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Assegni vitalizi: all’assemblea plenaria oggi a Roma stabiliti i parametri minimi comuni ai quali le regioni dovranno attenersi

Data: 10/10/2014 – Roma

Età minima 65 anni per i consiglieri che abbiano corrisposto il contributo per un periodo di almeno cinque anni. Sui vitalizi già percepiti, un intervento con meccanismo di prelievo forzato e provvisorio di tre anni secondo criteri di temporaneità, ragionevolezza e proporzionalità con aliquote crescenti calcolate in virtù delle diverse situazioni anagrafiche. Quest’ultime verranno infine maggiorate del 40% qualora il beneficiario sia titolare di un altro vitalizio erogato dal Parlamento Italiano e/o Parlamento Europeo.
Sono queste in estrema sintesi le misure minime sul diritto all’assegno  vitalizio, approvate questa mattina a Roma nel corso della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome alla quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau.
«Sono stati  creati i presupposti minimi sui quali le regioni italiane – dichiara il presidente Ganau – si impegnano a lavorare, attenendosi alle misure che abbiamo concordato questa mattina, ogni regione  in base alla propria autonomia e specificità. Quanto emerso oggi all’assemblea plenaria – spiega ancora il presidente Ganau  – non è altro che una piattaforma comune sulla quale lavorare che costituisce di fatto i parametri minimi e comuni a cui tutte le regioni italiane dovranno fare riferimento  per una definizione omogenea di norme che definiscano il diritto all’assegno vitalizio».
La regione Sardegna – ricorda il presidente Ganau – ha come noto abolito questo diritto e i consiglieri regionali attualmente in carica non percepiscono alcun assegno vitalizio.
L’impegno preso da parte dei presidenti dei consigli regionali italiani è quello di lavorare per provare ad unificare le leggi in materia, entro l’anno, in base alle priorità e alle emergenze stabilite dall’agenda politica di ciascuna di esse.

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