CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVI Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 79 – Antimeridiana
Mercoledì 14 ottobre 2020
- Emergenza Covid 19: all’esame dell’Aula la mozione n 338 dell’opposizione
Sotto la presidenza dell’on. Michele Pais il Consiglio regionale si è riunito per discutere la mozione 338 (Lai e più) sulla grave situazione di criticità della Sardegna a causa della pandemia Covid.
L’on. Daniele Cocco ha preso subito la parola per una questione urgente e ha detto: “Tra pochi giorni ci sono le elezioni in 156 Comuni della Sardegna e più di 3 mila persone sono in isolamento domiciliare, vorrei capire come la Regione intende farli votare. Il voto va garantito a tutti”.
Il presidente Pais ha subito disposto la sospensione dei lavori per consentire lo svolgimento di una riunione dei capigruppo.
Alla ripresa il presidente Pais ha messo in discussione la mozione sulla pandemia. Ha preso la parola l’on. Eugenio Lai (Leu), primo firmatario, che ha detto in esordio: «La prima considerazione che mi viene da fare è che il presidente Solinas è assente. Così, l’assessore alla Sanità vivrà in solitudine questa giornata. Ma non è la prima volta, ci siamo abituati. Noi non siamo qui a fare allarmismo, nonostante siamo stati accusati di questo, ma offriamo unità nell’interesse dei sardi. Sarà più utile affrontare il tema sanitario in modo responsabile se vogliamo ottenere risultati concreti».
L’on. Lai ha parlato di “atteggiamento sinora più che responsabile dell’opposizione” e rivolto al presidente Solinas ha detto: «Se fosse qui gli direi di uscire dall’isolamento». L’oratore ha ricordato anche le migliaia di casi di pazienti non Covid che lamentano mancata assistenza e ritardi nelle visite specialistiche e ha detto: «Di questo dobbiamo parlare e non è pensabile che l’accesso alla Sanità sarda ormai sia riservato a chi ha denaro. E chi non ha denaro chiama il Cup e attende perché non può rivolgersi alla sanità privata. Vediamo qualche numero: per una mammografia ci vuole un anno e così per una colonscopia. I tempi delle visite specialistiche si sono raddoppiati: altro che protocolli del ministero della Salute, altro che piano per lo smaltimento delle liste d’attesa”. Parlando dei sindaci ha detto: “Fanno già abbastanza, si assumono responsabilità che non sono loro davanti a questa pandemia. Non possono e non devono essere lasciati soli dalla Regione». (C.C)
Il presidente Pais ha dato la parola al consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, il quale ha evidenziato come l’assessore della Sanità sia stato lasciato solo dalla Giunta e dal Presidente Solinas. Zedda ha sottolineato che non c’è Capo di Stato al mondo o presidente di Regione che non intervenga sistematicamente nell’informare la popolazione e riunisca le assemblee elettive per dare informazioni puntuali e quasi quotidiane in relazione alle problematiche che sono sotto gli occhi di tutti. “La consapevolezza dei problemi aiuta a risolvere i problemi”. Zedda ha ricordato che è ancora in attesa di avere copia del parere espresso dal Comitato tecnico scientifico sulla riapertura delle discoteche e ha rimarcato che si hanno 30 giorni per rispondere, superati i quali si incorre in omissione d’atti d’ufficio. “Voglio sperare che quel parere esista”, ha continuato. Il consigliere della minoranza ha poi sottolineato che niente è stato fatto per quanto riguarda i trasporti e ha criticato le nomine fatte dalla Giunta. Zedda ha anche evidenziato che nelle interlocuzioni tra il presidente della Regione Christian Solinas e il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte si è parlato del Mater Olbia non delle problematiche legate alla pandemia. Il consigliere ha poi raccontato di pazienti che attendono troppo tempo per poter effettuare una visita per diverse patologie e dei ritardi nel comunicare l’esito dei tamponi.
