Commissione Autonomia: audizioni dei sindacati sul pubblico impiego nel sistema Regione

La commissione Autonomia e personale, presieduta da Andrea Piras (Lega), ha ascoltato le rappresentanze sindacali confederali ed autonome sulla Proposta di legge n.329 (Massimo Zedda e più) che prevede l’istituzione di un comparto unico del pubblico impiego regionale comprendente anche le Autonomie locali.

In linea di principio tutte le organizzazioni sindacali hanno espresso una valutazione positiva sulla legge, una riforma “in cantiere” da anni ed oggi diventata quanto mai urgente, dopo un lungo periodo nel quale politiche di riduzione di spesa, patto di stabilità e blocco del turnover hanno messo a rischio, soprattutto in Sardegna ed in modo particolare nei Comuni, molti servizi fondamentali per le comunità.

Agli Enti locali, hanno sostenuto i sindacalisti confederali, va dunque restituita centralità attraverso la parificazione economica e normativa fra contratto dei dipendenti regionali e delle autonomie, sia per rilanciare lo sviluppo locale che per garantire la piena attuazione della politiche regionali di crescita, in un quadro di decentramento di funzioni.

Le sigle autonome, invece, hanno espresso alcune riserve sulle coperture finanziarie, emerse dopo il recente rinnovo del contratto dei dipendenti Forestas e comunque presenti in generale all’interno di un quadro normativo con evidenti differenze retributive fra l’attuale contratto regionale e quello nazionale-Funzioni locali. Sarebbe preferibile, quindi, istituire anche nella pubblica amministrazione regionale due comparti di contrattazione separata.

In Sardegna, secondo i dati Istat riferiti al 2019, i dipendenti dei Comuni sono circa 10.500 (il 9.2% del pubblico impiego regionale), ai quali vanno aggiunte circa 1200 unità di Province e Città Metropolitana di Cagliari. Le fasce di inquadramento contrattuale, in ordine decrescente, sono per il 24% nella categoria D, 50% nella C, 20% in B e 5% in A. Per quanto riguarda le differenze retributive, riferite alla categoria D (la più alta, al netto delle posizioni dirigenziali), un nuovo assunto negli Enti locali percepisce circa 350 euro in meno rispetto ad uno del sistema Regione, e non ha la 14esima mensilità.

(Af)

 

 

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