“Una mobilitazione così del popolo sardo ha pochi precedenti”, ha esordito Luigi Picci, portavoce del comitato Pratobello 24 in occasione dell’audizione, questo pomeriggio, nelle commissioni congiunte IV e V. “Difendiamo le ragioni profonde dei sardi”, ha proseguito, “contro quei decreti che il dl 45 richiama e che hanno gettato nel caos la Sardegna aprendo la porta alla speculazione”. Picci ha chiesto alla politica sarda “una connessione sentimentale col popolo sardo. L’unica soluzione è una norma urbanistica che chiuda ogni porta agli aggressori. Poi potremo ragionare per una transizione energetica seria”.
L’avvocato Michele Zuddas ha definito il dl 45 “un’adesione acritica alle richieste del governo italiano. Di più: l’articolo 3 tradisce la vera volontà della Giunta, cioè far finta di bloccare tutto per poi aprire la strada con le deroghe, nonostante 120 mila cittadini sardi con la sottoscrizione della proposta di legge Pratobello 24 chiedano esattamente il contrario. C’è una alternativa alla subalternità della Giunta ed è la nostra proposta di legge, l’unica degna di essere votata da questo consiglio regionale”.
Il presidente della commissione Attività produttive, Antonio Solinas, ha replicato: “Abbiamo la presunzione rappresentare il popolo sardo, essendo da questo democraticamente eletti. Il dl Pratobello 24 sarà sottoposto al Consiglio regionale che lo approverà o modificherà ma è certo che qui non si curano altri interessi che non siano quelli del popolo sardo e non ci sono sudditi del governo”.
I comitati sardi contro la speculazione energetica hanno preso la parola con il loro coordinatore, Antonio Muscas: “A una prima lettura ci pare che il dl 45 abbia accolto alcune nostre istanze. Ci sono però alcune lacune come l’assenza dell’indicazione delle aree idonee. Non ci sono nemmeno premialità per chi installa impianti di produzione di energia rinnovabile su superfici già coperte”. Muscas ha sollecitato “una legge quadro sull’energia in Sardegna che regolamenti anche il tema dei picchi di sistema” mentre l’avvocato Giulia Lai ha segnalato un possibile paradosso: “Mentre l’intera area di Quartu appare del tutto inidonea, l’infrastruttura del Tyrrhenian link procede ed è per questo necessario bloccarla con una legge regionale altrimenti potrebbe capitare che il Tyrrhenian link sia allacciato ma non possa ricevere energia per il divieto di realizzazione di impianti nell’area”.
Anche l’Anci Sardegna ha dato il suo contributo all’audizione, con la presidente Daniela Falconi che ha annunciato l’invio di un “documento scritto di riflessione sul dl 45 e il parere congiunto insieme al Cal”. Poi ha aggiunto: “Siamo fortemente preoccupati per la indiscriminata presentazione di progetti e per il fatto che negli organici dei Comuni non c’è personale tecnico all’altezza di affrontare questioni così delicate. Noi siamo per raggiungere gli obiettivi della transizione energetica 2030 e 2050, con la partecipazione di tutta la comunità sarda”.