CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVI Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 192 – Antimeridiana
Giovedì 10 febbraio 2022
Manovra 2022–2024: Dl. 301 (Giunta), legge di Stabilità, approvato l’articolo 1 (Disposizioni in materia finanziaria e contabile)
La seduta del Consiglio regionale è stata aperta dal presidente Michele Pais, che prima di passare all’esame dell’ordine del giorno, è intervenuto per ricordare che oggi, 10 febbraio, si celebra la Giorno del Ricordo.
“Oggi, 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, un’importante ricorrenza istituita nel 2004 dal Parlamento italiano – ha affermato Pais – per conservare e rinnovare la memoria della tragedia delle Foibe e dell’esodo degli oltre 300mila italiani dalle terre istriane, giuliane e dalmate”. Con l’istituzione di tale giornata il Parlamento compiva un atto nobile e significativo destinato a restituire a questa drammatica fase quell’eredità storica a lungo ignorata, rimossa e dimenticata. “Voglio celebrare con voi il Giorno del ricordo unitamente alla Giornata della Memoria, la cui recente ricorrenza ci aiuta a non dimenticare lo sterminio degli ebrei che ci fa riflettere sui perversi meccanismi che hanno permesso l’annientamento della coscienza e della dignità umana. L’apertura dei cancelli e del campi di concentramento di Aushwitz ha rivelato al mondo l’orrore dei campi di sterminio. “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”, furono le parole di Primo Levi, che costituiscono un monito alle nuove generazioni oggi chiamate a ricordare queste tragedie che hanno colpito il popolo italiano e l’intera Europa. Migliaia furono gli italiani trucidati nelle foibe e tra loro anche tanti nostri conterranei, in particolare i minatori giunti da Carbonia per lavorare nelle miniere istriane. In tale drammatico contesto non mancarono anche in Sardegna grandi gesti di solidarietà e reciproco sostegno”. Il presidente ha poi ricordato il piccolo borgo di Fertilia che ha rappresentato un sicuro approdo “per tanti nostri fratelli italiani costretti a scappare dalla ferocia, dalla pulizia etnica” decisa a cancellare le tracce della secolare presenza italiana. “Solo dopo la caduta del muro di Berlino una paziente ricerca storiografica, anche grazie all’impegno delle associazioni degli esuli ha consentito di fare piena luce su quanto accaduto e contribuito a mantenere viva la memoria che oggi appartiene a ciascuno di noi. La memoria è il più grande patrimonio morale che possiamo lasciare alle nuove generazione, che abbiamo il dovere di custodire e tramandare”, ha concluso Pais.
Il presidente ha quindi invitato l’Aula ad osservare un minuto di silenzio.
Il Consiglio è poi passato all’esame del primo punto all’ordine del giorno: il disegno di legge 301/ A (legge di Stabilità 2022). Nell’ultima seduta era stato votato e approvato il passaggio agli articoli. Pais, dopo aver chiesto al relatore di maggioranza, il presidente della Terza commissione, Stefano Schirru (Psd’Az), il parere sugli emendamenti all’articolo 1, confermato dalla Giunta, ha aperto la discussione.
