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II^ Commissione, audizioni e istituzione sottocommissione sulle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro

La commissione Cultura ha espresso all’unanimità, parere favorevole alla deliberazione n. 25/52 del 30 giugno 2020, in materia di sostegni e incentivazione dell’utilizzo delle lingue minoritarie parlate in Sardegna (sardo, catalano, sassarese, gallurese e tabarchino), in attuazione dell’articolo 22 della legge 22\2018 che prevede stanziamenti a favore di radio, tv, web, editoria e carta stampata per la pubblicazione e realizzazione di articoli, servizi e programmi in limba.

Le risorse destinate ai media sardi – così a spiegato l’assessore Andrea Biancareddu nel corso dell’apposita audizione – ammontano a 732.958 per il 2021 e 314.124 per il 2022 e sono così ripartite: 160 mila euro a favore dei quotidiani, dei periodi e delle testate on line; 100 mila euro per le opere editoriali, 732 per la produzione di programmi radio e tv; 50 mila per tv e radio che trasmettono esclusivamente il lingua sarda. La Regione procederà con appositi bandi sulla base dei relativi criteri di partecipazione e la Seconda commissione, in sede di formulazione di parere, ha espresso la volontà affinché si possano rimodulare le somme nel caso di economie, con riferimento anche allo scorrimento delle graduatorie degli aventi diritto.

Successivamente, dopo l’audizione dell’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda, il parlamentino presieduto da Alfonso Marras (Psd’Az) ha espresso parere favorevole (sì dai consiglieri del centrodestra e opposizioni astenute) all’assestamento di bilancio 2021 e bilancio pluriennale 2021-2023 (Disegno di legge n. 180) per le parti di competenza che per quanto attiene le politiche congiunte con l’assessorato alla Pubblica istruzione, così come ha avuto modo di spiegare l’assessora, riguardano principalmente la formazione professionale. Sollecita anche dagli interventi delle consigliere Desirè Manca (M5S), Laura Caddeo (Progressisti)  e di Piero Comandini (Pd), la responsabile delle politiche per il Lavoro ha avuto modo di ribadire la natura prettamente tecnica dell’assestamento (nella sostanza le risorse non spese sono utilizzate per ridurre il disavanzo del bilancio regionale) ed ha auspicato l’approvazione, entro la fine di agosto, dell’assestamento di tipo più politico («oltre tale termine difficilmente si riuscirà a spendere i fondi»).

Assente l’assessora Valeria Satta, la commissione ha rinviato l’audizione per le parti di competenza dell’assessorato del Personale ed ha quindi proceduto con l’istituzione di una sottocommissione (componenti: Desirè Manca, M5S; Laura Caddeo, Progressisti; e Ignazio Manca, Lega)  “finalizzata all’analisi del gap di genere nell’ambito delle discriminazioni nel mondo del lavoro”. La composizione dell’organismo, unitamente alla richiesta di convocazione in seduta congiunta delle commissioni Lavoro e Salute, è stata approvata dopo le  audizioni della consigliera di parità della Regione, Maria Tiziana Putzolu, e della docente e sociologa dell’Università di Cagliari, Sabrina Perra.

La consigliera di parità ha incentrato il suo intervento sul recente “caso” che ha avuto come protagonista una donna alla quale non è stato rinnovato il contratto a tempo determinato in una struttura Aias, dopo la comunicazione dello stato di gravidanza. «Invito la commissione – ha dichiarato Putzolu – ad assumere ogni iniziativa utile e possibile, per porre fine ad un’antistorica ingiustizia e contribuire a riaffermare e riconoscere i diritti di una lavoratrice alle dipendenze di un Ente che riceve ingenti risorse regionali». La professoressa Perra ha invece illustrato ai commissari il quadro generale su cui si innestano le discriminazioni di genere nel mondo del lavoro, ricordando le complicazioni della crisi economica del 2012 in Sardegna e quelle più recenti derivanti dal perdurare della pandemia da Covid. «Le donne – ha dichiarato la sociologa dell’Ateneo cagliaritano – sono quelle maggiormente impiegate nel lavoro precario e meno garantito e le maggiori lesioni dei diritti si registrano nei comparti del commercio, della ristorazione e dell’assistenza sanitaria e sociale».

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