Nota stampa della seduta n. 56

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 56 Antimeridiana

Martedì 8 aprile 2025

Approvato con la risoluzione n. 1 il  DOCUMENTO N. 14/XVII/A “Programma regionale di sviluppo (PRS) 2024-2029; Il Consiglio si riunisce alle 17 La seduta è stata aperta dal presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini. Dopo le formalità di rito, il presidente ha aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: l’esame del  Documento N. 14/XVII/A. Programma regionale di sviluppo (PRS) 2024-2029. Il presidente ha dato subito la parola al relatore di maggioranza, il presidente della III commissione Alessandro Solinas (M5S). Nella sua relazione ha ripercorso le tappe dell’esame del testo in commissione, ricordando che “è stato licenziato dalla Terza Commissione permanente nella seduta del 27 marzo 2025 con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e il voto contrario dei gruppi di opposizione”. “L’esame del documento, unitamente al disegno di legge di stabilità per il 2025 (D.L.n. 85/S) e al disegno di legge relativo al Bilancio di previsione 2025-2027 (D.L. 86), è iniziato nella seduta del 13 marzo 2025 con l’illustrazione da parte dell’Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Nelle successive sedute, tenutesi nelle giornate del 19 e del 20 marzo, la Commissione ha audito quali portatori di interesse i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle categorie produttive, degli enti locali, delle università, del mondo finanziario e creditizio e del terzo settore, i quali hanno rappresentato le rispettive posizioni e istanze. Le Commissioni di merito, cui il documento è stato trasmesso in data 13 marzo 2025, hanno espresso il parere di competenza, richiesto ai sensi dell’articolo 33 bis, comma 1, del Regolamento interno, tra il 18 e il 25 marzo 2025. Nella seduta del 25 marzo 2025 la Commissione ha concluso la discussione generale sul provvedimento, approvato poi, senza modifiche, nella seduta del 27 marzo 2025. Il Programma regionale di sviluppo 2024-2029, che costituisce il documento di programmazione regionale con il quale vengono definite le strategie e le politiche da realizzare nell’arco della XVII legislatura, come illustrato dall’assessore della Programmazione, è suddiviso in quattro parti: Contesto, Ambiti strategici, strategie e obiettivi strategici, Monitoraggio dello stato di attuazione del PRS e dell’efficacia delle politiche, Le risorse finanziarie del programma”. Il testo, ha spiegato Solinas “individua dieci ambiti strategici sui quali la Regione intende intervenire attraverso azioni strutturali e mirate: Sanità e Salute; Politiche sociali; Buon lavoro; Conoscenza e Cultura; Governo del territorio; Ambiente e Paesaggio; Mobilità e Trasporti; Transizione energetica; Sviluppo economico e sociale; Nuovo Sistema Sardegna”. Il relatore ha continuato: “Per ogni ambito strategico di intervento sono state definite strategie e obiettivi strategici. Tra gli obiettivi che la Regione intende raggiungere da qui al 2029 si evidenziano, per importanza e significativo impatto sul tessuto economico e sociale, i seguenti:  Sanità e Salute: rafforzare razione dei medici di base e l’integrazione tra assistenza territoriale e ospedaliera; ridurre le liste d’attesa e riorganizzare il centro unico di prenotazione (CLIP); attivare l’Ospedale dei bambini; attenzione ai lavoratori della sanità; potenziamento dell’accesso alle cure e della prevenzione; Politiche sociali: adozione di un piano straordinario di manutenzione degli edifici Area in uso a persone in condizioni economiche disagiate; rafforzamento del Reddito di inclusione sociale (Reis); psicologo di base e per le scuole; interventi efficaci di prevenzione della violenza sulle donne e presa in carico delle vittime; Buon lavoro: riqualificazione professionale dei soggetti disoccupati; bonus di sostegno al lavoro dignitoso, con premialità previste per le piccole e medie imprese (PMI) che si adoperino nell’offrire lavoro tutelato, adeguatamente retribuito e duraturo; incentivare il rientro dei lavoratori (sardi e non) con alte qualificazioni e specializzazioni e favorire contestualmente lo sviluppo tecnologico, scientifico e culturale della nostra regione (c.d. “rientro dei cervelli”); Conoscenza e Cultura: diritto allo studio, politiche a favore dei disabili, borse di studio e abbattimento del costo degli affitti, dei libri e dei trasporti; sostegno ai settori cinema, teatro, musica e cultura; legge quadro sull’istruzione;  Governo del territorio: aggiornamento del Piano paesaggistico regionale (PPR) con stanziamenti per progetti