Data: 09/06/2006
Il Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Giacomo Spissu, domani, sabato 10 giugno, alle ore 18, interverrà al dibattito sul tema “Per la Costituzione di tutti, no alla costituzione dei pochi”. L’incontro, promosso dal Comitato “Salviamo la Costituzione”, si svolgerà nella via Genova 36 a Quartu Sant’Elena, presso il Circolo Culturale Filippo Turati. Al dibattito interverranno, tra gli altri, Antonangelo Casula – sottose-gretario di Stato all’Economia – e Gianmario Demuro – Ordinario di diritto Costituzionale all’Università di Cagliari.
La Sardegna è la capofila delle Regioni che hanno richiesto l’indizione, ex ar-ticolo 138 della Costituzione, del referendum popolare confermativo sulla legge di riforma della parte II della Costituzione, nota come devolution. L’assemblea legislativa della Sardegna, come è noto, è stata la prima in Italia ad approvare tale richiesta: nella seduta del 24 novembre del 2005, ha in-fatti approvato, con il voto della maggioranza dei consiglieri della regione, la delibera di indizione del referendum costituzionale. Alla richiesta di indire il referendum avanzata dal Consiglio regionale della Sardegna si sono aggiunte, con analoga deliberazione, le assemblee legislative di altre 15 regioni. È la prima volta nella storia repubblicana che le regioni esercitano la possibilità di richiesta di referendum prevista dalla Costituzione.
“Il fatto che la Sardegna sia stata la prima ad attivare questo procedimento – sottolinea il Presidente del Consiglio regionale – non è affatto casuale e ha un enorme valore politico: il testo di riforma della seconda parte della Costituzione, infatti, introduce profonde modifiche anche al nostro Statuto regionale. L’applicazione della devolution, senza le dovute garanzie procedurali, costituisce una violazione della nostra autonomia speciale. Con la riforma – continua il Presidente Spissu – si introduce una nuova forma di supremazia da parte dello Stato che, custode esclusivo del cosiddetto interesse nazionale, potrebbe esercitare un controllo di merito sulle leggi regionali: un vero controllo politico, in contraddizione con l’impianto pluralista della Costituzio-ne. Per questo al referendum costituzionale del 25 e del 26 giugno bisogna votare no. Inoltre, la Riforma costituzionale è stata adottata – conclude Spissu – senza la preventiva consultazione delle Regioni autonome, come invece prevedono i vigenti Statuti, che hanno forza costituzionale. Un altro motivo per bocciare la falsa devolution”.