Data: 16/05/2015 – Cagliari – Sino: 16/05/2015
Cagliari 16 maggio 2015 – «La crisi sociale che la nostra isola sta attraversando ha conseguenze drammaticamente evidenti. L’escalation di atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali sono il triste quanto lampante sintomo del malessere sociale che caratterizza ogni giorno di più la vita delle nostre comunità».
Interviene così il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau in merito al nuovo atto intimidatorio che questa volta ha visto coinvolto il presidente del Consiglio comunale di Carbonia, Ignazio Cuccu, ad appena due giorni dall’intimidazione rivolta al sindaco di Nurri, Antonello Azteri.
«La solidarietà al presidente Cuccu, mia e dell’Assemblea sarda, è ovviamente scontata – aggiunge il presidente Ganau – quanto la condanna nei confronti di chi, nascondendosi dietro l’anonimato, ha la presunzione e forse in parte anche la convinzione di poter condizionare l’operato amministrativo. Credo però sia arrivato il momento di sederci attorno ad un tavolo per affrontare seriamente un fenomeno che – come ho avuto più volte modo di dichiarare – ha assunto i contorni di una vera emergenza».
Secondo il presidente del Consiglio regionale della Sardegna occorre un’attenzione diversa da parte del Governo e risoluzioni definitive a riguardo: «la strada da intraprendere con forza e non mi stancherò mai di ripeterlo – aggiunge il presidente Ganau – è quella che la stessa Assemblea sarda ha suggerito al Ministro Alfano, appena qualche mese fa: la definizione di una norma ad hoc da introdurre nel sistema penale italiano, che riconosca, nello specifico, l’attentato contro i pubblici amministratori. A questo si aggiunge – conclude Ganau – la necessità di dare risposte concrete alla nostra isola su emergenze, priorità e azioni necessarie da mettere in campo per il rilancio economico e sociale della Sardegna, ben contenute nella Vertenza Sardegna condivisa da tutti i parlamentari sardi. Su questi aspetti sono pronto a fare la mia parte, sino in fondo».