di sviluppo urbano sostenibile e di rigenerazione urbana e per le aree interne dell’lsola; Ambiente e Paesaggio: efficientamento delle risorse idriche; interventi di mitigazione del rischio idrogeologico; conservazione e tutela degli ecosistemi costieri; realizzazione della nuova scuola forestale a Nuoro; realizzazione della cittadella della Protezione civile; Trasporti e reti tecnologiche: nuova continuità territoriale; aiuti sociali per il trasporto aereo e nuove rotte aeree; realizzazione di nuovi tronchi di rete ferroviaria (Abbasanta – Nuora e Nuora – Olbia); messa in sicurezza e la manutenzione delle strade; Transizione energetica: istituzione dell’Agenzia energetica regionale; incentivi alla produzione di energia rinnovabile e per la realizzazione di comunità energetiche; interventi per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati; Sviluppo economico e sociale sostenibile: interventi per l’attrazione degli investimenti e la competitivita; misure di sostegno per produzioni agricole, alimentari, forestali e la pastorizia; azioni per lo sviluppo industriale, l’economia del mare (pesca, ambiente, portualità, turismo), l’internazionalizzazione, promozione, e valorizzazione dell’immagine della Sardegna; valorizzazione del settore dell’artigianato artistico; e infine,  Nuovo Sistema Sardegna: riforma dello Statuto, revisione della Legge statutaria, della legge elettorale, della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1 (Norme sull’organizzazione amministrativa della Regione sarda e sulle competenze della Giunta, della Presidenza e degli Assessorati regionali) e della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell’organizzazione degli uffici della Regione) in materia di organizzazione della Regione; regia unitaria della programmazione per la gestione e l’impiego dei fondi provenienti da diverse fonti di finanziamento”. Nei due allegati, l’Allegato tecnico e l’Allegato indicatori, ha spiegato che sono contenute “rispettivamente, le linee di azione progettuale individuate ai fini dell’attuazione del programma e gli indicatori di output (capacità dei prodotti e dei servizi erogati di essere adeguati alle finalità perseguite) e di outcome (impatto che il programma di spesa, insieme ad altri enti e a fattori esterni, produce sulla collettività e sull’ambiente). l valori degli indicatori sono stati calcolati in ragione della dotazione finanziaria esistente e delle linee progettuali individuate e saranno monitorati e rimodulati in occasione dell’aggiornamento annuale attraverso il Documento di economia e finanza regionale (DEFR). Il PRS non si limita, quindi, a individuare ambiziosi obiettivi di sviluppo in campo economico, sociale e territoriale, ma si propone di attuarli attraverso un processo che, da un lato, prevede l’utilizzo unitario ed efficace di tutte le risorse disponibili, così da facilitare la massima complementarietà tra risorse regionali e statali, fondi strutturali e risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e, dall’altro, un sistema innovativo di misurazione e valutazione dei risultati ottenuti dall’Amministrazione in termini dì prodotti erogati e impatti raggiunti”. Solinas ha poi concluso ricordando che è trascorso un anno e quattro giorni dall’insediamento del Consiglio e della Giunta regionale e “se si ripercorrono i punti che ho elencato nella relazione di maggioranza, si può scorgere l’azione portata avanti da questa Giunta nell’ultimo anno” dalle comunità energetica alle risorse stanziate con la legge per le aree idonee, ma anche, ha continuato la vertenza con lo Stato portata avanti dalla Giunta. “Vista l’importanza e la condivisibilità dei punti e dei traguardi contenuti all’interno di questo Piano regionale di sviluppo, se ne auspica una quanto più celere e condivisa approvazione da parte di quest’Aula”, ha concluso Solinas. Per la relazione di minoranza è intervenuto il vice presidente della III commissione, Giuseppe Talanas (FI), che non ha gradito la retorica e la conclusione del presidente Solinas, recepita come un rimprovero per la minoranza. “Ci soffermiamo – ha detto Talanas – solo un attimo per fare riferimento a quanto emerso sulla stampa in merito all’approvazione da parte della Giunta regionale del suddetto Piano regionale di sviluppo (PRS) “…un cambiamento epocale rispetto al passato”.  