Per Rossella Pinna (Pd) non è possibile che la maggioranza continui a parlare del fatto che ha ereditato una sanità disastrata, visto che sono passati 18 mesi dalle elezioni, un terzo della legislatura. “Non è più tempo di ingannare i sardi”. La consigliera ha poi segnalato le mancate risposte alle tante interrogazioni sulla sanità presentate dai consiglieri della minoranza e ricordato che la Giunta ha approvato il decreto legislativo 127, pronto per entrare in aula, con il quale si stanziano i fondi per la disabilità, i progetti “Ritornare a casa” e un’integrazione dei fondi della 162. “Fondi bloccati da aprile scorso”. Critica nei confronti dell’assessore per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate il 28 settembre scorso nei confronti dei sindaci. Per la consigliera Pinna le comunicazioni tranquillizzanti dell’assessore non coincidono con i dati che si leggono e con le dichiarazioni che rilasciano autorevoli esponenti della sanità sarda, che parlano di situazione preoccupante.
Antonio Piu (Progressisti) in apertura del suo intervento ha affermato che l’assessore sta lavorando in totale solitudine e che “non c’è un piano preciso per la nostra Regione per cercare di dare ai cittadini l’idea e la percezione di quanto il nostro sistema sanitario stia funzionando”. Piu ha ricordato che ci sono tante persone in isolamento a casa, “in attesa di un tampone, che non possono lavorare e aspettano anche di ricevere una visita da parte del servizio sanitario”. Piu ha poi ricordato che non è stato ancora nominato il direttore generale di Areus. Il consigliere ha anche raccontato di un paziente che ha perso la vista a un occhio a causa del rinvio della prestazione sanitaria, prevista per febbraio scorso. Piu ha evidenziato che manca una cabina di regia e che sempre più spesso per curarsi è necessario farlo privatamente e a pagamento. “E’ necessario un lavoro coordinato tra tutte le Istituzioni”, ha continuato Piu, mentre “oggi ci state proponendo una politica del non decidere e non può essere solo l’assessore a pagarne le conseguenze. Perché un assessore da solo fa ben poco, tanti assessori fanno qualcosa, un sistema invece risolve i problemi”.
Per Gian Franco Satta (Progressisti) in questo momento viene richiesta a chi governa una lungimiranza nelle azioni da portare avanti nel caso il contagio si dovesse aggravare. “Lungimiranza che fino a oggi chi ci governa e lei, assessore, non ha dimostrato di possedere”. E ha aggiunto che “a differenza di molte altre regioni ci troviamo ad affrontare un’emergenza totalmente impreparati. C’è paura a scuola, tra gli anziani, soprattutto in quei territori dove l’incidenza del virus è superiore”. Satta si è poi soffermato sui dati della provincia di Sassari: 2597 su un totale di 5295 in tutta la Sardegna. Il consigliere ha sottolineato che poco è stato fatto da questo governo regionale per arrivare preparati alla seconda ondata del virus, se non tentare di isolare l’Isola. Satta ha poi evidenziato le criticità legate alle liste d’attesa per le visite e gli esami legati a patologie diverse dal Covid, ricordando che non gli risulta che la Regione abbia presentato al Ministero il piano strategico regionale per l’abbattimento delle liste d’attesa. Il consigliere ha poi affermato: “I trasporti scolastici sono un disastro. Il coordinamento dei territori non pervenuto. Non vi è regia da parte della Regione” e ha aggiunto che servono controlli preventivi, potenziare l’utilizzo dei tamponi e dei test rapidi.
Laura Caddeo (Progressisti) ha affermato che non si può negare che la pandemia abbia messo tutti i governi in una situazione critica, ma bisogna affrontarla. La consigliera si è poi soffermata sui trasporti degli studenti pendolari e ha affermato che è necessario dare risposte. Per Caddeo la didattica a distanza rischia di essere iniqua nei confronti dei ragazzi più deboli. L’esponente della minoranza ha evidenziato anche il problema dei certificati per il rientro a scuola dopo un’assenza per malattia e ha esortato l’assessore e la Giunta a fornire indicazioni chiare ai medici di base sia per quanto riguarda gli studenti sia anche per quanto riguarda il personale scolastico che si deve assentare dal lavoro, in attesa di essere sottoposto a un tampone, e che però non risulta in malattia.
