La commissione Sanità, presieduta da Antonio Mario Mundula (Fdi) ha ascoltato i responsabili dell’associazione Uneba Sardegna, della quale fanno parte le 12 Rsa attive sul territorio regionale.
Il presidente Giancarlo Maurandi, nel suo intervento, ha ricordato che le strutture, con una ricettività di 1000 posti letto ed una occupazione di circa 1000 unità, sono state sottoposte ad una pressione molto pesante durante la fase più acuta della pandemia, che ha richiesto fra l’altro l’allestimento di veri e propri “spazi Covid” per garantire la l’isolamento e la protezione dei pazienti. Ciò ha comportato costi aggiuntivi, ha aggiunto Maurandi, ma soprattutto l’impossibilità pratica di mantenere la divisione fra i reparti stabilita dall’accreditamento con il servizio sanitario regionale in base alle patologie dei pazienti, tutti comunque “ad alta intensità”.
La proposta dell’Uneba, quindi, è quella di introdurre una maggiore flessibilità operativa, a budget invariato, anche per evitare ai malati l’ulteriore disagio di trasferimenti “fuori territorio”.
Sul piano generale, secondo il presidente di Uneba, le Rsa sarde hanno bisogno di una revisione delle linee guida del 2017 per adeguarle alla nuova realtà, ridefinendo il fabbisogno regionale di questo particolare settore dell’assistenza, rimodulando i costi ed intervenendo sugli organici, dalle figure mediche specialistiche al personale infermieristico. Si tratta di un lavoro importante che può esser articolato in obiettivi di breve e medio termine, ed affidato al “tavolo tecnico” costituito presso l’assessorato prima della pandemia e rimasto bloccato a causa dell’emergenza.
Da parte della commissione, ha affermato il presidente Mundula, c’è la massima disponibilità a venire incontro alle istanze delle Rsa, per rivedere e completare la programmazione sanitaria. Per quanto riguarda i costi extra riconducibili all’emergenza Covid, in particolare, il problema potrebbe trovare soluzione all’interno della nuova “legge omnibus”.
(Af)