CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVI Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 202 – Pomeridiana
Mercoledì 24 febbraio 2022
Manovra 2022-2024: Dl 301 (Legge di Stabilità), esame dell’articolo 10
I lavori riprenderanno alle 15.30
Cagliari, 24 febbraio 2022 – La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione generale dell’art.10 (Sviluppo locale e contrasto allo spopolamento) del Dl n.301 – Legge di stabilità 2022.
Primo intervento, quello del consigliere del Pd Cesare Moriconi che, dopo aver premesso che lo spopolamento è un fenomeno molto complesso dovuto a cause diverse come denatalità, flussi migratori interni ed altro, ha affermato che l’articolo in discussione è “l’anima” della finanziaria con la quale si aggredisce uno dei problemi atavici della Sardegna. Tuttavia, ha sottolineato, le misure inserite nella legge sono poche ed insufficienti considerando che in Sardegna lo spopolamento non riguarda più le zone marginali ma tutto il territorio ed inoltre non toccano la questione centrale che è quella di cambiare profondamente le procedure di spesa. In questo quadro, secondo Moriconi, sono sbagliate le misure “generaliste” uguali per tutti ma devono essere studiate ed adattate alle singole realtà, e soprattutto verificate nella loro concreta attuazione.
Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, nel condividere molte delle argomentazioni di Moriconi, ha sostenuto che occorre individuare il possibile “punto di caduta” dell’articolo 10 e spiegare come lo strumento del “bonus bebè” individuato dalla Regione potrà integrarsi con strumenti simili predisposti dallo Stato. Lo spopolamento è un fenomeno antico, ha aggiunto, ma non è mai stato studiato adeguatamente nelle sue specificità molte delle quali riguardano i piccoli paesi delle zone interne. Non dobbiamo creare nuove illusioni per i sardi, ha esortato Cocco, né creare false aspettative fra i cittadini molti dei quali, sempre nelle aree più marginali, non hanno medici di base e pediatri di libera scelta. Infine il capogruppo di Leu ha toccato il tema del caro-bollette dei Comuni che costringerà fra breve le amministrazioni locali a spegnere perfino le luci.
Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha ribadito che lo spopolamento è un problema cruciale della Sardegna del quale si è parlato tante volte e si sono investire risorse ingenti senza risultato. Un dato molto importante e nello stesso tempo sottovalutato riguarda secondo Cossa i legami del fenomeno con la condizione di insularità. Il consigliere ha poi preso le distanze dell’equazione uguale spopolamento perché, dato che è impossibile (oltre che sbagliato) assumere tutti nelle pubblica amministrazione, è chiaro che devono essere sostenute le imprese che vogliono restare nei territori, adeguatamente infrastrutturati con una rete di servizi essenziali. In questa direzione vanno, ha concluso, i nostri emendamenti alla legge.
Per il M5S Desirè Manca gli interventi contro lo spopolamento riguardano da vicino tutta la politica regionale che, però, la maggioranza propone di arginare con strumenti insufficienti come i bonus per ogni nato (pari a 600 euro) nel 2022 per ogni nuovo nato nei Comuni al di sotto dei 3000 abitanti. A cosa dovrebbero servire queste risorse, ha chiesto la Manca, a raggiungere i servizi sanitari di base, un ufficio dove sbrigare una pratica di prima necessità o il proprio posto di lavoro? Quello che manca, a suo giudizio, è una rete dei servizi efficiente fondata su sanità e lavoro. Nel merito, l’esponente dei 5Stelle ha proposto di allargare il beneficio agli anni 2020 e 2021, anni della pandemia nei quali la Sardegna è stata particolarmente colpita dalla crisi economica legata alla pandemia sanitaria.
Il consigliere della Lega Ignazio Manca in apertura ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla crisi internazionale che portato alla guerra russo-ucraina, dovuto in larga parte, a suo avviso, alla debolezza dell’Europa e degli stessi Stati Uniti. Venendo all’ordine del giorno è giusto ed importante che in Sardegna, ha detto ancora Manca, si cominci a parlare concretamente di lotta allo spopolamento dentro le istituzioni, per restituire ai cittadini quella sovranità della quale si sentono espropriati. Il problema però va studiato in profondità e messo al centro dell’agenda politica (potrebbe essere istituito un dipartimento o una delega specifica all’interno di un assessorato), ha continuato Manca, per consentire alle istituzioni di adottare le migliori decisioni nell’interesse dei sardi.
