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Cerimonia di intitolazione del Centro polivalente di Cargeghe a Emanuela Loi, l’intervento del Presidente Ganau

Cargeghe, 18 ottobre 2018          

Rivolgo il mio saluto e quello del Consiglio regionale della Sardegna a tutti i convenuti. Ringrazio il sindaco di Cargeghe per l’invito che ho accolto con grande piacere perché convinto che le nostre comunità, le cittadine e i cittadini e soprattutto i più giovani hanno sempre più bisogno di preservare la memoria, di alimentare e costruire un nuovo senso civico, un atteggiamento di fiducia negli altri orientato alla disponibilità a cooperare per il miglioramento della società in cui si vive.

Una convinzione rafforzata dalla scelta che avete deciso di portare avanti intitolando questa struttura, il centro polifunzionale di Cargeghe, punto di riferimento per la vostra comunità, alla memoria di Emanuela Loi, poliziotta sarda morta nel 1992 nella strage di via d’Amelio a Palermo, dove perse la vita il giudice Paolo Borsellino. Emanuela Loi come è stato già ricordato è morta mentre compiva il suo lavoro, come agente di scorta di uno dei più grandi magistrati del nostro Paese, insieme ai poliziotti Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Alla sua memoria e al suo impegno al servizio dello Stato che le valse anche la Medaglia d’Oro al valor civile, sono state dedicate negli anni vie, premi, serie televisive con un unico e prezioso obiettivo: non dimenticare quegli anni bui della storia del nostro Paese, tristi e sconvolgenti ma anche carichi di speranza.

Emanuela Loi, unica donna della Polizia di Stato morta in servizio, a soli 24 anni, è stata e rimane un simbolo che oggi ancora una volta celebriamo e alla cui memoria dedichiamo un luogo di condivisione, aggregazione, confronto e socialità.

“Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti” diceva Paolo Borsellino; ecco Emanuela era proprio lo specchio di queste parole: una giovane poliziotta coraggiosa, che amava il suo mestiere consapevole, così come tutti gli agenti al servizio del giudice Borsellino, del rischio a cui andava incontro, soprattutto dopo la strage di Capaci e la morte di Giovanni Falcone.

Nel 2013 anche la mia città decise di intitolarle un parco, il parco di via Montello, una proposta che arrivò dal mondo dell’associazionismo e che anche per questo, come sindaco, scelsi insieme alla mia Giunta di accogliere.

Vedete, troppo spesso riteniamo che cerimonie di questo tipo non abbiamo oggi più molto senso: viviamo in una società ossessionata dalla velocità, dalla mancanza di tempo, dal fare sempre di più; siamo troppo impegnati a fare altro per vedere cosa ci passa accanto e quanto oggi il nostro vivere sia fortemente condizionato da tutto questo. Occorre rallentare, fermarsi e ricordare per non perderci e perdere quanto è accaduto.

A breve questo spazio sarà interessato, come ricordava il sindaco, da un importante intervento di ristrutturazione, possibile grazie ad un bando regionale, lavori di ristrutturazione volti anche all’efficientamento energetico della struttura.

In questo spazio dedicato ad Emanuela Loi, anziani, giovani, artisti, cittadine e cittadini parteciperanno ad attività sociali ed educative, laboratori teatrali e di cucina: si fermeranno e rifletteranno su quella targa posta all’entrata e ricorderanno che cosa accadde nel 1992, l’anno delle stragi di Stato e di Tangentopoli, l’anno che ha segnato la fine della Prima Repubblica.

Gianfranco Ganau

Presidente Consiglio regionale della Sardegna

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