La commissione Ambiente, presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha tenuto un ciclo di audizioni sulla Proposta di legge n.268 (Maieli e più) in materia di “Tutela dell’avifauna della Sardegna da fenomeni di elettrocuzione e collisione causati dalle linee elettriche e dagli impianti eolici”.
Per primi sono stati ascoltati i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, naturaliste e della ricerca (Lipu-Francesco Guillot; Ispra-Elisabetta Raganella e Mario Paolomba: Italia Nostra-Fanny Cao; Università di Sassari-Fiammetta Berlinguer) che, annunciando osservazioni di dettaglio e sottolineando il valore di un “bene comune” come la fauna, hanno espresso una valutazione positiva della legge, soprattutto per quanto riguarda la centralità del “tavolo tecnico” che dovrà coordinare strategie e misure per combattere un fenomeno che (secondo i dati degli ultimi 20 anni raccolti dal Corpo Forestale) ha provocato la morte di 86 animali di 17 specie.
Si tratta in prima battuta, hanno aggiunto gli esponenti dell’associazionismo, di “mettere in sicurezza” gradualmente la rete elettrica regionale affrontando il problema anche in prospettiva per il prevedibile aumento di impianti eolici, utilizzando i molti studi già disponibili per operare con una mappatura puntuale delle aree “a rischio” che consenta anche la corretta individuazione dei nuovi impianti dal punto di vista ambientale.
Di legge condivisile ha parlato anche Terna (Nicoletta Rivabene-relazioni istituzionali), da tempo impegnata sia sulla mappatura del territorio che sulle modifiche dei tralicci, anche se gli impianti ad alta tensione hanno un impatto negativo molto limitato sull’avifauna. Nel settore dell’eolico, dove Terna è presente in un mercato molto ampio, sono stati effettuati studi sulle possibili aree a rischio con valutazioni comparative “prima e dopo” le installazione degli impianti.
Diversa la situazione di Enel (Andrea Savona-relazioni istituzionali, e Fabrizio Milia), che controlla la quasi totalità della rete sarda a bassa tensione, estesa per 18.000 Km di cui 12.000 in aree potenzialmente a rischio. Da 5 anni a questa parte, ha precisato l’Enel, i nostri impianti sono progettati e realizzati per ridurre al minimo la possibilità di danni all’avifauna “isolando” i cavi mentre, per quelli più vecchi, interveniamo su segnalazione di altri organismi (con Ispra ed Università è in corso un progetto per isolare altri 250 cavi) e siamo comunque disposti a partecipare ad ogni altra iniziativa in questa direzione. Recentemente, l’Enel è intervenuta nel parco di Tepilora e, in particolare, in quello dell’Asinara dove tutti i cavi sono stati interrati con un investimento pluriennale di 3 milioni che si concluderà l’anno prossimo e farà dell’isola sede del parco nazionale un’area totalmente “green”.
Molto significativo anche contributo di Forestas (Maurizio Malloci-direttore generale e Dionigi Secci) che, con una intensa attività di raccolta e monitoraggio dei dati, ha contribuito a far emergere il fenomeno che, almeno nel 10% dei casi analizzati, è collegato anche all’avvio ed alla propagazione degli incendi. Andando verso una nuova legge, hanno sottolineato i responsabili dell’Agenzia, sarebbe opportuno intervenire sulla vecchia legge regionale in materia di elettrodotti, che è dell’89, abrogandone alcune parti e modificandone altre, con riferimento in primo luogo alle procedure di autorizzazione.
Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Piero Maieli (Psd’Az), Francesco Mura (Fdi), Maria Laura Orrù (Progressisti) e Roberto Li Gioi (M5S).
(Af)