Massimo Zedda è intervenuto sull’ordine dei lavori per evidenziare che c’era un’unica persona che non indossava la mascherina in Aula. Il presidente Pais ha nuovamente invitato tutti a indossare le mascherine.
Roberto Li Gioi (M5S) ha sottolineato che “abbiamo grandi responsabilità”, ognuno per il proprio ruolo. Il consigliere ha criticato un post apparso sui social di una collega che richiamava le parole del prof. Zangrillo, ossia che il virus è attualmente è clinicamente irrilevante. “Credo che simili affermazioni siano molto pericolose e”, ha aggiunto “al limite del negazionismo”.
Il presidente Pais ha chiesto al consigliere di dire a chi si stava riferendo per consentire al collega di poter intervenire per fatto personale.
Desirè Manca (M5S) ha affermato che è difficile parlare in sei minuti di sanità e della salvaguardia della vita delle persone. Dispiace, ha detto, che l’assessore sia lasciato solo e che il governatore non partecipi quando si parla di un argomento così importante. “Scelgo di non parlare di Covid, ma di sanità sarda adesso”, ha affermato, ricordando che tante volte ha sollecitato l’assessore per cercare di risolvere i problemi del territorio che rappresenta. Manca ha ricordato che “la gente sta morendo”, e ancora “non è possibile che aspettino un anno per una visita di qualunque tipo”. Per la consigliera “non è possibile che non si diano risposte, perché la gente muore”. E ha aggiunto: “Un anno per avere una mammografia, quelle donne muoiono”. Stiamo parlando di vita e di morte, ha continuato, esortando l’assessore a intervenire subito sulle liste d’attesa.
Per Fausto Piga (FdI) ci sono state, nei discorsi di alcuni colleghi, molte strumentalizzazioni. Il consigliere ha affermato che la maggioranza ha ereditato problemi a cui se ne sono aggiunti altri. E ha sottolineato che attualmente, nonostante il sovraccarico a cui è sottoposto il sistema sanitario regionale, la situazione è sotto controllo. E ha ricordato la gestione positiva della prima ondata del virus. Piga ha poi sottolineato le difficoltà legate ai tamponi e alle liste d’attesa, evidenziando che la Giunta sta lavorando per risolvere la situazione. Piga ha poi richiamato le responsabilità di tutti. Il Governo deve, ha detto, programmare meglio e coinvolgere di più le regioni, perché devono essere affrontati insieme i temi della sanità, dei trasporti, della scuola e del sociale.
La presidenza dell’Aula è stata assunta dal vice presidente Giovanni Satta (Riformatori).
Maria Laura Orrù (Progressisti) ha evidenziato che siamo in un momento storico senza precedenti e che l’assessore non sente da tempo la necessità di confrontarsi con le parti interessate e l’Aula. La consigliera ha sottolineato che le dichiarazioni rilasciate dall’assessore sono diverse da quello che si vive ogni giorno negli ospedali e nei territori. Orrù ha criticato la maggioranza “degli slogan”, attenta alla spartizioni di poltrone e a scaricare la responsabilità sui sindaci e sul Governo. “La situazione è questa: la Ats fatica a gestire tutto, le Usca funzionano poco e male, gli esiti dei tamponi tardano ad arrivare e quelli rapidi, già sperimentati in altre nazioni, da voi resta un mistero”. E ha aggiunto: “Si fatica ad avere un sistema di tracciamento efficiente e tempestivo, i nostri giovani per poter frequentare la scuola sono costretti a viaggiare ammassati sui mezzi pubblici aumentando notevolmente il rischio di contagio generale. A tutto questo si sommano le difficoltà nei presidi Covid che sono prossimi al corto circuito generale con una conseguente crisi totale del sistema”. Per la consigliera ci sono due emergenze sanitarie: quella legata al Covid e quella delle liste d’attesa.
