CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVI Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 240 Pomeridiana
Martedì 14 marzo 2023
Autonomia differenziata: approvato un ordine del giorno della maggioranza che impegna la Giunta regionale ad attivarsi con il governo e il Parlamento perché il principio di insularità venga richiamato con chiarezza nel ddl Calderoli.
Respinto l’ordine del giorno delle opposizioni.
Cagliari 14 marzo 2023 – La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito ed una breve sospensione, il Consiglio ha ripreso il dibattito sulle mozioni riguardanti l’autonomia differenziata.
Primo intervento, quello del consigliere Salvatore Corrias (Pd) che, più di autonomia differenziata, ha parlato a proposito della riforma di un “regionalismo delle disuguaglianze” che ci porterà ad un futuro già passato dove anche il primo verbo federalista sarà travolto dai peggiori accordi al ribasso, con buona pace di Lussu e di Bellieni. Ripercorrendo le vicende che hanno preceduto il dibattito, Corrias ha lamentato che nessuno ha dato mandato alla Giunta di esprimere un voto favorevole in sede di conferenza delle Regioni, nonostante il Consiglio si sia già espresso in materia di insularità. Ora, ha esortato il consigliere del Pd, dobbiamo discutere seriamente di autogoverno, senza piccoli individualismi, non di una autonomia che non ha mai trovato applicazione per colpa dell’inadeguatezza della classe dirigente sarda; parliamo invece di eguaglianza e perequazione, anche se nel ddl di Calderoli non c’è niente di tutto questo, ma viene espressa solo una posizione ideologica.
Per il Progressisti, Diego Loi ha ripercorso le vicende costituzionali della Repubblica che dal dopoguerra avviò un percorso che doveva tenere conto delle specificità e della necessità di compensazione per le aree più svantaggiate e la Sardegna in particolare, in questo contesto, fu oggetto di un processo di sviluppo importante. Dopo aver ricordato un saggio degli anni ’50 intitolato “Autonomia e solidarietà” nel quale si sosteneva la tesi secondo la quale autonomia significa “effettiva capacità di reggere da se la propria sorte, secondo principi legittimi nell’equilibrio fra diritti e doveri”, Loi ha affermato che la forza della Costituzione e dello Statuto garantiscono in modo sufficiente la nostra specialità, piuttosto bisogna riflettere sulle modalità con le quali vogliamo esercitare la nostra autonomia in relazione con Governo centrale: con quale approccio, con quali contenuti, con quale percorso.
Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha sostenuto che la cosa più grave è che su una materia così delicata si discuta da mesi in tutta l’isola tranne che in Consiglio regionale, sede naturale del dibattito, e solo per iniziativa dell’opposizione, mentre proprio la storia dell’autonomia sarda dimostra che le istituzioni non possono e non devono rincorrere dibattiti che si svolgono altrove. In questo momento, ha protestato Meloni, c’è tanta superficialità e da questo dovremmo partire, anche con una doverosa autocritica da parte della maggioranza che finora è mancata, su comportamenti che non possono essere derubricati in questioni di metodo; il punto è che in questa legislatura non c’è stata una sola norma di attuazione dello Statuto e questo dice molto perché la vera autonomia dobbiamo costruirla in Sardegna anche a Costituzione e Statuto vigenti, cosa che non abbiamo fatto.
Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Talanas ha affermato che ciò di cui di discute è solo il punto di partenza di un percorso molto più articolato, e l’autonomia è argomento di vitale importanza per le future generazioni, non licenziabile con un parere o un voto, anche se condizionato da appartenenze politiche. Spero nel futuro, ha aggiunto Talanas, di spogliarmi dalle “casacche”, approvando una legge solo se convinto dei reali benefici per la nostra Sardegna. E’ in vista, ha prefigurato Talanas, un grande cambiamento che, se non saremo capaci e propositivi, potrebbe provocare conseguenze molto negative; dobbiamo invece pesare bene i “pro e i contro” e tutti i possibili vantaggi, coinvolgendo il Consiglio con una tempistica adeguata, perché abbiamo caratteristiche diverse dal resto dell’Italia, non possiamo fidarci di rassicurazioni e concessioni dell’ultimo momento, usiamo la prudenza come la situazione richiede, evitiamo di partire con il piede sbagliato.