Il primo intervento è stato del consigliere del Pd Cesare Moriconi, il quale in apertura ha rivolto il suo apprezzamento nei confronti dell’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino, che nel suo intervento, durante la discussione generale, ha confermato il rispetto dell’Aula con un approccio costruttivo che contribuisce ad arrivare a soluzioni condivise ed efficaci per la Sardegna. Moriconi ha ricordato che le tabelle della Banca di Italia vedono la Sardegna agli ultimi posti per le infrastrutture, sanità e spesa delle risorse, problemi che non sono solo ascrivibili all’attività degli ultimi anni. Moriconi ha però evidenziato la preoccupazione per l’incapacità di programmazione e non solo di spendita le risorse e ha ricordato che dall’esame delle tabelle, presenti nel sito del ministero delle Infrastrutture, si parla di una Sardegna collocata più a sud del Mezzogiorno, di un’Isola dimenticata, di una linea quella dell’alta velocità che discrimina la Sardegna rispetto alle altre regioni. Nelle tabelle si parla di oltre 20 miliardi, ha affermato Moriconi, che passano per tutte le altre regioni d’Italia ma non per la Sardegna. Infatti nelle tabelle sulla ripartenza ci sono: 1,2 miliardi per la Sardegna in partenza e così resta, mentre altre regioni hanno ben altri finanziamenti, la Campania ha 2.891 miliardi in partenza e il dato finale supera i 16 miliardi, la Sicilia parte da 3,4 miliardi e arriva a 5,5 miliardi. Questo produrrà una differenza importante: la Sardegna crescerà ma molto più lentamente delle altre regioni. Moriconi ha anche evidenziato il ritardo con cui il presidente della Regione ha insediamento del tavolo tecnico politico. Moriconi ha poi ricordato che i dati servono per capire individuare i problemi e trovare le soluzioni.
E’ poi intervenuta la consigliere del Pd, Rossella Pinna, che ha affermato di aver letto la Finanziaria per trovare quanto annunciato dal presidente Solinas, ma non è riuscita a trovare quello che ha dichiarato il presidente. “Di quale misura si parla?” E ha definito quella in esame una Finanziaria senza vita, che prosegue sulla scia dell’ordinarietà. “E’ evidente che ci troviamo di fronte a pubblicità ingannevole, presidente”, ha aggiunto. Pinna ha affermato di aver apprezzato sia l’intervento del consigliere Antonello Peru sia quello dell’assessore Fasolino. La consigliera ha affermato che aveva auspicato in una Manovra che desse possibilità di sviluppo e rilancio ed eliminasse le disuguaglianze tra territori. “Questo non c’è”, ha detto, ricordando che per contrastare lo spopolamento il bonus nascita o i fondi per le zone interne non sono sufficienti. Per Pinna la Giunta e la maggioranza stanno sprecando una grande opportunità, perché per la prima volta in 40 anni la Sardegna potrà contare su ingenti risorse, anche a seguito degli effetti della pandemia. La consigliera ha ricordato che la minoranza ha sempre dato la propria disponibilità per lavorare ad azioni efficaci per la Sardegna, “ma avete deciso di fare da soli”. Pinna ha concordato con quanto affermato dal collega Moriconi e ha affermato che sono necessari servizi di monitoraggio che facciano capire l’efficacia delle politiche. E’ fondamentale lavorare, secondo Pinna, per rimuovere le disuguaglianze presenti tra i diversi territori e sulla sanità.
Massimo Zedda è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere che il presidente Solinas restasse tra i banchi della Giunta.
Il presidente Pais ha quindi dato la parola al consigliere di Leu, Daniele Cocco, che ha definito quella odierna un’occasione irripetibile perché si discute la prima finanziaria politica di questa legislatura. Cocco ha concordato con l’intervento del collega Cesare Moriconi, ricordando che l’opposizione è stata sempre disponibile a collaborare, come già dimostrato con la legge omnibus.
Per Cocco “la Finanziaria serve a programmare il futuro, ma dobbiamo mettere in sicurezza il presente che non lo è”. Cocco ha criticato i vertici di Areus e le nomine dell’assessorato della Sanità che ha preferito figure professionali che arrivano da oltre Tirreno anziché sardi e ha ricordato che la Sesta commissione aveva sfiduciato la Bettellini, e ha chiesto se le commissioni non hanno più alcun valore. Cocco ha ricordato il concorso degli infermieri, i cui vincitori non vengono chiamati, la grave situazione in cui versano gli ospedali, in particolare la mancanza di personale del presidio di Nuoro. Per Cocco per il turnover di Forestas serve una legge, non è sufficiente un emendamento perché ci vogliono strumenti normativi inattaccabili.
