CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Ordine del giorno n.36

ORDINE DEL GIORNO VOTO ZEDDA Paolo Flavio – USULA – ANEDDA – CARTA – COCCO Pietro – FLORIS – DEDONI – PITTALIS – COCCO Daniele Secondo – FENU – ARBAU – RUBIU – TEDDE al Parlamento sulla mancata ratifica da parte dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, ai sensi dell’articolo 51 dello Statuto speciale per la Sardegna.

Data: 10/03/2015

IL CONSIGLIO REGIONALE


a conclusione della discussione della mozione n. 82 (Zedda Paolo Flavio e più) sulla mancata ratifica da parte dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie,


PREMESSO che:
– in data 5 novembre 1992, è stato stipulato a Strasburgo, nell’ambito del Consiglio europeo, il trattato internazionale meglio noto come Carta europea delle lingue regionali o minoritarie;
– tale trattato prevede la protezione e la promozione delle lingue storiche regionali e di minoranza al fine della conservazione e dello sviluppo delle tradizioni e del patrimonio culturale europeo, nel rispetto del diritto imprescrittibile e universalmente riconosciuto di usare una lingua regionale o di una minoranza nella vita privata e pubblica;
– la Carta indica gli obiettivi e i principi che le parti si impegnano a applicare a tutte le lingue regionali o di minoranza esistenti sul loro territorio, impegna gli stati aderenti alla loro promozione, ne incoraggia l’utilizzo scritto ed orale nella vita pubblica e privata attraverso adeguati mezzi di insegnamento e di studio;
– essa indica, inoltre, una serie di misure per agevolare l’uso delle lingue regionali o di minoranza in settori cruciali della vita pubblica quali l’insegnamento, la giustizia, le autorità amministrative ed i servizi pubblici, i media, le attività e le strutture culturali, la vita economica e sociale e gli scambi transfrontalieri;


CONSIDERATO che:
– la Carta suddetta è entrata in vigore in data 1° marzo 1998, a seguito della ratifica da parte di almeno 5 stati contraenti;
– allo stato attuale, essa è stata ratificata da 25 paesi, tra i quali i principali partners del processo di costruzione dell’Unione europea come Germania, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo;
– l’Italia ha firmato la Carta il 27 giugno 2000, ma dopo quasi 15 anni non ha ancora provveduto alla sua ratifica, sebbene siano state depositate in Parlamento diverse proposte di legge in merito;


CONSIDERATO, altresì, che:
– il trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 ha rafforzato l’obiettivo della salvaguardia e della promozione del patrimonio culturale e linguistico dell’Unione europea in tutte le sue diversità;
– la convenzione Unesco del 2005 sulle diversità culturali impone agli stati membri l’adozione di misure appropriate a tutela della cultura, comprese quelle inerenti le diversità linguistiche;
– la diversità linguistica e culturale è oramai un principio fondamentale dell’Unione europea, anche ai sensi degli articoli 21-22 dalla Carta dei diritti fondamentali;
– il rispetto delle diversità linguistiche contribuisce positivamente alla coesione sociale rafforzando la comprensione reciproca, l’autostima e la larghezza di vedute, oltre a favorire l’accesso alla cultura e contribuire alla creatività e alla acquisizione di competenze interculturali, favorendo la cooperazione tra popoli;
– secondo l’Atlante mondiale delle lingue in pericolo dell’Unesco, una lingua rischia di scomparire in assenza, tra l’altro, dei seguenti requisiti: numero assoluto di parlanti, trasmissione della lingua tra generazioni, utilizzo della lingua in ambito pubblico, esistenza di materiale di apprendimento e di insegnamento della lingua, e politiche linguistiche a livello governativo;


TENUTO CONTO:
– che, ai sensi della legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26 (Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna), la Regione assume come bene fondamentale da valorizzare la lingua sarda, riconoscendole pari dignità rispetto alla lingua italiana, così come la lingua catalana di Alghero;
– che la lingua sarda rappresenta la lingua minoritaria più diffusa d’Italia;
– del significato storico, culturale e simbolico che la lingua sarda riveste all’interno del percorso millenario di formazione della comunità e del tessuto sociale della Sardegna;
– della fondamentale importanza per il futuro sociale e economico dell’Isola della sopravvivenza della lingua sarda, anche a fini di conservazione dell’immenso patrimonio artistico avente specifiche peculiarità, quali l’arte dell’improvvisazione poetica, del canto a tenore e più in generale delle forme di poesia orale della Sardegna;
– che la lingua sarda è stata dichiarata, unitamente al catalano di Alghero, dalla legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche), lingua di minoranza storica e quindi oggetto di specifica tutela;
– che tale legge sancisce il diritto dei sardi e dei parlanti la lingua catalana di Alghero a godere dell’insegnamento della loro lingua nelle scuole dell’infanzia e in quelle primarie;


VALUTATA, inoltre:
– la grave tendenza all’abbandono del sardo e del catalano di Alghero come lingue vive, così come certificato dalla ricerca sociologica denominata “La lingua dei sardi”, commissionata dalla Regione e pubblicata nel 2006 e dall’inchiesta socio-linguistica commissionata dalla Generalitat di Catalunya;
– l’insufficienza delle misure di tutela finora messe in atto, le quali non hanno garantito l’insegnamento regolare e sistematico nelle istituzioni scolastiche;


CONSIDERATO che:
– l’effettivo insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado della lingua sarda rappresenta il volano per preservare e diffondere la stessa e per perseguire la strada del bilinguismo completo;
– sarebbe fondamentale per la Sardegna disporre di mezzi di informazione in lingua sarda e ciò andrebbe garantito attraverso la possibilità di istituire una stazione radiofonica e una rete televisiva, tenuto conto dei bassi costi di attivazione e gestione;


TENUTO CONTO che il disegno di legge C2084 attualmente all’esame del Parlamento dovrebbe elevare il livello di tutela della lingua sarda, in particolare in due settori strategici per la salvaguardia della stessa quali l’istruzione e l’informazione;


DATO ATTO che:
– il Consiglio regionale ha già approvato, nel corso della Quattordicesima legislatura, la mozione n. 196 sulla formulazione di un ordine del giorno voto al Parlamento per garantire adeguati livelli di tutela della lingua sarda in sede di ratifica della Carta europea per le lingue minoritarie, così come previsto dall’articolo 51 della Statuto sardo;
– nella mozione succitata si evidenzia puntualmente come, nell’ambito dei principi fondamentali fissati dalla Carta, gli stati aderenti sono liberi, in sede di ratifica, di individuare le lingue oggetto di tutela, le misure di salvaguardia e, in ultima analisi, il “grado di protezione” che si vuole attribuire alla singola lingua regionale o minoritaria;
– la ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie rappresenterebbe uno strumento immediatamente cogente e di straordinario impatto normativo ai fini della tutela e della valorizzazione della lingua sarda;
– l’articolo 2, comma 4, della legge regionale n. 26 del 1997, riconosce la valenza, con riferimento al territorio interessato, del tabarkino delle isole del Sulcis, nonché dei dialetti sassarese e gallurese,


chiede al Parlamento


1) di garantire un’effettiva salvaguardia delle lingua sarda e del catalano di Alghero prevedendo, all’interno della Carta, un innalzamento del livello di tutela in particolare nei settori dell’insegnamento e dell’informazione;
2) di procedere con ogni consentita urgenza a completare l’iter parlamentare per la ratifica da parte dell’Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.


Cagliari, 10 marzo 2015


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Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 10 marzo 2015.

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