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha aperto il suo intervento con un appello al rispetto reciproco fra le forze politiche, regola disattesa sia dal presidente Pais che ha ignorato la nostra richiesta di dibattito che dal presidente Solinas che, attraverso un suo delegato, ha detto sì ad una semplice bozza. Il punto, ha aggiunto Agus, è che questi fatti sono avvenuti dopo che nel corso della legislatura si è parlato a vanvera della riforma dello statuto e nello stesso tempo non è stata fatta una sola norma di attuazione nonostante la presenza di un “monocolore” nella commissione paritetica Stato-Regione. Anche oggi, ha lamentato Agus, il presidente della Regione è assente, segno che non è interessato ai problemi della Sardegna, come l’assessore della Sanità ha ha raccontato la “panzana epocale” del cambio dell’ordine del giorno all’ultimo momento, mentre invece l’ordine del giorno era pubblico perché era stato chiesto dall’Anci per poter presentare emendamenti. Quanto il riferimento all’art.119, secondo il capogruppo dei Progressisti, se è in Costituzione basta quello, altro conto è fare buone leggi applicative, e per questo bisogna attrezzarsi, anche se il presidente ha fatto capire che non contiamo niente.
Annalisa Mele, capogruppo dei Riformatori, ha ricordato che è stato il suo gruppo a dare l’avvio al dibattito con la mozione del novembre dell’anno scorso. Cossa ha detto bene, ha proseguito, non si può prescindere dall’insularità altrimenti la Sardegna partirebbe da una situazione di svantaggio inaccettabile, anche su temi come mobilità, libera circolazione, sviluppo, investimenti, impresa, pianificazione, infrastrutture, servizi e lep. Possiamo far sentire la nostra voce, ha detto ancora la Mele, non per chiedere sussidi ma diritti per la crescita della nostra comunità al pari di altre Regioni, diamo piuttosto dimostrazione di unità, parliamo con una unica voce e chiediamo l’inserimento dell’insularità nella riforma; il ministro si è impegnato in questo senso, vigiliamo sul mantenimento di questo impegno.
Alessandro Solinas, del M5S, ha osservato che se l’avessimo fatto prima sarebbe stato un dibattito molto diverso, altro che mandare l’assessore a mettere una firma “sull’epitaffio” della nostra autonomia. Non volevamo polemiche sterili, ha assicurato Solinas, ma è un fatto che in Sardegna c’è reale preoccupazione per i possibili effetti riforma che, invece, traccia un solco profondo fra Regioni ricche e povere, le quali non hanno nessuna garanzia, tantomeno dai lep e, per quanto riguarda la Sardegna ci siamo piegati con servilismo politico agli ordini di un partito che prima è diventato nazionale poi è tornato col carro armato in piazza san Marco. La maggioranza, inoltre, per Solinas ha affrontato questo tema in modo approssimativo come ha sempre fatto in questa legislatura, accettando una riforma non si può accettare e, all’interno della stessa maggioranza, chi prende le distanze lo fa solo per riposizionarsi.
Il capogruppo dell’Udc-Sardegna al Centro Gian Filippo Sechi ha affermato che il dibattito si svolge in un momento opportuno, perché l’iter della riforma è appena agli inizi, molto lontano dalla sua approvazione per le Regioni ordinarie ma con ovvi riflessi anche per le speciali, La discussione, ha commentato Sechi, deve servire proprio a questo, e comunque non nasce da una esigenza da questo governo ma dall’attuazione dell’art.116 della Costituzione. Abbiamo dunque di fronte un lungo iter, ha sintetizzato il capogruppo dell’Udc, ed è evidente che durante questo percorso dovremo essere in grado di svolgere un ruolo importante nell’interesse della Sardegna, con le dovute garanzie sull’insularità, dalle compensazioni ai servizi, con volontà condivisa; attendiamo in proposito il mantenimento degli impegni assunti dal ministro Calderoli, perché è giusto tenere alta l’attenzione ma senza allarmismi e senza pregiudizi. Abbiamo sempre chiesto più autonomia ed un federalismo declinato con la sussidiarietà, ha concluso, difendiamo questi obiettivi con la nostra specialità. (Af)
Ha preso poi la parola l’on. Ennas (Lega), che ha detto: “Ho riascoltato il mio primo intervento di questo dibattito e mi rendo conto che sopravvive una narrazione leziosa che dipende soltanto dalle posizioni politiche della sinistra e di Cinque stelle e dalla demagogia pura destinata ai social”. L’oratore ha proseguito: “Al di là della conferenza Stato Regioni e del voto che abbiamo dato in quella sede, oggi facciamo una buona cosa se mandiamo al governo una richiesta unitaria di coinvolgimento per tutelare la nostra autonomia”.
Per l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia) “sono state assunte decisioni importanti e io avrei preferito che tutti i rappresentanti dei partiti fossero presenti a Roma in occasione della conferenza Stato – Regioni. Valuto però positivamente l’apertura del ministro Calderoli e sarebbe il caso di portare a casa un risultato tutti insieme per la Sardegna, magari costituendo un solo gruppo di lavoro”.
