Nota stampa della seduta n. 44

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 44 Antimeridiana 

Lunedì 18 febbraio 2025

Il Consiglio regionale rinvia in Commissione il Testo unificato n.35 sulla tutela della fauna sarda per l’esame degli emendamenti.

Approvata la proposta di legge n.50 “Disposizioni sulla classificazione dei comuni capoluogo di provincia ai fini dell’assegnazione dei segretari comunali”

Decadenza presidente della Regione. Il Consiglio approva la mozione n.35 per la presentazione del ricorso della Regione  per conflitto di attribuzioni tra enti dinnanzi alla Corte Costituzionale.

Cagliari 18 febbraio 2025 – La 44^ seduta della XXVII^ legislatura si è aperta sotto la presidenza del presidente Piero Comandini che dopo le formalità di rito ha comunicato la sospensione dei lavori, per dar luogo ad una riunione della conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente, dando seguito alle risultanze della capigruppo, ha annunciato la discussione del testo unificato N. 35-43 “Tutela, conservazione e valorizzazione della flora autoctona della Sardegna” ed ha concesso la parola alla relatrice della maggioranza, Maria Laura Orrù (AVS) che, in apertura del suo intervento ha definito “storico” il momento politico, riferendosi all’auspicata approvazione all’unanimità del testo di legge che ha come obiettivo la tutela, la conversazione e la valorizzazione della flora autoctona dell’isola.

La capogruppo di Alleanza Verdi Sardegna ha quindi ricordato come la Regione sarda sia l’unica, tra quelle italiane, a non beneficiare di norme apposite e specifiche, ribadendone l’urgenza e la necessità in un tempo che è considerato “cruciale per arrestare la perdita della nostra biodiversità”. A rischio – ha affermato l’onorevole Orrù – centinaia di specie, con le attività umane che continuano a minacciare i nostri ecosistemi. «Servono investimenti per realizzare una Sardegna più verde, innovativa e inclusiva – ha concluso – perché se è vero che la biodiversità è fondamentale per la salute dell’ecosistema e delle nostre comunità e che serve restituire alla terra la sua salute, è altrettanto vero che distruggere la nostra natura significa distruggere anche la nostra economia».

La relatrice della minoranza, Cristina Usai (FdI), ha evidenziato l’importanza della flora autoctona nel mantenimento degli ecosistemi e ha posto l’accento sulle problematiche derivanti dalla distruzione degli habitat e dall’introduzione di specie invasive. L’onorevole Usai ha quindi sottolineato la necessità di collaborazione tra enti pubblici, comunità locali e istituzioni scientifiche per promuovere la sostenibilità e l’educazione ambientale. Non è mancato il riferimento alla cosiddetta “biopirateria”, ovvero lo sfruttamento illegale delle risorse naturali e delle conoscenze tradizionali, con danni economici e culturali per il territori, a cui ha fatto seguito l’analisi puntuale delle previsioni normative ad incominciare dai divieti, le esclusioni, le sanzioni e l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico (criticato dalla relatrice per la sua composizione eccessivamente ampia). L’esponente di Fratelli d’Italia ha quindi concluso il suo intervento ponendo in luce la necessità di un bilanciamento tra la protezione della biodiversità e il rispetto delle tradizioni locali e della proprietà privata.

Concluse le relazioni delle presentatrici del testo unificato, il presidente del Consiglio, Piero Comandini, ha accolto l’invito formulato dal consigliere, Agus, per un rinvio in commissione della trattazione degli emendamenti ed ha così annunciato l’esame e la discussione della proposta di legge n. 50 (Corrias e più) “Disposizioni sulla classificazione dei comuni capoluogo di provincia ai fini dell’assegnazione dei segretari comunali”.

