Data: 27/01/2010 – Cagliari, Aula Consiliare via Roma
La Presidente Lombardo apre i lavori dell’aula ricordando, nella Giornata della Memoria, lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti.
Cagliari, 27 Gennaio 2010 – Aula consiliare via Roma
Colleghi,
Oggi nel “giorno della memoria” anche il Consiglio regionale della Sardegna, ricorda lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e i deportati militari e politici di ogni nazionalità nei campi nazisti.
Da 10 anni il parlamento italiano riconosce il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, come giorno della memoria.
Più che una ricorrenza questa giornata deve rappresentare un profondo momento di riflessione.
Il riconoscimento dei diritti dell’uomo, il superamento delle ingiustizie, la libertà e la pacifica convivenza tra i popoli devono essere gli obiettivi perseguiti dalle istituzioni e dall’intera classe politica.
In un paese civile gli “errori e gli orrori” del passato, a cui non si può porre rimedio, devono servire almeno a creare una società più giusta dove i diritti di ogni individuo siano rispettati e tutelati.
Per questo anche il Consiglio regionale della Sardegna vuole commemorare le vittime dell’Olocausto e vuole ricordare coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati.
Un genocidio, quello nazista, che non ha risparmiato neanche il nostro popolo.
Anche la Sardegna ha pagato pesantemente, in termini di vite umane, il “furore criminale nazista”.
250 sardi sono stati deportati nei lager e 12.000 soldati sono stati imprigionati nei campi tedeschi.
Ma al di là delle appartenenze territoriali oggi tutto il mondo ricorda le vittime di questa tragedia dell’umanità. Una tragedia che deve servire come monito per lanciare un segnale di pace, di serenità e di armonia tra i popoli.
Anche il Consiglio regionale della Sardegna vuole rendere omaggio alle vittime di quest’odio, il cui ricordo, a distanza di tanti anni, non si affievolisce. Anzi, i sentimenti di indignazione che proviamo nel ricordare le vittime dell’olocausto si rafforzano.
Dal passato ci arriva una lezione che non possiamo ignorare: in un paese democratico non ci può essere spazio per la sopraffazione, la persecuzione, l’ intolleranza e la discriminazione.