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La presidente Claudia Lombardo al convegno “Le politiche di genere”

Data: 23/05/2009 – Cagliari

La presidente Claudia Lombardo al convegno “Le politiche di genere nella pubblica amministrazione”


Cagliari, 23 maggio 2009 -“E’ assurdo che nel 2009 si debba ancora parlare di pari opportunità tra uomini e donne. Ma le differenze tra generi, purtroppo, continuano a esistere soprattutto nel lavoro e nella politica.


Le istituzioni devono impegnarsi a ogni livello, con nuove leggi elettorali, per eliminare qualsiasi disparità e dare la possibilità al genere femminile di poter competere paritariamente con gli uomini.


Dunque, non quote o riserve indiane ma pari possibilità di accesso”. Lo ha affermato la presidente del consiglio regionale Claudia Lombardo, intervenendo stamattina a Cagliari al convegno “Le politiche di genere nella pubblica amministrazione”.


“In Italia – ha detto la presidente – 46 donne su 100 hanno un lavoro, ma soltanto il 19% occupa una posizione decisionale. Negli Stati Uniti 48 donne su 100 hanno posizioni dirigenziali, in Inghilterra 33 su 100, mentre in Germania occupa un posto ai vertici il 27% delle lavoratrici. Dunque, le donne in Europa possono avere un lavoro ma è ancora difficilissimo fare carriera.


Inoltre, come se questo non bastasse, esiste un divario salariale enorme tra i generi. Le donne a parità di lavoro, sono pagate il 17% in
meno degli uomini europei, nonostante una direttiva comunitaria, in attuazione del principio della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione, contenga la definizione di parità contributiva”.


La presidente ha, poi, esaminato il settore della politica dove le pari opportunità sono ancora un’utopia. “In tutto il mondo la percentuale delle donne elette è del 18,32%. L´Italia, dopo le elezioni del 2008, è al 51esimo posto al mondo con una percentuale media tra Camera e Senato del 20%”.


La situazione in Sardegna non è certo rosea. In Consiglio regionale ci sono 7 consigliere su 80, in giunta 5 assessori su 12, nei consigli provinciali le donne sono il 6,6%, nei comuni sardi le consigliere sono il 18,8%. Dunque, ancora le pari opportunità non sono state certo raggiunte soprattutto nel settore della politica.


La presidente ha detto di essere contraria alle “Quote rosa” che provengono da un concetto di marginalità che le donne, ormai presenti in tutti i campi della società civile e del mondo del lavoro, non sono più disposte ad accettare.”Le donne – ha affermato la presidente – non sono una percentuale e tanto meno una minoranza da tutelare. Sono la metà del genere umano, anzi anche di più, e come tale dovrebbero essere rappresentate. La scarsa, scarsissima presenza delle donne nel cuore pulsante delle nostre Istituzioni democratiche è un problema di tutti e l´equa rappresentanza non è una questione di genere, ma di qualità della democrazia.


La modifica dell´art.51 della Costituzione, che sancisce il diritto per le donne ad avere le stesse opportunità di accesso agli uffici pubblici ed alle cariche elettive, rischia di rappresentare “una mera dichiarazione”, se non seguita da atti concreti che affermino, nella sostanza e non solo nella forma, il principio di parità”.


Per la presidente del consiglio regionale bisogna lavorare sulle leggi elettorali, su quella nazionale e quella regionale. La questione della parità nella rappresentanza – ha concluso Claudia Lombardo – non deve essere riduttivamente concepita come una forma di contrapposizione o competizione fra generi, magari da governare attraverso il solo strumento di interventi di incremento quantitativo in favore del genere sottorappresentato e cioè quello femminile, ma bensì come un presupposto della democrazia, nel senso di un´adeguata rappresentanza di tutti i soggetti facenti parte della nostra società. (R.R.)

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