Discorso di insediamento – XIV Legislatura
Colleghi, escluse alcune significative eccezioni, in Sardegna non si è potuto creare un positivo e condiviso clima per rideterminare le competenze attuando il principio che pone l’autonomia quale forma di approfondimento della democrazia.
Il Consiglio Regionale deve sentire forte il dovere di superare la fase di semplice constatazione delle carenze della nostra autonomia, per essere propositivo e confrontarsi con le possibili ipotesi di un rinnovamento reale delle istituzioni regionali.
Rinnovamento alla cui base poggi il riconoscimento dell’aspirazione ultrasecolare dei Sardi di essere popolo con propri diritti, lingua, storia e cultura.
Da ciò deriva la legittimazione per realizzare il nostro futuro attraverso l’acquisizione di una forma avanzata e originale di potestà autonomistica all’interno dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica italiana.
E’ questo un momento nel quale appare necessario che il dibattito intorno alla nostra autonomia si evolva per affermare le basi della nostra vocazione come popolo e del nostro vivere collettivo.
Un dibattito sul senso della nostra storia, sul ruolo della Sardegna in Italia ed in Europa, sulla nostra realtà sociale, demografica, economica, sulla nostra lingua e cultura.
In sintesi un dibattito sulla nostra identità nazionale per affermare il diritto dei sardi a costruire intorno alle proprie necessità una nuova Carta Costituzionale della Sardegna.
Il Nuovo Statuto di Autonomia Speciale non può risolversi in una semplice perifrasi di quello esistente.
Deve essere caratterizzato da temi forti come quelli già accennati, ma che voglio ancora ribadire:
La fiscalità di sviluppo o zona franca.
L’abbattimento degli alti costi per l’approvvigionamento energetico e dei carburanti.
Un nuovo piano di grandi opere infrastrutturali e di servizi reali per adeguare la Sardegna alle regioni più avanzate d’Europa.
Una politica del credito sarda per ridurre il costo del danaro e creare incentivi alle imprese.
Una effettiva e illimitata continuità territoriale.
L’istruzione e il lavoro visti non più come una conquista, ma come un diritto dei sardi ad un futuro di conoscenza, serenità e prosperità.
Sono queste le ragioni fondanti per le quali tutte le donne e gli uomini della Sardegna debbono sentirsi mobilitati per il riscatto della propria terra.