Nota stampa della seduta n. 29

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 29 Pomeridiana 

                                  Mercoledì 13 novembre 2024

DdL 45 sulle aree idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili: conclusa la discussione generale, il Consiglio approva il passaggio agli articoli.

 

Cagliari 13 novembre 2024 – Il presidente Comandini ha aperto i lavori della seduta pomeridiana con la discussione generale del Dl 45/A. L’on. Mandas (Cinque stelle) ha detto che “questa legge è un atto di transizione ma non legifera sul futuro energetico della Sardegna. E’ una legge che prevede la promozione di energia elettrica per autoconsumo con quasi 700 milioni di euro, cioè energia democratica e rinnovabile. La chiamo così perché l’irraggiamento solare sulla mia casa è identico a quello di Villa Certosa”.

Per Camilla Soru (Pd) “siamo tutti d’accordo e tutti su diverse rive del fiume a causa della strumentalizzazione di questo dibattito. Che i progetti andassero bloccati mi pare evidente: l’assalto andava fermato e le diffide che abbiamo ricevuto sono una conferma”. L’esponente Pd ha ricordato che “su 7 centrali fossili 2 sono in Sardegna e non raccontiamoci la storia di una terra immacolata perché gran parte di Sardegna è invece inquinata. Abbiamo bisogno di energia e abbiamo bisogno di energia rinnovabile, non del metano e delle sue infrastrutture. Più consumi di energia significa più benessere per tutti: non è soltanto un tema di coscienza green ma di opportunità economiche da cogliere per favorire l’innovazione e le nuove imprese”.

Dai banchi di Uniti con Alessandra Todde ha preso la parola l’on. Di Nolfo, che ha rievocato “le diffide arrivate in quest’Aula, per intimidire il nostro Parlamento. Questa mattina invece arrivata una minaccia velata, i signori del vento ci annunciano sanzioni ma quello che è accaduto ha dei mandanti politici e una regia. Chi ha firmato una di quelle diffide è un dirigente storico di Forza Italia e non ho paura di dirlo. Ringrazio chi tra l’opposizione non si è comportato così ma da legislatore adulto. Io ho molto rispetto per questa mobilitazione dei comitati, anche io sono stato a Saccargia e noi e i comitati abbiamo l’interesse comune di tutelare la Sardegna”.

Hanno poi preso la parola i capigruppo, a cominciare da Alessandro Sorgia (Lega Sardegna – Misto), che ha chiesto la disponibilità di “una cartografia idonea delle aree, che non dia spazio alle interpretazioni. Che voto consapevole possiamo dare senza una cartografia? La maggioranza, che è ostaggio della presidente Todde, sa bene che questo disegno di legge ripercorre il decreto Draghi ed è bene ricordare che Terna ha in cantiere impianti di rinnovabili per 54 giga. Si profila un pasticcio normativo perché ci sono aree che potranno essere considerate idonee ma anche non idonee”. Per l’oratore “si fa di tutto per tradire la volontà popolare e non discutere la proposta di legge Pratobello”.

Per Paola Casula (Sinistra futura) “oggi abbiamo una grande responsabilità, partecipiamo alla scrittura delle regole della difesa del nostro ambiente e delle generazioni future. Dobbiamo cambiare prospettiva e abbiamo bisogno di difendere la salute dei sardi. E dobbiamo rimettere al centro le comunità e i territori, come facciamo appunto in questo disegno di legge. Oggi mettiamo la parola fine a tutte le istanze autorizzate e non ancora autorizzate ma non ancora realizzate in contrasto con la legge”. (C.C.)

