una porzione così enorme della nostra Regione, il dolore delle comunità ferite, quello di tutti i Sardi, l'impegno profuso dai professionisti e volontari impegnati sul campo è ricambiato con profonda gratitudine da parte mia e da parte di tutti noi. Nonostante sia ancora forte l'emozione legata a questi eventi, abbiamo però il dovere di adoperarci con razionalità andando ad occuparci del tema con la massima lucidità. Si dice che la storia insegni a vivere meglio il futuro, ma qui sistematicamente, ogni anno, con ferocità più o meno marcata, la Sardegna puntualmente brucia, vanno via sottoforma di cenere boschi e macchia mediterranea e con loro pascoli, coltivazioni, aziende, case, imprese, poi arriva la conta dei danni, con una speranza che non includa vite umane perché, su tutto il resto, vige ormai una triste rassegnazione. Non è un problema recente, questo è bene precisarlo, ma occorre anche dire che chi governa ha sempre il dovere e l'onere di trovare, prospettare soluzioni per il presente e per il futuro, conscio, appunto, proprio del passato. Lungi da me voler entrare nel merito delle azioni operative, alcune questioni sono state però riprese prima di me dalla l'onorevole Zedda ma, se dovesse veramente essere accertato che il fuoco del pomeriggio del 23, del venerdì 23, partito da un'automobile tra Santu Lussurgiu e Bonarcado non fosse dovuto all'opera dei piromani, e dopo essere stato tempestivamente domato, perché, anche questo per interlocuzioni avute con il collega Loi, alle otto di sera del venerdì 23 sono iniziate le opere di bonifica e tutto era, come dire, sotto controllo, salvo poi, dopo circa tre ore, intorno alle 11-11 meno un quarto il fuoco ha ripreso con tutta la sua violenza, e poi abbiamo visto insomma i danni. E allora, Assessore, su questo il personale, le bonifiche sono state fatte col personale a terra, perché in quel momento non è stato eventualmente considerata e valutata la possibilità invece di fare le bonifiche con i mezzi…
LAMPIS GIANNI (FdI), Assessore della difesa dell'ambiente. Perché avevamo 47 incendi! Allora non mi avete ascoltato!
SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). … siccome la pericolosità l'ha detta lei, Assessore, e quindi in quel caso bisognava tenere alta certamente l'attenzione in un fuoco che risultava, così come da notizie anche riportate dall'onorevole Zedda, risultava domato e in corso le bonifiche. Occorre però, da domani, aprire un confronto tanto nell'ambito della programmazione e prevenzione dell'attuale campagna, quanto nelle strategie future che dovremo e dobbiamo necessariamente adottare, e che la stessa Sardegna merita sicuramente; la questione incendi è una tematica totalmente complessa che non richiede una sola soluzione, ma insieme di soluzioni. Ho molto apprezzato l'intervento del collega Talanas, che richiamava anche l'onorevole Meloni, qualcosa non ha funzionato ma dava anche alcune risposte. Chiaramente le tecnologie, i mezzi di equipaggiamento, le forniture, l'organizzazione, il ricambio generazionale a cui faceva riferimento l'onorevole Zedda, ad esempio, quanto di quel personale di Forestas risulta idoneo per spegnere il fuoco? È una domanda che tutti noi, non solo i consiglieri regionali, ma molti cittadini si fanno, quanto di quel personale che noi abbiamo in carico a Forestas è idoneo a spegnere fuoco. Quindi la programmazione, sono tutti elementi da migliorare per affrontare la futura emergenza e la prossima e le prossime e i prossimi giorni e la prossima stagione, i prossimi anni, ma più in generale c'è qualcosa di più profondo da dirsi oggi, quello che occorre dire chiaramente per intraprendere finalmente un percorso risolutivo è la verità dello stato ambientale dei territori rurali, i comuni spesso, piccoli e piccolissimi, lasciati da soli, anche per il solo sfalcio delle cunette, stentano a mantenere in ordine appunto le strade rurali interne, un'enorme reticolato di vie d'accesso delle aziende alle case, ai beni, ai monumenti, perché i monumenti nell'agro sono presenti e anche questi li dobbiamo tutelare, il nostro grande patrimonio storico, culturale, religioso, identitario è spesso custodito nel mezzo delle campagne, tra i boschi, i campi, ma una vita così frenetica come quella moderna ci spinge però a vivere e a frequentare queste aree non sempre… quindi lasciate diciamo all'incuria. Le aziende agricole, le uniche realtà che tengono ancora in vita le zone extra urbane sono attanagliate da una crisi senza fine e troppe volte dimenticate dalla politica. I pastori, gli operatori agricoli in genere sono gli unici e gli ultimi custodi dei territori e dei loro saperi, così come quello che dovrebbe essere un interesse di tutti finisce per essere solo quello di pochi tenaci soggetti rimasti. La Regione, come punto di partenza, potrebbe far sua questa questione: la Sardegna, una terra interamente animata e protetta. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Comunico che l'onorevole Cuccu è rientrata dal congedo.
È iscritto a parlare il consigliere Domenico Gallus. Ne ha facoltà.
GALLUS DOMENICO (PSd'Az). Grazie, Presidente, Assessori, colleghe e colleghi, oggi è la giornata dell'elaborazione del lutto perché in tutti gli interventi sinora fatti si parla di quello che era, di quello che è stato e di quello che speriamo debba diventare il futuro, e tutti quindi facciamo le nostre analisi, le analisi che sono di condivisione per certi aspetti e di invece rottura per certi altri, e ancora altri che invece ovviamente sono prettamente speculativi e che, in poche parole, cercano comunque sempre e comunque di trovare un colpevole. Allora, chi conosce il tipo di vegetazione di cui è stato vittima l'ultimo incendio, quindi nel Montiferru, sa benissimo che qualunque tipo di prevenzione, dico qualunque tipo di prevenzione, non avrebbe potuto salvare quel territorio una volta che il fuoco avrebbe sfiorato vegetazione di tal tipo, vegetazione che è una specie di miccia, una specie di combustibile che, come si suol dire, va di 100 metri in 100 metri soltanto con una folata di vento. Sono temperature di minimo 40-50 gradi, quando va bene, che necessitano soltanto anche di uno sfregamento di una pietra con un'altra pietra per poter generare un incendio del genere. Con questo non sono qui a giustificare niente e nessuno, se ci saranno delle mani non omicide ma mani sporche di sangue, anche se invece sono sporche di linfe e del sangue di quei poveri animali che ci hanno rimesso la vita, appunto, devo solo dire che ho partecipato per tanti anni, come Sindaco anche di una comunità che è confinante con i territori di Santu Lussurgiu… scusate, dicevo che stiamo parlando di un tipo di territorio che veramente ha avuto il rispetto delle fiamme per tanti anni, per�� questa volta c'è arrivato e c'è arrivato bene e c'è arrivato soprattutto male per coloro i quali hanno dovuto subire… e dicevo… una situazione che più volte mi è capitato di vivere nei miei vent'anni di Sindaco del mio paese, appunto, per il tipo di vegetazione che è più o meno simile a quella che è andata appunto bruciata in questi giorni, certo �� che sentire accuse o sentire delle lamentele nei confronti dell'apparato che invece si è fatto in quattro, personalmente ho toccato con mano l'impegno di tutti, compreso il Presidente, che anche se stasera non occupa la sua poltrona è degnamente rappresentata dall'Assessore e dalla Vicepresidente, dà un po' fastidio perché purtroppo non occorrono soltanto le persone sul campo, ma occorrono anche le persone che con freddezza possono analizzare in questi momenti quale sia la via di uscita. Però non tutto, l'abbiamo detto, non tutto può andare sempre bene al 100 per 100, giustificando tutti, però dobbiamo essere assolutamente indulgenti, però occorre specificare che quanto è accaduto non è avulso da aspetti lacunosi riconducibili alla realizzazione di concrete misure di prevenzione antincendio e la sistematica azione di controllo e monitoraggio continuo che dovrebbe concernere il territorio. Con questo intendo dire che antincendio significa innanzitutto prevenzione, prevenzione intesa non soltanto come realizzazione di misure fisiche atte ad impedire il propagarsi di roghi ma, bensì, come un sistema complesso che, partendo dalle esigenze di formazione e specializzazione dei singoli operatori, si sviluppa attraverso l'individuazione dei bisogni di mezzi materiali, personale e finanze occorrenti per far fronte alle necessità correlate, definite in e verificate mediante procedure condivise ed esercitazioni che, partendo dal basso, devono coinvolgere tutto l'apparato regionale, per poi integrarsi e congiungersi con quello nazionale. La prevenzione si fonda su un compendio normativo aggiornato e ha tagliato le differenti realtà che connotano il territorio regionale e su un sistema integrato di osservazione e allarme supportato da un sistema di comunicazione efficiente, ridondante e di elevata resilienza, su una logistica che sia frutto di pianificazione e programmazione finanziaria previdente, coinvolgendo in fase di studio le articolazioni amministrative periferiche, per poi definire le priorità delle risorse terrestri e dei mezzi aerei, fino alla definizione delle dotazioni delle scorte di riserva. Ebbene, da questo da quanto esposto emerge, a mio avviso, la necessità impellente di colmare questa deficienza dovuta alla mancanza di un organismo al quale dovrebbero far capo tutte queste incombenze, un organo demoltiplicatore, incaricato di gestire gli aspetti di formazione, specializzazione e aggiornamento professionale degli operatori, un organismo di spiccata capacità tecnica, in grado di proporre adattamenti legislativi all'Assemblea, standardizzare e rendere integrate le procedure di intervento nelle diverse emergenze che si presentano, un ente che racchiuda capacità di studio, di pianificazione e programmazione finanziaria, integrando le conoscenze e le competenze con le lezioni apprese e subite e purtroppo nel corso degli eventi nefasti. Pertanto, appunto, propongo che in questa sede sia definito un impegno formale, teso alla creazione di un centro regionale che soddisfi tali requisiti generali, fermo restando che mi riserverò col mio Gruppo di proporre quanto prima un progetto al riguardo. Pertanto, come vedete, le critiche quando sono costruttive possono essere anche portate, mentre invece le critiche giusto per criticare, per dire e per cercare colpevoli credo che in questa Sede oggi non sarebbero dovute neanche emergere. Vi ringrazio.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Piero Maieli. Ne ha facoltà.