Il relatore della maggioranza, Luigi Piano (Pd) ha illustrato il provvedimento che si propone di garantire “ai nuovi comuni capoluogo di provincia di scegliere, a tutela della propria autonomia organizzativa, quando la segreteria si renda vacante, se procedere o meno con la riclassificazione e, dunque, se rimanere nelle fasce inferiori attribuite in base alla popolazione o scegliere quelle assegnate ai comuni capoluogo di provincia, più onerose per i bilanci comunali”.

Posto in votazione è stato approvato il passaggio all’esame degli articoli e l’Aula, in rapida successione e senza interventi, ha approvato l’articolo 1 (Classificazione dei Comuni capoluogo di  provincia ai fini dell’assegnazione dei segretari comunali); l’articolo 2 (Norma finanziaria) e l’articolo 3 (Entrata in vigore). La votazione finale della legge ha registrato il seguente scrutinio: favorevoli 44 e un astenuto.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato sospesi i lavori dell’Assemblea per trenta minuti. (A.M.)

 

Alla ripresa il presidente Comandini ha messo in discussione la mozione 35, a firma del capogruppo del Pd Roberto Deriu e di tutti i capigruppo di maggioranza.

Per l’onorevole Deriu “il Consiglio si trova a valutare la possibilità di chiedere alla Giunta un intervento per risolvere un punto di diritto importantissimo, cioè l’ammissibilità da parte di un organo amministrativo, non un giudice, dello Stato. Abbiamo dunque il dovere di comprendere se un corpo legislativo può essere messo in discussione da eventuali illeciti amministrativi di un candidato. Nel nostro ordinamento ci sono disposizioni tassative che prevedono cause di ineleggibilità e non ci può essere una interpretazione analogica o estensiva che aggiunga nuove cause.

Abbiamo il dovere che sia fatta luce e giustizia rispetto alla gerarchia delle fonti, per questo chiediamo alla giunta di proporre il conflitto di attribuzione alla corte costituzionale. Questo è un momento alto di confronto tra l’autonomia della Regione e i poteri dello Stato ed è per questo che chiediamo anche ai chi non l’ha sottoscritta o a chi l’ha criticata  di sostenere questa mozione, dove sono in gioco i diritti elettorali del popolo sardo e non i diritti soggettivi di alcuno”.

Il primo intervento è stato dell’on. Fausto Piga (FdI), che ha detto: “Mi spiace che non sia in aula la presidente Todde, perché mi avrebbe fatto piacere guardarla negli occhi e dirle che le sono umanamente vicino. Ma da un punto di vista politico non si può far finta di nulla davanti a questo pasticcio inaudito, che ci sta facendo perdere tempo al punto che a metà febbraio la manovra finanziaria non è ancora arrivata in Aula”. Nel merito della mozione ha detto: “I toni e i contenuti non favoriscono il confronto con l’opposizione, è una mozione ad personam che noi chiameremo “salvatodde”. Bene, noi non siamo disposti a fare la stampella davanti a questo pasticcio. Non c’è nessun golpe: se si andrà a casa si andrà perché è stato commesso un pasticcio. Come mai vi accorgete solo ora di questo vuoto normativo? Perché avete combinato un pasticcio. Non pensate a come salvare Todde ma a come iniziare a lavorare per i sardi”.

Per l’Udc  l’on. Alice Aroni ha detto: “Questa mozione è una pagina triste di questa legislatura e di tutta l’autonomia. Come vi permettete di  affermare che il collegio ha effettuato uno sviamento di potere? Avreste fatto miglior figura a riconoscere gli errori in questa mozione chiamata “funelunga”, con lo spauracchio delle elezioni anticipate”.

Per la Lega Sardegna l’on. Alessandro Sorgia ha detto che “Questa è una mozione da dilettanti allo sbaraglio, il ricorso davanti alla Corte sarà rigettato e la presidente Todde, ossessionata dalle poltrone, dalla sua e da quelle che ha elargito, passerà alla storia anche per questo. La legge è uguale per tutti, ma per la presidente Todde è uguale per tutti gli altri e non per lei. La verità è che al presidente e il suo staff hanno sbagliato con il rendiconto delle spese elettorali e farebbe prima ad ammetterlo e dimettersi”.

