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Intervento Presidente Ganau ai lavori della Commissione pari opportunità e la Conferenza dei Capigruppo

Cagliari, 8 marzo 2017

Buon pomeriggio a tutte e a tutti.

Intanto vi ringrazio per essere qua e per aver risposto al mio invito e a quello della Conferenza dei Presidenti dei gruppi.

È con grande piacere che a nome di tutto il Consiglio regionale vi diamo il benvenuto in quella che è sicuramente una giornata importante, una giornata celebrata in tutto il mondo le cui origini, come ormai noto, risultano essere contrastanti: fu celebrata negli Stati Uniti la prima volta nel 1909, in alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922 per iniziativa del Partito comunista d’Italia, anche se fu nel 1946 quando con la fine della guerra, l’8 marzo venne festeggiato in tutta Italia: tre donne iscritte all’Udi, Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresa Mattei proposero di usare la mimosa come simbolo della giornata proprio perché  questo fiore del quale oggi vi abbiamo omaggiato fiorisce nei primi giorni di marzo.

Credo sia importante celebrare questa giornata per il suo alto valore simbolico e perché ogni anno ci ricorda quanto è ancora lunga la strada per il pieno riconoscimento dei diritti delle donne e per una piena parità di genere. Pensiamo solo alle donne rappresentate in Consiglio in questa legislatura, appena quattro (fortunatamente molto combattive!) ma sicuramente una rappresentanza troppo e colpevolmente limitata per una legge che ho avuto modo di definire più volte indecente. Una legge le cui modifiche mi vedono impegnato sino in fondo per inserire nel nuovo testo la doppia preferenza di genere, unico strumento – a mio avviso – realmente in grado di garantire una congrua presenza di entrambi i generi nell’Assemblea rappresentativa della Sardegna.

Oggi è il primo incontro che spero davvero possa essere il primo di una lunga serie per una fattiva collaborazione tra il Consiglio e la Commissione pari opportunità. Avete davanti tre anni di lavoro con il compito di svolgere un’azione divulgativa sulle questioni di genere, ma anche e soprattutto una funzione di supporto e di consulenza nei confronti non soltanto dell’azione politica della Giunta per garantire la parità di genere, ma invito tutte voi a svolgere anche nei confronti del Consiglio regionale un’azione di stimolo e di supporto costante nell’attività legislativa.

Oggi come istituzione alla luce dei tragici eventi che hanno colpito profondamente le nostre comunità e non soltanto quella di Iglesias a causa come sapete dell’omicidio di Federica Madau per opera del marito, abbiamo il dovere di impegnarci nella definizione di leggi che favoriscano processi cultuali preventivi che sostengano progetti di educazione al rispetto delle donne, soprattutto a partire dalle  scuole  primarie per proseguire poi in quelle secondarie che aiutino le famiglie e gli insegnanti a formare dei cittadini consapevoli. Al contempo però non dobbiamo far mancare il supporto anche economico, e qui lo sforzo deve essere fatto da tutto il Consiglio, a quelle realtà come i centri antiviolenza che quotidianamente svolgono un lavoro straordinario e che spesso rappresentano l’unica via di uscita per le donne e i loro figli, vittime di violenza. I dati sono troppo allarmanti, 116 donne uccise nel 2016, quattro nei primi mesi di quest’anno, numeri che ci inchiodano a responsabilità e azioni decisamente più incisive.

È di qualche giorno fa la notizia del sì unanime dell’Aula della Camera alle disposizioni in favore degli orfani di crimini domestici. Il testo ora passerà al Senato e prevede finalmente anche un inasprimento delle pene per chi uccide il proprio coniuge, prevedendo l’ergastolo.

Altro aspetto rilevante del testo finalmente è l’attenzione e la tutela per i figli delle vittime, ci sarà assistenza medico-psicologica, difesa già nelle prime fasi del processo penale ed accesso gratuito al patrocinio a spese dello Stato, a prescindere dal reddito. Rispetto ai beni delle vittime, è stato modificato invece il sequestro conservativo, per rafforzare la tutela degli orfani rispetto al loro diritto al risarcimento del danno, ed annullato il diritto al godimento dell’eredità e della pensione di reversibilità per i colpevoli di omicidi in famiglia. 

E consentitemi in questa sede di ricordare con orgoglio che dietro al lavoro di quel testo c’è anche l’azione di una nostra Consigliera regionale, l’onorevole Anna Maria Busia che ringrazio per quanto fatto. E ringrazio insieme a lei anche le altre colleghe del Consiglio, Rossella Pinna, Daniela Forma e Alessandra Zedda per il lavoro che svolgono quotidianamente e per aver accolto l’invito di questa mattina nel bel momento di riflessione su questa giornata e sul valore non solo simbolico che essa rappresenta, insieme a tutte le dipendenti del Consiglio regionale.

Gianfranco Ganau 

Presidente Consiglio regionale della Sardegna

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