CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVI Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 139 – Pomeridiana
Giovedì 6 maggio 2021
Dl. 107 (Giunta) discussione articolo 4 e gli emendamenti. Conclusa la discussione generale sull’articolo 5
Il Consiglio regionale si riunirà martedì, 11 maggio, alle 10.
La seduta pomeridiana del Consiglio si è aperta con la prosecuzione dell’esame degli emendamenti all’articolo 4 “Modifiche all’articolo 12 della legge regionale n. 31 del 1998 (Strutture organizzative)” del DL 107.
Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo di Leu Daniele Cocco che ha nuovamente sollecitato la presenza in Aula dell’assessore al personale Valeria Satta: «E’ quello che abbiamo chiesto ripetutamente nel corso della mattinata. Con la presenza dell’assessore si potranno affrontare meglio alcuni aspetti della legge».
Il presidente Pais ha quindi messo in discussione l’emendamento n.1210 all’emendamento n.1082. Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda è tornato sulle polemiche per l’impugnazione di alcune leggi regionali da parte del Governo nazionale. Rivolto al collega Franco Mula (Psd’Az) ha detto: «L’impugnazione delle leggi non dipende da noi, c’è una procedura chiara che coinvolge prima i funzionari dei ministeri e successivamente la parte politica fino ad arrivare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. »
Critico anche il capogruppo dei progressisti Francesco Agus: «Mentre noi discutiamo di assetti interni alla burocrazia sappiamo che la legge sulle concessioni balneari sta creando difficoltà interpretative che porteranno problemi più seri. Cerchiamo di capire dov’è il problema e interveniamo in tempo. Non vorrei essere chiamato a partecipare a riunioni di imprenditori disperati o a dover intervenire a tarda notte per modificare le norme».
Ha quindi assunto la presidenza della seduta il vicepresidente Giovanni Antonio Satta Contraria all’emendamento n.1210 Maria Laura Orrù: «Le discussioni aperte in questi giorni hanno convinto la maggioranza a intervenire per cercare di migliorare il testo – ha detto Orrù – ci sono difficoltà interpretative per molte leggi approvate da questo Consiglio. Sta avvenendo anche per il Piano Casa. I Comuni sono in difficoltà, questo crea un cortocircuito difficile da disinnescare».
Messo in votazione l’emendamento n.1210 è stato approvato con 29 voti a favore e 16 contrari. Alla luce dell’approvazione vengono modificate le lettere a) e b) dell’emendamento sostitutivo totale 1082. La lettera a) prevede che l’organizzazione della Regione sia suddivisa in direzioni generali, dipartimenti, servizi ed unità di progetto e uffici speciali. Questi ultimi potranno essere istituiti per assolvere a specifiche funzioni rese obbligatorie dalla legislazione dell’Unione Europea o statale.
Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.1082.
Giudizio negativo da parte di Massimo Zedda (Progressisti): «State aggiungendo elementi che creeranno ulteriori danni». Il consigliere di minoranza è poi tornato sulle concessioni balneari: «Anche lì avete fatto confusione. La Regione non ha più la struttura per occuparsene. Avete messo in legge dei casi specifici anziché emanare norme di carattere generale. Questo è il risultato».
Contro l’emendamento sono intervenuti anche Maria Laura Orrù (Progressisti), Desiré Manca (M5S), Francesco Agus (Progressisti) e Giuseppe Meloni (Pd). L’esponente del Partito Democratico ha stigmatizzato la decisione dell’assessore al personale Valeria Satta di disertare anche la seduta pomeridiana del Consiglio: «Evidentemente ha deciso di lavorare in smart working visto che in Aula non la si vede mai».
Voto contrario hanno annunciato anche Roberto Li Gioi (M5S) e Laura Caddeo (Progressisti).
Messo in votazione l’emendamento 1082 ha ottenuto il via libera con 32 voti favorevoli e 18 contrari. Il testo prevede che le direzioni generali siano strutture amministrative sovraordinate ai servizi e soggette ai poteri di direzione, coordinamento e controllo dei dipartimenti.
Il vicepresidente Satta ha quindi messo in discussione l’emendamento aggiuntivo n.1083 che modifica l’art 13 della legge regionale 31/98 con l’aggiunta dei seguenti commi: 1bis) Per impulso, la programmazione e l’attuazione di interventi nelle materie intersettoriali, sono istituiti fino a un massimo di 3 dipartimenti coordinati dal Presidente della Regione per il tramite del Segretario generale della Regione. 1 ter) i dipartimenti sono istituiti, modificati e soppressi con decreto del presidente della Regione, previa conforme deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell’Assessore competente in materia di organizzazione e di personale. 1 quater) I dipartimenti sono incardinati presso la Presidenza della Regione e a ciascuno di essi è preposto un direttore.
