CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 12 – Pomeridiana
mercoledì 17 luglio 2024
Approvata la proposta di legge n.33 “Disposizioni in materia di proroga dei termini di validità delle graduatorie”.
Autonomia differenziata, via libera alla mozioni n.7 e 8 della maggioranza. Bocciate le mozioni dell’opposizione.
Cagliari 17 luglio 2024 – La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente Comandini che dopo le comunicazioni di rito ha messo in discussione la proposta di legge 33 (disposizioni in materia di proroga dei termini di validità delle graduatorie) a firma dei capigruppo. Con dichiarazione di voto l’on. Fausto Piga (FdI) si è espresso a favore: “Ci sono tante persone che attendono di essere chiamate, chiedo che non ci fermi soltanto a questa proroga delle graduatorie per il reclutamento negli enti regionali”. Per appello nominale il Consiglio ha approvato la proposta di legge 33.
L’Aula è passata poi all’esame delle mozioni sull’autonomia differenzia. Il capogruppo del Pd, Roberto Deriu, ha illustrato le mozioni 7 e 8 esordendo con una citazione di Aldo Moro sull’idea di Stato e di potere pubblico. “Chi ha scritto la Costituzione aveva in testa il pluralismo”, ha detto Deriu, “eguaglianza significa trattamento differenziato delle diverse realtà, tra ricchi e poveri, avvantaggiati e svantaggiati”. Per l’oratore “siamo davanti a uno Stato che si priva dei suoi strumenti e le Regioni vengono sovraccaricate di funzioni che non riusciranno a svolgere. Ci vuole una presa di responsabilità contro questa deriva che mette in crisi il patto fondamentale della Repubblica, una presa di responsabilità che veda partecipi le altre Regioni”.
L’on. Umberto Ticca (Riformatori) ha illustrato la mozione 9 “che mette insieme l’autonomia differenziata e il principio di insularità. Non posso essere contrario per principio a una legge che dà più poteri alla Regione ma dobbiamo invece pretendere che sia attuato concretamente il principio di insularità”. L’oratore ha ribadito che “la Sardegna è ben lontana dall’aver colmato gli svantaggi dell’insularità, nonostante il riconoscimento in Costituzione. Noi chiediamo che tutto questo accada prima che sia attuata l’autonomia differenziata. Dobbiamo pretendere un piano di sviluppo per Sardegna, adeguatamente garantito”.
La mozione 11 è stata illustrata dall’on. Antonello Peru (Sardegna al Centro/2020), che ha detto: “Abbiamo oggi l’occasione di capire quali cause hanno portato alla rassegnazione quest’Isola. Ci sono persone contrarie al referendum senza aver letto la legge o senza averla capita. Ci appassiona di più un dibattito che faccia evidenziare ciò che a questa terra spetta e quel che è accaduto quando lo Stato scelse le Regioni che diedero vita al triangolo industriale italiano. Chi ha più gambe oggi non si deve dimenticare da dove arriva, chi ha fornito quei talenti né si deve dimenticare di aiutare quelli che ne hanno meno”. Peru ha ricordato “l’assenza di investimenti italiani in Sardegna” e ha aggiunto: “Lasciare intatto questo divario ci consegna al sottosviluppo, con una valigia in mano. Dobbiamo invece reggere la sfida e chiedere quel che serve per pareggiare i conti con chi già ha avuto, a differenza della Sardegna. Altro che dividerci: questa è l’occasione per unirci e mi rivolgo a chi di noi milita nei partiti nazionali”. (C.C.)
Il consigliere Talanas (Fi) ha detto di concordare con il suo collega Peru circa le “troppe interpretazioni difformi sul contenuto dell’autonomia differenziata” e sul fatto che questa debba rappresentare l’occasione per meglio “sfruttare la specialità sarda”. «Nessuna paura dell’attuazione della riforma – ha insistito l’esponente della minoranza – e la discussione delle mozioni in tutta fretta mi convince che sia un diversivo per nascondere altri provvedimenti votati in Aula, ad incominciare da quelli che riguardano le poltrone dell province».