 

Gli interventi dei capigruppo sono proseguiti con Francesco Agus (Progressisti) che ha precisato che oggi che non si sta celebrando l’approvazione del DL 45 , ma solo l’inizio dell’esame di un provvedimento da sottoporre a migliorie. Noi – ha detto – aspettiamo e prenderemo in considerazione anche le proposte che arriveranno dalle opposizioni. Dunque, il testo può e deve essere corretto e migliorato perché tutti insieme dobbiamo lavorare per far approvare la legge migliore per questa isola. Certo, ha detto Agus, si dovrebbe partire dal Piano energetico regionale per poi affrontare gli altri temi che sono secondari rispetto al Piano. C’è dunque una stortura perché il Consiglio è chiamato a tutelare subito un interesse pubblico. Dobbiamo porre un argine alle speculazioni che incombono e lo dobbiamo fare anche senza avere chiaro il futuro energetico della Sardegna. Questo DL 45 descrive una mappa precisa e puntuale e, ha ricordato Agus, subito dopo la sua approvazione tutti i progetti già presentati, che ricadranno nelle aree non idonee, saranno carta straccia.

Antonello Peru (Sardegna al centro 20venti) ha ricordato che ormai è obbligo agire sulla transizione energetica, tra pochi anni non sarà più possibile produrre energia dal carbone quindi non sarà più possibile un futuro senza energie rinnovabili. Per Peru è necessario fare una pianificazione solida e visionaria per il bene di questa terra, la Sardegna deve essere libera e protagonista. Per Peru questo DL 45 non contiene questi elementi. Pertanto, è necessario rispettare la legge di iniziativa popolare presentata in Consiglio e si deve aprire un confronto con il comitato che rappresenta oltre 210.000 sardi. Persone che hanno firmato e sono stanche di essere assistite e di essere dipendenti da qualcosa. Non sono bastate – ha chiesto Peru – le esperienze delle miniere, delle servitù militari, degli impianti inquinanti? La gente è esasperata. Oggi in Sardegna abbiamo 500.000 megawatt installati, 50% termico fossile e 50% dal rinnovabile. Quando sostituiremo il termico fossile dovremo triplicare l’energia rinnovabile. Chi lo realizzerà? E quale sarà il vantaggio che ne avranno i sardi e la Sardegna? Sardegna 20 venti – ha ricordato Peru – già dalla scorsa legislatura, aveva anteposto alle proteste le proposte per esempio con il provvedimento legislativo sulle  comunità energetiche. Portiamo avanti quel provvedimento – ha aggiunto – mi rivolgo ai comitati di mobilitarsi allo stesso modo che hanno fatto per la Pratobello per stimolare tutti a diventare produttori e consumatori di energia. Autogestiamoci, questo è il futuro per le famiglie sarde.

Per Franco Mula (Alleanza Sardegna- PLI) alcuni ragionamenti della maggioranza sono vergognosi. Non è questo l’atteggiamento da tenere – ha affermato – voi non dovete scaricare le responsabilità sugli  altri, dovete portare avanti il provvedimento. Noi responsabilmente siamo in aula per approvare un documento che vada verso la reale difesa del nostro territorio. Con il vostro atteggiamento state sbagliando  noi vi inchioderemo in quest’aula fino a febbraio. C’è un altro provvedimento che deve arrivare in aula, e arriverà. Insieme potremo valutare quale è il migliore da approvare per il bene della Sardegna. Le diffide che arrivano non mi interessano. La legge che deve essere approvata dall’aula deve essere la migliore possibile e deve essere basata sul buonsenso. Per Mula l’art 3 del DL 45 stride per quanto riguarda lo strumento dell’intesa. “Se un’area è non idonea – ha detto Mura – non è idonea, non ci devono essere margini. La Regione deve legiferare per evitare che sia lo Stato  a  legiferare  al posto nostro, ma non dobbiamo cadere nell’opposto che per volontà popolare si deroghi. Questo articolo fa cassato. Non si possono fare disparità”. Sulle notizie riportate dalla stampa su metano e dorsale, Mula ha chiesto notizie alla giunta dichiarando di voler dare il proprio contributo. Mula ha annunciato la presentazione di emendamenti che ha chiesto alla maggioranza di valutare attentamente: “Non prendetevi fretta – ha concluso – tanto la PL “Pratobello” in aula entrerà”.

