Commissioni IV^ e V^ in seduta congiunta, audizioni su Dl n. 15 (Giunta) “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali”

Le commissioni Quarta (presidente Li Gioi-M5S) e Quinta (presidente Antonio Solinas-Pd) hanno proseguito, in seduta congiunta, nel calendario di audizioni dei portatori di interesse, in riferimento al disegno di legge n. 15, presentato dalla Giunta regionale, con l’obiettivo di fermare le possibili speculazioni nell’ambito della produzione di energia da fonti rinnovabili e salvaguardare il paesaggio, i beni paesaggistici e ambientali dell’Isola, dinanzi alla mole di richieste autorizzative per l’installazione di impianti dell’eolico e del fotovoltaico.

I primi ad intervenire sono stati i rappresentanti delle associazione agricole, Francesco Erbi’ (Cia); Giuseppe Patteri (Copagri); Giambattista Modde (Confagricoltura) e Luca Saba (Coldiretti) che, seppur con differenti sfumature. hanno affermato, insieme con il favore all’introduzione di misure urgenti per fermare le speculazioni in atto nelle aree agricole della Sardegna («sebbene nel testo del Dl n. 15 non sia mai citata la parola agricolo»), anche la necessità di assicurare alle aziende che operano in agricoltura la produzione di energia per autoconsumo e diversificazione del reddito. Il direttore della Coldiretti, Saba, ha inoltre insistito sul concetto di “paesaggio agricolo” con riferimento alle dovute garanzie per le vocazioni produttive di territori e aziende.

Il punto dei vista dei consorzi industriali l’hanno esposto, invece, i presidenti del Cpnes-Olbia, Gianni Sarti; quella del Cacip, Barbara Porru, il presidente del consorzio di Villacidro, Enrico Caboni e Franco Amendola per il consorzio Ogliastra. In sintesi: le aree dei consorzi sono sature e non è possibile destinarne di ulteriori agli impianti delle rinnovabili. «E’ fondamentale fermare le speculazioni – è stato il concetto condiviso dai presidenti dei consorzi – ma devono essere salvaguardate le esigenze che anche sul tema della produzione di energia hanno le imprese che operano all’interno delle nostre aree».

Da Confindustria, con le parole del presidente Maurizio De Pascale, l’appello degli industriali a chi ha la responsabilità del governo: «Non si possono affrontare i temi chiave dell’energia e dei trasporti con l’ideologia e i 18 mesi di stop indicati nel disegno di legge della Giunta, sono un tempo che il mondo produttivo non può permettersi in una Sardegna dove aumenta lo spopolamento, cresce la povertà e diminuiscono gli investimenti privati». De Pascale ha definito “ineluttabile” la transizione energetica («tra 15 anni prevarrà l’idrogeno ma ha bisogno delle rinnovabili per essere prodotto») e ricordato i tetti imposti dall’Europa per azzerare la produzione energetica da fonti fossili. «Abbiamo bisogno di certezze – ha dichiarato il numero uno di Confindustria Sardegna – e vanno salvaguardate le richieste autorizzative in essere  per il fotovoltaico e l’eolico». L’apertura per gli impianti off-shore («oggi possono essere posizionati senza alcun impatto sul paesaggio») è seguita alla considerazione che “la Sardegna non può essere soltanto una Regione di consumo ma che deve anche produrre”, sebbene, ha affermato in conclusione del suo intervento  De Pascale “deve essere favorito, nei tempi autorizzativi, tutto ciò che finalizzato all’autoconsumo”. «Le aziende sarde hanno bisogno di vedere garantita la competitività nei mercati», è stata la chiosa del direttore di Confapi, Sandro Atzori.

Il blocco totale delle autorizzazioni per eolico e fotovoltaico è invece l’obiettivo dichiarato del “comitato scientifico per l’insularità” che con Maria Antonietta Mongiu, Giuseppe Pulina, Giandomenico Pintus, Rita Dedola, Giuseppe Biggio e Gian Valerio Sanna, ha esaminato in ogni suo aspetto (normativo, economico, sociale e istituzionale) quello che hanno definito “la distruzione del paesaggio sardo” e proposto un impianto normativo che partendo dalla priorità “ di mettere a riparo il territorio dalla distruzione e dalla speculazione” , restituisca competenza alla Regione sarda.

I punti principali della proposta del comitato sono: l’adozione del Ppr esteso a tutto il territorio regionale integrando la pianificazione paesaggistica della fascia costiera con quella del restante territorio regionale e fino all’approvazione del Ppr (esteso a tutta l’Isola, attualmente manca l’adozione i 24 ambiti paesaggistici delle aree interne) imporre il divieto a realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, salvo quelli precedentemente autorizzati e che abbiano visto i lavori iniziati. Una soluzione in linea con la ormai famosa “Salva coste” e sulla quale, l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Soru, Gianvalerio Sanna, è pronto a garantirne l’efficacia e la correttezza del percorso normativo.

Condividi: