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Lettera della Garante per l’infanzia alla Presidente del Consiglio dei Ministri Meloni. Serve un “Patto di Stato contro la violenza di genere”. 

Un “Patto di Stato contro la violenza di genere” per arginare il dilagare del fenomeno dei femminicidi che non arretra, anzi è di grande attualità.

Lo chiede la Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza  della Sardegna Carla Puligheddu in  una lettera inviata alla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni.

“Mi appello – scrive  la Garante  – alla sua nota sensibilità al problema della violenza di genere per sollecitare provvedimenti  contro le discriminazioni, contro la costruzione di una società che governa con forme unilaterali maschili, incapace di riconosce il valore delle differenze e i diversi bisogni”.

Nella lettera Carla Puligheddu ricorda i dati del fenomeno femminicidi: “Dal 1 gennaio al  20 agosto 2023 sono stati registrati in Italia 76 femminicidi,  di cui 61 donne uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 38 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Dati spaventosi e preoccupanti che non trovano soluzioni o deterrenti in grado di frenare l’onda aberrante che sta conducendo verso una pericolosa e altrettanto grave indifferenza sociale”.

Carla Puligheddu ricorda che le vere vittime di questa società sono i più giovani che non sono formati in maniera adeguata e che mettono in atto comportamenti violenti come quelli accaduti a Palermo:  “La mia preoccupazione è rivolta ai minori coinvolti in azioni brutali di violenza sessuale, di gruppo. Azioni spietate, poste in essere senza pietà, in totale assenza di freni inibitori, contro vittime inermi usate alla stregua di oggetti di scarto. Penso all’elevatissima pericolosità sociale, di tali soggetti inseriti in ambiti cosiddetti “normali”. E provo grande apprensione per adolescenti, bambini e bambine, molti dei quali vittime anch’essi, oppure, orfani di madri uccise dai loro padri. Mi preoccupo del loro domani, del come e del se, riusciranno mai a guarire le profonde ferite. Penso al rischio di un atroce destino che potrebbe condurli, senza colpa, a non comprendere il dono della vita e farsi, come a volte succede, artefici degli stessi delitti”.

Per la Garante è necessaria un’alleanza civile, politica e istituzionale che permetta di costruire una società “non violenta” che si basi su un’educazione mirata che parta dal momento in cui le nuove generazioni muovono i primi passi.  È arrivato il momento di formare le coscienze e informare i giovani sui diritti civili uguali per tutti, in famiglia, così come a scuola.

Anche per allontanare del tutto dalla nostra società un’immagine di donna-oggetto ancora  purtroppo presente,   come  nel caso di  Golfo Aranci dove  il corpo di una ragazza è stato servito “al cioccolato”, nei buffet di ferragosto.

Nella lettera inviata alla Presidente Meloni la Garante cita  lesempio virtuoso della Spagna  dove la violenza di genere è considerata strutturale, perché il delitto viene commesso e perpetrato in una condizione di disuguaglianza, potere e discriminazione e riconosce la lotta contro la violenza di genere un obbligo di tutta la società. Infatti la potenziale vittima di aggressione viene dotata di un dispositivo in grado di rilevare la presenza dell’aggressore – dotato di braccialetto elettronico – nelle vicinanze e di generare immediatamente un allarme verso il Centro di Monitoraggio, già dalla prima denuncia per stalking. Ciò che in realtà manca nella nostra legislazione.

In Spagna, grazie al “Patto di Stato contro il maschilismo”, sono stati istituiti tribunali speciali, prevenzione nelle scuole e assistenza per chi denuncia.  L’efficacia dello strumento, già adottato dal 2009, ha registrato un calo del 18,75% dei reati e nessuna delle vittime sottoposta a controllo elettronico è stata nuovamente oggetto di violenza.

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