La consigliera Masala (FdI), ha ripercorso il più che ventennale iter costituzionale e parlamentare dell’autonomia differenziata, nonché il favore popolare espresso col referendum del 2001. «La riforma – ha affermato la consigliera dell’opposizione – riconosce le specificità regionali e deve essere applicata per rilanciare prerogative e opportunità della Sardegna».
Di pare opposto, il consigliere 5 Stelle, Mandas, che ha parlato di indebolimento della specificità sarda («mi rammarica che alcuni parlamentari eletti in Sardegna abbiano approvato una legge che impoverisce la nostra specialità»). A giudizio dell’esponente della maggioranza, con l’autonomia differenziata alcune regioni (le più forti economicamente) saranno avvantaggiate («potranno partire per prime e governare settori vitali come sanità, trasporti, istruzione e politiche sociali») ed altre penalizzate: «Con questa legge sparisce infatti la solidarietà nazionale e la nostra specialità statutaria».
Contro l’indizione del referendum abrogativo, la consigliera di FdI, Usai, che, nel riproporre la “storia” e i diversi passaggi della riforma “che muove i passi dal 2001 con il centrosinistra”, ha ricordato come numerose Regioni abbiano già da tempo attivato le opportune iniziative istituzionali e politiche per ottenere spazi maggiori di autonomia. «La legge 86 è contestata perché minaccia l’unità? – Si è domandata polemicamente l’esponente della minoranza – Chi lo dice sono gli stessi che nel recente passato hanno sventolato l’autonomia differenziata come un successo». «In questo Consiglio – ha conclusa l’onorevole Usai – affrontiamo le questioni vitali e importanti come sanità e siccità e smettiamola con le strumentalizzazioni come fossimo in una perenne campagna elettorale».
Perplessità sulla richiesta referendaria è stata manifestata dal consigliere di Sardegna 20Venti, Stefano Tunis, che ha ricordato la lontana approvazione della modifica del Titolo V° della Costituzione e ha evidenziato come in questi vent’anni non sia migliorata la cosiddetta solidarietà nazionale e neppure l’esercizio delle prerogative autonomistiche in Sardegna. A giudizio dell’esponente della minoranza sembra chiaro il tentativo del Campo Largo “ di imbracciare una battaglia politica estemporanea per ricercare una qualche visibilità al livello nazionale”. «La battaglia – ha aggiunto Tunis – non è difendere l’autonomia sarda quanto convogliare il consenso delle regioni del sud contrapponendolo a quello del nord».
La consigliera Casula (Sf), ha ricordato le parole del presidente della Repubblica a difesa dei valori della Carta costituzionale, e ha definito l’autonomie differenziata un “elemento di rottura rispetto al concetto di autonomia di cui all’articolo 5 della Costituzione”. «Con questa riforma – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – avremo quindici regioni specialissime e cinque ad autonomia limitata. Dobbiamo dire no ad una riforma “spacca Italia” e sì al referendum per abrogare la legge dell’autonomia differenziata».
A giudizio del consigliere di Fdi, Corrado Meloni, la sinistra “vuole soltanto demolire le riforme che il governo Meloni sta portando avanti nell’interesse di tutto il Paese”. «Ci troviamo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – davanti alla propaganda della sinistra e non ad un rinnovato spirito patriottico della sinistra, e se da un lato comprendo la polemica politica, è evidente che lo spirito delle mozioni oggi in discussione muove dall’opportunismo politico».
A giudizio del consigliere Piga (FdI), “l’autonomia differenziata è una grande riforma per tutte le regioni e a maggior ragione per la Sardegna”. «L’autonomia differenziata – ha insistito l’esponente della minoranza – l’ha promossa il centrosinistra e il M5S la difendeva al punto da inserirla nei suo programmi. Oggi, cercate solo una battaglia politica contro il governo nazionale e non certo avete come obiettivo la difesa degli interessi dei sardi e della Sardegna».
A giudizio del consigliere Porcu (OC), l’autonomia differenziata “avrà effetti dirompenti sul Paese e sulla nostra Regione”. L’esponente della maggioranza si è detto preoccupato della possibilità che “vi siano legislazioni differenti tra tutte le regioni e meno risorse per la nostra regione”. «La vita degli Enti locali – ha aggiunto Porcu – sarà più complicata e anche a noi spetta il compito di ricucire gli strappi e ridurre le disuguaglianze nord-sud, per questo affermiamo che è una legge da abrogare con il referendum».
