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Inaugurazione della statua in bronzo di Enrico Costa, l’intervento del Presidente Ganau

Sassari, 17 dicembre 2018

Buongiorno a tutte e a tutti,

con grande piacere porto il mio saluto personale e quello del Consiglio regionale della Sardegna a questa cerimonia di inaugurazione. Oggi Sassari assolve ad un debito nei confronti di uno dei suoi cittadini più illustri, ad una delle figure  che più di altre hanno segnato in maniera indelebile la storia di Sassari e della Sardegna. Da oggi Enrico Costa sarà degnamente rappresentato in questa piazza, nel cuore della sua città, anche per questo consentitemi di ringraziare il comitato promotore di questa bella iniziativa, il suo presidente Toto Porcu, l’amministrazione comunale e il sindaco, Nicola Sanna, l’assessore regionale della Pubblica istruzione, Giuseppe Dessena per la sensibilità dimostrata e la Fondazione di Sardegna.

Oggi ricordiamo e rendiamo il giusto onore ad un grande concittadino che con l’amore per «la sua diletta Sassari» meglio ha saputo interpretare il genius loci, l’identità della città.  Non solo per la sua grande versatilità e prolificità, per il suo impegno in ambito artistico – letterario, archivistico, storico e giornalistico ma anche per la profondità e la vastità del suo insegnamento morale e civile. Enrico Costa è una delle più grandi figure di intellettuale che la città di Sassari abbia mai espresso, egli rappresenta la figura simbolo “piena” di spirito civico, di cui la Sassari dei nostri giorni avrebbe sicuramente bisogno e incarna, al contempo, le istanze progressiste, di crescita culturale ed economica del suo tempo.

Per questo mi piace ricordare in quest’occasione la scelta che nel 2009 da sindaco della mia città feci insieme all’allora assessora alla Politiche culturali, Angela Mameli e al direttore dell’Archivio storico comunale, Paolo Cao: aprimmo al pubblico nel marzo di quell’anno il nuovo Archivio Storico Comunale, trasferito nei nuovi locali di via dell’Insinuazione, sede dell’ Ex Archivio Notarile, restituendo alla città una struttura importante, interessata per diversi anni da un imponente intervento di ristrutturazione. La scelta di intitolare il nuovo Archivio ad Enrico Costa fu naturale, non solo per il legame profondo che questa figura ebbe con la città, ma anche perché il Costa fu archivista del Comune dal 1894 all’anno della sua morte, il 1909. Con quella scelta, segno del radicamento della figura di Enrico Costa nell’immaginario urbano, volevamo offrire una tangibile testimonianza del grande e sincero affetto della sua Città per questo grande concittadino. In quell’occasione inaugurammo anche una mostra dedicata alle opere e agli affetti del grande intellettuale, un percorso espositivo ad alto impatto emozionale, teso a valorizzare e onorare la ricca e affascinate personalità di Enrico Costa nella sua dimensione familiare, sociale e storica, con l’esposizione di alcuni documenti inediti e oggetti a lui appartenuti, anche quaderni personali di memorie dell’autore mai visti. Una parte preziosissima di scritti e oggetti viene tuttora custodita dai discendenti diretti, alcuni di loro oggi sono qui presenti, li saluto e li ringrazio perché conservano ancora con cura carte, raccolte fotografiche, disegni e oggetti personali appartenuti al loro avo: una mole documentale sconosciuta anche agli addetti ai lavori, ancora tutta da scoprire e rivelare alla Sardegna intera.

Vedete, viviamo in un periodo storico dove la memoria, il ricordo appaiono sempre di più valori effimeri, precari, fragili. Occorre armarsi contro questa tendenza e tutelare la nostra identità senza però avere paura di aprirsi al mondo e agli altri. La vita di Enrico Costa dopotutto ci insegna proprio questo: dopo aver svolto il suo sguardo al mondo, rinunciò ai lauti guadagni percepiti nel suo percorso lavorativo presso le più prestigiose banche cittadine, scegliendo la professione di archivista del comune di Sassari, volgendo quindi gli occhi alla propria memoria e a quella della sua città, intensificando in quei quindici anni la propria produzione storica e letteraria. Anche  per questo morì quasi povero, ma non certamente dimenticato, come dimostra oggi questa piazza.

Gianfranco Ganau

Presidente Consiglio regionale della Sardegna

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