Il consigliere del M5S Roberto Li Gioi ha ripreso il concetto della lotta allo spopolamento come fattore centrale per il futuro della Sardegna. Ma la riposta della finanziaria, ha osservato, è una “cura palliativa” e per molti aspetti somiglia ad altri interventi destinati ai piccoli Comuni; niente di più sbagliato perche i dati dicono in modo evidente che lo spopolamento riguarda tutto il territorio regionale da nord a sud, dai capoluoghi ai piccoli centri. Bisogna aiutare le famiglie a fare figli, ha detto ancora Li Gioi, e non favorire cambi di residenza fasulli o aiuti economici per questo o quel settore; di qui la necessità di assumerci fino in fondo la grande responsabilità di fare qualcosa di importante che proietti la Sardegna in un futuro migliore.
Il consigliere del Pd Salvatore Corrias ha definito l’articolo 10 “cuore pulsante” della legge finanziaria e subito dopo ha ricordato che oggi nell’ospedale di Lanusei non può nascere nessuno perché il punto nascita è chiuso da tempo. Quindi il tema non è quello del bonus o delle soglie demografiche di accesso, ha lamentato Corrias, è proprio la misura che è sbagliata, perché nessun territorio può vivere e migliorare senza servizi essenziali per la comunità. Come Pil pro-capite, ha ricordato l’esponente del Pd, la Sardegna è agli ultimi posti nell’Unione europea, soprattutto in riferimento alla situazione dei piccoli centri; quindi non c’è alternativa ad interventi sulle comunità, riorganizzazione ed aggregazioni istituzionali, collaborazioni pubblico privato, pianificazione urbanistica, trasporti. Insomma, scelte durevoli orientate al futuro.
Per i progressisti Laura Caddeo si è soffermata sulla complessità del problema dello spopolamento, che richiede una accurata attività preliminare di analisi e studio. Non esistono soluzioni semplici e proprio per questo, a giudizio della Caddeo, vanno messe in piedi iniziative forti in grado di cominciare a contrastare il fenomeno con azioni di sistema su scuola, presidi di legalità, luoghi di aggregazione, servizi sanitari di prossimità, viabilità, innovazione tecnologica e reti di comunicazione, valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, scuole di formazione legate agli antichi mestieri. Questi processi, ha concluso l’esponente dei Progressisti, vanno affiancati da scelte coerenti delle istituzioni a favore del decentramento e della presenza incisiva del sistema pubblico al di fuori dei capoluoghi di provincia e dei grandi centri urbani. (Af)
Antonello Peru (Udc Cambiamo!) ha sottolineato la centralità e l’importanza del tema dello spopolamento. I dati sono allarmanti – ha detto Peru – ogni anno circa 3000 sardi prendono la valigia e vanno fuori. Un fenomeno che deve essere arginato. L’articolo 10, seppure non sufficiente, è significativo. Questo articolo favorisce la natalità nei piccoli comuni ma prevede con efficacia anche un contributo a quei soggetti che vogliono recuperare il patrimonio abitativo e incentivi per chi vuole puntare sulle attività economiche. Per Peru le cause dello spopolamento in Sardegna sono varie e per frenare l’emorragia è necessario partire dai comuni identitari e puntare sul turismo culturale, che funziona tutto l’anno . Noi del gruppo Udc Cambiamo! – ha proseguito Peru – siamo stati sempre molto attenti a questo fenomeno, per questo abbiamo fatto una proposta integrativa all’interno di questo articolo 10 sulla riqualificazione edilizia. L’emendamento da noi ripresentato prevede 5 milioni di euro per incentivare gli alberghi diffusi e l’ospitalità diffusa. Ma è necessario anche puntare sui trasporti. Senza una politica seria di trasporti non si può parlare di evitare lo spopolamento. Il vero progetto per il nuovo modello di sviluppo è creare le infrastrutture per collegare le zone interne. —
Dopo Peru ha preso la parola l’on. Rossella Pinna (Pd), che ha detto: “Non siamo davanti a un intervento dai poteri salvifici ma perché questo tentativo è in realtà un’illusione e rappresenta scelte politiche parziali e superficiali. Più del 50 per conto della popolazione della Sardegna risiede nei 318 Comuni delle aree interne e le politiche contro lo spopolamento richiedono interventi strategici e con indicatori dei risultati che attestino i risultati. C’è un miliardo di euro da spendere per le zone interne e voi credete che 600 euro al mese per il primo figlio possano motivare le giovani coppie ad avere figli e a trasferirsi nei piccoli centri? Sono soltanto i servizi sanitari di prossimità e le infrastrutture a far diventare attrattivo un luogo, un territorio”.
A seguire l’on. Giovanni Antonio Satta (Misto) ha parlato apertamente di una norma “che inizia ad aprire la strada degli interventi efficaci per le zone interne” e ha aggiunto che “però si rischia di escludere alcuni Comuni del tutto colpiti dal decremento demografico come Bono, che ha perso 450 abitanti in vent’anni oppure Bonorva che nel 2000 aveva 4094 abitanti e ora nel 3183. E così pure Calangianus, Buddusò, Ploaghe. E altri ancora”.
Per l’on. Eugenio Lai (Leu) “va comunque dato atto alla Giunta di aver tentato di affrontare il tema dello spopolamento anche se le misure non mi sembrano efficaci. Non si può combattere soltanto con i sussidi l’abbandono delle piccole comunità della nostra isola e non va bene distinguere i Comuni per fasce. Il testo, così come è scritto, andrà a favore soltanto di chi è già economicamente avvantaggiato e non andrà incontro alle famiglie con Isee più basso, perché considera anche gli aiuti nazionali”.
Dai banchi dei Progressisti l’on. Gianfranco Satta è intervenuto per ricordare la legge 37, “che è stata la prima a far partire la programmazione dal basso e ad agire sul fronte dello sviluppo locale. Dobbiamo rivedere i criteri per la destinazione di queste risorse, non sprechiamo questi denari”.
Per l’on. Giovanni Satta (Udc) “non è pensabile fare qualcosa contro lo spopolamento senza comunque tentare di incrementare la natalità e senza dare contributi alle famiglie, a fondo perduto”.
Per Fausto Piga (FdI) “ci stiamo confrontando comunque con una legge che stanzia risorse contro lo spopolamento. Riprendiamo un cammino politico interrotto dalla pandemia” mentre per l’on. Francesco Mura (FdI) “manca a oggi una cultura turistica e di impresa nelle zone interne al punto che qualunque nostro intervento legislativo non servirà se nei nostri paesi non si svilupperà un tessuto economico. Ecco perché io plaudo all’intervento della Giunta, perché va a supporto dell’individuo che vuole vivere nelle zone interne e le rafforzano nel loro intento di sviluppare il territorio”. (C.C.)
Il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha criticato in apertura il modo con cui la finanziaria ha affrontato il problema della spopolamento, proponendo bonus “a pioggia” e non servizi, una forma non troppo diversa dal tanto criticato assistenzialismo a fini elettorali, così come non convince (in parte per le stesse ragioni) l’intervento a favore delle imprese. La domanda dei cittadini dei piccoli centri non è quella dei bonus, ha proseguito Solinas citando la recente marcia per la salute svoltasi a Samugheo, ma quella di potersi curare come i cittadini che abitano nei grandi centri urbani della Sardegna.
Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Talanas ha sostenuto che quella in discussione è una grande manovra finanziaria che, fra l’altro, si rivolge per la prima volta a quel mondo dei piccoli Comuni di cui tanto si è parlato senza concludere niente, e non lo fa con un singolo provvedimento ma con una serie di misure positive ed organiche. Citando il suo paese di provenienza, Orune, dove la popolazione si è praticamente dimezzata, il consigliere Talanas ha ricordato il significato dello sblocco del “turn-over” di Forestas (anch’esso compreso nella finanziaria) che accompagna altri interventi rivolti alle imprese, al miglioramento della qualità della vita, all’aumento della natalità. Questo insieme di azioni, ha concluso Talanas, sarà per noi in grado di produrre effetti reali nel breve e medio termine.
Il consigliere della Lega Dario Giagoni ha insistito sull’importanza dell’articolo contro lo spopolamento, tema centrale nella campagna elettorale della coalizione di governo, che solo la pandemia ha impedito di affrontare prima. Un provvedimento giusto, secondo Giagoni, che pensa tanto alle donne che vogliono formarsi una famiglia quanto alle imprese che vogliono creare nuove attività, anche e soprattutto nel campo artigianale. Sulle dimensioni dei Comuni beneficiari, Giagoni ha suggerito di soffermarsi per una verifica sull’andamento demografico di tante realtà locali. Non è e non vuole essere una legge risolutiva, ha concluso il consigliere leghista, ma l’inizio di un piano strategico (nel cui ambito le misure di Forestas sono state un passaggio importante) per avvicinare grandi e piccoli centri della Sardegna.
Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha cominciato il suo intervento con un riferimento alla guerra russo-ucraina le cui ripercussioni, purtroppo, toccheranno molto da vicino anche la Sardegna. Apprezzabile, ha aggiunto Mula, la riflessione del collega Moriconi sul fatto che la Regione stia finalmente iniziando a fare qualcosa perchè la nostra terra sta morendo e purtroppo si sta spopolando tutta assieme con una natalità è ai minimi storici; per questo la Regione non poteva fare a meno di mandare un segnale chiaro. Sui Comuni beneficiari, ha avvertito il capogruppo sardista, diciamo no alle furberie e ragioniamo sulle possibili correzioni, ma senza intaccare l’impianto della legge. Importante, ha concluso Mula, anche la misura sulla casa, ma evitando di cadere nell’alibi di chi non fa niente perché vuole fare meglio.
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ribadito che il suo gruppo e tutta l’opposizione hanno condiviso la finalità della legge, che magari non risolve grandi questioni ma non determina conseguenze negative. Agus ha poi apprezzato la misura riguardante le risorse a fondo perduto per chi vuole aprire una nuova attività, anzi sarebbe giusto prevedere una maggiore dotazione finanziaria. Su scenario generale, ha però avvertito Agus, pesa negativamente l’esperienza dei tanti fondi regionali messi a disposizione del sistema economico durante la pandemia; anche dopo l’approvazione di questa legge, infatti, ci vorranno una delibera di Giunta per le modalità, convenzioni con l’Agenzia delle Entrate e la Sfirs, un sistema di controlli, tutti appesantimenti che metteranno a rischio l’efficacia della legge. L’esponente dei Progressisti si è detto invece scettico sul bonus natalità che, da solo, non mette in moto circuiti virtuosi.
A nome della Giunta l’assessore degli Enti locali Quirico Sanna ha parlato di giornata interessante con molti interventi condivisibili, che ha iniziato ad affrontare un grande problema regionale e nazionale arrivato solo recentemente all’attenzione della conferenza Stato-Regioni. Lo spopolamento, ha sostenuto, si affronta solo attrezzando i territori con una rete efficiente di servizi e su questo la Sardegna sta cercando di fare la sua parte facendo partire un percorso che non si limita a natalità ed attività produttive chiamandole a fare sistema. Bisogna agire con onestà intellettuale, ha aggiunto l’assessore, sostenendo sì le “start up” ma lavorando nello stesso tempo allo sviluppo di sistemi territoriali, solo così le persone rimangono nei paesi, così come rimangono se in quei centri restano aperte le scuole. La legge è migliorabile e questo è compito del Consiglio, ha detto ancora Sanna, compatibilmente con le risorse disponibili e con una ritrovata serietà della politica. Tuttavia, ha proseguito avviandosi alla conclusione, non partiamo da zero: siamo intervenuti in urbanistica, nella formazione dei giovani, consapevoli della necessità di salvare prima la vita e poi pensare alla riabilitazione, seguendo dove possibile anche esempi virtuosi come l’Umbria dove non c’è il mare ma una rete di borghi ben strutturata e radicata nelle migliori vocazioni di quella terra che consente alle comunità di vivere bene tutto l’anno. (Af)
Il presidente ha dato la parola all’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Fasolino, che ha parlato di tanti interventi costruttivi, in particolare ha citato l’analisi fatta dal relatore di minoranza Cesare Moriconi (PD). Non si è invece detto d’accordo con chi dice che c’è solo questo intervento per la lotta allo spopolamento perché non si dà giustizia al lavoro fatto con questa Finanziaria. E’, secondo Fasolino, un articolo fondamentale di questa Finanziaria, che ruota intorno a questo articolo. Il bonus nascita è uno dei diversi interventi messi in campo: l’articolo 9 e l’articolo 11 sono ancora più importanti per la lotta allo spopolamento. Sulla programmazione territoriale, l’assessore ha spiegato che, in questa Finanziaria ci sono 5 milioni di assistenza tecnica per aiutare i Comuni a spendere le risorse nei tempi corretti.
Fasolino ha poi annunciato di aver mandato una nota al ministro perché la Sardegna non ha bisogno soltanto di finanziamenti, ma di opere. L’assessore ha sottolineato che l’autostrada nella Penisola non l’ha realizzata la Regione Lazio, né la Lombardia ha realizzato la rete ferroviaria. Fasolino ha affermato che è ora che lo Stato si prenda la responsabilità per realizzare le opere. “Dobbiamo iniziare a chiedere allo Stato di fare lo Stato”. Per quanto riguarda i limiti del numero degli abitanti dei comuni, si è detto d’accordo ad ampliare a 5000, rivedendo alcune cose, ma ha ribadito che non devono essere modificati i parametri per i Comuni al di sotto dei 3000 abitanti, perché l’effetto dello spopolamento in quei Comuni è molto più impattante rispetto a quelli più grandi. Fasolino, citando il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, si è detto d’accordo a incentivare i giovani a che vogliono aprire un’attività nei piccoli comuni. E ha spiegato che il bonus nascita serve per due motivi: offre un incentivo a quelle famiglie che avevano la preoccupazione per il futuro sostentamento dei figli e consente loro di poter decidere di ampliare la loro famiglia nel proprio comune. Un primo passo in attesa che si sviluppino i servizi e migliorino quelli sanitari. L’assessore è consapevole che questa misura non sia risolutiva, ma è un inizio. “Combattere lo spopolamento – ha affermato Fasolino – è la sfida di tutte le sfide”. L’assessore ha poi aggiunto che fra due anni si farà la verifica delle misure adottare per capire che cosa sia servito e cosa vada migliorato. (eln)
E’ intervenuto, sull’emendamento 294, Massimo Zedda (progressisti) che ha espresso soddisfazione perché tutti i colleghi sono mossi dall’intenzione di frenare lo spopolamento. Ma lo spopolamento – ha detto – non riguarda solo le zone interne ma la Sardegna intera. Nel 2050 il mondo comincerà ad avere più morti che nascite e questo avrà conseguenze enormi. Lo dicono le ricerche mondiali che suggeriscono, tra le misure da prendere, far crescere la produttività del lavoro tramite le tecnologie, incoraggiare le immigrazioni, promuovere e sostenere le nascite. Temi di livello mondiale che possono servire per fare una analisi della realtà sarda.
L’assessore al bilancio Fasolino ha detto di non essere contrario all’ipotesi di allargare ai comuni fino a 5000 abitanti diminuendo a 500 euro mensili ad ogni nato. Per Francesco Agus (Progressisti) sarebbe meglio fare una pausa per un coordinamento del testo.
Anche per Michele Cossa (Riformatori sardi) ci vuole un’azione di coordinamento per scrivere una norma che tenga conto di quanto emerso nel dibattito. La proposta è permettere alla giunta di lavorare su un testo e andare avanti nei lavori. Accantoniamo per un attimo l’articolo 10. –
Alla ripresa sull’emendamento 570 (che emenda il 294 prevedendo che i Comuni beneficiari abbiano perso il 3 per cento della popolazione negli ultimi dieci anni) a firma Giovanni Satta (Psd’Az) ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni (Pd) che si è detto contrario. L’assessore Fasolino ha chiesto di approvare “direttamente l’emendamento 294, che sostituisce direttamente la popolazione da 3 mila a 5 mila”.
Per il primo firmatario dell’emendamento all’emendamento “la norma è incentrata sulla lotta allo spopolamento, non a favore di piccoli Comuni che pure hanno raddoppiato negli anni la loro popolazione”. Per l’on. Rossella Pinna (Pd) “l’analisi socio economica del contesto ci aiuterebbe a capire come agire. Ci sono studi dell’Università di Cagliari che evidenziano lo stato di malessere demografico di tutti i Comuni sardi e io credo che dovremmo usare quell’indice per individuare i Comuni beneficiari”.
Per l’on. Zedda (Progressisti) “deve essere chiaro a tutti che queste risorse andranno a chi ha già deciso di fare figli ma non illudiamoci che questi provvedimenti possano incentivare le nascite o porre fine allo spopolamento”. Dalla stessa forza politica l’on. Gianfranco Satta: “E’ giusto dare questi incentivi se il calo demografico è accertato dal 2001 sulla base dell’indice Istat”. L’on. Deriu (Pd) ha definito il provvedimento “minimalista, per come lo ha impostato la Giunta e ha l’obiettivo di ripopolare centri che altrimenti sparirebbero”. A seguire si è detto favorevole il voto a sostegno di iniziative di questa natura”, ha detto Diego Loi (Progressisti). Per l’on. Daniele Cocco (Progressisti) si rischia che “la norma sia inapplicabile” mentre per l’on. Agus (Progressisti) “stiamo parlando di un parametro senza analizzare i dati a monte. Sarebbe opportuno sospendere i lavori e ragionarci”.
Il presidente ha sospeso i lavori, che riprenderanno alle 15.30. (C.C.)