Dal gruppo FdI l’on. Fausto Piga ha definito “molto utile questa riunione del Consiglio regionale per iniziare a parlare di autonomia differenziata. Siamo agli inizi di questo percorso e c’è tutto il tempo per intervenire su questa grande riforma. Il divario tra Nord e Sud esiste ed è figlio di questa organizzazione dello Stato, non del progetto di autonomia differenziata, che va valutato senza l’ideologia dei no e in modo onesto. In realtà siamo davanti a un’occasione per la Sardegna, per attualizzare il nostro Statuto. Spetta a noi costruire proposte ragionevoli che migliorino la qualità della vita dei sardi, proviamo a collaborare come abbiamo fatto per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione”.
Dai banchi dell’opposizione l’on. Eugenio Lai (capogruppo Rosso – Verdi) ha lanciato un appello: “Fermatevi, invece di darci dei centralisti dite al presidente Solinas di venire a confrontarsi qui. Fermatevi perché questa legislatura è finita e chi ha provato a mettere mano alla Costituzione si è visto che fine ha fatto. Fermatevi, perché nonostante il dibattito di oggi il Consiglio regionale arriva sempre dopo che la Giunta ha dato un via libera preventivo alla riforma Calderoli”. L’oratore ha detto: “Non siamo disposti a barattare il principio di insularità con l’autonomia differenziata. Mandiamo a casa un presidente disastroso per questa isola e abbiate la coscienza di difendere i diritti dei sardi”.
Per il Psd’Az l’on. Giovanni Satta ha riconosciuto “l’errore di percorso della vita e dell’assessore, che avrebbero dovuto coinvolgere il Consiglio regionale. Ma l’iter dell’autonomia differenziata è appena iniziato e a noi spetta valutare pregi e difetti della proposta. Certo la nostra attuale autonomia è incompiuta ma dobbiamo rivendicare in questa riforma la nostra specificità, a cominciare dalla visita che ci farà quanto prima il ministro Calderoli”.
A seguire l’on. Gianfranco Ganau (Pd), che ha pronunciato con una serie di interrogativi la sua contrarietà sulla riforma: “In che cosa consiste il fondo della perequazione? In che cosa consistono i livelli assistenziali di prestazione? Sono queste le domande alle quali, concretamente, non viene data risposta. Che cosa resterà poi della nostra specialità? Nulla. Avremo cancellato la nostra storia ed è per questo che è grave che sia stato dato parere favorevole dall’assessore Doria alla conferenza Stato Regioni. E il presidente Solinas anche oggi, non presentandosi in Aula, ha dimostrato un disprezzo intollerabile per il Consiglio regionale”.
Per l’assessore Fasolino, che ha replicato come vicepresidente della Giunta, “al netto di alcuni toni oggi abbiamo avuto un importante dibattito che ha permesso di evidenziare spunti fondamentali. Gli obiettivi dell’opposizione sono obiettivi di tutti e i dubbi dell’opposizione li ho avuti anche io. Ma non è vero che siamo in ritardo per scrivere questa riforma: i tempi ci sono tutti per un grande dibattito istituzionale con il ministro Calderoli, che si è impegnato a venire qui. Non a ricevere una delegazione a Roma, come si faceva un tempo”.
In replica il riformatore on. Michele Cossa ha detto che “il dibattito è stato estremamente interessante partendo da posizioni radicate e contrapposte. Mi preme cancellare un equivoco: non c’è baratto possibile tra il principio di insularità con la autonomia differenziata. L’insularità e il pilastro della specialità e della determinazione. E con l’insularità lo Stato prende atto dello svantaggio geografico. Dovremo comunque affrontare il tema dei servizi che abbiamo messo in campo sino a oggi. E la politica tutta deve porsi il problema dell’inefficienza della cosa pubblica, del perché i nostri servizi sono inferiori rispetto a quelli offerti da altre regioni”. Il presidente Cossa ha annunciato una bozza di ordine del giorno e ha chiesto una breve sospensione del dibattito per far esaminare ai gruppi consiliari il documento. (c.c.)
Il presidente Pais ha dato la parola per la replica alla proponente della mozione, Laura Caddeo (Alleanza Europa Verde – Sinistra – Possibile – Art.1), che si è compiaciuta per lo svolgimento del dibattito. Ma ha avvertito che se il disegno di legge dovesse essere approvato si avrà una forma di Stato non compatibile con la Costituzione, in particolare con il principio sancito dall’articolo 5, in cui è scritto che la Repubblica è unica e indivisibile.
Sull’ordine dei lavori è intervenuto Franco Mula (Psd’Az) che ha esortato l’Aula a non dividersi su un argomento così importante votando due ordini del giorno. L’esponente della maggioranza ha anche riconosciuto che non coinvolgere il Consiglio prima sia stato un errore, ma che il percorso del Dl è ancora lungo.
