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Anno forestale della Sardegna 2017_l’intervento del Presidente Ganau

Nuoro, 20 novembre 2017

Buongiorno a tutte e tutti, è con piacere che porto il saluto del Consiglio regionale della Sardegna a questa importante iniziativa.

Sarà l’occasione per riflettere insieme sul patrimonio boschivo della Sardegna, per confrontarci e approfondire il tema della sua valorizzazione oltre che della sua tutela.

Le foreste demaniali rappresentano un bene collettivo di straordinaria valenza naturalistica, ambientale, storica ed economica dove l’azione regionale deve rappresentare la garanzia assoluta di buona gestione tecnico amministrativa per la sua conservazione e produttività.

La considerazione del rilevante apporto del sistema forestale pubblico e privato per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna e per una corretta gestione del territorio, orientato alla tutela ambientale, ha portato il Consiglio regionale – circa un anno e mezzo fa – ad approvare la legge Forestale della Sardegna (legge regionale n. 8 del 2016).

Con l’obbiettivo di attualizzare i compiti istituzionali dell’Ente ed inquadrarli nelle più articolate politiche ambientali di tutela del territorio, perché si occupi attivamente, oltre che della cura, tutela e conservazione del patrimonio forestale dai rischi ambientali anche della valorizzazione produttiva, turistico – ricreativa e culturale del patrimonio naturale e della promozione della ricerca scientifica, sperimentazione e innovazione tecnologica nel settore, si è dato vita all’Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e l’ambiente della Sardegna, FoReSTAS appunto.

Resta il nodo del personale che come sapete è all’attenzione dei capigruppo del Consiglio regionale e della commissione competente, alla ricerca di una soluzione che tuteli il più possibile i lavoratori, e che consenta all’Agenzia di svolgere al meglio gli ambiziosi compiti per cui è stata creata.

La nostra Regione era l’unica regione italiana ad essere priva di una legge organica, e questo è tanto più incomprensibile se consideriamo che la Sardegna ha competenza primaria in questa materia ai sensi dell’art. 3 del nostro Statuto, approvato nel lontano 1948, e se consideriamo che il territorio regionale è caratterizzato da una superficie forestale la cui estensione costituisce più della metà della superficie complessiva del territorio, un rapporto di gran lunga superiore al valore medio nazionale ed europeo.

Tra l’altro secondo il Terzo Inventario nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali, redatto dal corpo forestale dello Stato, la Sardegna con i suoi 1.241.409 ettari ha registrato al 2014 un aumento delle superficie di 54.000 ettari in più, rispetto al 2005.

Questo è indubbiamente un fatto positivo, dobbiamo però avere la capacità di leggere il dato correlandolo alle sue cause che non sono – ahimè – da ricercare solo in un aumento della coscienza ambientale, ma soprattutto nell’abbandono progressivo dell’agricoltura e delle aree naturali.

E torniamo sempre a quello che è e resta il tasto dolente di quest’isola meravigliosa che abbiamo la fortuna di abitare, quello occupazionale e dello spopolamento.

E allora, è necessario innescare un cambiamento culturale, sociale e politico con particolare riferimento sia alla governance del settore forestale pubblico, sia alla promozione del settore privato, perché del nostro immenso patrimonio non si parli solo quando viene incendiato. E qui permettetemi di ringraziare il corpo forestale di vigilanza ambientale per il fondamentale lavoro che svolge quotidianamente.

Il modello di gestione esclusivamente pubblico non sempre è stato in grado di garantire un elevato grado di efficacia nell’utilizzazione delle risorse pubbliche e può risultare un freno allo sviluppo di attività private imprenditoriali nel settore.

E allora abbiamo la necessità di pensare una programmazione precisa che guardi insieme ad ambiente, economia, tradizione e paesaggio.

Dobbiamo studiare piani specifici pluridecennali per ogni area, dobbiamo mettere in piedi una programmazione lungimirante che ci consenta di coltivare qua quanto importiamo e di valorizzare le nostre produzioni, come quella del sughero, che ci consenta di valorizzare ai fini turistici l’immenso patrimonio di biodiversità che il territorio ci regala.

Mi sembra che oggi siedano intorno al tavolo tutti gli attori necessari per perseguire questo processo virtuoso, sono sicuro che gli spunti saranno tanti e spetterà poi a noi, alla politica, farne tesoro.

Buon lavoro a tutte e tutti.

Gianfranco Ganau

Presidente Consiglio regionale della Sardegna

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