Nota stampa della seduta n. 59

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 59
Martedì 23 giugno 2020

Piano casa, via libera alla proroga di sei mesi.

Approvato il Testo Unico sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas

 Cagliari, 23 giugno 2020 – La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo il completamento delle formalità di rito il presidente ha sospeso la seduta convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proroga del c.d. Piano Casa (Pl n.153/A – Parte prima – Mula e più).

Aprendo la discussione generale, il relatore di maggioranza Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, riassumendo la relazione della commissione ha evidenziato la volontà comune di prorogare la legge n.8/2015 (e proroghe successive) in scadenza per il 30 giugno e la distanza emersa fra i gruppi su un testo più ampio. Testo, ha ricordato, poi “scorporato” per mettere in sicurezza la proroga ed evitare la decadenza dei progetti presentati. Tuttavia è necessario, ha sostenuto, un testo largamente condiviso sia per dare corpo ai programmi di sviluppo sostenibile che per contenere la grave crisi del settore delle costruzioni, ulteriormente accentuata dall’epidemia Covid. Sull’emendamento presentato dalle opposizioni, Mula ne ha sollecitato il ritiro, rinviandone l’esame ad una legge più corposa sulla materia.

Per la minoranza Maria Laura Orrù dei Progressisti, ha evidenziato che alla proposta originaria della commissione è stata aggiunta per volontà della maggioranza, e successivamente stralciata, una norma sull’interpretazione autentica del Ppr che per l’opposizione è irricevibile. Riprendendo il dibattito svoltosi in commissione, Orrù ha lamentato che la maggioranza ha impedito che si svolgessero alcune audizioni che avrebbero potuto dare un contributo molto utile al dibattito ed alla qualità legislativa. Quanto alla proroga in sè, a suo avviso sarebbe opportuno allungare la scadenza al 31 dicembre, termine entro il quale dovrebbe essere presentata una disciplina organica della materia, perché l’esperienza insegna che ai grandi proclami della maggioranza non è seguito nemmeno il rispetto dei tempi, avremmo preferito quindi una proroga più lunga fino alla nuova legge, per evitare di procedere in modo frettoloso, proprio per dare respiro al comparto dell’edilizia che ha diritto ad un quadro normativo stabile, Dentro il decreto rilancio del governo ora all’esame del parlamento, ha concluso la Orrù, c’è il c.d. “eco – bonus”, occasione che la Regione deve sfruttare per facilitare tutte le iniziative in grado di concretizzare una strategia complessiva finalizzata a migliorare il patrimonio immobiliare ed incentivare il risparmio energetico.

Il consigliere del Pd Valter Piscedda ha osservato che dopo tanta fatica con lo stralcio si è finalmente imboccata la strada giusta; siamo consapevoli della necessità di garantire il regime transitorio del Piano casa, che da misura di periodo si è in qualche modo stabilizzata (anche perché nella precedente legislatura non si è riusciti a fare la legge urbanistica) ma bisogna registrare che la stessa cosa è accaduta all’attuale maggioranza. Siamo disponibili a confrontarci nel merito su ogni proposta, ha assicurato Piscedda, che poi sull’emendamento ha accettato la proposta di ritiro, precisando che la proposta aveva lo scopo di ricordare l’attualità del contenuto soprattutto per quanto riguarda le difformità interpretative della norma nel territorio regionale.

Il consigliere del M5S Roberto Li Gioi, polemizzando con la maggioranza ha parlato di terza proroga come certificazione dell’ennesimo fallimento che ha mancato l’obiettivo di presentare una legge organica, ennesima promessa che alla fine non si è riusciti a mantenere, rischiando perfino di non centrare i tempi della proroga con la riunione ad oltranza della commissione Urbanistica ed il commissariamento di fatto del suo presidente, salvato in extremis dall’iniziativa del residente Pais. Qualche autorevole esponente della Lega, ha aggiunti Li Gioi, si farà pure tatuare la Sardegna sul braccio in segno di amore ma poi anche tatuaggio e amore saranno temporanei rivelandosi  per quello che sono, una azione maldestra e violenta contro il Ppr sulla quale ci opporremo ad oltranza, pur consapevoli che il Ppr può essere rimodulato ma non svuotato. Ci ritroveremo il  1° luglio, ha annunciato l’esponente della minoranza, e venderemo cara la pelle, contrastando con ogni mezzo i testi della maggioranza che contengono oscenità come la compravendita delle cubature mentre, per noi, si deve partire da un nuovo equilibrio fra economia e ambiente nell’interesse dei sardi.