Salvatore Cau (Orizzonte Comune) ha invitato tutti a non perdere tempo con la demagogia. Andiamo avanti. Gli attacchi incrociati e pretestuosi si moltiplicano ma noi dobbiamo approvare la legge migliore possibile per il nostro territorio. Non si può rimanere più nell’ambiguità, dobbiamo evitare gli assalti speculativi. Io credo nella bontà del DL 45 elaborato dopo una grande concertazione . Si tratta di una legge equa, ponderata e completa, che metterà le basi per l’agenzia energetica regionale. Cau è stato molto critico sulla legge di iniziativa popolare che vuole dichiarare l’ intera Sardegna “area non idonea”. Il vizio di fondo è quello di essere strumentalizzata da chi dovrebbe fare informazione.

Sebastian Cocco (Uniti per Alessandra Todde) ha invocato Chiarezza e verità. In Sardegna – ha detto – si produce ancora l’energia per il il 75% per cento da combustibili fossili. L’ Emissione di Co2 fa dell’isola una delle regioni più inquinanti d’Europa. Ma come sostituire l’energia prodotta dal carbone e dal petrolio? Lo decidiamo proprio con questa legge. Il punto di forza di questo DL è garantire ai sardi il diritto di decidere cosa fare, dove non fare gli impianti, di erogare ingenti risorse (quasi 700 milioni di euro) creare una regia tutta sarda per erogare i contributi, chiedere fideiussioni, decidere sulle aree idonee e non idonee. Con questa legge le aree idonee o non idonee “calate dallo Stato” non esisteranno più. Cocco ha affermato che sarebbe opportuno separare la legge di iniziativa popolare dal movimento popolare. Per Cocco la Pratobello impedirebbe di fatto qualunque transizione energetica aprendo le porte all’intervento dello Stato. Il movimento popolare, come noi, teme di veder sfregiata la nostra terra. E’ inutile – ha concluso – individuare avversari tra coloro che combattono la stessa battaglia. (R.R.)

 

«Siamo davanti ad una doppia trasformazione epocale: la transizione digitale e la transizione energetica», così la capogruppo Avs, Maria Laura Orrù, ha evidenziato l’importanza del dibattito politico ed ha invitato i colleghi dell’Aula a dimostrare “pacatezza, visione e competenza”. L’esponente della maggioranza ha affrontato temi più generali (rapporti di forza a livello globale, la globalizzazione) per affermare che “si passa da un fonte energetica che arriva dall’esterno (il fossile) ad una fonte interna che noi abbiamo e che impone un uolo da protagonisti in questa svolta epocale”.

La consigliera della sinistra ha ribadito netta contrarietà alle disparità tra territori e tra le persone ed ha auspicato una vera unità popolare “per garantire un futuro ai sardi e fermare le speculazioni”. L’esponente della maggioranza nella parte conclusiva del suo intervento ha quindi introdotto i temi dei poteri in capo dalla Regione per evidenziare l’opportunità di una riscrittura dello Statuto sardo ed ha espresso apprezzamento per le risorse che il Dl 45, destina per le comunità energiche e l’autoconsumo.

Il consigliere Maieli (fi) ha chiesto la parola per “fatto personale” ma il presidente Comandini (Pd) lo ha autorizzato a farlo alla conclusione dei lavori dell’Aula.

Il capogruppo dei Riformatori, Umberto Ticca, ha criticato metodo e merito dell’azione della maggioranza ed ha lamentato l’esclusione dal dibattito in Aula la proposta di legge di iniziativa popolare denominata “Pratobello 24”. A giudizio dell’esponente della minoranza, tale decisione del Campo largo, rischia di far crescere divisioni e fratture. «Non ci presteremo all’esclusione della Pratobello – ha affermato Ticca – perché non si possono ignorare duecentomila firme dei sardi». Il capogruppo dei Riformatori ha concluso il suo intervento con la richiesta che norma proposta dalla Giunta “sia agganciata allo Statuto e non al Decreto Draghi”.

