Nota stampa della seduta n. 6

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 6 – Antimeridiana

mercoledì 26 Giugno 2024

Approvata  la legge per il differimento delle elezioni degli organismi provinciali al 30 aprile 2025 (da P.L n. 27)

Aperta la discussione generale sul D.L. 15 – Giunta  (Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali)

La seduta è stata aperta dal presidente Piero Comandini che ha comunicato All’aula alcuni modifiche nella composizione dei Gruppi consiliari: la prima interessa il Gruppo “Sardegna al Centro 2020” che riassume la denominazione originaria dopo l’adesione della consigliera dell’Udc Alice Aroni al Gruppo Misto. La seconda riguarda, invece, proprio il Gruppo Misto che ha designato come suo presidente il consigliere Gianni Chessa. Alessandro Sorgia assumerà la carica di vicepresidente e Piero Maieli di Segretario. L’Aula è quindi passata all’esame del primo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge n.27 che differisce il termine per l’elezione degli organi provinciali. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere di Alleanza Sardegna Franco Mula che ha chiesto al presidente Comandini il rispetto delle prassi consiliare che impone la presenza della Giunta durante le Conferenza dei Capigruppo. Il presidente Comandini ha quindi dato la parola al relatore della legge n.27, il presidente della Prima Commissione “Autonomia” Salvatore Corrias che ha definito inderogabile e improcrastinabile il differimento delle elezioni degli organismi provinciali al 30 aprile 2025 per consentire di portare a compimento le procedure di definizione delle nuove circoscrizioni territoriali previste dalla legge 7 del 2021.

Ha quindi preso la parola il consigliere di “Sardegna al Centro 2020” Stefano Tunis che, dopo aver stigmatizzato la decisione di portare in aula con procedura d’urgenza la legge n.27 anziché discutere prima il Dl n.15 sulle fonti rinnovabili e la tutela del paesaggio, ha puntato l’indice contro la bulimia di “incarichiate” da parte della maggioranza. «Si è tanto criticato il metodo adottato dalla precedente Giunta – ha detto Tunis – qui si procede addirittura per multipli, dove c’era un incarico ne troveremo tre o quattro. Questa bulimia può comportare anche un rigetto da parte dell’organismo. E’ una forma di reddito aggiuntivo di appartenenza, temo che contro la nostra volontà questo elemento dovrà animare il dibattito». Sulla decisione di differire le elezioni provinciali, Tunis ha detto: «Le elezioni di secondo livello per quanto non ci piacciano sono sempre meglio di un commissario nominato tanti anni fa».

Sulla stessa linea il consigliere Emanuele Cera (FdI) che si è detto stupito dalla decisione di far slittare la discussione sul D.L. n.15 per le energie rinnovabili. Sulla legge in discussione, Cera si è detto pronto a dare un contributo ma ha ribadito la necessità di approvare in tempi rapidi il testo per affrontare subito il tema della moratoria contro l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici nel territorio sardo.

Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha sottolineato l’importanza del ruolo dell’opposizione « La proroga delle cariche poteva essere fatta nei tempi giusti e non con un provvedimento d’urgenza – ha detto Talanas – fino a ieri si discuteva una legge che prevedeva la sostituzione dei commissari delle Province oggi ci avete chiesto con il cappello in mano di far entrare in aula la legge 27 con l’articolo 102 del Regolamento. Noi prestiamo il consenso perché c’è la necessita di approfondire la proposta di legge n.20 che oggi doveva essere discussa in Aula, soprattutto sui costi che comporteranno le nuove nomine all’interno degli enti provinciali. Si stanno creando nuove poltrone: c’è la necessità di capire bene cosa si vuol fare».

Diego Loi (Avs) dopo aver ricordato che più volte, anche nella scorsa legislatura, si sono portati in aula con il ricorso al 102 provvedimenti molto più strutturati «In questo non c’è nulla di scandaloso – ha detto Loi – la legge sulla quale interveniamo è del 12 aprile del 2021, visto il tempo che è passato credo che sia importante approvarla in tempi rapidi per procedure poi alla riforma».

Gigi Rubiu (FdI) ha rimarcato la fretta della maggioranza nel trattare l’argomento province senza riuscire a produrre un testo definitivo: «La gatta frettolosa fa i gattini ciechi –ha detto Rubiu – va bene il differimento delle elezioni, ciò che contestiamo è la volontà di quadruplicare le poltrone delle province. E’ una cosa vergognosa che non accettiamo».

Ai consiglieri di minoranza ha replicato il consigliere Antonio Solinas (PD): «Nel 2015 si sono sciolte le province e nominati i commissari che sarebbero dovuti scadere nel 2019 – ha detto Solinas – nel 2024 sono ancora lì. Per 5 anni potevano essere sostituiti e la precedente maggioranza non lo ha fatto. Ora ci dite che siamo in ritardo, è una cosa curiosa». (Psp)

Dopo l‘on. Solinas ha preso la parola l’on. Fausto Piga (FdI): “Mi chiedo se Cinque stelle e sinistra provano un po’ di vergogna o no? Dopo 78 giorni questa è la prima seduta politica e se facciamo un raffronto con le scorse legislature non è mai accaduto che la produttività fosse così bassa”.

Per i capigruppo il primo a parlare è stato Gianni Chessa (Misto), che ha invitato alla coerenza il Campo largo: “Ne ho fatto una scelta di vita e penso che si debbano prorogare i termini di questa annosa legge sulle province. Il tema del poltronificio lo affronteremo in altra sede, dopo. Ho chiesto io l’inversione dell’ordine del giorno, ora votiamo”.

Umberto Ticca (Riformatori) ha ribadito la richiesta di differimento: “Siamo pronti a votarlo ma non capiamo l’esigenza di queste nuove nomine”. Per l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia) “la legge c’è e le province hanno diritto di esistere. Si capisce che avete tanti da ringraziare ma fa pensare che ci avete definito delinquenti per aver costruito un poltronificio che oggi state ingrandendo”. A seguire l’on. Peru (Sardegna al centro) ha ricordato alla presidente Todde e all’assessore Meloni “quello che ho già richiamato il giorno dell’insediamento e cioè la necessità di procedere in legge al riequilibrio territoriale tra il nord della Sardegna e il sud”.

Dai banchi del Pd il capogruppo Roberto Deriu ha detto: “Vorrei riconoscere il ruolo svolto dalle opposizioni in questo frangente perché è stata affermata l’urgenza, su tutti dall’onorevole Gianni Chessa per l’inversione dell’ordine del giorno. Sul resto mi riservo un passaggio quando la proposta di legge 20 arriverà in aula”.

Dai banchi di Fratelli d’Italia l’on. Paolo Truzzu ha parlato di “clima mellifluo” ma ha stigmatizzato “il fatto che abbiamo cercato in commissione di correre e siamo rimasti bloccati per il ritardo dei pareri della Giunta. Se ci aveste ascoltato per tempo avremmo risparmiato molto tempo. Sul fatto che le province e le città metropolitane debbano funzionare non c’è dubbio e questo aiuterà anche il funzionamento della Regione. Auspico una elezione di primo livello ma comunque non è più tollerabile che da otto anni siamo in questa condizione”.

Approvato il passaggio agli articoli, l’on. Alberto Urpi (Sardegna al centro) ha illustrato l’emendamento all’articolo 1 (che sopprime il comma 2 dell’articolo 1) e prevede che “in caso di riforma statale gli eletti con le elezioni di secondo livello decadranno per essere sostituiti dagli eletti di una elezione di primo livello”. Favorevole Alessandro Sorgia (Lega Sardegna): “E’ indispensabile tornare alle elezioni di primo livello, anche per fermare l’astensionismo”.

Il presidente della commissione Autonomia, Salvatore Corrias (Pd), ha invitato l’on. Urpi al ritiro dell’emendamento per discuterne in altro momento, quando la legge sarà discussa nel merito. Per Francesco Agus (Progressisti) “occorre attendere cosa farà il parlamento ma inserire in legge questo emendamento significherebbe intervenire sul nostro Statuto. Condivido lo spirito dell’emendamento ma credo che sia più utile un ordine del giorno, un atto politico”.

Per l’on. Tunis (Sardegna al centro) il voto è positivo “e chiedo anche l’appello nominale”. Anche Truzzu è intervenuto a sostegno dell’emendamento Urpi e così Talanas (Forza Italia): “E’ un provvedimento giusto e sono convinto che la stessa maggioranza ne abbia colto l’importanza”.

Il presidente Comandini ha messo ai voti per appello nominale l’emendamento, che è stato respinto. (C.C.)

Antonello Peru (capogruppo Sardegna al Centro 20venti) ha voluto sottolineare il voto a scrutinio palese è stato chiesto dalla minoranza per certificare il voto di tutti i colleghi e non per perdere tempo, visto che non è possibile utilizzare lo scrutinio elettronico.

Il presidente Comandini ha messo in votazione l’articolo 1, approvato all’unanimità con 56 voti a favore, e l’articolo 2, approvato all’unanimità con 53 voti

L’Aula ha poi approvato all’unanimità  in votazione l’emendamento 2 (Deriu e più), sostitutivo totale dell’articolo 3. L’emendamento è stato approvato all’unanimità con 53 voti a favore. Il testo dell’emendamento è il seguente: “L’art. 3 è così sostituito: 1. All’attuazione della presente legge si provvede con le risorse già stanziate per tali finalità nel bilancio di previsione della Regione 2024-2026 in conto Missione 18, Programma 01, Titolo 1”

L’Aula ha poi approvato l’articolo 4 con 53 voti a favore e un voto contrario.

Il presidente Comandini ha messo in votazione il testo finale della legge. Per dichiarazioni di voto è intervenuto Fausto Piga (FdI), che ha annunciato il voto favorevole evidenziando che la posizione assunta nella scorsa legislatura sul tema è confermata anche se adesso il gruppo è in minoranza.

Il testo della PL 27 (Differimento del termine per l’elezione degli organi provinciali) è stato approvato all’unanimità con 55 voti a favore.

Franco Mula (capogruppo Alleanza Sardegna- PLI) ha chiesto una sospensione di cinque minuti per una breve Conferenza dei capigruppo sull’organizzazione dei lavori dell’Aula.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Comandini ha comunicato che i lavori proseguiranno con l’esame del DL 15/A “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali” e proseguiranno nel pomeriggio, dalle 16.30, e domani, dalle 10.

L’Aula ha, quindi, iniziato l’esame del DL 15/A e il presidente ha dato la parola ai relatori di maggioranza, Roberto Li Gioi (M5S) e della minoranza Stefano Tunis  (Sardegna al Centro 20venti).

“Il presente disegno di legge ha la finalità di garantire che lo sviluppo e la realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, imprescindibili nell’ottica della decarbonizzazione e della transizione energetica, avvenga nell’ambito della tutela e della salvaguardia dell’ambiente”, ha affermato Li Gioi leggendo la sua relazione. “Il territorio della nostra regione è stato fatto oggetto, negli ultimi anni, di un grandissimo numero di richieste di installazione di impianti di energia rinnovabile, eolici e fotovoltaici, che rischiano di compromettere in maniera irreparabile il paesaggio e, al contempo, di consumare in maniera sconsiderata una notevole quantità di suolo. La transizione energetica rappresenta un passaggio epocale che deve vedere la nostra isola, non solo protagonista, ma anche e soprattutto artefice del suo domani. Affinché ciò accada è necessario disciplinare la materia impostando un percorso normativo che tuteli adeguatamente il nostro territorio e il nostro paesaggio permettendo ai cittadini sardi di usufruire appieno di tutti i vantaggi derivanti da una corretta transizione energetica”.

Per Li Gioi: “Dobbiamo progettare il futuro della nostra terra, creando benefici immediati per tutti i cittadini attraverso una governance efficace che garantisca un controllo puntuale e costante del processo di realizzazione e compimento della transizione energetica. Il disegno di legge detta una disciplina transitoria, in quanto ancorata all’approvazione della legge regionale sull’individuazione delle aree idonee ai sensi dell’articolo 20, comma 4, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n.199 (Attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili), nonché all’aggiornamento, all’adeguamento e al completamento del Piano paesaggistico regionale e, comunque, per un periodo non superiore ai 18 mesi dall’entrata in vigore della presente legge. Per quanto concerne i lavori, operati in seduta congiunta tra le Commissioni Quarta e Quinta, al termine della discussione generale, è stato effettuato un ciclo di audizioni di tutti i portatori di interesse”. Il presidente della IV Commissione ha poi aggiunto: “Tutti i soggetti auditi hanno depositato delle osservazioni che sono state attentamente esaminate dai commissari. Anche sulla base di alcune osservazioni presentate, sono stati proposti emendamenti sia dalla Giunta regionale che da alcuni consiglieri. L’emendamento presentato dalla Giunta regionale sostituisce integralmente l’articolo 2 del disegno di legge n.15, prevedendo, in relazione alla potestà legislativa regionale in materia di redazione e approvazione del Piano paesaggistico regionale ai sensi dell’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 22 maggio 1975, n. 480 ( (Nuove norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma della Sardegna) e della competenza in materia di produzione e distribuzione dell’energia elettrica ai sensi dell’articolo 4, primo comma, lettera e), dello Statuto speciale della Regione Sardegna, l’individuazione di specifici ambiti territoriali nei quali operano le misure di salvaguardia comportanti il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili per un periodo non superiore a diciotto mesi. Al comma 2 – ha spiegato Li Gioi –  si prevede che le misure di salvaguardia si applicano anche se, nelle aree individuate dal comma 1, sono in corso, alla data di entrata in vigore della presente legge, procedure di autorizzazione di impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili. Al comma 3 vengono indicati i casi in cui le misure di salvaguardia non si applicano. Al comma 4 la Giunta regionale si impegna, nei diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ad aggiornare il Piano paesaggistico regionale e il Piano energetico ambientale della Sardegna. Gli emendamenti presentati dalla minoranza sono stati respinti in quanto non ritenuti consoni allo spirito e agli obiettivi che il disegno di legge n. 15 vuole perseguire. Le Commissioni hanno sospeso l’approvazione definitiva e mandato il testo al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere che è stato prodotto celermente. Si sottolinea che nel parere espresso sul disegno di legge n. 15 il Consiglio delle autonomie locali della Sardegna, nel merito del testo, chiede al legislatore di estendere il più rapidamente possibile il regime vincolistico alle aree interne in quanto esposte alla famelica espropriazione e alle mire speculative di soggetti od organizzazioni privi di qualsiasi scrupolo e trasparenza. Il testo del disegno di legge n. 15 è stato, infine, licenziato definitivamente dalle Commissioni congiunte Quarta e Quinta nella seduta del 20 giugno 2024, con il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza e l’astensione dei consiglieri di minoranza”. Per Li Gioi quella in esame è una legge che tutelerà anche le prossime generazioni. “Questa legge è un serio e consapevole atto di autogoverno”, ha concluso.

“La Giunta regionale ha approvato, in risposta ad una forte pressione mediatica e sociale riguardante la tutela del paesaggio e dell’ambiente dell’isola un testo battezzato con una certa autoreferenzialità “Salva Sardegna”. Più modestamente lo sforzo dovrebbe essere quello di salvarla dalla estemporaneità, dalla improvvisazione e da una pericolosa distorsione del processo democratico”, ha affermato nella sua relazione Stefano Tunis. “Inizialmente, è stato inviato un testo al Consiglio regionale per l’adozione di misure urgenti e annunciato come moratoria salvo poi accorgersi che essa era espressamente esclusa dal quadro normativo vigente e modificarla nella sostanza, mantenendo intatto l’intento propagandistico. Durante l’esame della Commissione, e soprattutto dopo aver ascoltato i portatori di interesse, è emersa la necessità di apportare modifiche significative da parte della giunta regionale, il testo originale è stato quindi rivisitato in modo radicale, trasformandone non solo i contenuti, ma anche il senso complessivo. Nella sostanza, i portatori di interesse sono stati auditi su un testo differente rispetto a quello oggi all’esame del consiglio regionale sul quale ad oggi è difficile associare il punto di vista. I lavori della Commissione si sono svolti con cura del rispetto delle prerogative dell’opposizione e in un clima di guida da parte dei due presidenti e dei colleghi, caratterizzato da un grande spirito propositivo e da un animo orientato alla soluzione del problema. Al momento – ha sottolineato Tunis – è tuttavia insufficiente a considerare la proposta condivisa e adatta alla salvaguardia del patrimonio paesaggistico e ambientale della Sardegna. La necessità di una norma che goda di ampia condivisione deriva dal fatto che il decreto legislativo 8 novembre 2021 n.199 in attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, nasceva in un contesto in cui l’urgenza era di intervenire verso la riduzione di emissioni clima alteranti e più in generale dall’obiettivo di ridurre la dipendenza dal gas naturale del quale la sardegna è notoriamente priva. E’ pacifico che il tema del paesaggio inteso come protezione delle aree di pregio paesaggistico e la bellezza naturale dell’isola, la biodiversità e gli ecosistemi locali e la loro conservazione non furono presi in considerazione dal legislatore nazionale quando assegnò alla Sardegna una quota così rilevante di potenza da generare attraverso FER”. Tunis ha poi aggiunto: “E’ altrettanto pacifico che tali principi di supremazia di interesse non vengono minimamente scalfiti neppure dalla approvazione (tempestiva o meno) del testo che ci occupa. La presente proposta è carente di una valutazione approfondita e una pianificazione accurata delle infrastrutture energetiche esistenti e da realizzare, in modo che lo sviluppo sia compatibile con la conservazione del territorio. Non sancisce una visione del proponente sulla quantità di produzione in relazione ai consumi di Energia Elettrica in Sardegna che al momento (giova ricordarlo) sono suddivisi tra le seguenti fonti: Termoelettrico (circa il 60 per cento),  Energie Rinnovabili (circa il 40 per cento di cui l’eolico rappresenta circa il 25 per cento del totale mentre il fotovoltaico contribuisce per circa il 10 per cento), Idroelettrico e altre fonti rinnovabili (coprono il restante 5 per cento, includendo piccoli impianti idroelettrici e biomasse). Questa distribuzione evidenzia – ha continuato Tunis – la necessità di una transizione verso un mix energetico più sostenibile e meno dipendente dalle fonti fossili, pur mantenendo l’attenzione sulla tutela del paesaggio e dell’ambiente ma su questo punto è assente la posizione della Giunta regionale”. Tunis ha poi sottolineato che a fronte di un costo di produzione dell’energia da fonti rinnovabili in Sardegna più basso rispetto al resto d’Italia, i sardi pagano come nel resto del territorio nazionale e su questo tema, ha annunciato, la minoranza presenterà le proprie proposte.

