Cagliari 19 maggio 2020 – Proseguono i lavori della Commissione d’inchiesta sull’insularità. La seduta del parlamentino, presieduto oggi dal vicepresidente Eugenio Lai per l’indisponibilità del presidente Michele Cossa, è stata interamente dedicata alle audizioni in videoconferenza degli europarlamentari eletti nella Circoscrizione “Isole”. Alla chiamata della Commissione hanno risposto Francesca Donato (Lega), Ignazio Corrao (M5S) e Pietro Bartolo (Pd). Tutti concordi nella necessità di individuare un percorso che consenta alle regioni insulari di superare, con l’intervento dell’Unione Europea, il gap infrastrutturale e di sviluppo nei confronti delle aree più avanzate del Vecchio Continente.
“I trattati dell’Unione riconoscono la condizione di svantaggio determinata dall’insularità – ha detto Ignazio Corrao (M5S) – purtroppo quei trattati non hanno ancora trovato piena applicazione. Il Parlamento europeo ha recentemente approvato una risoluzione rimasta però lettera morta. Occorre riaprire al più presto, superata l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, il tavolo negoziale tra Commissione europea, Stati membri e Regioni insulari».
Un fronte comune che comprenda anche le diverse articolazioni territoriali delle isole italiane ha proposto invece Pietro Bartolo: «Vengo da Lampedusa e conosco bene i problemi che frenano il nostro sviluppo– ha detto l’eurodeputato del Pd – la risoluzione votata dal Parlamento europeo si è purtroppo arenata. Occorre riprendere tutto daccapo ma, per dare più forza alle nostre istanze, è necessario creare una rete che metta insieme europarlamentari, deputati e senatori sardi e siciliani, il Comitato delle regioni, la Commissione speciale sul’insularità del Consiglio regionale della Sardegna, l’Anci e il Comitato promotore del riconoscimento del principio di insularità in Costituzione. Credo che si possa fare un buon lavoro perché l’Europa ha a cuore i problemi delle aree disagiate».
Sono 362 le Isole che si trovano all’interno dei confini europei, dove vivono circa 18 milioni di abitanti. Si tratta, in gran parte, di territori che pagano pesanti ritardi di sviluppo per deficit strutturali permanenti. «La nuova programmazione europea non deve lasciare indietro le isole – ha rimarcato Francesca Donato (Lega) – le politiche di coesione devono prevedere interventi specifici i territori insulari oggi impossibilitati a realizzare economie di scala. La Sardegna, come altre isole del Mediterraneo, parte in svantaggio sul fronte della mobilità, dei costi energetici, della competitività sul mercato delle proprie imprese. Su questo bisogna lavorare per rimuovere gli ostacoli che frenano lo sviluppo».
L’on. Donato, membro della Commissione per lo sviluppo regionale e delegata all’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo ha indicato un percorso preciso per il raggiungimento dell’obiettivo: «La pandemia ha determinato una maggiore flessibilità nell’interpretazione delle rigide norme europee, i vincoli sono stati allentati anche sul fronte degli aiuti di Stato – ha sottolineato l’esponente della Lega – oggi operiamo all’interno di un quadro temporaneo che consente, eccezionalmente, deroghe al sistema dei finanziamenti europei per sostenere l’occupazione, contrastare l’emergenza sanitaria e aiutare le imprese. Occorre in futuro lavorare perché il requisito dell’insularità consenta di operare allo stesso modo».
Francesca Donato ha annunciato che la Commissione REGI del Parlamento europeo convocherà al più presto una riunione per affrontare la questione degli aiuti di Stato: «C’è bisogno di avere dati certi sui costi dell’insularità – ha concluso Donato – intanto bene ha fatto la Sardegna a costituire una commissione speciale. Un altro strumento utile è quello individuato dal Comitato delle Regioni che ha creato un intergruppo per le questioni insulari. L’obiettivo è quello di allargare le maglie delle politiche di coesione. Come avviene oggi per l’emergenza Covid, le isole devono avere la possibilità di ottenere finanziamenti a 100% per investimenti infrastrutturali, energie rinnovabili, riciclo dei rifiuti. Solo così si superano i ritardi di sviluppo».
Con gli europarlamentari hanno dialogato i consiglieri Francesco Agus (Progressisti), Dario Giagoni (Lega) e Antonio Mario Mundula (Fratelli d’Italia).
»La Sardegna non chiede di più – ha detto Giagoni – vogliamo solo giocare la partita alla pari. L’Europa deve impegnarsi per rimuovere la nostra condizione di svantaggio».
Secondo l’on Mundula c’è bisogno di un intervento strutturale: «L’obiettivo è quello di un superamento definitivo del gap di sviluppo – ha affermato Mundula – altrimenti ci ritroveremo a ricontrattare ogni anno con l’Unione Europea azioni di sostegno alla nostra Isola».
Per Francesco Agus uno dei temi decisivi è quello degli aiuti di Stato: «Sul fronte dei trasporti la Sardegna e la Sicilia vengono trattati come l’Abruzzo – ha sottolineato Agus – l’Europa non ha mai consentito di derogare agli aiuti di stato aprendo decine di procedure di infrazione. A questo occorre porre rimedio».
Il vicepresidente della Commissione Eugenio Lai ha accolto con soddisfazione la disponibilità mostrata dagli europarlamentari: «L’insularità rappresenta il vero freno allo sviluppo – ha detto Lai – questa è una battaglia senza colori politici. Su questa direttrice si sta muovendo la Commissione speciale, la disponibilità mostrata dagli europarlamentari ci dà più forza nella prosecuzione del confronto con l’Europa da cui dipende il futuro della nostra Isola».