«Si ama la Sardegna rispettandone la bellezza e la natura». La famosa scritta su un noto murales di Orgosolo ha aperto l’intervento del capogruppo Michele Ciusa (M5S) che ha assicurato che quello sia lo spirito e l’approccio con il quale la maggioranza si appresta ad approvare il Dl 45. L’esponente della maggioranza ha ricordato le iniziative politiche assunte dal suo gruppo politico per arginare le mire speculative sulle rinnovabili, insieme con l’ordine del giorno tendente a dichiarare il territorio dell’Isola non idoneo per la realizzazione di depositi di scorie nucleari. Ciusa si è detto “orgoglioso” dei provvedimenti promossi della Giunta Todde, ad iniziare dalla legge moratoria e dal Dl 45: «Non possiamo lasciare ad altri le decisioni che ci competono in materia di energia e da parte nostra servirà, dopo l’approvazione del testo in discussione, procedere con il nuovo piano energetico nel quale va scritto chiaramente il superamento delle fonti fossili in favore delle rinnovabili».

 

«Ius est ars boni et equi», il capogruppo del Pd, Roberto Deriu, fa ricorso alla celebre definizione del filosofo Celso (vissuto durante il regno di Marco Aurelio) “il diritto è l’arte del buono e dell’equo” per esplicitare ciò che guida l’idea della maggioranza nell’iter di approvazione del Dl 45. «Non so se riusciremo portare a termine questo compito – ha affermato l’esponente dei democratici – senza doverci ritornare ma dobbiamo farlo nella consapevolezza che le parole che scriviamo oggi sono scritte con la massima attenzione». Deriu ha evidenziato l’impegno della Giunta, della presidente della Regione ed il lavoro fatto nelle competenti commissioni consiliari, insieme con la precisa volontà “di costruire una Sardegna indipendente dal punto di vista energetico, senza compromettere ambiente e paesaggio”.

«Dopo questa legge ci sono altri passi – ha spiegato il capogruppo – un piano energetico regionale per il quale serve la stima del fabbisogno, la proiezione dei fabbisogni futuri, per poter disporre di energia a basso costo con una produzione sostenibile, cioè senza violare l’immagine che i sardi hanno della Sardegna».

Il capogruppo FdI, Paolo Truzzu, ha criticato l’approccio di alcuni esponenti della maggioranza nel dividere la società sarda “in buoni e cattivi”, ma in quest’Aula – ha precisato – non esistono buoni e cattivi ma pensieri diversi e strategie differenti. «Siamo a favore della transizione energetica – ha proseguito l’esponente della minoranza – ma come tutti sanno se anche oggi volessimo spegnere le centrali a carbone non potremmo andare avanti e se anche avessimo una produzione energetica di sei Giga potremo spegnere le centrali a carbone». A giudizio di Truzzu la transizione “ha bisogno di un mix energetico” («come ha spiegato l’allora presidente del centrosinistra Pigliaru e come dice oggi la Cgil») e servono quindi gas e anche idrogeno. In conclusione del suo intervento l’appello: «Discutiamo la proposta di legge popolare “Pratobello 24” insieme al Dl 45, perché non si può difendere la Sardegna senza agganciare il provvedimento all’esame dell’Aula allo Statuto e alle competenze primarie in materie di energia, mentre la vostra proposta è agganciata al decreto Draghi». (A.M.)

 

Per la Giunta ha replicato l’on. Emanuele Cani, assessore all’Industria, che ha detto: “Sono molto soddisfatto per il dibattito che ha visto la Sardegna coinvolta in una discussione così importante. Questo testo di legge è compatibile con le norme dell’ordinamento ed è fortemente connesso con quello che sta capitando in Sardegna, dando risposte concrete. Non stiamo soltanto rispondendo a una inadempienza grave del decisore politico in questi due anni e mezzo.  Ma è un testo capace di mettere regole che pongono fine all’assalto e assestano definitivamente un piano di regole. Non ci sarà più precarietà né urgenza perché abbiamo provato a costruire una struttura di regole chiare, le prime in Italia in questa materia”.

Per l’esponente dell’esecutivo Todde “siamo tutti d’accordo sulla giusta transizione energetica, anche con i sardi che hanno firmato la proposta dei Comitati. Oggi trattiamo la struttura delle norme ma il lavoro si concluderà quando avremo il Piano energetico regionale e la Società energetica regionale. Questa legge ha una natura chiara e criteri vincolanti sulle aree idonee e sulla necessità di investire in modo massiccio per l’autoproduzione delle comunità energetiche, un terzo di quanto previsto nel Pnrr per tutta Italia”.  Quanto alla partecipazione “abbiamo lavorato con tutti i sindaci, li abbiamo ascoltati e sino a poco tempo fa il Comune era soltanto un soggetto passivo rispetto a questi impianti. Oggi con la nuova legge  diventa il protagonista”. (C.C.)

 

Ha quindi preso la parola l’assessore all’Urbanistica Francesco Spanedda che ha voluto fissare alcuni punti in vista dell’esame dell’articolato: «La norma è stata costruita attraverso un percorso collettivo: Giunta, Consiglio, Comitati, associazioni ambientaliste ed enti locali – ha detto Spanedda – negli incontri abbiamo ascoltato e interagito. La legge si caratterizza per poche norme che guardano alla tutela del territorio contro le speculazioni e all’esigenza di andare verso la transizione energetica. L’art 1 integra le due esigenze attraverso il principio che in caso di sovrapposizione fa prevalere le aree non idonee su quelle idonee». Spanedda ha poi rivendicato la concertazioni con i territori: «Da questo confronto sono state ampliate le aree non idonee attraverso un aggiornamento che ha integrato il database delle zone archeologiche e di quelle interessate alle strutture antincendio». L’assessore ha poi puntato l’attenzione sul tema delle transizione energetica: «Sui progetti già presentati, la legge dice che se ricadono in aree non idonee non potranno essere realizzati. Non c’è più la disponibilità di aree per progetti facili. La transizione energetica deve essere governata dai sardi. Nell’art.2 si stanziano le risorse per le comunità energetiche, circa 700milioni di euro». L’assessore ha quindi illustrato la ratio dell’art.3, contestato dalla minoranza: «Le comunità locali chiedono di essere protagoniste nel processo di transizione energetica, per questo abbiamo dato loro la possibilità di ragionare sui loro territori all’interno di determinati paletti che tutelano il paesaggio. L’art.3 ha il fine di dare ai comuni la possibilità di decidere sui loro territori. L’obiettivo è andare verso una transizione democratica».

Sull’ordine dei lavori, è intervenuto il capogruppo di FdI Paolo Truzzu che ha chiesto di rinviare in commissione il Dl 45. Messa ai voti la proposta non è stata accolta dal Consiglio.

Il presidente Comandini ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Stefano Tunis (Sardegna Venti20) che ha dichiarato il suo voto contrario. Messo in votazione il passaggio agli articoli è stato approvato.

Conclusa la discussione generale, il presidente Comandini ha dato la parola al consigliere di Forza Italia Pier Maieli che ha chiesto di intervenire per fatto personale come previsto dall’art. 79 del Regolamento consiliare. «Intervengo dopo le dichiarazioni di due colleghi in aula, l’on.Di Nolfo e l’on. Li Gioi. Sono state fatte accuse precise nei miei confronti. E’ un fatto grave – ha detto Maieli – Forza Italia è stata indicata come mandante delle diffide al Consiglio presentata da alcune società energetiche. Il nostro partito ha da subito condannato questo modo di agire. Sono stato inoltre accusato di aver presentato un emendamento per triplicare l’altezza delle pale del parco eolico di Saccargia. Se ne avete una copia portatelo in Aula. Attendo delle scuse formali».

Il presidente Comandini ha quindi sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei Capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Comandini ha comunicato le decisioni della Conferenza dei Capigruppo. Domani alle 12 saranno si riuniranno in seduta congiunta le commissioni Quarta e Quinta per l’esame degli emendamenti. Il Consiglio è convocato per domani alle 17. (Psp)

Condividi: