Commissione Sanità: Piano d’emergenza per i territori e più autonomia dallo Stato

La ripartenza del sistema sanitario regionale dopo la pandemia passa attraverso un piano di emergenza condiviso con i territori e una rivendicazione forte nei confronti dello Stato, al quale non chiediamo più soldi ma più deroghe.

Lo ha dichiarato l’assessore della Sanità Mario Nieddu concludendo la riunione della commissione Sanità, presieduta da Antonio Mario Mundula (Fdi), alla quale hanno partecipato Anci, Cal, Sindaci e presidenti dei distretti socio sanitari.

Rivolgendosi ai Sindaci l’assessore Nieddu li ha ringraziati per la consapevolezza che non tutti i problemi possono concretamente essere risolti dalla Regione ed ha sostenuto che i Comuni hanno avuto molte risposte dall’assessorato (anche se non tutte), quelle compatibili con l’impegno enorme richiesto dalla pandemia che ha messo a nudo le tante fragilità strutturali del sistema.

A queste difficoltà, ha sostenuto, occorre rispondere con interventi straordinari e la rivendicazione di più autonomia dallo Stato e le due cose sono strettamente collegate. In questi ultimi mesi, ha ricordato Nieddu, abbiamo presentato molte proposte allo Stato: dalla possibilità di aumentare le retribuzioni del personale con nostre risorse (gli operatori sanitari sono i meno pagati d’Italia) all’estensione dei bonus per gli addetti agli hub vaccinali, alle modifiche di parti significative della contrattazione. Abbiamo ottenuto solo di poter riutilizzare nei reparti i medici delle Usca.

Ma, ha precisato, come Regione abbiamo fatto davvero tutto quello che è di nostra competenze: migliaia di concorsi, copertura delle sedi disagiate, aumento del monte ora per l’abbattimento delle liste d’attesa, bandi per la mobilità extra regionale e la redistribuzione interna dei medici (che renderemo strutturale), copertura dei vuoti di organico in alcune specialità (su tutte medicina generale e pediatria).

In apertura di seduta il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana ha riproposto alla commissione i contenuti principali del documento unitario che i Comuni sardi ed il Cal hanno approvato il 18 ottobre scorso al termine di una riunione svoltasi ad Arborea.

Deiana ha lanciato inoltre l’idea degli Stati generali della sanità sarda e di un Patto della salute condiviso fra istituzioni e territori, per scrivere insieme le priorità delle comunità locali ed evitare di essere costretti, nella prossima legislatura, a ricominciare daccapo. Ed ancora, secondo Deiana, occorre un programmazione regionale che garantisca il diritto alla salute in modo uguale in tutta la Sardegna (dalle zone costiere a quelle interne) ed una nazionale che riconosca, a partire dalla riforma del Dm 70 (il “decreto-cornice” del servizio sanitario nazionale), le tante specificità dell’Isola.

Numerosi anche gli interventi dei Sindaci che hanno richiamato l’attenzione della commissione sulla legittima protesta che nasce dal basso in molti territori e sulla necessità di fare, tutti insieme, “uno scatto in avanti”.

Per quanto riguarda i consiglieri regionali hanno preso la parola Domenico Gallus e Franco Mula (Psd’Az), Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo), Daniele Cocco (Leu), Pierluigi Saiu (Lega), Desirè Manca (M5S), Gianfranco Ganau (Pd), Francesco Agus ed Antonio Piu (Progressisti).

Durante la seduta l’assessore Nieddu ha consegnato ai presenti la copia di una bozza del Piano regionale dei Servizi sanitari, un testo di 160 pagine con dati e tabelle aggiornate. Materiale sul quale, ha detto, ci aspettiamo proposte e contributi per condividerlo e migliorarlo.

(Af)

 

 

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