A favore del referendum, la consigliera Orrù (AvS): «Abrogare la legge Calderoli è un dovere di tutti i cittadini e di tutte le cittadine che hanno a cuore equità e solidarietà». «L’Autonomia differenziata mette a rischio l’unità del paese – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – e lascia in dietro le regioni più povere ad incominciare dalla Sardegna. E’una legge anacronistica». (A.M.)
Dopo l’on. Orrù ha preso la parola ha preso la parola l’on. Emanuele Cera (FdI) che ha detto: “Chi accusa oggi il governo Meloni di disgregare l’unità d’Italia è lo stesso che in altre occasioni sosteneva la medesima posizione. Sono barricate ideologiche, quelle alle quali assistiamo. E non fanno altro che minare la poca credibilità della Giunta Todde. L’autonomia differenziata è invece una grande occasione per far ripartire chi è rimasto indietro”.
Per i Progressisti il capogruppo Francesco Agus ha esordito spiegando che “questa legge è già stata approvata dal Parlamento e non abbiamo nessuna possibilità di sovvertirla. Però abbiamo a disposizione lo strumento del referendum per abrogare la norma, se insieme a noi lo chiederanno altri quattro consigli regionali”. Per l’oratore “è in atto un tentativo maldestro di sovvertire la realtà ma non veniteci a raccontare che questa legge porterà vantaggi alle regioni a statuto speciale. Al massimo potrebbe non far danno ma non è nemmeno così”.
Sempre per la maggioranza Alessandro Solinas (Cinque stelle) ha detto che “è il caso di chiederci se abbiamo capito il senso del mandato che ci è stato conferito. E dobbiamo fare in modo di superare ogni differenza ideologica tra noi”. Della stessa opinione il compagno di partito Michele Ciusa: “Dobbiamo difendere con tutti i mezzi della Costituzione l’autonomia e la specialità della Sardegna, dobbiamo contrastare il tentativo in atto di istituzionalizzare la diseguaglianza. Com’è possibile dividerci su questo tema?”. Ancora da Cinque Stelle l’on. Li Gioi: “Vi mostro il baratto in salsa meloniana: a te il premierato, a te la riforma della giustizia e a te l’autonomia differenziata. Tutto questo mentre milioni di italiani sono sotto la soglia di povertà. L’autonomia differenziata è una vergogna che decapita il diritto di cittadinanza di noi sardi”.
Per l’on. Gigi Rubiu (FdI) “in maggioranza c’è chi non ha letto la legge e c’è chi non l’ha capita. Ed è curioso che da Cinque stelle qualcuno abbia il coraggio di parlare di voto di scambio. State evidenziando un risentimento politico verso il governo centrale, distogliendo i sardi dai problemi veri che sono la sanità come la siccità come i trasporti. Per questo sono contrario a un referendum abrogativo su questo tema”.
Dai banchi del Pd l’on. Antonio Solinas ha detto: “Non farò la storia delle modifiche della nostra Costituzione ma ricordo che negli anni ’80 nacque in Italia una forza politica diventata oggi forza di governo, che aveva come solo obiettivo quello di dividere l’Italia in due. Per la nostra isola tutto questo percorso che oggi si chiama autonomia differenziata non avrà che conseguenze negative. Auspicavo oggi un dibattito diverso e un risultato diverso da questo ma una cosa è certa: siamo convinti delle nostre posizioni e non abbiamo nulla da nascondere. Nel modo più democratico chiediamo ai cittadini di esprimersi su questa legge”.
Per la Lega Sardegna il consigliere Alessandro Sorgia ha detto che “la legge prevede interventi con finalità perequative tra le Regioni e non si minaccia l’autonomia di nessuno. Presidente Todde, la palla passa a voi che d’ora in poi sarete maggiormente responsabilizzati. Avete paura di non essere all’altezza di questo compito? Eppure delle stesse cose parlava il presidente Conte in occasione del varo del governo Conte 2 e pure l’ex ministro del Pd Francesco Boccia. E il governo Draghi, nel 2021, nel Def affermava le stesse cose”. (C.C.)
Al termine degli interventi, il presidente Comandini ha dato la parola alla presidente della Regione Alessandra Todde che ha difeso la scelta di sostenere il referendum per la cancellazione dell’autonomia differenziata: «Perché la Sardegna è contro la riforma Calderoli? – ha esordito Todde –nel 48 ci è stato riconosciuto uno Statuto Speciale perché eravamo poveri e perché c’erano profonde ragioni storiche e identitarie. La nostra contrarietà si fonda su un punto fondamentale: il bilancio dello Stato è unico e non differenziato. Se consentiamo alle regioni ricche di prendersi il 90% delle risorse consentiamo loro di essere sempre più forti. Noi abbiamo uno Statuto di rango costituzionale, possiamo permettere che una legge ordinaria vada a scardinare la nostra Carta? Possiamo consentire che la Lombardia, il Veneto vadano in Europa a discutere le loro politiche? Questa non è autonomia differenziata, la Sardegna ha diritto ad avere risorse aggiuntive per colmare il suo gap infrastrutturale. Se non arrivano risorse straordinarie non potremo avere nuove occasioni di crescita». Todde ha poi chiarito che la battaglia non è contro il diritto delle regioni a statuto ordinario ad avere nuovi spazi di autonomia: «Il tema è un altro – ha detto la presidente della Giunta – ciò che stiamo combattendo è la secessione delle regioni ricche. Noi come Regione a Statuto speciale vogliamo confrontarci con altre regioni partendo da condizioni di parità. La nostra non è una battaglia ideologica ma una battaglia di uguaglianza. Una battaglia per i sardi, la nostra specialità non può essere annacquata». (Psp)
Per dichiarazione di voto è intervenuto Peppino Canu (Sinistra futura) che ha detto che l’autonomia differenziata sfascia il paese, le regioni chiedono più autonomia quindi più risorse. C’è una macroregione che conta più di un terzo della popolazione italiana. Ci saranno grossi problemi – ha concluso – prima di tutto per la Sardegna.
Messa in votazione, per appello nominale, la mozione n. 7 (Deriu e più) è stata approvata ( votanti 50, sì 34, no 16, 1 astenuto).
Questa mozione riguarda la presentazione di una richiesta di referendum abrogativo di parte della legge 26 giugno 2024, n. 86 (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione).
Via libera anche all’ordine del giorno numero 1, che delibera di designare quali delegati effettivo e supplente il presidente del Consiglio regionale Comandini e il vicepresidente Frau.
Approvata anche la mozione n. 8 (sì 34, No 12, 4 astenuti) che prevede di presentare richiesta di referendum abrogativo della legge 26 giugno 2024, n. 86 (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione). Sì dell’aula anche all’ordine del giorno sulla designazione, quali delegati effettivo e supplente, il presidente del Consiglio regionale Comandini e il vicepresidente Frau. (R.R)
Il Consiglio ha poi preso in esame le mozioni n.9 (Ticca e più) e n.11 (Peru e più) presentate dai gruppi di minoranza che sono state entrambe respinte. La prima impegnava la Giunta ad avviare un confronto con lo Stato per il superamento degli svantaggi dell’insularità con l’individuazione di misure concrete per affrontate la specificità della Sardegna in materia di trasporti, infrastrutture, politiche energetiche, fiscalità. La seconda chiedeva invece la rinuncia allo strumento del referendum abrogativo nell’ottica di un rapporto costruttivo con lo Stato. Bocciato anche l’ordine del giorno collegato alla mozione n.9 che impegnava la Giunta ad avviare un confronto con il Governo per sfruttare l’opportunità offerta dalla riforma Calderoli da utilizzare come strumento e veicolo di riscatto e di risoluzione di annose vertenze che i sardi attendono da troppo tempo.
L’Aula è quindi passata all’ultimo punto dell’ordine del giorno: l’elezione di 4 segretari in rappresentanza dei gruppi consiliari di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Sardegna Venti20 e Sinistra Futura. Al termine della votazione a scrutinio segreto sono risultati eletti i consiglieri Giuseppino Canu (Sinistra Futura), Alberto Urpi (Sardegna al Centro Venti20,) Ivan Piras (Forza Italia) ed Emanuele Cera (FdI).
Il presidente Comandini ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio. (Psp)