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Resoconto della seduta n. 415 del 22/05/2008

CDXV Seduta

(ANTIMERIDIANA)

Giovedì 22 maggio 2008

Presidenza del Presidente SPISSU

Indi

Del Vicepresidente RASSU

Indi

Del Presidente SPISSU

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 39.

CALLEDDA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di martedì 27 febbraio 2008 (406), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri Atzeri, Farigu, Pittalis e Francesco Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 22 maggio 2008.

Poiché non vi sono opposizioni, questi congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

"Interrogazione Milia, con richiesta di risposta scritta, in merito alle limitazioni imposte dalla Giunta regionale al commercio ambulante in caso di trasferimento dell'attività commerciale per atto "inter vivos"". (1231)

"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sulla riapertura, con nuove caratteristiche, della selezione espletata e in attesa di pubblicazione della graduatoria a tempi ampiamente scaduti, di un operatore tecnico autista indetta dalla Provincia del Medio Campidano su richiesta dell'ASL n. 6". (1232)

"Interrogazione Vargiu - Pisano - Dedoni - Cassano, con richiesta di risposta scritta, sull'acquisto della testata giornalistica dell'Unità da parte del Presidente della Regione Sardegna". (1233)

Discussione congiunta delle mozioni: Diana - Artizzu - La Spisa - Capelli - Vargiu - Ladu - Liori - Moro - Sanna Matteo - Rassu - Lombardo - Contu - Licandro - Sanjust - Pileri - Petrini - Amadu - Cherchi Oscar - Randazzo Vittorio - Cappai - Randazzo Alberto - Cuccu Franco Ignazio - Milia - Pisano - Cassano - Dedoni - Murgioni - Gallus - Floris Mario - Farigu sul trasporto merci in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (171); Vargiu - Pisano - Dedoni - Cassano sulla grave situazione della continuità territoriale marittima sarda (159); Cuccu Giuseppe - Marrocu - Lanzi - Uras - Balia - Pinna - Giagu - Orrù - Fadda - Frau - Uggias sulla ipotesi di soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia (164); Uggias - Marrocu - Pinna - Lanzi - Uras - Balia - Cuccu Giuseppe - Lai Renato - Scarpa - Corda - Atzeri sull'interruzione del collegamento navale per iltrasporto dei vagoni merci da e per la Sardegna (165)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni numero 171 degli onorevoli Diana, Artizzu, La Spisa e più sul trasporto merci in Sardegna con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio; la mozione numero 159 degli onorevoli Vargiu, Pisano e più sulla grave situazione della continuità territoriale marittima sarda; la mozione numero 164 dell'onorevole Cuccu Giuseppe, Marrocu, Lanzi e più sull'ipotesi di soppressione del servizio marittimo del trasporto di rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia e la mozione numero 165 degli onorevoli Uggias, Marrocu, Pinna e più sull'interruzione del collegamento navale per il trasporto dei vagoni merci da e per la Sardegna. Abbiamo deciso in Conferenza dei Presidenti di Gruppo di procedere all'esame unificato delle mozioni e di illustrare le mozioni, ciascuna mozione per un tempo di 10 minuti e di proseguire poi con una discussione generale su tutte le mozioni che recano lo stesso argomento e le stesse problematiche inerenti i trasporti passeggeri e merci da a e per la Sardegna.

(Si riportano di seguito i testi delle mozioni:

Mozione Diana - Artizzu - La Spisa - Capelli - Vargiu - Ladu - Liori - Moro - Sanna Matteo - Rassu - Lombardo - Contu - Licandro - Sanjust - Pileri - Petrini - Amadu - Cherchi Oscar - Randazzo Vittorio - Cappai - Randazzo Alberto - Cuccu Franco Ignazio - Milia - Pisano - Cassano - Dedoni - Murgioni - Gallus - Floris Mario - Farigu, sul trasporto merci in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

tra gli obiettivi previsti dallo schema di Piano regionale dei trasporti adottato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 30/44 del 2 agosto 2007, figura il riequilibrio modale del trasporto merci in Sardegna, nel quale oggi si rileva il netto predominio del trasporto su strada, più costoso e inquinante, rispetto a quello su rotaia;

il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti hanno recentemente raggiunto un accordo con il Governo nazionale affinché tutte le competenze relative al trasporto pubblico locale, compreso quello ferroviario gestito da Trenitalia, siano trasferite alla Regione con un decreto legge di prossima approvazione;

contestualmente a tale accordo il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti hanno annunciato ingenti investimenti nel settore ferroviario, in particolare per quanto riguarda il rinnovo totale del parco macchine operante nel trasporto pubblico di passeggeri;

CONSIDERATO che:

nei giorni scorsi, Trenitalia ha comunicato che l'unico collegamento navale merci su rotaia operante da e per la Sardegna cesserà il 1° aprile 2008;

a partire da tale data per le imprese sarde non sarà più possibile avvalersi del trasporto merci su rotaia e l'intero traffico merci della Sardegna sarà dirottato su strada;

tale decisione avrà ripercussioni pesanti sul tessuto economico isolano: le imprese che operano nello smistamento delle merci che giungono nell'Isola su rotaia sono destinate alla chiusura con evidenti ricadute sul versante occupazionale (si prevede la perdita di non meno di 300 posti di lavoro), le imprese sarde che necessitano di trasportare materiali e prodotti da e per il continente vedranno incrementare i costi del trasporto e anche i prezzi al dettaglio dei prodotti venduti sul mercato isolano subiranno aumenti generalizzati;

SOTTOLINEATO che:

la decisione assunta da Trenitalia pone fine a un lungo processo di ridimensionamento del servizio di trasporto merci su rotaia da e per la Sardegna;

il numero dei traghetti operanti sulle rotte da e per l'Isola si è ridotto da sei fino all'unico mezzo attualmente operativo;

dei dodici scali merci esistenti nella rete ferroviaria regionale, nove sono già stati chiusi e i tre restanti lo saranno in conseguenza del disimpegno di Trenitalia dall'attività di trasporto merci su rotaia;

VERIFICATO che:

alle imprese che operano presso lo scalo merci di Cagliari è stata comunicata la chiusura dello scalo a far data dal 1° febbraio 2008 e il trasferimento dell'attività svolta presso lo scalo di Elmas;

a tutt'oggi non risulta che lo scalo di Elmas sia dotato delle infrastrutture necessarie allo svolgimento delle attività attualmente in essere presso lo scalo merci di Cagliari, né della viabilità adeguata al traffico di mezzi pesanti su gomma per la distribuzione a breve raggio delle merci smistate o da smistare presso lo scalo;

la Regione ha in previsione la realizzazione di importanti progetti di natura immobiliare in aree prossime al piazzale dello scalo merci di Cagliari, come il polo degli uffici regionali che dovrebbe sorgere tra viale Trento, viale Trieste e via San Paolo, e il campus universitario che si sta progettando nell'ex semoleria di viale La Plaia;

nella zona sono inoltre previsti interventi di natura immobiliare da parte di privati cittadini,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti
a riferire

se nei recenti incontri avuti con l'amministratore delegato di Trenitalia si è discusso della decisione assunta dalla società di disimpegnarsi dal trasporto merci su rotaia da e per la Sardegna a partire dal 1° aprile 2008;

se hanno condiviso tale decisione;

se è da ritenersi confermato l'obiettivo del riequilibrio modale nel trasporto merci in Sardegna enunciato nello schema di Piano regionale dei trasporti adottato dalla Giunta regionale;

se sono confermate le intenzioni che riguardano la chiusura dello scalo merci di Cagliari a partire dal 1° febbraio 2008 e il conseguente trasferimento delle attività che vi vengono svolte presso lo scalo di Elmas;

se risponde al vero che il piazzale dello scalo merci di Cagliari sarebbe stato acquistato da un soggetto privato;

se, prima di concludere tale transazione, il soggetto titolare del suddetto piazzale ha preso contatti con la Regione al fine di trasferire il bene al patrimonio regionale;

quali possibilità di sviluppo urbanistico sono consentite, ai sensi del Piano paesaggistico regionale e del Piano urbanistico comunale, nel piazzale dello scalo merci di Cagliari;

quali misure saranno poste in essere affinché lo scalo di Elmas sia dotato delle infrastrutture e dei servizi necessari allo svolgimento delle attività oggi svolte presso lo scalo merci di Cagliari;

se risponde al vero che sarebbe inoltre previsto il trasferimento dello scalo passeggeri di Cagliari in un'area intorno a viale Trieste;

se tale area risulta già individuata e, in caso affermativo, a chi appartiene la sua titolarità;

se sono intercorse interlocuzioni tra l'amministrazione delle ferrovie e della rete ferroviaria dello Stato e la Regione relativamente a tale trasferimento, anche nell'ottica della prevista realizzazione del polo dell'Amministrazione regionale in un'area prossima a quella che dovrebbe ospitare il nuovo scalo passeggeri;

quali utilizzi sono previsti per la storica stazione ferroviaria di Cagliari dopo il trasferimento dello scalo passeggeri,

impegna inoltre la Giunta regionale affinché

si attivi con la massima celerità e decisione nei confronti del Governo nazionale e dell'amministrazione di Trenitalia affinché non si giunga alla cessazione del trasporto merci su rotaia da e per la Sardegna e affinché questo sia potenziato con l'attivazione di nuove tratte e l'impiego di un numero maggiore di traghetti;

attivi, anche d'intesa con il Governo nazionale, opportune misure atte a ridurre i costi del trasporto merci da e per la Sardegna in regime di continuità territoriale, tenuto conto della condizione di svantaggio derivante dall'insularità, che privilegino il trasporto su rotaia rispetto a quello su strada;

assuma iniziative concrete finalizzate al riequilibrio modale del trasporto merci, coerentemente con quanto previsto nello schema di Piano regionale dei trasporti adottato dalla Giunta regionale;

si attivi con la massima celerità e decisione al fine di evitare la chiusura dello scalo merci di Cagliari e il trasferimento delle attività che vi hanno sede presso lo scalo merci di Elmas, se necessario acquistando il piazzale al fine di mantenere l'attuale destinazione d'uso;

qualora ciò non fosse possibile, si attivi affinché sia realizzato un nuovo scalo merci nel territorio del Comune di Cagliari, in un'area dotata di infrastrutture e collegamenti viari adeguati da individuare di concerto con l'amministrazione comunale;

nelle more del trasferimento alla Regione delle competenze sul trasporto pubblico locale, lo scalo passeggeri di Cagliari sia mantenuto presso la storica stazione ferroviaria di via Sassari e sia attivata l'interconnessione modale con la vicina stazione Arst di piazza Matteotti e con gli scali passeggeri e merci del porto di Cagliari. (171)

Mozione Vargiu - Pisano - Dedoni - Cassano sulla grave situazione della continuità territoriale marittima sarda.

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSIDERATO che:

il problema della continuità territoriale marittima rappresenta un nodo insoluto dello sviluppo economico sardo che grava, seppur in modo differente, sia sul trasporto passeggeri, che sugli scambi delle merci;

i maggiori costi e le incertezze nei collegamenti, relativi al trasporto delle merci, hanno contribuito a rendere difficile la ricerca di nuovi mercati per i prodotti sardi, hanno impedito la nascita ed il consolidamento di industrie sarde di trasformazione e hanno favorito lo sbarco in Sardegna di prodotti di importazione per il consumo di basso valore aggiunto e di scarsa qualità;

le difficoltà nel traffico passeggeri hanno costituito per lunghi anni un vero freno allo sviluppo dell'economia turistica sarda e rappresentano, ancora oggi, un ostacolo oggettivo alla libera circolazione delle persone nei confini del territorio nazionale;

il principio della continuità territoriale rappresenta uno dei cardini della parità di opportunità tra tutti i cittadini italiani, per cui l'azzeramento del gap trasportistico legato alle condizioni di insularità della Sardegna appare un intervento indispensabile per garantire ai sardi l'accesso ai mercati in situazione di effettiva concorrenzialità;

per tale motivo appare indispensabile che venga ribadito il principio della garanzia, da parte dello Stato, di pari condizioni di mobilità per le persone e per le merci nell' ambito del territorio nazionale, diversamente da quanto disposto dalla legge finanziaria dello Stato per il 2007 che, recependo il contenuto di un accordo intercorso tra lo Stato e la Regione Sardegna, trasferisce alla stessa tutti gli oneri relativi alla continuità territoriale;

lo Stato ha anche ritenuto di escludere le rotte interne della Sardegna dal progetto delle autostrade del mare che avrebbe avuto, tra i suoi obiettivi, il decongestionamento dei traffici interni su mezzo gommato;

la Comunità europea ha ripetutamente ribadito l'inaccettabilità dei sussidi di Stato in regime di monopolio sulle rotte marittime, in quanto interferirebbero sulla concorrenza legata alla libertà di navigazione, mentre lo stesso Stato italiano sta, di fatto, procedendo verso l'interruzione della convenzione con la compagnia di navigazione Tirrenia che, per lungo tempo, ha garantito una serie di rotte deboli interne alla Sardegna e di collegamento tra Sardegna e Continente;

sin d'ora, le leggi di mercato operanti sulle rotte marittime sarde hanno decretato lo sviluppo dell'attività della portualità del nord Sardegna e la progressiva depressione dei traffici merci e passeggeri verso il porto di Cagliari che, in particolar modo nei mesi invernali, rischia di diventare sempre più povero di collegamenti, considerati assolutamente non appetibili dalle compagnie di navigazione;

tale situazione del traffico merci rischia di innescare pesantissimi effetti negativi sull'intero sistema viario isolano, perchè concentra nei porti del nord Sardegna gli arrivi delle merci destinate al consumo e rende pertanto necessario il loro trasporto su mezzo gommato verso i mercati di consumo più popolosi, localizzati nel sud dell'Isola, con conseguente, elevata pressione di mezzi pesanti sul sistema viario isolano (si calcola che circa 400 TIR percorrano ogni giorno per questo motivo la strada statale n. 131);

non sembra che ad oggi la regione Sardegna abbia adeguatamente valutato i problemi della continuità territoriale marittima, né abbia individuato congrue ipotesi di soluzione;

la Regione Sardegna ha attivato una pesante azione sul Governo nazionale, rivolta alla immediata disdetta della convenzione con la Tirrenia, senza che risulti preventivamente predisposto uno studio progettuale sugli effetti della decadenza di tale convenzione e sulle azioni che si renderebbero comunque necessarie per la protezione delle rotte merci e passeggeri con domanda più debole;

la legge finanziaria regionale 2007 conferisce alla SFIRS un trasferimento economico da utilizzarsi per costituire, con il concorso dell'imprenditorialità privata, una compagnia di navigazione sarda che, nelle intenzioni della Regione, sembrerebbe destinata a sostituirsi almeno in parte alle attività di collegamento attualmente gestite dalla Tirrenia;

tale progetto appare davvero antistorico perchè configurerebbe la nascita dell'ennesimo carrozzone a partecipazione pubblica, in un settore ad alto dinamismo, dove l'ingresso di un soggetto pubblico rischierebbe di determinare una situazione di violazione delle regole di mercato, sanzionabile dalla Unione europea;

nella storia della Regione Sardegna l'intervento pubblico nei settori privatistici è sempre stato accompagnato da clamorosi fallimenti che hanno comportato pesanti effetti negativi sociali e sull'occupazione e gravi danni economici alle casse regionali;

assai più realistico e compatibile con le norme comunitarie apparirebbe invece un intervento regionale rivolto a garantire gli oneri sociali sulle tratte merci e passeggeri più deboli, attraverso un contributo per unità trasportata, che non vada ad interferire sulle regole della libera concorrenza nei traffici marittimi,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a disdettare immediatamente l'accordo con lo Stato sulla continuità territoriale, ribadendo il principio per cui la libera circolazione dei cittadini e delle merci all'interno del territorio nazionale è un fondamentale diritto acquisito, che deve comunque essere garantito dallo Stato nel rispetto delle pari opportunità e dei pari diritti che devono essere riconosciuti ad ogni cittadino italiano;

a rinunciare definitivamente all'ipotesi di costituzione di una compagnia di navigazione semipubblica sarda che, qualora effettivamente creata, comporterebbe la creazione di un nuovo carrozzone, incapace di sostenere la concorrenza del libero mercato e comunque destinato a sperperare ingenti risorse economiche della collettività sarda;

ad attivarsi immediatamente per la predisposizione di un progetto che garantisca il traffico merci e passeggeri nelle rotte marittime più deboli interne e verso il Continente, attraverso un sistema di incentivi per unità trasportata, che sia compatibile con le normative comunitarie e concorra alla strutturazione di un sistema di trasporti sardo concorrenziale e fondato sulla qualità. (159)

Mozione Cuccu Giuseppe - Marrocu - Lanzi - Uras - Balia - Pinna - Giagu - Orrù - Fadda - Frau - Uggias sulla ipotesi di soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia.

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSIDERATO che:

nei giorni scorsi Trenitalia Spa ha comunicato la sua decisione di sopprimere il servizio marittimo di trasporto dei rotabili ferroviari tra Golfo Aranci e Civitavecchia, effettuato dalla nave Cargo/RFI;

tale decisione comporterebbe di fatto l'eliminazione del trasporto merci su rotaia in tutta la Sardegna;

la soppressione del servizio di trasporto dei rotabili ferroviari provocherebbe un fortissimo impatto occupazionale non solo tra gli addetti attualmente in forza a Cargo/RFI (circa sessanta persone) ma anche e soprattutto tra le imprese industriali e del terziario per le quali tale servizio é indispensabile per il proseguimento delle attività produttive;

in particolare, la paventata eliminazione del trasporto marittimo dei rotabili ferroviari avrebbe effetti fortemente negativi sulla Keller elettromeccanica Spa, azienda che si colloca tra i più importanti costruttori e riparatori ferroviari a livello internazionale;

la Keller elettromeccanica nello stabilimento di Villacidro costruisce e ripara rotabili ferroviari di ogni tipo e rappresenta una delle realtà industriali più importanti in Sardegna;

attualmente la Keller elettromeccanica ha in essere dodici contratti con Trenitalia, per un valore di circa 40 milioni di euro, e garantisce direttamente la piena occupazione a 300 dipendenti ai quali si sommano ulteriori 80 addetti per le lavorazioni affidate all'indotto, che operano all'interno dei propri impianti;

la Keller elettromeccanica produce, inoltre, lavoro per una significativa filiera di piccole e medie imprese sarde, che forniscono all'azienda sub componenti e attività di vario tipo;

nel corso dell'anno 2007 sono pervenuti nello stabilimento Keller di Villacidro, per essere sottoposti ai lavori di ristrutturazione, circa centocinquanta rotabili di varia tipologia, con una media di due tradotte a settimana (in ingresso e in uscita);

la soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili ferroviari bloccherebbe immediatamente tutte le attività dello stabilimento Keller di Villacidro, in quanto tutti i rotabili in lavorazione presso il citato stabilimento possono essere trasportati fuori dalla Sardegna solo via mare, per ragioni di ingombro, peso e circolabilità stradale;

la citata soppressione impedirebbe, inoltre, alla Keller elettromeccanica di partecipare alle future gare (alcune delle quali in corso) per 1'aggiudicazione di ulteriori contratti da sviluppare nel corso del 2008 e negli anni a venire, con la perdita di tutte le qualifiche, nazionali e internazionali, sinora conseguite;

la soppressione in questione comporterebbe, altresì, una verifica da parte dell'azionariato cui la Keller fa riferimento, circa la presenza di condizioni gravemente ostative alla continuazione dell'attività industriale in Sardegna, ponendo il territorio isolano a confronto con locazioni industriali che si presentano più attrattive e favorevoli, con il rischio che la nostra Regione perda una delle due attività industriali più vive e diverse centinaia di posti di lavoro,

impegna la Giunta regionale

ad adottare presso il Presidente del Consiglio dei ministri, le Ferrovie dello Stato e Trenitalia Spa tutte le iniziative necessarie per scongiurare la soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili ferroviari tra Golfo Aranci e Civitavecchia, al fine di evitare che la Regione Sardegna subisca danni economici e sociali gravissimi, con perdita di una delle realtà industriali più importanti e vitali dell'Isola, qual è la Keller elettromeccanica Spa, e conseguente disoccupazione per centinaia di famiglie sarde;

ad adottare tutte le iniziative necessarie per garantire l'efficacia e l'efficienza della continuità territoriale delle merci da e per la Sardegna, affinché il comparto industriale della Regione non subisca il peso delle sue condizioni geografiche di insularità. (164)

Mozione Uggias - Marrocu - Pinna - Lanzi - Uras - Balia - Cuccu Giuseppe - Lai Renato - Scarpa - Corda - Atzeri sull'interruzione del collegamento navale per il trasporto dei vagoni merci da e per la Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSIDERATO che:

- attualmente la rete ferroviaria della Sardegna, attraverso lo scalo di Olbia-Golfo Aranci, è collegata alla rete nazionale seppure attraverso un'unica unità navale delle Ferrovie dello Stato adibita al trasporto di vagoni merci;

- in tal modo RFI, ovvero la Holding Ferrovie dello Stato, e le società da essa controllate, garantiscono la continuità del servizio di trasporto di vagoni merci via mare tra il territorio della Sardegna e il resto del territorio italiano;

- già dall'ottobre 2007, RFI ha sospeso le corse per la necessità di interventi di manutenzione urgenti e improrogabili sul traghetto Garibaldi annunciando l'impegno di garantire la continuità del servizio di trasporto di vagoni merci con il dirottamento di un traghetto in servizio sulla rotta Reggio Calabria-Messina;

- nei giorni scorsi Trenitalia Spa ha comunicato che, con decorrenza 1° aprile 2008, verranno interrotti i collegamenti via ferro con la Sardegna e che tale interruzione comporterà i suoi effetti su tutto il traffico merci;

- l'Assessore dei trasporti, Sandro Broccia, rispondendo ad una precedente interrogazione ha comunicato di avere inviato una lettera al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per chiederne l'immediato intervento per "bloccare ogni eventuale iniziativa di rimodulazione del servizio da parte di RFI non preventivamente valutata con la Regione e per promuovere un immediato incontro con l'Amministratore delegato di RFI per una più ampia valutazione della situazione";

- l'Assessore ha riferito di un incontro, tenuto a Roma il giorno 5 novembre 2007, in occasione del quale la Regione ha ottenuto assicurazioni dal Ministro dei trasporti, Bianchi, che il collegamento marittimo ferroviario costituisce uno degli argomenti nell'agenda prevista per l'incontro congiunto con FS Holding;

- nonostante tali rassicurazioni, l'annunciata interruzione del collegamento navale suscita un giustificato allarme per come, in assenza del servizio di collegamento marittimo ferroviario la rete ferroviaria della Sardegna sarebbe destinata all'isolamento interno rispetto alla rete ferroviaria italiana ed europea;

- sono ugualmente gravi gli ulteriori effetti negativi derivanti da tale annunciata interruzione sul sistema economico sardo, in quanto verrebbe eliminata dal mercato dei trasporti un'alternativa ai mezzi gommati, con maggiorazione di costi e interruzione di particolari forniture di merci;

- è di tutta evidenza che l'interruzione dei collegamenti ferroviari con la rete ferroviaria nazionale sia in contrasto con gli indirizzi strategici forniti dalle politiche nazionali ed europee dei trasporti che mirano a incentivare il trasporto di merci e persone su linea ferroviaria;

- inoltre è evidente come tale scelta risulti inaccettabile in quanto comporta l'inesorabile declino del sistema ferroviario interno e la perdita di centinaia di posti di lavoro direttamente presenti nel sistema ferroviario, nonché di ulteriori centinaia di posti di lavoro attualmente assicurati da numerose imprese private che ruotano intorno al servizio,

impegna la Giunta regionale

1) affinché riferisca urgentemente al Consiglio quali iniziative siano state poste in essere per scongiurare l'interruzione del servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna;

2) ad adottare tutte le iniziative necessarie presso il Presidente del Consiglio dei ministri e le società della Holding Ferrovie dello Stato, affinché vengano fornite immediate garanzie sulla prosecuzione e sul miglioramento del servizio di trasporto di vagoni merci tra la Sardegna e il resto d'Italia;

3) ad adottare tutte le iniziative necessarie per garantire la continuità territoriale e la maggiore efficienza del trasporto merci da e per la Sardegna. (165).)

PRESIDENTE. Se siete d'accordo colleghi, facciamo cinque minuti di interruzione per consentire a chi è in giro per il palazzo di rientrare in Aula e poi diamo la parola all'onorevole Diana per l'illustrazione della mozione numero 171. Invito i Capigruppo ad attivarsi per chiedere ai colleghi di essere presenti in Aula. Cinque minuti di sospensione.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 43 , viene ripresa alle ore 10 e 49.)

PRESIDENTE. Colleghi, iniziamo il nostro lavoro. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

DIANA (A.N.). Spero di rientrare nei 10 minuti che peraltro abbiamo concordato col Presidente relativamente a questa materia che ha origini ormai datate, tant'è che la prima interrogazione su questo argomento venne presentata nella prima metà di novembre del 2007, debbo dire che in quella circostanza l'Assessore ai trasporti, debbo dire, discostandosi notevolmente da quelli che sono i tempi della Giunta regionale, rispose in un tempo piuttosto breve, cioè un mese. In quella interrogazione, che era la numero 1062, ovviamente l'Assessore fece alcune considerazioni, non sempre consone a quello che è il ruolo di un Assessore regionale, ma lasciandosi andare anche a considerazioni, che avrebbe potuto certamente fare qualcuno dei colleghi della maggioranza, ma non l'Assessore regionale. Ma, ne abbiamo parlato altre volte, e pertanto io non ritornerò su questo argomento, salvo per un passaggio che c'è scritto in quella risposta all'interrogazione numero 1062, dice l'Assessore: "E' davvero francamente imbarazzante che gli interroganti si chiedano solo oggi per quali ragioni si è giunti ad una tale riduzione del servizio". Beh, intanto vorrei rispondere all'Assessore che solo in quel momento avevamo avuto notizia che Trenitalia avrebbe provveduto a sopprimere le corse da e per la Sardegna con il collegamento da Golfo Aranci, e quindi solo in quel momento. Ma ci sono altre considerazioni all'interno della risposta che, ripeto, è inutile citare in questo momento. Io partirò da una prima considerazione, che mi nasce dall'aver ascoltato, qui, in quest'Aula, il ragionamento che ha fatto il Commissario europeo per le politiche regionali, di qualche settimana fa. Il Commissario europeo ha detto che era certamente utile il mondo della conoscenza, dell'informazione, ma ha fatto un preciso riferimento alla carenza infrastrutturale che ha questa Regione, e ha parlato proprio di trasporti, oltre che di energia e di altro, ma certamente ha parlato di trasporti. Probabilmente qualcuno, forse il Presidente della Regione, avrebbe dovuto ricordare al Commissario che, nel punto 5.4.4.3, strategie e priorità di attuazione 2007-2013, nel Programma regionale di sviluppo, si dice: "Si vogliono confermare i trend di crescita delle merci movimentate, anche attraverso il miglior adeguamento degli assetti infrastrutturali: fondali, banchine, spazi a terra, connessioni stradali, ferroviarie. Adeguare l'offerta di intermodalità su ferro, in modo da ridurre i carichi di veicoli pesanti che gravano sulla strada statale numero 131, 131 direzione centrale, con sistemi di camion su treno. Quindi, questa è un'affermazione di principio che fa la maggioranza e il Presidente della Regione, e ovviamente tutta la Giunta, per cui riteniamo che questa linea strategica fosse da perseguire. Noi, quindi, già più di un anno fa abbiamo sollevato il problema. A questo problema non è stata data nessuna risposta, nel senso che Trenitalia ha continuato la sua strategia, e aveva già comunicato che il 1º aprile sarebbero cessati i trasporti da e per la Sardegna per via ferroviaria. Poi c'è stata una proroga, non sappiamo neanche se questa proroga avrà effetti, quando terminerà, se la Giunta regionale e il suo Presidente e l'Assessore si sono mossi per vedere di sostenere le ragioni di una Regione che, oltre all'isolamento storico che deriva proprio dal fatto di essere Isola, dovesse anche rinunciare a questo servizio, che certamente avrà anche dei problemi, perché se consideriamo che fino a qualche anno fa erano sei le navi che agivano in questo settore, oggi ne è rimasta una sola, e ci pare di capire che non ci sia la volontà da parte della Regione Sardegna di incidere pesantemente su questo. Devo aggiungere a questo che Trenitalia ha già agito a livello nazionale con gli hub ferroviari, ipotizzandone dieci in tutta Italia, e non prevedendo un hub in Sardegna, ovviamente. E dico di più, mentre lo storico collegamento tra la Sardegna e il resto dell'Italia avveniva per il tramite di Civitavecchia, Trenitalia ipotizza invece che il collegamento avvenga da Livorno, e quindi la Sardegna sarebbe un sub, quindi sarebbe sotto l'hub di Livorno, che certamente avrà il suo hub. Ora, che cosa determina poi fondamentalmente questo fatto? Beh, intanto in termini di costi. Chi conosce questa materia, e chi non la conosce ovviamente avrà modo di verificarlo, ma io qualche dato lo voglio dare, determinerà un incremento dei costi che va oltre il 50 percento. Perché, per farvi solo un esempio, un vagone ferroviario di legname a due assi… Parlo del legname, perché il legname è uno di quei materiali che più di altri utilizza il trasporto ferroviario. Perché anche qui, per conoscenza di chi ascolta, il grosso del traffico di legname in Europa parte dall'Austria, per il tramite di una società satellite delle ferrovie austriache, e che praticamente gestisce il trasporto del legname in tutta Europa. Beh, un vagone ferroviario carico di 25 tonnellate, che è corrispondente di un semirimorchio, 250 quintali, costa 1500 euro, che passano a 2300, passando al gommato. Quindi già, da 1500 a 2300 euro. Siccome il legname viaggia anche in carri ferroviari di dimensioni più ampie, fino a 50 tonnellate, beh qui la differenza è da 2400 a 4000 euro. Ora, mi chiedo, è possibile che noi dobbiamo sostenere questi costi? E non solo per quanto riguarda il legname, ma per quanto riguarda tutta un'altra serie di prodotti che arrivano in Sardegna, per esempio un famoso acciaio che serve per produrre delle gomme, dei pneumatici, e che non può che viaggiare per carri ferroviari. Ma l'altro giorno abbiamo letto tutti che i nuovi treni acquistati dalla Regione Sardegna, questi famosissimi treni, che saranno certamente oggetto di chissà quante interrogazioni nel futuro, anzi mi pare che qualcun l'ho già anche presentata, relativamente al fatto che sono un giorno sì e un giorno no in manutenzione; sono treni che hanno avuto disgrazie un po' in tutte le regioni d'Italia, in Piemonte per esempio, la metà stanno funzionando e la metà sono nei rimessaggi. Ma al di là di questo questi treni, pensate, sono arrivati per via navale su dei semirimorchi, non sono arrivati per via ferroviaria. Cioè, abbiamo portato i treni in Sardegna, anziché per via ferroviaria, li abbiamo portati con una nave della Tirrenia su dei pianali gommati. Allora, questa mozione serve perché questo Consiglio regionale, e mi fa piacere che altri colleghi abbiano voluto presentare delle mozioni, aggiungendole a quella che è stata presentata da noi, del centrodestra, ma ci sono altre mozioni che verranno discusse, e che solleveranno fondamentalmente questo problema. Certo i volumi che transitavano in Sardegna diversi anni fa sono sostanzialmente cambiati, e sono cambiate di molto, voi pensate che nel '97 erano arrivati in Sardegna 50.600 carri ferroviari, nel 2006 ne sono arrivati 18.875, oggi mi si dice stiano arrivando una media di 50 vagoni alla settimana. Ma dico di più, che fossero 50, 100, 200 questo ha poca importanza, l'importante è che c'erano delle aziende che hanno già dei contratti stipulati con la Regione Sardegna, quindi con l'imprenditoria sarda, e quindi hanno già programmato gli arrivi in un periodo molto più lungo di quello che è il periodo che Trenitalia ha stabilito per la chiusura definitiva di questo tipo di trasporto. È chiaro che è un grosso problema, è un grosso problema che non trova però quella pressione, che noi ci saremmo augurati, da parte del Presidente della Regione, nelle contrattazioni che ha avuto col vecchio Governo. Adesso inizierà chissà quale tipo di battaglia col nuovo Governo, immagino, e spero che il nuovo Governo sia più sensibile di quello precedente, per darci la possibilità di avere certezze su questo tipo di trasporto. Perché al di là dell'economia che si fa con il trasporto ferroviario, è da considerare tutto l'indotto che viaggia oggi attorno a questo particolare tipo di trasporto, e quindi…

PRESIDENTE. Sì, prego.

DIANA (A.N.). … siamo fortemente preoccupati per la situazione che aggrava certamente l'economia della Sardegna, in termini di costi, ma siamo fortemente preoccupati anche per tutte quelle maestranze che, fino ad oggi, hanno lavorato in questo particolare settore. Un'ultima preoccupazione, non posso certo affermare in questa sede che su questo tipo argomento ci si stia infilando qualcuno di straforo. Certo è che mi sono chiesto, e se lo chiederanno tantissimi sardi, che cosa succederà nel momento in cui tutte queste merci, che prevalentemente dovrebbero viaggiare per via ferroviaria arriveranno a Livorno visto che è un hub, ed è l'AB che è più strettamente collegato con la Regione Sardegna, vorrei capire chi è che va ad infilare il dito nella marmellata e ad utilizzare questo regime di monopolio - diventerebbe - perché solo chi avrà convenzioni con l' hub di Livorno probabilmente avrà la gestione di tutte quelle merci che in Italia viaggiano in treno ma che poi dovranno essere messi su gommato.

Mi riservo ovviamente di aggiungere qualcos'altro nel seguito della discussione. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ora alla discussione della mozione numero 164.

Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

CUCCU GIUSEPPE (P.D.). Grazie Signor Presidente, Assessori, colleghi, intanto io vorrei tornare un po' indietro per ricordare le ragioni, da cosa nasce la mozione numero 164 che abbiamo presentato in data 24 gennaio 2008, nasce dall'annunciata soppressione da parte di Trenitalia, la comunicazione è della stessa data: il 24 gennaio, dell'annunciata soppressione da parte di Trenitalia, dicevo, del servizio marittimo di trasporto merci da e per la Sardegna. Fino ad oggi, come diceva l'onorevole Diana, è stato assicurato da un unico traghetto, dopo una costante soppressione avvenuta negli anni. Inizialmente questa soppressione era annunciata per il 1º aprile, comunicazione di Trenitalia, del suo amministratore, che avevano quasi il sapore del ricatto in quel periodo lì, da quella paventata soppressione nacque una forte mobilitazione, portata avanti dalle forze sindacali, dagli enti locali, dalle province che poi portò alla sospensione dell'annunciata sospensione - passatemi il termine - il rinvio della sospensione al 30 giugno. Nell'ambito di questa mobilitazione in Consiglio regionale comunque si è già pronunciato, seppure a latere e a conclusione dei lavori della finanziaria, il 27 febbraio, approvammo, in un Consiglio regionale distratto, a tarda notte, però con un forte significato politico, approvammo all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Giunta ad intervenire presso il Governo, perso Trenitalia, per scongiurare la soppressione di questo traghetto. Ha sortito un primo effetto, si è aggiunta la mobilitazione di cui parlavo prima, abbiamo avuto, perlomeno, la possibilità di un rinvio al 30 giugno, un rinvio che non ha sicuramente risolto i problemi, ha consentito però almeno a tutti i lavoratori di tirare un sospiro di sollievo perché ha fatto in modo che si potesse attendere di avere un interlocutore politicamente legittimato dal voto popolare, ricordo a tutti i colleghi che in quel periodo avevamo un Governo sfiduciato dalle camere, in carica per l'ordinaria amministrazione, avevamo chiesto, per lo meno, che si avesse il tempo di interloquire con un Governo pienamente in carica legittimato dal voto popolare. Oggi però questo problema si ripropone in tutta la sua gravità, dato che la data del 30 giugno si avvicina inesorabilmente, e non ci sono notizie diverse da quella della soppressione del servizio, Trenitalia, RFI non ha comunicato agli utenti nessuna sospensione, siamo anche in assenza di qualsiasi elementare comunicazione, la Keller continua a partecipare alle gare per Trenitalia, per fare la manutenzione dei vagoni di Trenitalia, comunicando di avere la continuità nel trasporto dei propri vagoni. Questa la dice lunga anche di quali sono gli strumenti e i modi con cui un monopolista di questo tipo si rapporta con la Sardegna. Chiaro che le conseguenze che deriverebbe la per la nostra Isola dalla definitiva eliminazione di questo servizio sarebbero paragonabili ad una catastrofe, ci farebbero tornare indietro di decenni. Di fatto verrà interrotta quella continuità della rete ferroviaria, stiamo parlando di fatti del traghetto RFI che è un traghetto speciale perché costituisce infrastruttura, costituisce il cordone ombelicale che ci collega con il resto del nostro Paese, che ci collega con la penisola. Io penso che questo servizio debba essere considerato un servizio a tutti gli effetti pubblico. Deve essere considerato un diritto dei cittadini di avere le infrastrutture per i collegamenti in questo caso delle merci ma se parlassimo dei passeggeri o se parlassimo anche degli aerei non cambierebbe la sostanza, un diritto alla mobilità. In questo caso il diritto alla mobilità delle merci. Se questo è il principio, a questo punto il criterio di valutazione sulla opportunità o meno di garantire il servizio, non può essere solo di natura economica. Io non penso che sia possibile che tutte le attività che si mettono in campo, anche da servizio pubblico, debbono essere valutate solo se sono più o meno produttive di reddito. Se questo è considerato un servizio pubblico essenziale allora la sua copertura deve essere garantita dalla collettività, con oneri che devono essere a carico della collettività.

Io non penso che Trenitalia, RFI si possano rapportare al Governo o alla Regione come un qualsiasi vettore che trasporta merci. In questo caso non stiamo parlando di un vettore che trasporta merci ma stiamo parlando della garanzia che ci sia l'infrastruttura ferroviaria che ci collega con il resto del Paese.

Ci sono ovviamente poi tutta una serie di altre questioni, alle quali ha già accennato anche il collega Diana, che riguardano anche aspetti, oserei dire, uso un termine un po' di "politica dei trasporti". Mentre tutti i Paesi europei stanno concentrando tutti i trasporti, la loro politica dei trasporti su rotaia, cercando di spostare, di togliere, i camion dalle strade, a noi sembra che in Italia e in Sardegna andiamo in contro tendenza. Gli effetti non sfuggono a nessuno, gli effetti della morte del trasporto delle merci su rotaia, con il trasferimento di tutto il traffico, di tutto il trasporto, di tutte le merci su gomma, hanno conseguenze di diversa natura. Aumentano senz'altro i costi, perché il trasporto su gomma e più oneroso di quello su rotaia, non fuggono a nessuno gli effetti sull'inquinamento, perché è chiaro che riversare sulle nostre strade un quantitativo enorme di camion, ha effetti sicuramente negativi sull'ambiente. Oltre ad aumentare la pericolosità delle nostre strade che non sono sicuramente annoverabili tra le migliori del nostro Paese, e tra le più sicure.

Lascio in coda, ma non solo in coda, gli effetti negativi e distruttivi sul tessuto occupazionale della nostra Isola.

Tra Keller, Convesa, Gruppo ferrovie e tantissime aziende, a rischio sono oltre 1000 posti di lavoro! La Keller è un'azienda che si colloca tra i più importanti costruttori e riparatori ferroviari, non a livello nazionale, a livello internazionale nello stabilimento di Villacidro. Costruisce e ripara ricambi ferroviari di ogni tipo, ed è sicuramente una delle realtà industriali più importanti della nostra Isola, sicuramente l'unica realtà industriale della provincia del Medio-Campidano. Ecco, io penso che, in un periodo in cui è difficile anche trovare un solo posto di lavoro, la Keller di Villacidro garantisce oltre 300 posti di lavoro diretti e oltre 80 addetti nell'indotto. Io non penso che a cuor leggero noi possiamo rinunciare ad un'azienda di questo tipo, parlo per la Keller perché? Perché sulle altre merci, sul trasporto delle altre merci avrebbe effetti negativi, con un aumento di costi, con un aumento dell'inquinamento, con una maggiore pericolosità della nostra rete stradale; per la Keller sarebbe la morte perché i vagoni ferroviari non possono sicuramente essere trasportati con altri mezzi. I vagoni ferroviari possono essere trasportati solamente su rotaie. Quindi, penso che noi da qui dobbiamo uscire con un messaggio molto forte non a RFI, al Governo nazionale; perché Trenitalia è partecipata, anzi il pacchetto azionario è interamente nelle mani del Ministro del tesoro; se riteniamo che questo sia un servizio pubblico, dobbiamo essere conseguenti anche nelle richieste che facciamo e dobbiamo ritenere che i costi siano a carico della collettività… ho terminato Presidente. Che costa 24 milioni l'anno tenere in piedi questa infrastruttura. Io penso che noi dovremmo rivolgerci al Governo nazionale con determinazione, con forza, ricordando che se è un impegno di questo Governo garantire il collegamento via terra con l'altra grande isola, che è la Sicilia, attraverso questa grande opera che è il ponte sullo stretto, non si capisce perché questo unico ponte che noi abbiamo, che è il raccordo ferroviario da Golfo Aranci a Civitavecchia, debba essere interrotto, io penso che in coerenza il governo nazionale dovrebbe comportarsi con la Sardegna come si sta comportando con la Sicilia.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cuccu.

Uno dei presentatori della mozione numero 159 ha facoltà di illustrarla.

VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, colleghi del Consiglio. Io sono perfettamente consapevole, nell'illustrare questa mozione, intanto che la mozione arriva in aula con un certo ritardo rispetto alla data di presentazione per cui alcune cose hanno avuto un'evoluzione naturale nei mesi che sono intercorsi tra la presentazione materiale della mozione e la sua discussione in aula. Ma soprattutto sono consapevole, perché poi i fatti che sono enunciati all'interno dalla mozione e le richieste che sono presenti nella mozione restano, sono consapevole che andiamo a trattare non un problema da poco, ma uno dei problemi che poi è il cardine dell'attività economica e finanziaria della nostra Regione. Nel senso che è il problema dei trasporti da e per l'isola, dei collegamenti sia merci che passeggeri, che collegano la Sardegna con il continente. Problema che ovviamente non è recente, nel senso che noi sappiamo bene quanto l'isolamento della Sardegna abbia influito nel bene, ma io direi soprattutto nel male, nel ritardo economico di sviluppo sociale e di sviluppo culturale della nostra isola. Ovviamente nel 2008 i termini dei collegamenti territoriali tra la Sardegna e il continente assumono una valenza completamente diversa, rispetto a quella di cento o duecento anni fa, sia perché si sono modificati i mezzi di trasporto, sia perché si sono modificati i sistemi di collegamento culturale, basti pensare alla rete, che legano la Sardegna contro resto del mondo, sia perché si sono modificati i vettori che collegano la Sardegna col resto del continente e sia perché si è modificata anche la cultura, l'abitudine del viaggiare, dello spostarsi e della libera circolazione delle persone, e sono cambiati i regolamenti, anche quelli europei, che in qualche maniera normano la libera circolazione delle persone. Libera circolazione delle persone e delle merci che rimane un aspetto fondamentale della vita della nostra terra. Ecco, noi Riformatori all'interno della mozione, che abbiamo in discussione, abbiamo cercato di porre alcuni elementi fondanti di questo rapporto che esiste tra la Sardegna, l'Italia e l'Europa, cercando di capire meglio quali siano le determinazioni del Governo regionale nella soluzione di questi problemi. Perché, queste determinazioni del Governo regionale a oggi non ci sembrano chiare. Non ci sembrano chiari per vari motivi li elenco.

Il primo, che con la finanziaria dello stato del 2007 che sancisce e sottoscrivere un accordo con la Regione Sardegna, la Regione rinuncia sostanzialmente all'intervento dello Stato sui temi della continuità territoriale. Cosa gravissima non tanto per il vantaggio o lo svantaggio economico che ne deriva, quando perché si viene meno al principio che la libera circolazione delle persone e delle merci non è un problema della Sardegna, è un problema dell'Italia di cui la Sardegna fa parte. Per cui la soluzione del problema della libera circolazione delle merci e delle persone non può essere delegata a un pezzo dell'Italia, quale la Sardegna è, ma è un problema nazionale, è un problema italiano, è un problema del Governo romano. Quindi, la garanzia per i sardi di libera circolazione, esattamente come per gli abruzzesi, i milanesi e i calabresi, è non un problema che può essere demandato nella sua soluzione alla Sardegna e ai sardi, ma deve restare culturalmente e idealmente un problema del Governo italiano, un problema romano, un problema in cui la Sardegna è elemento di ragionamento ma non delegata alla soluzione del problema perché questo non può essere.

Secondo elemento fondamentale. Come fare quindi a garantire la certezza di collegamenti tra la Sardegna e il continente. Beh, insomma lasciando da parte, non è oggetto di questa mozione, il tema del collegamento aereo che però ritorna costantemente all'attualità basta pensare a quello che sta succedendo in questi giorni con Ryanair, bene noi ci siamo concentrati sui collegamenti via mare. Allora i collegamenti via mare, tra la Sardegna e il continente, stanno saltando sostanzialmente perché? E' sotto giochi di tutti. Tutto il traffico di merci e di persone si sta trasferendo verso il Nord Sardegna. La tratta che ha Cagliari come porto di riferimento sta diventando del tutto secondaria, basta pensare a quello che è successo in questi giorni con l'incidente della nave Nomentana che ha tagliato fuori la rotta che era servita dalla Nomentana per diversi giorni senza che nessuno potesse fare sostanzialmente niente. Quindi, Cagliari è rimasta isolata da quel collegamento per effetto del danno subito da una nave. Quindi, qual è il ragionamento? Il ragionamento è che ad oggi i collegamenti con Cagliari vengono garantiti in regime sostanzialmente di monopolio dalla compagna di navigazione Tirrenia. Una compagnia di navigazione sulla quale tutti i sardi hanno qualcosa da ridire e dicono che i collegamenti con la Tirrenia, quelli di Cagliari in particolare, non son degni di collegamenti di una terra civile e potremmo anche essere d'accordo. Ma chiediamo una volta che viene disdetta la convenzione con la Tirrenia, una volta che si obbedisce alla legge europea che dice che i sussidi degli stati in regime di monopolio sulle rotte marittime non sono accettabili, chi farà il collegamento tra Cagliari e Civitavecchia? Ci sarà qualcuno qualche vettore che farà ancora questo collegamento? Perché se come pensiamo noi è possibile che nessun vettore lo faccia, se non ci sono sussidi, noi corriamo il rischio di avere la cancellazione sostanziale totale della portualità cagliaritana e il trasferimento di tutti i traffici suoi porti del Nord Sardegna. Voi direte è il mercato, va così. Benissimo, è il mercato e va così ma se questo succede siccome i mercati del consumo sono tutti nel Sud della Sardegna, perché la maggior parte della popolazione è concentrata nell'area del Sud della Sardegna, significa che la Carlo felice e le altre strade di traffico della Sardegna saranno invase da tir, che come già succede oggi, si calcola quattrocento mezzi pesanti al giorno attraversino la Sardegna per portare le merci e i passeggeri dal punto di arrivo nel Nord Sardegna, al punto di consumo nel Sud Sardegna. Beh, si ha l'idea che la nostra rete stradale andrà al collasso totale, già oggi voi sapete bene cosa significa, i consiglieri regionali di Sassari lo sanno, quelli di Oristano pure, cosa significa attraversare la Carlo felice. Beh, pensate cosa significherà quando la portualità cagliaritana sarà eventualmente azzerata e tutto il traffico dei passeggeri e delle merci avverrà esclusivamente per i porti del Nord Sardegna. La Regione spenta, immagina, ipotizza di dare una risposta con la legge finanziaria regionale 2007, dove viene conferita una prevista economica alla SFIRS per costituire una compagnia di bandiera sarda navale, che si occupi dei collegamenti navali da e per la Sardegna. Beh, ci sembra una soluzione davvero residuale e quasi antistorica vorremo sapere che fine ha fatto. Vorremmo sapere che cosa ne è della compagnia navale sarda improvvidamente ipotizzata dalla legge finanziaria regionale del 2007; una scelta sicuramente destinata al fallimento ma vorremmo capire se sta andando avanti quel progetto o se è stato, in maniera assai più ragionevole, accantonato come un progetto di fantasia di colui a cui era venuto in mente. Ma se quel progetto è stato accantonato, come sarebbe auspicabile che fosse, beh, insomma, un altro progetto deve essere sostitutivo, anche perché, come tutti sanno, non esiste oggi la scelta dello Stato di supportare le rotte interne della Sardegna con le famose "autostrade del mare", quindi non esiste neanche la possibilità di pensare ad un trasporto alternativo delle merci che avvenga attraverso un vettore di tipo marittimo che colleghi i porti del Nord Sardegna con quelli del Sud Sardegna. E allora che cosa si può fare? Beh, l'unica cosa che la Commissione europea e l'Unione Europea consentono di fare e quell'intervento che viene definito di oneri sociali sulla rotte, per cui, in regime di libera concorrenza tra i vettori che si vogliono adattare a rendere il servizio viene onerato non la rotta in regime di monopolio ma il singolo passeggero trasportato e la singola entità di merce che viene trasportata su quelle rotte. Questa potrebbe essere una scelta ma ci deve essere, se questa non fosse la scelta che il Consiglio regionale decide di adottare e che la Giunta regionale decide di adottare, ci deve essere comunque una indicazione che faccia capire con forza e con intelligenza che la Regione ha ben chiaro il problema e che su questo problema sta lavorando e sta prospettando delle soluzioni, perché la sensazione che noi invece abbiamo in questo momento e che si navighi a vista - mi si passi la cacofonia in tema di navigazione - e la sensazione che non ci sia un progetto complessivo, perché l'idea della compagnia di navigazione sarda, l'idea dell'intervento su Ferrovie dello Stato per tentare di non avere la dismissione della tratta sul Golfo Aranci, sembra tutta roba che viene fatta nella estemporaneità. E il tentativo stesso di non rinnovare la convenzione con la Tirrenia senza avere in mente un'idea e una proposta alternativa, danno l'idea comunque di un ragionamento che si muove tentando quotidianamente di risolvere i problemi emergenti, e non di una strategia complessiva sul trasporto marittimo da e per la Sardegna che si inserisca in un contesto di strategia più ampia che ovviamente comprenda anche il trasporto delle merci all'interno della Sardegna e la continuità territoriale aerea che non può non essere integrata, soprattutto per quanto riguarda la parte passeggeri, con quella che concerne gli aspetti marittimi.

Quindi, il ragionamento che si vorrebbe venisse fatto oggi dal Consiglio regionale è questo: un confronto su idee e su ipotesi di soluzione - al quale ovviamente la Giunta non può essere estranea - che ci consenta di arrivare ad una conclusione finale che renda possibile dare ai cittadini sardi il messaggio su quali sono gli strumenti e quali sono le idee strategiche che la Regione ha in mente per risolvere un problema che, lo ricordiamo, lo sottolineiamo e lo confermiamo, è uno dei problemi fondamentali della comunità sarda nella sua storia secolare.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vargiu.

Uno dei presentatori della mozione numero 165 ha facoltà di illustrarla.

UGGIAS (Gruppo Misto). Cercavo di guardare, mentre ascoltavo i colleghi che sono intervenuti, a quella che può essere, se ci può essere, una dimensione, una lettura unitaria degli interventi sulle mozioni e mi sembra che, al di là della contrapposizione naturale (ma sinceramente neanche tanto spinta ed evidente) che vi può essere tra maggioranza e opposizione, mi sembra che emerga in maniera chiara e netta la necessità di una unitarietà di azione che rispecchia il senso di unitarietà e di profondità del problema che sta dietro il collegamento ferroviario. Ci può essere una sensibilità maggiore per quanto riguarda il discorso della continuità territoriale del Sud Sardegna, ci può essere un discorso di visione unitaria e interna (come emerge da qualche altro intervento), ci può essere un aspetto collegato ad alcune realtà produttive, ma mi sembra di poter dire che comunque, in ogni caso, il problema Ferrovie dello Stato, collegamento con la rete nazionale, sistema trasporto delle merci, sia e debba essere un problema che impegna tutti in maniera unitaria e per il quale dobbiamo individuare una linea concordata e conseguentemente agire appunto in maniera unitaria. Perché? Perché tutti gli interventi che possiamo fare stamattina non potranno definire nel suo complesso l'importanza che ha per tutto il sistema economico e sociale il sistema del trasporto ferroviario. E' stato detto che incide sul costo delle merci, ed è vero, è fondamentale, bisogna ricordare a questo proposito che incide sia sul costo delle merci e delle materie prime in entrata sul nostro territorio, sia sul costo del prodotto finito e delle materie prime che (seppure in piccola misura) dal nostro territorio regionale vanno verso il continente d'Italia e verso il resto dell'Europa: non c'è prodotto, non c'è merce che non vedrebbe agevolato e ridotto il proprio costo se funzionasse a regime il sistema dei trasporti ferroviari. Se venisse messo a disposizione delle imprese sarde un numero sufficiente di collegamenti e un numero sufficiente di carri ferroviari siamo sicuri che sarebbe molto maggiore l'uso, e pertanto sarebbe molto minore il costo delle merci e dei prodotti che vanno a finire sia sui mercati della Sardegna sia nei mercati nazionali. Questo, chiaramente, significa sviluppo economico, settori trainanti che migliorano le proprie performance a tutti i livelli, iniziando dall'agricoltura, perché è vero che si parla di legname per quanto riguarda alcune attività ma voi immaginate quelle dimensioni economiche, in scala, alle quali faceva riferimento il collega Mario Diana nel suo intervento iniziale, come incidono in agricoltura per quanto riguarda il costo del foraggio o il costo di altre materie che sono importate nel nostro territorio. Occorre quindi sostenere in modo netto e forte una richiesta che, proprio perché riguarda tutto il settore economico, tutto il settore sociale, riveste la caratteristica di una istanza politica; politica che esprima il carattere fondamentale, cioè strutturale, degli effetti che si incarnano nella economia della Sardegna, proprio per le ragioni che stavo dicendo prima.

Quindi, il problema collegamento con la rete nazionale - perché di questo si tratta - la misura del collegamento con il sistema nazionale determina l'asfissia ovvero il vigore del nostro sistema ferroviario interno, perché il sistema ferroviario, essendo unitario, non può essere visto come una giostra che gira intorno alle poche tratte che ci sono all'interno del sistema sardo ma funziona se viene messo in rete virtuosamente con il resto del sistema nazionale ed europeo. E la caratteristica della rete regionale sarda - della regione sarda per meglio dire, onde evitare altro genere di confusione - è sempre stata quella di essere una rete transnazionale, cioè in collegamento diretto con le reti nazionali ed europee; allora, noi dobbiamo rivendicare nei confronti della holding Trenitalia o Ferrovie dello Stato (nessuno si può nascondere dietro una sigla di S.p.A. o dietro un consiglio di amministrazione) la peculiarità del sistema sardo in collegamento con il sistema transnazionale. E di più in collegamento con la politica dell'Unione Europea del sistema dei trasporti; perché è inconcepibile ed è assurdo che laddove l'Unione Europea per ragioni ambientali, per ragioni di sicurezza, per ragioni di economia invita i propri Stati membri a favorire il sistema ferroviario, qui in Sardegna, o che si faccia per trascuratezza, o che si faccia per accettazione passiva, il sistema dei trasporti vanno verso un favorire il trasporto su gomma. E questo non è concepibile, noi dobbiamo rivendicare tutti insieme, Assessore, perché io le do atto del suo impegno in occasione del primo slittamento che c'è stato, rispetto all'annunciata chiusura dei collegamenti nei confronti dell'impegno profuso nei confronti di Ferrovie della Stato nel suo insieme e della holding ovvero di RFI. Ma questo non è sufficiente, non è sufficiente perché questo tema ha la necessità di diventare un tema che politicamente sostiene l'intero Consiglio regionale che sostiene l'intera società che sostengono le categorie produttive, che sostengano tutti i sindacati che sostiene il sistema dei consumatori, che sostengono tutti i cittadini, proprio per le ragioni che dicevo prima. Una politica quindi condivisa da parte dell'intero Consiglio che deve emergere in maniera unitaria in maniera chiara. Perché, Assessore noi abbiamo la necessità di uno snodo unitario e virtuoso che passerà attraverso la approvazione del piano regionale dei trasporti perché se è vero, come è vero, che la proposta, la bozza è un onere della Giunta da sottoporre a tutti i soggetti, che sono legittimati a presentare osservazioni, a presentare proposte, è altrettanto vero che dopo dovrà passare all'attenzione del Consiglio. Quindi questa natura unitaria è evidente in questo passaggio è evidente nell'aspetto sociale e strutturale che il tema comporta, e richiede un impegno simile a quello che abbiamo sostenuto tutti per quanto riguarda la vertenza delle entrate. Così come noi ci siamo mossi unitariamente in quel sistema, e abbiamo ottenuto alcuni vantaggi, non tutti quelli che potevamo ottenere, ma dobbiamo certamente utilizzare lo stesso metodo. Una prima richiesta, e concludo, credo che sia quella di chiedere al Governo nazionale di condizionare la sottoscrizione degli accordi di servizio o dei contratti di servizio al fatto che venga garantita con la Sardegna la continuità territoriale, ma non solo garantita nelle forme attuali, ma venga migliorata, che venga incrementata dal punto di vista quantitativo e dal punto di vista qualitativo, proprio perché la Sardegna non può essere esclusa dal sistema nazionale ed europeo, perché non può essere esclusa non solo il collegamento ferroviario, ma non può essere esclusa l'economia della Sardegna, non può essere esclusa l'economia, non può essere esclusa la società. Noi vogliamo stare a pieno titolo in Italia, vogliamo stare a pieno titolo in Europa, però ci venga riconosciuta questa particolarità, questa peculiarità, e siccome è in linea con le prospettive e con le linee economiche dell'Europa e della nazione, noi dobbiamo con forza rivendicare di rimanere armonicamente in questo sistema, altrimenti saremmo destinati al declino. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Uggias. Apriamo la discussione, 10 minuti per intervento. Il primo ad intervenire è l'onorevole Oscar Cherchi.

E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (F.I.). Grazie signor Presidente. Credo che ancora una volta noi qua in questa Aula ci troviamo davanti un problema che fondamentalmente evidenzia la filosofia che sottende tutta la vostra azione di governo. Prima viene l'apparenza, poi la forma e se, quando eventualmente rimane il tempo, forse c'è spazio anche alla sostanza. Ora chi sperava che la situazione dei trasporti potesse cambiare dal 2004 ad oggi credo che onestamente rimarrà piuttosto deluso. Ora la domanda che ci facciamo tutti è che fine hanno fatto tutti quei sogni di gloria, tutti quei buoni propositi che all'inizio della legislatura ci si poneva a proprio per il rilancio delle Ferrovie della Sardegna del nostro territorio. Io credo che sia rimasto tutto sulla carta, io credo anche che nel guardare l'orizzonte non credo che ci sia onestamente una luce che possa illuminare un futuro decisamente più roseo. Dicevo prima che dal 2004 in poi sarebbe dovuta partire questa riscossa dei trasporti isolani ed in particolare quella su ferro considerati meno inquinanti e decisamente anche meno costosi. Avete predisposto sì è vero piano dei trasporti che avrebbe dovuto risolvere tanti, tantissimi problemi, ma credo che adesso quel bellissimo castello di pubblicità, ricco di elementi pubblicitari con un insieme di numeri, con acquisto di questi famosissimi minuetti, finanziamenti di centri intermodali credo che piano piano sia un castello che si stia rompendo, che si stia sfaldando a poco a poco. Ora credo che al di là di tutte queste belle parole che fino ad oggi sono state, diciamo così, profuse dalla maggioranza in particolare dall'Assessore competente credo che però la realtà dei fatti oggi sia ben altra cosa, credo che si debba parlare onestamente di una situazione difficile, che con questa imminente interruzione del servizio trasporti mezzi su rotaia, credo che sia il problema ed un problema realmente da affrontare in modo serio, attento e puntuale. Inizialmente com'è stato detto la sospensione era prevista a partire dal 1º aprile poi in realtà c'è stata questa proroga fino al 30 giugno, ma credo che poco cambi, che la sostanza non è che possa modificare, la fine di questo servizio rischia di provocare duri contraccolpi sui livelli occupazionali, questo credo che sia un problema fondamentale per tutti senza contare che una simile interruzione va anche contro gli indirizzi strategici delle politiche nazionali ed europee dei trasporti che mirano ad incentivare il trasporto merci su linea ferroviaria. E soprattutto io credo che cozza in modo stridente con quel piano regionale dei trasporti che prevede il riequilibrio modale del trasporto di merci e persone con misure a favore del trasporto su rotaia. E' stato approvato la scorsa estate questo piano prevede anche ingenti investimenti per il rinnovo del parco macchine ferroviarie per il trasporto dei passeggeri, quindi pubblico anche dei passeggeri, ma credo che ancora una volta sembra soltanto e sembrano soltanto dei buoni propositi che però molto probabilmente rimarranno tutti sulla carta. E allora, Assessore, la nostra domanda è questa, quali sono le vostre intenzioni e spero che nella sua relazione ci possa dare, almeno qualche indirizzo e qualche novità su quelle che sono le vostre iniziative. E allora in questa partita dei trasporti merci sono in gioco credo sia stato detto centinaia di posti di lavoro, il futuro di grosse aziende come la Keller la Convesa di Villacidro, Chilivani che producono e fanno manutenzione di materiale rotabile, che sarebbero costrette quindi a trasferirsi altrove facendo perdere altre occasioni di sviluppo per la nostra Isola. Una situazione quindi inutile continuarlo a sottolinearlo è critica, critica da troppo tempo è emerso anche giorni fa dalle radiografie economiche che sono state fatte dalle camere di commercio delle province sarde, il PIL è in caduta libera e addirittura per l'oristanese si parla di una recessione. Io credo che possiamo dirlo apertamente siamo al tracollo e vogliamo capire che cosa farà la Giunta Soru per non far scappare, per evitare praticamente che ci sia tutta questa dispersione occupazionale. E non stupisce, purtroppo non è la prima volta, ma io credo che sia difficile per voi riuscire a farvi cambiare, diciamo così, idea evitare di farvi continuare su questa strada. Io credo che non si riesce e non riuscite neanche a garantire ai sardi uno dei diritti di base come quello della possibilità del movimento, l'insularità, inutile negarlo, è un handicap di serie per la vostra terra, ma ci sono soluzioni, tante soluzioni e volontà soprattutto, per poterle superare. Solo che voi siete come una sorta di Re Mida al contrario, cioè distruggete tutto quello che toccate. La continuità territoriale credo che ne sia la dimostrazione più palese, tutta da reinventare, e adesso, che forse c'è il rischio concreto di un blocco del trasporto delle merci su ferro, dovuto proprio a un'insufficienza di fondi stanziati nella finanziaria nazionale, credo che questo sia un aspetto che bisognerà affrontare con determinazione, e credo che questo dimostri il disastro in cui noi ci troviamo in Sardegna. L'altra domanda che mi pongo è questa, cioè vorrei capire, vorrei sapere se la Giunta ha valutato appieno le conseguenze gravissime che si ripercuoteranno sul settore industriale, sul settore occupativo, sul settore ambientale. Io spero che questo sia stato elemento di dibattito all'interno della Giunta stessa, e spero almeno con allargamento nella stessa maggioranza.

E' necessaria quindi una mobilitazione forte, e non basta, caro assessore Broccia, parlare di situazione vergognosa e indegna di un Paese civile, come lei ha fatto qualche tempo fa in Commissione, se poi, di fatto, non si fa niente e nulla proprio per cercare di scongiurarla. Non siete riusciti neanche con il vostro Governo amico a recuperare i fondi necessari, è questa è la prova lampante di un'incapacità totale di questo Esecutivo. E come se addirittura non bastasse, circola voce del previsto trasferimento in altra sede degli scali ferroviari merci e passeggeri di Cagliari. Quindi, qua vorremmo almeno un po' di chiarezza sulle voci relative all'acquisto da parte di un privato del piazzale dello scalo merci. La Regione è stata contattata, questo vogliamo sapere, e soprattutto vogliamo capire che cosa c'è dietro, quali sono i perché di questa eventuale operazione. E' inevitabile che sorga qualche dubbio, e credo che, Assessore, visto che oltretutto si parla anche del trasferimento dello scalo merci di Cagliari ad un privato, vorremmo capire realmente che cosa si nasconde dietro. Serve anche trasparenza e impegno da parte dell'Esecutivo, perché è troppo comodo andare, così, da un capo all'altro della Sardegna - come sta avvenendo in questi ultimi giorni, peraltro addirittura avvenuto in piena campagna elettorale chiusa e trascorsa, fortunatamente vinta dal centrodestra -, a cantare il panegirico di se stessi, e molto spesso a denigrare anche gli altri. Io credo che con tutte queste operazioni, con il silenzio colpevole o forse complice della Giunta le perplessità sono tante.

Assessore Broccia, io penso che noi, forse molto probabilmente all'inizio di questa legislatura, avessimo un concetto differente, io personalmente avevo un concetto differente, per quello che era il suo lavoro, la sua capacità di fare l'Assessore regionale, quindi di dare risposte a questa Sardegna. Io credo che però, in questo momento, lei stia mandando in malora tutto il sistema dei trasporti della Sardegna. Assessore, lei è venuto ad Oristano in piena campagna elettorale e si è presentato come il salvatore del trasporto locale della città di Oristano, e ha addirittura lanciato basse accuse di bassissimo livello. Lei ha parlato addirittura all'interno della sede del Partito Democratico, un Assessore regionale che viene in campagna elettorale e riunisce i dipendenti del trasporto locale di Oristano, li riunisce all'interno della sua sede elettorale. Lei è un Assessore regionale dei trasporti, non lo dimentichi mai, Assessore. Lei ha una rilevanza istituzionale che è diversa da quella politica, e ha addirittura detto davanti, cercando di mettere contro questi dipendenti, per fortuna non c'è riuscito, addirittura sostenendo che le assunzioni fatte da 2004 ad oggi erano tutte assunzioni marchetta, come le ha definite lei. Probabilmente lei, Assessore, non conosce quel servizio e quel sistema di trasporto locale, probabilmente si sarebbe dovuto informare prima per sapere che cosa è successo da dieci anni a questa parte. Molto probabilmente avrebbe dovuto cercare realmente di risolvere il problema e non di cercare di recuperare qualche voticino, magari da qualche autista che, in realtà, fa finta di credere in voi, ma che in realtà non crede assolutamente in lei

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cherchi. E' iscritto a parlare il consigliere Pileri. Ne ha facoltà.

