CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVI Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 189 – Pomeridiana
Lunedì 7 febbraio 2022
Manovra finanziaria 2022-2024, discussione generale
La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha chiesto la sospensione della seduta per poter tenere una riunione dei capigruppo. La richiesta è stata accolta. Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con tutti testi della Manovra finanziaria: il documento di economia e finanza regionale, il DL n.301/A – Giunta regionale – Legge di stabilità (Legge finanziaria 2022), ed il DL n.302/A (Bilancio triennale 2022-2024).
Per illustrare i contenuti della legge il presidente ha dato la parola al presidente della commissione Bilancio Stefano Schirru (Psd’Az), relatore di maggioranza.
Sintetizzando il dibattito svoltosi in commissione, Schirru ha ricordato che il testo è stato licenziato dalla Commissione sostanzialmente nella versione proposta dalla Giunta regionale. Le forze politiche infatti, hanno convenuto, stante la condivisa necessità di addivenire ad una rapida approvazione della manovra di bilancio, sollecitata anche dai soggetti ricevuti in audizione, di ritirare gli emendamenti presentati in Commissione e di rinviare al dibattito in Aula il confronto sulle diverse proposte di modifica e integrazione ai documenti. Unica eccezione, ha specificato, l’introduzione nel disegno di legge di stabilità di una norma diretta a “parametrare” l’indennità di funzione dei sindaci e degli amministratori locali al trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni, attualmente pari a euro 13.800, sul quale la Commissione, nella formulazione di sintesi confluita nell’articolo 2 bis del testo oggi in discussione, si è pronunciata all’unanimità. Gli oneri derivanti dal concorso finanziario della Regione alla copertura del maggior onere sostenuto dai Comuni per la corresponsione dell’incremento delle indennità di funzione è stato quantificato dall’ANCI Sardegna in euro 10 milioni annui a decorrere dall’anno 2022.
Due anni di pandemia hanno profondamente segnato la storia della Sardegna, ha aggiunto Schirru, anche perché i segnali di ripresa dell’economia non appaiono ancora abbastanza solidi, per cui il sistema pubblico ha il dovere in questa fase di favorire con ogni mezzo politiche ispirate a forte concretezza e grande capacità di innovazione, per rilanciare il ruolo della Sardegna nel mondo, cominciando dal tema della salute che deve diventare autenticamente “territoriale”. Nel complesso, a giudizio di Schirru, è una manovra molto positiva che si caratterizza per il buon sostegno ad imprese ed alle classi svantaggiate; ci sono insomma le condizioni per fare presto e bene con la collaborazione di tutte le forze politiche nel supremo interesse della Sardegna.
Stante l’urgenza di abbandonare la gestione del bilancio in dodicesimi e di assicurare così la piena spendibilità delle risorse stanziate, ha concluso il presidente della commissione Bilancio, si confida che i provvedimenti in esame pervengano a una rapida e condivisa approvazione da parte dell’Aula.
Successivamente, a nome della minoranza, ha preso la parola il consigliere del Pd Cesare Moriconi. Nel suo intervento l’esponente del Pd ha affermato subito che ci si aspettava una prima finanziaria “politica” molto diversa, orientata soprattutto al cambiamento delle politiche di spesa. La Sardegna, ha ricordato, è l’ultima Regione in Italia in termini di capacità di spesa sui fondi europei, dato che fa aumentare il divario col resto del Paese ed evidenzia che anche questa legge finanziaria appare monca, depotenziata e rassegnata.
Lo confermano le analisi della Corte dei conti, ha aggiunto, che ogni volta sottolinea le maggiori e gravi criticità sulla capacità di spesa della nostra Regione, e i dati dell’Agenzia per la coesione territoriale secondo i quali la spesa dei Programmi Operativi Regionali certificata alla UE alla data del 31 dicembre 2021, la Sardegna è rispettivamente ultima e terzultima in termini di percentuali di spesa effettuata sul totale delle risorse FSE e FESR ad essa assegnate.
Questi stessi temi, riguardanti l’adeguatezza dell’azione legislativa e del governo della nostra Regione e l’esigenza della verifica della loro efficacia, sono stati più volte, secondo Moriconi, al centro dell’attenzione del Consiglio regionale, purtroppo, senza alcun riscontro. Ed il disegno di legge di stabilità per il 2022, proposto dalla Giunta Regionale dopo le manovre finanziarie precedenti impropriamente chiamate “tecniche”, fa emergere nuovamente gli stessi problemi: mancanza di analisi e strategia, inadeguatezza della programmazione, inefficienza e inefficacia dei processi attuativi.
