Con una seduta congiunta delle commissioni Ambiente e Attività produttive il Consiglio regionale ha iniziato questa mattina l’esame del disegno di legge 15, “misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggisti e ambientali”. I presidenti Li Gioi e Solinas hanno chiamato in audizione quattro esponenti della Giunta Todde: l’assessore all’Ambiente Rosanna Laconi, quell’Industria Emanuele Cani, il titolare degli Enti Locali Francesco Spanedda e l’assessore dell’Agricoltura Gianfranco Satta.
Per primo ha preso la parola Spanedda, che ha ricordato quanto sia “alta l’attenzione e la preoccupazione dei Comuni e di tutti i territori della Sardegna sul tema dell’aggressione al paesaggio sulle domande di installazione di impianti di produzione di energie rinnovabili. Per questo dobbiamo elaborare una disciplina adeguata alla transizione energetica e la proposta della Giunta non rappresenta uno stop ma un adeguamento”. L’assessore ha illustrato il contenuto dei quattro articoli del disegno di legge sulla produzione e sull’accumulo di energia elettrica da fonte rinnovabile e ha precisato che le norme non si applicano nel caso di autoconsumo, di comunità energetiche e delle coperture degli edifici.
A seguire Cani (Industria) ha riferito che “le interlocuzioni avviate con il governo Meloni e in particolare con il ministro dell’Ambiente sono state positive. Vogliamo arrivare al punto che siano le regioni a valutare le aree idonee per gli impianti rinnovabili e siamo fiduciosi sul fatto che il ministro approvi entro metà giugno il decreto”.
Per l’assessora Laconi (Ambiente) “più saremo rapidi a legiferare e più avremo la possibilità di ridurre i danni legati a questa fase transitoria. Il ministro Picheto Fratin è stato molto collaborativo, ci ha ascoltati e ha dato una spinta per la metanizzazione della Sardegna”.
Anche l’assessore Satta (Agricoltura) è intervenuto ricordando che “nel 2016, quando fui approvato il piano energetico vigente, l’agrivoltaico non era contemplato tra le forme di rinnovabili ma questo è invece un tema energetico e ambientale sul quale oggi dobbiamo riflettere”.
Il primo a intervenire per l’opposizione è stato il consigliere Piero Maieli (Misto) che ha dichiarato “la disponibilità a collaborare con la maggioranza per un’emergenza così importante, che si era affacciata già nella parte finale della precedente legislatura. E’ necessario pensare in legge anche al dopo, a quando cessa il ciclo produttivo degli impianti, per evitare che nascano cimiteri di pale eoliche sui nostri territori. Anche il repowering, cioè la ristrutturazione industriale degli impianti, va tenuto in considerazione”.
Contrario al percorso individuato dalla Giunta il consigliere Gigi Rubiu (Alleanza Sardegna): “Questo dl 115 è leggerino, di dubbia legittimità costituzionale e non ci porterà da nessuna parte se non al rischio di enormi responsabilità risarcitorie. Serve invece un piano energetico e invito le commissioni a lavorare su questo”. Contrarietà anche da FdI con il consigliere Antonello Floris: “Come si può chiedere ai dirigenti degli assessorati di assumersi il rischio di non firmare un provvedimento se tutti i pareri precedenti sono positivi? Siamo di certo contrari alla speculazione ma l’unica strada percorribile è concordare il decreto sulle aree con il governo”. Ancora per Alleanza Sardegna il consigliere Franco Mula ha ribadito la contrarietà al dl 15: “E’ un provvedimento carente e stoppa le procedure per sei mesi in modo inammissibile”.
Un monitoraggio di tutte le procedure e del loro effettivo stato autorizzativo e di allaccio: è la richiesta presentata agli esponenti della Giunta dal consigliere Sandro Porcu (Orizzonte comune), una richiesta alla quale ha risposto positivamente l’assessore Rosanna Laconi “per quanto di competenza della Regione visto che le autorizzazioni di competenza del ministero non le conosciamo in tempo reale”.
Il presidente della commissione Quinta, Antonio Solinas, ha ribadito la “necessità di “dare regole. Non siamo contro le rinnovabili ma non possiamo di certo rimanere fermi davanti a evidenti speculazioni e rischi di danni per il paesaggio sardo, per oggi e per domani: le imprese devono offrire garanzie concrete sulla rimozione degli impianti alla fine del ciclo produttivo. Abbiamo voluto dare un segnale forte al popolo sardo con questo disegno di legge e anche a chi vorrebbe fare conquiste in Sardegna. Il dl entrerà in vigore diventando legge ma speriamo momento sia finito il confronto con il governo sulle aree idonee”.