Valencia, 27 ottobre 2018
Illustre presidente delle Corti valenciane onorevole Enric Morera, è un onore essere qui, in questa prestigiosa sede, tra i vostri illustri ospiti riuniti per il Congresso internazionale dedicato alla storia della corona di Aragona, in occasione di un importante anniversario che unisce e rafforza le vostre comunità, i 600 anni dalla fondazione de La Generalitat Valenciana.
Un’occasione straordinaria per la Sardegna e il suo Parlamento, qui riunito simbolicamente insieme a tutti voi per onorare la nostra storia comune.
Gli interventi che seguiranno, quello dell’onorevole Michele Cossa, presidente del comitato scientifico per la pubblicazione degli atti dei parlamenti sardi, quello del professor Mattone, già ordinario di Storia delle Istituzioni politiche nell’Università di Sassari e componente del comitato, e quello della dottoressa Carla Ferrante direttrice dell’Archivio di Stato di Cagliari e componente anch’ella del comitato, entreranno certamente nel merito degli aspetti storici e scientifici dell’opera “Acta Curiarum Regni Sardiniae”; a me il compito di ricordare tutti i passaggi che hanno portato alla decisione di realizzare un’opera che coniuga rigore scientifico e portata divulgativa.
L’obiettivo del progetto editoriale è stato sin dal principio quello di mettere a disposizione, non solo di studiosi ed accademici, ma di tutti coloro che vogliono conoscere ed approfondire la materia, gli Atti dei parlamenti sardi perché convinti che ogni pezzo della nostra storia serva a ricostruire la piena identità del popolo sardo. Uno strumento di ricerca sulla storia della nostra isola, dunque, con la consapevolezza che approfondire le nostre radici storiche serva a riaffermare la consapevolezza e l’identità di un popolo che in essa si riconosce. Nel lunghissimo periodo documentato dagli Acta Curiarum il popolo sardo è stato capace, pur mostrando contraddizioni e divisioni nel rapporto tra le diverse componenti e classi sociali, di reagire ai soprusi, come testimoniano gli eventi del 1794 culminati il 28 aprile con la cacciata del viceré piemontese e della sua corte, oggi assurti a giornata nazionale del popolo sardo, ricordata in Sa Die de Sa Sardigna, festa nazionale dei Sardi, istituita con specifica legge dal Consiglio regionale il 14 settembre del 1993.
Il lungo periodo spagnolo che durò quattro secoli, dal 1300 sino al 1700 circa, quando una volta morto Carlo II il regno rimase senza eredi e si aprì la guerra di successione spagnola, ha lasciato tracce profonde nella nostra isola.
La Sardegna era sotto il controllo dei viceré con un regime di tipo feudale e il Parlamento sardo che veniva convocato ogni dieci anni, di fatto, è stato il luogo dove si è sviluppata la storia e il legame fra il piccolo regno di Sardegna e il grande regno di Spagna; un’istituzione antica suddivisa in tre rami, i cosiddetti Stamenti, chiamati anche Cortes o Cortes di Sardegna. Fu un lungo periodo di isolamento per la nostra terra, di pestilenza e carestie, che subiva attacchi continui dai pirati Barbareschi; ecco perché furono costruite, a partire dalla seconda metà del XV secolo, diverse torri di avvistamento tipicamente spagnole, che ancora oggi caratterizzano le nostre coste. Ma se pensiamo anche alla nostra vita quotidiana, ritroviamo quel legame con la Spagna nella lingua, nei nomi delle famiglie, dei paesi e nel cibo, senza tenere conto dei grossi influssi artistici in numerosi monumenti, chiese parrocchiali, retabli meravigliosi, opere tipicamente spagnole con bellissime scene sacre.
Il progetto della Collana Acta Curiarum che racconta anche questo lungo e profondo legame, frutto della dominazione aragonese prima e spagnola poi, mosse i suoi primi passi nel lontano 1983, quando l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Sardegna, presieduto dall’ onorevole Alessandro Ghinami, accolse la proposta della vicepresidente Mariarosa Cardia, oggi tra i componenti del comitato scientifico, di riprendere l’impresa, più volte tentata sin dall’Ottocento, di realizzare uno studio critico e di pubblicare gli atti dedicati alla storia parlamentare dell’isola all’epoca dei viceré, un arco temporale che va dal 1355 al 1699 per gli atti di ventitré parlamenti e dal 1793 al 1799 per gli atti stamentari.