PILERI (F.I.). Sì, grazie, Presidente. Questo è un argomento molto importante, che abbiamo più volte esaminato in Commissione, e abbiamo, tramite l'audizione dell'Assessore qualche mese fa, cercato di trovare delle soluzioni, ed era stata preparata anche dalla quarta Commissione una risoluzione sull'argomento. Noi avevamo espresso forti preoccupazioni e perplessità su quanto stava succedendo, sul fatto in particolare che il Governo nazionale, con l'ultima finanziaria, aveva, con i tagli nelle poste di bilancio, sancito il taglio del trasporto merci su rotaia in Sardegna. Questa soppressione per noi rappresenta, rappresentava anche politicamente, una sconfitta, un salto all'indietro di oltre cinquant'anni; corrispondeva all'aver quasi strappato una pagina del Piano di rinascita. Quindi è una sconfitta per i sardi, con gravi ripercussioni economiche occupazionali: si è parlato dei circa seicento posti di lavoro della Keller e della Convesa di Chilivani, come è stato detto prima, si tratta di industrie che lavorano nel settore ferroviario e che, ovviamente, non potranno, in questa situazione, portare a spasso i carri ferroviari in Sardegna, se manca il collegamento tra la Sardegna e il continente. Eravamo rimasti molto preoccupati per le dichiarazioni del delegato di Trenitalia, Soprano, quando aveva annunciato l'interruzione, prima ad aprile, del servizio merci in Sardegna, poi spostato a giugno. Si parlava di mancanza di fondi, perché la mancanza di fondi non riguarda solo il trasporto ferroviario su merci, ma mi risulta che nella finanziaria regionale manchino anche 300 milioni di euro per il trasporto passeggeri, mancano 60 milioni di euro per quanto riguarda il trasporto merci, e l'intendimento del Governo, in particolare dell'amministratore delegato Soprano, è stato quello di affossare la Sardegna a discapito di altre isole come poteva essere la Sicilia, perché non mi risulta che in altre Regioni ci sia stato questo taglio; quindi qua emerge un aspetto politico importante, il fatto che forse la Sardegna non è riuscita a far valere i problemi che derivano dall'insularità, e quindi il trasporto e i collegamenti con il continente diventano linfa vitale per l'economia della Sardegna. Quindi, la sconfitta potrebbe essere questa, ed è per questo che bisogna poi trovare le soluzioni. Il problema del trasporto ferroviario è strettamente legato al trasporto su merci. Il Piano regionale dei trasporti, infatti, tende a diminuire quello che è il trasporto gommato, oggi fortemente inquinante, oggi fortemente fuori da un mercato, e non competitivo. Noi sappiamo che le aziende produttive della Sardegna hanno grossissimi problemi per mantenere la competitività nel mercato nazionale ed estero. Quando noi abbiamo incontrato i rappresentanti delle varie associazioni, ad esempio per quanto riguardava il trasporto su gomma, abbiamo visto come un sistema dei trasporti non competitivo comporti la chiusura di molte Aziende. Aziende agroalimentari ad esempio del Campidano rischiano di spostarsi in Sicilia, perché trasportare i loro prodotti dalla Sicilia all'Olanda costa molto meno che trasportarli dalla Sardegna all'Olanda e, quindi, io credo che siano stati commessi probabilmente degli errori, c'è stata scarsa incisività, l'accordo sul trasporto locale siglato dalla Regione Sardegna con lo Stato, caricandosi le spese di gestione e tutte le infrastrutture ormai obsolete, ci ha tolto la possibilità di avere un potere contrattuale che io non so se potremo recuperare. Io credo che anche il trasporto locale relativo alle Isole debba essere tenuto in considerazione, alle Isole minori, il trasporto locale relativo alla continuità territoriale interna. Anche in questo caso abbiamo visto che ci sono stati dei tagli, e la Regione, Assessore, dovrà accollarsi queste spese; noi stiamo ancora aspettando risposte per questo tipo di problematica. Come è stato detto prima, sono stati messi nella finanziaria regionale dei fondi forse anche irrilevanti ma consistenti per i quali non abbiamo ancora risposte, ad esempio i fondi messi a disposizione alla SFIRS per una compagnia di navigazione sarda della quale non sappiamo ancora nulla. Vorremmo sapere anche se ci sono degli interventi finanziari ed economici per poter garantire che vengano realizzate quelle necessarie infrastrutture per mantenere in piedi il collegamento marittimo tra la Sardegna e il Continente, perché, Assessore, lei sa che Golfo Aranci ormai è in fase di smantellamento, rappresenta l'unica via di collegamento con Civitavecchia, però sappiamo anche che il Piano regionale dei trasporti prevede la realizzazione di un nuovo attracco nel Porto industriale di Olbia, quindi la realizzazione di un sistema ferroviario che arriva nel Golfo di Olbia, ma sappiamo anche che non ci sono i fondi necessari. Quindi, è ovvio che in una situazione di questo tipo Trenitalia e lo Stato se volessero, come vogliono, chiudere questa linea, questo collegamento, trovano terreno fertile. Se noi oggi avessimo avuto le infrastrutture necessarie per poter garantire questa continuità di collegamento, sicuramente avremo avuto un potere contrattuale superiore, e quindi io penso che la Giunta debba trovare le forze, le energie, e portare avanti in qualche modo quello che è stato un indirizzo da parte della Commissione, e credo che le responsabilità del precedente Governo nazionale che emergono tutte, possano essere superate dal nuovo Governo.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Pileri.

E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Noi avevamo presentato, circa otto mesi fa, una mozione firmata anche dagli altri Capigruppo dell'opposizione dove noi paventavamo il pericolo di un possibile smantellamento della rete ferroviaria statale in Sardegna, e in quell'occasione ci fu anche un dibattito approfondito da parte di tutto il Consiglio regionale e, devo dire, che anche da parte dell'Assessore c'è stata una presa di posizione importante, tutto lasciava prevedere che magari le cose subissero l'evoluzione delle cose, una posizione diversa. In realtà noi vediamo che a distanza di otto mesi, di nove mesi da quel dibattito non mi pare che le cose siano cambiate e, anzi, devo dire che quella mozione che noi abbiamo presentato, che è stata dibattuta in Consiglio, poi è stata seguita da altre mozioni, quella, appunto, primo firmatario l'onorevole Diana, l'abbiamo firmata ancora noi, poi c'è stata una mozione di Cuccu che è stata illustrata prima, il quale Cuccu, anche lui, poneva alcuni problemi soprattutto in relazione alla chiusura del tratto di Golfo Aranci-Civitavecchia, quindi legando questa ipotesi anche al danno che ne deriverebbe all'economia della Sardegna, in modo particolare per quanto riguarda la Keller di Villacidro, che sarebbe fortissimamente penalizzata qualora questo si verificasse e, infine, tutta una serie di altre mozioni proprio a dimostrare effettivamente che c'è un problema, oggi, ancora in piedi e che comunque va affrontato in modo serio. Devo dire che l'accelerazione più importante è stata determinata dal fatto che c'è stata una minaccia di interruzione del collegamento Golfo Aranci-Civitavecchia a partire dal primo di aprile, data che poi è stata spostata comunque al 30 di giugno del 2008. E' chiaro che oggi, Assessore, noi siamo in una fase in cui non sappiamo quale è la situazione, cosa vorrà fare il Governo nazionale, Governo nazionale che è cambiato, perché, voglio dire, anche se sono cambiati gli interlocutori, però non sono certamente cambiati i problemi della Sardegna, quindi vorremmo capire quale è la posizione che vorrà assumere il Governo della Regione in termini di rivendicazione vera e propria, rivendicazione corretta nei confronti del Governo nazionale, ma, soprattutto, quale è la politica in materia di trasporti, di ferrovie che vuole portare avanti la Regione sarda, perché a noi pare che, effettivamente, ci sia una carenza da parte del Governo della Regione e che non si stia facendo tutto il possibile affinché le ferrovie dello Stato in Sardegna abbiano una forte presenza che è assolutamente indispensabile per una equilibrata crescita economica e sociale del territorio. Noi sappiamo che le ferrovie sono importantissime, d'altronde in Sardegna, già dal secolo scorso, addirittura dalla fine dell'800, ma, soprattutto durante l'approvazione dei Piani di rinascita, uno dei punti fondamentali che veniva battuto dal Governo della Regione è quello di potenziare il sistema ferroviario in Sardegna anche perché, così come lo è oggi è eccessivamente sbilanciato sul gommato che noi sappiamo essere antieconomico e, comunque, non in grado di competere con le emergenze attuali. Ecco, noi vediamo che la rete ferroviaria sarda oggi è di circa 500 chilometri che sono pochi, ma, purtroppo, e che è una rete obsoleta, perché abbiamo pochissimi chilometri di rete con doppio binario, l'elettrificazione della rete stessa sappiamo come è, e quindi c'è la necessità di riammodernare la rete ferroviaria e di fare un progetto, un programma serio che riprenda quota in Sardegna e che ridia fiato al sistema ferroviario in Sardegna. E quindi io credo che il dibattito di oggi serva soprattutto per dare alcuni indirizzi importanti su come si vuole muovere questo Governo e la Regione e cosa pensa anche il Consiglio regionale in questo momento. Io credo che ci sia stata un'ingiustificata contrazione, un ridimensionamento della rete ferroviaria negli ultimi anni; basta pensare che, ad esempio, negli anni '60, quando è stato introdotto il sistema di traghettamento dei carri ferroviari attraverso Golfo Aranci-Civitavecchia, addirittura negli anni '60 e iniziato negli anni '90, avevamo quattro unità navali che trasportavano i mezzi ferroviari in Sardegna. Bene, oggi ce n'è soltanto uno e anche questo è a rischio perché è stata spostata la sospensione del servizio al 30 di giugno. E' chiaro che questo ci deve preoccupare se consideriamo che invece di un rafforzamento del sistema ferroviario in Sardegna si sta andando verso una quasi soppressione e devo dire anche che la scelta che ha fatto il Governo della Regione di accollarsi l'onere dei trasporti col bilancio della Regione e così anche per quanto riguarda tutto il sistema ferroviario secondo noi rimane comunque un grave errore politico da parte della Giunta regionale perché la Giunta regionale avrebbe dovuto, invece, prima di arrivare a questo passaggio, chiedere un ammodernamento vero della rete, cosa che comunque non ha fatto, e poi semmai pensare a un possibile passaggio alla Regione. Questo per noi è stato un grave errore. Ci stanno passando una rete ferroviaria che è nello stato che è, ci sono situazioni, Assessore, in cui praticamente è totalmente inesistente la rete ferroviaria dello Stato, la provincia di Nuoro oggi è l'unico capoluogo di provincia in Italia che non è servito dalle ferrovie dello Stato. Chiaramente questa non può essere responsabilità solo sua, bisogna dirlo che ci sono grandi responsabilità perché chiaramente noi stiamo ragionando perché se dovessimo dire…

PIRISI (P.D.). Un po' di autocritica!

LADU (Fortza Paris). …perché se dovessimo dire che oggi la città di Nuoro, capoluogo di provincia, non è servita dalle ferrovie dello Stato per colpa dell'assessore Broccia non diremmo una cosa giusta. Noi stiamo ragionando e stiamo pensando come si può fare affinché la Sardegna sia servita in modo adeguato dalla rete ferroviaria e motivo della presentazione di questa mozione credo sia solo ed esclusivamente questo, anche perché io credo che le notizie che stanno arrivando non sono certamente notizie positive nei confronti della Sardegna, anche perché non solo per quanto riguarda la soppressione dell'unica unità navale di collegamento tra Civitavecchia e Golfo Aranci, ma c'è anche l'ipotesi che è prevista nel piano industriale delle ferrovie dello Stato 2007-2011, che prevede la riduzione degli scali merci in Sardegna da dodici a tre e questo è un fatto gravissimo che penalizza molto l'economia della Sardegna.

Allora io credo che in questo contesto e considerato che anche nel dibattito che abbiamo fatto giorni fa con i rappresentanti del Parlamento europeo ci è stato detto che una delle cause principali della situazione di disagio economico-sociale è dovuta a carenze infrastrutturali, io credo che tutti insieme noi dovremo fare un ragionamento per fare in modo che il problema dell'insularità diventi un problema serio perché, così come stanno facendo altre Regioni, la Sardegna effettivamente abbia la possibilità di presentare un vero programma di sviluppo capace di superare una situazione che sta fortissimamente penalizzando il sistema produttivo della Sardegna e tutti gli abitanti della Sardegna proprio perché oggi siamo veramente in una situazione di isolamento che non può continuare oltre. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Ladu.

E' iscritta a parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Grazie Presidente. Assessori, colleghe e colleghi, faccio una premessa non polemica ma oggettiva perché ritengo sconcertante il silenzio del Presidente della Regione e della Giunta sulla decisione assunta da Trenitalia, società del gruppo Ferrovie dello Stato, di interrompere il servizio del trasporto ferroviario delle merci tra Golfo Aranci e Civitavecchia con l'ovvia conseguenza di eliminare il trasporto merci su rotaie in tutta la Sardegna.

Dopo l'impegno contenuto nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale il 27 febbraio e la nota diffusa il 13 marzo dall'ufficio stampa della Regione che annunciava l'attivazione immediata di un tavolo di lavoro "sull'attuale condizione del servizio merci e sulla possibile riorganizzazione e rilancio dello stesso" - cito testualmente -, il silenzio è divenuto addirittura assordante, soprattutto dopo le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano, che l'11 aprile, incontrando una delegazione di CIGL, CIS e UIL, ha decretato la soppressione del traffico merci delle ferrovie dello Stato giustificandola con lo sbilanciamento tra entrate e uscite, confermando la logica dominante che il cittadino non ha diritti e se vuole i servizi se li deve pagare di tasca. Da questo punto di vista anche la proposta del ministro Scajola, che propone un intervento del Governo per ridurre il costo del carburante per l'autotrasporto, mi sembra un ulteriore segnale preoccupante sul peso che la lobby del gommato è in grado di esercitare, al punto che il Codacons ha preso posizione annunciando un ricorso al TAR per l'evidente sperequazione nei confronti dei cittadini.

Comunque dicevo che ci sono state diverse occasioni perché il grave problema venisse affrontato, anche durante la fase pre-elettorale, con il Governo e con l'amministratore delegato delle ferrovie dello Stato che, secondo l'ormai presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, potrebbero addirittura intervenire nell'acquisto di Alitalia, questo nell'ambito del salvataggio della compagnia aerea.

Il silenzio della Regione sull'atteggiamento delle ferrovie dello Stato di rinunciare al traffico merci, cancellando il collegamento marittimo Golfo Aranci-Civitavecchia e spostando il centro di smistamento delle merci su rotaia a Livorno e smantellando gli scali merci della Sardegna dopo ingenti finanziamenti, anche recenti, intervenuti per ristrutturarli e renderli funzionali, appare come una condivisione della scelta di Trenitalia, anche perché tra le ferrovie dello Stato e la Regione è in corso da alcuni anni una trattativa sul miglioramento della rete ferroviaria per passeggeri e sull'utilizzo delle vaste aree rimaste libere in seguito allo smantellamento degli scali merci in diverse stazioni dell'isola e in particolare a Cagliari. In assenza di un dibattito in Consiglio sul piano dei trasporti e sulla continuità territoriale delle merci la Giunta regionale sembra aver deciso unilateralmente di privilegiare il trasporto delle merci su mezzi gommati. Anche il tentativo di dar vita, attraverso l'impegno della SFIRS, ad una compagnia marittima sembra confermare questa idea. Un'ulteriore conferma viene anche dal protocollo d'intesa sottoscritto con il Comune e la Provincia di Oristano e la Rete ferroviaria italiana per la realizzazione dello studio di fattibilità e del progetto preliminare del centro intermodale passeggeri e della stazione di interscambio ferro-gomma che le ferrovie volessero sorgesse nel piazzale dello scalo merci.

Il Consiglio regionale e le forze politiche di maggioranza e di opposizione non possono ovviamente ignorare, lo abbiamo visto nel dibattito, le gravissime conseguenze socioeconomiche di questa scelta, fatta nell'esclusivo interesse di Ferrovie dello Stato che dopo anni di sprechi e pessime gestioni vuole risanare i bilanci in danno delle regioni più deboli, è il nostro caso, ma anche per questo è stato un errore, ritengo, l'aver scelto di accollare al bilancio della Regione le spese dei trasporti e della sanità. Per quanto compete i socialisti, la posizione che abbiamo assunto in Sardegna e nel Lazio al disegno delle Ferrovie dello Stato è netta e inequivocabile, come confermano le posizioni assunte dagli eletti nelle due regioni e dagli organismi di partito. Personalmente, come ho avuto modo di sostenere pubblicamente, ritengo siano indispensabili indagini della magistratura contabile e penale per accertare le responsabilità di scelte gestionali e di investimenti sbagliati che negli anni hanno provocato un ingente spreco di denaro pubblico. E' assurdo che siano stati effettuati investimenti per gli scali merci sardi che dopo alcuni mesi sono stati chiusi o abbandonati o resi inagibili nonostante la regolare presenza degli operatori. Ho presentato il 4 marzo un'interrogazione, rimasta ancora senza risposta, in particolare sulla volontà delle Ferrovie dello Stato di alienare anche a privati l'area di San Paolo, dove è ubicato lo scalo merci della stazione di Cagliari, confinante con quella dove dovrebbe sorgere il campus universitario programmato dall'ERSU. Al di là di un'ulteriore proroga del collegamento marittimo per carri ferroviari tra Golfo aranci e Civitavecchia è indispensabile impedire alle Ferrovie dello Stato di dismettere il trasporto merci su rotaia, proprio mentre in tutta Europa viene incentivato per gli enormi vantaggi ambientali e di sicurezza stradale. Se la scelta delle Ferrovie dello Stato dovesse prevalere si rischia di disperdere gli ingenti finanziamenti per il miglioramento della rete infrastrutturale ferroviaria, circa 150 milioni di euro tra Lazio e Sardegna. Peraltro è una strategia aziendale in netto contrasto con le linee del Piano regionale dei trasporti che prevedono il riequilibrio modale del trasporto di merci e persone con misure a favore del trasporto su rotaie. Tutto ciò senza contare gli enormi costi, sono stati evidenziati in Aula da più colleghi, dai pesanti risvolti occupazionali, dove gli addetti tra impiego diretto e indiretto sono circa 2 mila, dalla chiusura di aziende che lavorano nella costruzione e nella manutenzione di carri ferroviari e dalle conseguenze sulle attività produttive di piccole, medie e grandi dimensioni e sui singoli cittadini consumatori costretti a sopportare un aumento dei prezzi generalizzato delle materie importate e di quelle esportate - lo diceva molto bene l'onorevole Uggias - ricordando il rapporto con tutta l'Europa e quindi il fatto che non si tratta di una linea strettamente legata al territorio italiano. L'economia della Sardegna senza la continuità territoriale delle merci su rotaia rischia quindi di subire un danno non facilmente calcolabile e per porvi rimedio saranno necessari anni di sacrifici e di difficoltà. E' quindi indispensabile che il Consiglio regionale assuma una posizione forte e chiara per recuperare i cinque mesi di ritardo nella mobilitazione generale in difesa degli interessi dell'intera Isola, altrimenti gli ordini del giorno dell'Assemblea sarda e del Consiglio provinciale di Cagliari, gli allarmi e le denunce dei sindacati e le prese di posizione di alcuni esponenti politici, rischiano di restare episodi circoscritti ad ottenere ulteriori finanziamenti a favore del gruppo Ferrovie dello Stato per prorogare la linea marittima Golfo Aranci-Civitavecchia. E' invece indispensabile che le Ferrovie dello Stato cambino una strategia aziendale dannosa non solo per la Sardegna, ma per l'intero territorio anche nazionale. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente. Credo che non approfitterò di tutto il tempo messo a disposizione, anche perché gran parte delle cose che sono state dette sono una condizione essenziale per chiudere un dibattito che forse arriva in ritardo per quelle che sono le necessità e le urgenze. Non credo neanche di dovermela prendere molto con l'assessore Broccia, anche perché gli ho chiesto già altre volte le dimissioni, capisco bene anche qual è la spinta motivazionale, quindi non credo che ci sia neanche la necessità di reiterare una proposta simile. Sta di fatto che comunque noi viviamo in una condizione, come spesso a me capita di ricordare quando parlo con la gente, che la Sardegna è come un'oasi in mezzo ad un deserto, ed è un deserto di almeno 200 chilometri, considerato deserto anche la Corsica perché non è terra italiana o comunque sia non fa parte di un nostro ragionamento in termini economici. Se io volessi allocare un'industria, un sistema commerciale in Sardegna, avrei tirato il compasso un posizionamento di 1 milione e 600 mila abitanti. Se io faccio la testa tirata di compasso dall'Emilia-Romagna, dalla Lombardia o dal Veneto, la differenza sono almeno 20-30 milioni di abitanti per quell'industria che nasce o quel fattore commerciale che si muove. Allora, io mi chiedo, quando un chilo di formaggio anni fa per essere spostato dalla Sardegna a Civitavecchia, a Roma, costava 100 lire in più di quello prodotto dalle stesse pecore allevate da emigrati sardi a Viterbo o giù di lì, 100 lire in più al chilo, e per portarlo negli Stati Uniti d'America, quindi a New York, costava 300 lire in più, oggi lascio pensare quanto costi in più nel trasporto in euro, comprendiamo bene le difficoltà oggettive che vive questa Isola che è chiusa dal mare, che è una cosa bella per tanti aspetti, ma difficilissima da capire come si possa collegare con il resto del mondo e perché non ricordare con quelli che sono i momenti di vicinanza più totale con lo Stato italiano, di cui facciamo parte. Ora, se queste cose sono una considerazione e se prendiamo ad esempio quanto altri hanno citato, che la Keller chiude perché non c'è possibilità di esitare un prodotto realizzato in Sardegna, se è vero tutta la produzione isolana ha una lievitazione dei costi, se è vero che c'è disagio assoluto anche nel consentire che ci sia una continuità territoriale vera e cioè io chiedo che almeno venga trattato come coloro i quali hanno la linea ferroviaria e non hanno interruzioni da Roma a Milano, questo non esiste per la nostra Sardegna! Questa è la nostra specialità, la richiesta di autonomia speciale, la richiesta di uno Statuto che sia all'altezza. Dove vengono le critiche alla Giunta Soru? Quando accetta bellamente che oltre alla sanità, che è un aggravio assoluto, anche la questione dei trasporti se la deve accollare la Regione Sardegna, lasciando lo Stato libero che possa intervenire per la Sicilia e per altre questioni. Io non sto qui a discutere se è buono il passaggio nello stretto di Messina attraverso un ponte o no, sta di fatto che le scelte dello Stato sono libere e non vedono la Sardegna come una interlocutrice importante nella realizzazione di un sistema che veda i trasporti marittimi, aerei e in questo caso marittimi-ferroviari in condizioni tali di essere alla pari. Ora, detto questo, e compreso che è inutile che si debba aggiungere di più, intelligenti pauca, io credo che si possa fare fronte comune e che ci sia la necessità di rimarcare che la Sardegna deve pretendere dallo Stato la continuità territoriale anche in quella direzione, al di là del governo o amico o fratello o quello che sia come spesso viene dichiarato dall'una o dall'altra parte a seconda di come si possa comportare e se appartiene al centro-destra o al centro-sinistra. Qui ci sono interessi reali, concreti di sviluppo economico, di condizioni civili che la Sardegna tutta reclama e che quindi vi è necessità che noi come responsabili di rappresentare il popolo sardo come momento istituzionale importante dobbiamo fare con forza, in maniera unitaria per cercare di trovare una soluzione che veda i sardi posti in prima linea, non certamente quello che anche in altre circostanze abbiamo avuto, di essere retroguardia nelle richieste avanzate da quelle che sono le esigenze di autonomia, da quelle che sono le esigenze di civiltà che la nostra popolazione richiede.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Renato Lai. Ne ha facoltà.

LAI RENATO (U.D.C.). Signor Presidente, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi. La Sardegna non può permettersi assolutamente di rinunciare alla tratta del trasporto merci operata da Trenitalia sulla linea Civitavecchia-Golfo Aranci. Ma sembra che la Sardegna debba prepararsi a pagare il prezzo più alto dello stato di crisi in cui versa Trenitalia e quindi è assolutamente necessario mettere in atto tutte le iniziative e trovare le risorse finanziarie per arrestare un processo di esclusione che avrebbe dovuto essere fermato già nel biennio 1999-2001 quando iniziò con la soppressione di molte linee della rete ferroviaria italiana di allora, riducendo il tonnellaggio trasportato da 3 milioni di tonnellate ad appena 600 mila nel 2004, una vera catastrofe! Numerosi sono stati i pronunciamenti contro questa ipotesi che se attuata causerebbe, è stato detto, danni economici e sociali gravissimi, infatti non avendo alternative disponibili il trasporto merci dovrà muoversi sulla 131 attualmente in ristrutturazione con costi accresciuti, diminuzione della sicurezza sociale, danno ambientale, ricordiamo che l'organizzazione mondiale della sanità ha evidenziato come il trasporto merci su gomma rappresenta la fonte principale di inquinamento da Co2. Non è facile trovare un provvedimento simile a questo che crei tanti danni simultaneamente ed in un comparto già in ginocchio, gli operai delle industrie che verrebbero danneggiati da questo provvedimento hanno già manifestato davanti al Consiglio regionale unitariamente a quei lavoratori delle ferrovie che rischiano il posto di lavoro e quindi la proroga dal 1º aprile al 30 giugno pare configurarsi solo come un allungamento dell'agonia davanti alla quale il Consiglio, la Giunta, la classe dirigente nella sua intierezza non possono che assumere tutte le iniziative e i provvedimenti necessari per scongiurare una simile ipotesi. Della Keller, della Convesa, è stato già detto, è un aspetto che interessa centinaia di lavoratori, tutta la Sardegna perde la continuità più efficace per il trasporto di materie prime e prodotti finiti da commercializzare come ha detto l'onorevole Uggias. Ma teniamo conto del fatto che la finanziaria nazionale non pare aver stanziato fondi sufficienti per risolvere la situazione, ed io voglio così sottolineare che le politiche promosse dallo Stato italiano hanno visto marginalizzato l'interesse alla dotazione infrastrutturale dell'isola col risultato che ad oggi la Sardegna rischia di essere estranea alla rete della grande comunicazione europea. E questo nonostante il peso dell'insularità e i sempre accesi dibattiti sulla continuità territoriale e le mai sopite rivendicazioni per maggiori investimenti infrastrutturali in Sardegna, considerato il disimpegno registrato sulla nostra rete ferroviaria, la cui modesta efficienza è dimostrata ampiamente dalla mancata attuazione dell'elettrificazione e dell'esiguità dei tratti a doppio binario. Si tratta in sostanza di un assetto generale delle ferrovie sarde cronicamente sbilanciato nei confronti del resto dell'Italia e ancor più dell'Europa. Con una simile stasi infrastrutturale non è possibile certamente alcuno sviluppo economico dato che il mondo delle imprese deve poter contare su questa forma di trasporto sulla quale tutta l'Europa ha investito ampie risorse. Ma, questo non deve sottrarre lo sguardo e l'attenzione su quella che è la situazione attuale di quello che rimane, di quel poco che rimane di questo mezzo di trasporto, e alle sconcertanti recenti decisioni dell'amministrazione delle ferrovie va aggiunta anche la consapevolezza che esistono atteggiamenti vessatori e disattenti, pensiamo al declassamento degli impianti sardi e con i nuovi provvedimenti, Trenitalia decide di disabilitare gli scali, anche quelli più periferici che però hanno dati numerici, io riferisco quello di Monti Telti che ha circa 80 ditte che agiscono su questo scalo per quanto riguarda il settore del granito, del cemento, del legno. Per dire questo, che anche le realtà periferica nelle quali operatori hanno investito, non possono veder smantellato questo impegno e cessare di essere punti di riferimento importanti, ebbene, lei sa Assessore che viene caricato il giro da Chilivani a Monti perché Chilivani pur essendo una stazione abilitata non ha i mezzi per poter effettuare carico e scarico merci, e questi costi vengono all'origine ad aggravare quelli che l'onorevole Diana ha prospettato, che comportano circa il 50 per cento in più di aumento dei costi relativi alla perdita di questo mezzo di trasporto. Ora, occorre dire che tanto più azzardata appare questa soppressione nel momento in cui si cerca di contenere al massimo il trasporto su gomma per favorire quello su rotaia e se la Sardegna continua a perdere colpi anche su quelle deboli infrastrutture di cui dispone, non si può neppure parlare di amministrare le risorse di una regione, visto che non si saprà come muovere i prodotti e le materie prime a causa degli alti costi che comporterebbe. E poi non si devono dimenticare gli investimenti cui le aziende sarde di trasporto hanno fatto fronte per adeguarsi alle scelte di intermodalità ferroviaria intraprese dal governo uscente. Un'altra grave mancanza del governo nazionale è stato il mancato stanziamento di 40 milioni di euro per completare la linea ferroviaria del porto di Olbia impedendo di fatto qualsiasi alternativa all'attuale situazione di emergenza che si è creata a Golfo Aranci. E' necessaria quindi un'azione comune, ma la Giunta deve sentirsi impegnata nell'adottare tutte le possibili iniziative per risolvere in tempi brevi questa gravissima situazione. Non possiamo permetterci cedimenti su una materia così delicata e vitale come le infrastrutture dei trasporti, e quindi all'onorevole Broccia noi chiediamo, e lo si chiede con quella esigenza di trasparenza e con quella unitarietà di intenti che è emersa negli interventi, quali misure intenda adottare nell'immediato e se si intende procedere con una politica di più ampio respiro che garantisca alla Sardegna la piena integrazione con la rete ferroviaria che si sta sviluppando in Europa e in Italia, quale risultato hanno avuto le sue azioni nei confronti del Ministero dei trasporti e se è riuscito ad assicurare una maggiore attenzione di Trenitalia nei confronti della nostra Isola, come intenda muoversi nei riguardi dell'attuale governo che speriamo sia più sensibile a questo problema e se il piano di intervento della Regione sulle ferrovie sarde si limita all'attenzione verso i soli passeggeri, ma anche su questo fronte ci sono davvero tanti aspetti di disorganizzazione e mancanza di integrazione, con l'annunciato rinnovo del parco macchine per il trasporto di questi ultimi, oppure se esistono progetti capaci di incidere nel settore merci e nelle infrastrutture relative. E quando parliamo di strategie è chiaro che se è vero che le iniziative di cui il Consiglio si fa promotore non possono avere solo lo scopo di salvare questa tratta, ma di ripristinare le situazioni precedenti e riportare l'isola al tonnellaggio movimentato alla fine degli anni 90, tutte le azioni della Giunta, quelle che metterà in atto, rivestono un'importanza centrale, soprattutto in tema di investimenti strutturali, date le nuove funzioni e competenze in materia di trasporto ferroviario, con un aggravio di spesa non indifferente per le casse regionali. Ma, è chiaro che per parlare di un errore in questa scelta dovremmo avere consapevolezza che non è, e non viene, diciamo così, non è stato predisposto, cosa che penso non sia, una strategia immediata di totale ristrutturazione delle linee esistenti, di tutte le infrastrutture che concorrono al loro funzionamento e dell'estensione di nuove tratte laddove le imprese, le comunità, che ruotano intorno a queste sedi, lo richiedono. Si è quasi sorriso quando l'onorevole Ladu ha prospettato la…

PRESIDENTE. Concluda onorevole Lai.

LAI RENATO (Gruppo Misto)...la mancanza di iniziativa in una simile direzione si configurerebbe come un colpo definitivo all'economia sarda. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Lai. E' iscritto a parlare il consigliere Diana. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Sì, grazie Presidente. No, io intervengo perché non vorrei che nel bel mezzo di questa bella discussione, che ovviamente ha toccato un problema importante, certamente, e non ho nessuna difficoltà, onorevole Uggias, a pensare che si possa arrivare anche a far coincidere quelle che sono le posizioni di tutti quanti noi, ma all'Assessore, visto che è presente, mi permetto di sottoporre tutta un'altra serie di problemi che io ho evidenziato nella mozione. E per esempio se sono confermate le intenzioni che riguardano la chiusura dello scalo merci di Cagliari e il conseguente trasferimento delle attività che vi vengono svolte presso lo scalo di Elmas? Per esempio. Se risponde al vero che il piazzale dello scalo merci di Cagliari sarebbe stato acquistato da un soggetto privato? Se prima di concludere tale transazione il soggetto titolare del suddetto piazzale ha preso contatti con la Regione ai fini di trasferire il bene al patrimonio regionale? Non dimentichiamoci che quella è un'aria di grandissimo interesse ed è di proprietà… non sappiamo più di chi è la proprietà! Quali possibilità di sviluppo urbanistico sono consentite ai sensi del Piano paesaggistico regionale e del Piano urbanistico comunale nel piazzale dello scalo merci di Cagliari? Se corrisponde al vero che si intende trasferire la stazione storica di Cagliari, la stazione passeggeri di Cagliari? Se corrisponde al vero. E qualora fosse vero, che tipo di destinazione si vuol dare alla storica stazione passeggeri di Cagliari? Insomma, io vorrei capire molto più in là del semplice problema, semplice e complesso, problema del trasporto ferroviario delle merci. Perché questo è uno dei problemi. Ciò che non ci è chiaro invece, Assessore, è quale sia la politica alla quale lei, probabilmente, si richiamerà quando parlerà del Piano regionale dei trasporti, citato anche stamattina, del quale lei non può continuare a dire che noi avremmo letto attentamente, quasi con una sorta di presa in giro ai consiglieri regionali. Le assicuro che i consiglieri regionali sono molto più attenti di quanto lei non pensi! E allora quando lei dice: "Nel contempo il piano di sviluppo regionale, come ben sanno gli interroganti, che lo hanno sicuramente letto attentamente", questa vena un attimino, così, quasi da presa in giro, la definisco io. E' chiaro che i consiglieri regionali hanno letto attentamente il Piano regionale di sviluppo, e il nuovo Piano regionale dei trasporti, in corso di discussione. Questa è una risposta che è stata data, colleghi, il 27 di dicembre del 2007, beh, da allora ne sono passati di mesi, e il nuovo Piano regionale dei trasporti, in corso di discussione, prevederebbe altre iniziative, alcune delle quali già avviate, quindi in barba al pronunciamento del Consiglio regionale sul Piano regionale dei trasporti, che vanno nella direzione di rendere più efficace ed efficiente il trasporto merci da e per la Sardegna. Io ovviamente sollevo anche questi problemi, che credo siano problemi di più vasta portata, ma che sono significativi di quello che si vuole fare in Sardegna o si vorrebbe fare in Sardegna, e fino ad oggi, devo dire la verità, spero che nella replica l'Assessore possa darci tutte queste informazioni, che sono indispensabili perché noi ci facciamo un quadro chiaro di quella che sarà la politica dei trasporti in Sardegna. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pirisi. Ne ha facoltà.

