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Cerimonia in memoria dei caduti a Nassiriya

Signor Prefetto, autorità civili, militari e religiose, rivolgo a tutti i convenuti il mio personale saluto e quello del Consiglio regionale della Sardegna.

Consentitemi, in apertura, un ringraziamento particolare ai due Rotary Club che operano nella nostra città, che come ogni anno, in questa data, organizzano una cerimonia aperta alla cittadinanza per ricordare i caduti a Nassiriya.

Sono passati ormai quindici anni da quel terribile 12 novembre del 2003, giorno della strage, una delle pagine sicuramente più tristi della nostra storia recente.

In quel tremendo attentato, ancora vivo nella memoria di tutti noi, persero la vita 28 uomini: 12 carabinieri, cinque soldati dell’esercito e due civili italiani, nove civili iracheni e una ventina di italiani, tra militari e civili, rimasero feriti.

Come spesso viene ricordato, quel giorno, la guerra entrò nelle case degli italiani alle 8,45 del mattino, a Nassiriya erano le 10.45.

L’arrivo allora di quella notizia, così terribile, dirompente e inaspettata, portò tutti noi a valutare le difficoltà di quella missione di pace ed i pericoli per i nostri militari. Il tragico attentato fu il più grave attacco alle truppe militari italiane dalla fine della seconda guerra mondiale.

Sono sempre numerose, ogni anno, le iniziative e le celebrazioni che in questa giornata ricordano quella triste mattina di novembre; in coincidenza dell’anniversario della strage viene, come noto, celebrata la “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”, istituita con la legge n. 162 del 12 novembre 2009.

Ricordo che proprio qui nel 2006 a poco più di un anno dall’inizio del mio incarico da sindaco e alla presenza, tra gli altri, dell’allora Ministro della Difesa, l’onorevole Arturo Parisi, abbiamo posto questa stele su iniziativa del Rotary club cittadino e dell’associazione nazionale “Brigata Sassari” per onorare quei caduti e ricordare perennemente il loro sacrificio, massimamente apprezzabile perché avvenuto nell’adempimento del proprio dovere per riportare la pace in una travagliata terra straniera.

 L’opera venne completata per il decennale della strage, nel 2013, con la realizzazione della Colomba babilonese realizzata come ricorderete dallo scultore Gaspare da Brescia, sempre su proposta dell’associazione “Brigata Sassari” e dei preziosi Rotary club cittadini.

Anche in quell’occasione ricordammo i caduti, i cinque militari dell’esercito Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro e Pietro Petrucci; i dodici carabinieri Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi e Alfonso Trincone.

 E lo abbiamo ricordato prima, nell’esplosione morirono anche nove civili iracheni e due civili italiani: Marco Beci cooperatore internazionale e Stefano Rolla, il regista che la mattina di quel 12 novembre di 15 anni fa si trovava alla base italiana “Maestrale” di Nassiriya per girare un documentario sul contingente nazionale dal titolo “Babilonia terra tra due fiumi – Guerrieri di pace”.

Rivolgo ad Adele Parillo, compagna di Rolla, e con lei a tutti i familiari delle vittime di Nassiriya, un pensiero speciale con l’augurio sincero che in questa giornata di dolore e immensa tristezza per lei e tutte le altre vedove, l’abbraccio di Sassari e della Sardegna possa farle sentire meno sole.

La nostra partecipazione alle missioni di pace è sempre stata particolarmente apprezzata. L’Italia rappresenta un vero e proprio modello, soprattutto grazie alla capacità di dialogo dei nostri contingenti con le popolazioni locali e all’impegno dimostrato in campo sia civile che militare nelle operazioni di stabilizzazione e mantenimento della pace. Il nostro Paese è attualmente impegnato nel sud del Libano e in Medio Oriente e partecipa attivamente a missioni ONU in Asia, in Africa e in Europa.

Oggi sono ancora tanti i conflitti nel mondo e il percorso di pace è molto lontano dall’essere raggiunto. Ma la pace rimane un obiettivo che l’Italia e l’Europa devono perseguire sempre, costruendo insieme alle popolazioni vittime di conflitto, condizioni economiche e sociali che consentano il raggiungimento di una piena democrazia.

Gianfranco Ganau

Presidente Consiglio regionale della Sardegna

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