Dopo l’accordo con lo Stato sulle entrate del 2019, ha ricordato ancora Moriconi, il Consiglio aveva proposto la convocazione degli “Stati generali” della nostra isola necessaria al fine di una valutazione degli effetti dell’accordo e l’attivazione di un processo di programmazione delle risorse, condiviso con tutti i rappresentanti delle istituzioni democratiche e delle organizzazioni di categoria e sindacali sarde. Non se n’è fatto nulla. Infatti il Procuratore regionale della Corte dei Conti, in occasione del giudizio di parificazione del Rendiconto della Regione, ha eccepito che ancora non risultava attuato il punto dell’accordo riguardante “l’istituzione del tavolo tecnico-politico per la definizione degli svantaggi strutturali permanenti derivanti alla Sardegna dalla sua particolare condizione di insularità e degli strumenti compensativi più idonei alla loro rimozione”. Attraverso la Omnibus, in realtà, si è data attuazione solo alla parte dell’accordo relativa alle spese di investimento ma sempre senza una organica e chiara strategia di fondo, rispetto alla quale è stato preferito il metodo del finanziamento a pioggia, per la realizzazione di una miriade di interventi slegati l’uno rispetto all’altro e avulsi, ciascuno, da ogni logica coordinata di sviluppo locale.
La stessa linea seguita anche sul Recovery Fund. A fronte di puntuali iniziative del Consiglio mai seguite da un incontro con il presidente della Regione, è stato inviato al Governo un “pacchetto” di 206 progetti per un valore complessivo di 7 miliardi 690 milioni e 693 mila euro. Il tutto, secondo una procedura tuttora sconosciuta, senza che nulla sia stato deliberato della Giunta Regionale e con l’esautoramento del Consiglio Regionale e il mancato coinvolgimento dei rappresentanti delle Autonomie Locali e delle parti sociali ed economiche isolane.
Le conseguenze della mancata proposta di un Recovery Plan regionale, a giudiziose del consigliere del Pd, sono gravissime: che la Sardegna è e resta ultima tra tutte le Regioni d’Italia in strade, ferrovie, porti, aeroporti, ospedali; quartultima nelle reti idriche; terzultima nelle reti mobili di telecomunicazione e ciò significa che la Sardegna crescerà meno delle altre Regioni d’Italia, col risultato che, anziché ridursi, il ritardo di sviluppo sarà destinato ad aumentare.
Il Documento economico e finanziario regionale (DEFR), del resto, contiene solo brevo accenni al Pnrr: a pagina 29, per descriverlo quale eventuale nuova opportunità di supporto ai fini dell’accelerazione della spesa e dell’attuazione di interventi già programmati; a pagina 36 per riferire sulla possibilità di finanziamenti per i Consorzi di Bonifica; a pagina 40 per inquadrarlo nella prospettiva del Piano Regionale dei Trasporti.
Moriconi ha poi invitato il Consiglio ad una attenta riflessione sull’efficacia delle misure adottate a sostegno del sistema economico regionale durante la pandemia. Il famoso “bazooka” costituito dalla legge regionale 22 del 2020, in concreto ha liberato appena il 30% delle risorse stanziate e la proposta dell’istituzione di una “cabina di regia”, contenuta in una mozione, non è stata messa neppure all’ordine del giorno del Consiglio regionale. E’stata prodotta invece una miriade di norme, la cui efficacia non è mai stata valutata in termini assoluti e nemmeno relativi al fabbisogno reale delle imprese, o agli effetti attesi sul sistema economico e produttivo nel medio e lungo termine.
