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Aras, danni in agricoltura e coltivazioni cannabis: audizioni in Quinta Commissione.

Vertenza Aras, coltivazione della cannabis, danni in agricoltura, emergenza visna maedi. Sono questi gli argomenti al centro della seduta mattutina della Quinta Commissione del Consiglio regionale presieduta da Piero Maieli (Psd’Az).

ARAS

Il parlamentino delle “Attività produttive” ha fatto il punto della situazione sulla vertenza degli ex lavoratori Aras che dovrebbero essere assorbiti nell’organico di Laore come previsto dalla legge regionale n.47 del 2018. Manca però la firma del Commissario dell’agenzia agricola  Gianfranco Casu che attende la conferma del suo incarico da parte della Giunta regionale. «Il decreto di nomina è stato firmato – ha spiegato Casu – mancano però alcuni passaggi che mi consentano di agire nel pieno delle mie funzioni. Per questo serve un’apposita delibera di Giunta». Il provvedimento, ha assicurato l’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia, dovrebbe essere firmato nelle prossime ore. Le graduatorie, con l’elenco dei 220 ex lavoratori Aras da assumere, sono pronte. Per altri 25 lavoratori si sta predisponendo il bando per un concorso pubblico.

Procedure che però non convincono l’opposizione: «In un anno non è stato fatto nessun passo in avanti – ha detto il consigliere dei Progressisti Gianfranco Satta – dubito che il passaggio degli ex lavoratori Aras si possa concludere entro il 31 dicembre. Meglio chiedere una proroga di sei mesi prima di procedere alla liquidazione di Aras in modo da mettere in sicurezza i lavoratori».

«Nessun rischio – ha replicato l’assessore Murgia – i lavoratori potranno eventualmente essere assunti anche dopo il 31 dicembre». L’assessore ha inoltre assicurato la continuità del servizio svolto dai tecnici di Laore nel laboratorio di analisi del latte di Oristano. «Su questo punto è in corso un’interlocuzione con il commissario liquidatore di Aras per capire come agire – ha aggiunto Murgia – si ragiona sulla possibilità di prendere in affitto le attrezzature pagando un canone».

Sicuro di una positiva soluzione anche il presidente Maieli: «Molto è stato fatto per chiudere una vertenza che si trascina ormai da anni – ha detto Maieli – tutti gli atti sono stati predisposti. Mancano alcuni passaggi tecnici che contiamo di risolvere a breve».

 

Coltivazione cannabis

La Commissione si è poi occupata delle problematiche relative alla coltivazione della cannabis, attività che negli ultimi anni sta prendendo corpo in tutti i territori dell’Isola ma che ha bisogno di un quadro normativo più chiaro per mettere al riparo i produttori da sanzioni amministrative e penali dovute a un’interpretazione sbagliata della legislazione vigente.

Il presidente dell’associazione “Sardinia Cannabis”, Piero Manzanares ha illustrato alla Commissione le potenzialità offerte da un’attività fino a pochi anni fa sconosciuta agli agricoltori sardi: «Alla nostra associazione aderiscono circa 100 coltivatori – ha detto Manzanares – il mercato è in costante crescita. La cannabis può essere utilizzata in vari campi: tessile, edile, farmaceutico e cosmetico. Molti giovani agricoltori hanno deciso di intraprendere questa attività che offre anche un buon ritorno economico: con mille piante si può raggiungere un reddito compreso tra i 30mila e i 50mila euro. Servono però delle regole certe per differenziare la canapa industriale da quella farmaceutica. Senza un quadro normativo chiaro si rischia di subire controlli continui da parte delle forze dell’ordine e, nel peggiore dei casi, il sequestro del prodotto».

Delle potenzialità offerte dal mercato della cannabis ha parlato anche Giacomo Patteri, ricercatore della Facoltà di Agraria di Sassari: «Un grosso contributo agli agricoltori può arrivare dalla ricerca. Occorre selezionare le varietà più adatte alle produzioni e fornire le indicazioni per superare i controlli – ha sottolineato Patteri – sarebbe opportuno costituire un tavolo di confronto permanente tra coltivatori, università, enti locali e forze dell’ordine».