Quindi quello che abbiamo fatto noi non andava bene e va bene quello che state facendo con quattro mesi di ritardo. Molto bene, direbbe un qualsiasi lettore estraneo alla nostra realtà regionale. Ma noi consiglieri regionali, chiamati nell’Aula della massima Assemblea sarda ad esaminare e approvare tale documento, ci rendiamo conto che, dopo più di un anno di “rodaggio”, la maggioranza che governa la Sardegna ha dimostrato di saper produrre solo delle promesse che sono però lontane dal poter essere realizzate concretamente”. Talanas ha poi proseguito: “Entrando nel merito, iniziarne esaminando quella che oggi, come da sempre, è la principale causa di preoccupazione per i cittadini Sardi: la sanità. Nel redigere il presente documento riportiamo alcune delle frasi che emergono in questo periodo anche sulla stampa: “Medici di base, il sistema collassa; bandi deserti e ambulatori vuoti nei paesi; i medici scappano; liste d’attesa infinite; carenza di personale; servizi inadeguati; serve un cambio di rotta”. Non sono, si badi bene, considerazioni della controparte politica, ma affermazioni dei rappresentanti di categoria, operatori quotidianamente impegnati in prima linea nell’erogazione di servizi socio-sanitari e anche tutti i privati cittadini che sperano in una sanità migliore. Il documento in esame quest’oggi presenta un Piano di sviluppo dentro un range temporale di cinque anni, con la consapevolezza che quasi due sono già trascorsi senza che si possa intravedere una, seppur piccola, luce in fondo al tunnel. Negli animi dei cittadini sardi la flebile fiammella di speranza si sta inesorabilmente spegnendo, visto che l’ultima riforma in ambito sanitario, presentata anch’essa come “epocale”, non risolve i veri problemi sopra citati della sanità. Leggiamo nel documento: “sarà favorito il coinvolgimento diretto dei professionisti sanitari nelle decisioni, cliniche ed amministrative, così da aumentare l’efficienza complessiva, superare i limiti burocratici mediante una gestione trasparente, tale da favorire una maggiore condivisione dei problemi e delle soluzioni”. Un auspicio, questo, che è stato ampiamente disatteso malgrado, durante le audizioni nelle varie Commissioni, i portatori di interesse abbiano rilevato lacune dell’ultima riforma. Infatti, si è voluto proseguire con i paraocchi e i paraorecchie.  La quasi certa bolla di incostituzionalità della riforma sanitaria, alla fine produrrà l’ennesima legge annullata. Nel documento leggiamo che “la crisi pandemica avrebbe richiesto piuttosto un rafforzamento delle strutture ospedaliere ed un maggiore coordinamento tra i diversi livelli di assistenza, territoriale e ospedaliera”, ma nella realtà quotidiana non si riesce a stabilizzare operatori sanitari e amministrativi che durante il Covid hanno dedicato anima e corpo all’emergenza”. Talanas poi si sofferma sul punto denominato “II buon lavoro”: “sorprende il dato sul trend di fuga dei laureati e delle nuove generazioni. A subire questo fenomeno sono soprattutto i piccoli centri, in particolar modo quelli delle zone interne. Malgrado ciò, nella tabella tecnico-finanziaria troviamo un miserrimo stanziamento di appena 5 milioni di euro per la “Promozione della vita nei piccoli centri”.  Ci saremmo aspettati – ha continuato – molta più attenzione anche riguardo le politiche culturali e della pubblica istruzione, in particolare sulla difesa delle sedi di istruzione secondaria superiore. Assistiamo inermi alla chiusura di importanti presidi, dai licei agli istituti alberghieri e professionali che sino a ieri costituivano importanti punti di riferimento di diversi centri e territori dell’interno. Nelle tabelle economiche del PRS non troviamo nulla di significativo riguardo a ciò. Così come sono assenti i tanto attesi interventi per i centri storici, che subiscono una decadenza e un abbandono perché non sufficientemente sostenuti da politiche che tornerebbero tanto utili anche in un’ottica di sviluppo dell’industria turistica e dell’accoglienza, oltreché della salvaguardia architettonica di un patrimonio di enorme importanza culturale e identitaria”.  Il relatore si è soffermato anche sull’Einstein Telescope e ha aggiunto: “A riguardo rileviamo inoltre la mancanza di un’ampia visione per dare maggiore impulso a tutto il territorio interessato al progetto scientifico europeo “Einstein Telescope”. Non è una mera critica ma una segnalazione che facciamo alla maggioranza. Data l’universalmente riconosciuta importanza sotto numerosi profili strategici e di sviluppo (non solo di ricerca scientifica, infrastrutturale e in ambito universitario, ma anche turistico ed economici produttivi che interagiscono con l’accoglienza in generale) ci attendevamo un interesse maggiore all’interno del documento dedicando un apposito capitolo a favore delle comunità e degli operatori attivi nel territorio che insiste intorno al sito di Sos Enattos. Ormai l’Einstein – ha detto – sta diventando una certezza”. Sul piano Salva casa ha poi aggiunto: “Siamo in ritardo di almeno un anno sul recepimento del piano “Salva casa” e, come accennato sopra, malgrado nel piano ritroviamo un indirizzo generale sulle politiche di rigenerazione e sviluppo urbano, nel particolare riscontriamo poca attenzione per contrastare il degrado dei centri storici nei paesi.  