Allegati seduta
Testo dell'interpellanza, interrogazioni e mozione annunziate in apertura di seduta
INTERPELLANZA LIPPI - USAI Edoardo - FLORIS - BIGGIO - BERTOLOTTI - GRANARA sul recente aumento degli emolumenti del Sovrintendente dell'Ente Lirico di Cagliari.
I sottoscritti,
vista la consistente e cospicua presenza della Regione Autonoma della Sardegna sul bilancio dell'Ente Lirico di Cagliari, per il quale nel corso del solo anno finanziario 1996 sono stati iscritti al bilancio 8 miliardi e 500 milioni;
appurato che il Consiglio di Amministrazione dell'Ente, durante i lavori della sua prima riunione, ha deliberato in favore del Sovrintendente Meli l'aumento degli emolumenti nella misura di lire 220.000.000 annui, pari a lire 18.300.000 mensili al contrario degli 8.000.000 percepiti dai suoi predecessori;
constatato che per ben due volte la convocazione di quel Consiglio di Amministrazione è stata annullata causa errore nei termini di convocazione e che lo stesso, al terzo tentativo, è stato convocato, con carattere di urgenza, con 48 ore di preavviso;
verificato che non tutti i consiglieri di amministrazione erano presenti alla seduta, causa la tempestività con la quale la stessa è stata convocata, e che i relativi atti iscritti all'ordine del giorno non erano disponibili per una lettura preliminare presso la segreteria dell'Ente 24 ore prima della riunione, così come previsto dal regolamento;
constatato che nella votazione della delibera in oggetto il rappresentante del Comune di Cagliari, Dott. Dante Olianas, ha espresso voto contrario all'approvazione e che il Presidente del Collegio sindacale ha voluto che venisse iscritto a verbale la sua riserva in considerazione che riteneva spropositata la cifra proposta rispetto all'attività e al ruolo espresso dall'Ente;
considerato che gli sforzi compiuti dal Consiglio regionale della Sardegna, con i soldi di tutta la comunità, verso l'importante istituzione culturale di Cagliari vanno interpretati per un miglioramento qualitativo dell'Ente e del suo cartellone stagionale e non per migliorare la qualità di vita dei dirigenti, già ben retribuiti o, peggio ancora, del suo sovrintendente,
chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione spettacolo e sport per conoscere:
1) quale posizione abbia assunto in seno al Consiglio di Amministrazione il rappresentante della Regione;
2) quali iniziative intenda assumere il competente Assessorato contro questa scandalosa decisione che va contro ogni criterio che i precedenti Consiglio di Amministrazione avevano seguito: dimensione della pianta organica, numero di manifestazioni prodotte direttamente dall'Ente e l'effettiva situazione di amministrazione. (309)
INTERROGAZIONE PITTALIS - FEDERICI - LOMBARDO sulla erogazione dei fondi al consorzio per la pubblica lettura "Sebastiano Satta" di Nuoro.
I sottoscritti,
considerato che il contributo regionale ai sensi della legge regionale 64/1950 inerente l'acquisto di libri, riviste, arredi ed attrezzature per l'anno 1996 sarà di lire 200.000.000 in luogo dei 667.000.000 richiesti invece dal Consorzio "Satta";
considerato che nell'anno 1995 il contributo era stato pari a lire 280.000.000 e, cioè, di lire 80.000.000 superiore a quello erogato per l'anno in corso;
considerato che il contributo erogabile ai sensi del D.P.R. 348/1979 relativo ad investimenti per il sistema bibliotecario per l'anno 1996 sarà pari a lire 135.000.000, contro le lire 570.000.000 richieste dal Consorzio;
considerato che il Consorzio ha altresì chiesto di potere attingere ai fondi stanziati dal D.P.R. 480/1975 relativi ad interventi per la tutela del materiale librario antico, raro, di pregio o di particolare interesse storico od artistico per una cifra di lire 81.000.000 e che nessuna risposta é arrivata dalle competenti amministrazioni;
considerato che la Regione Sardegna è l'unica Regione italiana a non essersi dotata di una legge regionale per le biblioteche;
considerato che il Consorzio nuorese "S. Satta" è una delle poche realtà culturali pubbliche operanti nel territorio nuorese;
considerato che l'attuale bilancio del Consorzio non consente innovazioni né iniziative di pregio ma a mala pena permette i pagamenti degli stipendi al personale;
chiede di interrogare l'Assessore alla pubblica istruzione per sapere:
1) se sia a conoscenza delle ristrettezze di bilancio del Consorzio per la pubblica lettura "S.Satta";
2) quale politica l'attuale Giunta regionale intende adottare nei confronti di istituzioni così importanti in territori svantaggiati come il nuorese;
3) quale sia la risposta in merito al finanziamento di lire 81.000.000 ai sensi del D.P.R. 480/1975. (624)
INTERROGAZIONE LIPPI, con richiesta di risposta scritta, sul mancato finanziamento alle società sportive che militano nei campionati nazionali.