MAIELI PIERO (PSd'Az). Io vorrei iniziare prima di tutto citando una ricerca del CNR di Sassari del 2007 che sostiene che i pascoli possono essere in grado di ridurre gli incendi, "i pascoli possono permettere la creazione di cinture tagliafuoco, le riforestazione e i terreni diminuiscono il rischio di incendi i pastori di conseguenza possono assumere un ruolo di custodi del territorio modernizzando il loro ruolo di gestione del territorio stesso"; questa credo che sia una cosa importantissima, da qua dovrebbe partire secondo me la valutazione di quello che è il danno che si è creato al nostro territorio e non cercare facili capri espiatori con l'assessore Lampis di turno piuttosto che la Forestale che non è stata tempestiva. Il fatto è che noi abbiamo abbandonato la campagna, l'abbiamo abbandonata perché sono state utilizzate delle politiche di gestione del territorio che si sono dimostrate palesemente fallimentari. Le campagne sono cariche di biomasse, cioè, per chi non è a conoscenza del termine, biomasse vuol dire sterpaglie, vuol dire sottoboschi che non sono gestiti, questo perché abbiamo bloccato il pascolamento nel sottobosco, perché abbiamo pagato le arature non fatte, perché abbiamo pagato per non coltivare, perché ormai gli ortaggi si devono fare solo in serra, perché i bambini devono nascere dentro le stalle, e così pure gli ovini, e questo io credo che sia il vero tumore, il vero cancro delle nostre campagne; noi dobbiamo ricoinvolgere le persone, siamo al paradosso che blocchiamo delle colture che potrebbero riavvicinare i giovani alle campagne, siamo in una situazione dove diamo sempre la colpa agli altri. Questo di Scano Montiferro è emblematico, il fatto che non sia stato neanche un incendio doloso, probabilmente un incendio colposo, che nessuno ha voluto, significa che, comunque sia, queste cose possono succedere, poi sarà la cornacchia che si scontra contro i fili della luce, cade e scatena un incendio, di fatto dove cade? Cade in una campagna abbandonata. Noi abbiamo visto delle foto dove vediamo degli oliveti distrutti ma vediamo anche molta cenere sotto, vuol dire che sotto quell'oliveto c'era del foraggio, c'era del fieno, c'era della biomassa, che poteva scatenare un incendio in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo. Io penso che bisogna ragionare su questo, e per questo mercoledì prossimo ho convocato tutti gli ordini degli agronomi, perché sono loro che ci devono dare le soluzioni, non possiamo aspettare che il solito burocrate da scrivania, che non conosce per niente né dinamiche del nostro territorio né le dinamiche delle campagne, si metta di nuovo a fare il legislatore. Io credo che con l'aiuto di tutti i colleghi, sia di maggioranza che di minoranza che invito a partecipare alla Commissione come apporto fattivo, e che ascoltino, però, perché altrimenti sembra un'opinione di pochi ma invece ascoltino dalla voce degli agronomi e delle associazioni di categoria che verranno invitate a parlare e a dire la loro, perché loro questi concetti li ribadiscono da anni, una politica sorda, quella di prima, quella di adesso o quella che vogliamo, non li ha ascoltati e siamo arrivati a questo punto. Massima solidarietà a chi ha subito i danni, questo chiaramente ce lo siamo auspicati tutti, ma non dobbiamo trascurare quelle che sono le effettive cause di questi disastri, che possono ripartire oggi, domani, in qualsiasi momento, l'anno prossimo. Abbiamo visto a che cosa ha portato lo spopolamento delle campagne, abbiamo visto che abbiamo la fauna selvatica che ci invade le città, abbiamo visto cosa vuol dire non arare, abbiamo le cavallette che si mangiano fra un po' tra di loro, quindi questo secondo me �� l'unico modo che abbiamo per intervenire, ascoltare chi ci può dare una mano e intervenire dal punto di vista legislativo in maniera più tempestiva possibile. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Elena Fancello. Ne ha facoltà.
FANCELLO ELENA (PSd'Az). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare dal profondo del cuore il collega e Sindaco di Santu Lussurgiu Diego Loi, per l'esempio di dignità, coraggio e speranza che ha dato a questa Assemblea con le sue parole. Quanto gli deve essere costato raccogliere le forze per essere qui oggi a parlare di futuro solo lui può saperlo, uno sforzo che, mi sento di prometterglielo, non è stato vano, perché ci ha messo tutti nella condizione di scegliere se migliorare tutti insieme o morire nella rabbia. E allora anch'io vorrei dare il mio piccolo contributo a questa ricostruzione, che parte oggi dalle nostre parole nella massima Assemblea sarda. Oltre a tutte le azioni già reclamate o annunciate negli interventi precedenti da parte dei colleghi, ce n'è una che sta soprattutto, che è propedeutica a tutte le altre: studiare; dobbiamo metterci a studiare, perché ciò che è accaduto in questi giorni è destinato potenzialmente a non restare un caso isolato, potrebbe essere la spia di un fenomeno che rischia di diventare endemico. I cambiamenti climatici e lo spopolamento sono due ingredienti micidiali che hanno posto le condizioni affinché tutto questo accadesse e pu�� tornare ad accadere. Dobbiamo rimetterci a studiare perché se non c'è dubbio che lo spiegamento di forze è stato massimo, se non c'è dubbio che come ha puntualmente riportato l'Assessore della difesa dell'ambiente Gianni Lampis tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto, forse il problema è che tutto ciò che è in nostro potere non è più abbastanza, non è adeguato a condizioni climatiche e sociali che sono profondamente mutate rispetto a quanto questo modo di affrontare gli incendi è stato pensato. Dobbiamo rimetterci a studiare per capire come sono cambiati i territori, la loro vegetazione, gli insediamenti umani, per capire dove sia il confine fra la tutela della natura e l'incuria, per stabilire quanto e come le foreste devono conoscere l'intervento umano e in che misura, quanto ci interessa costruire nuovi modelli sociali, comunitari, lavorativi, per contrastare lo spopolamento. Abbiamo parlato di formazione ed educazione nelle scuole, ma dobbiamo prima tornare a studiare noi per sapere cosa insegnare a questi bambini.
Dire che non si butta la sigaretta dal finestrino dell'auto non basta, quello che va insegnato alle nuove generazioni prima lo dobbiamo imparare e per impararlo dobbiamo istituire i momenti di confronto permanente con le università, con i centri di ricerca, con le regioni che hanno le nostre stesse caratteristiche e i nostri stessi problemi. Avete notato che di incendi non si parla mai di inverno? Io sì. Che non ci sono convegni, approfondimenti e che le pubblicazioni sono rarissime? Perché gli incendi ogni volta vengono vissuti come un'emergenza, come un episodio isolato, dove la responsabilità è di questo o di quello. Ma guardiamoci indietro, siamo tutti cresciuti con l'odore del bruciato delle radici, con le spiagge sorvolate da aerei ed elicotteri antincendio, gli incendi hanno fatto parte della nostra vita fino a questo momento e ci siamo attrezzati, ma purtroppo ci siamo attrezzati per combattere gli incendi della nostra infanzia, mentre il fenomeno è mutato e rischia di diventare sempre pi�� violento. Dobbiamo studiare questa mutazione e attrezzarci per affrontarla.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.
SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Intanto anch'io vorrei partire da dove ha finito la collega Elena Fancello. È un film già visto, da ragazzini abbiamo visto gli incendi che hanno condizionato sempre negativamente la nostra infanzia fino anche ai giorni nostri. Io ricordo l''82, l''80, il '78, tutti incendi dove nel '56 nel mio Paese morirono anche otto persone, quindi è un film che si ripete, è un film dell'orrore che purtroppo non siamo mai riusciti a cancellare dalla nostra memoria. Ovviamente la solidarietà personale al collega colori Diego Loi e a tutti i sindaci del Montiferru per quello che hanno subito, perché essendo stato anch'io sindaco, sindaco di campagna come oso definirmi, so cosa vuol dire essere in prima linea soprattutto in questi casi.
Ovviamente ringrazio anche tutti, tutti coloro che per 48 ore sono stati impiegati nella lotta a questo incendio che a sentire il dottor Mele, direttore di Forestas, per la violenza che ha avuto, non si ricorda precedenti negli ultimi cinquant'anni, quindi un caso del tutto eccezionale al di là di quelle che sono le cause che l'hanno fatto scaturire e sulle quali c'è un'indagine e aspettiamo prima di sapere e di giudicare se ci sono responsabilità. Ringrazio gli operai forestali, troppo pochi, troppo pochi, io stamattina non ero presente, mi hanno riferito che il collega Daniele Cocco ha sollevato questo problema, noi non abbiamo operai che possano servire al servizio antincendio, noi abbiamo Forestas che durante il periodo estivo si dedica al servizio antincendio, abbiamo la media d'età che è attorno ai 59 anni, cioè oggi i colleghi di 59 anni che son presenti qua son quasi tutti in pensione o stanno per andare in pensione, quindi noi abbiamo una squadra che dovrebbe essere in prima linea che sta per andare in pensione. Quindi urge più che mai portare avanti la richiesta che è stata formulata da più parti, dalla maggioranza e anche dalla minoranza di attivare il turnover di Forestas.
Forestas non deve fare soltanto antincendio, bene ha detto Elena Fancello, non è che possiamo pensare agli incendi soltanto d'inverno, dovrebbe essere impegnata anche nei terreni privati facendo progetti, se riuscissimo, e qua faccio appello anche all'assessora Gabriella Murgia, se riuscissimo a inserire nel PSR quello che qualche decennio fa era l'azione Bosco, dove la scorsa Giunta e neanche noi per adesso, ma abbiamo il tempo per rimediare, si è preoccupata di inserire nel PNR il piano boschi. I nostri boschi sono un sottobosco che diventa, come ha detto in più interventi, l'ha detto anche l'onorevole Gallus, è una specie di miccia, è un combustibile naturale, quindi una volta che arriva l'incendio il sottobosco lo favorisce e ovviamente complica l'azione di chi deve intervenire per soffocare l'evento. Credo che sia fondamentale quindi avere un'azione del genere che va da una progettazione per impiegare questi operai forestali durante il periodo invernale laddove c'è più bisogno, a pulire appunto il sottobosco con un'azione Bosco, così si chiama, che sia forte, concreta e che dia delle risposte che possa consentirci di limitare i danni che gli incendi, che comunque ci sono sempre stati e credo che purtroppo ci saranno sempre, possano fare. Faccio riferimento a due interventi, quello del collega Piero Maieli e del collega Giuseppe Talanas, che uno per professione l'altro perché comunque ha delle aziende agricole, conoscono benissimo.
Noi in Sardegna abbiamo optato per il refresh, abbiamo avuto il problema del refresh, mi sembra che Talanas abbia fatto anche una mozione su questo, dove noi chiediamo, non paghiamo i contributi a chi ha terreni pascolativi dove c'è il bosco, quindi praticamente vietiamo al bestiame di andare a pascolare sotto gli alberi dove invece se ci fosse il bestiame consumerebbe quel sottobosco che poi diventa dannoso, dannoso non soltanto perché favorisce gli incendi, ma perché per esempio, non so se lo sapete, io mi occupo di sughero, il sughero in Sardegna è malato, ha una malattia, un fungo che si chiama TCA che viene prodotto appunto per la troppa presenza di sottobosco, quindi un altro danno ulteriore che si aggiunge a quello degli incendi. io credo che sia opportuno in questo momento andare anche a intervenire col PNRR, so che il Presidente anche con la mia collaborazione ha attivato una task force che è composta da professori dell'Università di Sassari, della Facoltà di Agraria e Facoltà di Scienze Forestali di Nuoro, che sta provvedendo a fare un progetto per inserire nel PNRR che indica nella riconversione ambientale una delle linee principali del suo intervento, un progetto che possa avere respiro e che possa essere anche quello attuato con l'assunzione di operai che siano presenti sul territorio.
La presenza dell'uomo, penso che sia fondamentale questo, perché se l'uomo non interviene a fare i lavori sicuramente non potremmo risolvere il problema.
Voglio rispondere un attimo a Massimo Zedda, non credo che la colpa sia degli ambientalisti se è successo questo problema, però un eccesso di ambientalismo succede in campagna perché ci sono delle regole che ha citato Piero Maieli e ha citato anche Giuseppe Talanas, che impediscono a chi ha un'azienda agricola di fare opere di bonifica, opere anche di aratura in certi periodi dell'anno, se fossero arate queste terre produrrebbero anche di più, però ci sono dei vincoli, delle regole, che non ti consentono di farlo, quindi anche quello favorisce la crescita di quel sottobosco e di quel materiale che poi diventa, come abbiamo detto tutti, una polveriera e quindi su tutte queste cose bisogna intervenire. Ovviamente oggi è il giorno dove dobbiamo cercare di operare su un doppio binario, dobbiamo affrontare l'emergenza, quindi intervenire pesantemente per dare sostegno, quindi ristoro alle popolazioni colpite da questa calamità e poi dobbiamo programmare, programmare sono quelle le due cose essenziali, attivare per le assunzioni del personale che è mancato anche in questo evento, personale a terra, attivarci quindi attraverso il turnover di Forestas e poi fare la programmazione attraverso i progetti per il PNRR.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Intervengo in qualche modo perché oggi, dico solo oggi, non ho intenzione di iscrivermi nell'elenco di coloro che vogliono trovare colpevoli e colpe. E lo dico solo oggi, perché riprendendo le parole dell'assessore Lampis, siamo ancora in piena fase emergenziale, mi sembra di capire anche dalle notizie che stanno arrivando in questi minuti, che ci sono degli uomini, ci sono delle forze in campo che stanno ancora spegnendo incendi. E quindi più che a noi, in questa discussione interessantissima, piena di esperti che conoscono il bosco e il sottobosco, che conoscono tutto, io credo che lo dobbiamo a questi uomini, a quegli amministratori che sono ancora in campo e che cercano di spegnere gli incendi. Per cui non trovo giusto, e lo dico da questa parte politica, da una parte politica che è molto distante dalla parte politica di appartenenza dell'assessore Lampis e del presidente Solinas, però non mi sembra questo il momento, questo qui è il momento della solidarietà, come bene ha ricordato il Sindaco collega Diego Loi, della vicinanza nei confronti di chi sta ancora lavorando in campagna e di chi ha perso tutto, tutto, e non sa come domani mattina poter rispondere alla propria famiglia e a quello con cui ha investito per anni.
Io credo che quindi oggi mi sento più vicino a chi anche in quest'Aula ha riconosciuto e ha speso una voce, un intervento, un pensiero che, vero è poco, però vi posso assicurare per chi ha perso tutto anche un pensiero, una solidarietà è tantissimo, perché non si sente solo. E ora io credo che anche se istituzionalmente questo Consiglio regionale oggi, senza trovare facili soluzioni, perché non ci sono facili soluzioni, perché se ci fossero state facili soluzioni tutto quello che è stato detto in quest'Aula e fuori di quest'Aula, sarebbe stato già fatto negli anni. Purtroppo alla natura, alla natura tutto quello che si toglie la natura ridà e lo ridà non sempre accarezzando l'uomo, ma ridà all'uomo quello in maniera molto forte che l'uomo gli ha tolto. E ora io credo che non ci siano soluzioni facili, però questo, come diceva benissimo il collega Loi c'è oggi più di ieri, perché oggi l'Isola è stata toccata in maniera più violenta non soltanto nel Montiferru, di non perdere l'esperienza tragica di questi tre giorni e di mettere su tutte le migliori energie per cercare di rispondere in maniera strutturale, perché oggi siamo in una fase ancora emergenziale, però Assessore, noi dobbiamo rispondere in una fase strutturale al fenomeno purtroppo degli incendi. Che guardate, anche parlare di fenomeno degli incendi è sbagliato, perché l'incendio è la fase finale di un dramma, quello che bisogna rispondere oggi in una fase strutturale, come è stato ricordato, è quello della programmazione. E devo dire, e lo dico non a chi è presente in quest'Aula e me ne scuso con i colleghi, guardate che fuori da quest'Aula all'interno delle categorie che avete detto voi, da Forestas al Corpo forestale, barracelli, sindaci, volontari, c'è molta gente professionalmente preparata e capace a spegnere gli incendi, quello che manca è la programmazione per evitare di arrivare ad una fase finale che è importante. E allora, lo dico anche qui, anch'io ho sentito le parole del presidente Solinas e di altri colleghi, non esistono ipotesi di lavoro, ripeto facili, mettiamo in campo ipotesi di lavoro concrete, sperare di trovare le risorse dal PNRR significa buttare la palla fuori dal campo. Non servono risorse del PNRR per questa situazione, serve di incrementare attraverso le risorse che ha questa Regione, e io dico che così come mettere vincoli di cinquant'anni sui terreni che in qualche modo sono stati oggetto da incendio, significa creare problemi o trovare facile strumentalizzazione prendendocela con i piromani e pensando che anche secondo me andrebbero veramente perseguiti con taglie però non significa affrontare il problema. Allora io credo che non esistono sicuramente facili soluzioni, però noi abbiamo l'obbligo morale di intervenire attraverso una fase di programmazione, per cui se questa seduta di oggi non vuole essere soltanto quella di un grido di allarme o con la facilità attraverso la quale noi dobbiamo dare solidarietà importante alle popolazioni, noi mettiamo in campo una delle idee più brillanti che ho ascoltato stasera e che proveniva da chi era in prima linea, in prima linea in questi tre giorni, e dal collega Diego Loi, serve, Assessore, un tavolo tecnico permanente che metta in campo attraverso i sindaci, l'opera degli amministratori locali, tutti i soggetti che sono interessati, in questi anni interessati alla battaglia contro questa piaga in qualche modo della nostra Isola per trovare una soluzione, ma soprattutto e per questo mi rivolgo all'Assessore dell'agricoltura, servono risorse al mondo agricolo. Senza pensare a risorse che non ci sono, trovate la soluzione perché vengano pagati quelli… aspettano, basta un decreto assessoriale. Tutti quelli che sono i bandi e che possono dare risorse, dagli apicoltori agli agricoltori, che sono nella graduatoria e che potrebbero essere pagati nel giro di 48 ore, già quello sarebbe un grande sollievo.
Iniziamo con i piccoli passi, sulla grande strategia c'è il tempo, ma già con i piccoli passi dalla solidarietà si passa ai fatti concreti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.
LAI EUGENIO (LEU). Vorrei iniziare il mio intervento in questa discussione odierna porgendo la solidarietà mia e del Gruppo a tutti i sindaci e le comunità coinvolte dall'incendio e vorrei porgere un grosso ringraziamento a tutte le donne e gli uomini che in questi giorni hanno combattuto contro le fiamme e che hanno consentito di mettere in salvo le vite umane e che in prima linea hanno dimostrato che la nostra Isola è solidale e può fare tanto in questi momenti difficili. E penso in particolar modo a tutti i volontari che in tutti i paesi e anche da diverse comunità della nostra Isola sono andati nelle zone colpite dall'incendio per prestare un sostegno, una mano d'aiuto. Così come la gara di solidarietà che in questo momento è in corso nella nostra Isola per aiutare chi sta peggio di noi. Voglio però provare a fare un ragionamento, affinché questa serata non sia una serata dove ognuno di noi parli solo di retorica o di tanta demagogia, perché non è vero che quello di ieri è stato l'incendio più grosso che si è visto nella nostra Isola, nel 1983 120.000 ettari di bosco sono andati bruciati, bisognerebbe dirlo al presidente Solinas. Però può essere quello di ieri la svolta, che fa capire alla politica che qualcosa deve cambiare. E lo dico indistintamente, al di là dei colori politici, lo dico perché si è costruito nel corso degli ultimi cinquant'anni un modello di sviluppo impostato su due poli, su due grossi poli, su due grandi città che hanno portato sempre di più i nostri conterranei ad abbandonare i nostri Paesi, ad abbandonare le nostre campagne, a pensare che lo sviluppo economico, grazie alle politiche imposte nella nostra Isola e non solo, sia possibile solo ed esclusivamente nei grossi poli, lontano dai propri Paesi. E si son visti tantissimi terreni abbandonati, uno spopolamento mai visto. Allora proviamo ad invertire questo trend, iniziamo dalle politiche sanitarie, continuiamo dalle politiche di sviluppo, continuiamo dagli investimenti economici che ci sono da fare in quei determinati territori, e questa è certamente una politica di lungo periodo. Però per far sì che questa sera questo Consiglio regionale non produca niente, noi dobbiamo uscire, Presidente, con un impegno chiaro, con un impegno chiaro che ci dica che già da domani siamo in campo per stanziare le risorse per ricostruire il liceo di Cuglieri, per ricostruire tutte le strutture che sono andate distrutte, per dare una mano reale e non solo a parole, a tutti quegli agricoltori, a tutti quei pastori che hanno perso tutto.