La consigliera ha ricordato che la minoranza aveva chiesto alla Giunta di prevedere un piano per la seconda ondata Covid, ma “non ci avete ascoltato”. Orrù ha comunque dato la massima disponibilità per lavorare insieme e trovare soluzioni veloci ed efficaci, evidenziando che la predisposizione di un piano strategico potrebbe essere anche l’occasione di rilanciare la sanità pubblica, con un approccio culturale nuovo, che preveda interventi di infrastrutturazione, aumento delle borse di studio e assunzione di personale medico. (eln)
Il consigliere Antonello Peru (Udc-Cambiamo) ha affermato che è un errore affrontare un tema sentito da tutti come somma di episodi singolari, per cui va fatta chiarezza sul momento molto particolare della sanità sarda: le decisioni strategiche le ha assunte il governo (le stesse da Lampedusa a Bolzano) senza tenere conto delle specificità dei territori, lo stesso sta accadendo nella fase 2, ed il livello delle attività ordinarie è stato trascinato verso il basso dalla crisi Covid. A fronte di tutto questo, ha proseguito Peru, abbiamo sbloccato il turn over facendo partire ben 60 concorsi poi sospesi dal governo centrale, e tuttavia in Sardegna abbiamo numeri di contagi minimi. Abbiamo a cuore la salute dei sardi, ha assicurato il consigliere, ma purtroppo non l’autonomia che servirebbe e, proprio per questo, non dobbiamo continuare a lanciare accuse alla cieca senza proporre soluzioni ma trovare insieme nuove opportunità per la Sardegna.
Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha criticato quelle che, a suo giudizio, si sono rivelate azioni di contrasto insufficienti contro il virus ed altrettanto insufficienti per rispendere alla domanda di sanità che arriva dalla società sarda; è questo, in effetti, che chiediamo come opposizioni ormai da mesi con tantissime iniziative, mentre la maggioranza non ha saputo far altro che approvare una cosiddetta riforma un paio di mesi fa eludendo il confronto con i problemi reali. E’sbagliato, ha continuato Meloni, dire che va tutto bene sperando nella fortuna, anche perché i dati dei positivi rispetto agli ospedalizzati non devono trarre in inganno perché i posti in terapia intensiva previsti nel piano di potenziamento in realtà non ci sono e molte aree sono scoperte. L’esponente del Pd ha infine citato il caso di un paziente covid sintomatico in contatto con l’unità di crisi e dopo aver avuto un calo sensibile della vista, ha chiamato il 118 che lo ha portato in ospedale dove però non è stato fatto nemmeno scendere ed è ancora in attesa del risultato del tampone: segno di un grave deficit di comunicazione che diventa anche di salute.
La consigliera Annalisa Mele, della Lega, ha sostenuto che il dibattito in Consiglio regionale non serve “per fare terrorismo” ma piuttosto per mettere a punto proposte da attuare subito. Si è detto, ha ricordato la Mele, che le Usca sono insufficienti e funzionano poco male ma non è vero, sono anzi la prima “frontiera” della sanità pubblica, mancano poi pediatri e personale (compreso quello amministrativo) ma proposte non ce ne sono. In realtà, ha dichiarato, già da dicembre abbiamo attivato concorsi poi bloccati per la pandemia e, quanto alle liste d’attesa, erano lunghissime anche prima, tanto è vero che le risorse da noi stanziate sono state bloccate dal governo. Insomma, ha sintetizzato, abbiamo gestito bene la situazione col poco che si aveva a disposizione, ed ora dobbiamo prepararci a contrastare la epidemia e dare risposte anche all’extra-pandemia, perché in alcuni territori si è ripresa l’attività ordinaria e in altri no, spesso per scelte organizzazione e non di programmazione sanitaria.