Nel 1984 si decise di istituire un comitato scientifico composto da alcuni membri del Consiglio di Presidenza e da rappresentanti dei due Atenei sardi: fu proprio in quell’anno che grazie all’ allora presidente del Consiglio regionale, Emanuele Sanna venne realizzato un seminario di studi i cui atti sono stati pubblicati nel primo volume della Collana.
Dall’inizio della XV legislatura il progetto ha ricevuto un nuovo impulso, grazie al lavoro del presidente del Comitato scientifico, l’onorevole Michele Cossa che ha condiviso con me la scelta di ultimare l’imponente progetto e naturalmente dei componenti del comitato, i professori Italo Birocchi, Mariarosa Cardia, Guido D’Agostino, la dottoressa Carla Ferrante e i professori Antonello Mattone e Gian Giacomo Ortu.
Nel dicembre del 2016 gli atti dei parlamenti sardi sono stati tutti digitalizzati e pubblicati online. Grazie ad un accesso diretto dall’home page del sito istituzionale del Consiglio regionale, attraverso una pagina dedicata, graficamente accattivante ed intuitiva che rimanda agli scaffali delle librerie, è possibile consultare tutti i volumi sinora pubblicati e presentati al pubblico. Per ogni volume della Collana è stato ottenuto anche l’ISBN, l’INTERNATIONAL STANDARD BOOK NUMBER, il numero di riferimento internazionale del libro che consente di identificare in modo univoco il volume tramite il codice a barre in ogni parte del mondo. Una scelta dettata dalle esigenze del nostro tempo e necessaria per offrire un ulteriore strumento di conoscenza ad un pubblico nuovo, moderno e formato in gran parte da nativi digitali.
Dopo diverse iniziative nell’isola, nel luglio dello scorso anno, i quattro secoli di storia, raccontati attraverso gli atti dei parlamenti sardi, sono stati presentati a Roma alla Biblioteca del Senato della Repubblica, alla presenza dei responsabili delle biblioteche dei due rami del Parlamento. L’appuntamento istituzionale, ospitato nella sala “Giovanni Spadolini”, è stato per noi certamente motivo d’orgoglio, momento edificante per la storia del popolo sardo, una continuità ideale con la storia del nostro paese perché, come è stato in quell’occasione sottolineato, i parlamenti medievali e preunitari sono i predecessori del parlamento nazionale e dello Stato italiano.
Siamo ora giunti al termine di questo lungo percorso che spero, questo è il mio personale auspicio come massimo rappresentante dell’Assemblea sarda, possa concludersi entro la fine della legislatura. La Collana sarà composta da 24 volumi, sedici dei quali già pubblicati e come ricordato disponibili online sul sito del Consiglio regionale. C’è il massimo impegno da parte del Comitato scientifico che ringrazio ancora una volta per aver accettato la sfida di portare a compimento il progetto editoriale che si concluderà con la stampa degli ultimi otto volumi, quattro dei quali in attesa solo del parere del sotto comitato scientifico, mentre per gli altri quattro gli stessi curatori hanno preso l’impegno di concludere i saggi introduttivi entro il mese di dicembre.
Non mi resta che ringraziare tutti i convenuti per l’attenzione prestata e in particolare il Presidente Morera, ospite gradito nella nostra isola nei mesi scorsi per un’opportuna, quanto mai necessaria, ripresa delle relazioni istituzionali tra la Sardegna e la Comunità valenciana. Spero di poterla incontrare ancora nella nostra isola, in occasione dell’auspicato avvio dei rapporti con la prima commissione del Consiglio regionale sui temi legati alle nostre differenti diversità linguistiche e culturali, elementi essenziali dell’identità dei nostri popoli.
Gianfranco Ganau
Presidente Consiglio regionale della Sardegna