La politica regionale deve fare la propria parte e deve farlo, Assessore Lampis, anche chiedendo il perché al Corpo forestale tantissimi agenti in questo momento non hanno ancora effettuato la visita medica per poter spegnere le fiamme. E allora sabato, in Ogliastra, a fronte di incendi mi risulta che c'erano 50 operatori che stavano facendo visite mediche che non potevano andare a spegnere. Domani a Iglesias ce ne sono 70 che andranno a fare le visite mediche. E' pensabile che in pieno agosto si facciano le visite mediche per poter spegnere gli incendi? E' una questione di semplice organizzazione! Così come �� una questione di organizzazione non lasciare nel baratro in questo momento storico il Corpo forestale, è una vergogna che sia senza una direzione, non è pensabile che sia all'interno delle vostre beghe politiche. E allora, per tornare ai fatti concreti però, per tornare ai fatti concreti serve che, e l'ha detto in precedenza qualche collega dell'opposizione, serve che l'Assessorato all'agricoltura dica qualcosa e lo dica anche quest'oggi, perché i fondi del PSR vanno immediatamente liquidati a quegli agricoltori, a quegli allevatori che si trova in uno stato di difficoltà, in questo momento la liquidità per loro è essenziale. Così come tutte le risorse che devono essere messe in campo immediatamente, Assessore, non possiamo aspettare che arrivi l'assestamento di bilancio in quest'Aula, abbiamo capito benissimo che i tempi sono biblici, servono interventi immediati, da questo punto di vista tutti i Capigruppo, anche dell'opposizione, sono pronti a firmare un 102 per far entrare la proposta di legge già da domani mattina. E bisogna cambiare la situazione dei contributi a pioggia in agricoltura, perché non è più pensabile che chi non coltivi il proprio terreno riceva gli stessi contributi di chi fa un'agricoltura attiva. E' ora di cambiare modello di sviluppo, l'ho detto in precedenza, così come è ora che si sblocchino il turn-over nell'agenzia Forestas e nel Corpo Forestale, e incentivare, provare a controllare il nostro territorio, sono le armi migliori per prevenire e non piangere, così come stiamo facendo in questo momento. E un invito all'Assessore alla Pubblica Istruzione perché si investa in cultura, serve maggior senso civico e serve maggior consapevolezza, già a partire dalle scuole, così come ha detto qualche collega in precedenza. Così come è indispensabile che si metta da una parte l'allevamento delle oche nel recovery plan e si inizi a parlare di rimboschimento della nostra isola, da questo punto di vista è stato detto più volte in questAula. È necessario ricostruire quel patrimonio arboreo, storico e culturale che è andato in fiamme in questi giorni. E, badate, molliamo le follie dei 50 anni di blocco, perché se i pastori stanno soffrendo non debbono continuare a soffrire per altri cinquant'anni perché non possono neanche pascolare in quei determinati terreni. Pensiamo più che altro a sburocratizzare, pensiamo più che altro a fornire tempi certi per le autorizzazioni, perché anche da questo punto di vista non è pensabile che per pulire un bosco servono mesi e mesi di tempo di attesa. Serve maggiore attenzione, serve cambiare la politica di sviluppo, serve più prevenzione.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Sara Scanu. Ne ha facoltà.
SCANU SARA (Riformatori Sardi). Presidente, tutti abbiamo visto le drammatiche immagini di questi giorni, animali morti, colture bruciate, case lambite dal fuoco e per fortuna nessuna vittima umana ma, ahimè, molte vittime animali. L'immagine che mi è rimasta più impressa è quella dei due cani pastori che da soli hanno condotto in salvo il gregge assediato dalle fiamme. È proprio vero che abbiamo molto da imparare dagli animali, mentre certi umani che provocano questi disastri sono veramente delle bestie. Per chi distrugge c'è chi costruisce e ripara. Il nostro primo pensiero e ringraziamento va a tutti i volontari, ancora oggi impegnati sul posto, a contrastare questo tremendo e devastante incendio che purtroppo continua ad ardere. Ringraziamo pubblicamente barracelli, Protezione civile, Vigili del Fuoco, forze di Polizia, Esercito, Carabinieri e autorità di pubblica sicurezza tutti impegnati in prima fila. Oltre al territorio violato purtroppo anche le attività produttive sono state fortemente danneggiate ed è ancora presto per fare la conta dei danni materiali che saranno molto ingenti. Siamo vicini a tutti i sindaci delle comunità colpite. Occorre lavorare fin da ora perché è una situazione catastrofica come questa non si ripeta mai più. Purtroppo la stagione estiva non è ancora terminata, abbiamo ancora davanti il mese di agosto, statisticamente il periodo degli incendi più critico. Ribadisco quanto già detto mesi fa con ancor più energia, perché questa tragedia poteva essere evitata, di ottenere almeno adesso dallo Stato, per il futuro, un numero di Canadair maggiore alla dotazione attuale e distribuito su tutto il territorio sardo per garantire una copertura efficiente dell'intera isola, che è strettamente connessa alla tempestività dell'intervento. L'altro fronte importante è la prevenzione, su questa dobbiamo puntare, come è stato già ribadito più volte quest'oggi. È da sottolineare la solidarietà tra amministratori locali che si sono immediatamente attivati per organizzare una catena di aiuti verso le comunità colpite. Sono in corso raccolte di derrate alimentari e foraggio per gli animali, acqua, materiale sanitario e tutto ciò di cui c'è carenza, per questo li ringraziamo. Occorre porre maggiore attenzione sulle raccolte fondi a mio avviso affinché sia tracciato l'utilizzo di questi denari, che arrivino veramente a chi ne ha bisogno, non vorremmo che qualcun altro approfittasse della situazione a suo vantaggio. Dagli amministratori locali ci sono giunte anche alcune proposte a contrasto del triste fenomeno che vi voglio proporre. Proposte legate alla prevenzione, tra cui implementare di telecamere termiche i comuni, capaci di individuare efficacemente 24 ore su 24 le colonne di fumo su grandi distanze, incentivare la pulizia del sottobosco anche utilizzando risorse della campagna antincendio, snellire la burocrazia per ottenere le autorizzazioni. Ecco, queste magari, visto l'ordine del giorno, se vogliono essere prese in considerazione come proposte utili per affrontare questo problema. Io ritengo anche importante inasprire le pene per chi incendia la nostra terra, devono essere molto inasprite, non devono passarla liscia, devono essere disincentivati proprio, perché se tu bruci la nostra terra finisci in prigione per anni, per tantissimi anni, non devono più vedere la luce, come non vedono più la luce gli animali e che sono rimasti vittime e le fiamme che hanno distrutto i nostri pascoli e nostri boschi. Nessuna pietà! Concludo facendo una considerazione che mi è venuta in mente vedendo una immagine: il genere umano non si consideri più furbo e veloce della volpe.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mura. Ne ha facoltà.