Il sottoscritto,
constatato che la seconda trance di 3,5 miliardi del finanziamento previsto per consentire alle 24 squadre sarde, che militano nelle diverse discipline dei campionati nazionali professionisti, non è stato inserito nel bilancio regionale durante la discussione dell'assestamento di bilancio;
constatato che le squadre, senza questo finanziamento che andrebbe a completamento degli accordi presi con il competente Assessorato a inizio stagione, rischierebbero di compromettere il prosieguo dell'attività agonistica in corso;
constatato che in assenza di queste risorse le squadre saranno costrette ad attendere il nuovo bilancio del 1997 per sperare, non prima di giugno, di vedersi assegnate queste quote del finanziamento,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere:
1) quali motivi abbiano provocato la mancata assegnazione del finanziamento in oggetto;
2) quali iniziative intendano adottare per salvaguardare alle squadre sarde il prosieguo dei campionati nazionali, onorando gli impegni assunti all'inizio della stagione. (625)
INTERROGAZIONE LADU Silvestro, con richiesta di risposta scritta, sui problemi all'interno del mondo agro-pastorale a seguito della riduzione delle restituzioni per le esportazioni del pecorino romano.
Il sottoscritto, premesso che:
- la drastica riduzione delle restituzioni, circa il 60% in un anno, per le esportazioni del pecorino romano fuori dai paesi della CEE sta creando tensioni e preoccupazioni all'interno del mondo agro pastorale che in Sardegna produce prevalentemente questo tipo di formaggio con una perdita netta di circa 80-100 miliardi di lire.
- si calcola che per l'annata 1997 ci possa essere un forte calo del prezzo del latte che potrebbe aggirarsi sulle 3-400 lire al litro;
- approfittando di questa crisi si stanno facendo avanti i soliti speculatori senza scrupoli che stanno cercando di chiudere contratti a prezzi assolutamente impossibili. Mentre sono già iniziate le nuove produzioni le cantine sono ancora piene della produzione del 1996, così non si è venduto nulla. E' una situazione non più sostenibile che rischia di dare un colpo mortale a questo settore che costituisce l'asse portante della nostra economia con i suoi circa 60.000 addetti e i 1.800-1.900 miliardi di P.L.V.;
considerato che:
- l'intervento del Governo nazionale e per esso del Ministro delle Risorse agricole nei confronti della Commissione Europea non sembra sia stato sufficientemente convinto e motivato.
- a causa della grave crisi economica ed occupazionale della Sardegna e dell'ulteriore danno che questo provvedimento potrebbe causare anche in termini di sicurezza sociale,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale dell'agricoltura per sapere:
- quali interventi sono stati adottati o si intendono adottare nei confronti del Ministro delle Risorse agricole e del Governo nazionale;
- cosa si intende fare della produzione invenduta relativa al 1996 e se non si ritenga opportuno attivare un immediato ammasso con immissione graduale nel mercato delle stessa.
Il sottoscritto chiede, nel contempo, un incontro urgente fra il Presidente della Commissione Agricoltura della CE, il Ministro delle Risorse agricole e la Regione stessa per arrivare ad un accordo che non sia mortificante per la nostra economia e che dia il tempo di programmarci adeguatamente. (626)
INTERROGAZIONE BERTOLOTTI - GRANARA - RANDACCIO, con richiesta di risposta scritta, sul sistema di emergenza sanitaria.
I sottoscritti,
considerato che il D.P.R. 29 marzo 1992 (atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza) all'articolo 6 attribuisce alle Regioni il compito di individuare gli ospedali sedi di pronto soccorso e di dipartimento di emergenza; all'articolo 9 stabilisce che le Regioni, "anche a stralcio del Piano sanitario regionale", determinino "entro centoventi giorni" (entro quindi il 20 luglio 1992) la ristrutturazione del sistema di emergenza sanitaria;
considerato che il Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, prevede all'articolo 4, comma 4, la possibilità da parte delle Regioni di costituire in azienda ospedaliera i presidi "dotati del dipartimento di emergenza come individuato ai sensi dell'articolo 9 del D.P.R. 27 marzo 1992";
rilevato che la Regione Sardegna, con un ritardo di quasi due anni rispetto ai tempi e ai termini fissati dal D.P.R. citato, con delibera di Giunta n. 6/56 del 1° marzo 1994, approva "in via definitiva" il programma relativo all'istituzione del Servizio di allarme sanitario e individua gli ospedali sedi dei dipartimenti di emergenza, tra i quali il SS. Trinità di Cagliari e con la legge regionale n. 5 del 1995 (Riforma del Servizio Sanitario Regionale), all'articolo 26, comma 1, stabilisce che i presidi di dipartimento di emergenza siano individuati come presidi ospedalieri erigibili in azienda, "sulla base del provvedimento regionale istitutivo del sistema di emergenza sanitaria", che è appunto la già citata delibera della Giunta regionale n. 6/56;
preso atto che la Legge 18 luglio 1996, n. 382, che ha convertito il D.L. 17 maggio 1996, n. 280, all'articolo 2 ter stabilisce anche "le Regioni, entro il 31 dicembre 1996, con apposito atto programmatorio di carattere generale anche a stralcio del piano sanitario regionale, provvedono a ristrutturare la rete ospedaliera.......... operando le trasformazioni di destinazione, gli accorpamenti, le riconversioni............."; e l'articolo 2 quinquies stabilisce che "alle Regioni che entro il 31 dicembre 1996 non hanno adottato l'atto programmatorio previsto........... a decorrere dal 1997 e fino alla adozione del citato atto, in sede di ripartizione del fondo sanitario nazionale........... si applica una riduzione della quota spettante pari al due per cento.............";
considerato, altresì, che da quanto detto emerge in primo luogo il notevole ritardo (quasi cinque anni) accumulato dalla Regione Sardegna nell'avvio del Servizio di emergenza sanitaria e che si impone pertanto un immediato avvio dello stesso in attuazione del Decreto del 1992 e della delibera della Giunta regionale del 1994,
1) chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene, sanità e assistenza sociale per conoscere quali motivi hanno ostacolato la ristrutturazione della rete ospedaliera e l'istituzione del Servizio di emergenza sanitaria;
2) quali atti voglia porre in essere, entro il 31 dicembre 1996, per evitare che la Regione sarda sia penalizzata da un ulteriore taglio (oltre 50 miliardi) di trasferimenti statali sulla sanità. (627)
INTERROGAZIONE MILIA - NIZZI, con richiesta di risposta scritta, sul rinnovo delle polizze assicurative del parco auto e natanti della Regione.
I sottoscritti,
premesso che in Sardegna esistono sicuramente dei broker e intermediari assicurativi di tutto rispetto ed alcuni di interesse nazionale in grado di rispondere ai requisiti previsti dal decreto legislativo157/95;
appreso che la Regione per rinnovare tutte le polizze del proprio parco auto e natanti si è rivolta direttamente ad un broker straniero con sede a Roma, il quale non contribuisce di certo all'economia locale, tale "Marsh & McLennan & Co. S.p.A.", affidando l'incarico a trattativa privata in forza dell'art. 7 comma 1, lettera c) del decreto legislativo 157/95, escludendo quindi da ogni possibilità di partecipazione tutti i professionisti locali a danno della nostra già provata economia;
constatato che con tale procedura, la stipula della polizza, prevedendo la clausola broker secondo la quale la stessa andrebbe in carico sia per gli effetti economici che per la gestione allo stesso broker, ne consegue che l'Agenzia partecipante si grava solo ed esclusivamente delle spese e non della remunerazione che ne consegue dall'acquisizione dell'affare; l'affidamento a tale broker contribuisce a danneggiare ulteriormente la già provata economia locale, in un settore che è già penalizzato geograficamente per le scarse capacità economiche del territorio, vedendo con tale operazione svanire un ulteriore possibilità di lavoro,
chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore delle finanze per sapere:
1) quale sia stata la procedura seguita per arrivare all'affidamento dell'incarico direttamente alla Marsh & McLennan & Co. S.p.A.
2) quali sono state le motivazioni che hanno indotto i responsabili dell'Assessorato competente a scartare a priori tutti i professionisti locali accreditati di ottima capacità professionale;
3) quale poca considerazione e perché questo Assessorato ha nei confronti degli intermediari assicurativi locali, che contribuiscono con la loro professionalità all'economia regionale;
4) quali siano le iniziative che intendono intraprendere per porre rimedio a questa grave scorrettezza e in quale modo si intende provvedere per dare anche agli agenti locali la possibilità di partecipare alla gara di appalto bandita da questa spettabile Regione autonoma. (628)
INTERROGAZIONE MONTIS, con richiesta di risposta scritta, sulla inadempienza della Regione sarda in ordine al riconoscimento delle qualifiche professionali di operatore e tecnico dei servizi sociali.
Il sottoscritto,
premesso che, in questi giorni, centinaia di studentesse degli Istituti professionali di Stato per i servizi sociali di Guspini e di Cagliari hanno manifestato la loro profonda insoddisfazione nei confronti della Regione rivendicando il riconoscimento del titolo di studio conseguito come premessa del loro inserimento nel mondo del lavoro, diploma che è stato integrato da un corso post-qualifica finanziato dall'Unione Europea;
rilevato che il titolo professionale di operatore e tecnico dei servizi sociali non è stato riconosciuto dalla Regione sarda (unico caso in Italia), né dalle leggi regionali, né dalla bozza del Piano socio assistenziale trasmesso in questi giorni alla Settima Commissione,
chiede di interrogare l'Assessore dell'igiene, sanità e assistenza sociale per sapere se sia a conoscenza della situazione sopra descritta e se intenda porvi rapidamente rimedio assumendo l'impegno di:
1) predisporre un apposito provvedimento legislativo o, se fattibile, una modifica regolamentare, con la richiesta al Presidente del Consiglio di una corsia preferenziale affinché gli stessi vengano esaminati in Aula in una delle prossime sedute;
2) intervenire affinché venga integrata la bozza del Piano socio assistenziale con il riconoscimento delle qualifiche succitate, assicurando la possibilità di partecipazione ai concorsi e alle assunzioni dei diplomati e tecnici presso le amministrazioni pubbliche e le istituzioni private.(629)
lNTERROGAZIONE CONCAS, con richiesta di risposta scritta, sulla pubblicità istituzionale.
Il sottoscritto,
vista la delibera dell'Assessore della difesa dell'ambiente riguardante le specificazioni del programma di pubblicità istituzionale dell'Assessorato per l'anno 1996 predisposte sulla base del Programma di pubblicità istituzionale approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 29/3 in data 09.07. 1996;
considerato che l'Assessore della difesa dell'ambiente, con le valutazioni effettuate, ha tenuto conto dell'esame dei dati di certificazione delle Associazioni quali ADS e Audi Press,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della difesa dell'ambiente per conoscere: a) i motivi per cui sono state contattate società nazionali e non strutture sarde; b) se il volume "Il Cervo Sardo" Carlo Delfino Editore, ha ricevuto altri finanziamenti precedenti a quelli previsti dalla suddetta delibera; c) il motivo per cui non viene riportata la casa editrice di alcune opere es. "Gole e Cascate della Sardegna". Cagliari, 4 dicembre 1996 (630)
MOZIONE TUNIS Marco Fabrizio - PITTALIS - CASU - MILIA - PIRASTU - FLORIS sul mancato riconoscimento delle competenze professionali degli agrotecnici iscritti all'albo professionale e sulla esclusione degli stessi dalla progettazione e direzione di interventi di cui ai regolamenti CEE 2081/93, 2080/92 e 2078/92.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che con la Legge 5 marzo 1991, n.91, recante "Modifiche alla Legge 6 giugno 1986, n. 251, sulla istituzione dell'albo professionale degli agrotecnici", alla categoria degli agrotecnici viene attribuita una serie di competenze tra cui la progettazione e la direzione di piani aziendali e interaziendali e l'assistenza tecnico-economica alle piccole e medie aziende agricole (art. 10, Legge n. 91/1991);
OSSERVATO che il titolo di agrotecnico, oltre alle competenze professionali attribuitegli dalla legge sopra indicata, in Europa è riconosciuto al livello più alto (insieme a quello di perito industriale) fra i diplomi professionali (Direttiva CEE 51/92), mentre altri titoli similari (geometri e periti agrari) sono riconosciuti ad un livello inferiore;
RILEVATO che l'Assessorato dell'agricoltura della Regione Sardegna con propria nota del 14 settembre 1995, prot. n. 19134, nega agli agrotecnici le competenze di cui sopra, interpretando in maniera distorta e ignorando platealmente le Direttive comunitarie;
VERIFICATO che sono intervenute nel frattempo sentenze della Giustizia amministrativa che riconoscono invece il diritto in epigrafe agli agrotecnici e precisamente la sentenza del TAR Calabria n. 412/96 e la sentenza del Consiglio di Stato 915/96;
RILEVATO altresì che, nelle altre Regioni italiane, gli agrotecnici progettano e dirigono gli interventi previsti dai regolamenti CEE 2081/93, 2080/92 e 2078/92;
DENUNCIATO che sulla materia è stata presentata vanamente (in quanto mai discussa), in data 7 settembre 1995 una interpellanza e constatato che l'Assessore regionale dell'agricoltura ha affermato nella propria nota, precedentemente citata, di rivedere le determinazioni assunte nei confronti degli agrotecnici, se diversamente interpretate dagli Organi di giustizia e che nulla è successo a distanza di circa sette mesi,
censura
il comportamento dilatorio dell'Assessore regionale dell'agricoltura,
impegna la Giunta regionale
1) a riconoscere agli agrotecnici iscritti all'albo professionale le competenze professionali per gli interventi previsti dai regolamenti CEE 2081/93, 2082/92 e 2078/92 e a far cessare gli effetti di una palese discriminazione fra agrotecnici da un lato e periti agrari e geometri dall'altro sulle competenze professionali in merito ai regolamenti citati; tenuto conto che le tre figure professionali citate sono inquadrate negli enti agricoli regionali nella medesima qualifica funzionale e hanno svolto i medesimi concorsi per l'accesso all'ente, riconoscendo l'equipollenza (pari valore e pari efficacia) del titolo di agrotecnico con quello di perito agrario, come dall'articolo 3 della Legge n. 754/69;
2) a porre fine al danno gravissimo che l'Assessorato regionale dell'agricoltura sta "producendo" ai danni della categoria degli agrotecnici sardi e migliaia di giovani diplomati alla ricerca di sbocchi professionali e scongiurare così la fuga di centinaia di studenti agrotecnici dagli Istituti professionali di Stato per l'agricoltura (che contano 20 sedi didattiche sparse in tutta l'Isola), i quali si troveranno in mancanza di un immediato intervento fuori totalmente dal mercato del lavoro. (101)