Contro si sono espressi il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda («Siete riusciti a peggiorare il testo precedente»), il capogruppo del PD Gianfranco Ganau (“Attribuire il coordinamento di strutture organizzative al presidente della Regione è una follia”), il capogruppo di Leu Daniele Cocco e quello dei Progressisti Francesco Agus: «Sono tentato di votarlo – ha detto Agus – sono contenuti dei casi di scuola. L’emendamento prevede cose da non scrivere mai. Avete intenzione di abrogare l’art.8 della legge 1 del 1977? Quella legge indica la struttura dei Dipartimenti che al loro interno hanno le direzioni regionali. Se questa legge non verrà abrogata avrete problemi seri. Forse vale la pena fermarsi un attimo e prendersi un weekend di riflessione».
A favore si è schierato invece Franco Mula (Psd’Az): «E’ singolare che qualche consigliere esperto chieda spiegazioni sugli emendamenti». L’esponente sardista è poi tornato sulle polemiche relative ai costi delle cariche pubbliche indicate dalla giunta regionale: «Mi sono preso la briga di capire quanto costa il direttore dell’Istituto Zooprofilattico. Quel costo dipende da una delibera fatta dalla Giunta Pigliaru».
Di diverso avviso la consigliera del M5S Desirè Manca: «Ciò che dice Mula non è esatto – ha detto Manca – quel contratto prevede oltre a uno stipendio tutti i rimborsi spesa per spese di viaggio, alloggio e per i ristoranti . Quel contratto è uno scempio e lo avete voluto voi».
Contrari all’emendamento anche Eugenio Lai (Leu) e Roberto Li Gioi (M5S).
Voto favorevole ha annunciato il relatore di maggioranza Stefano Tunis (Misto): «Ho sentito di tutto, compreso il fatto che il Presidente della Regione non possa ricoprire il ruolo di coordinatore dei Dipartimenti. E’ scritto in una legge cogente: la n.1 del 1977. Ciò che ritenete aberrante è in norma. Da una settimana state dicendo tutto e il contrario di tutto». Differente la posizione dei Giuseppe Meloni: «Qualcuno dimentica la Bassanini. Si stanno commettendo errori clamorosi. Con questa legge ci esponiamo a un’impugnazione certa».
Emanuele Cera, a nome del gruppo di Forza Italia, ha comunicato la decisione di non sottoscrivere l’emendamento.
Messo in votazione l’emendamento n.1083 è stato approvato con 30 sì, 18 no e 4 astenuti.(Psp)
Dopo l’emendamento 1083 l’Aula ha preso in esame l’articolo 5 e i relativi emendamenti.
Ha subito preso la parola l’on. Massimo Zedda (Progressisti) che ha detto: “Il costo per l’autista del presidente della Regione è di 85 mila euro lordi l’anno. Suggerisco invece di nominare a capo dell’ufficio studi chi ha redatto il piano casa, recordman delle impugnazioni del Governo anche sotto il profilo della grammatica italiana”.
E’ intervenuta anche l’on. Desirè Manca (Cinque stelle) e ha rimarcato la “discrezionalità delle assunzioni, senza nessun concorso pubblico ma soltanto sull’amicizia. Capisco che l’assessore non sia favorevole a stabilizzare i poveracci che lavorano da 30 anni per la Regione ma lo sia per i suoi amici e per gli amici del presidente della Regione e degli altri assessori”.
L’on. Eugenio Lai (Leu) ha rivolto una preghiera alla maggioranza: “Non lasciate solo l’on. Tunis a difendere un testo indifendibile”. Invece l’on. Francesco Agus (Progressisti) ha chiesto alla Giunta “in cosa consista il servizio studi che intendete allestire in regione visto che già in tutti i servizi regionali ci sono persone che studiano e sono pagate per questo”.
Anche l’on. Corrias (Pd) ha sostenuto che “è altissimo il rischio che queste norme siano impugnate, anche con riferimento alla inutile istituzione del servizio studi”.
La maggioranza ha replicato con il leader del Psd’Az, Franco Mula: “Abbiamo capito che non vi piace la legge 107 ma smettetela di dire falsità. Soprattutto perché non è ancora firmato il contratto che state invece facendo girare”.
Per l’on. Pierluigi Saiu (Lega) “tutta la maggioranza va ringraziata per la pazienza che sta mostrando. Ormai state parlando da 19 sedute e avete parlato di tutto, anche dei centesimi dei direttori generali che nulla c’entrano con questa legge. Avete parlato persino di politica internazionale”.
Sull’articolo 5 l’on. Diego Loi (Progressisti), vicepresidente della commissione competente, ha invece detto: “Non userò il ragionamento scagliandolo verso la persona. Però non posso fare a meno di sottolineare che questa riforma non è stata condivisa per nulla. Tanti scivoloni si sarebbero potuti evitare”.
Chiusa la discussione generale sull’articolo 5 il presidente Pais ha comunicato la conclusione dei lavori, che sono aggiornati a martedì dalle 10, con l’esame degli emendamenti soppressivi dell’articolo 5. (C.C.)