MURA FRANCESCO (FdI). Presidente, grazie ai colleghi che hanno affrontato un dibattito così complesso in una clima degnamente costruttivo e questo è un merito che secondo me va dato al mio collega consigliere regionale, al mio collega Sindaco, ma anche al mio carissimo amico Diego Loi, perché nel suo intervento iniziale avrebbe potuto avere una esternazione emotiva ben diversa, invece ha avuto la grande capacità di indirizzare questa discussione verso un clima costruttivo che non può che far bene e rendere onore a quest'Aula e soprattutto a lui, che immagino sia rientrato a casa preoccupato perché ancora l'incendio non è del tutto domato. Il Montiferru è casa mia, un po' perché ci sono nato e un po' perché è parte integrante del paesaggio del mio territorio. L'orizzonte occidentale visto dal Barigadu è proprio il Montiferru, è il primo sguardo che vediamo quando il sole illumina all'alba il nostro territorio, la prima luce arriva al Montiferru, ed è lo stesso territorio che ci regala ogni giorno una fotografia bellissima durante il tramonto, sabato sera però lo spettacolo ci è stato negato, ci è stato negato durante il giorno quando hanno iniziato a divampare i fumi che hanno oscurato tutta la vallata del Omodeo, e ci è stato negato durante la notte, quando guardavamo appunto l'orizzonte occidentale, e vedevamo il Montiferru quasi come volesse ritornare alla sua origine vulcanica, con le fiamme che lo riportavano appunto a questa immagine così crudele. Io la notte l'ho passata in piedi, l'ho passata al telefono con i sindaci del territorio del Montiferru, che alcuni di loro oltre a essere Sindaci e colleghi sono anche alcuni tra i miei più cari amici, amicizie nate nella condivisione di un ruolo di responsabilità che è quello del Sindaco e che ti costringe a essere pronto a tutto, senza nessuna preparazione. E questo hanno dimostrato i miei amici Diego, Antonio, Gianni, Giambattista che, senza esitare, hanno fatto le scelte giuste, applicando insieme ai loro piani di Protezione Civile tutto il senso di responsabilità che hanno dimostrato di avere e portando in salvo così tutte le persone dei loro Comuni. Questo risultato vale la loro Legislatura e questo Consiglio regionale deve riconoscerglielo e devo ringraziarli. Deve riconoscere questo grande risultato che è stato raggiunto dall'intero sistema di Protezione civile regionale, che parte appunto dai sindaci, passa per tutti gli operatori del Corpo forestale, di Forestas, dei Vigili del fuoco, della Protezione civile, dei Carabinieri e della Polizia, e si chiude con il direttore della Protezione civile con l'assessore Lampis e il presidente Solinas. Non ho timore a rendere il merito all'assessore Lampis anche di essere andato lì ieri a prendersi l'esternazione emotiva che quei territori nelle persone dei loro rappresentanti avevano, e assieme all'assessore Lampis c'era anche il Presidente Pais, e con loro c'era tutta una delegazione di consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione. Persone che avevano perso tutto e che avevano un carico emotivo enorme, certo rimane al netto di questo la tragedia ambientale, ma non è consentito a nessuno di usare la tragedia ambientale del Montiferru per attuare una speculazione di consenso, questo non è stato fatto in quest'aula e io devo rendere merito appunto a tutti i nostri colleghi. Io ho apprezzato molto l'intervento dell'onorevole Zedda, l'ho condiviso in gran parte onorevole Zedda, e condivido con lei che sono stato anche io nel Montiferru ieri, ci sono stato anche domenica, non ho fatto selfie, non ho fatto nessun tipo di esternazione che potessero anche lontanamente collegarmi a un tentativo di speculazione, cosa che non è detto che sia per gli altri ovviamente, e anche io come lei ho quelle informazioni riguardo alla partenza di quell'incendio e riguardo anche alle difficoltà che si sono avute durante la bonifica e poi alla conseguente ripartenza di quell'incendio, e la risposta gliela data, a un primo giudizio ovviamente, aspetteremo poi quello che sarà il termine delle indagini che ci saranno, immagino che le autorità preposte stiano già operando, gliel'ha data il suo collega Satta Gianfranco, quando dice che l'incendio è stato domato dopo le ore 20 e le forze per attuare la bonifica, le forze aeree non erano più utilizzabili, pertanto con le forze a terra è ovvio che in due ore è impossibile domare o rendere completa la bonifica di una parte dell'incendio. E poi subentra quella che abbiamo visto tutti, tutte le persone che vivono nel centro Sardegna, cos'è stata la condizione climatica da quel momento in poi, una condizione climatica del tutto straordinaria, perché il vento da sud soffiava a 60 chilometri orari con un livello di umidità tale da consentire, da trasformare tutta la biomassa presente in quello che è uno dei boschi più belli del mondo, trasformarla in un combustibile perfetto. In sostanza la concomitanza di tutte queste cose ha trasformato gli eventi in una in una tempesta perfetta. E chi conosce il Montiferru sa cosa dico quando parlo del fatto che non si tratta di una situazione ordinaria, perché il Montiferru non è un bosco di macchia mediterranea e di cisto, il Montiferru è uno dei boschi più belli al mondo, una foresta alternata al ceduo di lecci, querce, sugheri che raggiungono fino a 20 metri di altezza. Con una condizione climatica come quella che abbiamo attraversato, col vento che soffiava a 60 chilometri orari, il fuoco in cima alle piante aveva salti, che si chiamano appunto salti di fuoco, di oltre 500 metri. E chi ha avuto la sfortuna di vivere condizioni di incendi nelle campagne sa di cosa sto parlando, e sa che qualsiasi intervento a terra sarebbe stata una condanna a morte certa anche per il più esperto degli operatori dell'antincendio. Pertanto lasciamo perdere cortesemente in virtù della bellezza del dibattito che si è svolto oggi anche le questioni su fasce antincendio e pulizia del sottobosco, che in una condizione ordinaria sono certo importanti, anzi fondamentali, ma nello specifico caso dell'incendio del Montiferru stiamo parlando d'altro e se facciamo riferimento anche a quella lettera stiamo cercando di crocifiggere e di mettere sul patibolo addirittura i Sindaci, che si sono dimostrati invece di essere più vicini al titolo di eroe che non al titolo di negligente come quella lettera vuol far vedere. Abbiamo perso la foresta di Badde Urbara, e ci vorrà un secolo per rivederla come l'abbiamo conosciuta. Abbiamo perso Sa Tanca Manna di Cuglieri, una distesa di ulivi che costituivano una parte fondamentale di una filiera che era un'eccellenza per la Sardegna ed è andata persa, chissà quando la rivedremo, un'eccellenza che faceva invidia alle migliori qualità e alle migliori realtà del Salento. Abbiamo perso le valli che portano a Santa Vittoria di Sennariolo, un quadro naturale. Abbiamo perso il patrimonio boschivo di salvataggio di Iscanu, e io vi invito ad andare a vederlo quando sarà di nuovo possibile perché è un posto bellissimo. Le valli che portano a Corona Niedda e alla Marina di Alabe. È un patrimonio che la Sardegna ha perso e ha perso il suo cuore verde, e noi dobbiamo avere la forza di dare delle risposte immediatamente tangibili, va bene la richiesta di intervento nei confronti del Governo, Presidente, sul PNRR, ma questo PNRR, Presidente, lo annunciano in tanti ma non lo vede nessuno. Quello che dobbiamo fare invece è avere la forza da questo Consiglio regionale, perché la gente questo si aspetta, di intervenire quanto prima fin dalla prossima variazione al bilancio, con un intervento che abbia le stesse proporzioni, la stessa entità e lo stesso modello, come è stato annunciato dall'assessore Lampis in diverse occasioni questi ultimi giorni, della vicenda avvenuta a Bitti, non dobbiamo avere timore di fare un'azione di questo tipo, perché glielo dobbiamo a quei a quei territori. Ha ragione poi chi dice che non c'è più tempo da perdere per l'espletamento dei concorsi di Forestas e del Corpo Forestale, non c'è ombra di dubbio, mi schiero al fianco di chi prima di me in questa giornata ha sottolineato questa fondamentale esigenza, possiamo iniziare addirittura da subito, perché all'interno dell'agenzia Forestas, nell'ultima approvazione del fabbisogno del personale, abbiamo la disponibilità, la capacità assunzionale già subito di 180 operai per il 2021 e di 65 per il 2022, certo non cambiano le condizioni, però è già un segnale importante che diamo a queste agenzie e che ci aiuterà nuovamente in futuro a poterli definire eroici, come abbiamo sempre fatto. Diciamo con i fatti, appunto, a Diego, a Gianni, ad Antonio, a Giambattista, a Gianluigi, a Giovanni Antonio che la Regione riconosce il loro gesto eroico, e soprattutto il sacrificio che le loro comunità hanno fatto, e io sarò qui a sostenerli per far sì che le parole e le emozioni di questi giorni non siano dimenticate, perché come ho detto prima il Montiferru è casa mia, e se un uomo non è in grado di difendere con tutte le sue forze casa propria è un uomo che non vale a nulla.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Alessandro Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Presidente, colleghi, come consigliere eletto nella provincia di Oristano naturalmente, come tutti voi, mi ha tanto segnato quello che è successo. Non ci sono parole per descrivere quello che ieri ho visto girando quasi tutti i centri che sono stati colpiti dagli incendi degli scorsi giorni, incendi che sono ancora in corso. Ho visto la natura che è diventata un deserto, nero, desolato, dove c'erano gli olivi ora ci sono dei ciocchi neri, dove c'era la vegetazione ora c'è il nero, il colore della desolazione. Ho visto le persone in lacrime, le lacrime di chi ha perso tutto. Ho visto i Sindaci prostrati dalla fatica e dalla disperazione; quando tu parli con un Sindaco e questo Sindaco ti dice "non c'è più il paese", c'è ben poco che ti viene in mente di poter fare. Ho visto gli operatori del soccorso e i volontari che, a rischio della vita e senza risparmiarsi ancora sono impegnati nelle operazioni di bonifica dal fuoco.
Tutti ricordano i grandi incendi, la grande calamità dell'83, il '94, per quanto mi riguarda è la prima volta vista la mia età che in tutta coscienza riesco a vivere ed essere segnato da un evento del genere, e davvero mi ha segnato profondamente. Ognuno di questi eventi ha portato via qualcosa, qualcosa che non riusciremo più ad avere e che ci deve far riflettere su quanto sia importante preservare ciò che resta e ricreare ciò che è perso, per rinascere, per crescere, però, è indispensabile imparare dai propri errori. Arriverà, come è stato paventato oggi, il momento del riconoscimento e dell'individuazione delle responsabilità personali, e, dove esistenti, professionali, su cui io chiedo e sono sicuro verrà applicato il rigore inflessibile che necessita l'individuazione delle responsabilità in questo tipo di situazioni, questo deve essere però il momento oltre che del cordoglio, del raccoglimento, della coesione che è stata invocata a più voci, deve essere il momento del riconoscimento della responsabilità della politica che, badate bene, io penso debba essere il compito primario di un legislatore che si rispetti, perché bisogna capire dove si è sbagliato e dove si deve migliorare, dove abbiamo sbagliato, che cosa dovevamo fare e che cosa non abbiamo fatto. Questo è un tarlo che ho da giorni e che non mi fa dormire, ho provato, sto provando a darmi delle risposte. Lo abbiamo detto già, lo sanno tutti, le nostre campagne sono in buona parte abbandonate, gli operatori della macchina del soccorso, a cui va ogni onore, ogni plauso ed ogni rispetto, hanno un'età media altissima, si parla di quasi sessant'anni per il Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Mancano in questo momento, in piena campagna antincendio, figure cardine in ruoli dirigenziali, in primis il comandante ma anche responsabili a livello territoriale. Gli amministratori locali sono lasciati soli, non ora perché la solidarietà ora la stanno ricevendo ed è stata manifestata da tutti, il problema è che gli amministratori locali vengono lasciati soli nella fase della prevenzione, dove enti come le Province e la Regione con la loro inerzia spesso rendono inutile o quasi del tutto inefficace da parte dei Comuni l'applicazione e l'attuazione dei piani antincendio. Noi non dovremmo trovarci qui come succede in questo caso (è successo un evento gravissimo ma succede ogni estate) a parlare di come si dovrebbero contrastare gli incendi, dovremmo fare qualcosa prima. Il nostro ruolo, a cui non possiamo abdicare, è quello anche di programmatori, colleghi, abbiamo i mezzi che dobbiamo esercitare per evitare che queste tragedie avvengono, nella misura in cui naturalmente è umanamente possibile impedirlo, perché vedere questo disastro, non so voi ma in me, come consigliere regionale, ha generato un senso di impotenza ed anche di inutilità profondo.
In questi casi la politica si gioca la credibilità su due fronti. Affrontare l'urgenza - l'ho già detto gli incendi non sono ancora spenti -, bisogna dare immediato sostegno alle aziende colpite. Ho sentito parlare dell'utilizzo dei fondi PNRR per i boschi, benissimo, la dichiarazione dello stato di emergenza, benissimo, è indispensabile però che nell'esercizio della nostra autonomia finanziaria anche la Regione Sardegna eroghi quante più risorse possibili, utilizzando anche le leggi di bilancio, quella che verrà adesso ma anche quella che verrà dopo una volta che riusciamo a avere una stima dei danni incommensurabili che hanno subito le comunità su cui gli incendi hanno insistito, è indispensabile che la Regione in prima persona prenda le redini di questa situazione ed eroghi degli incentivi quanto più immediatamente possibile. In secondo luogo ci giochiamo la credibilità una volta per tutte sulla programmazione: serve ed è evidente, è già stato detto, lo ripeto, un grande progetto di valorizzazione e mantenimento delle campagne, coinvolgendo in primis coloro che le abitano e le vivono, serve l'implementazione di un sistema antincendio adeguato al patrimonio che siamo chiamati a difendere e di cui siamo custodi, servono campagne capillari di educazione ambientale, così che l'episodio della macchina che viene lasciata sulle sterpaglie non si ripeta più, e tanti altri episodi come questo che hanno causato devastazioni pari o minori ma comunque devastazioni, non si ripetano e non si verifichino più.
Colleghi, in particolare mi rivolgo a quelli di Oristano ma a tutti, perché oggi è toccato a noi domani chissà ma non c'è differenza di sorta, perché il patrimonio della Sardegna non è il patrimonio della provincia di Oristano, non è il patrimonio della provincia di Nuoro, non è il patrimonio dell'Ogliastra, è il patrimonio di tutti, e con quello che faremo in seguito a questa catastrofe ci giochiamo qualsiasi credibilità, in un momento in cui la fiducia nella politica è ai minimi storici.
Badate, anche se non ci sono stati morti altri sono i pericoli che stiamo correndo: ora è venuto il fuoco, poi arriverà l'autunno, poi arriverà l'inverno, arriverà il dissesto idrogeologico, perché come l'albero che brucia poi si sa che muore, e questo è un altro problema che potrebbe accadere, lo stesso può accadere ad un centro di montagna che sulla natura che lo circonda basa buona parte della propria economia. In una Regione che già soffre lo spopolamento dei piccoli centri come piaga, questo sarebbe un colpo di grazia per tanti di piccoli centri che sono stati colpiti da questo incendio.
Avete visto le lacrime, la devastazione, avete visto lo smarrimento, ciò che avete visto e sperimentato non si cancella con le belle parole che stiamo pronunciando oggi ma con gli atti concreti che siete, che siamo chiamati a compiere per assolvere davvero al ruolo che siamo chiamati a ricoprire. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Filippo Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI GIAN FILIPPO (UDC-Cambiamo). Non è facile intervenire in un dibattito che affronta uno dei disastri più grandi che la nostra Isola ricordi. Le immagini che abbiamo visto in questi giorni sono entrate nel cuore e nella mente di ognuno di noi, il danno ambientale è incalcolabile, ed è quasi impossibile anche poter prevedere quanti anni ci vorranno per ricreare quello che il fuoco ha completamente distrutto, e poi ci sono i danni economici, anche in questo caso talmente ingenti che oggi non sono forse neanche quantificabili. Con uno scenario così devastante è evidente che non sia sufficiente la solidarietà, non basta, non bastano le parole e non è sufficiente neanche la condanna per chi potrebbe aver generato un disastro di queste dimensioni, io vorrei però ringraziare prima di tutto chi in questi giorni ha lottato e lotta per salvare anche solo un pezzo della nostra terra, chi l'ha difesa come giustamente si difende un bene che fa parte di noi stessi, sono loro la parte più bella, quella di cui non possiamo che andare orgogliosi, mi riferisco ai Vigili del fuoco, agli operatori della Protezione civile, quelli del Corpo Forestale, Forestas, i barracelli, tutte le forze dell'ordine, i Sindaci e tutti gli amministratori comunali e i tantissimi volontari.
Oggi questo Consiglio deve mostrare unità, possiamo e dobbiamo discutere di come si debba migliorare tutto il sistema antincendio, di cosa si può fare di più per la prevenzione, di quali interventi attuare da subito per evitare che quanto accaduto possa succedere di nuovo. Possiamo e dobbiamo aiutare e dare il sostegno più concreto e immediato alle comunità, ai cittadini, alle aziende che hanno subito danni gravissimi, possiamo e dobbiamo tutti insieme pretendere dal Governo nazionale di prevedere da subito un ulteriore aiuto che guardi ovviamente all'immediato ma anche al futuro, sia che questo arrivi da fondi nazionali o ricorrendo alle risorse del Recovery fund. Il momento della rinascita e della ripartenza non è facile ma deve essere contraddistinto dalla volontà di creare basi solide per migliorare le condizioni di vita della nostra terra, ancor di più quando questa è stata ferita in maniera così dolorosa.
Siamo la massima Assemblea elettiva della Sardegna, abbiamo il compito di cercare soluzioni e di affrontare questa situazione con spirito di servizio, con l'obiettivo di fare il bene della nostra terra.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.
GIAGONI DARIO (LEGA). Era il 28 luglio 1983 quando sulla collina di Curragia a Tempio Pausania scoppiò un violento incendio che provocò 9 morti e 15 feriti tra le persone che cercavano di spegnerlo; era la mattina del 9 agosto 1994 quando un incendio, risultato poi doloso e per il quale sono andati a processo quattro operai stagionali, cancellò i boschi da Macomer a Cuglieri: due esempi forse banali, forse scontati che però parlano di una Sardegna che lotta contro gli incendi boschivi nelle calde estati di ben 38 e 27 anni fa. Oggi, con le immagini drammatiche del Montiferru ancora una volta vittima per mano dell'uomo o per tragica fatalità delle fiamme impresse nella mente, dobbiamo avere il coraggio di domandare a noi stessi quanto e cosa realmente sia stato fatto in termini di prevenzione e contrasto in tutti questi anni. Ogni estate la Sardegna è chiamata ad affrontare l'emergenza incendi, ogni anno siamo costretti a vedere le immagini della nostra terra rigogliosa e florida trasformarsi in un deserto, ogni anno interi territori piangono lacrime di cenere: non possiamo più rimandare, tergiversare o attendere che accada un'altra tragedia simile prima di intervenire seriamente attraverso anche l'istituzione di una Commissione tecnica valida, che sappia fornire strumenti giusti e indirizzarci su strade che forse non abbiamo mai avuto il coraggio di percorrere ma che potrebbero essere la salvezza di una terra che non può più subire.
So che ora è il momento degli aiuti immediati, e ci consola quello che sta facendo anche il Governo nazionale, il messaggio di speranza del sottosegretario Vania Gava che assicura operazioni di riforestazione della zona interessata, sono consapevole del fatto che chi ha perso tutto ha bisogno di interventi finanziari tempestivi per ricostruire almeno in minima parte sacrifici di una vita andati in fumo, non serve un atto di indirizzo serve un atto legislativo, serve un atto immediato (un atto di indirizzo finisce sempre nei cassetti per poi essere rispolverato più volte) ma sono altrettanto certo che ora è anche il momento di ragionare sul medio e lungo termine, di sederci e con il cuore ancora sanguinante parlare di ciò che dobbiamo fare per preservare le meraviglie di ieri e garantire un domani più sicuro. La paura di compiere passi importanti e da tanti ritenuti utopistici non salverà il mondo, rimango fermamente e fortemente convinto che vi è la necessità di dotare di propri mezzi aerei la Protezione civile regionale, al fine di sopperire alle oggettive difficoltà logistiche di cui soffriamo, se vogliamo sperare di vincere la battaglia contro gli incendi ed essere realmente incisivi sia in termini di accurata prevenzione che di efficace repressione. Non può esservi prevenzione senza un'adeguata repressione.
Abbiamo visto lingue di fuoco attraversare vigneti, oliveti, divorare l'olivastro millenario di Cuglieri che vegliava sulla sua popolazione con pazienza e amore materno da sempre; abbiamo visto creature innocenti perire tra le fiamme. Le soluzioni da vagliare sono molteplici, siamo pronti a confrontarci su ogni ipotesi valida, a prescindere da chi sia a proporla, ma da sardo fieramente innamorato della sua terra muovo un appello ad ogni onorevole collega presente in quest'Aula: agiamo ora, un esempio potrebbe essere anche un disegno di legge che è stato presentato al Senato dalla Lega, che riconosce la figura dell'agricoltore custode dell'ambiente, perché l'agricoltore è quello che conosce le peculiarità, l'agricoltore, il pastore, l'allevatore lo dobbiamo sentire, lo dovevamo sentire già da prima e dobbiamo continuare a sentirlo, dobbiamo andare a parlare anche con loro non solo con i Sindaci, dobbiamo parlare con coloro che toccano con mano quella terra, questo dobbiamo fare. Non servono vincoli alcune volte, perché inserire un vincolo come stava uscendo in questi corridoi di vincolare a cinquant'anni quei terreni dove passano gli incendi è una pazzia, è una pazzia se esce da quest'Aula una cosa del genere! Intervenire in emergenza, come il nostro partito sta facendo a livello nazionale attraverso la raccolta dei fondi promossa immediatamente, non esclude la possibilità di lavorare a un piano per il futuro, le due strade se vogliamo possono viaggiare in parallelo, e, perché no, ogni consigliere mettere in campo parte del proprio stipendio: facciamoci sentire con i fatti non solo con le parole, questo è importante, diamo sostegno a chi ha perso tutto combattendo per un futuro senza fiamme, un futuro che sappia restituire alla Sardegna la meravigliosa vegetazione e la straordinaria selvaticità dei boschi che da sempre tutta l'Italia, e non solo, tutto il mondo, ci invidia. Infine, mi sia consentito di concludere con una sola e semplice parola verso tutti gli operatori del Corpo Forestale, della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, barracelli, Croce Rossa, forze dell'ordine, i Sindaci e gli allevatori, a tutti i volontari donne e uomini che in questi giorni hanno lavorato senza sosta, un grazie, semplicemente sentitamente grazie per tutto ciò che hanno fatto.
Alcune priorità le vorrei dire, trovare il modo di andare a pagare subito quelle pratiche - mi rivolgo anche all'Assessore di competenza - le pratiche per il benessere animale agli allevatori proprietari di quelle terre dove è passato l'incendio; riportare, valutare e verificare se è possibile, come forse è stato sollevato da qualche collega qua in aula, il pascolo, in modo che così non rimangono delle aree a rischio incendio. I vincoli non servono se non sappiamo prevenire.
Concludo, una mamma, la nostra Isola, la nostra Sardegna non si ama quando muore ma si ama sempre.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.
GANAU GIANFRANCO (PD). Io inizio con un doveroso ringraziamento ai Sindaci, qui mirabilmente rappresentati dall'intervento del collega Diego Loi che ha introdotto i nostri lavori, all'intero apparato organizzativo della Protezione civile regionale, i Vigili del fuoco, Forestas, il Corpo forestale, i barracelli, i volontari che si sono spesi sino all'ultimo e ancora oggi stanno operando per completare le bonifiche di questo incredibile incendio, che rientra nel novero dei grandi incendi boschivi, che hanno delle caratteristiche di particolare virulenza e che sono difficilmente contenibili. Ovviamente esprimiamo solidarietà e vicinanza alle popolazioni, alle comunità coinvolte.
Oggi discutiamo di un evento drammatico che ha cancellato oltre 20 mila ettari di terreno in gran parte boschivo, danneggiando talvolta in modo irreversibile proprietà e attività produttive, cancellando testimonianze ambientali e storiche anche millenarie, provocando danni incommensurabili agli allevamenti e alla fauna selvatica. Un danno incalcolabile dal punto di vista ambientale, dal punto di vista economico e dal punto di vista sociale ancora tutto da valutare . Un fatto gravissimo sulle cui responsabilità non spetta certo a questo Consiglio soffermarsi per l'individuazione di responsabilità con caratteristiche penali, sperando che eventuali responsabilità, se ci sono, siano presto individuate, questo è il momento di dimostrare vicinanza alle comunità colpite. Bene ha fatto il presidente Solinas a proclamare lo stato di emergenza, che facilita la attività di alcuni processi con una maggiore rapidità rispetto alle condizioni ordinarie e ha fatto bene anche a chiedere un supporto in termini economici, fattivo da parte del Governo nazionale. Ma noi dobbiamo intervenire con risorse nostre per dare un segnale forte a queste popolazioni di vicinanza e di attenzione. E credo che questo possa essere fatto, possa essere fatto o all'interno del prossimo assestamento di bilancio, o meglio ancora scorporando con un intervento ad hoc di cui noi ci dichiariamo pronti a venire in Aula e discuterlo anche domani, se questo fosse possibile, dandogli quindi il massimo di celerità, così come abbiamo fatto in altre occasioni simili. Per questo credo che le Commissioni interessate debbano iniziare a lavorare da subito ovviamente in raccordo strettissimo con gli Assessorati competenti in particolare con quello delle finanze per individuare le disponibilità finanziarie e indirizzarle nella maniera migliore. Ancora oggi è stato denunciato un tentativo doloso di incendio, sono stati reperiti degli inneschi, per fortuna non attivati, nell'agro di Oniferi, ancora un atto criminale contro tutti i sardi che non può che provocare indignazione e ferma condanna. Ed anche per questo credo che una proposta che è stata avanzata in questo Consiglio vada sostenuta con forza, cioè quella di un intervento di educazione che ha un taglio culturale importantissimo basato sui temi della legalità e della valorizzazione, tutela e difesa dell'ambiente che deve trovare spazio nelle scuole nel prossimo futuro, va rafforzato questo tipo di intervento, perché credo che ancora ne abbiamo bisogno, purtroppo ancora ne abbiamo bisogno. Credo senza polemiche che da questa tristissima contingenza dobbiamo trarre degli insegnamenti su cui operare. È stato già detto è necessario sbloccare il turnover per quanto riguarda il Corpo forestale, il personale di Forestas, nominarne i dirigenti, attribuire ulteriori mezzi idonei ai volontari e Barracelli, alle compagnie barracellari che svolgono una funzione importantissima all'interno del sistema antincendio soprattutto quello comunale e locale. In particolare va rinforzato, secondo me, il sistema della prevenzione che comprende la manutenzione continua del sottobosco, che è vero che in condizioni estreme come quelle che si sono rilevate ha una capacità di contenimento limitata, ma è anche vero che un'individuazione precoce in condizioni di sottobosco ben curato rendono molto più facile l'isolamento dell'incendio. Quindi questa è una delle cose che dovrebbe essere fatta in maniera continua come quella della manutenzione delle fasce frangi fuoco, una manutenzione corretta delle strade di penetrazione agraria, che sono quelle che consentono poi di spostarsi anche nei punti più impervi e più difficilmente raggiungibili, che altrimenti non possono essere raggiunti da nessun mezzo e da nessun intervento di tipo antincendio da terra. Non è sufficiente, Assessore, glielo dico, per esperienza una delibera di Giunta regionale che scarica poi la responsabilità come da legge ai sindaci e ai privati, questa deve essere sostenuta da risorse adeguate che consentano davvero un intervento ai Sindaci, lo dico con l'esperienza, ho fatto per nove anni il sindaco di una grossa città che ha quindi anche una capacità e una disponibilità finanziaria maggiore, eppure tutti gli anni ci trovavamo in grossissima difficoltà a dare una risposta adeguata a questo tipo di problema. Credo che serva una attenta valutazione anche sui moderni sistemi di videosorveglianza che hanno una capacità di individuare precocemente e in pochi minuti i focolai di incendio, consentendo quindi un immediato intervento di contenimento e di spegnimento. Ecco credo che questa valutazione vada fatta e se ci sono le condizioni perché queste tecnologie oggi sono adeguate, e danno effettivamente la risposta richiesta, credo che la Regione Sardegna debba fare un pensiero serio a fornirsi di questo tipo di sistemi di controllo del territorio che a quello che mi risulta danno importanti risposte. Così come credo che la proposta di un piano massivo di forestazione, di riforestazione della nostra Isola sia una risposta importante non tanto legata a questo problema contingente quanto una necessità dell'isola tanto per un miglioramento della qualità dell'aria, che risponde pienamente alle linee del PNRR, dall'altro un incentivo per l'occupazione e ancora un ristoro rispetto allo scippo ottocentesco del nostro patrimonio boschivo. Purtroppo questo tipo di intervento va a scontrarsi oggi con una riforestazione delle zone dove è passato l'incendio, perché esiste una legge regionale che impedisce gli interventi di riforestazione per cinque anni sui terreni attraversati da incendi con interventi pubblici di fondi pubblici per la riforestazione, quindi anche questo è un tema su cui dovremo intervenire se vogliamo utilizzare i fondi del PNRR anche per una riforestazione delle zone colpite. Sembrerebbe che il presidente Solinas, che oggi evidentemente non poteva essere in aula, stia dando la disponibilità di venire domani mattina per portare anche delle ulteriori informazioni all'Aula, da parte nostra ovviamente nulla osta perché questo possa avvenire, grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.
MULA FRANCESCO (Psd'Az). Grazie Presidente, vorrei iniziare il mio intervento con delle considerazioni che ha fatto un amico su un social, che secondo me calzano bene ma son due righe, e poi vorrei dire qualcosa di mio. E dice: ti accorgerai di che cosa hai perso quando non troverai più niente di così bello, così unico e così nostro, perdiamo pezzi di storia, cultura, natura, storia, vince sempre l'illegittimità e immeritata supremazia dell'uomo sulla natura, la sua ipocrisia. Io credo che non ci sia considerazione più intelligente, più azzeccata come un post scritto da questo amico. Noi ieri, Presidente, siamo andati a visitare i territori percorsi dagli incendi e non siamo andati a fare passerelle politiche, oltretutto siamo di un territorio nessuno ci poteva dire che siamo di quel collegio elettorale, siamo andati a mendicare a dire nulla di più, ma siamo andati a trovare un amico in primis il collega Diego Loi, abbiamo colto la sua disperazione e ci ha colpito quando ci siamo fermati lì a Santu Lussurgiu che abbiamo incontrato l'allevatore Deiala che è il fratello della famosa Pepe Deiala per chi l'ha conosciuta che è deceduta, che lavorava qui in Consiglio regionale. Un uomo di una certa età che ha iniziato a piangere davanti a noi, persone che non conosceva, e abbiamo colto la disperazione negli occhi di quella persona come dire è adesso, e domani che cosa farò. E noi abbiamo provato a dire stia tranquillo noi faremo tutto quello che possiamo fare per non lasciarvi soli. E questa è la voce della disperazione di un uomo, com'era la voce della disperazione dei sindaci che noi siamo andati a vedere quei territori, abbiamo visto la devastazione, ma per chi ha fatto il Sindaco, come l'ho fatto io, che anche noi abbiamo vissuto non solo eventi così tremendi, ma vorrei ricordare abbiamo vissuto alluvioni, sfollare la gente, case distrutte, salvare gente che risultavano imprigionati nelle cantine. Quindi chi è in prima linea, chi ha fatto il Sindaco sa bene come funzionano in certi momenti di difficoltà, dove molte volte, è vero, il Sindaco si sente veramente solo. Per�� in questi momenti bisogna anche fare dei ragionamenti lucidi e devo dire che quest'Aula oggi ha dimostrato di essere veramente, dico una spanna, superiore ad altre occasioni, a parte qualche intervento che io posso dire semplicemente non serve oggi cercare responsabilità o additare responsabilità sulla disperazione della gente, perché comunque cercando sempre quel consenso magari sui social accontentando una fascia di gente che vorrebbe comunque sempre vedere sangue, e quelle persone che poi non verranno accontentate con quel sangue, poi dopo berranno del sangue di chi sta alimentando. Quindi non serve oggi, non serve, perché la gente è disperata e se la gente è disperata noi oggi dobbiamo dare risposte e non sono d'accordo, signori, quando cerchiamo di dire dobbiamo sempre risolvere a casa nostra. Il Governo deve fare la sua parte così come ha fatto in altre Regioni italiane, vorrei ricordare la Sicilia. Quindi non è che stiamo a piangere noi faremo la nostra parte, la faremo subito ma vorremmo