Il consigliere Giovanni Satta, sardista, ha ripreso le considerazioni del collega Peru rilevando che è vero che “si sta sempre meglio a fare la minoranza”, senza però dimenticare che abbiamo iniziato le legislatura con la pandemia e molte difficoltà reali nascono da qui, e nel tempo se ne sono aggiunte altre, comprese quelle legate a quanto fanno a Roma i partiti che oggi sono all’opposizione in Consiglio. I problemi ci sono e li stiamo affrontando con i mezzi a disposizione, ha ammesso Satta, anche se grandi consigli da una discussione così ampia non ne sono effettivamente arrivati. Il consigliere si è soffermato in conclusione sul ruolo del Mater Olbia che, ha ricordato, ha rappresentato una riposta concreta per un territorio come la Gallura che aveva appena 1.8 posti letto per 1000 abitanti: ben venga quindi il dialogo fra il presidente del Consiglio ed il Governatore.
Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu ha osservato che il dibattito in alcuni casi si è rivelato capace di spunti di qualità in altri meno, perché è rimasto prigioniero del gioco delle parti. Non serve rimbalzare le responsabilità della situazione del sistema sanitario sardo, che abbiamo trovato in grandissima difficoltà, ha detto ancora Saiu, e comunque i 130 medici che mancano non sono colpa nostra né frutto delle nostre scelte, ma questioni che vengono da lontano e in particolare da una riforma sbagliata che ha prodotto danni gravi, resi ancora più gravi dall’emergenza. Per questa ragione, ha concluso, non basta dire cosa non va bene perché è chiaro che tutti riceviamo chiamate e segnalazioni e tutti abbiamo responsabilità, compresa l’opposizione che peraltro è maggioranza a Roma: abbiamo bisogno perciò di contributi positivi e costruttivi ma al di là del teatrino non ne ho sentiti ed auspico che il Consiglio sappia rappresentare tutti i sardi e non solo una parte.
Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha precisato che la mozione del suo gruppo aveva ed ha solo la finalità di trovare soluzioni ad un problema serissimo che vivono tutti i sardi, gli stessi che vivo da Sindaco tutti i giorni; non scarichiamo responsabilità su altri ma non è possibile che i medici di base faccio un tampone ad un paziente sintomatico che poi viene sballottato da un ospedale all’altro con la febbre a 39. Qualcosa non funziona, ha commentato Cocco, ed evidentemente i protocolli non vengono applicati, perché fatti come questi stanno succedendo dappertutto, sta venendo meno il buon senso nella gestione delle procedure. Inoltre, ha concluso, quando partono le segnalazioni il Sindaco deve essere immediatamente avvertito perché altrimenti l’area di contagio si allarga dato che i sintomatici magari se ne vanno in gito in attesa del risultato, e in molti posti c’è gente che non risponde al telefono: bisogna collaborare per trovare soluzioni senza sottovalutare gli allarmi che sono veri.
Il consigliere Stefano Tunis (Misto) ha messo l’accento sul fatto che sul dibattito si era creata una grande attesa ma in effetti il contenuto non è stato sempre all’altezza soprattutto in termini di proposte e soluzioni. Tuttavia, ha aggiunto, è emerso un tema sugli altri, quello delle liste d’attesa che tocca la missione principale del sistema sanitario regionale messa oggi in maggiore difficoltà dalla pandemia, e ciò è accaduto anche perché non c’è una rete di sanità territoriale perché nella precedente legislatura non fu fatta rete ospedaliera per dare posti letto al Mater Olbia. Per accorciare le liste, ha continuato Tunis, spostammo risorse importanti su altre strutture private proprio per venire incontro alle esigenze dei pazienti ma dall’opposizioni partì una battaglia ideologica. Sulla sanità ci torneremo, ha detto infine il consigliere, perché la riforma che abbiamo fatto metterà finalmente “il carro davanti ai buoi”.
