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Il Presidente del Consiglio regionale riceve i lavoratori della Interteam: “Massima attenzione sul problema del precariato”.

Data: 11/05/2006 – Cagliari

“La Regione è impegnata a trovare una soluzione per salvare i posti di lavoro. I call center? Moderne catene di montaggio”.


Il Presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, ha ricevuto questa mattina una delegazione dei lavoratori della coo-perativa Interteam che gestisce i servizi di Telecom, il cui posto di lavoro è a rischio a causa di una contrazione delle commesse in Sardegna. All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Il Presidente Spissu ha rassicurato i lavoratori (“sensibilizzerò ogni livello isti-tuzionale affinché questa vicenda possa trovare una rapida soluzione”) e ha ricordato l’impegno della Regione, e in particolare dell’Assessorato al Lavo-ro, per mantenere i posti di lavoro di oltre 450 persone. Un impegno che ha già portato a un primo risultato: un contratto part time di 25 ore settimanali per tutti i lavoratori della Interteam.
Il Presidente Spissu ha quindi invitato i lavoratori della Interteam a continua-re il confronto con l’Assessore al Lavoro e la Giunta regionale, in modo da consolidare i risultati già raggiunti e assicurare per il futuro, anche attraverso l’aumento delle commesse per l’azienda, più ore di lavoro settimanali e una retribuzione mensile adeguata ai lavoratori, quasi tutti giovani.
Il Presidente del Consiglio ha inoltre auspicato che in tempi rapidi possa es-sere attivato un tavolo di confronto tra la Regione, l’azienda, la Telecom  e tutti i lavoratori impegnati nella difesa del proprio posto di lavoro.
Spissu si è detto molto sensibile al tema della precarietà e alle nuove forme di sfruttamento rappresentate dal proliferare dei call center definite “moderne catene di montaggio”. “Realtà come la Interteam – ha sottolineato Spissu – purtroppo si sono diffuse con rapidità sia in Sardegna che nel resto d’Italia. Chiunque oggi può mandare a casa dei lavoratori adducendo l’assenza di commesse, salvo scoprire poco dopo, visti i bassi investimenti per avviare l’impresa, che gli stessi personaggi hanno aperto nuovi call center in altre regioni o addirittura all’estero, dove il costo del lavoro è più basso. Su queste nuove forme di precariato, sia d’impresa che di lavoro, – ha concluso Spissu.- bisognerebbe avviare un discorso serio e ampio con le organizzazioni sinda-cali e datoriali regionali”.

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