anche un segnale da parte del Governo, un segnale tangibile e importante. Io mi auguro che domani mattina il Presidente che sarà in quest'Aula ci potrà dare qualche notizia in più e rassicurare per quanto insomma può essere fatto in prospettiva. Son stati citati dei temi importanti, Presidente, l'ha detto il collega Cocco, l'ha ribadito il collega Satta, insomma un po' tutti che abbiamo delle leggi importanti che vanno nella direzione della valorizzazione e tutela del nostro patrimonio come la legge su Forestas, io inviterei non solo i componenti e il Presidente di iniziare quanto prima anche su questa legge. Però non posso che rimarcare una manchevolezza che è quella che colpisce la Regione, è sempre la solita: la burocrazia regionale. Voi provate ad immaginare che noi l'anno scorso un anno fa su un caso similare, non così violento sugli incendi quest'Aula aveva deliberato di dare risorse importanti a dei territori, non sto qui a dire, ad oggi questi territori non hanno visto una lira. È passato un anno e lì la colpa non è che del presidente Solinas o dell'assessore di turno, io vorrei capire ma questi Uffici abbiamo o non abbiamo veramente la volontà e la voglia di chi non lavora, di chi non funziona di mandarlo a casa? Ecco quello che io dico, perché continuiamo a dire la colpa è del dirigente, perché? Perché non firma, perché non firma? Perché c'è uno scaricabarile e vi dico perché c'è lo scaricabarile. Giorni fa abbiamo parlato del problema delle cavallette, che nulla a che vedere con il problema degli incendi, ma sempre una calamità è, Presidente, perché quelle si stanno divorando pure le pietre. Il prossimo anno se noi non interverremo ci troveremo a fronte di un territorio più o meno 30.000 ettari, il prossimo anno, io ho fatto una battuta, in Costa Smeralda anziché avere turisti avremo le cavallette negli alberghi, quindi vogliamo intervenire, sì! C'è la volontà di intervenire, quindi io sollecito che gli interventi che devono essere fatti bisogna farli quanto prima. Speculazioni di ogni tipo, Presidente, io vorrei anche che un attimino noi non solo come maggioranza ma con le opposizioni iniziamo a ragionare su cose che compaiono ogni tanto su questa famosa speculazione sui mezzi aerei su quanto ci costano questi mezzi vogliamo farlo? Io penso che nessuno di noi stia facendo speculazioni di nessun tipo, non diventiamo né più ricchi né più poveri perché dobbiamo andare a pagare chissà quale imprenditore di turno. La cosa che io vorrei, Presidente, e mi auguro che succeda d'ora in poi e che ci sia la sensibilità da parte di quest'Aula, forse a qualcuno non piacerà, visto che abbiamo passato un periodo abbastanza lungo senza lavorare in Consiglio, senza lavorare nelle Commissioni, io credo che non è necessario che il mese di agosto si possa andare in ferie chissà per quanti giorni, io credo che ragionare sugli aiuti a questa povera gente, ragionare sulla variazione del bilancio che comunque ci sono delle risorse importanti da mettere in campo, credo che ognuno di noi dovrebbe avere la maturità, la consapevolezza, l'umiltà di poter pensare che forse non è il caso di poterci allungare ancora le ferie, perché credo che ne abbiamo fatte abbastanza, Presidente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie Presidente, non sono sufficienti le parole per descrivere l'immane sciagura e la gravità dello scenario che molti di noi hanno potuto vedere con i propri occhi durante i sopralluoghi compiuti questi giorni. E non bastano le parole per esprimere la gratitudine agli uomini e alle donne che hanno fatto in modo che il bilancio non fosse ancora peggiore. Io non sono affascinato dalla figura dell'eroe, mi fa più piacere pensare a migliaia… ricordo che da un mese a questa parte sono riaperti bar, quindi volendo si può stare anche più comodi… non sono molto affascinato dalla figura dell'eroe, preferisco pensare piuttosto che a eroismi a migliaia di persone che hanno fatto ciascuno il proprio mestiere e il proprio dovere. ognuno per la sua parte. Non mi piacciono nemmeno la retorica delle emergenze inevitabile e imprevedibile, perch�� quanto è avvenuto nell'ultimo anno ci dovrebbe insegnare che ormai di imprevedibile c'è ben poco. Vorrei poter dire che in questa Regione in un momento come questo manchino solo le cavallette, purtroppo non posso dire nemmeno questo. Perché gli ultimi anni, soprattutto l'emergenza pandemica, ci hanno insegnato come si debba fare i conti, almeno in via teorica, anche con quello che si tende a considerare imprevedibile e impossibile. Oggi da noi non ci si aspetterebbe parole, in queste ore migliaia di persone hanno compiuto il loro dovere, i roghi, non so se l'Assessore ci potrà dire un sì o no, non sono ancora del tutto spenti, la situazione non è ancora di piena sicurezza. E ricordo a tutti che poche ore prima della ripartenza dell'incendio nel giorno di domenica, poche ore prima era stato spento appunto, si pensava spento un rogo molto più circoscritto, 20 ettari l'incendio del giorno precedente, 20.000 quello del giorno successivo. Per cui ancora in questo momento un grazie doveroso da parte di tutto il Consiglio regionale deve andare a chi è ancora impegnato a mettere in sicurezza quel territorio. Ora hanno fatto il loro mestiere e parlo anche dei Sindaci che hanno tenuto unite e sicure le comunità. Ora però sta al Consiglio regionale fare la sua parte e la sua parte non è solo quella di esprimere cordoglio e dire la nostra, la sua parte è quella di disporre di risorse, dare direttive chiare affinché queste risorse vadano ai destinatari, intervenire affinché il bilancio non peggiori. non ci si deve offendere o non si devono considerare alcune dichiarazioni e alcuni interventi come atti di lesa maestà o atti fuori luogo, evidenziare cosa non ha funzionato, perché colleghi qualcosa siamo andati tutti, qualcosa non ha funzionato, serve per evitare che già nei prossimi giorni o nelle prossime settimane capiti una cosa simile. Agire meglio, migliorare alcune cose può rendere più sostenibili i bilanci di prossimi problemi simili, intervenire subito per esempio sull'individuazione, la restaurazione di una catena di comando chiara che parta, questa almeno è il mio giudizio da un comandante del Corpo Forestale, perché su questo aspetto secondo me è interesse di tutti fare in modo che in futuro nel prossimo futuro la Commissione Ambiente, che dovrà iniziare a capire cosa fare) nel prossimo futuro possa avere un interlocutore istituzionale pienamente in grado di compiere il suo dovere. Allo stesso modo mi è dispiaciuto, ma ci sta, che il dibattito a volte abbia perso di concretezza, ci sono tante cose che secondo me occorre pianificare per i prossimi anni e per i prossimi decenni. Si può discutere di PNRR, sono favorevolissimo a fare una discussione su quel tema, si può discutere di suggerire un inasprimento di pene, non sono d'accordo, però si pu�� discutere, non penso che sia questo il momento, perché l'emergenza non è ancora finita e a mio giudizio tre sono le cose che oggi deve fare il Consiglio regionale. In primo luogo, l'ho già detto, capire cosa non ha funzionato e correre subito ai ripari, a volte si tratta di azioni facili. In secondo luogo, prevenire, fare di tutto per prevenire i rischi da dissesto idrogeologico, quello che è avvenuto soprattutto nel Montiferru, non solo nel Montiferru, ma soprattutto in quel territorio, comporta un enorme rischio per il prossimo futuro, si tratta di interventi che non possono attendere i tempi dei fondi europei né i tempi della…
PRESIDENTE. Può concludere.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Ho concluso, Presidente. Si tratta di qualcosa però che va quantificato, va esaminato e va risolto subito perché altrimenti tra tre mesi magari rischiamo di essere qui in quest'Aula a parlare di un'altra tragedia inevitabile e che invece, avendo qualche mese di tempo, esattamente come avevamo qualche ora di tempo per spegnere definitivamente quei 20 ettari che avevano preso fuoco il giorno prima, potevano appunto essere evitati. Terzo punto: le risorse. Abbiamo un tesoretto, chiamiamolo così, c'era un assestamento di bilancio che non è mai arrivato in Aula, ora ci si trova di fronte ad un'emergenza, sono convinto che per primo l'assessore Fasolino sarà in grado di presentare a brevissimo un testo che metta nella disponibilità del Consiglio regionale in prima battuta un ammontare di risorse congruo a dare subito un segnale e subito una risposta a chi ha perso tutto, occorre però lavorare anche sugli strumenti. Perché, Presidente, in questa legislatura diverse volte, molte volte, anche l'opposizione ha approvato delle leggi, lo abbiamo fatto anche in piena notte convinti, persuasi dal fatto che magari già il giorno dopo si sarebbe potuto dare una risposta ai soggetti interessati, il risultato è che spesso le settimane diventano mesi, i mesi diventano anni, le persone arrabbiate diventano ancora più arrabbiate, ancora più deluse e ancora più disparate. Su questo le chiederei, Presidente, e chiudo, di fare in modo che già nei prossimi giorni si riuniscano le Commissioni competenti, che alle riunioni di Commissione partecipino anche i direttori generali quando non nominati che vengano nominati e i Direttori di servizio, che le Commissioni non siano dei rituali simbolici dove ciascuno dice la propria e poi si torna a casa senza concludere niente, ma che si trasformino in luoghi operativi dove si possano affrontare i problemi prima ancora di produrre la legge che stanzi le risorse, a costo di fare notte, a costo di fare audizioni, però preferisco, Presidente, e chiudo, prima di approvare norme che potrebbero in questa fase appunto creare ulteriore delusione, fare di tutto, e questo secondo me è il ruolo che tutto il Consiglio regionale a prescindere da maggioranza e opposizione deve fare, affinché chi ha perso tutto e chi ha perso molto non perda anche la speranza. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Agus, era l'ultimo intervento, quindi è chiusa la discussione generale. Domani ci sarà la replica della Giunta da parte del presidente Solinas, dopodiché si valuteranno anche le condizioni di fare un ordine del giorno unitario. Prima di chiudere la seduta ricordo ai Gruppi, qualora intendessero proporre domande al question time, di indicare le interpellanze, interrogazioni o mozioni comunque rispetto alle quali si volesse avere una risposta dalla Giunta, di farlo entro la giornata odierna. Grazie. La seduta è tolta, il Consiglio è aggiornato a domani alle ore 10 e 30.
La seduta è tolta alle ore 18 e 44.