Per Massimo Zedda (Progressisti) i tempi sono maturi per valutare cosa sia andato bene e cosa invece sia da correggere. “Qual è la strategia, la rotta che avete dato per il futuro? Nessuno è in grado di definire l’approdo”, ha detto. Zedda ha poi ripercorso i punti principali, secondo lui, dell’azione della maggioranza in questa legislatura: dalla riforma del sistema sanitario, i cui problemi sono sotto gli occhi di tutti, la riforma degli enti locali (“adottata e sciolta come neve al sole dalla Corte costituzionale” e il tema dell’urbanistica (“Siete riusciti in un oggettivo risultato alquanto difficile: mettere al palo e bloccare tutto il sistema edilizio in Sardegna”). Per Zedda nessuna delle tre azioni ha prodotto effetti positivi per i sardi, ma creato gravi problemi. “Un capolavoro, che era difficile realizzare”. Non c’è traccia, ha concluso, di un provvedimento che evidenzi una strategia di sviluppo per la nostra Sardegna.
Desiré Manca (M5S) ha criticato il presidente Solinas non presente durante il suo intervento. “Volevo chiedergli, visto che abbiamo il piacere di averlo in aula dopo 3 mesi, se aveva contezza della situazione in cui si trova il popolo sardo”. In particolare Manca ha parlato della situazione drammatica della sanità sarda, del mondo del lavoro, dei trasporti della sardegna, e ha evidenziato che la Sardegna deve prendere una posizione decisa e convinta per quanto riguarda l’energia. Per Manca se la visione del presidente per la ripartenza della Sardegna è racchiusa in questo documento, vuol dire che lui non ha una visione della ripartenza, ma solo dell’attività ordinaria. La consigliera ha anche ricordato che 3500 giovani laureati nel 2020 hanno lasciato la Sardegna. Ci sono regioni, ha proseguito, che hanno presentato progetti di sviluppo e di crescita come la Sicilia, mentre la Sardegna non è stata in grado di fare niente.
Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha esortato i colleghi ad attenersi all’argomento in esame, l’articolo 1, e non ha riaprire la discussione generale.
Il vice presidente Piero Comandini (Pd) ha sottolineato l’importanza del comma 3 dell’articolo 1 : che dice “La medesima norma prevede, altresì, che sia demandata alla Giunta regionale la definizione dei criteri e modalità di attribuzione delle risorse finanziarie, nonché dei relativi programmi di spesa e l’individuazione degli interventi strategici di interesse regionale e locale”. Se le cose rimangono così, ha detto, avrete difficoltà a spendere le risorse e ha evidenziato che non si può dare tutta colpa alla burocrazia. “Non è accettabile dopo 3 anni”, e ha aggiunto che la Regione spende poco e male come ha rilevato la Corte dei Conti. Se vogliamo fare in modo di accelerare la spesa, ha continuato, questi criteri devono essere definiti insieme al Consiglio regionale e alle parti sociali interessate. “Mi farebbe comodo stare sulla riva del fiume e vedere lo sfacelo, ma noi vogliamo dare risposte concrete ai cittadini che ne ha bisogno”. Per questo “continueremo a dare il nostro contributo”. Comandini ha evidenziato che la Sardegna è agli ultimi posti per Pil e per infrastrutture, ed è al 147° posto su 240 regioni europee. Comandini ha aggiunto: siamo con voi per scalare questa classifica, il penultimo posto non ci piace, perché significa dare possibilità di sviluppo e di correggere i mali endemici della Sardegna. (eln)
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, nel definire apprezzabile “perché ha tenuto i piedi per terra” la replica dell’assessore Fasolino a chiusura della discussione generale, ha sostenuto che quell’intervento può essere un punto di minizio per il lavoro che il Consiglio deve fare. Ho invece apprezzato molto meno, ha aggiunto, la lettera del presidente della Regione pubblicata su alcuni giornali on line e peraltro poco rilanciata da altri organi di stampa peraltro, nella quale si manifesta un eccessivo trionfalismo per il riconoscimento del principio di insularità, traguardo certamente a portata di mano ma non certo dovuto all’azione del presidente e della Giunta quanto alla tenacia del presidente Cossa. Il vero grande tema che abbiamo di fronte, secondo Agus, è quello di una finanziaria con la quale paghiamo spese correnti e poco altro, perché su 8.5 miliardi complessivi 4.5 sono per la sanità per cui o rivediamo certi accordi del accordi del passato come quelli sulla sanità a totale carico della Regione perche i costi del sistema aumentano sempre di più, o ci rassegniamo ad avere bilanci in passivo con una sola grande asl che pagherà un po’ di stipendi. Inoltre, ha concluso il capogruppo dei Progressisti, è sbagliato rimandare la discussione di alcune grandi questioni a leggi successive sotto la “pressione” dei tre mesi di esercizio provvisorio che non possiamo superare, è questo il momento di fare sintesi sulle scelte che contano.
