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Intervento del Presidente del Consiglio Ganau all’assemblea regionale Anci Sardegna

Buongiorno a tutti,
porto il mio personale saluto all’assemblea e lo faccio sentendomi particolarmente vicino ai problemi ormai ingravescenti che gli Enti locali si trovano oggi ad affrontare, avendo per nove anni amministrato la città di Sassari. Permettetemi di rivolgere un saluto particolare al presidente dell’Anci uscente, Cristiano Erriu che si trova ora a dover affrontare un compito gravoso come assessore agli Enti locali. Saluto anche il vice presidente vicario, Emidio Contini che ringrazio del lavoro svolto per traghettare l’assemblea dei comuni della Sardegna sino ad oggi. 
L’Anci rappresenta le istanze dirette dei cittadini, rappresenta tutti i comuni sardi e tutti i suoi cittadini ed oggi si trova ad affrontare una fase delicata nella quale sarà chiamata a svolgere un ruolo necessariamente di primo piano, sarà chiamata a fare grandi scelte, molte delle quali difficili. Da sempre l’Anci ha portato avanti grandi battaglie per una maggiore autonomia dei comuni e per un decentramento forte di funzioni e risorse, per questo oggi vivo con grande preoccupazione le scelte imposte e subite dal Governo nazionale, caratterizzate da un rinnovato centralismo che rischia di mortificare  ulteriormente il sistema degli Enti locali. La Sardegna oggi deve difendere la propria autonomia, cui evidentemente non vuole rinunciare, dai tentativi di attacco contenuti in maniera più o meno esplicita nella riforma del titolo V della Costituzione che rischia di  limitare fortemente i già contenuti margini di autonomia che oggi come regione a statuto speciale abbiamo.
Vivo con difficoltà il percorso che riguarda la riforma degli Enti locali perché come Regione oggi ci troviamo di fronte  ad un bivio che riguarda prevalentemente il ruolo che gli Enti locali dovranno svolgere. Ho sempre pensato da sindaco e oggi continuo a pensarlo da presidente dell’assemblea sarda che la Regione debba  smettere di gestire enti e provare a scrivere e attuare le leggi. Con lo scioglimento delle province che oggi svolgono ben 277 funzioni, bisognerà stabilire al più presto a chi verranno attribuite.
Quante andranno agli Enti locali e quante alla Regione. Quale sarà l’organo intermedio e quali saranno i compiti che questo verrà chiamato a svolgere. Il sindaco per definizione rappresenta una comunità, per esperienza mi pare una vera forzatura che possa svolgere in questa fase il ruolo del consigliere provinciale; e non credo neanche che possano essere le Unioni dei comuni, almeno per come oggi sono concepite, a poterlo fare. C’è il rischio che il decentramento di tutte queste funzioni, portato avanti con questi strumenti, possa  comportare un ulteriore aumento dei costi.
Chiudo il mio intervento con alcune considerazioni riguardo il progetto della Città metropolitana di Cagliari, una vera  opportunità non solo per il capoluogo dell’isola, ma anche per tutta la Sardegna. Attenzione però nel definire bene in quale ambito verrà costituita. Insieme alla città metropolitana dovranno essere infatti messe in campo una serie di compensazioni che dovranno necessariamente  riguardare anche le altre città sarde, e non parlo solo delle più estese, proprio per evitare ulteriori squilibri, di fatto oggi già esistenti.
E credo che su questi temi  un contributo forte potrà arrivare proprio dall’Anci e dal nuovo assetto che oggi deciderà di darsi, sempre che i comuni continuino ad esistere.

Infine consentitemi un’ultima considerazione sull’obiettivo raggiunto dalla Regione relativamente all’ accordo di massima con la Ragioneria generale dello Stato per sollevare il tetto di spesa nell’esercizio in corso che darà finalmente un po’ di respiro soprattutto se, come credo, questo consentirà il ripristino del fondo unico degli enti locali senza il quale è a rischio la sopravvivenza degli organi democratici ma anche la struttura sociale della nostra Regione.

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