PIRISI (P.D.). Grazie Presidente. Ma, io… stamattina abbiamo avuto modo tutti di vedere come il problema del collegamento navale per il trasporto delle merci abbia giustamente preoccupato e preoccupa il Consiglio regionale della Sardegna, tant'è che sono state presentate quattro mozioni di tutti gli schieramenti. Preoccupa molto i lavoratori del comparto che direttamente operano nel comparto ferroviario, appunto, e preoccupa molto quelli che lavorano nei comparti ferroviari come la Keller Elettromeccanica di Villacidro, com'è stato richiamato sia nelle mozioni, che negli interventi in Aula, ha preoccupato e preoccupa gli imprenditori, che si sono fatti anch'essi protagonisti di un'azione che tendeva ad evidenziare il grande problema, ha preoccupato e preoccupa, va detto, il Governo della Regione, che immediatamente, con un tempismo che è stato riconosciuto anche dai colleghi dell'opposizione stessa, si è mossa per cercare, il Governo della Regione, e nella fattispecie l'assessore Broccia, con la dovuta attenzione, si è mosso il Governo, e con la giusta preoccupazione, per cercare di risolvere il problema di cui stiamo parlando. Io, Presidente, credo che sia giusto anche, così com'è stato fatto in quest'Aula da parte dei vari colleghi, cogliere quello che è lo spirito costruttivo che mi pare abbia animato complessivamente un po' tutti gli interventi, a partire dall'onorevole Pileri, per proseguire con l'onorevole Dedoni, l'onorevole Renato Lai, financo l'onorevole Silvestro Ladu, e l'onorevole Diana, in ultimo. Cioè noi ci troviamo di fronte ad un problema che deve essere affrontato con spirito unitario e, come si dice, con spirito bipartisan, tant'è che oggi il problema che stiamo affrontando dovrà essere, è stato posto dal Governo precedente, con un taglio notevole di risorse, che non consentiva appunto di poter mandare avanti il servizio, così come stava andando avanti fino a quel momento, e noi ci siamo mossi per dire al Governo centrale che era necessario che rivedesse quelle posizioni. Oggi, è cambiato il Governo, tant'è che probabilmente qualche accento di spigolosità da parte di qualche mozione dell'opposizione, se fosse stata fatta oggi magari sarebbe stato un po' depurato, però io credo che, anche se è cambiato il Governo, e oggi abbiamo il ministro Scajola e non più il ministro Bianchi, ritengo che, assieme, dobbiamo muoverci per portare avanti un'azione corale, che tenda appunto non solo a scongiurare questo pericolo, ma a far sì che venga potenziato nuovamente il trasporto delle merci per via mare. Io, Presidente, a questo proposito, e colleghi, credo che sia giusto richiamare la risoluzione che la commissione Quarta, la commissione, appunto, trasporti, ha all'unanimità approvato il giorno 5 di marzo. E credo che partendo proprio da quella risoluzione possiamo trovare, assieme, un ordine del giorno sul quale mi auguro che si stia già lavorando, anzi so che il Presidente della commissione sta appunto lavorando per una proposta di sintesi che ci veda tutti porre al Governo nazionale l'esigenza che il collegamento non solo venga ripristinato, cioè non cessi, ma che venga potenziato. Io credo che sia assolutamente giusto ribadire, come altri colleghi hanno fatto, che, per esempio, è assolutamente anacronistico, è assolutamente sbagliato, è assolutamente concettualmente negativo sotto il profilo dei risultati che determina, il fatto che oggi non si potenzi il trasporto su ferrovia. Questo è un fatto, credo che debba essere chiaro a tutti (e mi pare che lo sia anche dagli interventi che ho sentito) e comunque credo che sia anche giusto dire qualche altra cosa. Bene, i colleghi che prima, che già nella passata legislatura, ma che in passato sono stati nei banchi di questo Consiglio sapranno e ricorderanno bene di come l'assessorato ai trasporti sia sempre stato considerato l'assessorato "Cenerentola", quello che rimaneva per ultimo e a chi capitava poi sarebbe stato assegnato. Io credo, e questo lo dico nonostante, per esempio adesso vedo il collega Amadu che è un galantuomo, una persona perbene che ha ricoperto la carica di Assessore ai trasporti, però il problema dei trasporti non rientrava nella strategia del Governo che nel quinquennio passato, ha governato la Sardegna. Oggi, va riconosciuta e va detto che l'assessore Broccia e il governo regionale ha prestato grande attenzione al problema dei trasporti e oggi ci sono non solo chiacchiere ma ci sono investimenti già fatti, ci sono risultati che sono stati conseguiti, ci sono cifre che possono essere qua portate e non sono un libro dei sogni come vagheggiava il collega Oscar Cerchi, che mi pare che fosse un po' fuori dalla problematica che stiamo trattando.

Oggi noi abbiamo una politica che è stata portata avanti per quattro anni e che oggi dà dei frutti e dei risultati. All'onorevole Ladu voglio ricordare, essendo stato lui anche un autorevolissimo rappresentante del Governo regionale della passata legislatura, aveva l'incarico di Assessore ai lavori pubblici, e nonostante la sua autorevolissima presenza il collegamento tra la dorsale sarda e la città capoluogo di Nuoro non è stato risolto.

Oggi possiamo dire che ci sono 20 milioni di euro stanziati per sistemare la tratta tra Macomer e Nuoro, in modo tale che ci sia un collegamento con la dorsale sarda. Ebbene io credo che sia giusto che da parte di tutto il Consiglio venga fuori una posizione che tenda ad invitare il Governo regionale, così come abbiamo scritto nella risoluzione, lo ribadisco, approvata all'unanimità da tutta la Commissione, di invitare il Governo regionale a proseguire: "nell'adozione di tutte le necessarie iniziative finalizzate a scongiurare l'effettiva misura di soppressione da parte di Trenitalia, eccetera…". Cioè a proseguire… c'è stato un riconoscimento dell'azione portata avanti e noi credo che questo dobbiamo fare anche oggi, mi auguro unanimemente con un ordine del giorno, che tenda a far forza nei confronti del nuovo Governo nazionale per dire che è un problema enorme per tutti i sardi questo e che il Consiglio regionale, all'unanimità, si fa portatore di quelle che sono le istanze e le preoccupazioni di tutto il popolo sardo. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Pirisi. E' iscritto a parlare il consigliere Pinna. Ne ha facoltà.

PINNA (P.D.). Grazie Signor Presidente, credo effettivamente che 10 minuti siano un tempo molto ristretto per un tema così importante, un tema al quale la Commissione trasporti ha dedicato, per lo meno io parlo di questo mio ultimo anno di Presidenza, ma anche prima, molta attenzione e confermo quanto poco fa ha affermato l'onorevole Pirisi che la Commissione ha potuto esercitare una funzione e un ruolo anche perché siamo effettivamente in presenza di una politica regionale dei trasporti. Questo è un fatto senz'altro positivo. È chiaro che basterebbe vedere i resoconti delle audizioni, delle riunioni dedicate al tema dei trasporti, è chiaro che i problemi e le difficoltà non sono di poco conto in quest'anno di lavoro abbiamo avuto modo di audire più volte l'Assessore ma, per esempio, affrontare il problema della portualità, le due autorità portuali di Cagliari e di Olbia; Sentire il mondo degli autotrasportatori, per capire, per riuscire in breve ad avere un'idea un po' precisa dello stato dell'arte. Allora, sintetizzando, potremmo dire questo: che vi sono elementi di forza e vi sono elementi di debolezza ed elementi di criticità. Beh, gli elementi di forza… quasi mensilmente noi monitoriamo il dato sulla continuità territoriale, basta prendere anche l'ultimo dato che c'è stato fornito e che riferisce dei trasporti nel primo trimestre del 2008, il confronto con il 2007, perché i dati sono chiari, si riferiscono sia al trasporto per via aerea ma anche al trasporto su mare per cui, la nuova continuità territoriale, ma il sistema dei collegamenti nel suo complesso, non sia allo sbando, ma che, anzi, siamo in presenza di una condizione positiva, questo è nei numeri, non è un'invenzione. Certo, in occasione della discussione che si tenne in Commissione a proposito della proroga della convenzione tra lo Stato e la Tirrenia, sono stati prodotti tutta una serie di dati che dicono che per esempio questa Sardegna effettivamente è divisa in due perché vi è la portualità, il collegamento, mi riferisco a quello marittimo del nord Sardegna è notevolmente più avanzato rispetto a quello del sud Sardegna. Senza che aspettassimo i giornali noi sappiamo perfettamente, ce l'ha confermato l'autorità portuale di Cagliari, che il porto di Cagliari conosce una crisi, sia per quanto riguarda il traffico passeggeri ma il grosso problema riguarda anche il traffico merci. Sappiamo perfettamente, perché ce l'hanno detto gli autotrasportatori, che questa Sardegna quotidianamente è attraversata quotidianamente da 800 Tir, con tutti i problemi e difficoltà che questo rappresenta, sappiamo perfettamente che il 95 percento del trasporto in Sardegna viaggia su gomma e certo non viaggia su rotaie. Sappiamo perfettamente che il sistema economico che dovrebbe garantire o che dovrebbe trovare nell'organizzazione interna dei trasporti un punto di riferimento, parlo soprattutto del trasporto su rotaie, trova difficoltà di interlocuzione. È altrettanto vero che il dibattito che ci porterà tra breve, spero, all'approvazione del Ppiano regionale dei trasporti che, licenziato dalla Giunta regionale, noi abbiamo avuto più occasioni di presentare le sue linee fondamentali, però ha bisogno di un passaggio che vede la funzione responsabile delle province, rappresenta per noi il contesto più importante, il contesto più significativo, perché il Piano regionale dei trasporti riprende il Piano strategico, sia quello dell'Unione Europea, poi quello ripreso dallo Stato membro, dallo Stato nazionale, per dire che vi è la consapevolezza che sia necessario dotarsi uno strumento sia normativo che progettuale, complesso, ricco, articolato che fra breve noi approveremo però abbiamo notato che, e in questo senso si inserisce anche la legge numero 21 del 2005, la legge sul trasporto pubblico locale che finalmente ci sta consentendo di dotarci di un unico organismo che fa capo alla Regione che coordina tutto il sistema del sistema pubblico locale, compreso anche la qualità dei servizi del trasporto ferroviario, però, per esempio, l'Assessore Broccia in Commissione ci ha detto che per quanto riguarda il traffico merci questa non è una materia che lo Stato ci ha nessun modo delegato, né per noi né per quanto riguarda la Sicilia, per cui noi in questo momento, stiamo pagando le conseguenze di una scelta che viene dalla legge finanziaria, cioè stiamo pagando le conseguenze di una fase conflittuale che in qualche modo si è aperta tra Stato e Trenitalia.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RASSU

(Segue PINNA.) Però, l'Assessore ai trasporti ci ha anche detto che la crisi del trasporto merci viene da lontano, nel senso che se prima erano cinque le navi che provvedevano, garantivano il trasporto merci tramite ferrovia, beh voglio dire l'ultima nave dismessa è nel 2001 la prima nel '91 noi siamo passati dal '97 quando le merci che venivano trasportate raggiungevano quasi due milioni sette cento mila tonnellate, 2006 siamo arrivati a cinque cento trentuno. Cioè abbiamo avuto la consapevolezza in Commissione che la crisi del trasporto merci è una crisi che viene da lontano, una crisi rispetto alla quale probabilmente la nostra classe dirigente ha delle responsabilità, è questo un forte elemento di criticità sul quale bisogna muoversi. Da qui la scelta di approvare unitariamente un ordine del giorno, anche sulla sollecitazione di alcune realtà locali che effettivamente hanno delle forti preoccupazioni, si pensava ad Olbia, si pensava alcune cose di Ottana, si pensava a Villacidro, ma non solamente. Noi abbiamo ricevuto delle lettere di operatori privati che in questo modo venivano condannati ad una sorta di embargo civile rispetto al quale la Sardegna avrebbe conosciuto, o potrebbe conoscere, una fase di isolamento. Allora, io credo questo è assolutamente importante che il Consiglio regionale approvi all'unanimità, per quanto possibile, un documento forte col quale rivendichiamo l'importanza della continuità, in modo particolare riferita al sistema delle merci. Crediamo che lo Stato non debba mollare, quasi che fossimo un peso morto, una delle due isole più importanti perché poi gli effetti si vedranno anche per la Sicilia, forse in maniera più contenuta, ma comunque altrettanto significativa, forse sarebbe auspicabile che anche il traffico merci, la gestione del traffico merci rientrasse probabilmente nella responsabilità messa in capo alla Regione. Non si capisce perché abbiamo questa funzione di coordinamento, come accade in tutte le altre Regioni d'Italia limitatamente all'organizzazione del trasporto pubblico locale, non vedo perché non si debba inserire anche la partita relativa al sistema delle merci. Per cui, credo che sia qualificante e che rafforzi la nostra interlocuzione, che devo dire con lo Stato è sempre stata aperta, credo che non ci siano motivi per pensare che questa interlocuzione con lo Stato non continui. Il vero problema è che l'interlocuzione ha bisogno anche di un terzo elemento che in questo momento è rappresentato da Trenitalia. Credo che ci siano tutte le condizioni perché il Consiglio regionale in questo momento così come è stato detto precedentemente, possa supportare l'azione del Governo regionale ed esercitare un'azione di pressione responsabile che ci consenta di superare una difficoltà, ma soprattutto che ci consenta di rilanciare un settore che purtroppo è inesorabilmente in crisi da almeno dieci anni.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pinna.

E' iscritto a parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Il dibattito di oggi è importante, è importante…

PRESIDENTE. Scusi un attimo, onorevole La Spisa, comunico all'aula che è rientrato l'onorevole Pittalis che aveva chiesto congedo per stamattina. Prego onorevole La Spisa.

LA SPISA (F.I.). Questo argomento è importante e la discussione tempestiva pur essendo state fatte da tempo numerose mozioni e interpellanze su questo argomento. Non credo sia necessario utilizzare i dieci minuti, per quanto mi riguarda, perché tante cose giuste sono state dette, qualche altra polemica inutile poteva essere risparmiata da alcuni colleghi, ma pazienza. Sottolineerei un fatto che di fronte a questo problema, occorre una vera presa di posizione molto netta da parte tutto il Consiglio regionale, questo sul piano politico è importante, non credo che sia una questione che possa essere, né che debba essere quindi utilizzata per strumentalizzare per fini elettorali, non è più tempo. D'altra parte il fine elettorale, la possibilità di strumenntalizzazione è stata abilmente disinnescata dal Governo Prodi e dalla dirigenza di Trenitalia, RFI, poiché è stata fatta slittare la data preannunciata a suo tempo ad aprile e poi rinviata al 30 giugno per l'interruzione definitiva dei collegamenti. Questo rinvio non so se sia stato utile, certamente è stato utile per trasferire ad altri alcune responsabilità di livello nazionale, ma questo ovviamente possiamo anche comprenderlo. Perciò, adesso niente polemiche, si tratta di fare fronte comune e di mettere dei punti fermi su questa questione. Il punto fermo io credo che debba essere questo, e cioè che noi su tutte le questioni che riguardano il collegamento ferroviario, dobbiamo tener presente certamente i condizionamenti che gli oneri di gestione e le diseconomie che il sistema ferroviario in Sardegna subisce, anche per condizionamenti strutturali anche geografici, la stessa lunghezza della tratta ferroviaria in Sardegna porta al fatto che le economie sono più difficilmente raggiungibili. Qualcuno dice che addirittura non sono raggiungibili per nulla. E questa quindi è una questione che va affrontata nel lungo termine, con una politica dei trasporti adeguata.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU

(Segue LA SPISA.)Ma considerando tutto questo noi dobbiamo però sottolineare una cosa imprescindibile, cioè che il trasporto ferroviario non può essere rinunciabile e che non può essere rinunciabile neanche il collegamento ferroviario tra la Sardegna e il continente, puntando direi su un concetto che io credo che sia elementare ma non sempre tenuto in considerazione e che cioè il trasporto ferroviario, il collegamento della Sardegna con il continente, per quanto riguarda il trasporto ferroviario, non è assimilabile a un servizio, a un qualunque servizio, che implica nelle gestioni, nelle diverse logiche di gestione, la necessità di fare in modo che questo servizio sia in qualche modo remunerato da un sistema tariffario e da un volume dei traffici sufficiente. Il collegamento della Sardegna al continente è un'infrastruttura, è di fatto un'infrastruttura. Interrompere il collegamento significa bombardare una tratta ferroviaria, tagliarla, eliminarla per cui credo che noi possiamo vantare la ragionevolezza di una proposta forte che tutta la Sardegna deve fare a qualunque governo nazionale e a qualunque sistema di gestione del sistema ferroviario. E cioè che qualunque sia il costo che l'intero sistema nazionale si deve assumere, deve caricarsi per garantire questo servizio, questo costo va affrontato, va scaricato sulla spesa complessiva nazionale perché non si tratta di assicurare un servizio, ma di mantenere una infrastruttura esistente, pena il collasso di alcune importantissime attività economiche, è stato citato il caso della Keller e della Convesa, ma non basta. Non possiamo parlare solo dell'esistente ma anche di tutto quello che potrebbe ancora insediarsi in Sardegna e che speriamo possa insediarsi in termini di attività produttive. Non possiamo cioè pensare uno sviluppo della Sardegna che porti l'isola ad essere non collegata anche dal punto di vista del collegamento ferroviario. Questo è un punto elementare che va assolutamente messo a fuoco e che deve essere fatto valere in tutte le sedi.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole La Spisa.

Ha facoltà parlare, per la Giunta, l'Assessore dei trasporti.

BROCCIA, Assessore tecnico dei trasporti.Grazie. Presidente, signori consiglieri, i temi che sono stati sollevati dalle mozioni che sono state presentate e dal dibattito che ne è seguito, seppure hanno il comune denominatore del trasporto merci e dei collegamenti con la rete nazionale, sono diversi, sono articolati e trattano aspetti più specifici del trasporto merci e anche della continuità territoriale marittima. Si è parlato del trasporto su ferro, della continuità territoriale della persone e delle merci via nave e soprattutto del porto di Cagliari, dei terreni che sono un giorno sì e un giorno no in officina, dell'annunciata e poi fallita politica di rilancio del treno da parte di questa Giunta, del trasporto urbano ad Oristano, dell'area di San Paolo ai privati, del costo dei biglietti: io non so se riuscirò nei 20 minuti a rispondere a tutto quanto.

A me sembra - sono d'accordo con tutti quanti quelli che lo hanno sottolineato e per ultimo l'onorevole La Spisa - che la questione del trasporto ferroviario delle merci è una questione troppo importante perché non venga affrontata con uno spirito il più possibile unitario, ed è quello che io sicuramente mi auguro. Io credo che serva tutto l'impegno, tutta la determinazione e tutta la forza di cui possono disporre le istituzioni sarde - il Consiglio, la Giunta regionale e quant'altro - per un'azione comune che cancelli in maniera definitivamente la decisione di Trenitalia di cancellare il trasporto delle merci via treno in Sardegna.

E' stato giustamente ricordato che questa questione non è un problema di oggi e non è una questione recente, io vi ricordo che nel 2006 il trasporto merci Sardegna ha movimentato 12 milioni e mezzo di tonnellate di merci, di queste il 96 per cento su gomma e il 4 per cento su ferro, ahimè non siamo lontani dal negativo dato nazionale che registra le stesse percentuali: la quasi totalità delle merci in Italia viene trasportata su gomma. Dei 12 milioni, gli 11 milioni e 870 mila tonnellate di merce che viaggiano su gomma impegnano ogni anno in questa regione 585 mila camion, che sono 49 mila al mese, e sono 1600 al giorno, ma sono molti di più se considerate che nei festivi e le domeniche gli automezzi pesanti non possono circolare di Sardegna. Nel 1996 le merci trasportate su ferro erano 3 milioni di tonnellate e 66 mila i carri, nel 1999 erano poco più di 2 milioni di tonnellate e 38 mila carri, nel 2001 sono diventati 600 mila tonnellate e poco meno di 30 mila carri, e dal 2001 in poi (qualche anno di più, qualche anno di meno) questo è il dato del nostro trasporto merci in Sardegna.

Nel 1996 erano quattro le navi che trasportavano i treni, dal 2001 è sostanzialmente una la nave che trasporta i treni, per i primi anni del Duemila erano due però una entrava in funzione solo quando la prima andava in manutenzione, adesso non c'è più questa possibilità perché la nave che sostituiva quella principale ha esaurito il suo ciclo di vita, e non solo, la nave attuale ha due o tre anni di vita, è una nave molto vecchia che non potrà reggere per molti anni ancora. A questi fatti si aggiungono, secondo noi, le scelte effettuate dalla Regione negli ultimi lustri, non parlo degli ultimi anni, parlo degli ultimi decenni, parlo degli anni Ottanta, degli anni Novanta e dei primi anni del Duemila: abbiamo un solo porto su cui arriva il treno, Golfo Aranci, (c'è anche Oristano ma il servizio come sapete non è in funzione); in quei pochi porti dove il collegamento c'era, dove c'erano e binari che arrivavano a bocca di porto, i binari sono stati cancellati; in altri porti si è preferito investire in centri intermodali merci di costo plurimiliardario (in vecchie lire) piuttosto che usare quelle risorse per portare, per esempio, a Porto Torres i binari a bocca di porto, come si dice in maniera un po' volgare. Dal 2000 al 2004 la Regione ha avuto dallo Stato 15 milioni di euro all'anno per ogni anno per organizzare la propria continuità territoriale merci, cui si devono aggiungere gli 8 milioni di cofinanziamento obbligatorio della Regione Sardegna; purtroppo la Regione non è stata capace di utilizzare quelle risorse, ogni anno lo Stato se le è riprese perché non venivano impegnate in quanto non si è riusciti a raggiungere un progetto che poteva essere condiviso. Dal 2005 in poi, da quando si è insidiata questa Giunta, quel finanziamento non è stato più reso disponibile dalle varie finanziarie che sono state approvate dal Parlamento fino al 2008.

Ora, detto questo, non cambia l'aspetto però in qualcuno degli interventi mi è sembrato di cogliere un po' - lo dico tra virgolette, in maniera positiva - di confusione: il trasporto merci ferroviario in Sardegna, come in Sicilia, è stato storicamente garantito, dal 1961, dalle risorse finanziarie che ogni anno i Governi, nella legge finanziaria e di bilancio, stanziavano per finanziare i cosiddetti servizi universali cioè quei servizi che hanno bisogno del contributo pubblico per poter essere garantiti. Questo è un servizio minimo, è un servizio essenziale che come tale ha bisogno, al contrario di quello che avviene in Lombardia o in Emilia-Romagna dove il trasporto delle merci è un business delle Ferrovie (o dei privati laddove si sta cominciando a sperimentare questa roba qui), in Sardegna, in Sicilia e in poche altre regioni del Mezzogiorno il servizio merci è garantito da un finanziamento dello Stato, e così è stato dal 1961 a questa parte. Nel parlare di servizio merci non sto parlando della nave, che è un'altra cosa e per cui lo Stato mette altri soldi, sto parlando del fatto che le merci camminano nelle ferrovie da Cagliari a Sassari, da Chilivani ad Olbia, da Macomer a Golfo Aranci, eccetera, eccetera: quello è il servizio che viene garantito dallo Stato, poi c'è la nave che è RFI ed è un'altra cosa per cui lo Stato ogni anno e per sessant'anni (la convenzione non ricordo quando è stata stipulata) eroga 10 milioni di euro per il mantenimento di quella nave, che poi è la prosecuzione del binario sul continente, sostanzialmente. Nella finanziaria del 2008 queste risorse destinate al servizio universale per il trasporto delle merci sono state drasticamente ridotte, non sono state cancellate ma sono state drasticamente ridotte: adesso francamente mi sono perso l'appunto ma se non ricordo male stiamo parlando di un finanziamento che era di 150 milioni all'anno ridotto ad 80-90 milioni all'anno, quindi praticamente la metà di quello che serviva. Questo nonostante lo stesso Governo avesse approvato il piano industriale di Trenitalia che prevedeva il servizio del trasporto delle merci anche in Sardegna; questo fatto ha portato Trenitalia a cancellare il trasporto merci su ferro in Sardegna dal 1° aprile, poi rinviato al 1º luglio, e a diminuirlo in maniera significativa in Sicilia. In questo momento l'unica soluzione al problema è che il Governo metta a disposizione i 25 milioni di euro che sono mancati a Trenitalia per effettuare il servizio, o che comunque obblighi Trenitalia a continuare ad esercitare questo servizio, in attesa che trovi il modo per stanziare le risorse. Questa è l'unica soluzione, non è un problema di nave, la nave verrà tolta - poi se ho un altro minuto lo dico meglio - la nave verrà tolta perché non c'è il servizio ferroviario sui binari che da Cagliari o da Macomer o da Sassari o da Chilivani arrivano a Golfo Aranci, questa è la questione su cui dobbiamo... naturalmente fatto questo possiamo parlare del futuro dello sviluppo delle merci in Sardegna, possiamo parlare di futuro se risolviamo questo aspetto qui, perché chiaramente, ha ragione anche qui qualcuno che l'ha sottolineato, è un servizio che ha elevati costi di esercizio è un servizio che porta a far sì che i terreni partano carichi dalla Sardegna ma vengono dall'Italia vuoti, solo noi, per le merci anche povere, usiamo il treno per portare le merci in continente. Dal continente le casse, non ho tempo ma vi darei i numeri, le casse, i treni arrivano vuoti e questo naturalmente crea una disparità economica incredibile, aggiungiamo a questo gli elevati costi di esercizio della gestione. Io ho fatto due conti, ci sono 300 persone che lavorano a questa roba qua, non parlo dell'indotto, non parlo delle fabbriche, sto parlando del treno merci e vi assicuro che questo dato è un dato assolutamente... se noi dovessimo fare, lo dico per esempio, non è questo quello a cui stiamo pensando in questo momento, una gara d'appalto per offrire, per fare esercitare... servirebbe la metà del personale che in questo momento impiega Ferrovie dello Stato per fare quell'operazione qua. Cosa sta facendo la Regione? La Regione ha chiesto, ed ottenuto, di far slittare di tre mesi la decisione che è stata presa; è un problema che torna adesso, abbiamo chiesto un incontro al Ministro che speriamo di ottenere nel giro di breve tempo, insieme stiamo lavorando con la conferenza delle Regioni, oggi c'è una riunione tecnica che affronta anche questo argomento perché non è solo questo il problema perché sono stati ridotti i soldi per il servizio passeggeri, non della Sardegna, parlo dell'Italia, perché ci sono altri problemi che riguardano il confronto del Governo e dello Stato con Trenitalia e soprattutto con la holding Ferrovie dello Stato. C'è un progetto della Regione su questo, la Regione, il gruppo di lavoro che abbiamo deciso di mettere insieme con Ferrovie dello Stato sta studiando la possibilità che portiamo i binari al porto industriale di Olbia, la Regione ha messo 70 milioni di euro nel POR 2007-2013 per finanziare quest'opera, che potremo riuscire a fare anche in un anno, anche in 12-15 mesi, ma serve perché se noi perdiamo il trasporto merci adesso rischiamo di perderlo per molto, se non per sempre. Noi dobbiamo fare un'opera comune, qualsiasi documento unitario, che vada in questa direzione, come ha già fatto la Commissione trasporti qualche mese fa, non può che aiutare l'azione di questa Regione a provare a cancellare in maniera definitiva questa decisione di Trenitalia. Spero di avere altri modi, altri tempi per rispondere ad altre questioni che sono state sollevate.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Se i colleghi che hanno presentato le mozioni intendono fare una replica lo possono fare per cinque minuti, non so se si sta lavorando ad una conclusione del dibattito di questa mattina e se è possibile concludere il dibattito con un ordine del giorno comune. Facciamo una sospensione di cinque minuti in Aula.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 15, viene ripresa alle ore 13 e 41.)

PRESIDENTE. Colleghi riprendiamo il lavoro, è stato predisposto un ordine del giorno, che stiamo riproducendo, e fra poco sarà in distribuzione. L'ordine del giorno riguarda, prevalentemente, le questioni del trasporto su rotaia, merci e passeggeri, c'è invece una mozione la numero 159 il cui tema non è ricompreso nell'ordine del giorno, quello presentato dagli onorevoli Vargiu, Pisano e più sulla continuità territoriale marittima sarda, che quindi i presentatori mi chiedono che venga votato, posto ai voti separatamente come un argomento appunto che non è ricompreso nell'ordine del giorno. Quindi metto in votazione, prima dell'ordine del giorno, la mozione numero 159 degli onorevoli Vargiu e più.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, soltanto per chiedere la votazione con scrutinio elettronico palese.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 159 Vargiu, Pisano, Dedoni e Cassano.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Silvio Cherchi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Cappai - Cassano - Cherchi Oscar - Contu - Dedoni - Diana - Floris Mario - Gallus - La Spisa - Ladu - Lai Renato - Licandro - Liori - Lombardo - Marracini - Moro - Murgioni - Petrini - Pileri - Pittalis - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Rassu - Sanjust - Sanna Matteo - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Balia - Barracciu - Biancu - Cachia - Caligaris - Calledda - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Espa - Fadda - Floris Vincenzo - Frau - Gessa - Giagu - Giorico - Lai Silvio - Lanzi - Licheri - Manca - Masia - Mattana - Meloni - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Pisu - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uggias - Uras.

Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Maninchedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 71

votanti 69

astenuti 2

maggioranza 35

favorevoli 28

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

PRESIDENTE. E' in distribuzione, colleghi, l'ordine del giorno. Naturalmente, nell'ordine del giorno c'è una premessa nella quale si dice che, a conclusione del dibattito, si elencano le mozioni oggetto di dibattito. Abbiamo scritto anche la numero 159, che invece va cancellata perché l'abbiamo appena votata.

L'ordine del giorno è un ordine del giorno unitario a firma degli onorevoli Pinna, Biancu, La Spisa, Uras, Diana, Cappai, Lanzi, Ladu, Vargiu, e così via discorrendo.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine Del Giorno Pinna - Biancu - La Spisa - Uras - Diana - Cappai - Lanzi - Ladu - Vargiu - Masia - Cuccu Giuseppe - Uggias - Caligaris - Salis - Pirisi - Maninchedda - Lai Renato - Frau sulla ventilata soppressione del servizio di trasporto marittimo merci tra i porti di Golfo Aranci e di Civitavecchia.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione del dibattito sulle mozioni:

- n. 164 (Cuccu Giuseppe e più) sull'ipotesi di soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia;

- n. 165 (Uggias e più) sull'interruzione del collegamento navale per il trasporto dei vagoni merci da e per la Sardegna;

- n. 171 (Diana e più) sul trasporto merci in Sardegna;

RICHIAMATI l'ordine del giorno n. 55 approvato il 27 febbraio 2008 e la risoluzione, approvata all'unanimità dalla Quarta Commissione consiliare il 5 marzo 2008;

PRESO ATTO della determinazione della società Trenitalia di interrompere l'unico collegamento navale merci operante su rotaia a decorrere dal prossimo 30 giugno 2008;

CONSTATATO come tale decisione di Trenitalia, preannunciata dai suoi organi interni nello scorso mese di gennaio, sia da addebitare al mancato stanziamento, nella manovra finanziaria per l'anno 2008, delle somme previste dal piano d'impresa relativamente al contratto di servizio merci per una cifra di circa 60 milioni di euro;

RILEVATO come Trenitalia abbia individuato nella riduzione dei servizi ricompresi nell'ambito del "servizio universale merci" quelli caratterizzati da rendimenti più bassi per singoli cicli di trasporto, con il risultato di determinare la sospensione del servizio per la Sardegna e una consistente riduzione delle attività in Sicilia;

OSSERVATO come tale decisione si ponga in netto contrasto con l'impostazione di fondo del Programma operativo reti e mobilità, predisposto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che assegna un ruolo predominante al trasporto ferroviario, unica effettiva alternativa al trasporto su gomma;

CONSTATATO come la preannunciata soppressione determinerebbe l'esclusione automatica della Sardegna dalla rete dei trasporti merci ferroviari, interrompendo definitivamente un servizio che è passato, nel corso di pochi anni, da una quantità di merci trasportate di circa tre milioni di tonnellate nell'anno 1999 a circa seicento mila tonnellate nei periodi più recenti;

PRESO ATTO che occorre difendere in ogni modo anche questo livello assolutamente carente ed insufficiente di trasporto per evitare che la sua sospensione si tramuti in definitiva soppressione del servizio;

CONCORDATO sulla valutazione degli effetti negativi dirompenti che il concretizzarsi di tale decisione comporterebbe per l'intera economia isolana, con immediati riscontri negativi sui livelli occupativi, sul fragile tessuto imprenditoriale isolano e, più in generale, sulla convivenza civile;

RIBADITO il ruolo fondamentale e strategico del trasporto ferroviario in Sardegna nella sua dimensione nazionale e transnazionale, così come confermato dal Piano regionale dei trasporti attualmente in fase di consultazione,

impegna la Giunta regionale

1) a far valere le ragioni di tale programmazione nel sistema nazionale della continuità territoriale del trasporto delle merci;

2) a richiedere al Governo nazionale che condizioni la sottoscrizione di nuovi accordi di servizio all'impegno da parte di Trenitalia, RFI e della Holding FS per garantire e migliorare il servizio dei trasporti dei vagoni merci;

3) a intensificare tutte le necessarie iniziative finalizzate a scongiurare l'interruzione dell'unico collegamento navale merci operante su rotaia a decorrere dal prossimo 30 giugno 2008, da parte di Trenitalia, del servizio di trasporto ferroviario su merci da e per la Sardegna, attualmente assicurato sulla linea marittima Golfo Aranci - Civitavecchia, mediante il coinvolgimento, a tutti i livelli, dei responsabili politici e istituzionali nazionali e a porre le basi per assicurare all'Isola un servizio su ferro adeguato alle attuali esigenze.)

PRESIDENTE. Se non ho iscritti a parlare, lo metto in votazione. Non ho colleghi iscritti a parlare, lo mettiamo in votazione. E' stata richiesta la votazione elettronica. Chi ha richiesto la votazione elettronica?

(Il consigliere Vargiu richiede la votazione con scrutinio elettronico palese)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Balia - Barracciu - Biancu - Cachia - Caligaris - Calledda - Cassano - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Contu - Corda - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Dedoni - Diana - Espa - Fadda - Floris Vincenzo - Frau - Gessa - Giagu - Giorico - La Spisa - Ladu - Lai Renato - Lai Silvio - Lanzi - Licandro - Licheri - Liori - Lombardo - Manca - Maninchedda - Marracini - Masia - Mattana - Meloni - Milia - Moro - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pileri - Pinna - Pirisi - Pisu - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Rassu - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uggias - Uras - Vargiu.

Si è astenuto il Presidente Spissu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 66

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 66

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. Va bene, colleghi, chiudiamo qua i lavori del Consiglio di questa settimana. Il Consiglio è convocato per martedì alle ore 16 e 30 per la prosecuzione dell'ordine del giorno e, segnatamente, delle mozioni sulla sanità, a cui si aggiunge anche un'interpellanza.

La seduta è tolta. Martedì mattina possono essere convocate le Commissioni, qualora i Presidenti delle Commissioni lo ritengano. La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 13 e 47



Allegati seduta

CDXV Seduta

(ANTIMERIDIANA)

Giovedì 22 maggio 2008

Presidenza del Presidente SPISSU

Indi

Del Vicepresidente RASSU

Indi

Del Presidente SPISSU

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 39.

CALLEDDA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di martedì 27 febbraio 2008 (406), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri Atzeri, Farigu, Pittalis e Francesco Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 22 maggio 2008.

Poiché non vi sono opposizioni, questi congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

"Interrogazione Milia, con richiesta di risposta scritta, in merito alle limitazioni imposte dalla Giunta regionale al commercio ambulante in caso di trasferimento dell'attività commerciale per atto "inter vivos"". (1231)

"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sulla riapertura, con nuove caratteristiche, della selezione espletata e in attesa di pubblicazione della graduatoria a tempi ampiamente scaduti, di un operatore tecnico autista indetta dalla Provincia del Medio Campidano su richiesta dell'ASL n. 6". (1232)

"Interrogazione Vargiu - Pisano - Dedoni - Cassano, con richiesta di risposta scritta, sull'acquisto della testata giornalistica dell'Unità da parte del Presidente della Regione Sardegna". (1233)

Discussione congiunta delle mozioni: Diana - Artizzu - La Spisa - Capelli - Vargiu - Ladu - Liori - Moro - Sanna Matteo - Rassu - Lombardo - Contu - Licandro - Sanjust - Pileri - Petrini - Amadu - Cherchi Oscar - Randazzo Vittorio - Cappai - Randazzo Alberto - Cuccu Franco Ignazio - Milia - Pisano - Cassano - Dedoni - Murgioni - Gallus - Floris Mario - Farigu sul trasporto merci in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (171); Vargiu - Pisano - Dedoni - Cassano sulla grave situazione della continuità territoriale marittima sarda (159); Cuccu Giuseppe - Marrocu - Lanzi - Uras - Balia - Pinna - Giagu - Orrù - Fadda - Frau - Uggias sulla ipotesi di soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia (164); Uggias - Marrocu - Pinna - Lanzi - Uras - Balia - Cuccu Giuseppe - Lai Renato - Scarpa - Corda - Atzeri sull'interruzione del collegamento navale per iltrasporto dei vagoni merci da e per la Sardegna (165)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni numero 171 degli onorevoli Diana, Artizzu, La Spisa e più sul trasporto merci in Sardegna con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio; la mozione numero 159 degli onorevoli Vargiu, Pisano e più sulla grave situazione della continuità territoriale marittima sarda; la mozione numero 164 dell'onorevole Cuccu Giuseppe, Marrocu, Lanzi e più sull'ipotesi di soppressione del servizio marittimo del trasporto di rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia e la mozione numero 165 degli onorevoli Uggias, Marrocu, Pinna e più sull'interruzione del collegamento navale per il trasporto dei vagoni merci da e per la Sardegna. Abbiamo deciso in Conferenza dei Presidenti di Gruppo di procedere all'esame unificato delle mozioni e di illustrare le mozioni, ciascuna mozione per un tempo di 10 minuti e di proseguire poi con una discussione generale su tutte le mozioni che recano lo stesso argomento e le stesse problematiche inerenti i trasporti passeggeri e merci da a e per la Sardegna.

(Si riportano di seguito i testi delle mozioni:

Mozione Diana - Artizzu - La Spisa - Capelli - Vargiu - Ladu - Liori - Moro - Sanna Matteo - Rassu - Lombardo - Contu - Licandro - Sanjust - Pileri - Petrini - Amadu - Cherchi Oscar - Randazzo Vittorio - Cappai - Randazzo Alberto - Cuccu Franco Ignazio - Milia - Pisano - Cassano - Dedoni - Murgioni - Gallus - Floris Mario - Farigu, sul trasporto merci in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

tra gli obiettivi previsti dallo schema di Piano regionale dei trasporti adottato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 30/44 del 2 agosto 2007, figura il riequilibrio modale del trasporto merci in Sardegna, nel quale oggi si rileva il netto predominio del trasporto su strada, più costoso e inquinante, rispetto a quello su rotaia;

il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti hanno recentemente raggiunto un accordo con il Governo nazionale affinché tutte le competenze relative al trasporto pubblico locale, compreso quello ferroviario gestito da Trenitalia, siano trasferite alla Regione con un decreto legge di prossima approvazione;

contestualmente a tale accordo il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti hanno annunciato ingenti investimenti nel settore ferroviario, in particolare per quanto riguarda il rinnovo totale del parco macchine operante nel trasporto pubblico di passeggeri;

CONSIDERATO che:

nei giorni scorsi, Trenitalia ha comunicato che l'unico collegamento navale merci su rotaia operante da e per la Sardegna cesserà il 1° aprile 2008;

a partire da tale data per le imprese sarde non sarà più possibile avvalersi del trasporto merci su rotaia e l'intero traffico merci della Sardegna sarà dirottato su strada;

tale decisione avrà ripercussioni pesanti sul tessuto economico isolano: le imprese che operano nello smistamento delle merci che giungono nell'Isola su rotaia sono destinate alla chiusura con evidenti ricadute sul versante occupazionale (si prevede la perdita di non meno di 300 posti di lavoro), le imprese sarde che necessitano di trasportare materiali e prodotti da e per il continente vedranno incrementare i costi del trasporto e anche i prezzi al dettaglio dei prodotti venduti sul mercato isolano subiranno aumenti generalizzati;

SOTTOLINEATO che:

la decisione assunta da Trenitalia pone fine a un lungo processo di ridimensionamento del servizio di trasporto merci su rotaia da e per la Sardegna;

il numero dei traghetti operanti sulle rotte da e per l'Isola si è ridotto da sei fino all'unico mezzo attualmente operativo;

dei dodici scali merci esistenti nella rete ferroviaria regionale, nove sono già stati chiusi e i tre restanti lo saranno in conseguenza del disimpegno di Trenitalia dall'attività di trasporto merci su rotaia;

VERIFICATO che:

alle imprese che operano presso lo scalo merci di Cagliari è stata comunicata la chiusura dello scalo a far data dal 1° febbraio 2008 e il trasferimento dell'attività svolta presso lo scalo di Elmas;

a tutt'oggi non risulta che lo scalo di Elmas sia dotato delle infrastrutture necessarie allo svolgimento delle attività attualmente in essere presso lo scalo merci di Cagliari, né della viabilità adeguata al traffico di mezzi pesanti su gomma per la distribuzione a breve raggio delle merci smistate o da smistare presso lo scalo;

la Regione ha in previsione la realizzazione di importanti progetti di natura immobiliare in aree prossime al piazzale dello scalo merci di Cagliari, come il polo degli uffici regionali che dovrebbe sorgere tra viale Trento, viale Trieste e via San Paolo, e il campus universitario che si sta progettando nell'ex semoleria di viale La Plaia;

nella zona sono inoltre previsti interventi di natura immobiliare da parte di privati cittadini,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti
a riferire

se nei recenti incontri avuti con l'amministratore delegato di Trenitalia si è discusso della decisione assunta dalla società di disimpegnarsi dal trasporto merci su rotaia da e per la Sardegna a partire dal 1° aprile 2008;

se hanno condiviso tale decisione;

se è da ritenersi confermato l'obiettivo del riequilibrio modale nel trasporto merci in Sardegna enunciato nello schema di Piano regionale dei trasporti adottato dalla Giunta regionale;

se sono confermate le intenzioni che riguardano la chiusura dello scalo merci di Cagliari a partire dal 1° febbraio 2008 e il conseguente trasferimento delle attività che vi vengono svolte presso lo scalo di Elmas;

se risponde al vero che il piazzale dello scalo merci di Cagliari sarebbe stato acquistato da un soggetto privato;

se, prima di concludere tale transazione, il soggetto titolare del suddetto piazzale ha preso contatti con la Regione al fine di trasferire il bene al patrimonio regionale;

quali possibilità di sviluppo urbanistico sono consentite, ai sensi del Piano paesaggistico regionale e del Piano urbanistico comunale, nel piazzale dello scalo merci di Cagliari;

quali misure saranno poste in essere affinché lo scalo di Elmas sia dotato delle infrastrutture e dei servizi necessari allo svolgimento delle attività oggi svolte presso lo scalo merci di Cagliari;

se risponde al vero che sarebbe inoltre previsto il trasferimento dello scalo passeggeri di Cagliari in un'area intorno a viale Trieste;

se tale area risulta già individuata e, in caso affermativo, a chi appartiene la sua titolarità;

se sono intercorse interlocuzioni tra l'amministrazione delle ferrovie e della rete ferroviaria dello Stato e la Regione relativamente a tale trasferimento, anche nell'ottica della prevista realizzazione del polo dell'Amministrazione regionale in un'area prossima a quella che dovrebbe ospitare il nuovo scalo passeggeri;

quali utilizzi sono previsti per la storica stazione ferroviaria di Cagliari dopo il trasferimento dello scalo passeggeri,

impegna inoltre la Giunta regionale affinché

si attivi con la massima celerità e decisione nei confronti del Governo nazionale e dell'amministrazione di Trenitalia affinché non si giunga alla cessazione del trasporto merci su rotaia da e per la Sardegna e affinché questo sia potenziato con l'attivazione di nuove tratte e l'impiego di un numero maggiore di traghetti;

attivi, anche d'intesa con il Governo nazionale, opportune misure atte a ridurre i costi del trasporto merci da e per la Sardegna in regime di continuità territoriale, tenuto conto della condizione di svantaggio derivante dall'insularità, che privilegino il trasporto su rotaia rispetto a quello su strada;

assuma iniziative concrete finalizzate al riequilibrio modale del trasporto merci, coerentemente con quanto previsto nello schema di Piano regionale dei trasporti adottato dalla Giunta regionale;

si attivi con la massima celerità e decisione al fine di evitare la chiusura dello scalo merci di Cagliari e il trasferimento delle attività che vi hanno sede presso lo scalo merci di Elmas, se necessario acquistando il piazzale al fine di mantenere l'attuale destinazione d'uso;

qualora ciò non fosse possibile, si attivi affinché sia realizzato un nuovo scalo merci nel territorio del Comune di Cagliari, in un'area dotata di infrastrutture e collegamenti viari adeguati da individuare di concerto con l'amministrazione comunale;

nelle more del trasferimento alla Regione delle competenze sul trasporto pubblico locale, lo scalo passeggeri di Cagliari sia mantenuto presso la storica stazione ferroviaria di via Sassari e sia attivata l'interconnessione modale con la vicina stazione Arst di piazza Matteotti e con gli scali passeggeri e merci del porto di Cagliari. (171)

Mozione Vargiu - Pisano - Dedoni - Cassano sulla grave situazione della continuità territoriale marittima sarda.

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSIDERATO che:

il problema della continuità territoriale marittima rappresenta un nodo insoluto dello sviluppo economico sardo che grava, seppur in modo differente, sia sul trasporto passeggeri, che sugli scambi delle merci;

i maggiori costi e le incertezze nei collegamenti, relativi al trasporto delle merci, hanno contribuito a rendere difficile la ricerca di nuovi mercati per i prodotti sardi, hanno impedito la nascita ed il consolidamento di industrie sarde di trasformazione e hanno favorito lo sbarco in Sardegna di prodotti di importazione per il consumo di basso valore aggiunto e di scarsa qualità;

le difficoltà nel traffico passeggeri hanno costituito per lunghi anni un vero freno allo sviluppo dell'economia turistica sarda e rappresentano, ancora oggi, un ostacolo oggettivo alla libera circolazione delle persone nei confini del territorio nazionale;

il principio della continuità territoriale rappresenta uno dei cardini della parità di opportunità tra tutti i cittadini italiani, per cui l'azzeramento del gap trasportistico legato alle condizioni di insularità della Sardegna appare un intervento indispensabile per garantire ai sardi l'accesso ai mercati in situazione di effettiva concorrenzialità;

per tale motivo appare indispensabile che venga ribadito il principio della garanzia, da parte dello Stato, di pari condizioni di mobilità per le persone e per le merci nell' ambito del territorio nazionale, diversamente da quanto disposto dalla legge finanziaria dello Stato per il 2007 che, recependo il contenuto di un accordo intercorso tra lo Stato e la Regione Sardegna, trasferisce alla stessa tutti gli oneri relativi alla continuità territoriale;

lo Stato ha anche ritenuto di escludere le rotte interne della Sardegna dal progetto delle autostrade del mare che avrebbe avuto, tra i suoi obiettivi, il decongestionamento dei traffici interni su mezzo gommato;

la Comunità europea ha ripetutamente ribadito l'inaccettabilità dei sussidi di Stato in regime di monopolio sulle rotte marittime, in quanto interferirebbero sulla concorrenza legata alla libertà di navigazione, mentre lo stesso Stato italiano sta, di fatto, procedendo verso l'interruzione della convenzione con la compagnia di navigazione Tirrenia che, per lungo tempo, ha garantito una serie di rotte deboli interne alla Sardegna e di collegamento tra Sardegna e Continente;

sin d'ora, le leggi di mercato operanti sulle rotte marittime sarde hanno decretato lo sviluppo dell'attività della portualità del nord Sardegna e la progressiva depressione dei traffici merci e passeggeri verso il porto di Cagliari che, in particolar modo nei mesi invernali, rischia di diventare sempre più povero di collegamenti, considerati assolutamente non appetibili dalle compagnie di navigazione;

tale situazione del traffico merci rischia di innescare pesantissimi effetti negativi sull'intero sistema viario isolano, perchè concentra nei porti del nord Sardegna gli arrivi delle merci destinate al consumo e rende pertanto necessario il loro trasporto su mezzo gommato verso i mercati di consumo più popolosi, localizzati nel sud dell'Isola, con conseguente, elevata pressione di mezzi pesanti sul sistema viario isolano (si calcola che circa 400 TIR percorrano ogni giorno per questo motivo la strada statale n. 131);

non sembra che ad oggi la regione Sardegna abbia adeguatamente valutato i problemi della continuità territoriale marittima, né abbia individuato congrue ipotesi di soluzione;

la Regione Sardegna ha attivato una pesante azione sul Governo nazionale, rivolta alla immediata disdetta della convenzione con la Tirrenia, senza che risulti preventivamente predisposto uno studio progettuale sugli effetti della decadenza di tale convenzione e sulle azioni che si renderebbero comunque necessarie per la protezione delle rotte merci e passeggeri con domanda più debole;

la legge finanziaria regionale 2007 conferisce alla SFIRS un trasferimento economico da utilizzarsi per costituire, con il concorso dell'imprenditorialità privata, una compagnia di navigazione sarda che, nelle intenzioni della Regione, sembrerebbe destinata a sostituirsi almeno in parte alle attività di collegamento attualmente gestite dalla Tirrenia;

tale progetto appare davvero antistorico perchè configurerebbe la nascita dell'ennesimo carrozzone a partecipazione pubblica, in un settore ad alto dinamismo, dove l'ingresso di un soggetto pubblico rischierebbe di determinare una situazione di violazione delle regole di mercato, sanzionabile dalla Unione europea;

nella storia della Regione Sardegna l'intervento pubblico nei settori privatistici è sempre stato accompagnato da clamorosi fallimenti che hanno comportato pesanti effetti negativi sociali e sull'occupazione e gravi danni economici alle casse regionali;

assai più realistico e compatibile con le norme comunitarie apparirebbe invece un intervento regionale rivolto a garantire gli oneri sociali sulle tratte merci e passeggeri più deboli, attraverso un contributo per unità trasportata, che non vada ad interferire sulle regole della libera concorrenza nei traffici marittimi,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a disdettare immediatamente l'accordo con lo Stato sulla continuità territoriale, ribadendo il principio per cui la libera circolazione dei cittadini e delle merci all'interno del territorio nazionale è un fondamentale diritto acquisito, che deve comunque essere garantito dallo Stato nel rispetto delle pari opportunità e dei pari diritti che devono essere riconosciuti ad ogni cittadino italiano;

a rinunciare definitivamente all'ipotesi di costituzione di una compagnia di navigazione semipubblica sarda che, qualora effettivamente creata, comporterebbe la creazione di un nuovo carrozzone, incapace di sostenere la concorrenza del libero mercato e comunque destinato a sperperare ingenti risorse economiche della collettività sarda;

ad attivarsi immediatamente per la predisposizione di un progetto che garantisca il traffico merci e passeggeri nelle rotte marittime più deboli interne e verso il Continente, attraverso un sistema di incentivi per unità trasportata, che sia compatibile con le normative comunitarie e concorra alla strutturazione di un sistema di trasporti sardo concorrenziale e fondato sulla qualità. (159)

Mozione Cuccu Giuseppe - Marrocu - Lanzi - Uras - Balia - Pinna - Giagu - Orrù - Fadda - Frau - Uggias sulla ipotesi di soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia.

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSIDERATO che:

nei giorni scorsi Trenitalia Spa ha comunicato la sua decisione di sopprimere il servizio marittimo di trasporto dei rotabili ferroviari tra Golfo Aranci e Civitavecchia, effettuato dalla nave Cargo/RFI;

tale decisione comporterebbe di fatto l'eliminazione del trasporto merci su rotaia in tutta la Sardegna;

la soppressione del servizio di trasporto dei rotabili ferroviari provocherebbe un fortissimo impatto occupazionale non solo tra gli addetti attualmente in forza a Cargo/RFI (circa sessanta persone) ma anche e soprattutto tra le imprese industriali e del terziario per le quali tale servizio é indispensabile per il proseguimento delle attività produttive;

in particolare, la paventata eliminazione del trasporto marittimo dei rotabili ferroviari avrebbe effetti fortemente negativi sulla Keller elettromeccanica Spa, azienda che si colloca tra i più importanti costruttori e riparatori ferroviari a livello internazionale;

la Keller elettromeccanica nello stabilimento di Villacidro costruisce e ripara rotabili ferroviari di ogni tipo e rappresenta una delle realtà industriali più importanti in Sardegna;

attualmente la Keller elettromeccanica ha in essere dodici contratti con Trenitalia, per un valore di circa 40 milioni di euro, e garantisce direttamente la piena occupazione a 300 dipendenti ai quali si sommano ulteriori 80 addetti per le lavorazioni affidate all'indotto, che operano all'interno dei propri impianti;

la Keller elettromeccanica produce, inoltre, lavoro per una significativa filiera di piccole e medie imprese sarde, che forniscono all'azienda sub componenti e attività di vario tipo;

nel corso dell'anno 2007 sono pervenuti nello stabilimento Keller di Villacidro, per essere sottoposti ai lavori di ristrutturazione, circa centocinquanta rotabili di varia tipologia, con una media di due tradotte a settimana (in ingresso e in uscita);

la soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili ferroviari bloccherebbe immediatamente tutte le attività dello stabilimento Keller di Villacidro, in quanto tutti i rotabili in lavorazione presso il citato stabilimento possono essere trasportati fuori dalla Sardegna solo via mare, per ragioni di ingombro, peso e circolabilità stradale;

la citata soppressione impedirebbe, inoltre, alla Keller elettromeccanica di partecipare alle future gare (alcune delle quali in corso) per 1'aggiudicazione di ulteriori contratti da sviluppare nel corso del 2008 e negli anni a venire, con la perdita di tutte le qualifiche, nazionali e internazionali, sinora conseguite;

la soppressione in questione comporterebbe, altresì, una verifica da parte dell'azionariato cui la Keller fa riferimento, circa la presenza di condizioni gravemente ostative alla continuazione dell'attività industriale in Sardegna, ponendo il territorio isolano a confronto con locazioni industriali che si presentano più attrattive e favorevoli, con il rischio che la nostra Regione perda una delle due attività industriali più vive e diverse centinaia di posti di lavoro,

impegna la Giunta regionale

ad adottare presso il Presidente del Consiglio dei ministri, le Ferrovie dello Stato e Trenitalia Spa tutte le iniziative necessarie per scongiurare la soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili ferroviari tra Golfo Aranci e Civitavecchia, al fine di evitare che la Regione Sardegna subisca danni economici e sociali gravissimi, con perdita di una delle realtà industriali più importanti e vitali dell'Isola, qual è la Keller elettromeccanica Spa, e conseguente disoccupazione per centinaia di famiglie sarde;

ad adottare tutte le iniziative necessarie per garantire l'efficacia e l'efficienza della continuità territoriale delle merci da e per la Sardegna, affinché il comparto industriale della Regione non subisca il peso delle sue condizioni geografiche di insularità. (164)

Mozione Uggias - Marrocu - Pinna - Lanzi - Uras - Balia - Cuccu Giuseppe - Lai Renato - Scarpa - Corda - Atzeri sull'interruzione del collegamento navale per il trasporto dei vagoni merci da e per la Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSIDERATO che:

- attualmente la rete ferroviaria della Sardegna, attraverso lo scalo di Olbia-Golfo Aranci, è collegata alla rete nazionale seppure attraverso un'unica unità navale delle Ferrovie dello Stato adibita al trasporto di vagoni merci;

- in tal modo RFI, ovvero la Holding Ferrovie dello Stato, e le società da essa controllate, garantiscono la continuità del servizio di trasporto di vagoni merci via mare tra il territorio della Sardegna e il resto del territorio italiano;

- già dall'ottobre 2007, RFI ha sospeso le corse per la necessità di interventi di manutenzione urgenti e improrogabili sul traghetto Garibaldi annunciando l'impegno di garantire la continuità del servizio di trasporto di vagoni merci con il dirottamento di un traghetto in servizio sulla rotta Reggio Calabria-Messina;

- nei giorni scorsi Trenitalia Spa ha comunicato che, con decorrenza 1° aprile 2008, verranno interrotti i collegamenti via ferro con la Sardegna e che tale interruzione comporterà i suoi effetti su tutto il traffico merci;

- l'Assessore dei trasporti, Sandro Broccia, rispondendo ad una precedente interrogazione ha comunicato di avere inviato una lettera al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per chiederne l'immediato intervento per "bloccare ogni eventuale iniziativa di rimodulazione del servizio da parte di RFI non preventivamente valutata con la Regione e per promuovere un immediato incontro con l'Amministratore delegato di RFI per una più ampia valutazione della situazione";

- l'Assessore ha riferito di un incontro, tenuto a Roma il giorno 5 novembre 2007, in occasione del quale la Regione ha ottenuto assicurazioni dal Ministro dei trasporti, Bianchi, che il collegamento marittimo ferroviario costituisce uno degli argomenti nell'agenda prevista per l'incontro congiunto con FS Holding;

- nonostante tali rassicurazioni, l'annunciata interruzione del collegamento navale suscita un giustificato allarme per come, in assenza del servizio di collegamento marittimo ferroviario la rete ferroviaria della Sardegna sarebbe destinata all'isolamento interno rispetto alla rete ferroviaria italiana ed europea;

- sono ugualmente gravi gli ulteriori effetti negativi derivanti da tale annunciata interruzione sul sistema economico sardo, in quanto verrebbe eliminata dal mercato dei trasporti un'alternativa ai mezzi gommati, con maggiorazione di costi e interruzione di particolari forniture di merci;

- è di tutta evidenza che l'interruzione dei collegamenti ferroviari con la rete ferroviaria nazionale sia in contrasto con gli indirizzi strategici forniti dalle politiche nazionali ed europee dei trasporti che mirano a incentivare il trasporto di merci e persone su linea ferroviaria;

- inoltre è evidente come tale scelta risulti inaccettabile in quanto comporta l'inesorabile declino del sistema ferroviario interno e la perdita di centinaia di posti di lavoro direttamente presenti nel sistema ferroviario, nonché di ulteriori centinaia di posti di lavoro attualmente assicurati da numerose imprese private che ruotano intorno al servizio,

impegna la Giunta regionale

1) affinché riferisca urgentemente al Consiglio quali iniziative siano state poste in essere per scongiurare l'interruzione del servizio di trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna;

2) ad adottare tutte le iniziative necessarie presso il Presidente del Consiglio dei ministri e le società della Holding Ferrovie dello Stato, affinché vengano fornite immediate garanzie sulla prosecuzione e sul miglioramento del servizio di trasporto di vagoni merci tra la Sardegna e il resto d'Italia;

3) ad adottare tutte le iniziative necessarie per garantire la continuità territoriale e la maggiore efficienza del trasporto merci da e per la Sardegna. (165).)

PRESIDENTE. Se siete d'accordo colleghi, facciamo cinque minuti di interruzione per consentire a chi è in giro per il palazzo di rientrare in Aula e poi diamo la parola all'onorevole Diana per l'illustrazione della mozione numero 171. Invito i Capigruppo ad attivarsi per chiedere ai colleghi di essere presenti in Aula. Cinque minuti di sospensione.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 43 , viene ripresa alle ore 10 e 49.)

PRESIDENTE. Colleghi, iniziamo il nostro lavoro. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

DIANA (A.N.). Spero di rientrare nei 10 minuti che peraltro abbiamo concordato col Presidente relativamente a questa materia che ha origini ormai datate, tant'è che la prima interrogazione su questo argomento venne presentata nella prima metà di novembre del 2007, debbo dire che in quella circostanza l'Assessore ai trasporti, debbo dire, discostandosi notevolmente da quelli che sono i tempi della Giunta regionale, rispose in un tempo piuttosto breve, cioè un mese. In quella interrogazione, che era la numero 1062, ovviamente l'Assessore fece alcune considerazioni, non sempre consone a quello che è il ruolo di un Assessore regionale, ma lasciandosi andare anche a considerazioni, che avrebbe potuto certamente fare qualcuno dei colleghi della maggioranza, ma non l'Assessore regionale. Ma, ne abbiamo parlato altre volte, e pertanto io non ritornerò su questo argomento, salvo per un passaggio che c'è scritto in quella risposta all'interrogazione numero 1062, dice l'Assessore: "E' davvero francamente imbarazzante che gli interroganti si chiedano solo oggi per quali ragioni si è giunti ad una tale riduzione del servizio". Beh, intanto vorrei rispondere all'Assessore che solo in quel momento avevamo avuto notizia che Trenitalia avrebbe provveduto a sopprimere le corse da e per la Sardegna con il collegamento da Golfo Aranci, e quindi solo in quel momento. Ma ci sono altre considerazioni all'interno della risposta che, ripeto, è inutile citare in questo momento. Io partirò da una prima considerazione, che mi nasce dall'aver ascoltato, qui, in quest'Aula, il ragionamento che ha fatto il Commissario europeo per le politiche regionali, di qualche settimana fa. Il Commissario europeo ha detto che era certamente utile il mondo della conoscenza, dell'informazione, ma ha fatto un preciso riferimento alla carenza infrastrutturale che ha questa Regione, e ha parlato proprio di trasporti, oltre che di energia e di altro, ma certamente ha parlato di trasporti. Probabilmente qualcuno, forse il Presidente della Regione, avrebbe dovuto ricordare al Commissario che, nel punto 5.4.4.3, strategie e priorità di attuazione 2007-2013, nel Programma regionale di sviluppo, si dice: "Si vogliono confermare i trend di crescita delle merci movimentate, anche attraverso il miglior adeguamento degli assetti infrastrutturali: fondali, banchine, spazi a terra, connessioni stradali, ferroviarie. Adeguare l'offerta di intermodalità su ferro, in modo da ridurre i carichi di veicoli pesanti che gravano sulla strada statale numero 131, 131 direzione centrale, con sistemi di camion su treno. Quindi, questa è un'affermazione di principio che fa la maggioranza e il Presidente della Regione, e ovviamente tutta la Giunta, per cui riteniamo che questa linea strategica fosse da perseguire. Noi, quindi, già più di un anno fa abbiamo sollevato il problema. A questo problema non è stata data nessuna risposta, nel senso che Trenitalia ha continuato la sua strategia, e aveva già comunicato che il 1º aprile sarebbero cessati i trasporti da e per la Sardegna per via ferroviaria. Poi c'è stata una proroga, non sappiamo neanche se questa proroga avrà effetti, quando terminerà, se la Giunta regionale e il suo Presidente e l'Assessore si sono mossi per vedere di sostenere le ragioni di una Regione che, oltre all'isolamento storico che deriva proprio dal fatto di essere Isola, dovesse anche rinunciare a questo servizio, che certamente avrà anche dei problemi, perché se consideriamo che fino a qualche anno fa erano sei le navi che agivano in questo settore, oggi ne è rimasta una sola, e ci pare di capire che non ci sia la volontà da parte della Regione Sardegna di incidere pesantemente su questo. Devo aggiungere a questo che Trenitalia ha già agito a livello nazionale con gli hub ferroviari, ipotizzandone dieci in tutta Italia, e non prevedendo un hub in Sardegna, ovviamente. E dico di più, mentre lo storico collegamento tra la Sardegna e il resto dell'Italia avveniva per il tramite di Civitavecchia, Trenitalia ipotizza invece che il collegamento avvenga da Livorno, e quindi la Sardegna sarebbe un sub, quindi sarebbe sotto l'hub di Livorno, che certamente avrà il suo hub. Ora, che cosa determina poi fondamentalmente questo fatto? Beh, intanto in termini di costi. Chi conosce questa materia, e chi non la conosce ovviamente avrà modo di verificarlo, ma io qualche dato lo voglio dare, determinerà un incremento dei costi che va oltre il 50 percento. Perché, per farvi solo un esempio, un vagone ferroviario di legname a due assi… Parlo del legname, perché il legname è uno di quei materiali che più di altri utilizza il trasporto ferroviario. Perché anche qui, per conoscenza di chi ascolta, il grosso del traffico di legname in Europa parte dall'Austria, per il tramite di una società satellite delle ferrovie austriache, e che praticamente gestisce il trasporto del legname in tutta Europa. Beh, un vagone ferroviario carico di 25 tonnellate, che è corrispondente di un semirimorchio, 250 quintali, costa 1500 euro, che passano a 2300, passando al gommato. Quindi già, da 1500 a 2300 euro. Siccome il legname viaggia anche in carri ferroviari di dimensioni più ampie, fino a 50 tonnellate, beh qui la differenza è da 2400 a 4000 euro. Ora, mi chiedo, è possibile che noi dobbiamo sostenere questi costi? E non solo per quanto riguarda il legname, ma per quanto riguarda tutta un'altra serie di prodotti che arrivano in Sardegna, per esempio un famoso acciaio che serve per produrre delle gomme, dei pneumatici, e che non può che viaggiare per carri ferroviari. Ma l'altro giorno abbiamo letto tutti che i nuovi treni acquistati dalla Regione Sardegna, questi famosissimi treni, che saranno certamente oggetto di chissà quante interrogazioni nel futuro, anzi mi pare che qualcun l'ho già anche presentata, relativamente al fatto che sono un giorno sì e un giorno no in manutenzione; sono treni che hanno avuto disgrazie un po' in tutte le regioni d'Italia, in Piemonte per esempio, la metà stanno funzionando e la metà sono nei rimessaggi. Ma al di là di questo questi treni, pensate, sono arrivati per via navale su dei semirimorchi, non sono arrivati per via ferroviaria. Cioè, abbiamo portato i treni in Sardegna, anziché per via ferroviaria, li abbiamo portati con una nave della Tirrenia su dei pianali gommati. Allora, questa mozione serve perché questo Consiglio regionale, e mi fa piacere che altri colleghi abbiano voluto presentare delle mozioni, aggiungendole a quella che è stata presentata da noi, del centrodestra, ma ci sono altre mozioni che verranno discusse, e che solleveranno fondamentalmente questo problema. Certo i volumi che transitavano in Sardegna diversi anni fa sono sostanzialmente cambiati, e sono cambiate di molto, voi pensate che nel '97 erano arrivati in Sardegna 50.600 carri ferroviari, nel 2006 ne sono arrivati 18.875, oggi mi si dice stiano arrivando una media di 50 vagoni alla settimana. Ma dico di più, che fossero 50, 100, 200 questo ha poca importanza, l'importante è che c'erano delle aziende che hanno già dei contratti stipulati con la Regione Sardegna, quindi con l'imprenditoria sarda, e quindi hanno già programmato gli arrivi in un periodo molto più lungo di quello che è il periodo che Trenitalia ha stabilito per la chiusura definitiva di questo tipo di trasporto. È chiaro che è un grosso problema, è un grosso problema che non trova però quella pressione, che noi ci saremmo augurati, da parte del Presidente della Regione, nelle contrattazioni che ha avuto col vecchio Governo. Adesso inizierà chissà quale tipo di battaglia col nuovo Governo, immagino, e spero che il nuovo Governo sia più sensibile di quello precedente, per darci la possibilità di avere certezze su questo tipo di trasporto. Perché al di là dell'economia che si fa con il trasporto ferroviario, è da considerare tutto l'indotto che viaggia oggi attorno a questo particolare tipo di trasporto, e quindi…

PRESIDENTE. Sì, prego.

DIANA (A.N.). … siamo fortemente preoccupati per la situazione che aggrava certamente l'economia della Sardegna, in termini di costi, ma siamo fortemente preoccupati anche per tutte quelle maestranze che, fino ad oggi, hanno lavorato in questo particolare settore. Un'ultima preoccupazione, non posso certo affermare in questa sede che su questo tipo argomento ci si stia infilando qualcuno di straforo. Certo è che mi sono chiesto, e se lo chiederanno tantissimi sardi, che cosa succederà nel momento in cui tutte queste merci, che prevalentemente dovrebbero viaggiare per via ferroviaria arriveranno a Livorno visto che è un hub, ed è l'AB che è più strettamente collegato con la Regione Sardegna, vorrei capire chi è che va ad infilare il dito nella marmellata e ad utilizzare questo regime di monopolio - diventerebbe - perché solo chi avrà convenzioni con l' hub di Livorno probabilmente avrà la gestione di tutte quelle merci che in Italia viaggiano in treno ma che poi dovranno essere messi su gommato.

Mi riservo ovviamente di aggiungere qualcos'altro nel seguito della discussione. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ora alla discussione della mozione numero 164.

Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

CUCCU GIUSEPPE (P.D.). Grazie Signor Presidente, Assessori, colleghi, intanto io vorrei tornare un po' indietro per ricordare le ragioni, da cosa nasce la mozione numero 164 che abbiamo presentato in data 24 gennaio 2008, nasce dall'annunciata soppressione da parte di Trenitalia, la comunicazione è della stessa data: il 24 gennaio, dell'annunciata soppressione da parte di Trenitalia, dicevo, del servizio marittimo di trasporto merci da e per la Sardegna. Fino ad oggi, come diceva l'onorevole Diana, è stato assicurato da un unico traghetto, dopo una costante soppressione avvenuta negli anni. Inizialmente questa soppressione era annunciata per il 1º aprile, comunicazione di Trenitalia, del suo amministratore, che avevano quasi il sapore del ricatto in quel periodo lì, da quella paventata soppressione nacque una forte mobilitazione, portata avanti dalle forze sindacali, dagli enti locali, dalle province che poi portò alla sospensione dell'annunciata sospensione - passatemi il termine - il rinvio della sospensione al 30 giugno. Nell'ambito di questa mobilitazione in Consiglio regionale comunque si è già pronunciato, seppure a latere e a conclusione dei lavori della finanziaria, il 27 febbraio, approvammo, in un Consiglio regionale distratto, a tarda notte, però con un forte significato politico, approvammo all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Giunta ad intervenire presso il Governo, perso Trenitalia, per scongiurare la soppressione di questo traghetto. Ha sortito un primo effetto, si è aggiunta la mobilitazione di cui parlavo prima, abbiamo avuto, perlomeno, la possibilità di un rinvio al 30 giugno, un rinvio che non ha sicuramente risolto i problemi, ha consentito però almeno a tutti i lavoratori di tirare un sospiro di sollievo perché ha fatto in modo che si potesse attendere di avere un interlocutore politicamente legittimato dal voto popolare, ricordo a tutti i colleghi che in quel periodo avevamo un Governo sfiduciato dalle camere, in carica per l'ordinaria amministrazione, avevamo chiesto, per lo meno, che si avesse il tempo di interloquire con un Governo pienamente in carica legittimato dal voto popolare. Oggi però questo problema si ripropone in tutta la sua gravità, dato che la data del 30 giugno si avvicina inesorabilmente, e non ci sono notizie diverse da quella della soppressione del servizio, Trenitalia, RFI non ha comunicato agli utenti nessuna sospensione, siamo anche in assenza di qualsiasi elementare comunicazione, la Keller continua a partecipare alle gare per Trenitalia, per fare la manutenzione dei vagoni di Trenitalia, comunicando di avere la continuità nel trasporto dei propri vagoni. Questa la dice lunga anche di quali sono gli strumenti e i modi con cui un monopolista di questo tipo si rapporta con la Sardegna. Chiaro che le conseguenze che deriverebbe la per la nostra Isola dalla definitiva eliminazione di questo servizio sarebbero paragonabili ad una catastrofe, ci farebbero tornare indietro di decenni. Di fatto verrà interrotta quella continuità della rete ferroviaria, stiamo parlando di fatti del traghetto RFI che è un traghetto speciale perché costituisce infrastruttura, costituisce il cordone ombelicale che ci collega con il resto del nostro Paese, che ci collega con la penisola. Io penso che questo servizio debba essere considerato un servizio a tutti gli effetti pubblico. Deve essere considerato un diritto dei cittadini di avere le infrastrutture per i collegamenti in questo caso delle merci ma se parlassimo dei passeggeri o se parlassimo anche degli aerei non cambierebbe la sostanza, un diritto alla mobilità. In questo caso il diritto alla mobilità delle merci. Se questo è il principio, a questo punto il criterio di valutazione sulla opportunità o meno di garantire il servizio, non può essere solo di natura economica. Io non penso che sia possibile che tutte le attività che si mettono in campo, anche da servizio pubblico, debbono essere valutate solo se sono più o meno produttive di reddito. Se questo è considerato un servizio pubblico essenziale allora la sua copertura deve essere garantita dalla collettività, con oneri che devono essere a carico della collettività.

Io non penso che Trenitalia, RFI si possano rapportare al Governo o alla Regione come un qualsiasi vettore che trasporta merci. In questo caso non stiamo parlando di un vettore che trasporta merci ma stiamo parlando della garanzia che ci sia l'infrastruttura ferroviaria che ci collega con il resto del Paese.

Ci sono ovviamente poi tutta una serie di altre questioni, alle quali ha già accennato anche il collega Diana, che riguardano anche aspetti, oserei dire, uso un termine un po' di "politica dei trasporti". Mentre tutti i Paesi europei stanno concentrando tutti i trasporti, la loro politica dei trasporti su rotaia, cercando di spostare, di togliere, i camion dalle strade, a noi sembra che in Italia e in Sardegna andiamo in contro tendenza. Gli effetti non sfuggono a nessuno, gli effetti della morte del trasporto delle merci su rotaia, con il trasferimento di tutto il traffico, di tutto il trasporto, di tutte le merci su gomma, hanno conseguenze di diversa natura. Aumentano senz'altro i costi, perché il trasporto su gomma e più oneroso di quello su rotaia, non fuggono a nessuno gli effetti sull'inquinamento, perché è chiaro che riversare sulle nostre strade un quantitativo enorme di camion, ha effetti sicuramente negativi sull'ambiente. Oltre ad aumentare la pericolosità delle nostre strade che non sono sicuramente annoverabili tra le migliori del nostro Paese, e tra le più sicure.

Lascio in coda, ma non solo in coda, gli effetti negativi e distruttivi sul tessuto occupazionale della nostra Isola.

Tra Keller, Convesa, Gruppo ferrovie e tantissime aziende, a rischio sono oltre 1000 posti di lavoro! La Keller è un'azienda che si colloca tra i più importanti costruttori e riparatori ferroviari, non a livello nazionale, a livello internazionale nello stabilimento di Villacidro. Costruisce e ripara ricambi ferroviari di ogni tipo, ed è sicuramente una delle realtà industriali più importanti della nostra Isola, sicuramente l'unica realtà industriale della provincia del Medio-Campidano. Ecco, io penso che, in un periodo in cui è difficile anche trovare un solo posto di lavoro, la Keller di Villacidro garantisce oltre 300 posti di lavoro diretti e oltre 80 addetti nell'indotto. Io non penso che a cuor leggero noi possiamo rinunciare ad un'azienda di questo tipo, parlo per la Keller perché? Perché sulle altre merci, sul trasporto delle altre merci avrebbe effetti negativi, con un aumento di costi, con un aumento dell'inquinamento, con una maggiore pericolosità della nostra rete stradale; per la Keller sarebbe la morte perché i vagoni ferroviari non possono sicuramente essere trasportati con altri mezzi. I vagoni ferroviari possono essere trasportati solamente su rotaie. Quindi, penso che noi da qui dobbiamo uscire con un messaggio molto forte non a RFI, al Governo nazionale; perché Trenitalia è partecipata, anzi il pacchetto azionario è interamente nelle mani del Ministro del tesoro; se riteniamo che questo sia un servizio pubblico, dobbiamo essere conseguenti anche nelle richieste che facciamo e dobbiamo ritenere che i costi siano a carico della collettività… ho terminato Presidente. Che costa 24 milioni l'anno tenere in piedi questa infrastruttura. Io penso che noi dovremmo rivolgerci al Governo nazionale con determinazione, con forza, ricordando che se è un impegno di questo Governo garantire il collegamento via terra con l'altra grande isola, che è la Sicilia, attraverso questa grande opera che è il ponte sullo stretto, non si capisce perché questo unico ponte che noi abbiamo, che è il raccordo ferroviario da Golfo Aranci a Civitavecchia, debba essere interrotto, io penso che in coerenza il governo nazionale dovrebbe comportarsi con la Sardegna come si sta comportando con la Sicilia.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cuccu.

Uno dei presentatori della mozione numero 159 ha facoltà di illustrarla.

VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, colleghi del Consiglio. Io sono perfettamente consapevole, nell'illustrare questa mozione, intanto che la mozione arriva in aula con un certo ritardo rispetto alla data di presentazione per cui alcune cose hanno avuto un'evoluzione naturale nei mesi che sono intercorsi tra la presentazione materiale della mozione e la sua discussione in aula. Ma soprattutto sono consapevole, perché poi i fatti che sono enunciati all'interno dalla mozione e le richieste che sono presenti nella mozione restano, sono consapevole che andiamo a trattare non un problema da poco, ma uno dei problemi che poi è il cardine dell'attività economica e finanziaria della nostra Regione. Nel senso che è il problema dei trasporti da e per l'isola, dei collegamenti sia merci che passeggeri, che collegano la Sardegna con il continente. Problema che ovviamente non è recente, nel senso che noi sappiamo bene quanto l'isolamento della Sardegna abbia influito nel bene, ma io direi soprattutto nel male, nel ritardo economico di sviluppo sociale e di sviluppo culturale della nostra isola. Ovviamente nel 2008 i termini dei collegamenti territoriali tra la Sardegna e il continente assumono una valenza completamente diversa, rispetto a quella di cento o duecento anni fa, sia perché si sono modificati i mezzi di trasporto, sia perché si sono modificati i sistemi di collegamento culturale, basti pensare alla rete, che legano la Sardegna contro resto del mondo, sia perché si sono modificati i vettori che collegano la Sardegna col resto del continente e sia perché si è modificata anche la cultura, l'abitudine del viaggiare, dello spostarsi e della libera circolazione delle persone, e sono cambiati i regolamenti, anche quelli europei, che in qualche maniera normano la libera circolazione delle persone. Libera circolazione delle persone e delle merci che rimane un aspetto fondamentale della vita della nostra terra. Ecco, noi Riformatori all'interno della mozione, che abbiamo in discussione, abbiamo cercato di porre alcuni elementi fondanti di questo rapporto che esiste tra la Sardegna, l'Italia e l'Europa, cercando di capire meglio quali siano le determinazioni del Governo regionale nella soluzione di questi problemi. Perché, queste determinazioni del Governo regionale a oggi non ci sembrano chiare. Non ci sembrano chiari per vari motivi li elenco.

Il primo, che con la finanziaria dello stato del 2007 che sancisce e sottoscrivere un accordo con la Regione Sardegna, la Regione rinuncia sostanzialmente all'intervento dello Stato sui temi della continuità territoriale. Cosa gravissima non tanto per il vantaggio o lo svantaggio economico che ne deriva, quando perché si viene meno al principio che la libera circolazione delle persone e delle merci non è un problema della Sardegna, è un problema dell'Italia di cui la Sardegna fa parte. Per cui la soluzione del problema della libera circolazione delle merci e delle persone non può essere delegata a un pezzo dell'Italia, quale la Sardegna è, ma è un problema nazionale, è un problema italiano, è un problema del Governo romano. Quindi, la garanzia per i sardi di libera circolazione, esattamente come per gli abruzzesi, i milanesi e i calabresi, è non un problema che può essere demandato nella sua soluzione alla Sardegna e ai sardi, ma deve restare culturalmente e idealmente un problema del Governo italiano, un problema romano, un problema in cui la Sardegna è elemento di ragionamento ma non delegata alla soluzione del problema perché questo non può essere.

Secondo elemento fondamentale. Come fare quindi a garantire la certezza di collegamenti tra la Sardegna e il continente. Beh, insomma lasciando da parte, non è oggetto di questa mozione, il tema del collegamento aereo che però ritorna costantemente all'attualità basta pensare a quello che sta succedendo in questi giorni con Ryanair, bene noi ci siamo concentrati sui collegamenti via mare. Allora i collegamenti via mare, tra la Sardegna e il continente, stanno saltando sostanzialmente perché? E' sotto giochi di tutti. Tutto il traffico di merci e di persone si sta trasferendo verso il Nord Sardegna. La tratta che ha Cagliari come porto di riferimento sta diventando del tutto secondaria, basta pensare a quello che è successo in questi giorni con l'incidente della nave Nomentana che ha tagliato fuori la rotta che era servita dalla Nomentana per diversi giorni senza che nessuno potesse fare sostanzialmente niente. Quindi, Cagliari è rimasta isolata da quel collegamento per effetto del danno subito da una nave. Quindi, qual è il ragionamento? Il ragionamento è che ad oggi i collegamenti con Cagliari vengono garantiti in regime sostanzialmente di monopolio dalla compagna di navigazione Tirrenia. Una compagnia di navigazione sulla quale tutti i sardi hanno qualcosa da ridire e dicono che i collegamenti con la Tirrenia, quelli di Cagliari in particolare, non son degni di collegamenti di una terra civile e potremmo anche essere d'accordo. Ma chiediamo una volta che viene disdetta la convenzione con la Tirrenia, una volta che si obbedisce alla legge europea che dice che i sussidi degli stati in regime di monopolio sulle rotte marittime non sono accettabili, chi farà il collegamento tra Cagliari e Civitavecchia? Ci sarà qualcuno qualche vettore che farà ancora questo collegamento? Perché se come pensiamo noi è possibile che nessun vettore lo faccia, se non ci sono sussidi, noi corriamo il rischio di avere la cancellazione sostanziale totale della portualità cagliaritana e il trasferimento di tutti i traffici suoi porti del Nord Sardegna. Voi direte è il mercato, va così. Benissimo, è il mercato e va così ma se questo succede siccome i mercati del consumo sono tutti nel Sud della Sardegna, perché la maggior parte della popolazione è concentrata nell'area del Sud della Sardegna, significa che la Carlo felice e le altre strade di traffico della Sardegna saranno invase da tir, che come già succede oggi, si calcola quattrocento mezzi pesanti al giorno attraversino la Sardegna per portare le merci e i passeggeri dal punto di arrivo nel Nord Sardegna, al punto di consumo nel Sud Sardegna. Beh, si ha l'idea che la nostra rete stradale andrà al collasso totale, già oggi voi sapete bene cosa significa, i consiglieri regionali di Sassari lo sanno, quelli di Oristano pure, cosa significa attraversare la Carlo felice. Beh, pensate cosa significherà quando la portualità cagliaritana sarà eventualmente azzerata e tutto il traffico dei passeggeri e delle merci avverrà esclusivamente per i porti del Nord Sardegna. La Regione spenta, immagina, ipotizza di dare una risposta con la legge finanziaria regionale 2007, dove viene conferita una prevista economica alla SFIRS per costituire una compagnia di bandiera sarda navale, che si occupi dei collegamenti navali da e per la Sardegna. Beh, ci sembra una soluzione davvero residuale e quasi antistorica vorremo sapere che fine ha fatto. Vorremmo sapere che cosa ne è della compagnia navale sarda improvvidamente ipotizzata dalla legge finanziaria regionale del 2007; una scelta sicuramente destinata al fallimento ma vorremmo capire se sta andando avanti quel progetto o se è stato, in maniera assai più ragionevole, accantonato come un progetto di fantasia di colui a cui era venuto in mente. Ma se quel progetto è stato accantonato, come sarebbe auspicabile che fosse, beh, insomma, un altro progetto deve essere sostitutivo, anche perché, come tutti sanno, non esiste oggi la scelta dello Stato di supportare le rotte interne della Sardegna con le famose "autostrade del mare", quindi non esiste neanche la possibilità di pensare ad un trasporto alternativo delle merci che avvenga attraverso un vettore di tipo marittimo che colleghi i porti del Nord Sardegna con quelli del Sud Sardegna. E allora che cosa si può fare? Beh, l'unica cosa che la Commissione europea e l'Unione Europea consentono di fare e quell'intervento che viene definito di oneri sociali sulla rotte, per cui, in regime di libera concorrenza tra i vettori che si vogliono adattare a rendere il servizio viene onerato non la rotta in regime di monopolio ma il singolo passeggero trasportato e la singola entità di merce che viene trasportata su quelle rotte. Questa potrebbe essere una scelta ma ci deve essere, se questa non fosse la scelta che il Consiglio regionale decide di adottare e che la Giunta regionale decide di adottare, ci deve essere comunque una indicazione che faccia capire con forza e con intelligenza che la Regione ha ben chiaro il problema e che su questo problema sta lavorando e sta prospettando delle soluzioni, perché la sensazione che noi invece abbiamo in questo momento e che si navighi a vista - mi si passi la cacofonia in tema di navigazione - e la sensazione che non ci sia un progetto complessivo, perché l'idea della compagnia di navigazione sarda, l'idea dell'intervento su Ferrovie dello Stato per tentare di non avere la dismissione della tratta sul Golfo Aranci, sembra tutta roba che viene fatta nella estemporaneità. E il tentativo stesso di non rinnovare la convenzione con la Tirrenia senza avere in mente un'idea e una proposta alternativa, danno l'idea comunque di un ragionamento che si muove tentando quotidianamente di risolvere i problemi emergenti, e non di una strategia complessiva sul trasporto marittimo da e per la Sardegna che si inserisca in un contesto di strategia più ampia che ovviamente comprenda anche il trasporto delle merci all'interno della Sardegna e la continuità territoriale aerea che non può non essere integrata, soprattutto per quanto riguarda la parte passeggeri, con quella che concerne gli aspetti marittimi.

Quindi, il ragionamento che si vorrebbe venisse fatto oggi dal Consiglio regionale è questo: un confronto su idee e su ipotesi di soluzione - al quale ovviamente la Giunta non può essere estranea - che ci consenta di arrivare ad una conclusione finale che renda possibile dare ai cittadini sardi il messaggio su quali sono gli strumenti e quali sono le idee strategiche che la Regione ha in mente per risolvere un problema che, lo ricordiamo, lo sottolineiamo e lo confermiamo, è uno dei problemi fondamentali della comunità sarda nella sua storia secolare.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vargiu.

Uno dei presentatori della mozione numero 165 ha facoltà di illustrarla.

UGGIAS (Gruppo Misto). Cercavo di guardare, mentre ascoltavo i colleghi che sono intervenuti, a quella che può essere, se ci può essere, una dimensione, una lettura unitaria degli interventi sulle mozioni e mi sembra che, al di là della contrapposizione naturale (ma sinceramente neanche tanto spinta ed evidente) che vi può essere tra maggioranza e opposizione, mi sembra che emerga in maniera chiara e netta la necessità di una unitarietà di azione che rispecchia il senso di unitarietà e di profondità del problema che sta dietro il collegamento ferroviario. Ci può essere una sensibilità maggiore per quanto riguarda il discorso della continuità territoriale del Sud Sardegna, ci può essere un discorso di visione unitaria e interna (come emerge da qualche altro intervento), ci può essere un aspetto collegato ad alcune realtà produttive, ma mi sembra di poter dire che comunque, in ogni caso, il problema Ferrovie dello Stato, collegamento con la rete nazionale, sistema trasporto delle merci, sia e debba essere un problema che impegna tutti in maniera unitaria e per il quale dobbiamo individuare una linea concordata e conseguentemente agire appunto in maniera unitaria. Perché? Perché tutti gli interventi che possiamo fare stamattina non potranno definire nel suo complesso l'importanza che ha per tutto il sistema economico e sociale il sistema del trasporto ferroviario. E' stato detto che incide sul costo delle merci, ed è vero, è fondamentale, bisogna ricordare a questo proposito che incide sia sul costo delle merci e delle materie prime in entrata sul nostro territorio, sia sul costo del prodotto finito e delle materie prime che (seppure in piccola misura) dal nostro territorio regionale vanno verso il continente d'Italia e verso il resto dell'Europa: non c'è prodotto, non c'è merce che non vedrebbe agevolato e ridotto il proprio costo se funzionasse a regime il sistema dei trasporti ferroviari. Se venisse messo a disposizione delle imprese sarde un numero sufficiente di collegamenti e un numero sufficiente di carri ferroviari siamo sicuri che sarebbe molto maggiore l'uso, e pertanto sarebbe molto minore il costo delle merci e dei prodotti che vanno a finire sia sui mercati della Sardegna sia nei mercati nazionali. Questo, chiaramente, significa sviluppo economico, settori trainanti che migliorano le proprie performance a tutti i livelli, iniziando dall'agricoltura, perché è vero che si parla di legname per quanto riguarda alcune attività ma voi immaginate quelle dimensioni economiche, in scala, alle quali faceva riferimento il collega Mario Diana nel suo intervento iniziale, come incidono in agricoltura per quanto riguarda il costo del foraggio o il costo di altre materie che sono importate nel nostro territorio. Occorre quindi sostenere in modo netto e forte una richiesta che, proprio perché riguarda tutto il settore economico, tutto il settore sociale, riveste la caratteristica di una istanza politica; politica che esprima il carattere fondamentale, cioè strutturale, degli effetti che si incarnano nella economia della Sardegna, proprio per le ragioni che stavo dicendo prima.

Quindi, il problema collegamento con la rete nazionale - perché di questo si tratta - la misura del collegamento con il sistema nazionale determina l'asfissia ovvero il vigore del nostro sistema ferroviario interno, perché il sistema ferroviario, essendo unitario, non può essere visto come una giostra che gira intorno alle poche tratte che ci sono all'interno del sistema sardo ma funziona se viene messo in rete virtuosamente con il resto del sistema nazionale ed europeo. E la caratteristica della rete regionale sarda - della regione sarda per meglio dire, onde evitare altro genere di confusione - è sempre stata quella di essere una rete transnazionale, cioè in collegamento diretto con le reti nazionali ed europee; allora, noi dobbiamo rivendicare nei confronti della holding Trenitalia o Ferrovie dello Stato (nessuno si può nascondere dietro una sigla di S.p.A. o dietro un consiglio di amministrazione) la peculiarità del sistema sardo in collegamento con il sistema transnazionale. E di più in collegamento con la politica dell'Unione Europea del sistema dei trasporti; perché è inconcepibile ed è assurdo che laddove l'Unione Europea per ragioni ambientali, per ragioni di sicurezza, per ragioni di economia invita i propri Stati membri a favorire il sistema ferroviario, qui in Sardegna, o che si faccia per trascuratezza, o che si faccia per accettazione passiva, il sistema dei trasporti vanno verso un favorire il trasporto su gomma. E questo non è concepibile, noi dobbiamo rivendicare tutti insieme, Assessore, perché io le do atto del suo impegno in occasione del primo slittamento che c'è stato, rispetto all'annunciata chiusura dei collegamenti nei confronti dell'impegno profuso nei confronti di Ferrovie della Stato nel suo insieme e della holding ovvero di RFI. Ma questo non è sufficiente, non è sufficiente perché questo tema ha la necessità di diventare un tema che politicamente sostiene l'intero Consiglio regionale che sostiene l'intera società che sostengono le categorie produttive, che sostengano tutti i sindacati che sostiene il sistema dei consumatori, che sostengono tutti i cittadini, proprio per le ragioni che dicevo prima. Una politica quindi condivisa da parte dell'intero Consiglio che deve emergere in maniera unitaria in maniera chiara. Perché, Assessore noi abbiamo la necessità di uno snodo unitario e virtuoso che passerà attraverso la approvazione del piano regionale dei trasporti perché se è vero, come è vero, che la proposta, la bozza è un onere della Giunta da sottoporre a tutti i soggetti, che sono legittimati a presentare osservazioni, a presentare proposte, è altrettanto vero che dopo dovrà passare all'attenzione del Consiglio. Quindi questa natura unitaria è evidente in questo passaggio è evidente nell'aspetto sociale e strutturale che il tema comporta, e richiede un impegno simile a quello che abbiamo sostenuto tutti per quanto riguarda la vertenza delle entrate. Così come noi ci siamo mossi unitariamente in quel sistema, e abbiamo ottenuto alcuni vantaggi, non tutti quelli che potevamo ottenere, ma dobbiamo certamente utilizzare lo stesso metodo. Una prima richiesta, e concludo, credo che sia quella di chiedere al Governo nazionale di condizionare la sottoscrizione degli accordi di servizio o dei contratti di servizio al fatto che venga garantita con la Sardegna la continuità territoriale, ma non solo garantita nelle forme attuali, ma venga migliorata, che venga incrementata dal punto di vista quantitativo e dal punto di vista qualitativo, proprio perché la Sardegna non può essere esclusa dal sistema nazionale ed europeo, perché non può essere esclusa non solo il collegamento ferroviario, ma non può essere esclusa l'economia della Sardegna, non può essere esclusa l'economia, non può essere esclusa la società. Noi vogliamo stare a pieno titolo in Italia, vogliamo stare a pieno titolo in Europa, però ci venga riconosciuta questa particolarità, questa peculiarità, e siccome è in linea con le prospettive e con le linee economiche dell'Europa e della nazione, noi dobbiamo con forza rivendicare di rimanere armonicamente in questo sistema, altrimenti saremmo destinati al declino. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Uggias. Apriamo la discussione, 10 minuti per intervento. Il primo ad intervenire è l'onorevole Oscar Cherchi.

E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (F.I.). Grazie signor Presidente. Credo che ancora una volta noi qua in questa Aula ci troviamo davanti un problema che fondamentalmente evidenzia la filosofia che sottende tutta la vostra azione di governo. Prima viene l'apparenza, poi la forma e se, quando eventualmente rimane il tempo, forse c'è spazio anche alla sostanza. Ora chi sperava che la situazione dei trasporti potesse cambiare dal 2004 ad oggi credo che onestamente rimarrà piuttosto deluso. Ora la domanda che ci facciamo tutti è che fine hanno fatto tutti quei sogni di gloria, tutti quei buoni propositi che all'inizio della legislatura ci si poneva a proprio per il rilancio delle Ferrovie della Sardegna del nostro territorio. Io credo che sia rimasto tutto sulla carta, io credo anche che nel guardare l'orizzonte non credo che ci sia onestamente una luce che possa illuminare un futuro decisamente più roseo. Dicevo prima che dal 2004 in poi sarebbe dovuta partire questa riscossa dei trasporti isolani ed in particolare quella su ferro considerati meno inquinanti e decisamente anche meno costosi. Avete predisposto sì è vero piano dei trasporti che avrebbe dovuto risolvere tanti, tantissimi problemi, ma credo che adesso quel bellissimo castello di pubblicità, ricco di elementi pubblicitari con un insieme di numeri, con acquisto di questi famosissimi minuetti, finanziamenti di centri intermodali credo che piano piano sia un castello che si stia rompendo, che si stia sfaldando a poco a poco. Ora credo che al di là di tutte queste belle parole che fino ad oggi sono state, diciamo così, profuse dalla maggioranza in particolare dall'Assessore competente credo che però la realtà dei fatti oggi sia ben altra cosa, credo che si debba parlare onestamente di una situazione difficile, che con questa imminente interruzione del servizio trasporti mezzi su rotaia, credo che sia il problema ed un problema realmente da affrontare in modo serio, attento e puntuale. Inizialmente com'è stato detto la sospensione era prevista a partire dal 1º aprile poi in realtà c'è stata questa proroga fino al 30 giugno, ma credo che poco cambi, che la sostanza non è che possa modificare, la fine di questo servizio rischia di provocare duri contraccolpi sui livelli occupazionali, questo credo che sia un problema fondamentale per tutti senza contare che una simile interruzione va anche contro gli indirizzi strategici delle politiche nazionali ed europee dei trasporti che mirano ad incentivare il trasporto merci su linea ferroviaria. E soprattutto io credo che cozza in modo stridente con quel piano regionale dei trasporti che prevede il riequilibrio modale del trasporto di merci e persone con misure a favore del trasporto su rotaia. E' stato approvato la scorsa estate questo piano prevede anche ingenti investimenti per il rinnovo del parco macchine ferroviarie per il trasporto dei passeggeri, quindi pubblico anche dei passeggeri, ma credo che ancora una volta sembra soltanto e sembrano soltanto dei buoni propositi che però molto probabilmente rimarranno tutti sulla carta. E allora, Assessore, la nostra domanda è questa, quali sono le vostre intenzioni e spero che nella sua relazione ci possa dare, almeno qualche indirizzo e qualche novità su quelle che sono le vostre iniziative. E allora in questa partita dei trasporti merci sono in gioco credo sia stato detto centinaia di posti di lavoro, il futuro di grosse aziende come la Keller la Convesa di Villacidro, Chilivani che producono e fanno manutenzione di materiale rotabile, che sarebbero costrette quindi a trasferirsi altrove facendo perdere altre occasioni di sviluppo per la nostra Isola. Una situazione quindi inutile continuarlo a sottolinearlo è critica, critica da troppo tempo è emerso anche giorni fa dalle radiografie economiche che sono state fatte dalle camere di commercio delle province sarde, il PIL è in caduta libera e addirittura per l'oristanese si parla di una recessione. Io credo che possiamo dirlo apertamente siamo al tracollo e vogliamo capire che cosa farà la Giunta Soru per non far scappare, per evitare praticamente che ci sia tutta questa dispersione occupazionale. E non stupisce, purtroppo non è la prima volta, ma io credo che sia difficile per voi riuscire a farvi cambiare, diciamo così, idea evitare di farvi continuare su questa strada. Io credo che non si riesce e non riuscite neanche a garantire ai sardi uno dei diritti di base come quello della possibilità del movimento, l'insularità, inutile negarlo, è un handicap di serie per la vostra terra, ma ci sono soluzioni, tante soluzioni e volontà soprattutto, per poterle superare. Solo che voi siete come una sorta di Re Mida al contrario, cioè distruggete tutto quello che toccate. La continuità territoriale credo che ne sia la dimostrazione più palese, tutta da reinventare, e adesso, che forse c'è il rischio concreto di un blocco del trasporto delle merci su ferro, dovuto proprio a un'insufficienza di fondi stanziati nella finanziaria nazionale, credo che questo sia un aspetto che bisognerà affrontare con determinazione, e credo che questo dimostri il disastro in cui noi ci troviamo in Sardegna. L'altra domanda che mi pongo è questa, cioè vorrei capire, vorrei sapere se la Giunta ha valutato appieno le conseguenze gravissime che si ripercuoteranno sul settore industriale, sul settore occupativo, sul settore ambientale. Io spero che questo sia stato elemento di dibattito all'interno della Giunta stessa, e spero almeno con allargamento nella stessa maggioranza.

E' necessaria quindi una mobilitazione forte, e non basta, caro assessore Broccia, parlare di situazione vergognosa e indegna di un Paese civile, come lei ha fatto qualche tempo fa in Commissione, se poi, di fatto, non si fa niente e nulla proprio per cercare di scongiurarla. Non siete riusciti neanche con il vostro Governo amico a recuperare i fondi necessari, è questa è la prova lampante di un'incapacità totale di questo Esecutivo. E come se addirittura non bastasse, circola voce del previsto trasferimento in altra sede degli scali ferroviari merci e passeggeri di Cagliari. Quindi, qua vorremmo almeno un po' di chiarezza sulle voci relative all'acquisto da parte di un privato del piazzale dello scalo merci. La Regione è stata contattata, questo vogliamo sapere, e soprattutto vogliamo capire che cosa c'è dietro, quali sono i perché di questa eventuale operazione. E' inevitabile che sorga qualche dubbio, e credo che, Assessore, visto che oltretutto si parla anche del trasferimento dello scalo merci di Cagliari ad un privato, vorremmo capire realmente che cosa si nasconde dietro. Serve anche trasparenza e impegno da parte dell'Esecutivo, perché è troppo comodo andare, così, da un capo all'altro della Sardegna - come sta avvenendo in questi ultimi giorni, peraltro addirittura avvenuto in piena campagna elettorale chiusa e trascorsa, fortunatamente vinta dal centrodestra -, a cantare il panegirico di se stessi, e molto spesso a denigrare anche gli altri. Io credo che con tutte queste operazioni, con il silenzio colpevole o forse complice della Giunta le perplessità sono tante.

Assessore Broccia, io penso che noi, forse molto probabilmente all'inizio di questa legislatura, avessimo un concetto differente, io personalmente avevo un concetto differente, per quello che era il suo lavoro, la sua capacità di fare l'Assessore regionale, quindi di dare risposte a questa Sardegna. Io credo che però, in questo momento, lei stia mandando in malora tutto il sistema dei trasporti della Sardegna. Assessore, lei è venuto ad Oristano in piena campagna elettorale e si è presentato come il salvatore del trasporto locale della città di Oristano, e ha addirittura lanciato basse accuse di bassissimo livello. Lei ha parlato addirittura all'interno della sede del Partito Democratico, un Assessore regionale che viene in campagna elettorale e riunisce i dipendenti del trasporto locale di Oristano, li riunisce all'interno della sua sede elettorale. Lei è un Assessore regionale dei trasporti, non lo dimentichi mai, Assessore. Lei ha una rilevanza istituzionale che è diversa da quella politica, e ha addirittura detto davanti, cercando di mettere contro questi dipendenti, per fortuna non c'è riuscito, addirittura sostenendo che le assunzioni fatte da 2004 ad oggi erano tutte assunzioni marchetta, come le ha definite lei. Probabilmente lei, Assessore, non conosce quel servizio e quel sistema di trasporto locale, probabilmente si sarebbe dovuto informare prima per sapere che cosa è successo da dieci anni a questa parte. Molto probabilmente avrebbe dovuto cercare realmente di risolvere il problema e non di cercare di recuperare qualche voticino, magari da qualche autista che, in realtà, fa finta di credere in voi, ma che in realtà non crede assolutamente in lei

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cherchi. E' iscritto a parlare il consigliere Pileri. Ne ha facoltà.

PILERI (F.I.). Sì, grazie, Presidente. Questo è un argomento molto importante, che abbiamo più volte esaminato in Commissione, e abbiamo, tramite l'audizione dell'Assessore qualche mese fa, cercato di trovare delle soluzioni, ed era stata preparata anche dalla quarta Commissione una risoluzione sull'argomento. Noi avevamo espresso forti preoccupazioni e perplessità su quanto stava succedendo, sul fatto in particolare che il Governo nazionale, con l'ultima finanziaria, aveva, con i tagli nelle poste di bilancio, sancito il taglio del trasporto merci su rotaia in Sardegna. Questa soppressione per noi rappresenta, rappresentava anche politicamente, una sconfitta, un salto all'indietro di oltre cinquant'anni; corrispondeva all'aver quasi strappato una pagina del Piano di rinascita. Quindi è una sconfitta per i sardi, con gravi ripercussioni economiche occupazionali: si è parlato dei circa seicento posti di lavoro della Keller e della Convesa di Chilivani, come è stato detto prima, si tratta di industrie che lavorano nel settore ferroviario e che, ovviamente, non potranno, in questa situazione, portare a spasso i carri ferroviari in Sardegna, se manca il collegamento tra la Sardegna e il continente. Eravamo rimasti molto preoccupati per le dichiarazioni del delegato di Trenitalia, Soprano, quando aveva annunciato l'interruzione, prima ad aprile, del servizio merci in Sardegna, poi spostato a giugno. Si parlava di mancanza di fondi, perché la mancanza di fondi non riguarda solo il trasporto ferroviario su merci, ma mi risulta che nella finanziaria regionale manchino anche 300 milioni di euro per il trasporto passeggeri, mancano 60 milioni di euro per quanto riguarda il trasporto merci, e l'intendimento del Governo, in particolare dell'amministratore delegato Soprano, è stato quello di affossare la Sardegna a discapito di altre isole come poteva essere la Sicilia, perché non mi risulta che in altre Regioni ci sia stato questo taglio; quindi qua emerge un aspetto politico importante, il fatto che forse la Sardegna non è riuscita a far valere i problemi che derivano dall'insularità, e quindi il trasporto e i collegamenti con il continente diventano linfa vitale per l'economia della Sardegna. Quindi, la sconfitta potrebbe essere questa, ed è per questo che bisogna poi trovare le soluzioni. Il problema del trasporto ferroviario è strettamente legato al trasporto su merci. Il Piano regionale dei trasporti, infatti, tende a diminuire quello che è il trasporto gommato, oggi fortemente inquinante, oggi fortemente fuori da un mercato, e non competitivo. Noi sappiamo che le aziende produttive della Sardegna hanno grossissimi problemi per mantenere la competitività nel mercato nazionale ed estero. Quando noi abbiamo incontrato i rappresentanti delle varie associazioni, ad esempio per quanto riguardava il trasporto su gomma, abbiamo visto come un sistema dei trasporti non competitivo comporti la chiusura di molte Aziende. Aziende agroalimentari ad esempio del Campidano rischiano di spostarsi in Sicilia, perché trasportare i loro prodotti dalla Sicilia all'Olanda costa molto meno che trasportarli dalla Sardegna all'Olanda e, quindi, io credo che siano stati commessi probabilmente degli errori, c'è stata scarsa incisività, l'accordo sul trasporto locale siglato dalla Regione Sardegna con lo Stato, caricandosi le spese di gestione e tutte le infrastrutture ormai obsolete, ci ha tolto la possibilità di avere un potere contrattuale che io non so se potremo recuperare. Io credo che anche il trasporto locale relativo alle Isole debba essere tenuto in considerazione, alle Isole minori, il trasporto locale relativo alla continuità territoriale interna. Anche in questo caso abbiamo visto che ci sono stati dei tagli, e la Regione, Assessore, dovrà accollarsi queste spese; noi stiamo ancora aspettando risposte per questo tipo di problematica. Come è stato detto prima, sono stati messi nella finanziaria regionale dei fondi forse anche irrilevanti ma consistenti per i quali non abbiamo ancora risposte, ad esempio i fondi messi a disposizione alla SFIRS per una compagnia di navigazione sarda della quale non sappiamo ancora nulla. Vorremmo sapere anche se ci sono degli interventi finanziari ed economici per poter garantire che vengano realizzate quelle necessarie infrastrutture per mantenere in piedi il collegamento marittimo tra la Sardegna e il Continente, perché, Assessore, lei sa che Golfo Aranci ormai è in fase di smantellamento, rappresenta l'unica via di collegamento con Civitavecchia, però sappiamo anche che il Piano regionale dei trasporti prevede la realizzazione di un nuovo attracco nel Porto industriale di Olbia, quindi la realizzazione di un sistema ferroviario che arriva nel Golfo di Olbia, ma sappiamo anche che non ci sono i fondi necessari. Quindi, è ovvio che in una situazione di questo tipo Trenitalia e lo Stato se volessero, come vogliono, chiudere questa linea, questo collegamento, trovano terreno fertile. Se noi oggi avessimo avuto le infrastrutture necessarie per poter garantire questa continuità di collegamento, sicuramente avremo avuto un potere contrattuale superiore, e quindi io penso che la Giunta debba trovare le forze, le energie, e portare avanti in qualche modo quello che è stato un indirizzo da parte della Commissione, e credo che le responsabilità del precedente Governo nazionale che emergono tutte, possano essere superate dal nuovo Governo.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Pileri.

E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Noi avevamo presentato, circa otto mesi fa, una mozione firmata anche dagli altri Capigruppo dell'opposizione dove noi paventavamo il pericolo di un possibile smantellamento della rete ferroviaria statale in Sardegna, e in quell'occasione ci fu anche un dibattito approfondito da parte di tutto il Consiglio regionale e, devo dire, che anche da parte dell'Assessore c'è stata una presa di posizione importante, tutto lasciava prevedere che magari le cose subissero l'evoluzione delle cose, una posizione diversa. In realtà noi vediamo che a distanza di otto mesi, di nove mesi da quel dibattito non mi pare che le cose siano cambiate e, anzi, devo dire che quella mozione che noi abbiamo presentato, che è stata dibattuta in Consiglio, poi è stata seguita da altre mozioni, quella, appunto, primo firmatario l'onorevole Diana, l'abbiamo firmata ancora noi, poi c'è stata una mozione di Cuccu che è stata illustrata prima, il quale Cuccu, anche lui, poneva alcuni problemi soprattutto in relazione alla chiusura del tratto di Golfo Aranci-Civitavecchia, quindi legando questa ipotesi anche al danno che ne deriverebbe all'economia della Sardegna, in modo particolare per quanto riguarda la Keller di Villacidro, che sarebbe fortissimamente penalizzata qualora questo si verificasse e, infine, tutta una serie di altre mozioni proprio a dimostrare effettivamente che c'è un problema, oggi, ancora in piedi e che comunque va affrontato in modo serio. Devo dire che l'accelerazione più importante è stata determinata dal fatto che c'è stata una minaccia di interruzione del collegamento Golfo Aranci-Civitavecchia a partire dal primo di aprile, data che poi è stata spostata comunque al 30 di giugno del 2008. E' chiaro che oggi, Assessore, noi siamo in una fase in cui non sappiamo quale è la situazione, cosa vorrà fare il Governo nazionale, Governo nazionale che è cambiato, perché, voglio dire, anche se sono cambiati gli interlocutori, però non sono certamente cambiati i problemi della Sardegna, quindi vorremmo capire quale è la posizione che vorrà assumere il Governo della Regione in termini di rivendicazione vera e propria, rivendicazione corretta nei confronti del Governo nazionale, ma, soprattutto, quale è la politica in materia di trasporti, di ferrovie che vuole portare avanti la Regione sarda, perché a noi pare che, effettivamente, ci sia una carenza da parte del Governo della Regione e che non si stia facendo tutto il possibile affinché le ferrovie dello Stato in Sardegna abbiano una forte presenza che è assolutamente indispensabile per una equilibrata crescita economica e sociale del territorio. Noi sappiamo che le ferrovie sono importantissime, d'altronde in Sardegna, già dal secolo scorso, addirittura dalla fine dell'800, ma, soprattutto durante l'approvazione dei Piani di rinascita, uno dei punti fondamentali che veniva battuto dal Governo della Regione è quello di potenziare il sistema ferroviario in Sardegna anche perché, così come lo è oggi è eccessivamente sbilanciato sul gommato che noi sappiamo essere antieconomico e, comunque, non in grado di competere con le emergenze attuali. Ecco, noi vediamo che la rete ferroviaria sarda oggi è di circa 500 chilometri che sono pochi, ma, purtroppo, e che è una rete obsoleta, perché abbiamo pochissimi chilometri di rete con doppio binario, l'elettrificazione della rete stessa sappiamo come è, e quindi c'è la necessità di riammodernare la rete ferroviaria e di fare un progetto, un programma serio che riprenda quota in Sardegna e che ridia fiato al sistema ferroviario in Sardegna. E quindi io credo che il dibattito di oggi serva soprattutto per dare alcuni indirizzi importanti su come si vuole muovere questo Governo e la Regione e cosa pensa anche il Consiglio regionale in questo momento. Io credo che ci sia stata un'ingiustificata contrazione, un ridimensionamento della rete ferroviaria negli ultimi anni; basta pensare che, ad esempio, negli anni '60, quando è stato introdotto il sistema di traghettamento dei carri ferroviari attraverso Golfo Aranci-Civitavecchia, addirittura negli anni '60 e iniziato negli anni '90, avevamo quattro unità navali che trasportavano i mezzi ferroviari in Sardegna. Bene, oggi ce n'è soltanto uno e anche questo è a rischio perché è stata spostata la sospensione del servizio al 30 di giugno. E' chiaro che questo ci deve preoccupare se consideriamo che invece di un rafforzamento del sistema ferroviario in Sardegna si sta andando verso una quasi soppressione e devo dire anche che la scelta che ha fatto il Governo della Regione di accollarsi l'onere dei trasporti col bilancio della Regione e così anche per quanto riguarda tutto il sistema ferroviario secondo noi rimane comunque un grave errore politico da parte della Giunta regionale perché la Giunta regionale avrebbe dovuto, invece, prima di arrivare a questo passaggio, chiedere un ammodernamento vero della rete, cosa che comunque non ha fatto, e poi semmai pensare a un possibile passaggio alla Regione. Questo per noi è stato un grave errore. Ci stanno passando una rete ferroviaria che è nello stato che è, ci sono situazioni, Assessore, in cui praticamente è totalmente inesistente la rete ferroviaria dello Stato, la provincia di Nuoro oggi è l'unico capoluogo di provincia in Italia che non è servito dalle ferrovie dello Stato. Chiaramente questa non può essere responsabilità solo sua, bisogna dirlo che ci sono grandi responsabilità perché chiaramente noi stiamo ragionando perché se dovessimo dire…

PIRISI (P.D.). Un po' di autocritica!

LADU (Fortza Paris). …perché se dovessimo dire che oggi la città di Nuoro, capoluogo di provincia, non è servita dalle ferrovie dello Stato per colpa dell'assessore Broccia non diremmo una cosa giusta. Noi stiamo ragionando e stiamo pensando come si può fare affinché la Sardegna sia servita in modo adeguato dalla rete ferroviaria e motivo della presentazione di questa mozione credo sia solo ed esclusivamente questo, anche perché io credo che le notizie che stanno arrivando non sono certamente notizie positive nei confronti della Sardegna, anche perché non solo per quanto riguarda la soppressione dell'unica unità navale di collegamento tra Civitavecchia e Golfo Aranci, ma c'è anche l'ipotesi che è prevista nel piano industriale delle ferrovie dello Stato 2007-2011, che prevede la riduzione degli scali merci in Sardegna da dodici a tre e questo è un fatto gravissimo che penalizza molto l'economia della Sardegna.

Allora io credo che in questo contesto e considerato che anche nel dibattito che abbiamo fatto giorni fa con i rappresentanti del Parlamento europeo ci è stato detto che una delle cause principali della situazione di disagio economico-sociale è dovuta a carenze infrastrutturali, io credo che tutti insieme noi dovremo fare un ragionamento per fare in modo che il problema dell'insularità diventi un problema serio perché, così come stanno facendo altre Regioni, la Sardegna effettivamente abbia la possibilità di presentare un vero programma di sviluppo capace di superare una situazione che sta fortissimamente penalizzando il sistema produttivo della Sardegna e tutti gli abitanti della Sardegna proprio perché oggi siamo veramente in una situazione di isolamento che non può continuare oltre. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Ladu.

E' iscritta a parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Grazie Presidente. Assessori, colleghe e colleghi, faccio una premessa non polemica ma oggettiva perché ritengo sconcertante il silenzio del Presidente della Regione e della Giunta sulla decisione assunta da Trenitalia, società del gruppo Ferrovie dello Stato, di interrompere il servizio del trasporto ferroviario delle merci tra Golfo Aranci e Civitavecchia con l'ovvia conseguenza di eliminare il trasporto merci su rotaie in tutta la Sardegna.

Dopo l'impegno contenuto nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale il 27 febbraio e la nota diffusa il 13 marzo dall'ufficio stampa della Regione che annunciava l'attivazione immediata di un tavolo di lavoro "sull'attuale condizione del servizio merci e sulla possibile riorganizzazione e rilancio dello stesso" - cito testualmente -, il silenzio è divenuto addirittura assordante, soprattutto dopo le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano, che l'11 aprile, incontrando una delegazione di CIGL, CIS e UIL, ha decretato la soppressione del traffico merci delle ferrovie dello Stato giustificandola con lo sbilanciamento tra entrate e uscite, confermando la logica dominante che il cittadino non ha diritti e se vuole i servizi se li deve pagare di tasca. Da questo punto di vista anche la proposta del ministro Scajola, che propone un intervento del Governo per ridurre il costo del carburante per l'autotrasporto, mi sembra un ulteriore segnale preoccupante sul peso che la lobby del gommato è in grado di esercitare, al punto che il Codacons ha preso posizione annunciando un ricorso al TAR per l'evidente sperequazione nei confronti dei cittadini.

Comunque dicevo che ci sono state diverse occasioni perché il grave problema venisse affrontato, anche durante la fase pre-elettorale, con il Governo e con l'amministratore delegato delle ferrovie dello Stato che, secondo l'ormai presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, potrebbero addirittura intervenire nell'acquisto di Alitalia, questo nell'ambito del salvataggio della compagnia aerea.

Il silenzio della Regione sull'atteggiamento delle ferrovie dello Stato di rinunciare al traffico merci, cancellando il collegamento marittimo Golfo Aranci-Civitavecchia e spostando il centro di smistamento delle merci su rotaia a Livorno e smantellando gli scali merci della Sardegna dopo ingenti finanziamenti, anche recenti, intervenuti per ristrutturarli e renderli funzionali, appare come una condivisione della scelta di Trenitalia, anche perché tra le ferrovie dello Stato e la Regione è in corso da alcuni anni una trattativa sul miglioramento della rete ferroviaria per passeggeri e sull'utilizzo delle vaste aree rimaste libere in seguito allo smantellamento degli scali merci in diverse stazioni dell'isola e in particolare a Cagliari. In assenza di un dibattito in Consiglio sul piano dei trasporti e sulla continuità territoriale delle merci la Giunta regionale sembra aver deciso unilateralmente di privilegiare il trasporto delle merci su mezzi gommati. Anche il tentativo di dar vita, attraverso l'impegno della SFIRS, ad una compagnia marittima sembra confermare questa idea. Un'ulteriore conferma viene anche dal protocollo d'intesa sottoscritto con il Comune e la Provincia di Oristano e la Rete ferroviaria italiana per la realizzazione dello studio di fattibilità e del progetto preliminare del centro intermodale passeggeri e della stazione di interscambio ferro-gomma che le ferrovie volessero sorgesse nel piazzale dello scalo merci.

Il Consiglio regionale e le forze politiche di maggioranza e di opposizione non possono ovviamente ignorare, lo abbiamo visto nel dibattito, le gravissime conseguenze socioeconomiche di questa scelta, fatta nell'esclusivo interesse di Ferrovie dello Stato che dopo anni di sprechi e pessime gestioni vuole risanare i bilanci in danno delle regioni più deboli, è il nostro caso, ma anche per questo è stato un errore, ritengo, l'aver scelto di accollare al bilancio della Regione le spese dei trasporti e della sanità. Per quanto compete i socialisti, la posizione che abbiamo assunto in Sardegna e nel Lazio al disegno delle Ferrovie dello Stato è netta e inequivocabile, come confermano le posizioni assunte dagli eletti nelle due regioni e dagli organismi di partito. Personalmente, come ho avuto modo di sostenere pubblicamente, ritengo siano indispensabili indagini della magistratura contabile e penale per accertare le responsabilità di scelte gestionali e di investimenti sbagliati che negli anni hanno provocato un ingente spreco di denaro pubblico. E' assurdo che siano stati effettuati investimenti per gli scali merci sardi che dopo alcuni mesi sono stati chiusi o abbandonati o resi inagibili nonostante la regolare presenza degli operatori. Ho presentato il 4 marzo un'interrogazione, rimasta ancora senza risposta, in particolare sulla volontà delle Ferrovie dello Stato di alienare anche a privati l'area di San Paolo, dove è ubicato lo scalo merci della stazione di Cagliari, confinante con quella dove dovrebbe sorgere il campus universitario programmato dall'ERSU. Al di là di un'ulteriore proroga del collegamento marittimo per carri ferroviari tra Golfo aranci e Civitavecchia è indispensabile impedire alle Ferrovie dello Stato di dismettere il trasporto merci su rotaia, proprio mentre in tutta Europa viene incentivato per gli enormi vantaggi ambientali e di sicurezza stradale. Se la scelta delle Ferrovie dello Stato dovesse prevalere si rischia di disperdere gli ingenti finanziamenti per il miglioramento della rete infrastrutturale ferroviaria, circa 150 milioni di euro tra Lazio e Sardegna. Peraltro è una strategia aziendale in netto contrasto con le linee del Piano regionale dei trasporti che prevedono il riequilibrio modale del trasporto di merci e persone con misure a favore del trasporto su rotaie. Tutto ciò senza contare gli enormi costi, sono stati evidenziati in Aula da più colleghi, dai pesanti risvolti occupazionali, dove gli addetti tra impiego diretto e indiretto sono circa 2 mila, dalla chiusura di aziende che lavorano nella costruzione e nella manutenzione di carri ferroviari e dalle conseguenze sulle attività produttive di piccole, medie e grandi dimensioni e sui singoli cittadini consumatori costretti a sopportare un aumento dei prezzi generalizzato delle materie importate e di quelle esportate - lo diceva molto bene l'onorevole Uggias - ricordando il rapporto con tutta l'Europa e quindi il fatto che non si tratta di una linea strettamente legata al territorio italiano. L'economia della Sardegna senza la continuità territoriale delle merci su rotaia rischia quindi di subire un danno non facilmente calcolabile e per porvi rimedio saranno necessari anni di sacrifici e di difficoltà. E' quindi indispensabile che il Consiglio regionale assuma una posizione forte e chiara per recuperare i cinque mesi di ritardo nella mobilitazione generale in difesa degli interessi dell'intera Isola, altrimenti gli ordini del giorno dell'Assemblea sarda e del Consiglio provinciale di Cagliari, gli allarmi e le denunce dei sindacati e le prese di posizione di alcuni esponenti politici, rischiano di restare episodi circoscritti ad ottenere ulteriori finanziamenti a favore del gruppo Ferrovie dello Stato per prorogare la linea marittima Golfo Aranci-Civitavecchia. E' invece indispensabile che le Ferrovie dello Stato cambino una strategia aziendale dannosa non solo per la Sardegna, ma per l'intero territorio anche nazionale. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente. Credo che non approfitterò di tutto il tempo messo a disposizione, anche perché gran parte delle cose che sono state dette sono una condizione essenziale per chiudere un dibattito che forse arriva in ritardo per quelle che sono le necessità e le urgenze. Non credo neanche di dovermela prendere molto con l'assessore Broccia, anche perché gli ho chiesto già altre volte le dimissioni, capisco bene anche qual è la spinta motivazionale, quindi non credo che ci sia neanche la necessità di reiterare una proposta simile. Sta di fatto che comunque noi viviamo in una condizione, come spesso a me capita di ricordare quando parlo con la gente, che la Sardegna è come un'oasi in mezzo ad un deserto, ed è un deserto di almeno 200 chilometri, considerato deserto anche la Corsica perché non è terra italiana o comunque sia non fa parte di un nostro ragionamento in termini economici. Se io volessi allocare un'industria, un sistema commerciale in Sardegna, avrei tirato il compasso un posizionamento di 1 milione e 600 mila abitanti. Se io faccio la testa tirata di compasso dall'Emilia-Romagna, dalla Lombardia o dal Veneto, la differenza sono almeno 20-30 milioni di abitanti per quell'industria che nasce o quel fattore commerciale che si muove. Allora, io mi chiedo, quando un chilo di formaggio anni fa per essere spostato dalla Sardegna a Civitavecchia, a Roma, costava 100 lire in più di quello prodotto dalle stesse pecore allevate da emigrati sardi a Viterbo o giù di lì, 100 lire in più al chilo, e per portarlo negli Stati Uniti d'America, quindi a New York, costava 300 lire in più, oggi lascio pensare quanto costi in più nel trasporto in euro, comprendiamo bene le difficoltà oggettive che vive questa Isola che è chiusa dal mare, che è una cosa bella per tanti aspetti, ma difficilissima da capire come si possa collegare con il resto del mondo e perché non ricordare con quelli che sono i momenti di vicinanza più totale con lo Stato italiano, di cui facciamo parte. Ora, se queste cose sono una considerazione e se prendiamo ad esempio quanto altri hanno citato, che la Keller chiude perché non c'è possibilità di esitare un prodotto realizzato in Sardegna, se è vero tutta la produzione isolana ha una lievitazione dei costi, se è vero che c'è disagio assoluto anche nel consentire che ci sia una continuità territoriale vera e cioè io chiedo che almeno venga trattato come coloro i quali hanno la linea ferroviaria e non hanno interruzioni da Roma a Milano, questo non esiste per la nostra Sardegna! Questa è la nostra specialità, la richiesta di autonomia speciale, la richiesta di uno Statuto che sia all'altezza. Dove vengono le critiche alla Giunta Soru? Quando accetta bellamente che oltre alla sanità, che è un aggravio assoluto, anche la questione dei trasporti se la deve accollare la Regione Sardegna, lasciando lo Stato libero che possa intervenire per la Sicilia e per altre questioni. Io non sto qui a discutere se è buono il passaggio nello stretto di Messina attraverso un ponte o no, sta di fatto che le scelte dello Stato sono libere e non vedono la Sardegna come una interlocutrice importante nella realizzazione di un sistema che veda i trasporti marittimi, aerei e in questo caso marittimi-ferroviari in condizioni tali di essere alla pari. Ora, detto questo, e compreso che è inutile che si debba aggiungere di più, intelligenti pauca, io credo che si possa fare fronte comune e che ci sia la necessità di rimarcare che la Sardegna deve pretendere dallo Stato la continuità territoriale anche in quella direzione, al di là del governo o amico o fratello o quello che sia come spesso viene dichiarato dall'una o dall'altra parte a seconda di come si possa comportare e se appartiene al centro-destra o al centro-sinistra. Qui ci sono interessi reali, concreti di sviluppo economico, di condizioni civili che la Sardegna tutta reclama e che quindi vi è necessità che noi come responsabili di rappresentare il popolo sardo come momento istituzionale importante dobbiamo fare con forza, in maniera unitaria per cercare di trovare una soluzione che veda i sardi posti in prima linea, non certamente quello che anche in altre circostanze abbiamo avuto, di essere retroguardia nelle richieste avanzate da quelle che sono le esigenze di autonomia, da quelle che sono le esigenze di civiltà che la nostra popolazione richiede.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Renato Lai. Ne ha facoltà.

LAI RENATO (U.D.C.). Signor Presidente, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi. La Sardegna non può permettersi assolutamente di rinunciare alla tratta del trasporto merci operata da Trenitalia sulla linea Civitavecchia-Golfo Aranci. Ma sembra che la Sardegna debba prepararsi a pagare il prezzo più alto dello stato di crisi in cui versa Trenitalia e quindi è assolutamente necessario mettere in atto tutte le iniziative e trovare le risorse finanziarie per arrestare un processo di esclusione che avrebbe dovuto essere fermato già nel biennio 1999-2001 quando iniziò con la soppressione di molte linee della rete ferroviaria italiana di allora, riducendo il tonnellaggio trasportato da 3 milioni di tonnellate ad appena 600 mila nel 2004, una vera catastrofe! Numerosi sono stati i pronunciamenti contro questa ipotesi che se attuata causerebbe, è stato detto, danni economici e sociali gravissimi, infatti non avendo alternative disponibili il trasporto merci dovrà muoversi sulla 131 attualmente in ristrutturazione con costi accresciuti, diminuzione della sicurezza sociale, danno ambientale, ricordiamo che l'organizzazione mondiale della sanità ha evidenziato come il trasporto merci su gomma rappresenta la fonte principale di inquinamento da Co2. Non è facile trovare un provvedimento simile a questo che crei tanti danni simultaneamente ed in un comparto già in ginocchio, gli operai delle industrie che verrebbero danneggiati da questo provvedimento hanno già manifestato davanti al Consiglio regionale unitariamente a quei lavoratori delle ferrovie che rischiano il posto di lavoro e quindi la proroga dal 1º aprile al 30 giugno pare configurarsi solo come un allungamento dell'agonia davanti alla quale il Consiglio, la Giunta, la classe dirigente nella sua intierezza non possono che assumere tutte le iniziative e i provvedimenti necessari per scongiurare una simile ipotesi. Della Keller, della Convesa, è stato già detto, è un aspetto che interessa centinaia di lavoratori, tutta la Sardegna perde la continuità più efficace per il trasporto di materie prime e prodotti finiti da commercializzare come ha detto l'onorevole Uggias. Ma teniamo conto del fatto che la finanziaria nazionale non pare aver stanziato fondi sufficienti per risolvere la situazione, ed io voglio così sottolineare che le politiche promosse dallo Stato italiano hanno visto marginalizzato l'interesse alla dotazione infrastrutturale dell'isola col risultato che ad oggi la Sardegna rischia di essere estranea alla rete della grande comunicazione europea. E questo nonostante il peso dell'insularità e i sempre accesi dibattiti sulla continuità territoriale e le mai sopite rivendicazioni per maggiori investimenti infrastrutturali in Sardegna, considerato il disimpegno registrato sulla nostra rete ferroviaria, la cui modesta efficienza è dimostrata ampiamente dalla mancata attuazione dell'elettrificazione e dell'esiguità dei tratti a doppio binario. Si tratta in sostanza di un assetto generale delle ferrovie sarde cronicamente sbilanciato nei confronti del resto dell'Italia e ancor più dell'Europa. Con una simile stasi infrastrutturale non è possibile certamente alcuno sviluppo economico dato che il mondo delle imprese deve poter contare su questa forma di trasporto sulla quale tutta l'Europa ha investito ampie risorse. Ma, questo non deve sottrarre lo sguardo e l'attenzione su quella che è la situazione attuale di quello che rimane, di quel poco che rimane di questo mezzo di trasporto, e alle sconcertanti recenti decisioni dell'amministrazione delle ferrovie va aggiunta anche la consapevolezza che esistono atteggiamenti vessatori e disattenti, pensiamo al declassamento degli impianti sardi e con i nuovi provvedimenti, Trenitalia decide di disabilitare gli scali, anche quelli più periferici che però hanno dati numerici, io riferisco quello di Monti Telti che ha circa 80 ditte che agiscono su questo scalo per quanto riguarda il settore del granito, del cemento, del legno. Per dire questo, che anche le realtà periferica nelle quali operatori hanno investito, non possono veder smantellato questo impegno e cessare di essere punti di riferimento importanti, ebbene, lei sa Assessore che viene caricato il giro da Chilivani a Monti perché Chilivani pur essendo una stazione abilitata non ha i mezzi per poter effettuare carico e scarico merci, e questi costi vengono all'origine ad aggravare quelli che l'onorevole Diana ha prospettato, che comportano circa il 50 per cento in più di aumento dei costi relativi alla perdita di questo mezzo di trasporto. Ora, occorre dire che tanto più azzardata appare questa soppressione nel momento in cui si cerca di contenere al massimo il trasporto su gomma per favorire quello su rotaia e se la Sardegna continua a perdere colpi anche su quelle deboli infrastrutture di cui dispone, non si può neppure parlare di amministrare le risorse di una regione, visto che non si saprà come muovere i prodotti e le materie prime a causa degli alti costi che comporterebbe. E poi non si devono dimenticare gli investimenti cui le aziende sarde di trasporto hanno fatto fronte per adeguarsi alle scelte di intermodalità ferroviaria intraprese dal governo uscente. Un'altra grave mancanza del governo nazionale è stato il mancato stanziamento di 40 milioni di euro per completare la linea ferroviaria del porto di Olbia impedendo di fatto qualsiasi alternativa all'attuale situazione di emergenza che si è creata a Golfo Aranci. E' necessaria quindi un'azione comune, ma la Giunta deve sentirsi impegnata nell'adottare tutte le possibili iniziative per risolvere in tempi brevi questa gravissima situazione. Non possiamo permetterci cedimenti su una materia così delicata e vitale come le infrastrutture dei trasporti, e quindi all'onorevole Broccia noi chiediamo, e lo si chiede con quella esigenza di trasparenza e con quella unitarietà di intenti che è emersa negli interventi, quali misure intenda adottare nell'immediato e se si intende procedere con una politica di più ampio respiro che garantisca alla Sardegna la piena integrazione con la rete ferroviaria che si sta sviluppando in Europa e in Italia, quale risultato hanno avuto le sue azioni nei confronti del Ministero dei trasporti e se è riuscito ad assicurare una maggiore attenzione di Trenitalia nei confronti della nostra Isola, come intenda muoversi nei riguardi dell'attuale governo che speriamo sia più sensibile a questo problema e se il piano di intervento della Regione sulle ferrovie sarde si limita all'attenzione verso i soli passeggeri, ma anche su questo fronte ci sono davvero tanti aspetti di disorganizzazione e mancanza di integrazione, con l'annunciato rinnovo del parco macchine per il trasporto di questi ultimi, oppure se esistono progetti capaci di incidere nel settore merci e nelle infrastrutture relative. E quando parliamo di strategie è chiaro che se è vero che le iniziative di cui il Consiglio si fa promotore non possono avere solo lo scopo di salvare questa tratta, ma di ripristinare le situazioni precedenti e riportare l'isola al tonnellaggio movimentato alla fine degli anni 90, tutte le azioni della Giunta, quelle che metterà in atto, rivestono un'importanza centrale, soprattutto in tema di investimenti strutturali, date le nuove funzioni e competenze in materia di trasporto ferroviario, con un aggravio di spesa non indifferente per le casse regionali. Ma, è chiaro che per parlare di un errore in questa scelta dovremmo avere consapevolezza che non è, e non viene, diciamo così, non è stato predisposto, cosa che penso non sia, una strategia immediata di totale ristrutturazione delle linee esistenti, di tutte le infrastrutture che concorrono al loro funzionamento e dell'estensione di nuove tratte laddove le imprese, le comunità, che ruotano intorno a queste sedi, lo richiedono. Si è quasi sorriso quando l'onorevole Ladu ha prospettato la…

PRESIDENTE. Concluda onorevole Lai.

LAI RENATO (Gruppo Misto)...la mancanza di iniziativa in una simile direzione si configurerebbe come un colpo definitivo all'economia sarda. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Lai. E' iscritto a parlare il consigliere Diana. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Sì, grazie Presidente. No, io intervengo perché non vorrei che nel bel mezzo di questa bella discussione, che ovviamente ha toccato un problema importante, certamente, e non ho nessuna difficoltà, onorevole Uggias, a pensare che si possa arrivare anche a far coincidere quelle che sono le posizioni di tutti quanti noi, ma all'Assessore, visto che è presente, mi permetto di sottoporre tutta un'altra serie di problemi che io ho evidenziato nella mozione. E per esempio se sono confermate le intenzioni che riguardano la chiusura dello scalo merci di Cagliari e il conseguente trasferimento delle attività che vi vengono svolte presso lo scalo di Elmas? Per esempio. Se risponde al vero che il piazzale dello scalo merci di Cagliari sarebbe stato acquistato da un soggetto privato? Se prima di concludere tale transazione il soggetto titolare del suddetto piazzale ha preso contatti con la Regione ai fini di trasferire il bene al patrimonio regionale? Non dimentichiamoci che quella è un'aria di grandissimo interesse ed è di proprietà… non sappiamo più di chi è la proprietà! Quali possibilità di sviluppo urbanistico sono consentite ai sensi del Piano paesaggistico regionale e del Piano urbanistico comunale nel piazzale dello scalo merci di Cagliari? Se corrisponde al vero che si intende trasferire la stazione storica di Cagliari, la stazione passeggeri di Cagliari? Se corrisponde al vero. E qualora fosse vero, che tipo di destinazione si vuol dare alla storica stazione passeggeri di Cagliari? Insomma, io vorrei capire molto più in là del semplice problema, semplice e complesso, problema del trasporto ferroviario delle merci. Perché questo è uno dei problemi. Ciò che non ci è chiaro invece, Assessore, è quale sia la politica alla quale lei, probabilmente, si richiamerà quando parlerà del Piano regionale dei trasporti, citato anche stamattina, del quale lei non può continuare a dire che noi avremmo letto attentamente, quasi con una sorta di presa in giro ai consiglieri regionali. Le assicuro che i consiglieri regionali sono molto più attenti di quanto lei non pensi! E allora quando lei dice: "Nel contempo il piano di sviluppo regionale, come ben sanno gli interroganti, che lo hanno sicuramente letto attentamente", questa vena un attimino, così, quasi da presa in giro, la definisco io. E' chiaro che i consiglieri regionali hanno letto attentamente il Piano regionale di sviluppo, e il nuovo Piano regionale dei trasporti, in corso di discussione. Questa è una risposta che è stata data, colleghi, il 27 di dicembre del 2007, beh, da allora ne sono passati di mesi, e il nuovo Piano regionale dei trasporti, in corso di discussione, prevederebbe altre iniziative, alcune delle quali già avviate, quindi in barba al pronunciamento del Consiglio regionale sul Piano regionale dei trasporti, che vanno nella direzione di rendere più efficace ed efficiente il trasporto merci da e per la Sardegna. Io ovviamente sollevo anche questi problemi, che credo siano problemi di più vasta portata, ma che sono significativi di quello che si vuole fare in Sardegna o si vorrebbe fare in Sardegna, e fino ad oggi, devo dire la verità, spero che nella replica l'Assessore possa darci tutte queste informazioni, che sono indispensabili perché noi ci facciamo un quadro chiaro di quella che sarà la politica dei trasporti in Sardegna. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pirisi. Ne ha facoltà.

PIRISI (P.D.). Grazie Presidente. Ma, io… stamattina abbiamo avuto modo tutti di vedere come il problema del collegamento navale per il trasporto delle merci abbia giustamente preoccupato e preoccupa il Consiglio regionale della Sardegna, tant'è che sono state presentate quattro mozioni di tutti gli schieramenti. Preoccupa molto i lavoratori del comparto che direttamente operano nel comparto ferroviario, appunto, e preoccupa molto quelli che lavorano nei comparti ferroviari come la Keller Elettromeccanica di Villacidro, com'è stato richiamato sia nelle mozioni, che negli interventi in Aula, ha preoccupato e preoccupa gli imprenditori, che si sono fatti anch'essi protagonisti di un'azione che tendeva ad evidenziare il grande problema, ha preoccupato e preoccupa, va detto, il Governo della Regione, che immediatamente, con un tempismo che è stato riconosciuto anche dai colleghi dell'opposizione stessa, si è mossa per cercare, il Governo della Regione, e nella fattispecie l'assessore Broccia, con la dovuta attenzione, si è mosso il Governo, e con la giusta preoccupazione, per cercare di risolvere il problema di cui stiamo parlando. Io, Presidente, credo che sia giusto anche, così com'è stato fatto in quest'Aula da parte dei vari colleghi, cogliere quello che è lo spirito costruttivo che mi pare abbia animato complessivamente un po' tutti gli interventi, a partire dall'onorevole Pileri, per proseguire con l'onorevole Dedoni, l'onorevole Renato Lai, financo l'onorevole Silvestro Ladu, e l'onorevole Diana, in ultimo. Cioè noi ci troviamo di fronte ad un problema che deve essere affrontato con spirito unitario e, come si dice, con spirito bipartisan, tant'è che oggi il problema che stiamo affrontando dovrà essere, è stato posto dal Governo precedente, con un taglio notevole di risorse, che non consentiva appunto di poter mandare avanti il servizio, così come stava andando avanti fino a quel momento, e noi ci siamo mossi per dire al Governo centrale che era necessario che rivedesse quelle posizioni. Oggi, è cambiato il Governo, tant'è che probabilmente qualche accento di spigolosità da parte di qualche mozione dell'opposizione, se fosse stata fatta oggi magari sarebbe stato un po' depurato, però io credo che, anche se è cambiato il Governo, e oggi abbiamo il ministro Scajola e non più il ministro Bianchi, ritengo che, assieme, dobbiamo muoverci per portare avanti un'azione corale, che tenda appunto non solo a scongiurare questo pericolo, ma a far sì che venga potenziato nuovamente il trasporto delle merci per via mare. Io, Presidente, a questo proposito, e colleghi, credo che sia giusto richiamare la risoluzione che la commissione Quarta, la commissione, appunto, trasporti, ha all'unanimità approvato il giorno 5 di marzo. E credo che partendo proprio da quella risoluzione possiamo trovare, assieme, un ordine del giorno sul quale mi auguro che si stia già lavorando, anzi so che il Presidente della commissione sta appunto lavorando per una proposta di sintesi che ci veda tutti porre al Governo nazionale l'esigenza che il collegamento non solo venga ripristinato, cioè non cessi, ma che venga potenziato. Io credo che sia assolutamente giusto ribadire, come altri colleghi hanno fatto, che, per esempio, è assolutamente anacronistico, è assolutamente sbagliato, è assolutamente concettualmente negativo sotto il profilo dei risultati che determina, il fatto che oggi non si potenzi il trasporto su ferrovia. Questo è un fatto, credo che debba essere chiaro a tutti (e mi pare che lo sia anche dagli interventi che ho sentito) e comunque credo che sia anche giusto dire qualche altra cosa. Bene, i colleghi che prima, che già nella passata legislatura, ma che in passato sono stati nei banchi di questo Consiglio sapranno e ricorderanno bene di come l'assessorato ai trasporti sia sempre stato considerato l'assessorato "Cenerentola", quello che rimaneva per ultimo e a chi capitava poi sarebbe stato assegnato. Io credo, e questo lo dico nonostante, per esempio adesso vedo il collega Amadu che è un galantuomo, una persona perbene che ha ricoperto la carica di Assessore ai trasporti, però il problema dei trasporti non rientrava nella strategia del Governo che nel quinquennio passato, ha governato la Sardegna. Oggi, va riconosciuta e va detto che l'assessore Broccia e il governo regionale ha prestato grande attenzione al problema dei trasporti e oggi ci sono non solo chiacchiere ma ci sono investimenti già fatti, ci sono risultati che sono stati conseguiti, ci sono cifre che possono essere qua portate e non sono un libro dei sogni come vagheggiava il collega Oscar Cerchi, che mi pare che fosse un po' fuori dalla problematica che stiamo trattando.

Oggi noi abbiamo una politica che è stata portata avanti per quattro anni e che oggi dà dei frutti e dei risultati. All'onorevole Ladu voglio ricordare, essendo stato lui anche un autorevolissimo rappresentante del Governo regionale della passata legislatura, aveva l'incarico di Assessore ai lavori pubblici, e nonostante la sua autorevolissima presenza il collegamento tra la dorsale sarda e la città capoluogo di Nuoro non è stato risolto.

Oggi possiamo dire che ci sono 20 milioni di euro stanziati per sistemare la tratta tra Macomer e Nuoro, in modo tale che ci sia un collegamento con la dorsale sarda. Ebbene io credo che sia giusto che da parte di tutto il Consiglio venga fuori una posizione che tenda ad invitare il Governo regionale, così come abbiamo scritto nella risoluzione, lo ribadisco, approvata all'unanimità da tutta la Commissione, di invitare il Governo regionale a proseguire: "nell'adozione di tutte le necessarie iniziative finalizzate a scongiurare l'effettiva misura di soppressione da parte di Trenitalia, eccetera…". Cioè a proseguire… c'è stato un riconoscimento dell'azione portata avanti e noi credo che questo dobbiamo fare anche oggi, mi auguro unanimemente con un ordine del giorno, che tenda a far forza nei confronti del nuovo Governo nazionale per dire che è un problema enorme per tutti i sardi questo e che il Consiglio regionale, all'unanimità, si fa portatore di quelle che sono le istanze e le preoccupazioni di tutto il popolo sardo. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Pirisi. E' iscritto a parlare il consigliere Pinna. Ne ha facoltà.

PINNA (P.D.). Grazie Signor Presidente, credo effettivamente che 10 minuti siano un tempo molto ristretto per un tema così importante, un tema al quale la Commissione trasporti ha dedicato, per lo meno io parlo di questo mio ultimo anno di Presidenza, ma anche prima, molta attenzione e confermo quanto poco fa ha affermato l'onorevole Pirisi che la Commissione ha potuto esercitare una funzione e un ruolo anche perché siamo effettivamente in presenza di una politica regionale dei trasporti. Questo è un fatto senz'altro positivo. È chiaro che basterebbe vedere i resoconti delle audizioni, delle riunioni dedicate al tema dei trasporti, è chiaro che i problemi e le difficoltà non sono di poco conto in quest'anno di lavoro abbiamo avuto modo di audire più volte l'Assessore ma, per esempio, affrontare il problema della portualità, le due autorità portuali di Cagliari e di Olbia; Sentire il mondo degli autotrasportatori, per capire, per riuscire in breve ad avere un'idea un po' precisa dello stato dell'arte. Allora, sintetizzando, potremmo dire questo: che vi sono elementi di forza e vi sono elementi di debolezza ed elementi di criticità. Beh, gli elementi di forza… quasi mensilmente noi monitoriamo il dato sulla continuità territoriale, basta prendere anche l'ultimo dato che c'è stato fornito e che riferisce dei trasporti nel primo trimestre del 2008, il confronto con il 2007, perché i dati sono chiari, si riferiscono sia al trasporto per via aerea ma anche al trasporto su mare per cui, la nuova continuità territoriale, ma il sistema dei collegamenti nel suo complesso, non sia allo sbando, ma che, anzi, siamo in presenza di una condizione positiva, questo è nei numeri, non è un'invenzione. Certo, in occasione della discussione che si tenne in Commissione a proposito della proroga della convenzione tra lo Stato e la Tirrenia, sono stati prodotti tutta una serie di dati che dicono che per esempio questa Sardegna effettivamente è divisa in due perché vi è la portualità, il collegamento, mi riferisco a quello marittimo del nord Sardegna è notevolmente più avanzato rispetto a quello del sud Sardegna. Senza che aspettassimo i giornali noi sappiamo perfettamente, ce l'ha confermato l'autorità portuale di Cagliari, che il porto di Cagliari conosce una crisi, sia per quanto riguarda il traffico passeggeri ma il grosso problema riguarda anche il traffico merci. Sappiamo perfettamente, perché ce l'hanno detto gli autotrasportatori, che questa Sardegna quotidianamente è attraversata quotidianamente da 800 Tir, con tutti i problemi e difficoltà che questo rappresenta, sappiamo perfettamente che il 95 percento del trasporto in Sardegna viaggia su gomma e certo non viaggia su rotaie. Sappiamo perfettamente che il sistema economico che dovrebbe garantire o che dovrebbe trovare nell'organizzazione interna dei trasporti un punto di riferimento, parlo soprattutto del trasporto su rotaie, trova difficoltà di interlocuzione. È altrettanto vero che il dibattito che ci porterà tra breve, spero, all'approvazione del Ppiano regionale dei trasporti che, licenziato dalla Giunta regionale, noi abbiamo avuto più occasioni di presentare le sue linee fondamentali, però ha bisogno di un passaggio che vede la funzione responsabile delle province, rappresenta per noi il contesto più importante, il contesto più significativo, perché il Piano regionale dei trasporti riprende il Piano strategico, sia quello dell'Unione Europea, poi quello ripreso dallo Stato membro, dallo Stato nazionale, per dire che vi è la consapevolezza che sia necessario dotarsi uno strumento sia normativo che progettuale, complesso, ricco, articolato che fra breve noi approveremo però abbiamo notato che, e in questo senso si inserisce anche la legge numero 21 del 2005, la legge sul trasporto pubblico locale che finalmente ci sta consentendo di dotarci di un unico organismo che fa capo alla Regione che coordina tutto il sistema del sistema pubblico locale, compreso anche la qualità dei servizi del trasporto ferroviario, però, per esempio, l'Assessore Broccia in Commissione ci ha detto che per quanto riguarda il traffico merci questa non è una materia che lo Stato ci ha nessun modo delegato, né per noi né per quanto riguarda la Sicilia, per cui noi in questo momento, stiamo pagando le conseguenze di una scelta che viene dalla legge finanziaria, cioè stiamo pagando le conseguenze di una fase conflittuale che in qualche modo si è aperta tra Stato e Trenitalia.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RASSU

(Segue PINNA.) Però, l'Assessore ai trasporti ci ha anche detto che la crisi del trasporto merci viene da lontano, nel senso che se prima erano cinque le navi che provvedevano, garantivano il trasporto merci tramite ferrovia, beh voglio dire l'ultima nave dismessa è nel 2001 la prima nel '91 noi siamo passati dal '97 quando le merci che venivano trasportate raggiungevano quasi due milioni sette cento mila tonnellate, 2006 siamo arrivati a cinque cento trentuno. Cioè abbiamo avuto la consapevolezza in Commissione che la crisi del trasporto merci è una crisi che viene da lontano, una crisi rispetto alla quale probabilmente la nostra classe dirigente ha delle responsabilità, è questo un forte elemento di criticità sul quale bisogna muoversi. Da qui la scelta di approvare unitariamente un ordine del giorno, anche sulla sollecitazione di alcune realtà locali che effettivamente hanno delle forti preoccupazioni, si pensava ad Olbia, si pensava alcune cose di Ottana, si pensava a Villacidro, ma non solamente. Noi abbiamo ricevuto delle lettere di operatori privati che in questo modo venivano condannati ad una sorta di embargo civile rispetto al quale la Sardegna avrebbe conosciuto, o potrebbe conoscere, una fase di isolamento. Allora, io credo questo è assolutamente importante che il Consiglio regionale approvi all'unanimità, per quanto possibile, un documento forte col quale rivendichiamo l'importanza della continuità, in modo particolare riferita al sistema delle merci. Crediamo che lo Stato non debba mollare, quasi che fossimo un peso morto, una delle due isole più importanti perché poi gli effetti si vedranno anche per la Sicilia, forse in maniera più contenuta, ma comunque altrettanto significativa, forse sarebbe auspicabile che anche il traffico merci, la gestione del traffico merci rientrasse probabilmente nella responsabilità messa in capo alla Regione. Non si capisce perché abbiamo questa funzione di coordinamento, come accade in tutte le altre Regioni d'Italia limitatamente all'organizzazione del trasporto pubblico locale, non vedo perché non si debba inserire anche la partita relativa al sistema delle merci. Per cui, credo che sia qualificante e che rafforzi la nostra interlocuzione, che devo dire con lo Stato è sempre stata aperta, credo che non ci siano motivi per pensare che questa interlocuzione con lo Stato non continui. Il vero problema è che l'interlocuzione ha bisogno anche di un terzo elemento che in questo momento è rappresentato da Trenitalia. Credo che ci siano tutte le condizioni perché il Consiglio regionale in questo momento così come è stato detto precedentemente, possa supportare l'azione del Governo regionale ed esercitare un'azione di pressione responsabile che ci consenta di superare una difficoltà, ma soprattutto che ci consenta di rilanciare un settore che purtroppo è inesorabilmente in crisi da almeno dieci anni.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pinna.

E' iscritto a parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Il dibattito di oggi è importante, è importante…

PRESIDENTE. Scusi un attimo, onorevole La Spisa, comunico all'aula che è rientrato l'onorevole Pittalis che aveva chiesto congedo per stamattina. Prego onorevole La Spisa.

LA SPISA (F.I.). Questo argomento è importante e la discussione tempestiva pur essendo state fatte da tempo numerose mozioni e interpellanze su questo argomento. Non credo sia necessario utilizzare i dieci minuti, per quanto mi riguarda, perché tante cose giuste sono state dette, qualche altra polemica inutile poteva essere risparmiata da alcuni colleghi, ma pazienza. Sottolineerei un fatto che di fronte a questo problema, occorre una vera presa di posizione molto netta da parte tutto il Consiglio regionale, questo sul piano politico è importante, non credo che sia una questione che possa essere, né che debba essere quindi utilizzata per strumentalizzare per fini elettorali, non è più tempo. D'altra parte il fine elettorale, la possibilità di strumenntalizzazione è stata abilmente disinnescata dal Governo Prodi e dalla dirigenza di Trenitalia, RFI, poiché è stata fatta slittare la data preannunciata a suo tempo ad aprile e poi rinviata al 30 giugno per l'interruzione definitiva dei collegamenti. Questo rinvio non so se sia stato utile, certamente è stato utile per trasferire ad altri alcune responsabilità di livello nazionale, ma questo ovviamente possiamo anche comprenderlo. Perciò, adesso niente polemiche, si tratta di fare fronte comune e di mettere dei punti fermi su questa questione. Il punto fermo io credo che debba essere questo, e cioè che noi su tutte le questioni che riguardano il collegamento ferroviario, dobbiamo tener presente certamente i condizionamenti che gli oneri di gestione e le diseconomie che il sistema ferroviario in Sardegna subisce, anche per condizionamenti strutturali anche geografici, la stessa lunghezza della tratta ferroviaria in Sardegna porta al fatto che le economie sono più difficilmente raggiungibili. Qualcuno dice che addirittura non sono raggiungibili per nulla. E questa quindi è una questione che va affrontata nel lungo termine, con una politica dei trasporti adeguata.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU

(Segue LA SPISA.)Ma considerando tutto questo noi dobbiamo però sottolineare una cosa imprescindibile, cioè che il trasporto ferroviario non può essere rinunciabile e che non può essere rinunciabile neanche il collegamento ferroviario tra la Sardegna e il continente, puntando direi su un concetto che io credo che sia elementare ma non sempre tenuto in considerazione e che cioè il trasporto ferroviario, il collegamento della Sardegna con il continente, per quanto riguarda il trasporto ferroviario, non è assimilabile a un servizio, a un qualunque servizio, che implica nelle gestioni, nelle diverse logiche di gestione, la necessità di fare in modo che questo servizio sia in qualche modo remunerato da un sistema tariffario e da un volume dei traffici sufficiente. Il collegamento della Sardegna al continente è un'infrastruttura, è di fatto un'infrastruttura. Interrompere il collegamento significa bombardare una tratta ferroviaria, tagliarla, eliminarla per cui credo che noi possiamo vantare la ragionevolezza di una proposta forte che tutta la Sardegna deve fare a qualunque governo nazionale e a qualunque sistema di gestione del sistema ferroviario. E cioè che qualunque sia il costo che l'intero sistema nazionale si deve assumere, deve caricarsi per garantire questo servizio, questo costo va affrontato, va scaricato sulla spesa complessiva nazionale perché non si tratta di assicurare un servizio, ma di mantenere una infrastruttura esistente, pena il collasso di alcune importantissime attività economiche, è stato citato il caso della Keller e della Convesa, ma non basta. Non possiamo parlare solo dell'esistente ma anche di tutto quello che potrebbe ancora insediarsi in Sardegna e che speriamo possa insediarsi in termini di attività produttive. Non possiamo cioè pensare uno sviluppo della Sardegna che porti l'isola ad essere non collegata anche dal punto di vista del collegamento ferroviario. Questo è un punto elementare che va assolutamente messo a fuoco e che deve essere fatto valere in tutte le sedi.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole La Spisa.

Ha facoltà parlare, per la Giunta, l'Assessore dei trasporti.

BROCCIA, Assessore tecnico dei trasporti.Grazie. Presidente, signori consiglieri, i temi che sono stati sollevati dalle mozioni che sono state presentate e dal dibattito che ne è seguito, seppure hanno il comune denominatore del trasporto merci e dei collegamenti con la rete nazionale, sono diversi, sono articolati e trattano aspetti più specifici del trasporto merci e anche della continuità territoriale marittima. Si è parlato del trasporto su ferro, della continuità territoriale della persone e delle merci via nave e soprattutto del porto di Cagliari, dei terreni che sono un giorno sì e un giorno no in officina, dell'annunciata e poi fallita politica di rilancio del treno da parte di questa Giunta, del trasporto urbano ad Oristano, dell'area di San Paolo ai privati, del costo dei biglietti: io non so se riuscirò nei 20 minuti a rispondere a tutto quanto.

A me sembra - sono d'accordo con tutti quanti quelli che lo hanno sottolineato e per ultimo l'onorevole La Spisa - che la questione del trasporto ferroviario delle merci è una questione troppo importante perché non venga affrontata con uno spirito il più possibile unitario, ed è quello che io sicuramente mi auguro. Io credo che serva tutto l'impegno, tutta la determinazione e tutta la forza di cui possono disporre le istituzioni sarde - il Consiglio, la Giunta regionale e quant'altro - per un'azione comune che cancelli in maniera definitivamente la decisione di Trenitalia di cancellare il trasporto delle merci via treno in Sardegna.

E' stato giustamente ricordato che questa questione non è un problema di oggi e non è una questione recente, io vi ricordo che nel 2006 il trasporto merci Sardegna ha movimentato 12 milioni e mezzo di tonnellate di merci, di queste il 96 per cento su gomma e il 4 per cento su ferro, ahimè non siamo lontani dal negativo dato nazionale che registra le stesse percentuali: la quasi totalità delle merci in Italia viene trasportata su gomma. Dei 12 milioni, gli 11 milioni e 870 mila tonnellate di merce che viaggiano su gomma impegnano ogni anno in questa regione 585 mila camion, che sono 49 mila al mese, e sono 1600 al giorno, ma sono molti di più se considerate che nei festivi e le domeniche gli automezzi pesanti non possono circolare di Sardegna. Nel 1996 le merci trasportate su ferro erano 3 milioni di tonnellate e 66 mila i carri, nel 1999 erano poco più di 2 milioni di tonnellate e 38 mila carri, nel 2001 sono diventati 600 mila tonnellate e poco meno di 30 mila carri, e dal 2001 in poi (qualche anno di più, qualche anno di meno) questo è il dato del nostro trasporto merci in Sardegna.

Nel 1996 erano quattro le navi che trasportavano i treni, dal 2001 è sostanzialmente una la nave che trasporta i treni, per i primi anni del Duemila erano due però una entrava in funzione solo quando la prima andava in manutenzione, adesso non c'è più questa possibilità perché la nave che sostituiva quella principale ha esaurito il suo ciclo di vita, e non solo, la nave attuale ha due o tre anni di vita, è una nave molto vecchia che non potrà reggere per molti anni ancora. A questi fatti si aggiungono, secondo noi, le scelte effettuate dalla Regione negli ultimi lustri, non parlo degli ultimi anni, parlo degli ultimi decenni, parlo degli anni Ottanta, degli anni Novanta e dei primi anni del Duemila: abbiamo un solo porto su cui arriva il treno, Golfo Aranci, (c'è anche Oristano ma il servizio come sapete non è in funzione); in quei pochi porti dove il collegamento c'era, dove c'erano e binari che arrivavano a bocca di porto, i binari sono stati cancellati; in altri porti si è preferito investire in centri intermodali merci di costo plurimiliardario (in vecchie lire) piuttosto che usare quelle risorse per portare, per esempio, a Porto Torres i binari a bocca di porto, come si dice in maniera un po' volgare. Dal 2000 al 2004 la Regione ha avuto dallo Stato 15 milioni di euro all'anno per ogni anno per organizzare la propria continuità territoriale merci, cui si devono aggiungere gli 8 milioni di cofinanziamento obbligatorio della Regione Sardegna; purtroppo la Regione non è stata capace di utilizzare quelle risorse, ogni anno lo Stato se le è riprese perché non venivano impegnate in quanto non si è riusciti a raggiungere un progetto che poteva essere condiviso. Dal 2005 in poi, da quando si è insidiata questa Giunta, quel finanziamento non è stato più reso disponibile dalle varie finanziarie che sono state approvate dal Parlamento fino al 2008.

Ora, detto questo, non cambia l'aspetto però in qualcuno degli interventi mi è sembrato di cogliere un po' - lo dico tra virgolette, in maniera positiva - di confusione: il trasporto merci ferroviario in Sardegna, come in Sicilia, è stato storicamente garantito, dal 1961, dalle risorse finanziarie che ogni anno i Governi, nella legge finanziaria e di bilancio, stanziavano per finanziare i cosiddetti servizi universali cioè quei servizi che hanno bisogno del contributo pubblico per poter essere garantiti. Questo è un servizio minimo, è un servizio essenziale che come tale ha bisogno, al contrario di quello che avviene in Lombardia o in Emilia-Romagna dove il trasporto delle merci è un business delle Ferrovie (o dei privati laddove si sta cominciando a sperimentare questa roba qui), in Sardegna, in Sicilia e in poche altre regioni del Mezzogiorno il servizio merci è garantito da un finanziamento dello Stato, e così è stato dal 1961 a questa parte. Nel parlare di servizio merci non sto parlando della nave, che è un'altra cosa e per cui lo Stato mette altri soldi, sto parlando del fatto che le merci camminano nelle ferrovie da Cagliari a Sassari, da Chilivani ad Olbia, da Macomer a Golfo Aranci, eccetera, eccetera: quello è il servizio che viene garantito dallo Stato, poi c'è la nave che è RFI ed è un'altra cosa per cui lo Stato ogni anno e per sessant'anni (la convenzione non ricordo quando è stata stipulata) eroga 10 milioni di euro per il mantenimento di quella nave, che poi è la prosecuzione del binario sul continente, sostanzialmente. Nella finanziaria del 2008 queste risorse destinate al servizio universale per il trasporto delle merci sono state drasticamente ridotte, non sono state cancellate ma sono state drasticamente ridotte: adesso francamente mi sono perso l'appunto ma se non ricordo male stiamo parlando di un finanziamento che era di 150 milioni all'anno ridotto ad 80-90 milioni all'anno, quindi praticamente la metà di quello che serviva. Questo nonostante lo stesso Governo avesse approvato il piano industriale di Trenitalia che prevedeva il servizio del trasporto delle merci anche in Sardegna; questo fatto ha portato Trenitalia a cancellare il trasporto merci su ferro in Sardegna dal 1° aprile, poi rinviato al 1º luglio, e a diminuirlo in maniera significativa in Sicilia. In questo momento l'unica soluzione al problema è che il Governo metta a disposizione i 25 milioni di euro che sono mancati a Trenitalia per effettuare il servizio, o che comunque obblighi Trenitalia a continuare ad esercitare questo servizio, in attesa che trovi il modo per stanziare le risorse. Questa è l'unica soluzione, non è un problema di nave, la nave verrà tolta - poi se ho un altro minuto lo dico meglio - la nave verrà tolta perché non c'è il servizio ferroviario sui binari che da Cagliari o da Macomer o da Sassari o da Chilivani arrivano a Golfo Aranci, questa è la questione su cui dobbiamo... naturalmente fatto questo possiamo parlare del futuro dello sviluppo delle merci in Sardegna, possiamo parlare di futuro se risolviamo questo aspetto qui, perché chiaramente, ha ragione anche qui qualcuno che l'ha sottolineato, è un servizio che ha elevati costi di esercizio è un servizio che porta a far sì che i terreni partano carichi dalla Sardegna ma vengono dall'Italia vuoti, solo noi, per le merci anche povere, usiamo il treno per portare le merci in continente. Dal continente le casse, non ho tempo ma vi darei i numeri, le casse, i treni arrivano vuoti e questo naturalmente crea una disparità economica incredibile, aggiungiamo a questo gli elevati costi di esercizio della gestione. Io ho fatto due conti, ci sono 300 persone che lavorano a questa roba qua, non parlo dell'indotto, non parlo delle fabbriche, sto parlando del treno merci e vi assicuro che questo dato è un dato assolutamente... se noi dovessimo fare, lo dico per esempio, non è questo quello a cui stiamo pensando in questo momento, una gara d'appalto per offrire, per fare esercitare... servirebbe la metà del personale che in questo momento impiega Ferrovie dello Stato per fare quell'operazione qua. Cosa sta facendo la Regione? La Regione ha chiesto, ed ottenuto, di far slittare di tre mesi la decisione che è stata presa; è un problema che torna adesso, abbiamo chiesto un incontro al Ministro che speriamo di ottenere nel giro di breve tempo, insieme stiamo lavorando con la conferenza delle Regioni, oggi c'è una riunione tecnica che affronta anche questo argomento perché non è solo questo il problema perché sono stati ridotti i soldi per il servizio passeggeri, non della Sardegna, parlo dell'Italia, perché ci sono altri problemi che riguardano il confronto del Governo e dello Stato con Trenitalia e soprattutto con la holding Ferrovie dello Stato. C'è un progetto della Regione su questo, la Regione, il gruppo di lavoro che abbiamo deciso di mettere insieme con Ferrovie dello Stato sta studiando la possibilità che portiamo i binari al porto industriale di Olbia, la Regione ha messo 70 milioni di euro nel POR 2007-2013 per finanziare quest'opera, che potremo riuscire a fare anche in un anno, anche in 12-15 mesi, ma serve perché se noi perdiamo il trasporto merci adesso rischiamo di perderlo per molto, se non per sempre. Noi dobbiamo fare un'opera comune, qualsiasi documento unitario, che vada in questa direzione, come ha già fatto la Commissione trasporti qualche mese fa, non può che aiutare l'azione di questa Regione a provare a cancellare in maniera definitiva questa decisione di Trenitalia. Spero di avere altri modi, altri tempi per rispondere ad altre questioni che sono state sollevate.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Se i colleghi che hanno presentato le mozioni intendono fare una replica lo possono fare per cinque minuti, non so se si sta lavorando ad una conclusione del dibattito di questa mattina e se è possibile concludere il dibattito con un ordine del giorno comune. Facciamo una sospensione di cinque minuti in Aula.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 15, viene ripresa alle ore 13 e 41.)

PRESIDENTE. Colleghi riprendiamo il lavoro, è stato predisposto un ordine del giorno, che stiamo riproducendo, e fra poco sarà in distribuzione. L'ordine del giorno riguarda, prevalentemente, le questioni del trasporto su rotaia, merci e passeggeri, c'è invece una mozione la numero 159 il cui tema non è ricompreso nell'ordine del giorno, quello presentato dagli onorevoli Vargiu, Pisano e più sulla continuità territoriale marittima sarda, che quindi i presentatori mi chiedono che venga votato, posto ai voti separatamente come un argomento appunto che non è ricompreso nell'ordine del giorno. Quindi metto in votazione, prima dell'ordine del giorno, la mozione numero 159 degli onorevoli Vargiu e più.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, soltanto per chiedere la votazione con scrutinio elettronico palese.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 159 Vargiu, Pisano, Dedoni e Cassano.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Silvio Cherchi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Cappai - Cassano - Cherchi Oscar - Contu - Dedoni - Diana - Floris Mario - Gallus - La Spisa - Ladu - Lai Renato - Licandro - Liori - Lombardo - Marracini - Moro - Murgioni - Petrini - Pileri - Pittalis - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Rassu - Sanjust - Sanna Matteo - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Balia - Barracciu - Biancu - Cachia - Caligaris - Calledda - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Espa - Fadda - Floris Vincenzo - Frau - Gessa - Giagu - Giorico - Lai Silvio - Lanzi - Licheri - Manca - Masia - Mattana - Meloni - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Pisu - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uggias - Uras.

Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Maninchedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 71

votanti 69

astenuti 2

maggioranza 35

favorevoli 28

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

PRESIDENTE. E' in distribuzione, colleghi, l'ordine del giorno. Naturalmente, nell'ordine del giorno c'è una premessa nella quale si dice che, a conclusione del dibattito, si elencano le mozioni oggetto di dibattito. Abbiamo scritto anche la numero 159, che invece va cancellata perché l'abbiamo appena votata.

L'ordine del giorno è un ordine del giorno unitario a firma degli onorevoli Pinna, Biancu, La Spisa, Uras, Diana, Cappai, Lanzi, Ladu, Vargiu, e così via discorrendo.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine Del Giorno Pinna - Biancu - La Spisa - Uras - Diana - Cappai - Lanzi - Ladu - Vargiu - Masia - Cuccu Giuseppe - Uggias - Caligaris - Salis - Pirisi - Maninchedda - Lai Renato - Frau sulla ventilata soppressione del servizio di trasporto marittimo merci tra i porti di Golfo Aranci e di Civitavecchia.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione del dibattito sulle mozioni:

- n. 164 (Cuccu Giuseppe e più) sull'ipotesi di soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia;

- n. 165 (Uggias e più) sull'interruzione del collegamento navale per il trasporto dei vagoni merci da e per la Sardegna;

- n. 171 (Diana e più) sul trasporto merci in Sardegna;

RICHIAMATI l'ordine del giorno n. 55 approvato il 27 febbraio 2008 e la risoluzione, approvata all'unanimità dalla Quarta Commissione consiliare il 5 marzo 2008;

PRESO ATTO della determinazione della società Trenitalia di interrompere l'unico collegamento navale merci operante su rotaia a decorrere dal prossimo 30 giugno 2008;

CONSTATATO come tale decisione di Trenitalia, preannunciata dai suoi organi interni nello scorso mese di gennaio, sia da addebitare al mancato stanziamento, nella manovra finanziaria per l'anno 2008, delle somme previste dal piano d'impresa relativamente al contratto di servizio merci per una cifra di circa 60 milioni di euro;

RILEVATO come Trenitalia abbia individuato nella riduzione dei servizi ricompresi nell'ambito del "servizio universale merci" quelli caratterizzati da rendimenti più bassi per singoli cicli di trasporto, con il risultato di determinare la sospensione del servizio per la Sardegna e una consistente riduzione delle attività in Sicilia;

OSSERVATO come tale decisione si ponga in netto contrasto con l'impostazione di fondo del Programma operativo reti e mobilità, predisposto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che assegna un ruolo predominante al trasporto ferroviario, unica effettiva alternativa al trasporto su gomma;

CONSTATATO come la preannunciata soppressione determinerebbe l'esclusione automatica della Sardegna dalla rete dei trasporti merci ferroviari, interrompendo definitivamente un servizio che è passato, nel corso di pochi anni, da una quantità di merci trasportate di circa tre milioni di tonnellate nell'anno 1999 a circa seicento mila tonnellate nei periodi più recenti;

PRESO ATTO che occorre difendere in ogni modo anche questo livello assolutamente carente ed insufficiente di trasporto per evitare che la sua sospensione si tramuti in definitiva soppressione del servizio;

CONCORDATO sulla valutazione degli effetti negativi dirompenti che il concretizzarsi di tale decisione comporterebbe per l'intera economia isolana, con immediati riscontri negativi sui livelli occupativi, sul fragile tessuto imprenditoriale isolano e, più in generale, sulla convivenza civile;

RIBADITO il ruolo fondamentale e strategico del trasporto ferroviario in Sardegna nella sua dimensione nazionale e transnazionale, così come confermato dal Piano regionale dei trasporti attualmente in fase di consultazione,

impegna la Giunta regionale

1) a far valere le ragioni di tale programmazione nel sistema nazionale della continuità territoriale del trasporto delle merci;

2) a richiedere al Governo nazionale che condizioni la sottoscrizione di nuovi accordi di servizio all'impegno da parte di Trenitalia, RFI e della Holding FS per garantire e migliorare il servizio dei trasporti dei vagoni merci;

3) a intensificare tutte le necessarie iniziative finalizzate a scongiurare l'interruzione dell'unico collegamento navale merci operante su rotaia a decorrere dal prossimo 30 giugno 2008, da parte di Trenitalia, del servizio di trasporto ferroviario su merci da e per la Sardegna, attualmente assicurato sulla linea marittima Golfo Aranci - Civitavecchia, mediante il coinvolgimento, a tutti i livelli, dei responsabili politici e istituzionali nazionali e a porre le basi per assicurare all'Isola un servizio su ferro adeguato alle attuali esigenze.)

PRESIDENTE. Se non ho iscritti a parlare, lo metto in votazione. Non ho colleghi iscritti a parlare, lo mettiamo in votazione. E' stata richiesta la votazione elettronica. Chi ha richiesto la votazione elettronica?

(Il consigliere Vargiu richiede la votazione con scrutinio elettronico palese)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Balia - Barracciu - Biancu - Cachia - Caligaris - Calledda - Cassano - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Contu - Corda - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Dedoni - Diana - Espa - Fadda - Floris Vincenzo - Frau - Gessa - Giagu - Giorico - La Spisa - Ladu - Lai Renato - Lai Silvio - Lanzi - Licandro - Licheri - Liori - Lombardo - Manca - Maninchedda - Marracini - Masia - Mattana - Meloni - Milia - Moro - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pileri - Pinna - Pirisi - Pisu - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Rassu - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uggias - Uras - Vargiu.

Si è astenuto il Presidente Spissu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 66

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 66

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. Va bene, colleghi, chiudiamo qua i lavori del Consiglio di questa settimana. Il Consiglio è convocato per martedì alle ore 16 e 30 per la prosecuzione dell'ordine del giorno e, segnatamente, delle mozioni sulla sanità, a cui si aggiunge anche un'interpellanza.

La seduta è tolta. Martedì mattina possono essere convocate le Commissioni, qualora i Presidenti delle Commissioni lo ritengano. La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 13 e 47