Favorevoli a uno sviluppo del comparto anche i rappresentanti delle associazioni agricole. «Il settore è in forte espansione ma non partiamo da zero – ha detto il direttore regionale di Copagri Pietro Tandeddu – c’è una legge nazionale che va implementata. Sarebbe opportuno votare una risoluzione per ottenere più attenzione dallo Stato. La commercializzazione dei cannabinoidi è consentita dalla normativa europea. Gli Stati membri non si possono opporre. Per questo bisogna puntare su ricerca, sperimentazione e formazione prevedendo degli appositi capitoli di bilancio nella legge finanziaria». Argomentazioni condivise dal presidente di Confagricoltura Luca Sanna: «Occorre però chiarire che quando si parla di cannabis non si può invocare il concetto di multifunzionalità riferito ad attività diverse da quelle agricole – ha affermato Sanna – la coltivazione della canapa è un’attività agricola a pieno titolo e come tale va regolamentata. Nel piano di sviluppo si potrebbe pensare a una premialità per gli agricoltori che intendono coltivare la cannabis in aree da bonificare. Un’altra opportunità potrebbe essere rappresentata dalle coltivazioni nelle serre fotovoltaiche».

Soddisfatto il consigliere dei 5 Stelle Alessandro Solinas che in questi mesi ha lavorato al piano di sviluppo della coltivazione della cannabis in Sardegna: «Abbiamo ascoltato molte proposte interessanti. Un provvedimento per il settore è urgente, per questo ben venga la costituzione di un tavolo tecnico permanente. Dalla ricerca può arrivare un contributo decisivo».

 

Danni in Agricoltura

La Commissione ha poi ascoltato i rappresentanti dei consorzi di difesa delle produzioni intensive sulle difficoltà determinate dalla crisi economica che hanno avuto effetti negativi sulla stipula delle assicurazioni per i danni in agricoltura: «Le polizze agricole funzionano in questo modo: una parte viene pagata dalla regione, una dallo Stato (tramite Agea) e una dall’agricoltore – hanno spiegato i rappresentanti dei consorzi di Sassari, Cagliari e Oristano Salvatore Sanna, Priamo Picci e Antonello Attoli – in questi anni le somme di Agea sono arrivate con notevole ritardo. In questo modo gli agricoltori sono costretti ad anticipare i soldi di tasca. Ora che sono finiti in molti rinunciano alla stipula delle polizze. Per questo chiediamo alla Regione di istituire un fondo rotativo che consenta di avere le anticipazioni dei contributi Agea».

Una soluzione invocata anche dal consigliere di Forza Italia Emanuele Cera: «E’ un’operazione a costo zero. Si tratta solo di anticipare i soldi che poi verranno erogati da Agea – ha detto Cera – senza le coperture assicurative la Regione, in caso di calamità naturali, sarebbe costretta a ristorare i danni con elargizioni a pioggia. Un fondo rotativo farebbe risparmiare molti soldi».

Per l’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia il problema è solo di natura finanziaria: «Attualmente non esiste un capitolo di bilancio dal quale attingere per costituire un fondo rotativo – ha detto l’esponente della Giunta – noi non siamo contrari, occorre però un impegno anche da parte del Consiglio».

 

Visna Maedi

L’ultima parte della seduta è stata dedicata all’emergenza sanitaria che ha colpito molti allevamenti ovini della Sardegna per la diffusione della visna maedi, patologia complessa che colpisce l’apparato respiratorio e nervoso di pecore e capre. «L’incidenza in Sardegna è altissima – ha spiegato il presidente di Confagricoltura Luca Sanna – in provincia di Oristano colpisce il 73% degli allevamenti testati, percentuale che arriva all’83% in provincia di Cagliari. Non esiste un piano di eradicazione della malattia a livello europeo, gli interventi sono demandati agli Stati e alle Regioni. In Sardegna è stato predisposto un piano che improvvisamente è stato interrotto. Chiediamo di riprendere il percorso ed eventualmente di sollecitare un aiuto all’Europa».

D’accordo con Sanna, il direttore di Copagri Pietro Tandeddu: «Su questa partita gradiremmo sentire l’assessorato alla sanità. Finora non si è mai discusso di salute animale».

Il presidente della Commissione Piero Maieli, di professione veterinario, ha espresso dubbi sulla possibilità di sconfiggere a breve la malattia: «Non esiste un vaccino, né una cura di contrasto alla visna maedi – ha spiegato Maieli – l’unico modo per combatterla è isolare i capi positivi e impedire ad agnelli e capretti di succhiare il colostro materno. Per questa operazione servirebbe uno sforzo immane da parte degli allevatori. Occorrerà  dunque convivere con questa patologia fino a quando la ricerca non troverà un rimedio efficace. Da parte nostra c’è comunque tutta la disponibilità a discuterne insieme alla commissione sanità».

I lavori del parlamentino delle Attività Produttive proseguono nel pomeriggio con le audizioni dei rappresentanti delle agenzie di viaggio e dell’assessore al Lavoro Alessandra Zedda.

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