Successivamente il Consiglio ha respinto una serie di emendamenti ed approvato il testo dell’articolo 1.
Il consiglio ha poi esaminato gli emendamenti n.564 ed il collegato 565.
Sulle proposte, riguardanti la copertura di servizi essenziali per l’amministrazione regionale, hanno preso la parola diversi consiglieri regionali di opposizione (Agus, Meloni, Zedda, Desirè Manca e Lai) protestando per la scarsa chiarezza del testo dietro la quale si nasconderebbe l’ennesimo debito fuori bilancio. Interventi anche da parte dei consiglieri di maggioranza Mula ed Oppi, che hanno ritenuto necessario un approfondimento inquadrato però in una azione di verifica dell’azione amministrativa, ha precisato Mula, che sarà oggetto di un prossimo ordine del giorno.
Prima dello scrutinio l’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolino ha chiarito che i due emendamenti hanno contenuto diverso; con il n.564 vengono coperti alcuni servizi proprio per evitare la formazione del debito fuori bilancio mentre con il secondo,, dopo una procedura concordata col Mef, si assegnano le risorse necessarie per proiettare la copertura dei servizi essenziali fino al 2024.
Al voto, l’emendamento n.565 è stato approvato con 29 voti favorevoli, 14 contrari e 7 astenuti. Approvato a seguire, con lo stesso risultato, anche l’emendamento n.564.
Subito dopo è stato esaminato l’emendamento n.499.-
Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha affermato che la proposta corregge un errore della legge Omnibus nella parte in cui vincolava gli indennizzi alle comunità colpiti dagli incendi dell’estate scorsa (tranne il Montiferru) e non meglio precisate segnalazioni di danni alle quali erano tenuti i Comuni. A parte il fatto chei danni sono certificati dalla Protezione civile, ha detto Meloni, questo passaggio generico della norma ha causato l’esclusione di molti Comuni e bisogna rimediare.
Il presidente Pais ha chiarito che, pur condividendo le finalità del testo, l’emendamento non può essere accolto perché inammissibile.
Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha assicurato comunque l’impegno della maggioranza ad accogliere la proposto appena possibile all’interno di un diverso provvedimento.
L’emendamento è stato ritirato.
Subito dopo è cominciata la discussione dell’art.2.
Il consigliere dei Progressisti Gian Franco Satta ha osservato che il fondo unico per gli Enti locali resta sostanzialmente invariato rispetto gli anni precedenti e tuttavia, rispetto agli stanziamenti “storici”, manca circa 1 milione destinato delle associazioni dei Comuni per la programmazione territoriale. A giudizio di Satta è un errore da correggere anche alla luce dei rincari dell’energia elettrica; altre carenze riguardano la legge regionale 7/2021 che istituiva nuovi enti (impugnata, compresa città metropolitana di Sassari) senza però assegnare le risorse necessarie e su questo, ha concluso, vogliamo capire come si vorrà andare avanti.
Al termine dell’intervento di Satta il presidente ha sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le 16.00. (Af)