Rivolto alla maggioranza, l’on. Antonello Peru (Sardegna20/20) ha detto: “Ma davvero in quest’Aula dobbiamo sentire una ossessiva ricerca di complotti e complottisti? Chi sono questi colpevoli, chi sono i responsabili di questo imbarazzo causato alla Sardegna. Sono fra i banchi del Consiglio, tra gli aspiranti candidati non eletti? Dobbiamo sospettare del collegio di garanzia? La verità è che non c’è una mano esterna ma è tutta farina di questo sacco. Una verifica procedurale ha portato alla luce il fatto che le norme del rendiconto elettorale della candidata presidente Alessandra Todde sono state violate. Siamo stati eletti per difendere il bene del popolo sardo. Ho subito quattro processi e quattro assoluzioni, sono stato arrestato e sospeso da quest’Aula e senza alcun risarcimento. Ma non ho mai alzato la voce contro la magistratura, mi sono difeso nel processo e non dal processo. Le mie parole non sono state ascoltate e ci opponiamo con fermezza a questa mozione perché in uno Stato di diritto nessuno è al di sopra della legge”.

Sempre dai banchi di FdI l’onorevole Corrado Meloni ha espresso “umana solidarietà alla presidente Todde ma politicamente questa mozione evidenzia la distanza siderale tra il governo del Campo largo e le necessità dei sardi. E’ un goffo tentativo della maggioranza a fare in modo che il Consiglio prenda posizione a difesa della presidente Todde, per prolungare una legislatura agonizzante. Al punto che si chiede di ripristinare la legalità che sarebbe stata violata dal collegio elettorale di garanzia presieduto dalla stimata presidente della Corte d’appello di Cagliari”.

Dalla maggioranza per Cinque stelle l’on. Michele Ciusa è intervenuto a difesa della mozione: “E’ un atto in difesa del Consiglio regionale. Io ho massimo rispetto per le istituzioni e lo ha anche l’intero gruppo Cinque stelle che rappresento. Oggi però è giusto porsi delle domande per tutelare la massima espressione democratica della Sardegna. Noi non temiamo nessun giudizio e nessun esito dai giudizi che arriveranno, tutti si sono espressi tranne la Corte costituzionale. Ed è invece giusto che sia la Consulta a valutare se esiste un conflitto in attribuzione con il quale lo Stato invade il campo dell’autonomia della Sardegna”. Il consigliere Ciusa ha indicato i casi di decadenza e ha aggiunto: “Difenderemo la volontà dei sardi e fatico a comprendere chi non difende la ratio di questa mozione. Non siamo qui sfidare un’altra istituzione ma perché si accerti se il provvedimento di garanzia è applicabile a questo consiglio regionale”.  

Per Sardegna 20/20 l’on. Alberto Urpi ha esordito dicendo che “questa mozione è una lezione mal riuscita di diritto pubblico ma è totalmente irricevibile perché incendia ulteriormente i rapporti tra il Consiglio regionale e il Collegio di garanzia e il potere giudiziario”. Urpi ha parlato di “mozione ad personam ma in realtà non serve perché il conflitto di attribuzione avrebbe potuto sollevarlo direttamente la Giunta. E infatti nella mozione siete voi che chiedete alla giunta di sollevare il conflitto. Qui non ci sono conflitti di attribuzione perché il collegio di garanzia è istituito con legge regionale. La verità è che la presidente della Regione non ha rispettato la legge con riferimento al rendiconto e noi dovremmo rendercene conto e affermare questi principi. Ma non eravate voi che gridavate onestà onestà, voi che invocavate i tribunali, cari colleghi di Cinque stelle? Se fossimo a parti inverse avreste avuto lo stesso atteggiamento?”.

L’on. Piero Maieli (Forza Italia) ha detto: “Questa mozione è una pozione magica per salvare un paziente già cagionevole. Da subito avete occupato tutte le poltrone e adesso  con la riforma sanitaria recuperate le ultime rimaste. Sulla Pratobello non avete ascoltato la voce di 220mila sardi. Non posso che farvi gli auguri di buon cammino”. (C.C.)

 

Il consigliere Sandro Porcu (Orizzonte Comune) ha detto che la mozione, firmata da tutti i capigruppo di maggioranza, si concentra sull’ipotetica decadenza di Todde. Il quesito vero è se la legge che disciplina le cause di decadenza  sia applicabile. Tale norma, per Porcu,  è  in contrasto con la legge sull’elezione diretta del Presidente della  Regione. La legge che prevede la decadenza risale al 1994 quando il presidente era eletto non direttamente. Per Porcu lo scioglimento degli organi regionali aprirebbe una crisi politica senza precedenti . Lo scioglimento sarebbe una forzatura, e sarebbe un’applicazione di una norma nata in un altro contesto. Per Porcu le ipotesi di scioglimento del Consiglio regionale devono essere espressamente previsti da una norma costituzionale Per questo con questa mozione, con forza e determinazione,  si chiede di ricorrere alla Corte costituzionale ribadendo la  fiducia nella magistratura. La volontà popolare non può  essere superata a da un’interpretazione giuridica. Chiedo che questa mozione sia approvata all’unanimità.

Stefano Tunis  (Sardegna al Centro 20venti) ha ricordato che tra qualche giorno ricorrerà un anno dalla vittoria elettorale della maggioranza . “Un evento epocale” ha detto ironicamente che però ha avuto scarsi risultati. Siamo ancora in trepidante attesa – ha aggiunto – della prima legge finanziaria di questa maggioranza.  Per Tunis è necessario  cominciare a praticare la verità.  La presidente Todde non ha agito in maniera trasparente.  Non bisogna solo “predicare” ma “praticare” il rispetto istituzionale.   Noi abbiamo grande fiducia che la Presidente sia in grado di dimostrare la sua lealtà nei confronti dei sardi .

Per Franco Mula (FdI) questa mozione è improponibile  perché ammette che tutti i procedimenti fatti   siano illegittimi. State portando – ha detto rivolto alla maggioranza –  imbarazzo in quest’aula. Non stiamo difendendo le prerogative dei consiglieri o il Consiglio, Noi siamo pronti ad andare nuovamente  a votare perché crediamo nel   rispetto delle regole . Siamo ben oltre il mero  dilettantismo, questa mozione è una schifezza : togliete dall’imbarazzo il Consiglio regionale.  

Alessandro Solinas (M5S) ha affermato che il dibattito oggi è per alcuni versi  “grottesco” e i commenti della minoranza sono ingenerosi nei confronti della democrazia.  L’ipotesi sanzionatoria dello scioglimento  dell’Assemblea  sarebbe  abnorme e il   danno sarebbe enorme per l’istituzione. Dobbiamo lavorare in difesa delle prerogative del Consiglio, noi tutti siamo rispettosi del lavoro della magistratura. La minoranza sta infangando questo Consiglio.

Paolo Truzzu (FdI)  ha invitato la maggioranza, se veramente vuole difendere e tutelare il Consiglio, a  fermarsi finchè è  in tempo. Con questa mozione non si difendono le prerogative dei consiglieri.  In questo provvedimento  sembra ci sia un complotto per sovvertire il risultato delle elezioni. State raccontando una realtà che supera la fantasia. Fermatevi perché state facendo cadere nel ridicolo l’intero Consiglio. Siamo in questa situazione perché un candidato non ha fatto quello che doveva fare. Se vogliamo tutelare il Consiglio dobbiamo riportare tutto alla realtà. Non mi stupisce che questa mozione sia sostenuta dal M5S,  movimento dalle due facce. Mi stupisce che il Pd, i progressisti e gli altri partiti della maggioranza siano scivolati su questo terreno. Con questa mozione avete perso la faccia.

Cristina Usai (FdI)  ha detto di essere  perplessa sulla ricevibilità della mozione. Noi accusiamo il Collegio elettorale di garanzia di aver violato dei diritti. Stiamo attenti. In una democrazia tutti devono seguire le regole.  Anche la presidente. (R.R.)

 

Anche il capogruppo dei Riformatori Umberto Ticca ha definito “irricevibile la mozione”.«Con questa iniziativa si disconosce l’operato del Collegio elettorale che garantisce la trasparenza e correttezza delle elezioni, un organismo che non è stato mai messo in discussione fino ad ora – ha sottolineato Ticca – oggi anziché difendersi nel merito si vuole mettere in discussione l’arbitro. E’ inaccettabile, le regole valgono per tutti».

Di diverso avviso il capogruppo di Sinistra Futura Luca Pizzuto. Rivolto ai colleghi della minoranza ha detto: «Mi date un grande dolore, oggi state accettando di farvi sostituire da chi sta fuori. Ci lasciate soli a difendere l’autonomia sarda». Pizzuto ha ricordato che il Collegio di Garanzia nella scorsa legislatura ha multato con 60mila euro il presidente Solinas. «Allora nessuno ha dichiarato la decadenza – ha rimarcato Pizzuto – oggi invece la si chiede per la presidente Todde. Si tratta di un provvedimento sbagliato e ingiusto, non perché ci sentiamo sopra la legge ma perché va tutelato il voto dei cittadini sardi. Se così non fosse sarebbe un precedente pericoloso per la nostra democrazia. Per questo il Consiglio regionale deve prendere una posizione chiara».

Francesca Masala (Fratelli d’Italia) si è detta contraria alla mozione: «Andare allo scontro tra enti è pericoloso. E’ davvero nell’interesse dei cittadini sardi aprire un confronto istituzionale che potrebbe rivelarsi privo di fondamento? – ha chiesto Masala – la Sardegna ha oggi bisogno d’altro». Masala ha poi detto di essere certa che la presidente Todde riuscirà a dimostrare la sua buona fede: «Questo però va fatto nei modi giusti e nel rispetto delle leggi».

Sebastian Cocco (capogruppo di Uniti per la Todde) ha aperto il suo intervento citando De Andrè (si sente che la gente da buoni consigli/ sentendosi come Gesù nel tempio/ si sa che la gente dà buoni consiglio/ se non può più dare il cattivo esempio). «Anche in queste ore di buoni consigli ne abbiamo sentiti parecchi – ha detto Cocco – ma anche in questa occasione si è vista la differenza di chi vuole difendere l’autonomia e chi fa solo propagande politica». La richiesta di sollevare il conflitto di attribuzioni serve a ristabilire il principio di equilibrio tra poteri, secondo Cocco: «La questione esiste non può essere spacciata come un attacco alle istituzioni, al contrario è una difesa delle istituzioni. Chiediamo che venga risolto il conflitto come si farebbe in una partita di calcio con la richiesta di intervento del Var. In quest’aula non siamo in un campo da gioco. Non è consentito insultare l’arbitro ma nemmeno tirargli la giacchetta. E’ necessario l’intervento della Corte Costituzionale per decidere se presunte violazioni amministrative possano mandare al macero il voto dei sardi».

Il presidente ha quindi messo in votazione la mozione n.35 che è stata approvata con 31 voti a favore e uno contrario. La minoranza non ha partecipato al voto per motivi politici.

Il presidente ha quindi sospeso i lavori e convocato la Conferenza dei Capigruppo.

Al ritorno in Aula, il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli del Testo Unico sulla tutela della fauna sarda per il quale il Consiglio ha deciso il rinvio in Commissione per l’esame degli emendamenti. La Commissione si riunirà questo pomeriggio alle 16. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10.00. (Psp)

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