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha definito la discussione “interessante”, anche per chi come lui non aderisce a “tifoserie” urbanistiche che aggirano per l’ennesima volta il problema dell’edilizia con il centro destra che esaurisce la sua azione nel prorogare le leggi del centro sinistra. Riforme non ce ne sono, ha annotato Deriu, ma leggine sì, però il Consiglio farebbe bene ad occuparsi della manutenzione della normativa facendo da stimolo ad una amministrazione che sta accumulando ritardi su ritardi. In commissione, ha riassunto il vice capogruppo del Pd, abbiamo portato il centro destra sulle nostre posizioni; a noi non fa piacere questa situazione perché vorremmo che il centro destra facesse riforme vere ed importanti, magari un “master plan”, per dare una configurazione adeguata alla nostra terra. Ma, ha concluso, non sembra aria.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha sottolineato che il senso di responsabilità dell’opposizione ha vinto anche questa volta ribaltando l’orientamento che la maggioranza aveva cercato di imprimere alla commissione, dimenticando perfino sé stessa, quando in campagna elettorale disse che avrebbe stravolto tutto quello che era stato fatto prima, mentre invece siamo qui solo perché la minoranza ha rinunciato ai 10 giorni per la relazione consentendo che la proroga s discutesse oggi. Con questa proroga, ha proseguito, viene eluso il problema del recupero dei centri storici ancora vittime di gravi fenomeni di spopolamento, si continua a ragionare di cementificazione delle coste con le costruzioni nell’agro e nei 300 metri quando tutto il mondo guarda in un’altra direzione, si sottovaluta la portata dell’eco bonus del Governo nazionale. Purtroppo, ha protestato, la proroga da strumento eccezionale diventa strutturale per l’incapacità della maggioranza, ma con le proroghe, pur importanti perché generano occasioni di lavoro per un settore che ne ha molto bisogno, stiamo trasformando surrettiziamente la fisionomia urbanistica dei nostri centri: la Sardegna non bisogno di pressapochismo ma di riforme che servano ai sardi.

Il consigliere del Misto Stefano Tunis si è detto convinto che il tema dell’urbanistica dovrà coinvolgere la società sarda e al collega Deriu fornisco alcuni dati: le due amministrazioni di centro sinistra sono naufragate sull’urbanistica, facendo perdere alla Sardegna oltre 60.000 posti di lavoro, con un Piano casa Pigliaru che era al ribasso rispetto a quello Cappellacci che già presentava alcuni limiti. Il nostro obiettivo, ha auspicato Tunis, è quello di mettere in relazione l’edilizia che esiste con l’urbanistica che latita e da questo punto di vista non deve sorprendere che sull’urbanistica ci si troverà vicini più di quanto si voglia ammettere. Perché in realtà, secondo Tunis, nessuno vuole consumate il territorio più di quanto sia stato consumato quando non c’era il centro destra, permettendo la nascita di molti “eco mostri” il cui destino adesso è nelle nostre mani; lavoriamo dunque concentrandoci sul merito con atteggiamento diverso, dato che sull’ambiente ci siamo tutti e due come sull’eco bonus, strumento positivo ed innovativo che deve trovare un nuovo equilibrio e valorizzare il risparmio dei sardi incoraggiandoli ad investire ancora sulla casa.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha polemicamente ripetuto le stesse cose di un anno fa quando si fece una proroga perché non si riuscì a fare una legge urbanistica, ma non è cambiato niente perché anche la nuova maggioranza è rimasta ferma ai proclami ed alle promesse di fare tutto e subito. Oggi, ha ammesso, purtroppo la proroga è ancora necessaria perché in questo frattempo non si è fatto niente e la stessa legge approvata dalla Giunta dopo un lungo travaglio poi è sparita. In conclusione una domanda alla maggioranza: vorremmo sapere cosa state aspettando a fare una legge vera andando al di là dell’interpretazione autentica del Ppr, confrontandovi con tutto i soggetti interessati, basta annunci, cominciate a fare sul serio se ne siete capaci.

A nome dei Progressisti Laura Caddeo, ha messo l’accento sul fatto che sul tema della salvaguardia del territorio anche da pressione antropica non c’è stato conflitto, per cui è auspicabile che quando si metterà mano alla nuova legge urbanistica non ci si dimentichi che, al di là degli aspetti economici, contano le scelte di prospettiva. Occorre pensare, ha concluso, alla rigenerazione urbana e soprattutto a quella delle periferie, trattate finora come se lì vivessero persone estranee alla società: questa è una riflessione indispensabile che deve interessare tutto il Consiglio.

Per dichiarazione di voto, la capogruppo del M5S Desirè Manca ha lamentato le continue promesse della Giunta che governa la Sardegna, dai trasporti alla riforma agro pastorale, per finire con i tanti annunci sui social dell’assessore compreso qualche “like” fuori posto come quello sessista nei miei confronti. Non è questione di pregiudizio ideologico fra destra e sinistra, ha affermato la Manca, perché per noi le coste della Sardegna non vanno toccate da nessuno: basta con le parole, passiamo ai fatti.

Il consigliere Roberto Caredda (Misto) ha evidenziato che il Piano casa, negli anni, si è rivelato uno strumento utile ma tuttavia ha mostrato una serie di problemi burocratici ed interpretativi che vanno superati perché, negli enti locali e nei territori, questi problemi finiscono per scoraggiare gli investimenti. C’è bisogno invece di norme chiare e semplici, ha concluso, rispondenti alle vere esigenze della società sarda, e per questa ragione è auspicabile la sollecita approvazione di una nuova legge urbanistica. (Af)

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha replicato alle accuse mosse dall’opposizione («ma come fate a parlare di cementificazione quando votiamo una proroga del piano casa?»)  ed ha definito “il fallimento del centrosinistra al governo della Regione nella scorsa legislatura” la mancata approvazione della legge urbanistica. «Voi vivete delle ombre del passato – ha attaccato Mula – ma noi purtroppo ancora non abbiamo fatto niente e dobbiamo votare una proroga di una vostra legge che me non piace»

Antonio Piu (Progressisti) ha ricordato lo stralcio delle norme sul Ppr dalla proposta di legge della maggioranza e non ha nascosto timori sui ritardi nell’urbanistica: «Dimostrate di non avete una visione della Sardegna e mancano le proposte concrete e così dovete limitarvi a richiedere le proroghe dei provvedimenti del centrosinistra».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha ribadito la complessità della materia urbanistica ed ha invitato tutti a non confonderla con l’edilizia. L’esponente della minoranza ha insistito sulla necessità di norme anti spopolamento e, più in generale, di misure che non dimentichino “gli ultimi” e le periferie dei nostri centri urbani. «Voteremo favorevolmente alla proroga del piano casa – ha concluso Orrù – che non può essere però considerata una norma urbanistica».

A favore anche Eugenio Lai (Leu) che ah ripreso l’intervento del capogruppo Psd’Az, Mula («è stato più incisivo persino dei capigruppo delle opposizioni quando ha affermato che il centrodestra non ha fatto nulla») ed ha invitato l’assessore dell’Urbanistica alle opportune valutazioni di ordine politico. «Non chiediamo le dimissioni dell’assessore – ha insistito l’esponente della minoranza – ma pretendiamo che almeno non si sottragga al dibattito e ci racconti che visione ha della Sardegna evitando gli annunci via Facebook o a mezzo stampa». Favorevole anche il presidente della commissione Urbanistica, Giuseppe Talanas (Fi), che ha sottolineato la collaborazione tra maggioranza e opposizioni nella riunione della commissione dello scorso 19 giugno. Il consigliere forzista ha dunque auspicato il varo di un nuovo piano casa: «Mi auguro davvero che quella odierna sia l’ultima proroga».

Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, ha ricordato le numerose e successive proroghe del piano casa a partire dal 2015, evidenziandone l’iter mai semplice e sempre polemico («la divisione è sempre tra chi dice di difendere il Ppr e chi ne auspica un aggiornamento»). «Avrei preferito proroga di un anno – ha concluso l’esponente della maggioranza – per avere il tempo di preparare un provvedimento autenticamente nuovo che superi il Ppr, ma oggi limitiamoci a votare una proroga del piano casa».

Francesco Mura (capogruppo FdI) in apertura del suo intervento si è rivolto alla consigliere Orrù («si può combattere lo spopolamento anche avendo una visione dell’urbanistica differente da quella della sinistra»). «Il Ppr non è il Vangelo – ha affermato il consigliere della maggioranza – e dovrebbe far riflettere che in 14 anni solo 27 comuni hanno pianificato seguendo i dettami del piano paesaggistico approvato nella legislatura Soru».

Approvato il passaggio all’esame degli articoli (52 sì e 2 astenuti), il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, è intervenuto sull’articolo 1 (Modifiche alla legge regionale n. 22 del 2019 “Proroga di termini”) per ricordare che “il piano casa si rivolge a chi ha già una casa e non a chi ha bisogno di una casa”. «Questa norma – ha aggiunto il consigliere del centrosinistra – ha avvantaggiato chi ha il lastrico solare o l’attico ma la vera accelerazione all’edilizia si da’ assumendo tecnici e professionisti nei Comuni della Sardegna così da smaltire le circa centomila pratica dei diversi uffici dell’edilizia privata».

Polemico l’intervento del capogruppo della Lega, Dario Giagoni, che ha accusato le opposizioni di rallentare i lavori dell’Aula ed ha definito “una fregatura” l’inversione dell’ordine del giorno. «Mi domando perché tanto caos per una proroga – ha concluso l’esponente della maggioranza – e invito i consiglieri del centrosinistra a studiare come è nata la Costa Smeralda». Al capogruppo della Lega ha ribattuto subito la capogruppo 5 Stelle, Desirè Manca che, annunciando voto favorevole al provvedimento, ha ricordato che la richiesta di convocazione della capigruppo e la proposta di inversione dell’ordine del giorno è stata avanzata dal presidente del Consiglio, Michele Pais. In polemica con Giagoni anche l’intervento del capogruppo Leu, Daniele Cocco, («tutte e volte che la minoranza dichiara voto favorevole interviene il capogruppo della Lega per allungare il brodo») e di Giuseppe Meloni (Pd) che ha invitato il presidente dell’Aula ad un richiamo a comportamenti più rispettosi dell’istituzione consiliare. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo Pd, Gianfranco Ganau, che ha confermato la volontà del presidente Pais di modificare l’ordine del giorno della seduta: «Ma in ogni caso, non capisco cosa ci sia di scandaloso nel discutere una proroga che aveva dentro il tentativo di scardinare il Ppr con la scusa di realizzare due strade che non necessitano di interpretazione autentica».

Massimo Zedda (Progressisti) ha dichiarato voto favorevole ed ha ricordato che “il piano del paesaggio al livello nazionale venne promosso dal governo Berlusconi con il ministro di Forza Italia, Giuliano Urbani”. A favore anche il capogruppo Francesco Agus (Progressisti) e Piero Comandini (Pd): «Il capogruppo Mula parlava degli spettri del passato mentre c’è da aver paura dei fantasmi del presente». Maria Laura Orrù (Progressisti) ha rammentato il valore costituzionale della tutela del paesaggio ed ha invitato l’assessore Quirico Sanna “ad informarsi sull’iter e sul coinvolgimento dei soggetti interessati nelle diverse fasi che hanno portato all’approvazione del Ppr, prima di affermare in commissione cose che non corrispondono alla realtà”. Walter Piscedda (Pd) ha replicato con tono polemico alle dichiarazioni del capogruppo Giagoni (Lega): «Ha svilito la discussione che c’è stata in commissione ma annuncio voto favorevole alla proroga del piano casa».

Posto in votazione l’articolo 1 è stato approvato con 55 favorevoli su 55 votanti. Via libera anche all’articolo 3 (Entrata in vigore) con 53 sì su 53 votanti e quindi al testo finale con 54 favorevoli su 54 votanti. Al termine dello scrutinio il presidente del Consiglio, ha accolto la richiesta del capogruppo Udc-Cambiamo, Gian Filippo Sechi, ed ha accordato una sospensione dei lavori. (A.M.)

L’Aula è quindi passata al secondo punto all’ordine del giorno: il Testo Unico sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas.

Il capogruppo dell’Udc Gianfilippo Sechi ha sollecitato una breve sospensione della seduta, richiesta accolta dal presidente Pais.

Alla ripresa dei lavori ha preso la parola come relatore di maggioranza l’on Roberto Caredda (Misto) che, in premessa, ha definito importante e necessario l’inquadramento del personale Forestas all’interno del comparto unico regionale: «L’Agenzia svolge un ruolo fondamentale, anche con compiti di protezioni civile. L’attività di antincendio ha reso necessario riconoscere altre mansioni che i lavoratori non potevano svolgere in base al loro contratto nazionale. La Corte dei Conti ha rilevato l’uso incongruo di tali riconoscimenti. Ciò ha determinato la necessità di inquadrare il personale in un contratto regionale. La trattativa era in corso, il Coran stava lavorando ma poi è arrivata la pandemia. Ora è necessario intervenire per rendere possibile l’imminente campagna antincendi. L’inquadramento del personale avverrà secondo i livelli previsti dal comparto unico regionale fermo restando le prerogative riconosciute dal contratto collettivo nazionale. I lavoratori saranno correttamente inquadrati. E’ tempo di regolarizzare un comparto strategico per la Regione Sardegna».

Diego Loi (Progressisti), a nome della minoranza, ha criticato il metodo utilizzato dalla maggioranza: «La legge entra in aula dopo che in un anno non è stato concluso il transito di tutto il personale nel comparto unico regionale. Questo non è dovuto all’emergenza coronavirus. Ancora non è stato nominato il Coran, organismo a cui è affidata la contrattazione collettiva. Al Coran si sta ora sostituendo il Consiglio mentre le parti sindacali sono state escluse dal processo di contrattazione».

Loi ha poi criticato la mancata verifica da parte dell’assessorato del Personale della relazione tecnico finanziaria: «Nella legge sono stati creati artificiosamente alcuni nuovi livelli, inesistenti nella contrattazione pubblica – ha rimarcato il consigliere dei Progressisti – la norma colloca 3269 operai in una condizione di operatività non chiara in riferimento alle mansioni da svolgere. In alcuni casi si chiede ai lavoratori di svolgere mansioni non dovute, in altri c’è un palese demansionamento rispetto ai compiti finora svolti. Molte persone vedranno lesi i diritti acquisiti. Per senso di responsabilità non abbiamo chiesto i 10 giorni per la relazione di minoranza, ma non è ancora chiaro come questo provvedimento possa salvare la campagna antincendi per altro già avviata.  Non deve essere l’emergenza a guidare il legislatore regionale. L’auspicio è che la maggioranza possa cogliere alcuni suggerimenti contenuti nei nostri emendamenti per garantire la professionalità di tutti i dipendenti Forestas. Il Coran avvii immediatamente l’attività per l’inquadramento del personale dell’Agenzia».

Critiche condivise dal capogruppo di Leu Daniele Cocco: «Oggi il Consiglio si sostituisce al Coran svolgendo compiti non suoi. Siamo in emergenza: la campagna antincendi doveva essere già a regime. Per senso di responsabilità abbiamo accettato di discutere l’inquadramento del personale Forestas. Siamo coerenti rispetto a quanto approvato nella scorsa legislatura. E’ giusto che si faccia per i dipendenti Forestas ciò che è stato fatto per gli altri dipendenti delle agenzie regionali. Il Coran deve essere immediatamente nominato e designato». Cocco ha poi assicurato il voto favorevole del suo Gruppo: «Approveremo la legge. Parliamo di un’Agenzia di fondamentale importanza per la Sardegna. Come sarebbero state le nostre montagne, le nostre campagne e i nostri comuni senza l’opera dei lavoratori Forestas? Vogliamo però dare il nostro contributo per migliorare il testo. Abbiamo sempre detto che non avremmo votato il provvedimento se solo uno dei dipendenti di Forestas avesse visto calpestati i propri diritti. Questo rischio sussiste ancora. Ci sono importanti discrasie soprattutto nei livelli più bassi, tra gli operai. Lì sta il cuore dell’Agenzia».

Cocco ha quindi invitato la maggioranza ad accogliere i suggerimenti della minoranza: « Non porremo ostacoli, ma se non verranno accolti non voteremo la legge. Noi tutti abbiamo il dovere politico e morale di dare una risposta. Molto probabilmente la legge verrà impugnata dal Governo perché non è nostro compito entrare nel merito della contrattazione ma oggi noi abbiamo la responsabilità di trovare una soluzione. Faccio un appello all’assessore degli Enti locali Quirico Sanna: presentate una proposta di legge per liberare le risorse delle compagnie barracellari. Utilizziamole per la campagna antincendio. Con un semplice decreto lei potrà mettere a disposizione le risorse in modo da utilizzare le compagnie barracellari H24».

Critico anche Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti: «Finalmente l’Aula si occupa di Forestas, lo abbiamo sollecitato più volte, lo abbiamo fatto per le segnalazioni preoccupate provenienti dai lavoratori Forestas. Purtroppo però in questa legge ci sono diverse incongruenze. Manca, prima di tutto, il piano ripartimentale. Sono indicate attualmente 4 vedette su 32. Ci sono solo 7 nuclei di lotta antincendio contro i 41 previsti. Questi numeri non sono adeguati a portare avanti la campagna contro il fuoco. Siamo in grave ritardo, l’estate è già iniziata. Oggi si porta in Aula l’unica soluzione possibile. Lo scorso anno si parlava di problema risolto e di una stagione che poteva finalmente iniziare in regola, Oggi si chiude mettendoci un’altra pezza. I problemi di Forestas nascono così, la burocrazia ha un peso determinante. Non è un metodo che ha portato bene all’Agenzia. La Corte dei Conti, che ha l’obbligo di verificare, ha messo in luce le gravi irregolarità».

Agus ha parlato poi di sicura impugnazione della legge: «Lo ha riconosciuto lo stesso assessore al Personale, sappiamo tutti che stiamo andando oltre le nostre prerogative. Ci è stato detto che questo è l’unico modo per consentire l’avvio della campagna antincendio. Per questo non abbiamo chiesto i dieci giorni. Siamo fuori tempo massimo. Ciò che avverrà creerà ulteriori problemi a chi dovrà gestire l’Agenzia. Serve linearità e coerenza evitando di raccontare fuori cose che semplici non sono ma richiedono approfondimento e studio. Occorre lavorare per arrivare a una soluzione vera. Anche in questa partita il ruolo del presidente della Regione è mancato. La partita è complessa, riguarda 6000 lavoratori non può essere gestita in solitudine dagli assessori».

La presidenza della seduta è stata assunta dal vicepresidente Giovanni Antonio Satta.

Ha quindi preso la parola il consigliere Alessandro Solinas (M5S): «Siamo arrivati a questo punto a causa dell’inerzia della Giunta. La campagna antincendio è partita zoppa, lavoratori e lavoratrici chiedono risposte adeguate, le promesse non sono state mantenute. Il contratto dei dipendenti Forestas è fermo da 30 anni. C’era tutto il tempo per decidere, non lo si è fatto. Non è stato nemmeno reso noto l’elenco dei membri del Coran, la delibera non è ancora cliccabile». Solinas ha poi messo in evidenza i rischi a cui va incontro la macchina antincendio regionale: «Ci aspetta una delle più insidiose stagioni degli ultimi decenni. Le campagne sono state trascurate anche a causa del lockdown». Il consigliere penta stellato ha poi concluso il suo intervento criticando il modo di procedere della maggioranza: «La legge presenta molte criticità. Se si vuole essere maliziosi si può dire che è stato fatto per consentire di avviare la campagna antincendio e di subire l’eventuale impugnazione della legge a stagione ormai finita. La vicenda è nata male e rischia di finire peggio. Ora basta, i dipendenti Forestas meritano di avere la stessa dignità degli altri dipendenti regionali. Abbiate maggior rispetto dei lavoratori e dimostratevi degni della fiducia che avete ricevuto».

Anche Massimo Zedda (Progressisti) ha rimarcato i rischi di una campagna antincendio partita in ritardo: «Eppure gli esperti hanno segnalato che questa sarà tra le estati più calde della storia del pianeta. Sarebbe stato necessario avviare un serio ragionamento sul futuro di Forestas ma non lo si è fatto. Si è perso tempo, si è parlato di tutela della salute e di sicurezza, nulla è stato fatto per la campagna antincendio. Vi è stato sollecitato più vote, c’è stata una fuga senza fine dalle responsabilità. Proprio nel momento in cui ci sarebbe un motivo valido di urgenza mancano i provvedimenti. Sarebbe stato più utile emanare un decreto, concordato con i prefetti, per assicurare l’avvio della campagna antincendi. Invece si scarica sul Consiglio un provvedimento che non ci compete. La legge presentata con l’avvertenza che probabilmente sarà impugnata, serve solo a prendere tempo per avviare la campagna antincendi. Siamo sicuri che in assenza del Coran, ancora non nominato possiamo trattare questa materia? Il rischio è che per analogia si applichi lo stesso metodo ad altri settori. Si Sottovaluta, inoltre, il fatto che la legge non è supportato dalla relazione tecnico finanziaria dell’assessorato alla Programmazione, obbligatoria per legge. Ci sono  invece quelle non richieste dell’assessorato al personale e di Forestas. Il rischio è che la campagna antincendi non parta o possa partire in modo diversificato».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha ricordato in apertura quanto fatto per arrivare a un inquadramento del personale Forestas: «Nella scorsa legislatura è stata approvata la legge forestale, sono state disegnate grandi linee di intervento e data una prospettiva alta. Da quella legge quadro era stata scorporata la parte del personale, era stata rinviata per parecchi mesi e poi, su pressione del Consiglio regionale, fu dato mandato di  approvare il testo. C’è stata una presa di coscienza della maggioranza, una presa d’atto che un tema così importante non potesse essere trattato in quattro e quattr’otto. Per questo sono state varate due leggi che oggi costituiscono i capisaldi della materia. E’ passato un  anno dalle elezioni, ci aspettavamo che venisse data attuazione a quelle leggi». Deriu ha poi proseguito criticando il metodo utilizzato dalla maggioranza per risolvere l’emergenza rappresentata dal mancato avvio della campagna antincendio: «Siamo di fronte a una coazione di leggi attraverso un legge. E’ un utilizzo sbagliato dello strumento legislativo, sono le solite esecrabili leggine, scritte male con consapevolezza in cui si riconosce che ci sono problemi costituzionali, finanziari e ordinamentali. E’ un provvedimento amministrativo camuffato da legge. La legge dunque non può essere tale, perché non ha la caratteristica necessaria per normare durevolmente una materia. E’ una legge a scadenza, che rattoppa e arrangia, lascia fuori un gran numero di beneficiari. per questo non siamo d’accordo, non sugli scopi che si prefigge, ma per la modalità con la quale la maggioranza non ha voluto disciplinare la materia. Occorre riportare la trattativa nella sua sede naturale, lì deve essere trovata la soluzione». Deriu, infine, ha invitato la maggioranza a riflettere sui suggerimenti proposti dalla minoranza: «Abbiamo presentato un emendamento per lenire la disfunzionalità di questa legge che non raggiunge il 100% degli obiettivi che si prefigge. Anche se facciamo finta che la legge sia perfetta non funziona. Vediamo se la maggioranza riesce a proporre una soluzione, rabberciando la legge, una soluzione per garantire i diritti di tutti. Ci si rivolga alla totalità dei dipendenti senza fare discriminazioni. C’è una delicatezza economica e sociale che dovrebbe indurre tutti a una grande prudenza.  Quando istruite un provvedimento che non cura dovete essere consapevoli che il malato si ribellerà». (Psp)

Il consigliere Piero Comandini (Pd) riferendosi al ruolo di garante del presidente dell’Assemblea, ne ha sottolineato l’elemento che avrebbe dovuto contraddistinguere la qualità delle leggi e non rispondere alla maggioranza di provenienza. Si tratta di un provvedimento palesemente illegittimo, ha osservato, e questo non è corretto nei confronti del Consiglio e della stessa Agenzia, per l’importante funzione che svolge in una materia delicatissima come la lotta agli incendi ed in tante altre aree di intervento così come definite dalla legge forestale approvata nella precedente legislatura. La politica, secondo Comandini, avrebbe dovuto fermarsi appunto alla legge forestale e non invece avventurarsi in un testo pasticciato che parla di inquadramento “provvisorio” del personale, creando un precedente pericoloso per le altre Agenzie regionali, ed un quadro generale non di diritti e garanzie ma di “soggezione” alla parte politica di turno. Noi siamo favorevoli al regolare svolgimento della campagna antincendi, ha garantito l’esponente del Pd, ma utilizzando uno strumento appropriato e giusto, senza mettere lavoratori contro altri lavoratori.

Ha riassunto la presidenza il presidente Michele Pais.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai, dopo aver stigmatizzato le assenze nei banchi della maggioranza, ha riaffermato il ruolo centrale di Forestas nella difesa dell’ambiente e in generale nella Regione Sarda. Nella precedente legislatura si è cercata una via per inquadrare i lavoratori, senza eccezioni, in un nuovo contratto e questa è la strada maestra da seguire, una strada che l’attuale maggioranza ha abbandonato accumulando gravissimi ritardi a cominciare dal rinnovo del Coran, unico organismo incaricato di definire la contrattazione in un negoziato con le organizzazioni sindacali. Non siamo d’accordo, ha continuato Lai, all’ennesima soluzione transitoria che non risolve nulla e, peggio, crea forti disparità fra i dipendenti, molti dei quali perderanno in termini reali oltre 260 euro al mese. I lavoratori chiedono aiuto alle istituzioni, ha concluso il consigliere, ed il Consiglio deve essere all’altezza di questa richiesta, approvando magari alcuni emendamenti proposti dalla minoranza.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha criticato in apertura gli enormi ritardi della Giunta che hanno messo in pericolo il regolare svolgimento della campagna antincendi. Nel merito, ha evidenziato, non spetta al Consiglio fare contratti di lavoro, attraverso un provvedimento illegittimo che rappresenta una palese invasioni di campo rispetto alla contrattazione. La scelta che si doveva fare doveva essere quella e non altra, ha aggiunto Ganau, raccogliendo fra l’altro le indicazioni in questo senso provenienti dai sindacati. Ma oltre a questi rilievi, secondo il capogruppo del Pd, c’è quello fondamentale della scelta ancora una volta in solitario della maggioranza, che determina forti disparità all’interno del personale dell’azienda. Non ostacoleremo l’approvazione della legge, ha concluso, pur sapendo che sarà impugnata e che aprirà una nuova pagina di preoccupante incertezza.

Successivamente il Consiglio ha approvato per alzata di mano il passaggio all’esame degli articoli.

Prima della discussione dell’art.2, prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha annunciato che, vista indisponibilità della maggioranza, l’opposizione abbandona l’Aula. Per il M5S il consigliere Alessandro Solinas si è associato alla decisione, a nome del suo gruppo.

Subito dopo ha approvato i 3 articoli della legge. Approvati anche alcuni emendamenti proposti dalla maggioranza. In particolare, il n.3 che prevede l’entrata in vigore della legge subito dopo la pubblicazione nel Buras, il n.4 che autorizza l’Agenzia Forestas ad utilizzare l’avanzo di amministrazione ed il n.5 contenente una variazione fra due capitoli di spesa.

In sede di scrutinio finale, la legge è stata approvata con 30 voti favorevoli ed un astenuto.

In chiusura, per fatto personale, il capogruppo di Fdi Francesco Mura ha dichiarato che il suo gruppo non prende lezioni di coerenza da chi ha presentato una proposta di legge con contenuti identici a quella approvata poco fa.

Successivamente il presidente ha tolto la seduta. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio. (Af)

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