Così come appare sproporzionata, con un gap troppo grande sempre a svantaggio delle aree periferiche, la programmazione per il sistema trasporti e mobilità. A fronte di uno stanziamento totale di 7 miliardi e 400 milioni per infrastrutture, crediamo che quelli destinate alla percorribilità per migliorare i collegamenti da e per l’interno dell’lsola non siano assolutamente sufficienti. Percepiamo un forte sbilanciamento, l’ennesimo, a favore delle aree metropolitane a discapito di quelle rurali che, se non verranno adottate misure specifiche e finanziariamente più robuste, subiranno sempre più un gap di crescita e si accentuerà quel travaso demografico conosciuto come fenomeno “ciambella” e la conseguente desertificazione del centro Sardegna”. Sulla continuità territoriale ha poi proseguito: “Ci appare inoltre esiguo lo stanziamento di 388 milioni in aumento per il quinquennio 2025-2029 da destinare alla continuità territoriale, non sufficienti comunque ad impostare una seria e più ampia visione di sviluppo dei trasporti aerei per chi volesse raggiungere l’isola durante tutti i 12 mesi dell’anno e non esclusivamente per i 3 o 4 mesi estivi. A fronte di una costante crescita di interesse verso la Sardegna quale destinazione turistica all’interno del bacino del Mediterraneo, non ne potremo mai cogliere appieno le potenzialità e i vantaggi in termini di Pil finché non ragioneremo come centro motore autonomo, così da avere nel futuro una maggiore libertà di manovra per i collegamenti”. Sull’ultimo punto ha aggiunto: “Pertanto riteniamo che il “Nuovo Sistema Sardegna” proposto con il Piano Regionale di Sviluppo 2024-2029, è lacunoso sotto molti aspetti, in particolare in quello determinante dell'”azione”, che trasforma le idee e le proposte in atti reali e quindi, in risultati concreti. Riteniamo ci sia anche una discrasia tra le parti del documento che presentano i vari settori di intervento in termini teorici e le schede tecniche-economiche che dovrebbero poi dare gambe agli interventi. Continueremo perciò a vigilare su entrambe, analizzando le proposte, i progetti e gli indirizzi e verificando poi l’effettiva realizzazione degli stessi, sempre nel solo ed esclusivo interesse dei sardi e della Sardegna”. Per Talanas, comunque, nulla è perduto e c’è ancora la possibilità, con i giusti tempi, di colmare le lacune di questo testo. Il relatore ha sottolineato, in conclusione, che il compito di tutti è quello di governare bene la Sardegna e programmare le risorse per raggiungere obiettivi importanti. E’ quindi intervenuta la consigliera del gruppo Misto, Alice Aroni, che ha criticato l’atteggiamento della Giunta e il documento definito a “spot” e ha auspicato che sia l’occasione per avere un dibattito aperto, con un’attenzione per la minoranza nei confronti della quale finora c’è stato “un atteggiamento antidemocratico”. Per Aroni il testo, arrivato in aula con quattro mesi di ritardo, non presenta idee concrete per realizzare azioni a favore del popolo sardo. La consigliera parla di un testo scarno, che non esprime un’idea di sviluppo ma elementi slegati tra loro frutto dei “desiderata presidenziali”. La parola che dovreste usare, ha detto, è rispetto nei confronti degli stakeholder e dei sindacati. “Siamo noi che resistiamo al vostro comportamento antidemocratico”, ha aggiunto. Aroni ha chiesto a cosa siano destinate le risorse per transizioni energetica e ha chiesto più attenzione per la mobilità e le infrastrutture, sottolineando l’urgenza di intervenire sulla situazione viaria, specialmente nell’area di Cagliari. La consigliera ha evidenziato, infine, la difficoltà di riscontrare in questo teso una coerenza e un disegno strategico complessivo. Per il consigliere di FdI, Fausto Piga “il tempo dello scaricabarile è finito” e ha parlato di una legislatura che deve iniziare a risolvere i problemi della Sardegna. “Oggi continueremo a ripetere le cose che diciamo da quattro mesi perché da quattro mesi voi state facendo sempre gli stessi errori”. Piga ha accusato la maggioranza “di una politica irresponsabile e incosciente”, che ha lasciato per quattro mesi la Sardegna senza un bilancio. “Non succedeva da 12 anni”. Piga ha poi proseguito: “Preciso che l’opposizione non sta facendo ostruzionismo, l’ostruzionismo ve lo state facendo da soli” e ha ricordato che l’opposizione aveva proposto di approvare subito una Finanziaria tecnica, perché erano evidenti le difficoltà all’interno della maggioranza. Piga ha poi spiegato che anche se la Finanziaria sarà approvata ad aprile, prima di giugno non sarà possibile avere una macchina regionale con capacità di spesa. “Un ritardo devastante, mezzo anno se ne è andato e questo ritardo ricadrà sui Comuni e sui  cittadini”. Sul Prs, Piga ha detto che sembra scritto molto velocemente, senza prospettiva di cambiamento, con molta retorica e poca concretezza e ha chiesto chiarezza sui 30 milioni di euro per la gestione del sistema aeroportuale. Alessandro Sorgia (Misto) si è detto profondamente contrario a questo documento. Il consigliere ha definito il Prs un “testo debole, fumoso e privo di quella concretezza che i sardi meritano”, ma anche “un documento astratto lontano dai problemi reali”. I temi  generali sono condivisibili, ha proseguito, ma manca un piano operativo chiaro, mancano cifre e un crono programma. “È un lungo elenco di buone intenzioni”. Critico sulla mancanza di soluzioni per migliorare la situazione in cui versa la sanità sarda: “Nel documento non troviamo un piano straordinario per il personale sanitario, non troviamo strategie per valorizzare la medicina territoriale, non troviamo nemmeno investimenti dettagliati per l’ammodernamento delle strutture”. Critico anche sul tema “Mobilità e trasporti”: “Ci si dimentica che la continuità territoriale sarda è al collasso”, definendo Aeroitalia non all’altezza. Sorgia ha poi parlato della necessità di potenziare i trasporti su rotaie. Sulla transizione energetica, per il consigliere “non si va oltre le buone intenzioni” e ha chiesto “dove siano le garanzie e i paletti per evitare le speculazioni?”. Critico anche sul tema del lavoro: manca un piano contro il precariato, la disoccupazione giovanile, il sostegno ai piccoli imprenditori e al contrasto della dispersione scolastica. Per Sorgia si tratta soltanto di un documento autoreferenziale, non condiviso da nessuno, redatto senza il coinvolgimento delle parti sociali e dei tavoli permanenti. “Siamo in presenza di un’opportunità mancata” e ha invitato la maggioranza a non approvarlo per poterlo migliorare. Per Franco Mula (FdI) sembrano “le dichiarazioni programmatiche bis”. Il consigliere si è soffermato sulla necessità di snellire la burocrazia affinché le leggi approvate dal Consiglio regionale vengano subito applicate. Mula ha anche detto che bisogna avere il coraggio di mettere le persone giuste nei posti giusti e spostare chi non funziona. Sul lavoro ha detto che questa maggioranza non sta creando occupazione stabile. Critico anche sulla riforma sanitaria, che è stata approvata senza risorse. Per Mula manca “il riequilibrio territoriale” e ha annunciato di aver presentato un emendamento a sostegno delle aree in sofferenza come il Nuorese, soprattutto per quanto riguarda l’abbattimento liste d’attesa e la specialistica ambulatoriale. Si è detto deluso anche per la “Salva Casa”. Dai primi approcci in commissione, ha detto, stiamo recependo soltanto una piccola parte il decreto 380 e ha ricordato che si tratta di interventi di piccola entità. “Quale è la vostra idea per salvare le nostre zone interne?”, ha chiesto. Pensavamo che nel Prs ci fosse qualcosa di innovativo, ha detto, ma non c’è nulla di tutto questo, ha concluso. (Eln) Giudizio negativo anche da parte dal capogruppo dei Riformatori Umberto Ticca : «E’ passato un anno dall’insediamento della Giunta regionale e le risposte ancora tardano ad arrivare. Il documento in discussione dovrebbe disegnare lo sviluppo economico della Sardegna, invece siamo davanti a un testo che si limita a descrivere senza programmare. Manca concretezza. In questo primo anno ci sono state due leggi che ambivano ad avere un ruolo significativo: la legge sulle aree idonee e la riforma sanitaria. Una è stata impugnata, l’altra avrà la stessa sorte». Secondo Ticca, occorre stabilire delle priorità: «La prima cosa da fare era approvare la legge finanziaria, invece si è scelta un’altra strada. Ora che la manovra arriva in Aula leggiamo un testo senza ambizione». Ticca è poi entrato nel merito del Piano regionale di sviluppo: «Si legge che in materia di sanità si vogliono ampliare le funzioni di Ares. Si dice poi che si vuole riorganizzare la rete ospedaliera ma ci sono solo provvedimenti ordinari mentre servirebbe un intervento radicale. I temi vanno affrontati con coraggio, con le risorse adeguate e, se occorre, anche con scelte scomode». Stesso giudizio sugli interventi antispopolamento: «Non bastano gli slogan, servono misure concrete per favorire l’accesso alla casa, gli incentivi per l’imprenditoria giovanile, il potenziamento dei servizi. Non c’è nessuna strategia per trattenere i giovani in Sardegna». Sulle politiche energetiche, Ticca ha ribadito la necessità di ascoltare i territori a partire dall’esame della legge di iniziativa popolare Pratobello 2024. Anche Francesca Masala (FdI) ha espresso preoccupazione per il provvedimento presentato dalla maggioranza: «Nella sua impostazione dovrebbe avere un obiettivo ambizioso, invece è un documento grigio, scollegato dai reali bisogni del territorio e incapace di dare una prospettiva di sviluppo». Secondo Masala, siamo di fronte a un documento “tecnico” e “sterile”: «Manca una bussola, una direzione, manca soprattutto il coraggio». La consigliera di Fratelli d’Italia si è poi soffermata sulle misure in materia di agricoltura: «Un settore strategico viene trattato con sufficienza, si parla di fondi e assegnazioni ma non c’è una strategia, Non basta distribuire risorse, serve una visione generale con una direzione forte da parte della Regione». Stesso discorso per la “cultura del territorio”: «Abbiamo un patrimonio archeologico immenso, ma non c’è nessuna indicazione su come valorizzarlo. Una terra come la nostra con una cultura millenaria meriterebbe un altro trattamento». Masala si è poi soffermata sulle emergenze dalla sanità: «Anche in questo settore manca un piano sanitario per garantire l’accesso alle cure e una più equa distribuzione dei servizi sanitari». Chiusura , infine, dedicata ai trasporti: «Non c’è nessun intervento strutturale per i trasporti marittimi e i collegamenti aerei, tanto meno per garantire la mobilità interna. Il documento è l’emblema di una politica che non sceglie». Per Piero Maieli (Forza Italia): «La legge finanziaria dovrebbe servire a riequilibrare le risorse, invece i territori vengono divisi da chi probabilmente non conosce la realtà sarda. Come è possibile giustificare un taglio di risorse alla Asl di Sassari mentre nessun taglio è previsto per Cagliari? Se questa operazione la si fa in ambito sanitario si rischia di penalizzare i cittadini». Critico anche Stefano Tunis (Sardegna al Centro – Venti/20): «Manca una visione di sistema – ha detto l’esponente della minoranza – ricordo nella mia legislatura che ci trovammo a discutere dell’aeroporto di Alghero quando l’allora assessore Deiana propose la privatizzazione dello scalo. Io mi opposi. Si facevano, nello stesso periodo, offerte al ribasso anche per altri aeroporti sardi come Cagliari. Si capiva che l’obiettivo era mettere le mani su scali più appetibili. Quella scelta non aveva senso se proiettata su Alghero, gli obiettivi erano altri. Porto questo esempio di circa 10 anni fa per evidenziare una strategia che si è sviluppata negli anni. Ora si chiede alla Sardegna di entrare nella partita della privatizzazione dell’aeroporto di Cagliari con 30 milioni di euro. Questa operazione necessità di maggiore trasparenza». Tunis ha poi parlato di un altro punto: «C’è il tema del buon lavoro. Si dice che 5mila giovani lasciano la Sardegna ogni anno. Mi viene male considerare vivace un’economia che sconta sul piano industriale l’alto costo dell’energia e l’assenza del fattore umano. Per non parlare dell’edilizia che attende ancora la conversione del decreto “salva –casa”. Per non parlare del mondo dei servizi che non attraversa certo un momento facile». Gianni Chessa (Forza Italia) ha parlato di un documento con una visione diversa rispetto a quella della minoranza: «Noi lo avremmo scritto in modo diverso – ha detto Chessa – è un testo farraginoso e confuso, disarticolato e disconnesso dalla realtà. Non c’è un’idea della Sardegna. Si dice di voler portare al 12 per cento l’incidenza del settore turistico sul Pil ma poi non c’è una strategia per lo sviluppo delle zone costiere. Manca anche un piano per le zone interne. La nostra Giunta mise 100 milioni di euro per il sostegno alle imprese, voi ne prevedete solo 10». Secondo Chessa nel programma regionale di sviluppo manca una regia per gli investimenti: «C’è bisogno di un quadro chiaro costi-benefici – ha detto – bisogna investire sui collegamenti interni e sulla mobilità esterna». Chessa ha poi rivolto un invito alla maggioranza: «Noi abbiamo buone idee. Se non le si vogliono ascoltare significa che dall’altra parte c’è arroganza. La prima regola della politica è saper ascoltare». Di diverso avviso il consigliere Gianluca Mandas (M5S) secondo cui il Psr conferma  gli impegni assunti dalla