Il presidente ha dato poi la parola al primo firmatario della terza mozione, Michele Ennas (capogruppo della Lega). L’esponente della maggioranza ha dichiarato di avere apprezzato l’intervento del vice presidente della Regione, Giuseppe Fasolino, ma ha definito irricevibile il contenuto dell’ordine del giorno del centrosinistra, mentre si è detto d’accordo con quello proposto dal collega Cossa. Ennas ha anche definito falsa l’affermazione che il Consiglio sia in ritardo e ha evidenziato la sensibilità dimostrata dal ministro Calderoli che verrà qui in Sardegna, per confrontarsi con il Consiglio regionale. Ennas ha chiesto una sospensione dei lavori per arrivare a un ordine del giorno unitario.
Il presidente Pais ha sospeso i lavori del Consiglio per una conferenza dei capigruppo.
Al rientro in aula, il presidente Pais ha comunicato che dalla conferenza dei capigruppo è emersa l’impossibilità di arrivare alla condivisione di un documento unitario e ha annunciato che, quindi, l’Aula procederà alla votazione dei due ordini del giorno.
E’ stato quindi messo in votazione l’ordine del giorno n. 1 (A. Solinas e più) “in merito alla necessità di tutelare i cittadini sardi dall’attuazione del disegno di legge recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario”.
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha chiesto la votazione per parti. Richiesta poi ritirata per evitare problemi alla prosecuzione dei lavori. Il Consiglio ha respinto la premessa dell’ordine del giorno con 24 contrari e 19 favorevoli, e l’altra parte dell’ordine del giorno con 26 contrari, 19 favorevoli e 2 astenuti. (Eln)
Il presidente Pais ha quindi ha messo in votazione il secondo ordine del giorno proposto dalla maggioranza (primo firmatario Michele Cossa). Per dichiarazione di voto è intervenuto il capogruppo di Leu Eugenio Lai: «Il nostro è un no secco all’autonomia differenziata che crea grossi danni alla Sardegna – ha affermato – non vogliamo che attraverso il principio di insularità, che condividiamo, si mascheri un sì confuso all’autonomia differenziata».
Contrario anche il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau: «L’autonomia differenziata non dà garanzie alla nostra specialità. La cancellazione della specificità sarebbe un danno gravissimo per la Sardegna che avrebbe le stesse potestà delle regioni ordinarie».
Voto contrario anche da parte del Movimento Cinque Stelle. Il capogruppo Alessandro Solinas ha detto: «Anche noi vogliamo evitare che si confondano il principio di insularità con l’autonomia differenziata. Così si annacqua il dibattito».
Stessa posizione da parte del capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «Allo stato attuale delle cose – ha detto – le posizioni non sono affatto concilianti. Se avessimo iniziato prima la discussione sarebbe stato possibile parlare anche di altro. L’approvazione di quest’ordine del giorno è inutile. La realtà è che c’è un provvedimento in discussione in Parlamento che, se non modificato, metterà in serio pericolo la specialità della Sardegna. Auspichiamo che i parlamentari sardi tengano conto delle nostre raccomandazioni».
L’ordine del giorno è stato approvato con 26 voti a favore e 18 contrari.
Il documento impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale:
1) ad attivare i necessari contatti con il Governo e il Parlamento affinché venga inserito nel testo del Ddl sull’autonomia differenziata un chiaro richiamo al principio di insularità di cui al sesto comma dell’art.119 della Costituzione.
2) a riaffermare, nell’ambito del processo di riforma la specificità dei problemi derivanti dall’insularità rivendicando in particolare: a) il principio della continuità territoriale come prioritario per lo sviluppo della Sardegna, b) la necessità della perequazione infrastrutturale anche al fine di garantire l’accessibilità interna alla nostra Isola, c) una transizione energetica che superi definitivamente i combustibili fossili maggiormente inquinanti a favore di fonti energetiche rinnovabili, d) a proporre forme di fiscalità di sviluppo utili a favorire l’attrattività della nostra Isola per gli investimenti e a favorire la formazione di nuove imprese a partire da un significativo ampliamento delle aree Zes.
3) a dare attuazione alla risoluzione approvata dal Consiglio il 12 ottobre 2022, realistica al processo di attuazione del principio di insularità.
4) ad avviare, sulla base di un confronto con il Consiglio regionale, il percorso di attuazione del principio di insularità di cui all’art 119 della Costituzione.
Dopo al votazione, il presidente Pais ha dichiarato chiusa la seduta.
Il Consiglio sarà convocato a domicilio.