Soffermandosi sui contenuti della Manovra in discussione, Moriconi ha criticato duramente “le misure in favore delle nascite e contro lo spopolamento” che per la maggioranza rappresentano uno dei punti di forza della legge. Intanto perché, dopo i soliti annunci, il provvedimento non è accompagnato da alcuna analisi, né da una strategia chiara e neppure da una previsione degli effetti delle misure nel breve, medio e lungo termine, ma si limita a prevedere incentivi per ogni figlio nato a decorrere dal 2022, da assegnare alle famiglie sulla base della residenza in Comuni con popolazione al di sotto dei 3000 abitanti. Senza nemmeno considerare, ad esempio, che dal 2015 la Regione ha accumulato, per il contrasto allo spopolamento, circa 1 miliardo di risorse non spese all’interno ella programmazione territoriale 2014-2020 che, fra l’altro, avrebbero consentito di creare nei territori le migliori condizioni per far nascere nuove imprese e far crescere quelle esistenti. L’ennesimo enorme ritardo, ha protestato Moriconi, che sta caratterizzando l’avvio della riforma sanitaria e la tanto annunciata semplificazione in agricoltura.
E’evidente, come è emerso in molte audizioni della commissione Bilancio, che “se non viene assicurato l’accesso dei cittadini ai servizi essenziali come sanità, istruzione e mobilità, intesi come precondizione dello sviluppo locale, la spesa di risorse pubbliche non sortisce gli effetti sperati, forse nemmeno quando è veloce e di qualità, figuriamoci quando arriva col contagocce. Con questa relazione si è inteso, non in modo autoreferenziale, e neppure per dire “noi ve lo avevamo detto”, ha concluso il consigliere di opposizione, ricordare le iniziative con le quali i Gruppi di minoranza del Consiglio regionale, e non solo, hanno cercato di contribuire responsabilmente allo sviluppo dell’Isola. La crisi economica e sociale è devastante, ha detto infine, e sarebbe veramente drammatico che anche nella prossima finanziaria non si riuscisse ad investire la tendenza che ci vede galleggiare tra le ultime regioni d’Italia per mancanza di strategia, di analisi e di capacità di spesa. (Af)
Dopo Moriconi ha preso la parola l’on. Ciusa (Cinque stelle), secondo cui “non possiamo tenere ancora in un limbo i cittadini sardi per la vostra mancanza di organizzazione in tema sanitario. Avevamo detto che era sbagliato introdurre una riforma del sistema sanitario in piena pandemia e purtroppo avevamo ragione. E non è accettabile nemmeno che il tema dell’energia e dei trasporti non facciano parte di questa manovra finanziaria”. Per l’oratore “il Pnnr mette al centro dei suoi obiettivi la transizione ecologica e la Regione Sardegna non può ignorare tutto questo. La discussione alla luce del sole su questi temi non è più rinviabile, anche a causa del fatto che gli aumenti del costo dell’energia sono ancora più pesanti in Sardegna, dove l’energia costava già di più. Mi chiedo anche dove stia concretamente il sostegno alle piccole e medie imprese sarde: non ne vedo traccia in questa finanziaria”.
A seguire l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) ha detto che “la manovra si concentra sulle azioni a contrasto dello spopolamento e per lo sviluppo locale. Sarebbe stato più consono rilevare dei puntuali indicatori per singolo comune e intervenire con un sistema differenziato per decidere quali azioni di contrasto nel supporto alle famiglie. Non si vede come queste misure possano portare valore aggiunto stabile a questi territori”. Secondo l’on. Satta “per questo obiettivo non bastano contributi e sussidi se prima non vengono realizzati investimenti strutturali, come quelli che proponiamo con i nostri emendamenti che speriamo prendiate in seria considerazione”.
Per l’on. Salvatore Corrias (Pd) “questa Finanziaria sarà pure stata presentata in tempi rapidi ma non in modo adeguato. Sta venendo meno l’alibi perenne del Covid ed escono invece allo scoperto tutti i vostri limiti e tutti i ritardi sulle dotazioni infrastrutturali in Italia, nei trasporti come sulle telecomunicazioni e nelle reti idriche. All’articolo 10 state affrontando il tema dello spopolamento in modo sbagliato: non è col bonus natalità che si risolve il problema ma al limite con un bonus a favore di chi sceglie di risiedere nelle zone interne. Servono strade e soprattutto servono infrastrutture sanitarie: dove sono le case della salute? Dov’è la sanità territoriale nelle zone interne? Avete la possibilità di scrivere la ripartenza della Sardegna, non sprecatela”.
Il presidente Pais ha poi dato la parola ai consiglieri sull’ordine dei lavori. Al termine degli interventi il presidente Pais ha dichiarato chiusa la seduta, che riprendere domani alle 10 con la prosecuzione della discussione generale sulla manovra finanziaria. (C.C.)