Il consigliere di Forza Italia Angelo Cocciu, rivolto all’assessore della Sanità, ha detto che “ormai è diventato assessore ai guai”, precipitato all’interno di un vortice devastante che ha sconvolto il mondo. Siamo nel secondo momento difficile dell’epidemia, ha ricordato, un passaggio delicato nel quale la minoranza fa il suo mestiere e mette la maggioranza sul banco degli imputati, dimenticando però che a giugno eravamo covid free e messi davanti al bivio se aprire o chiudere tutto abbiamo scelto di dare respiro all’economia mantenendo le precauzioni, poi siamo stati tacciati di irresponsabilità perché chiedevano il passaporto sanitario e il governo nazionale ci ha bloccato, ma la verità è che molti sono stati poco attenti ed hanno portato il virus da noi ed altre Regioni ci definiscono perfino “appestati”. Quanto al Mater Olbia, secondo Cocciu c’è intorno troppa cattiveria contro una struttura che comunque ha contenuto la pandemia sul territorio ed ha risposto al bisogno di sanità della Gallura; ci vogliono semmai manager migliori per riportare all’ospedale al suo ruolo originario di centro oncologico di eccellenza.
Il capogruppo del M5S Michele Ciusa ha affermato che non si può restare indifferenti davanti alle notizie di questi giorni, l’epidemia è un fatto serio che mette a rischio la nostra salute e dobbiamo proteggere la nostra comunità, anche perché abbiamo già vissuto il lockdown e dobbiamo evitare che ci sia una seconda volta e potremo farlo se rispetteremo le regole, contenendo il contagio e continuando per quanto possibile la nostra vita, dando la precedenza a scuola e lavoro. Aprire le discoteche, ha continuato tornando sulle scelte della scorsa estate, ha dato all’esterno il messaggio che virus non è pericoloso, così come è stato un errore convocare le elezioni comunali il 25 e 26 ottobre. E’vero, ha riconosciuto Ciusa, che gestire la pandemia non è semplice, però sarebbe stata necessaria una strategia forte mentre si continua a lavorare in emergenza come dicono tutti i giorni i Sindaci sardi, con una situazione “a macchia di leopardo”: ci vogliono più Usca per contenere i ritardi nei tamponi ed occorre inoltre prestare attenzione all’influenza stagionale che richiede vaccinazioni massicce e potrebbe sovrapporsi con covid, in un contesto nel quale le liste d’attesa sono una “bomba sociale” ed il ricorso al privato non è la soluzione.
Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha criticato quanti erano sono convinti che la Sardegna fosse un’isola felice ma, purtroppo, nella sanità non è così da molti anni e, quanto alle scelte più recenti, quella dell’Ats si è rivelata una scelta sbagliata come a posteriori riconoscono tutti, e sempre col senno del poi ci si accorge che abbiamo pochissimi medici mentre in anni precedenti la Dirindin e lo stesso Arru dicevano che erano troppi. Ora la situazione è molto difficile, ha constatato Oppi, anche per ragioni strutturali, come quelle legate alla classificazione sbagliata delle strutture sarde, con epicentro Nuoro. Oppi ha infine ribadito le sue critiche sul Mater Olbia, che ha definito senza mezzi termini un bluff, ispirato dai cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Becciu: non ha prodotto vantaggi per il sistema regionale, ha una produttività molto bassa, assorbe risorse economiche e professionali significative, non esprime eccellenze in campo medico. (Af)
Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha ribadito la necessità di informazioni certe sulla situazione sanitaria nell’Isola ed ha insistito sulle conseguenza che l’emergenza Covid ha prodotto nelle prestazioni ordinarie in sanità: «Registriamo arretrati per oltre un milione e duecentomila casi insieme all’allungamento delle liste d’attesa». «Piuttosto – ha incalzato l’esponente della minoranza – serve spiegare che cosa è stato fatto con i venti milioni stanziati per ridurre le attese per le visite nelle sanità pubblica». Ganau ha quindi denunciato “una vera e propria discriminazione nell’accesso alle cure” tra coloro che dispongono delle risorse economiche per accedere ai servizi dei privati e quanti non hanno questa opportunità. Su tale versante, la proposta del consigliere dei democratici è stata quella di derogare ai tetti previsti per la spesa regionale “per evitare di continuare a scaricare i costi della diagnostica sugli utenti”. Un ulteriore proposta è stata quella di potenziare il sistema dei laboratori per incrementare il numero dei tamponi, insieme con l’incremento dei posti letto delle terapie intensive, nonché l’inserimento di ulteriore personale nel sistema delle cure, attraverso le selezioni ma anche con il ricorso alla cosiddetta sanità militare. Altre raccomandazioni hanno riguardato “una più efficace comunicazione tra Ats e sindaci” e l’attivazione in tempi utili della campagna vaccinale antinfluenzale.
Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, nella parte introduttiva del suo intervento ha svolto una serie considerazioni più generali sul “continuo discutere di sanità” ed ha però affermato con chiarezza che “l’emergenza Covid ha messo a dura prova il sistema sanitario sardo”. «Viviamo una situazione difficile – ha spiegato l’esponente della maggioranza – davanti alla quale mi sarei aspettato una maggiore onestà intellettuale da parte di alcuni colleghi della minoranza».
A giudizio di Giagoni i problemi della sanità sarda hanno infatti “radici profonde” e sono “frutto di scelte non corrette del passato”. «Non servono strumentalizzazioni, né fare dell’inutile allarmismo – ha insistito il consigliere del Carroccio – ma anzi c’è da rivolgere i ringraziamenti all’assessore della Sanità per quanto ha fatto per tutelare la salute dei sardi». Il capogruppo del centrodestra ha quindi annunciato la presentazione di un ordine del giorno con il quale impegnare l’esecutivo regionale a garantire “maggiori investimenti e assetti organizzativi differenti” nonché a stanziare adeguate risorse per la campagna vaccinale antinfluenzale e ad investire nella formazione professionale per potenziare la medicina d’urgenza territoriale.
Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha sottolineato i toni propositivi del dibattito in Aula ma ha anche affermato che “se avessimo ereditato un sistema sanitario efficace avremo registrato qualche problema in meno”. L’esponente della maggioranza non ha mancato di ricordare come l’emergenza Covid abbia in realtà messo alle corde anche i sistemi sanitari più avanzati e attrezzati dell’Italia ed ha quindi definito “ingenerose” alcune critiche rivolte dai banchi della minoranza all’operato della Giunta regionale. «Non siamo stati perfetti – ha aggiunto Mula – ma le nostre proposte più efficaci come quella del passaporto sanitario e la chiusura, a suo tempo, di porti e aeroporti, sappiamo bene chi le ha ostacolate, per poi renderle applicabile nelle altre Regioni nei confronti degli stessi sardi». «Basta con le disparità di trattamento – ha concluso il capogruppo dei Quattro Mori – e ricordiamoci che per la Sardegna non esistono governi amici».
«In Sardegna ci sono due emergenze – ha affermato il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus – il Covid e le patologie trascurate in questi mesi di pandemia ma queste due emergenze incideranno sulla terza grande emergenza in atto, l’emergenza sociale». L’esponente della minoranza ha quindi riconosciuto le comuni difficoltà che si registrano nel Mondo per affermare però, riferendosi polemicamente all’esecutivo regionale : «Nessuno al mondo pensa di risolvere così grandi problema in solitudine, senza ascoltare e senza confronto». «Come forze di minoranza – ha aggiunto Agus – non possiamo essere coinvolti fuori tempo massimo, quando ormai i nostri consigli non possono più sortire alcun effetto positivo sulle scelte dei cittadini».
Il consigliere dei Progressisti ha quindi elencato le criticità del momento (ritardi nei tamponi, poche certezze sui tempi di effettuazione degli stessi, disagi e ritardi negli ospedali e nei pronto soccorso) ed ha concluso auspicando la nomina “della migliore dirigenza sanitaria” lamentando l’assenza di “decisori” in un momento cruciale nel quale si richiedono capacità , competenze e decisioni rapide.
Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori dell’Aula ed ha convocato il Consiglio alle 15.30. (A.M.)