maggioranza con gli elettori: «Il documento ci fornisce dati tragici: 8.5o0 sardi lasciano ogni anno la Sardegna, il tasso di povertà è del 12 per cento, il 24, 3 per cento dei ragazzi non termina gli studi, il 55 per cento dei sardi tra i 25 e i 65 anni non ha un titolo di studio. Questa è la fotografia  per la quale nessuno può dare lezioni. Noi non siamo lontani dalla società. vogliamo invertire questa tendenza. Per la prima volta si parla di decarbonizzazione della Sardegna, di potenziamento della sanità territoriale (con la telemedicina e l’intelligenza artificiale), di agenzia per l’energia e piano dei trasporti, di innovazione industriale e altro. E’ tutto scritto nero su bianco». Mandas ha poi ricordato che il documento introduce importanti risorse per l’imprenditoria giovanile e femminile: «La Sardegna ha grossi problemi, dobbiamo impegnarci per cambiare le cose. Siamo la Regione che immette in atmosfera più sostanze nocive in Europa. Abbiamo la responsabilità di intervenire». Il Consigliere della maggioranza ha infine sottolineato gli impegni per la sanità e l’acqua pubblica così come per il diritto alla mobilità: «Stiamo lavorando sulla nuova continuità territoriale, sul riordino edilizio e sulla produzione di energia – ha rimarcato Mandas – non è vero che le leggi approvate non hanno prodotto risultati. Finora non sono stati autorizzati nuovo impianti di produzione da fonti rinnovabili». Per Cristina Usai (Fratelli d’Italia) il documento in discussione: «E’ un libro dei sogni. Si fa un’analisi di 10 ambiti strategici. Si parla, per esempio, di riordino della sanità ma se davvero fosse stato questo l’obiettivo occorreva approvare prima la manovra finanziaria». Secondo Usai, nessuno può contestare i buoni propositi della maggioranza: «Non si capisce però quale sia l’idea della Sardegna. Di concreto si vede ben poco. La manovra finanziaria arriva in aula in notevole ritardo. La cosa che mi lascia più perplessa è la mancanza di interazione nella maggioranza. Sembra quasi che l’Aula sia affetta da un mutismo selettivo. Con il vostro silenzio state mortificando il vostro ruolo». (Psp) Dopo l’on. Usai ha preso poi la parola il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, che ha detto: “Davanti al quarto mese di esercizio provvisorio non basta la bravura dell’assessore Meloni a colmare ritardi che sono dovuti da scelte della maggioranza e della presidente. Compresa la riforma sanitaria, che avete votato soltanto pe tentare di mandare a casa i manager. E presto questa legge sarà dichiarata costituzionalmente illegittima”. L’oratore ha attaccato la Giunta anche sui temi del lavoro, del piano casa e dei trasporti. E sugli oss ha detto: “Contestiamo i cantieri, che stanno provocando l’annullamento delle graduatorie dei concorsi”. Per il consigliere Antonello Peru (Sardegna al centro) “il Programma regionale di sviluppo non centra l’obiettivo dello sviluppo di questo territorio perché un modello standardizzato non è possibile per tutta la Sardegna. Il peccato originale è che avete scritto un bel sogno che non può essere attuato perché le zone interne sono le zone fragili e condannano alla povertà la Sardegna.  C’è un divario infrastrutturale da colmare, una vertenza seria con lo Stato per pareggiare i conti con noi. Altrimenti tra quindici anni non ci sarà più un giovane nelle zone rurali”. Peru ha proseguito rivolto alla Giunta: “Serve coraggio per centrare l’obiettivo”. Dai banchi di FdI l’on. Rubiu ha detto: “Questo Consiglio annoiato e distratto non merita di discutere il Programma regionale di sviluppo. A distanza di un anno non avete centrato, nemmeno parzialmente, un solo obiettivo perché vivete in un mondo parallelo e non conoscete i problemi delle imprese e delle famiglie. I vostri sono slogan e proclami che non porteranno nulla alla Sardegna”. L’on. Truzzu (FdI) ha voluto “tributare un riconoscimento al soldato Mandas, al quale contesto l’enfasi verso i documenti di programmazione e il Prs: si tratta di documenti rispetto ai quali non si può essere contrari ma la realtà è che non si realizzano certo in cinque anni”. L’ex sindaco di Cagliari ha ricordato i provvedimenti legislativi assunti in questo anno di governo e ha aggiunto che “presto li vedremo tutti impugnati, compreso il salva casa che entrerà in Aula dopo la Finanziaria. Davvero mi chiedo se pensate seriamente di fare tutto quello che è scritto in questo programma? Eppure da dicembre cercate di nominare un segretario generale e manco quello riuscite a fare. Non è il sistema che ha attivato gli anticorpi ma siete voi che vi state sabotando”. Ha preso poi la parola la presidente Todde: “Ho assunto questo impegno pensando che la Sardegna abbia bisogno di speranza e non di pessimismo e indolenza. E poi ha bisogno di rispetto, che è il contrario dello sfruttamento che abbiamo subito spesso. Dobbiamo ora convertire le linee programmatiche in azioni concrete a favore dell’intero territorio della nostra isola. Ci siamo prima concentrati sugli obiettivi e poi sul modo di realizzarli”. Per la presidente “in passato si dava poca attenzione o nulla al Programma. Di certo non siamo indifferenti all’urlo di dolore dei sardi e per questo abbiamo adottato la riforma della Sanità i cui effetti si vedranno di certo nei prossimi cinque anni”. Todde ha annunciato un piano regionale dei trasporti  e ha detto: “Se è vero che siamo in ritardo sulla Finanziaria è anche vero che abbiamo fatto due variazioni di bilancio e liberato 800 milioni bloccati”. Per la presidente “c’è un punto sostanziale da ricordare e cioè che le risorse regionali erano bloccate e oggi abbiamo risorse importanti per investimenti pubblici ma il contesto internazionale ci parla di recessione. Dobbiamo usare ogni euro per lo sviluppo dei nostri territori”. Il presidente Comandini ha annunciato che sul Prs è stata presentata la risoluzione 1. Per l’on. Piga (FdI) “non sono in discussione i buoni propositi ma non basta dire che la sanità deve essere migliore né che siete a favore della mobilità dei sardi”. Talanas (Forza Italia) ha annunciato il voto contrario e così Peru: “La presidente Todde non ci ascolta e inizia col diminuire il fondo unico per gli enti locali. Questa è incoerenza e voterò contro”. Per Antonio Spano (Pd) “siamo davanti a un cambiamento radicale e c’è tanta concretezza nel Prs. Invito la Giunta ad andare avanti considerando i cambiamenti di contesto generati dalla guerra commerciale”. Sempre per dichiarazioni di voto l’on. Pizzuto (Sinistra futura) ha detto: “E’ settimane che vi ascoltiamo, anche nell’elaborazione del vostro lutto”. Il voto favorevole di Alleanza Verdi sinistra è stato annunciato da Maria Laura Orrù. (C.C.) Voto contrario è stato annunciato dal consigliere Franco Mula (FdI), che ha invitato la presidente della Giunta a riferire in Aula sul progetto di privatizzazione degli aeroporti e ha auspicato garanzie sul riequilibrio territoriale in materia di sanità. A favore del Prs si è detto il capogruppo di Oc, Sandro Porcu, che ricrodato i titoli delle cronache giornalistica del finale della passata legislatura ha affermato: «Dopo un anno alla guida della Regione non si può chiedere a questa Giunta e all’attuale maggioranza di risolvere tutti i problemi della sanità e della Sardegna». Favorevole anche il presidente della commissione Bilancio, Alessandro Solinas (M5S): «Col Prs vogliamo misurare i traguardi da raggiungere in questa legislatura e lo stanziamento di 30 milioni per le gestioni aeroportuali è una scelta politica consapevole». A favore la dichiarazione di voto di Giuseppino Canu (Sf): «Ho fiducia nella presidente e se il Prs è un libro dei sogni, i sardi hanno ancora in mente il libro della vecchia legislatura e sono terrorizzati che si possa tornare come allora». Contraria la dichiarazione di Stefano Tunis (S 20Venti): «L’intervento della presidente ha ricompattato l’espressione di voto del nostro gruppo e ridato fiato ad alcuni consiglieri della maggioranza che aspettavano l’incoraggiamento alla parola». A favore Valdo Di  Nolfo (UpT) che ha parlato di cambiamento radicale riferendosi alle politiche regionali e introdotto, tra le polemiche dei consiglieri della minoranza, le difficoltà del contesto internazionale quando ha affermato “che i dazi di Trump, sostenuti dalla Meloni, metteranno in ginocchio l’agroalimentare sardo”. Favorevole, il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus: «Il Prs è la mappa del viaggio, il percorso al quale tendere con gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere a inizio legislatura, ma il nostro non sarà un viaggio semplice perché non viviamo nel migliore dei mondi possibili». Contrario, il capogruppo di FdI, Paolo Truzzu che ha posto l’accento sulla legge della sanità recentemente approvata, definendola “un manifesto della superficialità e una risposta propagandistica davanti ai seri problemi che l’affliggono”. La risoluzione per l’approvazione del Piano regionale di sviluppo ha avuto dunque il via libera con scrutinio nominale: 55 votanti; 34 sì e 21 no. Il presidente Comandini ha quindi dichiarato conclusi i lavori e annunciato la convocazione dell’Aula alle 17, preceduta alle 16.30 dalla riunione della conferenza dei presidenti di gruppo. (A.M.)
Condividi: