Data: 29/10/2010 – Sassari
Comunicato stampa dell’intervento della Presidente Claudia Lombardo al convegno “Uno Statuto per la Sardegna del XXI secolo”
Sassari, 29 Ottobre 2010 – E’ giunto il momento nel quale bisogna pensare e costruire un nuovo Sistema Sardegna per il futuro. Il primo passo delle riforme è la riscrittura dello Statuto come presupposto per lasciarsi alle spalle l’”archeologia politica” caratterizzata dalla spesso sterile rivendicazione intorno alla insufficienza dell’istituto autonomistico. Solo riscrivendo la nostra Carta costituzionale potremo avviarci verso la progettazione di un nuovo modello politico e istituzionale che conferisca una diversa veste giuridica alla partecipazione della Sardegna all’interno dell’ordinamento della Repubblica italiana e dell’Europa”.
Lo ha sostenuto la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo intervenendo questa mattina a Sassari al convegno “Uno Statuto per la Sardegna del XXI secolo”, organizzato dall’Associazione degli ex consiglieri regionali.
La nostra Regione – ha detto la presidente – deve dotarsi di una carta statutaria europeista e federale dove le funzioni siano caratterizzate da una sovranità diffusa con conseguente ripartizione di funzioni esclusive tra “Regione-Stato-Unione europea” sulla base di principi di sussidiarietà, leale collaborazione e solidarietà.
Naturalmente le riforme devono passare attraverso un momento di crescita culturale che porti tutti i sardi a considerare l’evoluzione dall’autonomia al federalismo non solo come momento di passaggio normativo ma come coscienza di un popolo che vuole assumersi direttamente le responsabilità che derivano dal governo del proprio territorio.
In questo quadro il Parlamento sardo – ha aggiunto – deve essere parte attiva nell’assumere un ruolo di guida politica e morale nel processo di crescita culturale, civile e sociale destinato a contrassegnare il passaggio dall’esperienza autonomistica a una dimensione federalista degli attuali rapporti con lo Stato e con l’Europa. Un primo passo – ha ricordato la presidente – è stato fatto il 5 ottobre scorso con l’indizione, in Consiglio regionale, dell’Assemblea straordinaria degli Stati generali.
La presidente del consiglio regionale ha auspicato la necessità di trovare una volontà di agire comune e un clima unitario nel quale operare per modificare il dettato costituzionale. Una revisione che non può più aspettare – ha sottolineato Claudia Lombardo – la Sardegna può e deve intervenire con un proprio specifico contributo di progettualità che si incanali nell’alveo di questa corrente riformatrice che attraversa la Repubblica. L’inerzia delle istituzioni regionali – ha avvertito la presidente – costituirebbe un freno al futuro della Sardegna e rischia di sottrarci il diritto-dovere di essere soggetto e non oggetto della Riforma. Quindi la riforma dello Statuto, soprattutto in una Regione ad autonomia differenziata, è un compito che non può essere lasciato esclusivamente al legislatore nazionale ma deve essere un’iniziativa di quello regionale. Per questo il Consiglio regionale si è fatto interprete della ormai matura coscienza di autogoverno dei sardi che sono consapevoli di voler diventare padroni del loro futuro.