Sono 120mila i pazienti sardi affetti da diabete. Una patologia che in Sardegna ha un tasso di incidenza superiore a tutte le altre regioni italiane, il secondo al mondo dopo la Finlandia. Nonostante questi numeri, il sistema sanitario regionale non ha messo a punto strumenti efficaci per un’adeguata gestione della malattia.
Lo denunciano i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle Desirè Manca, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi ed Alessandro Solinas. Il gruppo pentastellato ha presentato una mozione per sollecitare il presidente della Regione Christian Solinas e l’assessore alla Sanità Mario Nieddu a porre in essere tutte le misure necessarie a garantire le cure migliori ai pazienti sardi.
«E’ da tempo che seguiamo il problema – ha detto la capogruppo del M5S Desirè Manca – nel corso di questa legislatura abbiamo più volte invitato la Giunta ad intervenire. Questa mozione, frutto di numerosi incontri con le associazioni dei pazienti e i medici diabetologi, vuole essere da stimolo per migliorare l’assistenza sul territorio».
Nel documento, presentato questa mattina in conferenza stampa, i consiglieri del Movimento 5 Stelle avanzano tre proposte: 1) l’aggiornamento immediato del Prontuario terapeutico regionale in modo da consentire la fornitura dei presidi sanitari (microinfusori e sensori) di ultima generazione; 2) la digitalizzazione delle cartelle diabetologiche ad integrazione del fascicolo sanitario dei singoli pazienti; 3) la costituzione di una rete diabetologia regionale per consentire un potenziamento dei piani assistenziali e delle azioni di prevenzione e cura della malattia.
«Nonostante l’alta incidenza del diabete sulla popolazione sarda, la Regione sembra pensare ad altro – ha detto il primo firmatario della mozione Michele Ciusa – la riforma sanitaria non prevede nessun tipo di intervento per un miglioramento dell’assistenza nel territorio. Chiediamo di modificare i piani terapeutici, i sardi hanno il diritto di avere a disposizione i migliori farmaci in commercio oltre ai microinfusori di ultima generazione. Attualmente la Sardegna opera in base a un accordo quadro firmato con il Piemonte nel 2017. In base a quell’intesa, scaduta lo scorso giugno, si distribuiscono microinfusori obsoleti. E’ necessario rivedere il Piano che non può basarsi su semplici calcoli ragionieristici. Non deve essere un problema di soldi».
Su 120mila pazienti sardi, 12mila adulti sono insulino-dipendenti. A questi si aggiungono 1500 ragazzi sotto i 15 anni di età.
«Per contrastare una patologia con questi numeri serve un sistema sanitario efficiente. Attualmente i presidi medici vengono distribuiti senza raziocinio, con forniture di dispositivi uguali per tutti i distretti sanitari – ha aggiunto Ciusa – capita così che in alcuni territori con meno malati i microinfusori restino inutilizzati, mentre in altri i pazienti rimangono senza strumenti. E’ una situazione paradossale a cui bisogna porre subito rimedio».
Critico anche Roberto Li Gioi: «La Regione non solo non rispetta le sentenze del Tar, che hanno sancito il diritto dei pazienti al rimborso dei farmaci non compresi nel Prontuario terapeutico, ma non attua le sue stesse leggi. L’istituzione della Rete diabetologia regionale consentirebbe di avere una gestione integrata della patologia con conseguente abbattimento dei costi per il sistema sanitario».
Da Alessandro Solinas, infine, è arrivato un invito a tutto il Consiglio: «Su questi temi non ci si può dividere, il diabete è un problema che riguarda migliaia di cittadini sardi. Chiediamo a tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, di unirsi alla nostra battaglia per garantire la migliore assistenza ai pazienti».