“La presente legge, ha come obiettivo principale l’introduzione di una moratoria temporanea sull’installazione di nuove infrastrutture energetiche in Sardegna all’apparenza del tutto indiscriminato e incapace di mettere a riparo anche quegli interventi adatti a migliorare la condizione del nostro ambiente tra cui quelli capaci di generare idrogeno verde. La legge si inserisce in un contesto normativo più ampio che vede l’Italia impegnata nel rispetto degli accordi internazionali sulla tutela ambientale e sulla lotta ai cambiamenti climatici. A livello regionale, la Sardegna ha adottato numerose disposizioni per la protezione del suo territorio, ma resistono forti dubbi sullo strumento del PPR delle zone interne come strumento adatto allo scopo. In sintesi estrema le due più importanti prerogative garantite dal nostro Statuto, in materia di urbanistica e di produzione di energia elettrica finirebbero per essere assorbite in uno strumento prettamente amministrativo come il PPR ed assoggettate per eventuali future modifiche ad una burocrazia che spesso si dimostra sorda quando non arbitraria nel valutare le mutate condizioni socioeconomiche che si materializzassero in futuro. Anche e soprattutto in questo la frettolosità e l’approssimazione rappresentano un fattore di rischio rilevante. La legge si articola nei seguenti punti principali: 1) Moratoria Con questo progetto di legge viene istituita una moratoria di fatto di 18 mesi sull’autorizzazione di nuove infrastrutture energetiche, inclusi impianti eolici, fotovoltaici e altre installazioni che possano avere un impatto significativo sul paesaggio e sull’ambiente lasciando a valutazioni successive (ma non troppo) il dove ma non chiarisce nulla sul “chi” e verso quali vantaggi tangibili. Come dire il tema è talmente insindacabile perché non si può dare valore materiale al paesaggio ma con l’effetto (non sappiamo quanto inconsapevole) che quando dovessero portare a termine progetti di impianti FER, avverrà senza nessuna compensazione a favore di cittadini, imprese o enti locali e il  coinvolgimento delle comunità locali e degli stakeholder nelle decisioni relative alla pianificazione energetica non garantisce con questo metodo trasparenza e partecipazione democratica”. Tunis ha poi concluso: “La legge rappresenta una risposta necessaria e urgente, ma insufficiente alle sfide poste dallo sviluppo energetico, economico e sociale della Sardegna e l’obiettivo di proteggere il patrimonio paesaggistico e ambientale dell’Isola rimane di discutibile concretezza. Esistono, si ritiene, dei margini per renderla, se non proprio efficace, per lo meno non palesemente dannosa e che ci siano nell’esame del testo in aula dei significativi margini che portino ad un testo che possa ottenere una condivisione più ampia da parte dell’Assemblea”. (ELN)

Dopo le relazioni di maggioranza e minoranza, il primo ad intervenire nella discussione generale è stato il consigliere Fausto Piga (Fdi) che ha replicato ad alcune dichiarazioni rese dalla presidente Todde, circa “la blindatura del testo” all’esame dell’Aula ed ha evidenziato quelli che – a giudizio dell’esponente di Fdi – rappresentano “veri e propri cambi di idee e posizione della maggioranza  sul tema delle rinnovabili”. Non è mancato il riferimento alle responsabilità del governo Draghi (nel quale era presente anche l’attuale governatrice) per affermare l’inopportunità del varo del decreto che ha aperto la strada alla molteplicità di richieste autorizzative per l’istallazione di impianti eolici e fotovoltaici («senza l’indicazione delle aree idonee non doveva essere approvato»).

Quanto al ricorso alle norme urbanistiche con riferimento al Ppr, la posizione espressa da Piga è stata chiara: «Bene la revisione del Ppr nelle parti che servono a fermare la speculazione in atto sulle rinnovabili ma non si tocchi altro». In conclusione dell’intervento alcune considerazioni di carattere più generale e politiche («ho l’impressione che la maggioranza non sia convinta delle norme oggi in discussione ma che voglia, con il rischio di impugnativa in caso di approvazione, spostare la battaglia sul governo nazionale») insieme con la polemica su presunti richiami dei leader del campo largo («non fate i burattini di Schlein e Conte, sono in gioco ci sono gli interessi dell’isola e il futuro dei sardi»).

Il presidente Comandini ha quindi dichiarato conclusi i lavori della mattinata che proseguiranno nel pomeriggio, a partire dalle 16.30. (A.M.)

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